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IMAM Ro.43

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IMAM Ro.43
L'IMAM Ro.43 codici 442 in dotazione all'incrociatoreArmando Diaz
Descrizione
Tipoidroricognitore
Equipaggio1-2
ProgettistaGiovanni Galasso
CostruttoreItalia (bandiera)IMAM
Data primo volo19 novembre 1934
Data entrata in servizio1935
Utilizzatore principaleItalia (bandiera)Regia Aeronautica[1]
Italia (bandiera)Regia Marina
Esemplari217
Sviluppato dalIMAM Ro.37
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza9,715 m
Apertura alareala superiore 11,574 m
ala inferiore 9,800 m
Altezza3,51 m
Superficie alaretotale33,362 
Carico alare71,938 kg/m²
Peso a vuoto640 kg
Peso carico1760 kg
Peso max al decollo2400 kg
Propulsione
MotoreunradialePiaggio P.X R
Potenza700 CV (515 kW)
Prestazioni
Velocità max315 km/h (170 kn) a2000 m
Velocità di crociera245 km/h (132 kn)
Velocità di salitatempo di salita a 2000 m 3 min e 39 sec
Autonomia192 km (104 nmi) con carico di 640 kg alla quota 2300 m
alla velocità di crociera 192 km/h
[non chiaro]
Tangenzapratica 7 200 m (23 622 ft)
Armamento
Mitragliatrici2Breda-SAFAT calibro7,7 mm

Ministero dell'Aeronautica Direzione Generale delle costruzioni e degli approvvigionamentiIdronavale Ro.43
(motore Piaggio P.X.R) S.A. Industrie Aeronautiche Romeo Napoli Istruzioni per il montaggio e la regolazione

C.A.295 datato 24 febbraio 1937

voci di aerei militari presenti su Wikipedia

L'IMAM Ro.43 fu unidroricognitore agalleggiante centralebiplano prodotto dall'azienda italianaIndustrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali (IMAM) neglianni trenta ed utilizzato nel ruolo diricognitore marittimoimbarcato nelle unità maggiori dellaRegia Marina nel periodo interbellico e durante laSeconda guerra mondiale.

Storia del progetto

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Fin daglianni venti la Regia Marina valutò l'opportunità di dotare alcune delle sue unità di velivoli di supporto. Per ovviare alle difficoltà di utilizzo in presenza di mare grosso, vennero installate delle strutture di lancio, vere e propriecatapulte, sulle quali veniva opportunamente fissato il velivolo che veniva portato ad una velocità sufficiente per consentirne il decollo.Dopo l'utilizzo di vari idrovolanti progettati per l'uso civile come iMacchi M.18, o i più specificiPiaggio P.6 eCANT 25, nel1933 la Regia Marina emise una specifica per la fornitura di un nuovo velivolo atto a sostituire i precedenti modelli[2]. Tra le caratteristiche era richiesta una velocità di 240 km/h, con un'autonomia di 600 km o di 5 h e 30 min.

Al bando di concorso parteciparono numerose aziende aeronautiche italiane, laSocietà Rinaldo Piaggio con i suoiP.18 eP.20, laCMASA che proponeva l'MF.10, laCantieri Riuniti dell'Adriatico con ilCANT Z.504, l'Aeronautica Macchi con il suoC.76 e la Meridionali.

La IMAM presentò un progetto affidato all'ingegnereGiovanni Galasso, il quale sviluppò dalpari ruolo terrestreRo.37 bis[3] una variante idro mantenendo molte parti comuni. Il nuovo velivolo si differenziava principalmente per l'adozione di una diversaconfigurazione alarebiplana e di ungalleggiante centrale più gli equilibratori per poter operare dalla superficie del mare.

