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Harar

Coordinate:9°18′40″N 42°07′40″E9°18′40″N,42°07′40″E (Harar)
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Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima regione dell'Etiopia, vediRegione di Harar.
Disambiguazione – Se stai cercando la divisione amministrativa storica dell'Africa Orientale Italiana, vediGovernatorato di Harar.
Harar
woreda
Harar – Bandiera
Harar – Veduta
Harar – Veduta
Localizzazione
StatoEtiopia (bandiera) Etiopia
RegioneHarar
ZonaHararge orientale
Territorio
Coordinate9°18′40″N 42°07′40″E9°18′40″N,42°07′40″E (Harar)
Altitudine1 885 m s.l.m.
Abitanti99 368[2] (2007)
Altre informazioni
Cod. postale3200
Prefisso025 666 e 025 667
Fuso orarioUTC+3
Cartografia
Mappa di localizzazione: Etiopia
Harar
Harar
Sito istituzionale
Modifica dati su Wikidata ·Manuale
 Bene protetto dall'UNESCO
Harar Jugol
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(ii), (iii), (iv), (v)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2006
Scheda UNESCO(EN)Harar Jugol, the Fortified Historic Town
(FR)Scheda
Manuale

Harar Jugol (chiamata a volte soloHarar,Harrar,Hārer oHarer) è una città che si trova nella parte orientale dell'Etiopia, nell'odierna regione dell'Harari. Essa è situata sulla cima di un monte ad un'altezza di 1 885 metri sul livello del mare, nella parte orientale dell'altopiano etiopico, a circa 500 chilometri dalla capitaleAddis Abeba. Secondo ilcensimento del2007 la popolazione era composta da 99 368 abitanti[1].

Essa è considerata la quarta città santa dell'Islam, con 82moschee, tre delle quali risalgono alX secolo, e 102 luoghi sacri. La città è anche famosa per la produzione di un pregiatocaffè che porta il suo nome. Nel2004 Harar Jugol è stata inserita nell'elenco deiPatrimoni dell'umanità dell'UNESCO[3].

Popolazione

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La popolazione di Harar è composta da numerosi gruppietnici, siamusulmani checristiani, tra cuiamhara,oromo,somali,guraghé etigrini, anche se all'interno delle mura della città è predominante l'etnia autoctona degliharari.

Storia

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ChiamataGey (cioè "la città") dai suoi abitanti, Harar venne fondata fra ilVII e l'XI secolo (a seconda delle fonti) ed emerse come centro principale dellareligione e cultura islamica nel Corno d'Africa. Rimase indipendente dal resto dell'Etiopia per secoli, e nel1520 divenne la capitale di un regno musulmano indipendente guidato daAbu Bakr. NelXVI secoloAḥmad Grāñ b. Ibrāhīm lanciò da Harar una guerra di conquista che estese di molto il suo territorio e arrivò a minacciare persino l'esistenza del regno cristiano d'Etiopia. Il suo successore,Emir Nur ibn Mujahid, circondò la città di unmuro alto 4 metri e dotato di 5 porte d'accesso. Questo muro, chiamatoJugol, è giunto pressoché intatto fino a noi ed è uno dei simboli della città e dei suoi abitanti.

IlXVI secolo fu il periodo d'oro di Harar: lacultura fiorì e numerosipoeti vivevano e scrivevano qui. I regnanti di Hararconiarono le proprie monete, probabilmente a partire dall'anno islamico 615, che corrisponde al1218/19 delcalendario gregoriano. Sicuramente esse furono coniate in modo massiccio a partire dal1789 e per tutto ilXIX secolo.[4] Per numerosi secoli Harar fu un importante centrocommerciale, collegata per mezzo di importanti vie di comunicazione con il resto dell'Etiopia, con ilCorno d'Africa e con laPenisola arabica.

La città riuscì a rimanere indipendente fino al1875, quando venne conquistata dall'Egitto. In questo periodo,Arthur Rimbaud visse ad Harar Jugol (la sua casa è stata oggi trasformata in un museo). Nel1885 la città riuscì a riguadagnare la propria indipendenza, ma essa durò poco poiché il 6 gennaio1887, in seguito allabattaglia di Chelengo,Menelik II incorporò Harar nel nascente Impero etiopico basato nelloScioa.

Harar perse parte della sua importanza commerciale con la costruzione dellaferrovia che collegavaGibuti adAddis Abeba: inizialmente essa doveva passare per la città, ma venne deviata a nord delle montagne su cui sorge Harar per risparmiare denaro. Il risultato fu che nel1902 venne fondata la città diDire Daua, intesa comeNuova Harar.

