Le visioni di Ildegarda sarebbero iniziate in tenera età e avrebbero contrassegnato tutta la sua esistenza. All'età di otto anni, a causa della sua cagionevole salute, era stata messa nell'Abbazia di Disibodenberg dai nobili genitori, Ildeberto e Matilda di Vendersheim, dove fu educata da Jutta (o Giuditta) diSponheim, giovane aristocratica ritiratasi in monastero. Pronunciò i voti monastici tra il1112 e il1115 nelle mani del vescovoOttone di Bamberga.
Ildegarda studiò sui testi dell'enciclopedismo medievale del teologo siro chiamato, all'epoca,Dionigi l'Areopagita [oggi riconosciuto piuttosto come loPseudo-Dionigi l'Areopagita] e diAgostino. Iniziò a parlare, e a scrivere, delle sue visioni (che definiva «visioni non del cuore o della mente, ma dell'anima») solo intorno al1136, quando aveva ormai quasi quarant'anni. Alla morte di Giuditta, Ildegarda le succedette comemagistra (ovveropriora) della comunità col consenso delle poche consorelle, che allora facevano parte del monastero maschile di sanDisibodo.[8]
Santa Ildegarda e la sua comunità di monache in una miniatura delXIII secolo.
Pochi anni dopo, per far fronte al crescente numero dinovizie,[9] si trasferì nella comunità femminile delmonastero di Rupertsberg da lei stessa fondato nel1150 aBingen, intitolato asan Ruperto (del quale scrisse l'unica biografia esistente),le cui rovine verranno rimosse nel 1857 per far posto a una ferrovia. Si dice facesse vestire sfarzosamente le consorelle, adornandole con gioielli, per salutare con canti le festività domenicali. Nella sua visione religiosa della creazione, l'uomo rappresentava la divinità diDio, mentre la donna idealmente personificava l'umanità diGesù. Nel 1165 fonderà un'altra abbazia, tuttora esistente e floridissimo centro religioso-culturale, ad Eibingen, sul lato opposto del Reno. L'abbazia è visitabile, e nella chiesa si possono ammirare gli affreschi che ritraggono i momenti salienti della vita di Ildegarda e i segni straordinari che accompagnarono il momento del suo trapasso, avvenuto il 17 settembre 1179.
Fondatrice del monastero diBingen am Rhein nel 1165, Ildegarda fu spesso in contrasto con il clero; riuscì tuttavia a ribaltare il concetto monastico prevalente fino ad allora, e che per molto tempo ancora sarebbe rimasto inamovibile, preferendo una vita di predicazione aperta verso l'esterno a quella più tradizionalmente claustrale. Quando ormai era ritenuta un'autorità all'interno della Chiesa,papa Eugenio III nel1147 lesse alcuni dei suoi scritti durante ilsinodo diTreviri di quell’anno. In tale occasione, fu autorizzata a scrivere ed esporre in pubblico le sue visioni.[8]
Ildegarda studiò a lungo occupandosi diteologia,musica emedicina, e lasciando alcuni libri profetici come loSci vias (Conosci le vie), ilLiber Vitae Meritorum (Libro dei meriti della vita)[11] e ilLiber Divinorum Operum (Libro delle opere divine),[12][13] tra le cui figure viene rappresentato l'Adam Qadmoncabalistico, oltre a una notevole quantità di lavori musicali, raccolti sotto il titolo diSymphonia harmoniae celestium revelationum, diviso in due parti: iCarmina (Canti) e l'Ordo Virtutum (La schiera delle virtù, opera drammatica musicata).
Un notevole contributo lo diede pure allescienze naturali, scrivendo un trattato enciclopedico che raccoglieva tutto il saperemedico ebotanico del suo tempo e che poi è stato conosciuto attraverso due opere distinte, sotto il titolo diPhysica (Storia naturale oLibro delle medicine semplici) eCausae et curae (Libro delle cause e dei rimedi oLibro delle medicine composte).[2][14][15] Ebbero anche grande fama le sue lettere a vari destinatari, che trattano di diversi argomenti, nelle quali Ildegarda risponde soprattutto a richieste di consigli di ordine spirituale.
