Gullveig è una misteriosa figura che appare solamente nell'Edda Poetica, più precisamente nel poema dellaVǫluspá, dove è associata con la guerra fra Æsir e Vanir.Nel poema, Gullveig viene bruciata diverse volte nel salone diOdino, soltanto per rinascere altrettante volte.
Gullveig è menzionata per nome solo nellaVöluspá, canto 21. La veggente, dopo il suo racconto della venuta delleNorne, continua:
fyrst í haimi,
es Gullveigu
geirum studdu
ok í höll Háars
hána brendu,
þrysvar brendu
þrysvar borna,
opt ósjaldan,
þó hon enn lifir.
Heiði hétu,
hvars til húsa kom,
völu velspáa,
vitti hon ganda;
seið, hvars kunni,
seið hug leikinn;
æ vas hon angan
illrar brúðar.»
primo nel mondo
quando Gullveig;
urtarono con le lance
e nelle sale di Hár
le dettero fuoco:
tre volte l'arsero,
tre volte rinacque,
e altre tre volte,
ma è ancora in vita!
"Splendente" le misero nome:
dovunque venisse nelle case
indovina esperta in profezie,
dava potere alla magiche verghe;
incantò, dovunque poteva,
incantò i sensi,
sempre era la delizia
di spose malvagie.»
(Edda poetica -'Völuspá '- La Profezia della veggente XXI - Traduzione di Stefano Mazza)
Hár ("Alto") è uno dei modi comuni per indicare Odino.Heid significa "splendente" e come nome "onore". Era un titolo comune per veggenti e streghe nelle saghe, soprattutto nellaLandnámabók, nellaHrólfs saga kraka ok kappa hans e nellaÖrvar-Odds Saga.Seið è un tipo particolare di magia, spesso vista in modo peggiorativo. La frase tradotta qui, invece "incantò i sensi" è a volte interpretata in una maniera simile a "rese pazzi gli dei con il seið".
Generalmente si pensa che i due canti siano connessi e cheHeiðr sia un altro nome di Gullveig. Il poema continua con un concilio -apparentemente- su chi dovrò pagare "wergild" per Gullveig, che porta alla guerra con iVanir.
Su questo passaggio vi sono varie teorie: che in parte parli del potere di corruzione dell'oro, e che il maltrattamento di Gullveig fu la causa della risultante guerra fra Æsir e Vanir. Gullveig è quindi generalmente considerata Vanir.
Il breve menzionamento di Gullveig ha fatto nascere diverse teorie sulla natura della sua figura:
Georges Dumézil (1966 e 1973) credeva che la guerra fosse basata su una mitica impronta Indo-Europea, che emerge anche nelleleggende romane della guerra fra i valorosi romani stessi (comparabili agli Æsir) ed i ricchisabini (comparabili ai Vanir) e che l'elemento di Gullveig corrisponda al ruolo diTarpeia nella tradizione romana. In una versione comune Tarpeia tradì i Romani in cambio di quello che i Sabini avevano sul braccio sinistro, intendendo i loro braccialetti d'oro. Tuttavia i Sabini, dopo essersi avvantaggiati del tradimento di Tarpeia, adempirono alla loro parte del patto colpendola col loro scudo, che era anch'esso sul braccio sinistro, fino ad ucciderla.
Dumézil propone anche che una tradizione correlata sia presente nel racconto diSaxo Grammaticus (Gesta Danorum, libro 1) del furto d'oro diFrigg dalla statua di Odino e del suo adulterio. Odino (sia per disgusto che per vergogna) andò in esilio ed un certo Mit-othin prende il suo posto, fino a che Odino ritorna scacciandolo via[1].
Viktor Rydberg ipotizzò una connessione tra il canto della Völuspá di Gullveig e due canti nellaVöluspá hin skamma (trovata in qualche edizione dell'Edda Poetica come ultima parte del poemaHyndluljóð), nei qualiLoki trova il cuore di una donna nella cenere e lo mangia, rimanendo incinto e dando poi alla luce delle "donne-troll".
Se quel cuore che Loki ha mangiato è quello di Gullveig, allora Gullveig potrebbe essere ancora viva tramite queste donne-troll che Loki generò. "Donne-troll" potrebbe anche riferirsi a veggenti e streghe malevole in generale. La parolaflagð significa 'donna-troll, mostro femmina, ogre, gigantessa, strega'. Ma metaforicamente può anche indicare i lupi femmina, o tutti i lupi, o anche i mostri in generale.
La Völuspá hin skamma fa anche riferimento a Heid e Hrossthjóf (altro nome sconosciuto) come figli di Hrímnir in un contesto che suggerisce che Hrímnir sia un gigante.
Rydberg ha preso il racconto di Loki che mangia il cuore come un riepilogo del canto precedente, ed ha così identificato Gullveig conAngrboða, la madre diFenrir. Per fare questo lavoro Rydberg traduceflagð 'donna-troll' come riferimento a troll di ambo i sessi e include tra di essi Fenrir. TuttaviaSnorri Sturluson nella suaEdda sapeva che Angrboda era una "gigantessa diJǫtunheimr" e che con Loki ha generato Fenrir,Jörmungandr, eHel e non da indicazioni che Loki abbia dato alla luce qualcuno di essi da solo.
Rydberg identifica anche la sua Gullveig/Angrboda con la vecchia donna di Járnviðr menzionata nel 49º canto dellaVöluspá, dove alleva la stirpe di Fenrir, una normale interpretazione. Più ardita è la sua associazione di Gullveig, Angrboda e della vecchia con Aurboda, la moglie diGymir e madre diGerðr e anche con la gigantessaHyrrokin, che si dice essere stata uccisa daThor in una lista nelþulur. Rydberg crede che Gullveig sia stata infine uccisa dal martello di Thor. Rydberg nota quindi che nelSvipdagsmál Aurboda è anche il nome di una delle nove serve di Menglöd (Menglöd è spesso inteso come una variante diFreyja), che Heid fosse il nome della figlia diHrímnir, e che nellaVölsunga saga Hljóð è sia la figlia del gigante Hrímnir che la serva diFrigg. Questa Hljóð sposa l'eroeVolsung e genera quindi l'eroeSigmund. Rydberg le prende tutte come altre varianti di Gullveig.
Le multiple identificazioni di Rydberg generalmente non sono accettate dagli ultimi studiosi.
Una differente teoria supportata daGabriel Turville-Petre[2] è che Gullveig è un nome per indicare la deaFreyja. Nella storia dell'Edda in prosaGylfaginning, Freyja piange lacrime d'oro rosso per suo maritoÓdr in sua assenza e che è madre di Gersemi e Hnoss, i cui nomi significano entrambi "tesoro". Freyja è spesso associata con l'amore per la gioiellerie e per i tesori nelle rappresentazioni che ci sono giunte.
NellaHeimskringla diSnorri Sturluson, nellaYnglinga Saga, capitolo 4, Snorri spiega che fu Freyja che introdusse ilseið tra gli Æsir dato che andava di moda fra i Vanir. Perciò, tutti i Vanir praticavano ilseið. Nel capitolo 7 Snorri dice che anche Odino conosceva ilseið:
…ma non era rispettabile per gli uomini praticarlo; e perciò le sacerdotesse erano esperte in questa arte.
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