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Gualtiero di Châtillon

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Gualtiero di Châtillon (indicato a volte comeGualtiero di Lille, inlatinoGalterius de Castellione, a volteGalterius ab Insulis;Lilla,1135 circa – dopo il1180) è stato unchierico,magister,poeta,canonico,notarius eorator francese.

È generalmente considerato come uno dei più grandi poeti latini medievali.[1] La sua fama si deve in particolar modo all'Alexandreis,poema epico inesametri dattilici che ripercorre le vicende del condottiero macedoneAlessandro Magno e che ebbe una larghissima diffusione per tutto ilBasso Medioevo, come testimoniano i più di duecento manoscritti superstiti in cui è conservato.

Gualtiero si cimentò inoltre nella produzione di versi ritmici inmetrica accentuativa di argomento satirico-morale, amoroso e religioso, nonché nella realizzazione di trevitae rhythmicae dei santiBrendano,Alessio eThomas Becket.

È stata a lui attribuita anche un’opera in prosa, ilTractatus sive Dialogus contra Iudaeos, trattato dialogico afferente all’ambito dei dibattiti teologici e scritturali traEbrei eCristiani.

Biografia

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Le principali informazioni sulla vita di Gualtiero di Châtillon si ricavano da alcuni riferimenti presenti nelle sue opere, oltre che daglossae evitae che accompagnano l'Alexandreis in alcuni manoscritti. Queste ultime sono però fonti di dubbia attendibilità: tendono infatti a concordare quando le notizie riportate sono dedotte dagli scritti di Gualtiero, ma ad esse aggiungono interpretazioni spesso discordanti fra loro.[2]

Egli nacque intorno al1135 aLille[3] o in una piccola comunità nelle sue vicinanze, di cui la più probabile èRonchin.[4] La città francese in epoca medievale era conosciuta con il nome diIsle, da cui deriva il toponimoab Insulis con cui il poeta è talvolta definito nelle fonti.[5]

Fu allievo diStefano di Beauvais, studiando comechierico prima aReims, poi aParigi; successivamente seguì il suo maestro aTroyes, alla corte del conteEnrico I di Blois-Champagne, detto"il Liberale", che ben presto divenne suo mecenate.[6]

È in questo periodo che si colloca l’inizio della sua attività poetica. La sua produzione è costituita in questa prima fase da versi ritmici di carattere amoroso e goliardico, arricchita da componimenti d’occasione destinati principalmente a festività religiose. Alcuni testi, comeEliconis rivulo edEcce nectar roseum, rimandano ai turbolenti eventi politici del1159-1163, relativi allo scisma causato dallo scontro tra papaAlessandro III e l’imperatoreFederico I Barbarossa, che si concluderà solo con laPace di Venezia del1177.[7]

Dalle fonti a disposizione si ricava la notizia secondo cui, non si sa precisamente in quali anni, Gualtiero stesso svolse l’attività dimagister aLaon e a Châtillon, con ogni probabilità l’odiernaChâtillon-sur-Marne, località dalla quale deriverà il suo toponimo più noto.[8] Si trovava certamente lì quando scrisse la sua unica opera in prosa, ilTractatus contra Iudaeos.[9]

Il poeta rimase sotto il patronato diEnrico I il Liberale dal1161 all’inizio del1164; in seguito decise di trasferirsi aBologna per studiarvi diritto, sotto la guida dell’illustregiuristaMartino Gosia. È probabilmente durante questo viaggio che egli fece tappa aBesançon, dove il29 marzo del1164, in occasione dellaquarta domenica di Quaresima, recitò pubblicamente il già citatoEcce nectar roseum.[10]

Dopo la morte di Gosia, avvenuta tra il1165 ed il1166, Gualtiero si recò aRoma nella speranza di ottenere il patronato diAlessandro III, che ilconcilio di Tours del 1163 aveva finalmente riconosciuto come pontefice legittimo. È in questo contesto che, alla presenza di un alto prelato, venne recitata la satiraTanto viro locuturi, dove a toni adulatori e invettive moralistiche si mescolano le frustrazioni dell’intellettuale in miseria.[11]