Di grande valore sono pure le 38 questioni sottoposte alla badessa di Bingen dai monaci diVillers, le cui risposte formano il trattatoSolutiones triginta octo questionum, secondo la forma dellequaestiones, propria del pensiero teologico sviluppato neglistudia delle città. Le domande vertono sull'ordine e sull'essenza della Creazione, sul rapporto che lega Dio agli uomini, sui concetti di corpo, anima, uomo e angelo.[16]
Nellatino classico diCicerone,viriditas significava «vigore, freschezza, vivacità giovanile».[17] In quanto derivato daviridis, indica il coloreverde, e quindi tutto ciò che ad esso è idealmente collegato in termini di crescita vitale, forza e vigore. Non propriamente come neologismo, questa parola fu utilizzata da Ildegarda von Bingen in un'accezione nuova, ad indicare una forma ignota di energia spirituale addensata e ancora inespressa neigermogli di colore verde, sostanziata nel loro colore, e che lei approfondì diffusamente nei suoi scritti attraverso i vari rami del sapere.[18]
Ildegarda fu l'autrice di una delle primelingue artificiali di cui si abbiano notizie, lalingua ignota (dallatino "lingua sconosciuta"), da lei utilizzata probabilmente per fini mistici. Essa utilizza un alfabeto di 23 lettere, definite leignotae litterae. Ildegarda ha parzialmente descritto la lingua in un'opera intitolataLingua Ignota per hominem simplicem Hildegardem prolata, di cui sono sopravvissuti solo duemanoscritti, entrambi risalenti al Duecento: ilRiesenkodex e un manoscritto diBerlino. Il testo è unglossario di 1011 parole in lingua ignota, contraslitterazione per la maggior parte inlatino e intedesco medievale; le parole sembrano essere "a priori" neologismi, per lo più nomi con qualche aggettivo. Sotto l'aspetto grammaticale, sembra essere una parzialerilessificazione della lingua latina: infatti la "lingua ignota" è stata ideata tramite l'adattamento di un nuovo vocabolario alla grammatica latina preesistente.
Non è noto se altri, oltre la sua creatrice, abbiano avuto familiarità con essa. NelXIX secolo alcuni credevano che Ildegarda avesse ideato il suo linguaggio per proporre unalingua universale che unisse tutte le persone (per questo motivo santa Ildegarda è riconosciuta oggi come la patrona degliesperantisti[1]conSan Pio X[senza fonte][19]). Tuttavia oggi è generalmente accettato che la lingua ignota sia stata concepita come un linguaggio segreto, simile alla "musica inaudita" di Ildegarda, della quale ella avrebbe avuto conoscenza per ispirazione divina. Questa lingua, essendo stata ideata nelXII secolo, può essere considerata come una delle più antichelingue artificiali oggi conosciute.
Monaca "aristocratica", Ildegarda più volte definì se stessa come «una piuma abbandonata al vento della fiducia di Dio». Fedele peraltro al significato del suo nome, "protettrice delle battaglie", fece della sua religiosità un'arma per una battaglia da condurre per tutta la vita: scuotere gli animi e le coscienze del suo tempo.
Non ebbe timore di uscire dal monastero per conferire con vescovi e abati, nobili e principi. In contatto epistolare con il monaco cistercenseBernardo di Chiaravalle, sfidò con parole durissime l'imperatoreFederico Barbarossa, fino ad allora suo protettore, quando questi oppose due antipapi adAlessandro III. L'imperatore non si vendicò dell'affronto, ma ruppe il rapporto di amicizia che fino ad allora li aveva legati.
