| IMAM Ro.37 | |
|---|---|
| Descrizione | |
| Tipo | ricognitore bombardiere leggero |
| Equipaggio | 2 |
| Progettista | Giovanni Galasso |
| Costruttore | |
| Data primo volo | 6 novembre1933 |
| Utilizzatore principale | |
| Esemplari | 294 (Sola versione Ro.37) |
| Dimensioni e pesi | |
| Lunghezza | 8,62m |
| Apertura alare | 11,08 m 9,39 m (ala inf.) |
| Altezza | 3,11 m |
| Superficie alare | 32,0m² |
| Peso a vuoto | 1 525kg |
| Peso carico | 2 395 kg |
| Capacità combustibile | 724L |
| Propulsione | |
| Motore | unV12Fiat A.30 RA bis |
| Potenza | 600CV (441kW) |
| Prestazioni | |
| Velocità max | 297km/h a 4 500 m |
| Autonomia | 1 850km |
| Tangenza | 6 700 m |
| Armamento | |
| Mitragliatrici | 2Breda-SAFATcalibro7,7 mm anteriori[1] 1 Breda-SAFAT calibro 7,7 mm brandeggiabile per l'osservatore[1] |
| Bombe | 2 da 36 kg subalari[1]o 72spezzoni da 2 kg[1] |
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L'IMAM Ro.37Lince era un monomotoreda ricognizionebiplano sviluppato dall'azienda aeronauticaitalianaIMAM nella prima metà deglianni trenta e prodotto, oltre che dalla stessa, anche sulicenza dallaAvio Industrie Stabiensi (AVIS) e dallaCaproni diTaliedo.
Realizzato in due versioni, Ro.37 amotore V12raffreddata a liquido e Ro.37bis aradialeraffreddato ad aria, venne utilizzato principalmente dallaRegia Aeronautica prestando servizio durante laguerra d'Etiopia, laguerra civile spagnola nei reparti dell'Aviazione Legionaria e nella prima fase delseconda guerra mondiale.
I Ro.37 conobbero un discreto successo nell'esportazione, venendo impiegati anche dalleaeronauticheungherese,afghana e da alcune nazioni delcentro esud America.
All'inizio deglianni trenta ilMinistero dell'aeronautica emise una specifica per la fornitura di un nuovo velivolo leggero da ricognizione terrestre; tra le caratteristiche richieste il raggiungimento di una velocità massima di 350 km/h, un'autonomia di 5 ore, la capacità di operare da campi d'aviazione improvvisati e la dotazione bellica di tre mitragliatrici e una spezzoniera.
LaIMAM propose ilRo.30, un velivolo sostanzialmente derivato dalRo.1, anch'esso derivato strettamente da un progetto dell'olandeseFokker, ma dopo le valutazioni la commissione esaminatrice non ne risultò impressionata. Benché venne richiesta una piccola serie si decise di progettare un velivolo completamente nuovo, Il Ro.37.
Il progetto venne affidato aGiovanni Galasso che realizzò un velivolo di concezione tradizionale dalla configurazione alaresesquiplana, con rivestimento inalluminio e tela. Concepito per la ricognizione e l'appoggio ravvicinato, prevedeva una coppia di mitragliatrici anteriori più una terza brandeggiabile nell'abitacolo dell'osservatore, che godeva di un'ampia visuale anche grazie alle vetrature infusoliera. Il Ro.37 disponeva di attacchi subalari e in fusoliera per un carico di bombe di circa 150 kg.
Molto curata era la parte aerodinamica, che vedeva ilmotore a V, unFiat A.30 RA bis 12cilindri (lo stesso deicacciaFiat C.R.32), accuratamente profilato. Il motore azionava un'elica bipala in legno.
Complessivamente il Ro.37 possedeva una notevole autonomia e una discreta velocità orizzontale e di salita, che permettevano evoluzioni acrobatiche.
Ilprototipo, immatricolato conmarche militari MM. 220, venne realizzato negli stabilimenti IMAM di Capodichino e portato in volo dall'Aeroporto di Napoli-Capodichino il 6 novembre1933, ai comandi delpilota collaudatoreNicolò Lana.[1]
Il Ro.37 era un velivolo dall'aspetto convenzionale per l'epoca; monomotore, biplano con carrello fisso.
