Unaguerra preventiva (o uncolpo preventivo) è il tentativo di respingere o sconfiggere un'offensiva o un'invasione percepita come inevitabile, o per ottenere un vantaggio strategico in un'imminenteguerra (presumibilmente inevitabile),prima che la minaccia si materializzi. Uno dei più vasti esempi di guerra preventiva è laDottrina Bush, ovvero le operazioni degliStati Uniti d'America intraprese in politica estera dopo gliattentati dell'11 settembre 2001.
Lalegittima difesa, nazionale o collettiva, è limitata ad una risposta ad un attacco armato, a norma dell'articolo 51 dellaCarta delle Nazioni Unite. Eppure, sia neldiritto internazionale che nellapolemologia[1] si tenta di argomentare la praticabilità dell'attacco preventivo.
In un classico approccio, nella pratica degli Stati, una minaccia percepita come imminente che provenga da altri Paesi (o il disturbo allasovranità territoriale, arrecato da forze nemiche da territorio straniero) possono esser sfruttati come pretesto per muovere attacchi preventivi. Gli esperti legali fanno riferimento allavicenda Caroline del 1837 quando leforze britanniche inCanada attraversarono il confine conStati Uniti e uccisero diversi ribelli canadesi ed un cittadino americano che si preparavano all'offensiva contro gli inglesi in Canada. GliStati Uniti respinsero i presupposti legali del caso Caroline. Nel 1842, U.S.Segretario di StatoDaniel Webster sottolineò che la necessità di una reazione violenta deve essere:"istantanea, travolgente, non lasciando alcuna scelta dei mezzi e nessun momento di deliberazione."
Il primo teorico della guerra preventiva fuCarl Schmitt, giurista e filosofo tedesco, che fornì la base filosofica alla tesi hitleriana dell'aggressione contro la Polonia in chiave di guerra preventiva. Quando Hitler invase la Polonia, l'autorevole giurista giustificò la legalità della guerra preventiva con le esigenze della sicurezza nazionale tedesca a cui serviva unGrossraum, una sfera d'influenza capace di proteggere il Reich dalle "orde" bolsceviche che premevano sui confini orientali.
La teoria della guerra preventiva fu largamente ripresa daLeo Strauss, allievo e collaboratore di Schmitt.
Lo studiosoAbraham D. Sofaer individua quattro elementi fondamentali per giustificare la prevenzione bellica:[2]:
L'intento di un attacco preventivo è quello di guadagnare il vantaggio diiniziativa e di danneggiare il nemico in un momento di minima protezione, per esempio sfruttando la vulnerabilità durante il trasporto o lamobilitazione.
Mentre l'etichettatura di un attacco (a livellostrategico etattico) raramente è controversa, essa è molto più controversa quando si riferisce all'inizio di una guerra[3].
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