Ilprototipo, che assunse la designazione Ro.43, venne portato in volo per la prima volta il 19 novembre1934 e, grazie alla sua struttura più leggera di quella dei concorrenti, risultò possedere caratteristiche più rilevanti, raggiungendo prestazioni ben al di sopra delle specifiche richieste; valutato dalla commissione della Regia Marina, venne giudicato vincitore, ottenendo per la Meridionali un contratto di fornitura e divenendo la dotazione standard per tutte le maggiori unità della flotta. La produzione iniziò negli stabilimenti IMAM nel1935, anno in cui iniziò la consegna ai reparti operativi, protraendosi fino al1941 dopo aver realizzato oltre 200 esemplari.

il prototipo del Ro.43 (M.M. 244) con motore Piaggio P.IX e cappottatura bugnata

Tecnica

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(fonte:Ministero dell'Aeronautica Direzione Generale delle costruzioni e degli approvvigionamenti Idronavale Ro.43 (motore Piaggio P.X.R) S.A. Industrie Aeronautiche Romeo Napoli Istruzioni per il montaggio e la regolazione C.A.295 datato24 febbraio 1937 dove non diversamente specificato.

Cellula

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Sviluppato dal ricognitoreRo.37, del quale manteneva la struttura e le caratteristiche salienti, il Ro.43 era un idrovolante da ricognizione imbarcato a cellula biplana ripiegabile catapultabile, monomotore, biposto a doppio comando.

La fusoliera era realizzata in tubi in acciaio alcromo-molibdeno saldati conSaldatura autogena, a sezione rettangolare, con pareti a traliccio. I longheroni inferiori portavano gli attacchi per i galleggianti. I pianetti superiori s'innestavano alla fusoliera nel suo piano di simmetria formando un diedro positivo offrendo al pilota un'ampia visibilità.Quelli inferiori, invece, s'innestavano con un diedro verticale negativo ai correnti inferiori della fusoliera. Ai pianetti s'incernieravano le semiali.Dell'ossatura della fusoliera facevano parte anche i tubi costituenti i longheroni dei pianetti centrali superiori ed inferiori della cellula e i relativi montanti. Le pareti laterali erano costituite da travi a maglie triangolari interamente in tubi.

IMAM Ro43 struttura della fusoliera

Il castello motore in tubi di acciaio al cromo-molibdeno era fissato alla fusoliera mediante sei bulloni in corrispondenza degli appositi nodi realizzati nella struttura. Gli abitacoli dell'equipaggio erano del tipo aperto con il posto del pilota disposto anteriormente.Il posto del pilota era munito di parabrezza e poteva essere protetto da due pannelli laterali trasparenti scorrevoli tra il parabrezza ed un tettuccio posteriore fisso, trasparente. Detti pannelli erano regolabili indipendentemente in altezza, in modo che con ciascuno di essi era possibile creare un riparo oppure con entrambi chiudere completamente il posto del pilota. Quest'ultimo disponeva di un seggiolino regolabile in altezza.

Sulla fiancata della fusoliera, in corrispondenza del posto dell'osservatore erano ricavati dei finestrini con una parte scorrevole munita di deflettore.

il rivestimento della fusoliera era costituito sul dorso sino all'attacco delle semiali superiori, da capottine metalliche in duralluminio; sul fondo, da capottine in chitonal[4]. Le capottine erano sostenute da archetti in tubo di duralluminio e risultavano facilmente smontabili. Le fiancate alla cui forma contribuiva uno scheletro di listelli di abete, erano rivestite in tela.

Le strutture di forma o secondarie che servivano a supporto delle varie installazioni erano realizzate in tubi o lamiera d alluminio.

Gli impennaggi metallici erano montati a sbalzo e irrigiditi da due tiranti in filo profilato d'acciaio ad alta resistenza che collegavano il longherone del piano fisso all'estremità superiore del pennone della deriva. Inferiormente erano presenti due montantini di irrigidimento in tubo ovale di acciaio al cromo-molibdeno.

