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Il Borghese

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«Il Borghese. Imparate a disprezzare la democrazia con rispetto.»

(Motto del giornale)

Il Borghese
StatoItalia (bandiera) Italia
LinguaItaliano
PeriodicitàQuindicinale (1950-1954)
Settimanale (1954-1993)
Mensile (dal 2007)
GenerePolitica e cultura
FondatoreLeo Longanesi
Fondazione15 marzo1950,1994,1997,2007
Chiusura1993,1994,2000
SedeMilano (1950-1957)
Roma (1957-1993, dal 2007),Torino (1997-2000)
Editore
Diffusione cartacea
DirettoreVedi sezione

Giuseppe Sanzotta (dal 2021)

VicedirettoreLuciano Cirri
ISSN0006-775X (WC ·ACNP)
Sito webwww.rivistailborghese.it/
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Il Borghese è un periodico politico e culturale, fondato comequindicinale aMilano dal giornalistaLeo Longanesi nel1950[1] e pubblicato come settimanale dal1954 fino al1993. La testata ha ripreso le pubblicazioni più volte per brevi periodi. Dal 2007 viene pubblicato dalla casa editrice Pagine.

Storia

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Fondazione e primi anni

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L'idea di realizzare un periodico anticonformista (slegato dalle appartenenze politiche) ad ampia diffusione nacque nel1947[2]. Longanesi non si riconosceva nell'Italia uscita dalla guerra. Rimaneva legato a un'Italiarisorgimentale e riconosceva nella borghesia dell'Ottocento la spina dorsale della società italiana[3]. Nel pensiero di Longanesi, la borghesia è un'etica della responsabilità più che una condizione socio-economica[4].

La sua nuova creatura doveva essere diversa da quelle - tra cuiOmnibus - che lo avevano reso famoso. Per questo motivo:[5]

  • Stampò la rivista in macchina piana e non inrotocalco;
  • Gli articoli non furono accompagnati da fotografie, ma da disegni, fregi e da riproduzioni d'arte;
  • Sostituì il formato lenzuolo con quello della rivista ingleseThe Economist, più ridotto (di conseguenza la foliazione risultò di 32 pagine contro le 16 di media diOmnibus).

Anche la carta utilizzata fu diversa: Longanesi utilizzò la stessa carta con cui stampava i libri della casa editrice, una carta ruvida (cioè non patinata) di colore giallo paglierino.

Il Borghese non era tutto della Longanesi & C.: la proprietà era divisa al 50% tra la Longanesi[6] e laRizzoli[7]. La redazione era in via Borghetto, presso gli uffici della Casa editrice Longanesi.

Il primo numero uscì il 15 marzo 1950: conteneva articoli diIndro Montanelli[8],Giuseppe Prezzolini,Giovanni Ansaldo,Alberto Savinio,Gaetano Baldacci,Henry Furst,Ernst Jünger e del giovaneGiovanni Spadolini[9] (quest'ultimo poco tempo dopo passò a collaborare conIl Mondo diMario Pannunzio). Dal sesto numero (1º giugno 1950) iniziò la collaborazione diMario Tedeschi, che si rivelò fondamentale per la testata[9]. La tiratura dei primi due numeri fu di 15 000 copie. Longanesi aveva chiamato a collaborare sia gli amici di vecchia data (oltre a Montanelli e Prezzolini figurava ancheGiovanni Ansaldo, che curò la rubricaDizionario degli Italiani); sia gli intellettuali a lui coetanei (Camillo Pellizzi, Gaetano Greco Naccarato,Gaetano Baldacci,Luigi Bartolini,Alberto Savinio, Adriano Tilgher); sia gli allievi provenienti daOmnibus:Irene Brin,Henry Furst,Orsola Nemi. Nei numeri seguenti apparvero le firme diColette Rosselli,Goffredo Parise,Nantas Salvalaggio,Luigi Compagnone,Elena Canino,Giovanni Artieri,Enrico Fulchignoni eMario Monti (proveniente daIl Libraio, di cui era stato redattore capo). Quanto a Indro Montanelli, la sua collaborazione al primo numero fu ununicum, poiché fino alla fine del 1953 rimase all'estero come inviato speciale delCorriere della Sera. Dal1954 avviò una collaborazione continuativa con il periodico. Montanelli firmò i suoi articoli sotto gli pseudonimi di Adolfo Coltano[10] e Antonio Siberia. Nello stesso anno cominciò ad apparire la firma di Gianna Preda, (vero nomeGiovanna Predassi, 1921-1981). Nel 1956 Longanesi e Montanelli diedero una descrizione opposta dellaRivolta d'Ungheria; i rapporti tra i due si raffreddarono. Montanelli interruppe la collaborazione alBorghese[11].