Lafusoliera era realizzata in tecnica mista, con la struttura in tubi d'acciaio al cromo-molibdeno ricoperta da pannelli induralluminio fino alla postazione posteriore e, proseguendo, in tela; era caratterizzata da dueabitacoli aperti in tandem, l'anteriore per ilpilota ed il posteriore per l'osservatore e mitragliere, dotati di doppi comandi con barra posteriore amovibile protetti daparabrezza frangivento e, nella postazione posteriore, di una serie di finestrature laterali apribili a scorrimento. Posteriormente terminava in unimpennaggio classico realizzato in tecnica mista a singoladeriva epiani orizzontali controventati con montanti in tubo d'acciaio.[1]
Laconfigurazione alare erabiplano-sesquiplana entrambe a pianta rettangolare con raccordi rastremati alleestremità, con l'ala superiore, l'unica dotata dialettoni, posta alta a parasole e dall'apertura di 11,08m contro i soli 9,39 m dell'inferiore, montata bassa sulla fusoliera. Erano realizzate in tecnica mista, trilongherone in duralluminio abbinati acentine in legno, rivestite in tela o in fogli dicompensato. Le ali erano collegati tra loro tramite due robustimontanti integrati datiranti incavetto d'acciaio mentre il piano centrale superiore era collegato alla fusoliera con due terne di montanti e due crociere.[1]
Ilcarrello d'atterraggio era un semplice triciclo convenzionale, fisso, con elementi anteriori a ruote indipendenti, ammortizzato, dotato di freni pneumatici azionabili separatamente dalla pedaliera ed integrato da un ruotino d'appoggio orientabile e non carenato situato in coda.[1]
La propulsione era affidata, nella versione Ro.37, ad unmotoreFiat A.30 RA bis posizionato sul muso, un12 cilindri a V aciclo Ottoraffreddato a liquido alimentato abenzina avio a bassonumero di ottano, dotato diradiatore posto sulla parte inferiore, capace di erogare unapotenza di 600CV (441kW) ed abbinato, tramite unariduzione, ad un'elica bipala in legnoa passo variabile in volo. I serbatoi di combustibile erano quattro, posizionati due nella struttura della fusoliera e due nel pianetto posto tra le due semiali superiori, per una capacità complessiva di 724litri.[1]
La dotazione prevedeva un'apparecchiaturaradio ricetrasmittente e unafotocamera aerofotoplanimetrica OMI[1] tipo A.G.R.61 formato 13x18.
L'armamento consisteva in una coppia dimitragliatriciBreda-SAFATcalibro7,7 mm posizionate in caccia sul muso e dotate dicaricatori da 500 colpi per arma ed integrate da un'altra Breda-SAFAT da 7,7 mm brandeggiabile in postazione dorsale azionabile dall'osservatore. Inoltre era equipaggiato con un carico bellico consistente in una coppia dibombe da 36 kg o, in alternativa, 72spezzoni da 2 kg caricati nella spezzoniera ventrale.[1]
Vennero utilizzati in 40 esemplari dalla103ª Squadriglia,105ª Squadriglia,108ª Squadriglia,109ª Squadriglia e110ª Squadriglia.
Come molti altri aerei italiani del periodo venne testato durante laGuerra civile spagnola, principalmente nel ruolo di ricognitore e per missioni di appoggio ravvicinato, come ad esempio nella 128ª e120ª Squadriglia.