Alcuni studiosi hanno teorizzato che in seguito Gualtiero trascorse un periodo presso la corte inglese a servizio del reEnrico II Plantageneto. Questa ipotesi si basa su alcune lettere diGiovanni di Salisbury, databili al1166, indirizzate ad unmagister Galterus de Insulis in servizio presso la cancelleria reale fino al1176. In realtà vi sono tre elementi che contribuiscono a falsificare questa teoria: innanzitutto Giovanni, di circa venticinque anni maggiore di Gualtiero di Châtillon, si riferisce al destinatario della lettera riconoscendogli un’autorità difficile da attribuire ad un poeta poco più che trentenne. In secondo luogo non sembra possibile che un servitore diEnrico II possa aver composto senza particolari conseguenzeOrba suo pontifice, in cui l’autore accusa platealmente il re inglese dell’omicidio diThomas Becket, avvenuto nel1170. In ultimo, non vi è alcun riferimento né nei componimenti né nellevitae al fatto che Gualtiero sia mai stato inInghilterra.[12]

La sua carriera ebbe una svolta cruciale quando divennenotarius eorator presso la corte diGuglielmo dalle Bianche Mani, fratello diEnrico I di Blois-Champagne, eletto arcivescovo diReims nel1176 e cardinale tre anni più tardi.[13] È a Guglielmo che Gualtiero dedica l'Alexandreis, il suopoema epico inesametri dattilici suAlessandro Magno, facendo sì che le lettere iniziali dei dieci libri che compongono l’opera formassero l’acrosticoGUILLERMUS. In merito ai motivi della genesi dell’opera levitae trasmettono diversi aneddoti, basati su gelosie e rivalità artistiche presenti all’interno della corte diGuglielmo dalle Bianche Mani: una delle versioni riporta che il poema sarebbe stato composto e dedicato all’arcivescovo da Gualtiero come tentativo di rientrare nelle grazie del mecenate dopo essere incorso nella sua ira; secondo un altro resoconto invece, l'Alexandreis sarebbe frutto della competizione poetica conMatteo di Vendôme, altro protetto di Gugliemo, autore delTobias, fortunata versificazione in distici del libro biblico.[14]

Probabilmente il poeta accompagnò Guglielmo aRoma in occasione delTerzo Concilio Lateranense del1179, durante il quale il suo patrono venne confermato arcivescovo diReims ed eletto cardinale.[15]

Gli ultimi anni di Gualtiero di Châtillon sono particolarmente oscuri. Nellevitae si afferma che egli ottenne daGuglielmo dalle Bianche Mani un canonicato, sebbene le fonti non concordino sul luogo, che viene identificato di volta in volta conReims,Amiens,Beauvais odOrléans. Dopo il1180 di lui si perde ogni traccia, ma non è possibile sapere se la sua morte avvenne effettivamente in quel periodo o se sopravvisse fino alXIII secolo.[16]

Molte fonti, tra cui alcunevitae e un passaggio degliAequivoca attribuiti aGiovanni di Garlandia, sostengono che Gualtiero morì a causa della lebbra;[17] Inoltre nel codice Erfurt, Amplon. 8o 90, la narrazione si arricchisce di un aneddoto pruriginoso, che si configura piuttosto come una situazione dafabliaux: il poeta avrebbe contratto la malattia da una concubina e se ne sarebbe liberato contagiando a sua volta una prostituta. In realtà la notizia della morte per lebbra si deve con ogni probabilità all’identificazione tra autore ed io poetico all’interno di componimenti di ispirazione biblica comeDum Galterus egrotaret e soprattuttoVersa est in luctum, in cui Gualtiero si rappresenta come un infermo affetto da un terribile morbo, un peccatore alla fine dei suoi giorni in cerca di redenzione; una malattia che, come avviene in altre satire, è probabilmente una metafora della corruzione morale che investe l’intera umanità, più che un riferimento autobiografico.[18]

Infine, sono nuovamente levitae a riportare un suo epitaffio indistici dal sapore virgiliano:

(Latino)

Insula me genuit, rapuit Castellio nomen,

perstrepuit modulis Gallia tota meis.

Gesta duci Macedum scripsi, sed sincopa fati

infectum clausit obice mortis opus.

(Italiano)

Lille mi generò, da Châtillon presi il nome,

la Francia intera riecheggiò dei miei canti.

Scrissi le imprese del condottiero Macedone, ma un destino avaro

ha serrato l’opera incompiuta con il sigillo della morte.

Un elogio che evidenzia come la fama di Gualtiero presso i contemporanei fosse dovuta sia al suopoema epico sia ai suoi versi ritmici.[19]

Opere

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Alexandreis

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Lo stesso argomento in dettaglio:Alexandreis.

L'Alexandreis è l’opera più famosa di Gualtiero di Châtillon, nonché uno degli esempi più alti della letteratura delXII secolo. Si tratta di unpoema epico inesametri dattilici in dieci libri, che narra le imprese diAlessandro Magno.