Gli impennaggi erano compensati aerodinamicamente mentre il piano fisso di coda orizzontale era regolabile[5]

Laconfigurazione alare simile a quella adottata dalRo.41, era a formulazione biplana, suprofili biconvessi asimmetrici, ripiegabile, con scalamento positivo e con l'ala inferiore di minore apertura. Le semiali presentavano una pianta rettangolare con raccordo rastremato all'estremità.La struttura bilongherone, con longheroni in tubo di duralluminio trafilato, collegati da puntoni e da crociere in fili di acciaio ad alta resistenza, era suddivisa in due semiali e due pianetti alari centrali che s'innestavano alla fusoliera e che facevano parte della struttura di questa. Le semiali erano incernierate ai pianetti posteriormente, mediante snodi cardanici che costituivano, sui due lati, gli assi di rotazione per il ripiegamento delle semiali.Lecentine erano in legno a struttura reticolare, con anima in compensato dibetulla.Il rivestimento delle semiali era in tela, opportunamente trattata e verniciata, tranne il bordo d'attacco in compensato.

La capacità diflottaggio e diammaraggio era assicurata da ungalleggiante centrale collegato alla fusoliera da una travatura in tubi di acciaio e crociere e da due galleggianti laterali posti sugli sbalzi dell'ala inferiore. il galleggiante centrale era costruito in legno, rivestito in compensato di betulla adeguatamente impermeabilizzato conarsonite collante liquido e strati di tela. Era suddiviso in cinque compartimenti stagni, ciascuno munito di portello d'ispezione superiormente, ed inferiormente nella parte più bassa di tappo di aleggio. Analoga struttura per i galleggianti laterali.

Motore

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Piaggio P.X R, unradiale a 9cilindri posizionati su un'unica stella eraffreddato ad aria, munito di riduttore e compressore a ventola, conpotenza pari a 700 cavalli vapore (510 kW) a 2350 giri al minuto, ad una quota di 1000 metri. L'elica era di tipo tripala metallica, con passo regolabile a terra e diametro di 3,10 metri. Il motore è racchiuso da una capottatura ad anello tipoMagni in lamiera di alluminio.

Sistemi e impianti

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Il Ro.43 era dotato di un completo impianto ricetrasmittente comprendente un generatoreR.A. 200-I, un ricevitoreA.R.5, un trasmettitoreR.A.200-I e un dipolo per le onde corte disposto tra l'ala inferiore e la fusoliera. Inoltre era installato un complesso fotografico costituito da una macchina fotograficaOMI tipo A.P.R.3 formato 13x18 a lastre e pellicole.Il sistema di avviamento era pneumatico ad aria compressa, fornita da un compressoreGrelli LD che azionava anche il generatore dell'impianto R.T. in caso di ammaraggio forzato.L'impianto combustibile della capacità di 696 litri in tre serbatoi in alluminio. I due principali in fusoliera e nel galleggiante principale, mentre il terzo era sotto i pianetti centrali, alimentando il motore per gravità.

Armamento

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L'armamento consisteva in una coppia dimitragliatrici Breda-SAFAT calibro 7,7 mm, una fissa in caccia, posizionata sulla parte anteriore della fusoliera davanti al pilota e sparante attraverso il disco dell'elica, ed una brandeggiabile in posizione dorsale montata su supporto ad anello di tipoBreda a comando idraulico nell'abitacolo posteriore. Nella prima serie l'arma posteriore era costituita da unaLewis a caricatore, su torrettaRomeo spesso sostituita nei reparti da una Breda-SAFAT, mentre nella seconda serie fu definitivamente adottata l'arma italiana[6].La dotazione normale di munizioni era di 500 colpi per l'arma anteriore e 500 per la posteriore. Prevista l'installazione di una seconda arma anteriore SAFAT calibro 7,7 sincronizzata.

