| Hasse Jeppson | ||||||||||||||||||||||
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| Nazionalità | ||||||||||||||||||||||
| Calcio | ||||||||||||||||||||||
| Ruolo | Attaccante | |||||||||||||||||||||
| Termine carriera | 1957 | |||||||||||||||||||||
| Carriera | ||||||||||||||||||||||
| Squadre di club1 | ||||||||||||||||||||||
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| Nazionale | ||||||||||||||||||||||
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| 1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||||||||
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Hans Olof Jeppson, dettoHasse[2] (Kungsbacka,10 maggio1925 –Roma,21 febbraio2013), è stato uncalciatoresvedese, naturalizzato italiano, di ruoloattaccante.
Inizia la sua carriera nelKungsbacka IF, per poi passare all'Örgryte IS. Con il trasferimento alDjurgårdens IF, nel1948, arriva la consacrazione: Jeppson vince la classifica cannonieri del massimo campionato svedese (1950-1951, 17 reti) e gli si aprono le porte della Nazionale dove sostituisceGunnar Nordahl[2], facendolo diventare noto con il soprannomeHasse Guldfot (Hasse piede d'oro)[3].
Le sue prestazioni aiMondiali del 1950, dove ne era il capitano[4], attirano le attenzioni delCharlton Athletic: arrivato in Inghilterra solo per studiare per conto della ditta per cui lavorava[5] e vedere le partite[5], il managerJimmy Seed lo convince[5] a legarsi alla squadra il 6 gennaio1951, diventando il secondo calciatore svedese a giocare nel campionato inglese, dopoDan Ekner al Portsmouth nel 1949-1950[4]. Qui giocò da dilettante per non perderne lo status come tennista (era campione nazionale studentesco[5]): con i suoi gol[2][6] contribuì a migliorare la posizione in classifica della squadra, dalla zona retrocessione a una momentanea salvezza[4], riuscendo a segnare una tripletta all'Highbury contro l'Arsenal (la prima volta in circa vent'anni che la squadra subiva 5 gol in casa e la prima tripletta subita in assoluto in un derby di Londra[5]) e gol contro il Liverpool e il Chelsea[4]. Nella primavera del 1951 torna brevemente al Djurgårdens IF[5].

Dopo la parentesi nel campionato inglese approda al calcio italiano con l'Atalanta nel 1951-1952[2]; in crisi di risultati viene ingaggiato il 26 ottobre 1951[2] dopo che l'allenatoreCeresoli aveva richiesto rinforzi in attacco[2], ricevendo per quei tempi la notevole somma come premio d'ingaggio di 18.000 sterline[4]. Debutta così il 28 ottobre 1951, in Atalanta-Como 1-0[2] (gara in cui realizza il suo primo gol in Italia[7]), aiutando la squadra a lasciare la terzultima posizione in classifica: a fine stagione i bergamaschi arriveranno al dodicesimo posto in classifica e lui al quarto posto nella classifica dei cannonieri, segnando tra l'altro contro il Napoli il 27 gennaio1952 in Atalanta-Napoli 2-4 e l'11 maggio1952 inMilan-Atalanta 4-4[7].
L'esordio corredato con 22 reti, seppur segnato da un'iniziale carenza di forma[8], gli consente di passare alNapoli che, nel tentativo di allestire una squadra da scudetto - acquista ancheVitali e l'anno successivoBugatti - e di cementare il consenso elettorale perAchille Lauro (proprietario della squadra ed all'epoca anche sindaco della città[9]), lo ingaggia per l'allora ingente cifra di centocinque milioni di lire[10], allora la più alta nella storia del calcio[11]: a causa di questa somma pagata dalNapoli nel1952, i tifosi napoletani lo ribattezzarono 'o Banco 'e Napule (ilBanco di Napoli), quasi a sottolineare che da solo valeva quanto l'intero capitale dell'istituto di credito cittadino. A tal proposito è nota l'esclamazione «Gesù, è caduto il Banco di Napoli» di un tifoso partenopeo allorché, all'esordio in maglia azzurra, Jeppson ruzzola a terra per il brutale intervento di un avversario[12].