Nel suo primo anno la rivista era divisa in due parti. La prima conteneva gli articoli sui temi di maggior rilievo; nella seconda comparivano scritti minori, rubriche, rassegne di arte e cultura, recensioni bibliografiche e discografiche.

Le inconfondibili copertine della rivista, fino al 1953 disegnate personalmente da Leo Longanesi, che curò anche la parte illustrativa del quindicinale. Il 1º giugno1953 fu inaugurato l'inserto fotografico in carta patinata (Omnibus), che divenne in breve tempo uno dei tratti distintivi della testata. Dal 15 aprile1954 anche la rivista principale cominciò a pubblicare fotografie; la copertina abbandonò la carta paglierino per passare alla carta lucida. Si abbandonò il bianco e nero per passare al colore. Fu deciso anche un cambio di periodicità: da quindicinale a settimanale. Le vendite salirono a 40-50 000 copie[12]. In quell'anno apparve una copertina che divenne famosa: una donna in carne sotto la doccia si strofinava la schiena con una saponetta tricolore (30 luglio)[13]. Mario Tedeschi ricorda con quanta cura Leo Longanesi realizzava le immagini che apparivano sul giornale:

«Il procedimento era particolarissimo. Leo realizzava il disegno e lo passava poi ad un artigiano, Pagano, che eseguiva l'incisione sul legno di bosso. Questa incisione veniva poi fotografata e ingrandita, per essere colorata. Quindi passava al tipografo.»

(Mario Tedeschi, "Uno stile, un giornale. Quattro disegni di Leo Longanesi".Il Borghese, Roma, 1980.)

Negli anni19541955 furono proposti al pubblico disegni diSaul Steinberg,Edvard Munch,Toulouse-Lautrec,Marc Chagall,Charles Baudelaire,Piero Fornasetti eGiovanbattista Dalla Porta. Alcuni numeri invece furono illustrati in modo tematico, come per esempio immagini popolari di cataloghi, libri e riviste dell'Ottocento. Come risulta dallo stesso titolo, il periodico doveva ispirarsi agli ideali della borghesia, ritenuti da Longanesi: l'onestà, la parsimonia, la laboriosità, la moderazione, nonché la triadeDio,Patria eFamiglia. La posizione culturale del Borghese era improntata a una critica serrata della modernità e al rifiuto dei nuovi valori consumistici[14]. Una delle rubriche più lette della rivista eraRicordi di ottant'anni fa di Liliana Scalero.

Le fotografie dell'inserto centrale, che prendevano di mira e stigmatizzavano la classe politica dell'epoca, furono così famose che, in quel periodo, una fotografia corrosivamente satirica veniva chiamata perantonomasia "da Borghese". Nel 1954 il «Rapporto sul comunismo in Italia» (di Mario Tedeschi) documenta per la prima volta, l'esistenza di una rete di Società commerciali delPartito Comunista Italiano con profondi addentellati in tutta la società italiana. Un'altra inchiesta del «Borghese» svela i metodi corruttivi dell'ENI e l'esistenza di un rapporto organico di proprietà tra l'ente di Stato e il quotidianoIl Giorno, con la pubblicazione delle prove e di documenti[15]. La rivista si attirò nemici sia a destra che a sinistra. Giovanni Monti, socio di Longanesi, gli propose di staccarla dalla casa editrice (erano entrambi soci al 50%) e di sottoscrivere un aumento di capitale. Non accettando la proposta, Longanesi si ritrovò fuori dal nuovo consiglio di amministrazione e dovette lasciare la società. Abbandonando la casa editrice che portava il proprio nome Longanesi si portò viaIl Borghese pagandolo 5 milioni dilire[16].