Nel1169, riuscì in un esorcismo su una tale Sigewize, che aveva fatto ricoverare nel suo monastero, dopo che altri religiosi non erano approdati a nulla: nel rito da lei personalmente condotto, volle però naturalmente la presenza di sette sacerdoti (unici dotati del ministero di esorcizzare).
La sua memoria liturgica cade il17 settembre, giorno della sua morte.[20] Tale giorno, secondo la tradizione, sarebbe stato "predetto" dalla santa a seguito di una delle sue ultime visioni.
«17 settembre - Nel monastero di Rupertsberg vicino a Bingen nell'Assia, in Germania, santa Ildegarda, vergine, che, esperta di scienze naturali, medicina e di musica, espose e descrisse piamente in alcuni libri le mistiche contemplazioni, di cui aveva avuto esperienza.»
Ildegarda fu seppellita nelMonastero di Rupertsberg, dove le fu elevato un ricco mausoleo. Quando però nel1632, durante laguerra dei trent'anni, il monastero fu distrutto e bruciato dagli Svedesi, le monache benedettine portarono via con loro le reliquie nella cappella del priorato diEibingen, dove ancora oggi si trovano.[21]
Papa Giovanni Paolo II, in una lettera per l'ottocentesimo anniversario della sua morte, salutò in Ildegarda come «Luce del suo popolo e del suo tempo»[4] e la «profetessa della Germania», la donna « [...] che non esitò a uscire dal monastero per incontrare, intrepida interlocutrice, vescovi, autorità civili, e lo stesso imperatore» (Corrado III di Svevia oFederico Barbarossa), e non esitò a fondare monasteri e parlare alle folle.[22]
Lalettera apostolica ricorda che, fatto «allora non molto frequente per una donna», Ildegarda fu autorizzata a parlare in pubblico dapapa Eugenio III e, per volere diAdriano IV e poi diAlessandro III, fu inviata in viaggi apostolici a predicare in piazze e Chiese cattedrali, malgrado le condizioni di salute attribuitele.[4]
Secondo il documento, «ilcorpus dei suoi scritti, per quantità, qualità e varietà di interessi, non ha paragoni con alcun'altra autrice del Medioevo», comprendendo un ricco epistolario, i due trattati linguistici rispettivamente dal titoloLingua ignota e leLitterae ignotae, «nei quali compaiono parole in una lingua sconosciuta di sua invenzione, ma composta prevalentemente difonemi presenti nellalingua tedesca». Esso prosegue con una citazione delle sue parole:
«L'uomo, secondo la cosmologia ildegardiana fondata sullaBibbia, racchiude tutti gli elementi del mondo, perché l'universo intero si riassume in lui, che è formato della materia stessa dellacreazione. Perciò egli può in modo consapevole entrare in rapporto con Dio. Ciò accade non per una visione diretta, ma, seguendo la celebre espressione paolina,come in uno specchio [...] L'uomo può giungere perfino a sperimentare Dio. Il rapporto con lui, infatti, non si consuma nella sola sfera dellarazionalità, ma coinvolge in modo totale la persona. Tutti i sensi esterni e interni dell'uomo sono interessati nell'esperienza di Dio:
(latino)
«Homo autem ad imaginem et similitudinem Dei factus est, ut quinque sensibus corporis sui operetur; per quos etiam divisus non est, sed per eos est sapiens et sciens et intellegens opera sua adimplere. [...] Sed et per hoc, quod homo sapiens, sciens et intellegens est, creaturas conoscit; itaque per creaturas et per magna opera sua, quae etiam quinque sensibus suis vix comprehendit, Deum cognoscit, quem nisi in fide videre non valet.»
(italiano) «L'uomo infatti è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, affinché agisca tramite i cinque sensi del suo corpo; grazie ad essi non è separato ed è in grado di conoscere, capire e compiere quello che deve fare [...] e proprio per questo, per il fatto che l'uomo è intelligente, conosce le creature, e così attraverso le creature e le grandi opere, che a stento riesce a capire con i suoi cinque sensi, conosce Dio, quel Dio che non può essere visto se non con gli occhi della fede.»
