Guardamiglio (Guardamèi indialetto lodigiano[4]) è uncomune italiano di 2 690 abitanti[1] dellaprovincia di Lodi inLombardia.
Sull'estremo lembo meridionale dellapianura lombarda sorge Guardamiglio, stretto nell'ansa più profonda e più larga che ilPo forma nel territorio lodigiano.
Le origini del paese si perdono nella nebbia dei tempi. Per chiarire l'origine del nome bisogna risalire all'antico passaggio della Via Emilia (187/183 a.C.) costruita per mettere in comunicazione, valicando anche il Po, laGallia Cispadana allaGallia Transpadana e praticamenteBononia (Bologna) conMediolanum (Milano) attraversando importanti cittadine come Piacenza, Modena, Parma. L'etimologia del toponimo, è stata ricondotta da alcuni dal consoleLucio Emilio e ricorderebbe il suo valore nel domare una ribellione deiGalli, già soggiogati nel 224 a.C., da allora in poi il luogo si sarebbe denominato 'ARDOR AEMILII', e per correzione fonetica Guardamiglio. Un'altra ipotesi invece fa derivare il nome del paese dalla distanza che lo separa daPiacenza, cioè da 'AD QUARTUM MILIARUM' letteralmente 'QUARTO MIGLIO', infatti correvano circa 6076 m, ma potrebbe, anche essere valida la semplice ipotesi della descrizione del luogo i cui dintorni erano un tempo coltivati a miglio, ne sarebbe la prova lo stemma raffigurante un gambo di miglio. Secondo invece un'altra folcloristica tradizione popolare alquanto bizzarra, sebbene sostenuta da vari storici, il nome deriverebbe da un antico 'Guarda mei', cioè 'Guarda meglio'.
Raccontano che nell'anno1211, durante un rigidissimo inverno, il Po si fosse straordinariamente gelato. L'imperatoreOttone IV, si trovava con l'esercito sulla riva del Po e la doveva passare. Uno dei feudatari italiani, il conte di Santa Fiora, fece stendere della paglia sul ghiaccio per ingannare l'imperatore nella speranza di vedere il ghiaccio rompersi sotto il peso degli animali e di mettere in pericolo la vita dello stesso che invece riuscì a passare il fiume senza accorgersene. 'Guarda mei' sarebbe stato il consiglio che andava all'imperatore perché non si fidasse dei suoi sudditi. Nell'anno725, il re longobardoLiutprando donò tutto il territorio circostante Guardamiglio almonastero di San Pietro in Ciel d'Oro diPavia, i quali furono costretti a venderlo per debiti nel 1225. In tale data il paese passò sotto la giurisdizione di Piacenza, ma alla fine del secolo venne ceduto al Conte Umbertino Landi, signore diCaselle Landi, di nobile famiglia ghibellina. Guardamiglio si trovò così coinvolto nella travagliata storia piacentina. I bagliori delle lotte terribili che si svolsero tra Guelfi e Ghibellini, giunsero fino a queste terre, che divennero teatro di battaglia. carestie, incendi, ruberie e vendette, sono i tristi segni di questi terribili anni. Per tutto il 1300 i Landi furono soggetti aiVisconti che dominarono Piacenza fino alla morte dell'ultimo signoreFilippo Maria, nel1447. Ai Visconti succedettero, quindi, gliSforza che riconfermarono ai Landi il possesso di Piacenza e di conseguenza anche di Guardamiglio.