Dopo l'uscita dalla casa editrice, Longanesi ricominciò come editore-direttore delBorghese. All'epoca aveva una tiratura di 40 000 copie. Trovò nuove fonti finanziarie a Roma[17] e prese ilBorghese tutto sulle proprie spalle. La nuova denominazione sociale fu: «S.r.l. XX Settembre editrice deIl Borghese», con sede in via Bigli 15, a Milano[18]. Rimase direttore fino alla morte, avvenuta il 27 settembre 1957.

I «Circoli del Borghese»

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Il Borghese creò un lettorato fedele. I lettori chiesero, tramite le loro lettere, al periodico di non limitarsi alla critica dellostatus quo, bensì di assumere anche un atteggiamento propositivo. Così nacquero i Circoli del Borghese: strutture organizzative con la funzione di rappresentare chi non si sentiva rappresentato dalle forze politiche del tempo[19].

Nel1955 i Circoli del Borghese sorsero in varie città italiane.Il Borghese suggerì ai membri dei vari circoli di discutere attorno al libro di Ernest Renan,Che cos'è una nazione?. L'11 giugno 1955 si tenne l'assemblea nazionale dei Circoli a Milano. Venne fondata la "Lega Fratelli d'Italia",[20] movimento che si proponeva di dare ai borghesi italiani il senso della loro forza e delle loro capacità,[21] ma il progetto terminò ancor prima della morte di Longanesi, avvenuta nel settembre1957. Nel dicembre2013, più di mezzo secolo dopo la fine della prima esperienza, la rete dei Circoli del Borghese venne rifondata su iniziativa del direttore, Claudio Tedeschi, e dell'editore Lucarini.[22] Il coordinatore nazionale della rete dei Circoli del Borghese fu il giornalista Riccardo Corsetto.

La direzione Tedeschi e Preda (1957-1993)

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Dopo la scomparsa di Longanesi,Mario Tedeschi eGianna Preda rilevarono dagli eredi la proprietà della testata. Tedeschi, che aveva una quota maggiore, diventòdirettore, Gianna Predaredattore capo e poi vicedirettore. La sede del settimanale fu trasferita da Milano aRoma (la rivista peraltro continuò ad essere stampata a Milano). Se con Longanesi la rivista si era fatta notare per la cura grafica e la raffinatezza intellettuale tipiche del fondatore, il piglio giornalistico di Tedeschi e Preda fecero delBorghese un giornale d'attacco, con inchieste e rivelazioni[23]. La rivista si distinse anche per le campagne a sfondo etico e morale: a testimonianza di ciò, si può ricordare ilDizionario del malcostume, pubblicato dallo stesso Tedeschi nel 1962[24]. Nel contempo, ilBorghese cominciò a trattare più da vicino gli avvenimenti politici. I lettori del settimanale, come spiegò Tedeschi, sono «i conservatori, i quali in Italia hanno, appunto, poco o nulla da conservare, tolto un bene: la libertà. Essere conservatori oggi in Italia vuoi dire appunto conservare la libertà in vista di un domani migliore». Punti di forza del settimanale erano, oltre all'inserto fotografico e alle numerose inchieste (firmate daLuciano Cirri,Giuseppe Bonanni,Claudio Quarantotto ed altri), la "Posta dei lettori" curata da Gianna Preda. Tedeschi assunse nuovi giornalisti come Edgardo Beltrametti,Giano Accame,Alberto Giovannini,Mino Caudana,Piero Buscaroli eAlberto De Stefani[25]. Nel1963 iniziò la collaborazione, come vignettista, diGiovannino Guareschi, che arrivò alBorghese dopo aver lasciatoCandido (1961). Oltre a Guareschi apparvero sul Borghese le vignette di Giuliano Nistri, Alberto Fremura e Donatella Preda[23].