Carmina

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Gualtiero di Châtillon fu noto anche per la sua produzione di carmi caratterizzati, a differenza dell'Alexandreis, dall’utilizzo dellametrica accentuativa al posto dei tradizionalimetri quantitativi della poesia latina classica.[20] La maggior parte di questi versi è di carattere satirico-morale, a cui si aggiungono testi di argomento religioso, specificatamente inni di Natale, e alcune poesie d’amore; queste ultime, trasmesse unicamente dal manoscritto Saint-Omer 351, sono probabilmente frutto di una produzione giovanile dell’autore.[21]

Fu Karl Strecker a fissare un primocorpus d’autore con le due edizioni pubblicate nel1925 e nel1929, in cui lo studioso tentò di ricomporre la produzione lirica di Gualtiero di Châtillon filtrando le tracce di una tradizione dispersa in numerosi canzonieri medievali, sulla base di riscontri di ordine stilistico e formale e di prove di intertestualità, raccogliendo 55 testi in tutto.[22]

Grazie a studi successivi vi è stato un ampliamento delcorpus delle poesie attribuite all’autore, fino ad arrivare all’edizione di David A. Traill, che attribuisce al poeta un totale di 67 componimenti; alcuni di questi sono confluiti anche all’interno deiCarmina Burana.[23]

Vi sono poi diverse poesie che, sebbene richiamino i lavori dell’autore, tuttavia non rispettano completamente i criteri per una sicura attribuzione; questo fatto portò Strecker e diversi studiosi successivi a teorizzare l’esistenza di una cosiddetta “Scuola di Gualtiero”, un gruppo di imitatori deicarmina del poeta. Ciò contribuirebbe a testimoniare il grande successo che ebbero al tempo i componimenti ritmici di Gualtiero di Châtillon.[24]

Vitae Rhythmicae

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Nel2002 Carsten Wollin pubblicò, come anticipazione di un’edizione critica non ancora realizzata, trevitae rhythmicae, poemetti instrofe goliardiche sulle vite disan Brendano,sant’Alessio esan Thomas Becket. Lo studioso attribuì questi componimenti a Gualtiero di Châtillon sulla base di un gran numero di elementi stilistici comuni ai tre testi e alle altre opere del poeta.[25]

LaVita Sancti Brendani riporta il racconto del leggendario viaggio tra le isole dell’Oceano Atlantico che il santo irlandeseBrendano avrebbe compiuto assieme a un gruppo di suoi monaci alla ricerca del Paradiso Terrestre. Dedicata al ponteficeAlessandro III nel1163/1164 circa, l’opera risulta essere la traduzione delVoyage de Saint Brendan, testo anglo-normanno in versi scritto e rielaborato tra il1106 e il1125 circa da Benedeit, uomo di chiesa vicino al sovrano ingleseEnrico I. Gualtiero integrò alcuni episodi omessi dalla fonte rifacendosi allaNavigatio Sancti Brendani.[26]

LaVita Sancti Alexii narra la vita ascetica disant’Alessio, giovanepatrizio romano che rinunciò al proprio matrimonio durante la prima notte di nozze per condurre una vita da mendicante prima aEdessa e in seguito, non riconosciuto, nella casa di suo padre. La fonte di Gualtiero è la cosiddetta Vita I (BHL 287).[27]

LaVita Sancti Thomae fu scritta intorno al1172/1173, dopo l’assassinio dell’arcivescovo diCanterbury ma prima della sua santificazione, avvenuta il21 febbraio1173. L’opera è dedicata a un alto prelato, forseGuglielmo dalle Bianche Mani o il ponteficeAlessandro III. Gualtiero utilizzò per la composizione fonti orali e vite scritte da persone vicine a Becket.[2]

Tractatus sive Dialogus contra Iudaeos

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Unica opera in prosa di Gualtiero di Châtillon, si tratta di un dialogo rientrante nel campo dei dibattiti teologici traEbrei eCristiani. L’autore stesso riporta che ilTractatus venne scritto durante il suo periodo comemagister aChâtillon-sur-Marne, e venne occasionato da diverse dispute avute con un membro della comunità giudaica di quella città.[28]