Il primo documento che riguarda Guardamiglio è datato 26 dicembre1209 e tratta dell'affitto di un appezzamento di terra presso il 'BORGO' di Guardamiglio ('BORGO', in latino, sta ad indicare un piccolo castello o un agglomerato cresciuto fuori dalle mura cittadine). In questo documento si sottolinea che la terra di Guardamiglio è diffusamente coltivata, alberata a frutteto e vigneto. Anche se Guardamiglio è sempre stato un paese basato principalmente sull'agricoltura, si svilupparono parecchie attività artigianali e commerciali. Nel 1550 la città di Piacenza cadde sotto l'esercito francese diLuigi XII, quindi se ne impossessòPapa Giulio II. Anche il suo successoreLeone X tentò con ogni mezzo di conservare il Ducato appoggiandosi ai fiorentini e agli spagnoli interessati a contrastare l'influenza francese. Dopo alterne vicende i francesi si ritirarono e PapaLeone X finì con avere la meglio. Il rafforzamento del governo Papale favorì naturalmente anche il passaggio delle terre circostanti in mano a famiglie a lui devote. Fu così che il feudo di Guardamiglio passò dai Landi agli Scotti. Estintosi il ramo degli Scotti, probabilmente, nella metà del XVII secolo, il feudo venne concesso a Giovanni Nicelli, col titolo di Conte.
Il piccolo centro appartenne politicamente alDucato di Piacenza, e fu solo con la conquista napoleonica che il confine politico tra il piacentino e il lodigiano coincise, di nuovo, con quello naturale geografico. Il 7 maggio1796 avvenne a Guardamiglio il primo combattimento su terra lombarda fra i soldati repubblicani condotti daNapoleone Bonaparte e gli austriaci agli ordini del generaleBeaulieu. Alla fine di questo periodo il Comune di Guardamiglio insieme a Fombio, San Rocco, Mezzana Casati e Caselle Landi, situati sulla sponda sinistra del Po venne unito al Lodigiano. Memorabile fu l'inondazione del1907 quando l'argine del fiume si spezzò di fronte all'abitato di San Rocco al Porto. I sanrocchini, allora, tentarono una spedizione per tagliare l'argine ed aprire alle acque un nuovo sbocco, che avrebbe forse salvato il loro paese, ma avrebbe inondato Guardamiglio. A questo punto tutti i cittadini di Guardamiglio accorsero per difendere il loro paese e dopo una violenta zuffa i sanrocchini dovettero rinunciare a salvare il loro territorio a danno di Guardamiglio. Dal censimento del1931 si attestava che Guardamiglio aveva 2 561 abitanti.
La chiesa parrocchiale diSan Giovanni Battista, eretta nel1678, si presenta attualmente come un edificio di stileneoclassico.
Abitanti censiti[5]
Al 31 dicembre 2018 gli stranieri residenti nel comune di Guardamiglio erano 362[6]. Le nazionalità più rappresentate erano:
- Romania - 155
- Marocco - 75
- Albania - 38
Il comune è situato sulla sponda sinistra delPo, che lo separa daPiacenza.Questa posizione, al centro di un importante nodo di comunicazione, ha favorito particolarmente il paese.[senza fonte]
L'economia locale è stata in questi ultimi anni caratterizzata dall'insediamento di numerose unità industriali, con aziende che operano nei settori estrattivo (cave di ghiaia e sabbia), meccanico, dell'abbigliamento e della concia.
La manodopera oltre che sull'impiego locale, gravita su Piacenza,Lodi,Codogno eMilano.
Si affianca all'attività industriale anche un buon numero di aziende agricole, per lo più a conduzione diretta e di piccole dimensioni.
Il comune è attraversato dallastrada statale 9 Via Emilia. Inoltre è anche servito dall'autostrada A1 attraverso l'uscitaBasso Lodigiano (giàPiacenza Nord), ubicata proprio nel territorio del comune.
Segue un elenco delle amministrazioni locali.[7]
- ^abBilancio demografico mensile anno 2025 (dati provvisori), sudemo.istat.it,ISTAT.
- ^Classificazione sismica (XLS), surischi.protezionecivile.gov.it.
- ^Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), inLegge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A,Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151.URL consultato il 25 aprile 2012(archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV.,Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 321,ISBN 88-11-30500-4.
- ^Dati tratti da:
- ^Tavola Dati demografici ISTAT, sudemo.istat.it.
- ^Lista pubblicata inIl Lodigiano. Quarant'anni di autonomia, Provincia di Lodi, 2008, p. 280.