Le inchieste delBorghese aprirono uno squarcio sul tema del malcostume e della corruzione della classe politica. Il settimanale anticipò di diversi decenni l'inchiesta "Mani Pulite". Il 30 dicembre del1965 la pubblicazione di un'intervista concessa daGiorgio La Pira a Gianna Preda portò nello stesso giorno alle dimissioni del Ministro degli EsteriAmintore Fanfani[26], titolare della Farnesina nelsecondo governo Moro: La Pira aveva affermato che Fanfani era occultamente "appoggiato da tutti", anche daneofascisti ecomunisti[26]. Negli anni sessanta il settimanale superò le centomila copie di tiratura[27]. Nel1965Luciano Cirri partecipò alla fondazione di una compagnia diteatro di varietà,Il Bagaglino. Due anni dopo Cirri uscì dal Bagaglino e aprì un nuovo gruppo cabarettistico, chiamandolo "Il giardino dei supplizi", come la rubrica che curava sulBorghese. La nuova compagnia era composta da Lionello, Claudia Caminito (poi sostituita daAnna Mazzamauro),Pat Starke,Leo Valeriano eGianfranco Funari; i testi erano elaborati da Cirri e daGianna Preda, che era statacaporedattore delBorghese prima di Cirri. La compagnia si sciolse nella prima metà deglianni settanta.

Rivista di denuncia, attenta ai fenomeni di costume in un'Italia in grande trasformazione,Il Borghese si caratterizzò anche per il costante impegno culturale. Sulle sue pagine comparvero le firme di molti protagonisti della cultura italiana dell'epoca[28]. Alla fine degli anni sessanta, quando l'Italia conosceva il periodo dell'autunno caldo,Il Borghese, in risposta all'emergere della violenza da parte di formazioni extraparlamentari di sinistra, lanciò la sottoscrizione "Soccorso Tricolore", per raccogliere donazioni per l'assistenza legale a favore delle vittime della violenza comunista[29].

Nel gennaio1973 Il Borghese iniziò la pubblicazione del memoriale diMarco Pisetta, il primocollaboratore di giustizia del terrorismo in Italia. Nel «memoriale Pisetta» (93 pagine) venne raccontata tutta la storia sulleBrigate Rosse del gruppo Curcio. A partire dal 1971-72 Tedeschi schierò politicamenteIl Borghese. Alleelezioni del 1972 il giornalista fu eletto al Senato per ilMovimento Sociale Italiano. Fu forte la tentazione di fare del settimanale l'organo di stampa della sua formazione politica. Nel dicembre 1976 la corrente di Tedeschi,Democrazia Nazionale, operò una scissione nell'MSI. Dal1977 al1979 il periodico divenne l'organo ufficioso di Democrazia Nazionale, il movimento di scissionisti moderati dall'MSI che Tedeschi aveva contribuito a fondare, fino all'insuccesso elettorale e allo scioglimento del partito nel 1979. Ripresa la sua completa autonomia da ogni forza politica, il settimanale appena due anni dopo subì la perdita di Gianna Preda (1981), interrompendo il sodalizio professionale che reggeva di fatto il settimanale.

Deceduto anche Mario Tedeschi nel1993,Il Borghese cessò le pubblicazioni.

Le edizioni del Borghese

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Nel1958 Tedeschi e la Preda fondarono unacasa editrice, la "Edizioni de Il Borghese" che si affiancò al giornale e pubblicò i libri dei collaboratori e anche di noti autori stranieri anticonformisti, comeMaurice Bardèche,Robert Brasillach,Emil Cioran,Vintilă Horia eSalvador de Madariaga[30]. La società editrice pubblicò per prima il libroRitratti di coraggio del futuro presidente degli Stati UnitiJohn F. Kennedy[31]. Successivamente venne fondato il trimestrale di culturaLa Destra che raccolse le migliori firme della cultura di destra.