(Ildegarda di Bingen,Explanatio Symboli Sancti Athanasii: PL 197, 1073.)
Perciò l'attribuzione del titolo di Dottore della Chiesa universale a Ildegarda di Bingen ha un grande significato per il mondo di oggi e una straordinaria importanza per le donne. In Ildegarda risultano espressi i più nobili valori della femminilità: perciò anche la presenza della donna nella Chiesa e nella società viene illuminata dalla sua figura.»
Nella concezione di unaconoscenza che muove daicinque sensi in direzione dellafede inDio si evidenziarono alcune idee presenti anche nellafilosofia scolastica del suo tempo, di cui tuttavia sant'Ildegarda non seguiva il metodo di lettura critica e commento testuale, basandosi unicamente sulle proprie visioni profetiche,[23] suldiscernimento spirituale e icarismi ispirati da Dio.
Lagerarchia degli angeli, sesta visione del manoscrittoScivias (Codice di Wiesbaden, facsimile del 1927)
Ildegarda nel corso della sua vita ebbe numerosissime visioni, di cui ha lasciato dettagliati resoconti, illustrati con miniature in certi manoscritti delloScivias e delLiber divinorum operum.
Fin dalla prima infanzia afferma di aver avuto unamagna pressura che la invitò a parlare e scrivere sotto la sua ispirazione, dispensando consigli di vita pratica e spirituale e trattando le questioni più varie, concentrandosi sul sapere teologico. Ella definì questa voce interioreLuce del Dio vivente.[24]
Pur essendolaica e nonclerica, vale a dire una donna illetterata che non aveva potuto studiare nelle scuole, inspiegabilmente seppe scrivere nel latino parlato e compreso dei dotti, con competenza tecnica su materie che spaziavano dalla scienze naturali alla medicina, dalla linguistica alla letteratura, dalla filosofia alla teologia, dal diritto alla politica.
Nonostante questo, dalla sua opera emerge anche una costante umiltà, dato che a più riprese lei si definiscepaupercula forma (una «povera, piccola figura»), secondo un tratto distintivo dellaspiritualità mistica del periodo e una bassa considerazione della sfera femminile, nel senso comune e nel pensiero dominante.Alcuni studiosi hanno ipotizzato spiegazioni pseudo razionali piuttosto dibattute secondo cui l'origine di queste visioni sarebbe stato di tipo neurologico. Lo storico della scienza e della medicinaCharles Singer le attribuì adaure di origine emicranica; questa teoria è stata resa popolare dal neurologoOliver Sacks.[25]
Un tema ricorrente delle sue visioni riguarda la venuta dell'Anticristo (Liber Scivias III,11 eLiber divinorum operum, III,5).[26][27]
Veduta parziale delfolio 466retro del Codice di Wiesbaden (Riesencodex) con le parole del canto «O vis eternitatis» dellaSymphonia armonie celestium revelationum.
La cosiddetta "trilogia profetica" di Ildegarda è costituita da:[28]
Scivias, terminato nel 1151 (ed.Hildegardis Scivias, A. Führkötter - A. Carlevaris, CCCM, XLIII; XLIIIA, Turnhout, 1978).
Liber vitae meritorum, iniziato nel 1158 (ed.Sanctae Hildegardis Opera, J.B. Pitra, Monte Cassino, 1882).
Liber divinorum operum, terminato nel 1174 (ed.Liber divinorum operum simplicis hominis, inPatrologia Latina, vol. 197).