Durante laguerra d'Etiopia (1935-1936) Harar fu occupata senza combattere il 6 maggio 1936 dalle truppe italiane del generaleRodolfo Graziani al termine degli scontri dellabattaglia dell'Ogaden; in seguito divenne capoluogo amministrativo delGovernatorato di Harar, suddivisione della colonia dell'Africa Orientale Italiana. Harar fu occupata dalle truppe britanniche il 29 marzo 1941 durante gli eventi dellacampagna dell'Africa Orientale Italiana, venendo quindi restituita al controllo del ricostituito stato etiope.

Nel1995 Harar Jugol divenne una regione etiopica a tutti gli effetti. Attualmente è in costruzione unacondotta per trasportare l'acqua in città da Dire Dawa.

Monumenti

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Il centro storico di Harar Jugol ospita numerosissime moschee e luoghi sacri all'Islam. I più importanti sono lacattedrale di Medhane Alem (convertita negli anni sessanta da una moschea di rito egiziano) e la moscheacinquecentesca di Jami. Tra gli edifici più visitati, la casa-museo originariamente di un mercante indiano, nota come "casa di Rimbaud" e la casa del Ras Makonnen, dove visse da bambinoHaile Selassie I.

Neglianni sessanta nacque uno spettacolo a beneficio deituristi, in cui durante la notte viene dato cibo alleiene. L'origine di questo spettacolo va ricercato in un'antica tradizione locale di sfamare i predatori affinché non attaccassero il bestiame, che si teneva una volta l'anno.

Nei dintorni si trovan il monteKondudo,amba sulla cui cima si trovano gli unici cavalli rinselvatichiti dell'Africa, oltre a quelli del deserto delNamib. Una spedizione Italiana nel 2008 ne ha fatto conoscere l'esistenza e dato il via a un difficile tentativo di conservazione[5].

Sulla via perGursum, paese di accesso al Kondudo, si trova il monumento geologico diBabile, detto "valle delle meraviglie", per le curiose formazioni geologiche. La riserva omonima, il "Babile Elephant Sanctuary" è stata in gran parte rovinata da un intervento che ha consentito la destinazione a coltivazione per la produzione di biodiesel del 30% circa della riserva, sulla via d'accesso, cacciando elefanti e leoni[senza fonte]. La riserva è abitata da elefanti - di razza rara e distinta dai ceppi più comuni diLoxodonta africana - eleoni abissini, e sono in corso progetti del Ministero dell'Agricoltura per rendere la zona più facilmente accessibile al turismo[6].

  • Mura di Harar
    Mura di Harar
  • La casa di Rimbaud
    La casa di Rimbaud
  • La grande moschea
    La grande moschea
  • Minareto
    Minareto
  • Il pasto delle iene
    Il pasto delle iene

Note

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  1. ^abPopulation and Housing Census 2007 – Harari Statistical (PDF), sustatsethiopia.gov.et.URL consultato il 19 Novembre 2021.
  2. ^[1]
  3. ^Five new heritage sites in Africa, sunews.bbc.co.uk, BBC News.URL consultato il 30 gennaio 2010.
  4. ^Richard R.K. Pankhurst,An Introduction to the Economic History of Ethiopia (London: Lalibela House, 1961), p. 267.
  5. ^I Cavalli Selvaggi del Kondudo (PDF), suilcornodafrica.it, www.ilcornodafrica.it, 14/01/2008.URL consultato il 30 gennaio 2010.
  6. ^Babille Elephant Sanctuary, subirdlife.org, BirdLife International.URL consultato il 30 gennaio 2010.

Bibliografia

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  • La fondazione di Harar[collegamento interrotto], suharraris.com.
  • Panda sanctuary, tequila area join UN World Heritage sites, suun.org.
  • Richard R.K. Pankhurst,An Introduction to the Economic History of Ethiopia (London: Lalibela House, 1961), p. 267.
  • Fritz Stuber,Harar in Äthiopien - Hoffnungslosigkeit und Chancen der Stadterhaltung (Harar in Ethiopia - The Hopelessness and Challenge of Urban Preservation), in:Die alte Stadt. Vierteljahreszeitschrift für Stadtgeschichte, Stadtsoziologie, Denkmalpflege und Stadtentwicklung (W. Kohlhammer Stuttgart Berlin Köln), Vol. 28, No. 4, 2001, pp. 324–343, 14 ill.

Altri progetti

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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V · D · M
UNESCOPatrimoni dell'umanità inEtiopia


Axum ·Bassa valle dell'Auasc ·Bassa valle dell'Omo ·Chiese rupestri di Lalibela ·Fasil Ghebbi ·Harar Jugol, la città storica fortificata ·Melka Kunture eBalchit: siti archeologici e paleontologici nella regione degli altipiani dell'Etiopia ·Paesaggio culturale ghedeo ·Paesaggio culturale Konso ·Parco nazionale delle montagne di Bale ·Parco nazionale del Semien ·Tiya
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