La casa editrice pubblicò tutti i documentari fotografici delBorghese, il primo dei quali fuGuardatevi in faccia. Fotografie senza censura dell’Italia democratica raccolte e commentate da Mario Tedeschi e Gianna Preda (250 pagine, 300 immagini), uscito nel 1958 e primo volume edito. A partire dal 1960 i successivi volumi furono pubblicati in un'apposita collana, "Fotografie del Borghese". Uscirono con periodicità semestrale fino al 1970, per un totale di 21 volumi. Nel 1964 esordì la collana "Gli album del Borghese", con volumi di un numero di pagine oscillante tra 94 e 118 (prima uscita:La kodak di paglia)[32].

Alla fine deglianni 1970 la "Edizioni de Il Borghese" fu infine rilevata dalla "Ciarrapico Editore" diGiuseppe Ciarrapico che ripropose molti autori in catalogo.

Il primo ritorno: 1994

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La testata ideata da Leo Longanesi ritornò in edicola nel giugno del1994, con significativi cambiamenti rispetto al settimanale diretto da Mario Tedeschi, sia nella linea politica che nella veste grafica. IlBorghese diretto daVincenzo Maddaloni pubblicava poche fotografie e molti disegni, con il recupero di quelli originali di Leo Longanesi. La linea politica, che non si riconosceva nella storia recente del giornale, era ispirata a quel neocentrismo, insofferente del "nuovo che sa tanto di vecchio", che ebbe inIndro Montanelli e nel suo quotidianoVoce l'esponente più autorevole.

Fu lo stesso Montanelli ad aprire il primo numero della nuova serie. Nel suo pezzo ricordava come nacque, intorno a un tavolo di un'osteria milanese, il primoBorghese: quello che visse tra il 1950 e il 1957 (anno della morte di Longanesi). Con Montanelli apparvero un nutrito stuolo di firme care al giornalismo riformista, come quelle diSergio Romano,Pietro Ostellino,Giuseppe De Rita,Fausto Bertinotti,Massimo L. Salvadori,Massimo Cacciari,Franco Cardini,Vittore Branca. Il direttore, Vincenzo Maddaloni, era una firma laica del settimanale cattolicoFamiglia Cristiana. Promise che il "suo"Borghese sarebbe stato sferzante come "lo fu il giornale di Longanesi". Nell'editoriale del primo numero, intitolato "Da dove ricominciamo", scrisse che "il Borghese che rinasce vuole anche essere l'approdo per le navicelle dell'intelligenza". "Un viaggio per tutti impervio" concludeva Maddaloni "ma è necessario compierlo al fine di intravedere un orizzonte. Con un'unica regola valida per tutti: le opinioni sono sacre e tutte le restrizioni alla libertà sono un delitto".

Nonostante le vendite (una media di 40 000 copie), prevalse la volontà politica di farlo ritornare ad essere la voce della destra conservatrice. Il direttore venne rimosso e il settimanale cessò di nuovo le pubblicazioni quello stesso anno[33].

Il nuovo Borghese

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Il Borghese rinacque nel1997 grazie all'investimento di due imprenditori torinesi, Walter Altea eMassimo Massano (ex deputato delMSI-DN), riuniti nella «Quarto Potere spa». I proprietari fissarono la nuova sede del settimanale a Torino (in via Principe Tommaso, 30) e ne affidarono la direzione aDaniele Vimercati, conFederico Guiglia vicedirettore (prelevato dalla redazione romana delGiornale). Il settimanale di Vimercati puntò decisamente ai lettori diAlleanza Nazionale e dellaLega Nord, considerati i principali partiti anti-sistema della politica italiana degli anni novanta. Le vendite diedero ragione a Vimercati:Il Borghese riacquistò una posizione preminente tra i settimanali d'area.