L’autore però non struttura l’opera come un dialogo tra lui stesso e un interlocutore ebreo, come avviene solitamente in testi di questo tipo, bensì tra lui ed un altro cristiano, ovveroBaldovino di Valencienne, canonico della vicinaBraine. Il ruolo di quest’ultimo nelTractatus non è dunque quello di muovere obiezioni, né tantomeno di presentarsi come un fedele studente in cerca di risposte dal proprio maestro, ma i suoi commenti servono a confermare e rafforzare le argomentazioni presentate da Gualtiero.[2]

Edizioni e traduzioni

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  • A. Gugger,Alexandreis sive Gesta Alexandri Magni libri X, in J. P. Migne,Patrologiae Cursus Completus, Parigi, 1855.
  • F. A. W. Müldener,Magistri Philippi Gualtheri Alexandreis ad fidem librorum mss. et impres., Lipsia, 1863.
  • K. Strecker,Die Lieder Walters von Châtillon in der handschrift 351 von St. Omer, Berlino, Wiedmannsche Buchhandlung, 1925.
  • K. Strecker,Moralisch-satirische Gedichte Walters von Châtillon, Heidelberg, Carl Winter, 1929.
  • H. Spanke,Zu den Gedichten Walters von Châtillon, Volkstum und Kultur der Romanen 4, 1931, pp. 197–220.
  • A. Wilmart,Poèmes de Gautier de Châtillon dans un manuscrit de Charleville, Revue Bénédictine, 49, 1937, pp. 121–169, pp. 322–365.
  • W. T. Jolly,The Alexandreid of Walter of Châtillon. A Translation and Commentary, Dissertation, Tulane University, 1968.
  • F. J. Worstbrock,Zu Gedichten Walther von Châtillon und seiner “Schule”, Zeitschrift für deutsches Altertum und deutsche Literatur, 101, 1972, pp. 200–208.
  • M. L. Colker,Galteri de Castellione Alexandreis, Padova, Editrice Antenore, 1978.
  • R. T. Pritchard,Walter of Châtillon:The Alexandreis, Toronto, Pontifical Institute of Mediaeval Studies, 1986.
  • G. Streckenbach,Walter von Châtillon. Das Lied von Alexander dem Grossen, Heidelberg, Schneider, 1990.
  • D. Townsend,The «Alexandreis» of Walter of Châtillon. A Twelfth-Century Epic Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 1996.
  • F. Pejenaute Rubio,Las pastorelas latinas de Gautier de Châtillon, Helmantica, XLVII, 1996.
  • F. Pejenaute Rubio,Alejandreida, Madrid, Ediciones Akal, 1998.
  • C. Wollin,Saints' Lives by Walter of Châtillon. Brendan, Alexis, Thomas Becket, Toronto, Pontifical Institute of Mediaeval Studies (PIMS), 2002.
  • D. Townsend,The Alexandreis; A Twelfth-Century Epic. A Verse Translation by David Townsend, Peterborough, Broadview Editions, 2007.
  • D. A. Traill,Walter of Châtillon. The Shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013.
  • L. Bernardinello,Gualtiero di Châtillon, Alessandreide, Pisa, Pacini Editore, 2019.

