| Hasan al-Turabi | |
|---|---|
| Ministro degli affari esteri delSudan | |
| Durata mandato | 1989 |
| Capo del governo | Sadiq al-Mahdi |
| Predecessore | Hussein Suleiman Abu Saleh |
| Successore | Sid Ahmad al-Hussein |
| Speaker dell'Assemblea nazionale del Sudan | |
| Durata mandato | 1996 – 1999 |
| Predecessore | Muhammad Al-Amin Khalifa |
| Successore | Ahmed Ibrahim Al-Tahir |
| Procuratore generale delSudan | |
| Durata mandato | 1978 – 1982 |
| Segretario generale delFronte Islamico Nazionale | |
| Durata mandato | ottobre1964 – 1999 |
| Segretario generale delPartito del Congresso Popolare | |
| Durata mandato | 1999 – 2016 |
| Predecessore | carica istituita |
| Successore | Ibrahim El-Sanousi |
| Dati generali | |
| Partito politico | Unione Socialista Sudanese (1977-1985) Partito del Congresso Nazionale (1996-1999) Partito del Congresso Popolare (1999-2016) |
| Titolo di studio | Laurea inGiurisprudenza Dottorato di ricerca |
| Università | Università di Khartum King's College London Università di Parigi |
Hasan al-Turabi (in araboحسن عبد الله الترابي?,Ḥasan ʿAbd Allāh al-Turābī;Cassala,1º febbraio1932 –al-Khartum,5 marzo2016) è stato unpoliticosudanese.Ha svolto un ruolo determinante nel processo di reintroduzione dellashari'aislamica oggi vigente nel suo Paese dopo ilcolpo di Statomilitare che portò nel1989 alla caduta del terzoregime parlamentare (1986-89) e alla deposizione delgoverno diṢādiq al-Mahdī.
Ispirato dal pensiero dell'organizzazione deiFratelli Musulmani, Ḥasan al-Turābī contribuì ideologicamente all'affermazione nel 1986 delFronte Islamico Nazionale (fondato nel suo paese nel 1940), anche se in precedenza non aveva mancato di appoggiare il regime militare filo-nasseriano del gen.Jaʿfar al-Nimeyrī, al potere tra il 1969 e il 1985.
Nel 1989 il FIN fu allontanato tuttavia dal potere dalla giunta militare guidata dal gen.ʿOmar Hasan al-Bashīr che, pure, s'era per vari versi ispirata a Turābī.
Malgrado non avesse ricoperto più da allora posizioni ufficiali, Ḥasan ʿAbd Allāh al-Turābī costituì fino alla sua morte la voce più rilevante delfondamentalismo islamico moderato in Sudan.
Nel 1996 al-Turābī si candidò alla prima elezione generale del nuovo regime. Conquistato il seggio, fu scelto come presidente del Parlamento, la seconda carica dello Stato dopo il presidenteʿOmar Ḥasan Aḥmad al-Bashīr. Il primo caso per al-Turābī di tenere una posizione politica con continuità durò fino al marzo 2004, quando al-Bashīr lo rinchiuse in prigione dove rimase fino al giugno 2005.
Hasan al-Turabi è stato il responsabile per l'Africa delCongresso Mondiale Islamico.
L'8 aprile2006 tiene un discorso adal-Kharṭūm durante il quale afferma, tra l'altro, che il Corano chiede alle donne di coprirsi solo ilseno e non lafaccia ed è immediatamente accusato diapostasia.[1][2].
In base ad alcune voci incontrollate risalenti al2004, al-Turābī avrebbe aderito al movimentoJustice and Equality Movement (JEM), un gruppo armato antagonista di stampoislamista coinvolto nelconflitto del Darfur. Turābī stesso ha però smentito queste voci che, in effetti, sono frequentemente esposte per motivi di polemica ideologica.
L'appendice delRapportostatunitense dellaCommissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001 definisce Turabi "leader ideologico radicale sudanese di antica data e guida e portavoce dell'Assemblea Nazionale sudanese neglianni novanta". Turābī è stato leader delFronte Islamico Nazionale, una potente fazione politica del Sudan. Il Fronte si è impegnato per imporre lasharīʿa nel Paese, malgrado gli islamisti radicali costituiscano un'esigua minoranza della popolazione.
Turabi è nato nella provincia diKassala, nel Sudan orientale, presso la frontiera con l'Eritrea, intorno al1932. Suo padre era un giudice ed esperto disharīʿa.Sadiq al-Mahdi, giàprimo ministro del Sudan, è suo cognato.[3]
Da giovane Turabi ricevette un'educazione islamica e conseguì diplomi di studi superiori in università del Sudan e straniere:
Dopo essersi laureato, tornò in Sudan e divenne membro dell'Islamic Charter Front, una diramazione minore della branca sudanese deiFratelli Musulmani. Nell'arco di 5 anni, l'Islamic Charter Front divenne un vasto gruppo politico che identificò al-Turābī come suo Segretario generale nel 1964. Attraverso l'Islamic Charter Front, al-Turābī lavorò con due fazioni del Movimento Islamico Sudanese,Anṣār eKhaṭmiyya, per abbozzare unacostituzione islamica. I membri diAnṣār (lett. "Ausiliari") si definiscono come i seguaci delMahdiMuhammad Ahmad, che agì nel Sudan nel corso delXIX secolo.