Nel1998 l'editore acquisìLo Stato, periodico di destra guidato daMarcello Veneziani e fuse i due settimanali. Vimercati, in dissenso sul progetto, lasciò la direzione. Dopo una breve parentesi con Federico Guiglia, in settembreIl Borghese ripartì conVittorio Feltri direttore (già direttore deL'Indipendente eIl Giornale) con Veneziani come direttore editoriale (e responsabile di un inserto autonomo: "Lo Stato delle idee"). Feltri cercò di trasformare il periodico nel settimanale dei lettori delGiornale, al punto da modificarne la testata inLa Voce Borghese (26 maggio 1999). Il progetto però non decollò; l'anno dopo Feltri lasciò l'opera incompiuta per accettare l'incarico di direttore editoriale della nuova testataQN Quotidiano Nazionale del gruppoMonti-Riffeser.

Il Borghese dopo il 2000

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Nel2000 Claudio Tedeschi, figlio di Mario, ha intrapreso l'ambizioso progetto di raccogliere su Internet l'intera collezione dell'archivio storico del Borghese e ha iniziato a pubblicare (sia sul web che su carta) una nuova edizione della rivista (Claudio Tedeschi Editore), prima con periodicità semestrale, poi trimestrale, infine mensile. Il progetto però non ha riscosso il successo sperato.

Nel2007 la rivista ha trovato un nuovo editore, che l'ha rilanciata:Pagine di Luciano Lucarini. Claudio Tedeschi, proprietario della testata, ha assunto la carica didirettore responsabile eIl Borghese è tornato in edicola[34].

Direttori

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Gianna Preda, vicedirettore responsabile[36]
Luciano Cirri, vicedirettore responsabile[36]
  • Vincenzo Maddaloni (giugno 1994 - 19 agosto 1994)
  • Sospensione delle pubblicazioni: agosto 1994 - aprile 1997
  • Daniele Vimercati (5 aprile 1997 - 20 maggio 1998)
  • Federico Guiglia (21 maggio - 31 agosto 1998)
  • Vittorio Feltri (1º settembre 1998 - giugno 1999)
  • ...
  • Sospensione delle pubblicazioni: 2000 - 2007
  • Claudio Tedeschi (2007 - marzo 2021)
  • Giuseppe Sanzotta (marzo 2021 -in carica)[37]

Firme

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Scrittori, giornalisti e artisti che collaborarono aIl Borghese nel periodo 1950-1993:

Scrittori, giornalisti e artisti che hanno collaborato a "Il Borghese" dal1997 ad oggi.