A Napoli, dove diventa subito uno degli idoli dei tifosi[2], Jeppson resta fino al1956 realizzando 52 reti che lo piazzano al 2011 tra i migliori quindici cannonieri della squadra in Serie A[13] e duettando con attaccanti del calibro diAmedeo Amadei eLuís Vinício; qui emerse la sua capacità nel siglare gol ritenuti difficili e, allo stesso tempo, fallire le occasioni considerate più semplici davanti al portiere, caratteristica nota già all'epoca in cui giocava in Svezia, come ricordava il suo connazionaleLennart Skoglund ai giornalisti italiani definendolo fenomenale nel segnare come nello sbagliare gol[8].
Questa sua alternanza di rendimento, accostata al suo valore in lire, portò alla creazione dell'esortazione tipicamente partenopea «Mannaggia Jeppson!» o anche «Uanema 'e Jeppson!» (neglianni settanta i tifosi partenopei ritrovarono la stessa caratteristica inGiorgio Braglia); la squadra infatti, malgrado le premesse riuscì ad essere competitiva solo il primo anno, quando nella stagione 1952-1953 arrivò quarta[14] mentre negli anni successivi la posizione in classifica peggiorò, quinta nel 1953-1954[15] (Jeppson realizzerà 4 goal contro la sua ex squadra in un Napoli-Atalanta 6-3[16][17]), sesta nel 1954-1955[18] e quattordicesima all'ultima stagione, quella del 1955-1956[19]. A peggiorare la situazione contribuì un difficile rapporto con il presidente Lauro e la sua voglia di trasferirsi in squadre come Juventus ed Inter[2].
La carriera di Jeppson si conclude nel1957 dopo uncampionato con la maglia delTorino, nel quale conquista l'affetto dei tifosi granata con una doppietta nelDerby della Mole del 17 marzo1957 vinto 4-1. La maglia granata, con cui alla fine della stagione arrivò settimo in campionato[20], fu l'ultima della sua carriera, avendo già deciso da tempo di ritirarsi alla fine di quella stagione per non mostrare un decadimento della sua tenuta atletica[2]; si tolse comunque la soddisfazione di segnare, il 19 maggio1957, un gol alMilan che poche settimane dopo, a termine campionato, avrebbe vinto lo scudetto[21].

Fece inoltre parte, per un breve periodo, dellaNazionale svedese con cui assommò 12 apparizioni e 9 gol. Convocato per iMondiali 1950, mise a referto una doppietta nel 3-2 contro l'Italia.[22]
Il tennis fu la sua seconda passione, che lo portò a diventare una promessa del tennis svedese ed a conoscere la famiglia diBjörn Borg[4]. Ha avuto anche un chiacchieratissimo flirt con la tennista italianaSilvana Lazzarino[24]; frequentò poi importanti circoli del tennis e vi conobbe la futura moglie; addirittura, nel 1953, il presidente delTennis Club NapoliTommaso Leonetti, dopo essersi assicurato la partecipazione diBudge Patty (che avrebbe vinto il torneo sconfiggendo Skoneky in semifinale eTut Bartzen in finale) al torneo organizzato dal circolo, chiese ad Achille Lauro la possibilità d'iscrivere Jeppson; la richiesta fu esaudita dopo l'assicurazione che tale partecipazione passasse inosservata e che il giocatore cambiasse nome e sotto lo pseudonimo di Verde, ideato dal giudice arbitro Michele Avitabile, il 9 aprile1953 gareggiò controHorst Hermann, secondo miglior giocatore di Germania e giocatore di Coppa Davis, sotto gli occhi dell'allora giornalista del MattinoGino Palumbo, in seguito direttore dellaGazzetta dello Sport. Malgrado i pronostici contrari Jeppson batté Hermann, 6-3 6-4, perdendo solo per mano diRolando Del Bello al secondo turno 6-1 6-3, nell'incontro disputato nella stessa giornata.
Lasciata l'attività sportiva resta nella penisola dedicandosi ad attività manageriali e alla passione per iltennis[8]; tuttavia è rimasto legato all'Italia (dove ha lavorato tra l'altro come responsabile al commercio per il consolato svedese e sposato una cittadina italiana[2]) ed alla squadra partenopea: il 27 aprile2008, in occasione della sua prima visita alloStadio San Paolo, inaugurato pochi anni dopo la sua cessione, gli fu regalata la maglia ufficiale della squadra campana con il suo nome ed il numero 9 da lui portato quand'era in attività[25].
È deceduto nel2013 aRoma all'età di 87 anni, per complicazioni renali e cardiache a seguito di unintervento chirurgico per una frattura alfemore[26][27]. Ha ricevuto sepoltura nel giardino della sua casa aKungsbacka.
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