| Il roseto | |
|---|---|
| Titolo originale | Gulistan |
| Autore | Saˁdi |
| 1ª ed. originale | 1258 |
| Genere | raccolta di racconti |
| Sottogenere | prosastico-poetico |
| Lingua originale | persiano |
| Modifica dati su Wikidata ·Manuale | |
Il roseto è un'operaprosastica-poetica scritta daSaˁdi, ritenuta daicritici letterari una delle più significative dellaletteratura persiana classica, oltreché una delle più popolari.[1][2]


Il libro è costituito da 8capitoli – ognuno dei quali contiene deiracconti istruttivo-educativi –, introdotto da una gustosaprefazione. I racconti esplorano le maggiori questioni delle varie tipologie umane, con uno spirito ottimistico, ma anchesatirico.[3]
Il testo è inprosa ritmica, espresso in modo chiaro ed elegante, sintetico ma allo stesso tempo fertile e bilanciato. L'autore riuscì ad esprimere tutte le grandi potenzialità dellalingua persiana, sia per leforme sia per lostile.
Le tematiche affrontate dall'autore furono la condotta dei re, lo stato di derviscio, i pregi dell'accontentarsi, l'utilità del tacere, la giovinezza e l'amore, la debolezza e la vecchiaia, gli effetti dell'educazione, assieme a degli apoftegmi vari.
Molti degliaforismi contenuti dell'opera sono diffusi anche nel mondo occidentale.[4]
IlGulistan ha ispirato molti intellettuali e scrittori di tutto il mondo: per quanto riguarda l'Occidente sia sufficiente citareLa Fontaine,Voltaire – che tradusse lui stesso l'opera inlingua francese –,[5]William Jones,Ralph Waldo Emerson.
Il roseto venne introdotto inOccidente dalla traduzione francese di André du Ryer nel1634. Friedrich Ochsenbach si basò su questo lavoro per tradurla inlingua tedesca due anni dopo. In seguito Georgius Gentius produsse una versione inlatino nel1651.[6]
IlGulistan è stato tradotto in svariate lingue. È stato tradotto inlingua inglese innumerevoli volte: Stephen Sullivan (Londra,1774), James Dumoulin (Calcutta,1807), Francis Gladwin (Calcutta,1808, prefazione diRalph Waldo Emerson),[7] James Ross (Londra,1823),[8] S. Lee (Londra,1827), Johnson (Londra,1863), John T. Platts (Londra,1867), Edward Henry Whinfield (Londra,1880), Edwin Arnold (Londra,1899), Launcelot Alfred Cranmer-Byng (Londra,1905), Celwyn E. Hampton (New York,1913) e Arthur John Arberry (Londra,1945). Più recentemente si possono citare le traduzioni di Omar Ali-Shah (1997) e di Wheeler M. Thackston (2008).
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