Gli scritti naturalistici di Hildegard sono riuniti nel[28]
Liber subtilitatum diversarum naturarum creaturarum, che nella tradizione manoscritta fu poi smembrato in due parti:
a)Physica oLiber simplicis medicinae (edd. C. Daremberg e F. A. Reuss, inPatrologia Latina, vol. 197, che rappresenta il testo del manoscritto parigino; il «Frammento berlinese» è stato edito da H. Schipperges, «Sudhoffs Archiv» 40 (1956), pp. 41-77).
b)Causae et curae oLiber compositae medicinae (Causae et curae, ed. P. Kaiser, Leipzig,1903).
Ordo Virtutum (1152), la prima sacra rappresentazione del Medioevo (ed. Peter Dronke, Poetic Individualities in the Middle Ages, Oxford, 1970).
Symphonia harmoniae celestium revelationum, databile al (1151-1158) (ed.Hildegard von Bingen: Lieder, edd. P. Barth, M.-I. Ritscher e J. Schmidt-Gorg, Salzburg, 1969), che contiene le liriche musicate da Ildegarda.
Epistolae: ed. inPatrologia Latina, vol. 197; altre lettere in J. B. Pitra,Sanctae Hildegardis Opera, Monte Cassino, 1882; le lettere del manoscritto di Stoccarda sono state edite da F. Haug in «Revue Bénédictine» 43 (1931), 59-71; altre lettere dal manoscritto B sono state edite da Peter Dronke inWomen Writers of the Middle Ages, Cambridge, 1984, pp. 256-64.
L'Universo, miniatura dalloScivias del Rupertsberg (1165 circa)
Il codice principale contenente l'integralità delle sue opere a parte quelle naturalistiche è il cosiddetto Riesenkodex (omanoscritto gigante, chiamato cosi per le sue dimensioni di 30 cm per 45, e il suo peso di 15 chili), conservato aWiesbaden (Hessische Landesbibliothek Hs. 2).
Sant'Ildergarda compose 77canti gregoriani in latino per coro femminile conassolo, mediantenotazione neumatica, ad es.O rubor sanguinis,Sed diabolus (dedicato aSant'Orsola).[18] Ladirezione corale è complessa in quanto richiede una sorta di "descrizione della melodia nell'aria", non limitandosi ad una scansione temporale del ritmo della frase musicale.
Oltre il Riesenkode esiste anche un altro manoscritto molto completo, che contiene le sue opere liriche, si tratta del ilDendermonde Codex, conosciuto ance con altri nomi come: Codex Villarensis, Codex Termonde o ancora Codex 9 de l'Abbaye de Termonde.[32] Il manoscritto, fu conservato prima in vari monasteri e nel 2017 fu affidato alle cure dellabiblioteca dell'Università di Leuven.[33]
Vision - Aus dem Leben der Hildegard von Bingen è un film tedesco della registaMargarethe von Trotta, doveBarbara Sukowa interpreta Hildegard. Il giorno della prima del film, 17 settembre2009 è stato scelto per ricordare il giorno della morte di Ildegarda. Presentato al Festival del cinema di Roma, al 2014 il film non è stato doppiato in italiano.[34]
2011 Hildegard von Bingen la sibilla del Reno, O orzchis ecclesia: Ad Matutinum in I Nocturno, Symphonia harmoniae caelestium revelationum, Liber divinorum operum, Ensemble San Felice direttoreFederico Bardazzi,Brilliant Classics
^Citazione da Gottfried Hertzka, Wighard Strehlow,Manuale della medicina di Santa Ildegarda,introduzione, Roma, Mediterranee, 2017.
^In questo libro viene descritta una poderosavisione, in cui Dio che vivifica il cosmo con la sua forza e la sua luce. Ildegarda sottolinea la profonda relazione tra l'uomo e Dio. Lo scritto è incentrato sulla relazione tra vizi e virtù, per cui l'uomo deve affrontare quotidianamente la sfida tra i vizi che lo allontanano da Dio e le virtù che lo avvicinano a Lui.
^In questo libro descrive ancora laCreazione nel suo rapporto con Dio e la centralità dell'uomo.