Produzione

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MatricolaQuantitàDitta
Costruttrice
PeriodoNote
2441IMAMnovembre 1934prototipo
27000 - 2702223IMAMaprile - novembre 1936
27023 - 2704422CMASAluglio 1936 - gennaio 1937
27000 - 2702223IMAMaprile - novembre 1936
27045 - 2706723IMAMfebbraio - luglio 1937
27068 - 2709023CMASAaprile - settembre 1937
27091 - 2711121IMAMNovembre 1938 - aprile 1939
27112 - 271143IMAMfebbraio 1939
27115 - 2713218IMAMgiugno - settembre 1939
27133 - 2717240IMAMottobre 1940 - maggio 19412ª Serie
27173 - 2719220IMAMgiugno 1940 - settembre 19412ª Serie

Fonte[7]

Impiego operativo

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Italia

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Un Ro.43 dell'incrociatoreGiuseppe Garibaldi con il nome della nave leggibile sullafusoliera.
Un Ro.43 mentre viene issato con una gru su un'unità della Regia Marina.

Nel periodo interbellico i Ro.43 cominciarono ad essere consegnati alle unità, equipaggiandole normalmente in gruppi di due esemplari[3], come ad esempio negliincrociatori leggeriClasseDuca degli Abruzzi, ed in numero maggiore nellanave appoggio idrovolantiGiuseppe Miraglia. Le condizioni operative indicarono però che le buone prestazioni erano conseguenti ad una certa fragilità strutturale. Le operazioni di imbragatura degli esemplari per issarli di nuovo a bordo alla fine delle missioni esplorative, potevano danneggiarli. Questo ne vanificava la capacità operativa ma per mancanza di modelli alternativi e per una non impellente esigenza tattica non si cercarono nuovi modelli.

Un Ro.43 sulla catapulta dell'incrociatore pesanteZara

Con lo scoppio dellaseconda guerra mondiale, a causa della mancanza di un velivolo specializzato, il Ro.43 ricoprì anche il ruolo dicaccia imbarcato sullaClasse Littorio,Classe Zara (incrociatore),Classe Alberto di Giussano,Classe Trento,Classe Duca d'Aosta eClasse Raimondo Montecuccoli, risultando inferiore agli avversari per la dotazione di sole due mitragliatriciBreda-SAFAT da 7,7 mm. Le già note deficienze strutturali, aggravatesi a causa dell'intenso uso, costrinsero alla progettazione di una versione migliorata ma che restava relegata al ruolo di ricognizione e di osservazione di supporto all'artiglieria navale. Rimanevano anche i problemi legati alle operazioni di reimbarco a fine missione che dovevano essere eseguite tramite l'imbragatura del velivolo, il quale veniva issato sulponte con unagru, tutto a nave ferma e compatibilmente alle condizioni meteorologiche. Questo aumentava la vulnerabilità dell'unità navale, tanto che si preferì che i velivoli rientrassero in unidroscalo costiero per effettuare il reimbarco nelle più sicure acque portuali, a scapito della possibilità di effettuare più missioni aeree.

Questi problemi, determinanti nellabattaglia di Capo Matapan, indussero alla conversione di un caccia terrestre, ilReggiane Re.2000, che con la sua versione "Catapultabile", garantiva una maggiore competitività con i cacciaAlleati. Ma i nuovi Re.2000 furono troppo pochi ed il Ro.43 continuò ad essere utilizzato fino ad esaurimento della sua vita operativa. Al1943 se ne registravano ancora 48 in servizio ed alla firma dell'armistizio di Cassibile dell'8 settembre, erano 19 gli esemplari imbarcati e 20 alle Squadriglie Forze Navali[2].

Spagna

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Alla data dell'armistizio, otto Ro. 43 lasciaronoLa Spezia il 9 settembre 1943 e si portarono in Sardegna, aLa Maddalena. Durante l'attacco tedesco per occupare questo arsenale militare, due Ro.43 furono abbattuti nel tentativo di abbandonarlo, mentre gli altri giunsero alleBaleari e furono internati nelle forze aeree spagnole. Dopo un anno d'internamento, furono acquisiti dalla Spagna con la designazione HR.7, impiegati dallaII Escuadrilla del51 Regimento de hidros sino al 1951[8].