All'entrata in guerra dell'Italia i Ro.37 e Ro.37bis costituivano la spina dorsale dei reparti di osservazione, oltre ai 283[2] velivoli in Italia, diversi velivoli erano assegnati ai reparti nelle colonie. Africa settentrionale e Balcani i teatri che videro l'impiego del biplano. In quest'ultimo scacchiere, i Ro.37, inviati in volo senza scorta, erano facile preda deiGloster Gladiator e - ancor più - degliHawker Hurricane britannici di supporto all'aeronautica militare ellenica. Come avvenne il 2 dicembre 1940. Quel giorno, alle 11, nell'area di Argyrokastron, l'asso sudafricano della RAFMarmaduke Pattle abbatté il Ro.37bis della42ª Squadriglia, 72º Gruppo O.A., uccidendo il Sergente Luigi Del Mancino (medaglia d'argento al valor militare) e il suo osservatore, Tenente Michele Milano (medaglia d'oro al valor militare). Alle 14.30 dello stesso giorno, Pattle avvistava altri due Ro.37bis, sempre del 72º Gruppo O.A., nei pressi di Permet. Pattle e il Pilot Officer Samuel George Cooper, senza farsi scorgere, si posizionavano in coda ai due Ro. e simultaneamente facevano fuoco, abbattendo i due ricognitori e uccidendo i membri degli equipaggi: i Capitani Gardella e Fuchs ed i Sergenti Leoni e Vescia.[3]
Nei 6 mesi di operazioni del fronte greco albanese, gli Ro.37 hanno svolto 1.683 ore di volo delle quali 633 per ricognizione e 900 per appoggio tattico lanciando 99.000 kg di bombe.Rimosso progressivamente dal servizio di prima linea, tutti i Ro.37 e Ro.37bis erano già stati radiati prima dell'armistizio.
Nelle diverse versioni per l'esportazione i Ro.37 e Ro.37bis furono equipaggiati con motori diversi:
| Motore | Tipo | Potenza | Velocità | Autonomia |
|---|---|---|---|---|
| Fiat A.30 R.A. | 12cilindria V | 550CV a 3.000m | 297km/h | 1.750km |
| Piaggio P.X R | radiale | 700CV a 1.000m | 310km/h | 1.600km |
| Piaggio P.XI Re.30 | radiale | 950CV a 3.000m | ||
| Gnome-Rhône 14K | radiale | 870CV a 3.200m |
| IMAM Ro.37bis | |
|---|---|
| Descrizione | |
| Tipo | Ricognitore Bombardiere leggero |
| Equipaggio | 2 |
| Progettista | Giovanni Galasso |
| Costruttore | |
| Data primo volo | 6 novembre1933 |
| Utilizzatore principale | |
| Esemplari | 325 (Sola versione Ro.37bis) |
| Dimensioni e pesi | |
| Lunghezza | 8,57m |
| Apertura alare | 11,08 m 9,39 m (ala inf.) |
| Altezza | 3,11 m |
| Superficie alare | 32,0m² |
| Peso a vuoto | 1 465kg |
| Peso carico | 2 300 kg |
| Capacità combustibile | 724L |
| Propulsione | |
| Motore | unradialePiaggio P.IX RC.40 |
| Potenza | 560CV (???kW) |
| Prestazioni | |
| Velocità max | 330km/h a 4 500 m |
| Velocità di stallo | 105 km/h |
| Velocità di salita | a 4 000 m in 11min |
| Autonomia | 1 500km |
| Tangenza | 7 500 m |
| Armamento | |
| Mitragliatrici | 2Breda-SAFATcalibro 7,7 mm anteriori 1 Breda-SAFAT calibro 7,7 mm brandeggiabile per l'osservatore |
| Bombe | 2 da 36 kg subalario 72spezzoni da 2 kg |
i dati sono estratti daDimensione Cielo 4: Bombardieri[1] | |
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Ro.37bis: Evoluzione del Ro.37 conradialePiaggio P.IX RC.40, che consentì un complessivo miglioramento delle prestazioni. L'aereo adottava un'elica tripala.
L'IMAM Ro.45 era un'ulteriore evoluzione del Ro.37. Il prototipo, che volò per la prima volta nel dicembre1935, manteneva la stessa configurazione del Ro.37, e si differenziava principalmente per il più potente motoreIsotta Fraschini Asso XI RC.40 da 835CV. Il fatto che il miglioramento delle prestazioni non fosse particolarmente significativo, ne fece arrestare ben presto lo sviluppo.

Nel 2006 sono stati ritrovate inAfghanistan le carcasse di alcuni esemplari appartenuti all'Afghan Air Force dalle quali, con un'operazione di restauro effettuata congiuntamente dalle societàCelin Avio,Finmeccanica,Piaggio Aero Industries eVolandia, è stato ricostruito l'esemplare MM11341[4] esposto a Volandia per alcuni mesi fino all'ottobre 2012. Attualmente il velivolo si trova nell'hangar Velo delMuseo storico dell'Aeronautica Militare.[5]
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