^ab Patrizia Allori (prof.ssa),Profezia e mistica di Ildegarda di Bingen, suora-et-labora.net, Milano, Centro Studi St. Idelgarda e Ass. Culturale Nimesis, 21 giugno 2014(archiviato il 17 agosto 2014). Estratto da "Ildegarda di Bingen - Il centro della ruota Spiegazione della Regola di San Benedetto".
^Anne H. King-Lenzmeier,Ildegarda di Bingen: la vita e l'opera, pp. 89-91, Gribaudi, 2004.
^(DE, IT) Gian Luca Podestà,I tempi finali la venuta dell'Anticristo secondo Ildegarda, in Berndt, R.`curatore2=Zátonyi, M. (a cura di),Unversehrt und unverletzt. Hildegards von Bingen Menschenbild und Kirchenverständnis heute, Erudiri Sapientia, Münster, Aschendorff Verlag, 2015,ISBN978-3-402-10440-8,OCLC913961219.
^abcLe opere, susanta-ildegarda-di-bingen.it.URL consultato il 12 maggio 2024(archiviato il 12 giugno 2021).
^L'opera nasce da una lettera che nel 1170 Ildegarda ricevette dal suo segretario e confidente Volmar. L'uomo esprimeva, a nome dell'intera comunità di monache, l'ansia di perdere Ildegarda, che aveva compiuto settant'anni. Ildegarda rispose attraverso il commento al "Simbolo di Atanasio", offrendo una spiegazione esemplare della fede cattolica, della relazione tra divino e umano e dellaTrinità.
Luisa Ghiringhelli,Come lucido specchio. Libro dei Meriti di Vita, traduzione italiana delLiber Vitae Meritorum di Ildegarda di Bingen. Centro Studi Santa Ildegarda, Mimesis Edizioni, Milano 2013.ISBN 978-88-575-1707-0
Giovanni Giambalvo Dal Ben e Michela Pereira (a cura di),Le vie di Ildegarda: saperi, contemplazione, cura, Verona, Gabrielli, 2020,ISBN9788860994417
Eduard Gronau,Hildegard: Vita di una donna profetica alle origini dell'età moderna, Milano, Ancora, 2004
Eve Landis,Hildegard von Bingen. Ricette per il Corpo e per l'Anima, Milano, Tommasi, 2000
Anne King-Lenzmeier,Ildegarda di Bingen. La vita e l'opera, Milano, Gribaudi, 2004
Anne Lise Marstrand-Jørgensen,La guaritrice. Storia vera di Ildegarda di Bingen, traduzione italiana diBruno Berni, Sonzogno, Venezia 2011,ISBN 978-88-454-1578-4
Margherita Massari,Ildegarda di Bingen. Sibilla e dottore della chiesa, ed. Elemento, 2017
Michela Pereira,Ildegarda di Bingen: maestra di sapienza nel suo tempo e oggi, Verona, Gabrielli, 2017,ISBN978-88-6099-313-7
Sara Salvadori,Hildegard von Bingen: viaggio nelle immagini, Milano, Skira, 2019,ISBN9788857240145
Sara Salvadori (a cura di),Hildegard von Bingen: nel cuore di Dio: Liber Divinorum Operum: Le miniature di Lucca, Milano, Skira, 2022,ISBN9788857246581
Cristina Siccardi,Ildegarda di Bingen. Mistica e scienziata, Milano, Paoline Editoriale Libri, 2012 (biografia storico-spirituale tradotta anche in Portogallo)
Hildegard Spaziante,Hildegard von Bingen e le miniature dello Scivias: un dono di Dio da riscoprire, Udine, Segno Ed., 2007
Lucia Tancredi,Ildegarda. La potenza e la grazia, Roma, Città Nuova, 2009
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Annalisa Terranova,Ildegarda di Bingen: mistica, visionaria, filosofa, Rimini, Il Cerchio, 2011
inMedioevo, aprile 2010, Ildegarda di Bingen, pp. 52 e sgg