Al-Turābī rimase con l'Islamic Charter Front fino al 1969, quandoJaʿfar al-Nimeyrī assunse il potere con un colpo di Stato. I membri dell'Islamic Charter Front furono arrestati, e Turābī passò sei anni di detenzione e tre in esilio inLibia.
Il colpo di Stato e le due fazioni del Movimento Islamico in Sudan tentarono di raggiungere un compromesso nel 1977. Parte di quel compromesso era la liberazione di al-Turābī e il suo ritorno dall'esilio. Grazie a questo accordo, al-Turābī può diventare il leader dell'Unione Socialista Sudanese ed è promosso a ministro della giustizia nel1979.
La sua stretta relazione con i governi sudanesi ha reso al-Turābī una figura non popolare per l'opinione pubblica prevalente in Sudan e causò la famosa alleanza a lui contraria nelle elezioni del1986, quando tutti i partiti politici decisero di ritirare i loro eletti e di conservarne solo uno contro al-Turābī, così che egli non prese parte all'unico governo democratico nelSudan degli ultimi quattro decenni. Questo comportò l'attenta pianificazione di al-Turābī per prendere il potere con la forza nel giugno del1989, grazie alla formazione dellaNational Salvation Revolution.
Nel 1983 il regime diNimeyrī impose un'applicazione dura dellaSharīʿa. L'opposizione popolare contro azioni politiche come lo scioglimento del parlamento sudanese e l'introduzione di pene come le amputazioni o l'impiccagione provocò uncolpo di Stato contro Nimeyrī nel 1985.
Turabi protesseOsama bin Laden quando il leader dial-Qa'ida decise di usare il Sudan come base per le sue operazioni intorno al1990-1996, su invito di Turabi. Bin Lāden stesso si spostò dall'Arabia Saudita in Sudan nel1991, in parte a causa del confronto aspro tra Bin Lāden e il governo saudita sul rifiuto da parte del governo di organizzare unjihād per espellereSaddam Hussein dalKuwait e sul consenso accordato agliStati Uniti di far stazionare proprie truppe in Arabia Saudita nel quadro dell'impegno di quel Paese arabo durante laguerra del Golfo per cacciare l'Iraq dalKuwait occupato. Turabi garantì a Bin Laden un luogo sicuro e amichevole per coordinare le attività per il jihād. In compenso, Bin Laden accettò di aiutare il Sudan nella costruzione di strade e nel combattere i separatistianimisti ecristiani nelSudan Meridionale. Mentre era in Sudan, Bin Laden si sposò una delle nipoti di Turabi.[4]Turabi fondò l'annualeConferenza Popolare Araba e Islamica intorno al1991. Qui si incontrarono molti gruppi islamici da tutto il mondo, tra cui rappresentanti dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina,Hamas, laJihad islamica egiziana, laJihad Islamica Algerina eHezbollah.
(9/11 Commission Report, Chapter 2)
Nel1996 Al-Turabi decise di candidarsi alle prime elezioni generali del nuovo regime. Dopo aver vinto il confronto elettorale e conquistato il suo seggio, al-Turabi fu scelto come vicepresidente del Parlamento, guidato daOmar Hasan Ahmad al-Bashir. Al-Turabi riuscì a conservare la posizione politica con una certa efficacia fino al marzo del2004, quando fu incarcerato da al-Bashir. Al-Turabi fu poi liberato nel giugno del2005.
Nelle conversazioni private conOsama bin Laden, al-Turabi ha auspicato un accordo di pace trasunniti esciiti, come anche d'integrare l'arte, la musica e il canto nella religione: cose tutte che offendono profondamente Bin Laden. Al-Turabi ha anche spiegato la sua visione della leggesciaraitica che dovrebbe essere applicata con gradualità anziché con la forza, e applicata solo aimusulmani che vogliano partecipare congiuntamente ai cristiani nel quadro di un sistema federale.
Inoltre, durante un'intervista nel 2005, al-Turabi denunciò quelle donne musulmane che indossano il foulard, giustificando la sua condanna col fatto che l'Islam non prevede il velo.
Non va dimenticato che al-Turabi si era guadagnato una certa reputazione all'inizio della sua carriera come difensore dei diritti delle donne.[5]
Come ha dichiarato una volta ridendo: "Io voglio che la donna lavori e che diventi parte della vita pubblica" perché "la casa non esige più molto lavoro, con tutto ciò che ne consegue."[6]
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