Pagine scelte

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Note

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  1. ^Breve biografia di Leo Longanesi, sulonganesi.it.URL consultato il 21 ottobre 2017(archiviato il 22 ottobre 2017).
  2. ^R. Liucci,L'Italia borghese di Longanesi, Venezia 2002, p. 46.
  3. ^R. Liucci,op. cit.
  4. ^Piero Albonetti, Corrado Fanti (a cura di), con scritti di Mariuccia Salvati e Pier Giorgio Zunino,Longanesi e Italiani, Faenza, Edit Faenza, 1997.
  5. ^R. Liucci,op. cit., pp. 17-18.
  6. ^Leo Longanesi era proprietario del 50% della casa editrice; l'altro 50% era in mano all'industriale Giovanni Monti.
  7. ^Piero Albonetti, Corrado Fanti (a cura di),op. cit..
  8. ^Parte degli articoli che Montanelli scrisse perIl Borghese sono stati raccolti in Indro Montanelli,Lettere a Longanesi (e ad altri nemici), Milano, 1955.
  9. ^ab«Il Borghese», puntata del 15 novembre 2008, suil-borghese.it(archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2010).
  10. ^Chiaro il riferimento al campo di prigionia in cui, nei mesi successivi alla Liberazione, erano stati rinchiusi numerosi appartenenti alla R.S.I.
  11. ^La riconciliazione avvenne nell'estate del 1957, un mese prima della morte di Longanesi.
  12. ^R. Liucci,op. cit., p. 19.
  13. ^R. Liucci,op. cit., p. 122.
  14. ^Liucci,op. cit., p. 170.
  15. ^Mario Tedeschi,Quarant'anni e un giornale, supplemento al «Borghese», N. 1, 5 marzo 1990.
  16. ^Gian Carlo Ferretti,Storia dell'editoria letteraria in Italia. 1945-2003, Einaudi, Torino 2004, pag. 81.
  17. ^Secondo Giovanni Ansaldo i nuovi finanziamenti provennero dalla Confindustria.
  18. ^Non c'è dubbio che la ragione sociale avesse una forte impronta risorgimentale.
  19. ^Raffaele Liucci,op. cit..
  20. ^Presidente Leo Longanesi, segretario un venticinquenne,Piero Buscaroli. Cfr. Alberto Mazzuca,Penne al vetriolo, Bologna, Minerva, 2017, p. 173.
  21. ^Liucci,op. cit., p. 140.
  22. ^"I Circoli del Borghese" tornano a Roma, inaugurazione a Palazzo Ferrajoli, suoggimedia.it.URL consultato il 18 gennaio 2014(archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2014).
  23. ^ab Mario Bozzi Sentieri,Dal neofascismo alla nuova destra. Le riviste 1944-1994, Roma, Nuove Idee. p. 61.
  24. ^copertina (JPG), suimg214.imageshack.us.URL consultato il 2 maggio 2019(archiviato il 21 febbraio 2014).
  25. ^Liucci,op.cit., pp. 108-109.
  26. ^abFondazione Fanfani: "Una trappola per Fanfani"Archiviato il 22 luglio 2011 inInternet Archive., 31 gennaio 2008
  27. ^Prima venne la destra, poi la sinistra…, sumarcelloveneziani.com.URL consultato il 18 dicembre 2017(archiviato il 1º ottobre 2017).
  28. ^Vedi la sezioneFirme.
  29. ^Mario Bozzi Sentieri,op.cit., p. 62.
  30. ^Europa Libreria Editrice, sulibreriaeuropa.it.URL consultato l'8 luglio 2013(archiviato il 30 agosto 2014).
  31. ^Articolo da camilloblog.it, sucamilloblog.it.URL consultato il 23 gennaio 2010(archiviato dall'url originale il 18 agosto 2016).
  32. ^ Marco Andreani,Foto-documentari: note sui supplementi illustrati italiani del dopoguerra (PDF), Roma, Università di Roma Tre, p. 15.
  33. ^Licenziato in tronco "Il mio Borghese dava fastidio...", suricerca.repubblica.it.URL consultato il 6 febbraio 2022.
  34. ^Editoria: torna in edicola "Il Borghese", suwww1.adnkronos.com.URL consultato il 29 dicembre 2017(archiviato il 30 dicembre 2017).
  35. ^abMuore in carica.
  36. ^abNel1972 Mario Tedeschi fu eletto al Parlamento. La legge italiana sulla stampa (legge n. 47/1948) prevede che «quando il direttore [di una testata giornalistica] sia investito di mandato parlamentare, deve essere nominato un vice direttore, che assume la qualità di responsabile» (art. 3).
  37. ^Giuseppe Sanzotta: “grandi gruppi finanziari dominano l’informazione”, suinformazionecattolica.it.URL consultato il 6 febbraio 2022.
  38. ^abcde Marcello Staglieno,Montanelli: novant'anni controcorrente, Milano, Mondadori, 2001, p. 253.
  39. ^Per Longanesi, la nuova Italia repubblicana sfruttava un simbolo sacro come la bandiera per i propri interessi. Il disegno, apparso in copertina sulBorghese, fece scalpore.

Bibliografia

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  • Guardiamoci in faccia (1950-1990), Edizioni de Il Borghese,Roma, 1990.
  • Raffaele Liucci,L'Italia borghese di Longanesi, Marsilio, Venezia, 2002.
  • Alberto Mazzuca,Penne al vetriolo. I grandi giornalisti raccontano la Prima Repubblica, Minerva, Bologna, 2017.ISBN 978-8873818496

Collegamenti esterni

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