Note

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  1. ^D. A. Traill,Walter of Châtillon. The shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013, p. xi.
  2. ^abcIbidem.
  3. ^M. Manitius,Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters 3 voll., München 1911-1931 (Handbuch der Altertums-Wissenschaft IX, II 1-3), p. 920.
  4. ^D. A. Traill,Walter of Châtillon. The Shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013, p. xiv, nota 9.
  5. ^S. Cerullo,Gualtiero di Châtillon, poesie d’amore e d’invettiva, collanaGli Orsatti, testi per un Altro Medioevo, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2020, p. 7.
  6. ^D. A. Traill,Walter of Châtillon. The Shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013, p. xiv.
  7. ^S. Cerullo,Gualtiero di Châtillon, poesie d’amore e d’invettiva, collanaGli Orsatti, testi per un Altro Medioevo, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2020, pp. 7-8.
  8. ^Ivi, p. 9.
  9. ^D. A. Traill,Walter of Châtillon. The Shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013, p. xvii.
  10. ^Ivi, pp. xv-xvi.
  11. ^S. Cerullo,Gualtiero di Châtillon, poesie d’amore e d’invettiva, collanaGli Orsatti, testi per un Altro Medioevo, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2020, pp. 8-9.
  12. ^D. A. Traill,Walter of Châtillon. The Shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013, pp. xvi-xvii.
  13. ^Ivi, p. xviii.
  14. ^S. Cerullo,Gualtiero di Châtillon, poesie d’amore e d’invettiva, collanaGli Orsatti, testi per un Altro Medioevo, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2020, pp. 9-10.
  15. ^D. A. Traill,Walter of Châtillon. The Shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013, p. xx.
  16. ^Ivi, p. xxi.
  17. ^Ivi, p. xx.
  18. ^S. Cerullo,Gualtiero di Châtillon, poesie d’amore e d’invettiva, collanaGli Orsatti, testi per un Altro Medioevo, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2020, pp. 10-11.
  19. ^Ivi, p. 12.
  20. ^D. A. Traill,Walter of Châtillon. The Shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013, p. xi.
  21. ^S. Cerullo,Gualtiero di Châtillon, poesie d’amore e d’invettiva, collanaGli Orsatti, testi per un Altro Medioevo, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2020, pp. 28-29.
  22. ^D. A. Traill,Walter of Châtillon. The Shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013, pp. xxi-xxii.
  23. ^Sono ascritti a Gualtiero di Châtillon icarmina 3, 8, 19, 41, 42, 123.
  24. ^D. A. Traill,Walter of Châtillon. The Shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013, pp. xxviii-xxix.
  25. ^C. Wollin,Saints' Lives by Walter of Châtillon. Brendan, Alexis, Thomas Becket, Toronto, Pontifical Institute of Mediaeval Studies (PIMS), 2002, pp. 1-2.
  26. ^Ivi, p. 2.
  27. ^Ivi, p. 3.
  28. ^A. J. Novikoff,The Medieval Culture of Disputation: Pedagogy, Practice, and Performance Philadelphia, PA, University of Pennsylvania Press, 2013, pp. 186-187.

Bibliografia

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  • L. Bernardinello,Gualtiero di Châtillon, Alessandreide, Pisa, Pacini Editore, 2019.
  • S. Cerullo,Gualtiero di Châtillon, poesie d’amore e d’invettiva, collanaGli Orsatti, testi per un Altro Medioevo, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2020.
  • H. Christensen,Das Alexanderlied Walters von Châtillon, Halle, Waisenhauses, 1905.
  • M. L. Colker,Galteri de Castellione Alexandreis, Padova, Editrice Antenore, 1978.
  • Dionisotti,Walter of Châtillon and the Greeks, inLatin Poetry and the Classical Tradition, Oxford, P. Godman – O. Murray, 1990.
  • E. Herkenrath,Die Zeit der Alexandreis Walters von Châtillon, in “Historische Vierteljahrsschrift”, 29, 1934.
  • M. Lafferty,The dating of “Alexandreis”, inWalter of Châtillon’ s “Alexandreis”. Epic and the Problem of Historical Understandig, Turnhout, 1998.
  • Yves Lefèvre, Gautier de Châtillon, poète complet, inAlain de Lille, Gautier de Chatillon, Jakemart Gielee et leur temps : Actes du Colloque de Lille, octobre 1978. Textes reunis par H. Roussel et F. Suard.
  • M. Manitius,Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters 3 voll., München 1911-1931 (Handbuch der Altertums-Wissenschaft IX, II 1-3).
  • A. J. Novikoff,The Medieval Culture of Disputation: Pedagogy, Practice, and Performance Philadelphia, PA, University of Pennsylvania Press, 2013.
  • G. Orlandi,San Brendano, Gualtiero di Châtillon e Bernhard Bischoff, in “Rendiconti dell’Istituto Lombardo di Scienze, Lettere e Arti”, 128, 1994.
  • P. Bourgain,Gautier de Châtillon (XIIe s.) entre histoire antique et satire contemporaine, inLa lyre et la pourpre. Poésie latine et politique de l'Antiquité tardive à la Renaissance, cur. Nathalie Catellani-Dufrêne - Michel Jean-Louis Perrin, Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2012.
  • M. Peiper,Walter von Châtillon, Breslau, F.W. Jungfers, 1869.
  • D. Townsend,The «Alexandreis» of Walter of Châtillon. A Twelfth-Century Epic Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 1996.
  • D. Townsend,The Alexandreis; A Twelfth-Century Epic. A Verse Translation by David Townsend, Peterborough, Broadview Editions, 2007.
  • D. A. Traill,Walter of Châtillon. The shorter Poems. Christmas Hymns, Love Lyrics, and Moral-Satirical Verse, Oxford, Clarendon Press, 2013.
  • C. Wollin,Saints' Lives by Walter of Châtillon. Brendan, Alexis, Thomas Becket, Toronto, Pontifical Institute of Mediaeval Studies (PIMS), 2002.

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