IMAM Ro.43 in servizio nella Marina Spagnola come HR.47

Utilizzatori

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Il Ro.43 codici 813 imbarcato sull'incrociatoreDuca degli Abruzzi
Italia (bandiera) Italia
inquadrato nell'Aviazione ausiliaria per la Marina.
Spagna (bandiera) Spagna

Esemplari attualmente esistenti

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Il Ro.43 esposto al Museo storico dell'Aeronautica Militare

L'unico esemplare di Ro.43 attualmente esistente è conservato alMuseo storico dell'Aeronautica Militare. Si tratta dell'esemplare MM.27050 costruito nel primo semestre del 1937 dalla IMAM. Dopo un lungo impiego su incrociatori della Regia Marina, peraltro partecipando allabattaglia di Punta Stilo del 9 luglio 1940, l'esemplare concluse la sua carriera operativa presso la Scuola Osservatorio Marittimo diOrbetello, di cui porta ancora i codiciORB-23. Recuperato nel1972 sull'aeroporto di Roma-Centocelle, dopo due anni di restauro ad opera del personale della Sezione Manutenzione e Restauro del Museo, coordinato dal Maggiore del Genio Aeronautico r.s. Gennaro Del Franco, è stato riconsegnato al percorso espositivo del Museo il 17 novembre 2011 e da quella data nuovamente visibile al pubblico[9].

Note

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  1. ^I velivoli erano in carico alla Regia Aeronautica anche se operavano in unità della Regia Marina.
  2. ^ab Sebastiano Tringali,Aeroplani; Aviazione navale, suRegia Marina Italiana,http://www.regiamarina.net/detail_text.asp?nid=9&lid=2.URL consultato il 10 febbraio 2010.
  3. ^abGuida agli Aeroplani di tutto il Mondo (Vol.3, pag. 193).
  4. ^gruppo di leghe di superduralluminio contenenti manganese e zinco, oppure zinco, magnesio e rame, di varia denominazione commerciale: alclad, chitonal, ergal 65 ecc. Tali leghe hanno caratteristiche meccaniche e di resistenza agli agenti chimici elevatissime, con carichi di rottura a trazione di circa 500 N/mm2
  5. ^Ali d'Italia 12, pag. 55.
  6. ^Ali d'Italia 12, pag. 51.
  7. ^Bizzarri 1972, p. 17.
  8. ^alieuomini.
  9. ^Rivista_Aeronautica, pp. 42-43.

Bibliografia

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  • Enzo Angelucci, Paolo Matricardi,Guida agli Aeroplani di tutto il Mondo (Vol.3), Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979.
  • Giorgio Apostolo,Guida agli Aeroplani d'Italia dalle origini ad oggi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1981.
  • Achille Boroli, Adolfo Boroli,L'Aviazione (Vol.9), Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983.
  • Daniele Lembo,Le portaerei che non salparono, Roma, IBN Editore, 2016,ISBN 88-7565-169-8.
  • Leo Marriott,Catapult Aircraft, Barnsley, Pen & Sword Aviation, 2006,ISBN 184415419X.
  • Dimensione Cielo - Bombardieri, vol. 4, Roma, Edizioni Bizzarri, 1972.
  • Tullio Marcon,Ali d'Italia 12 - IMAM Ro 43/44, Torino, La Bancarella Aeronautica, 1999.
  • Sulle ali dei Romeo, inRivista Aeronautica, n. 1, Roma, Stato Maggiore Aeronautica, 2012, pp. 42-43.
  • Tullio Marcon,I velivoli catapultabili in guerra (1939-1945), inStoria Militare, n. 9, Edizioni Storia Militare, giugno 1994, pp. 14-27.
  • Portaerei: 30 anni di storia, inRivista Marittima, Roma, Stato Maggiore Marina, febbraio 2019.
  • Decio Zorini,I Catapultabili della Regia Marina, inCentenario dell'Aviazione Navale 1913 - 2013 supplemento a Rivista Marittima, Roma, Stato Maggiore Marina, dicembre 2013, pp. 39-55.

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