Sorto nel cuore della pianuramaremmana, il primo abitato ha originealtomedievale, essendosi sviluppato tra il VII e il XII secolo, parallelamente al declino della vicina città etrusco-romana diRoselle, dalla quale ha ereditato lasede vescovile, nonché il potere amministrativo nel 1138.[8] Dal punto di vista urbanistico, la città è uno dei pochi capoluoghi il cuicentro storico è rimasto completamente circondato da unacerchia muraria, fatta erigere daiMedici nel XVI secolo e nell'insieme integra, che ha mantenuto pressoché immutato il proprio aspetto nel corso dei secoli.
Per superficie, risulta il comune più esteso della regione.[7] A livellodemografico il comune contava appena 4 724 abitanti subito dopo l'Unità d'Italia[9], iniziando da allora una crescita esponenziale che ha portato al superamento della soglia delle 70 000 unità nel 1991.[10]
«Grosseto è una città di pianura. La luce marina, chiara e parlacea, non trova ostacoli d'ombra, spazia nel cielo aperto sino ai confini dell'orizzonte. Il cupo "tino" di Moscona vigila alle sue spalle come una sentinella chiusa nel pastrano ferrigno, a guardia della pianura. E verso il mare i monti dell'Uccellina sfumano nell'orizzonte di altri cieli lontani.»
La città è posta a circa12 km dalMar Tirreno, sul quale si affacciano le frazioni diMarina di Grosseto ePrincipina a Mare, al centro di una pianura alluvionale denominata Piana Grossetana[12], nel punto di confluenza dellavalle dell'Ombrone. In passato, gran parte dell'area pianeggiante era occupata dallago Prile che si estendeva quasi fino alla parte occidentale della città. L'antico bacino lacustre costiero dalle caratteristiche palustri è quasi del tutto scomparso a seguito delle opere di canalizzazione rientranti nelle bonifiche settecentesche apportate daiLorena, completate definitivamente tra gli anni 1920 e 1930 dal governofascista.
Il centro cittadino si trova ad un'altezza di circa 10 metris.l.m., mentre il restante territorio comunale si estende ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 417 metri del poggio Lecci sui monti dell'Uccellina, dove sorgono l'abbazia di San Rabano e latorre dell'Uccellina; altro rilievo degno di nota è ilpoggio di Moscona (317 metris.l.m.) che, con la sua caratteristicafortificazione, domina l'abitato diRoselle e l'intera città. Comunque, prendendo in esame soltanto l'area urbana e i centri abitati, l'altezza massima si registra aMontepescali con 222 metri d'altitudine. Il territorio comunale si estende su un'area interamente classificata a sismicità molto bassa. Storicamente, sono stati pochi gli eventi sismici che hanno interessato la città e le sue frazioni, i cui epicentri erano comunque localizzati a distanza. Ilterremoto più "forte" che si sia mai verificato a Grosseto fu quello della notte del 25 agosto 1909, che ebbe come epicentroMurlo: in quell'occasione i pur modesti effetti furono compresi tra il IV grado dellascala Mercalli che si registrò nelle aree occidentali e meridionali del territorio comunale e il V grado della medesima scala che interessò il centro storico e le aree a nord e a est della città (nell'epicentro la magnitudo fu di 5,40 dellascala Richter con l'VIII grado della Mercalli). Altri eventi che superarono la soglia delle scosse strumentali furono, per effetto decrescente, quello del 14 agosto 1846 con il IV grado della scala Mercalli (epicentro aOrciano Pisano ove si ebbe una magnitudo di 5,71 della scala Richter ed il IX grado della Mercalli), e quello del 12 febbraio 1905 che raggiunse il III-IV grado della Scala Mercalli (epicentroSanta Fiora con magnitudo 4,83 della scala Richter e VI grado della Mercalli).[13]
Ilclima della città di Grosseto è mitigato dalla vicinanza del mare e presenta estati calde ma costantemente ventilate dalla brezza marina diponente ed inverni non particolarmente freddi. Secondo la classificazione climatica[14] proposta daThornthwaite basata sul cosiddettoMoisture Index, la città di Grosseto è contraddistinta da un clima subaridoC1, mesotermicoB′2, con eccedenza moderata invernales (deficit idrico tra aprile e settembre di circa300 mm) e concentrazione estiva dell'efficienza termicab′4, caratteristiche comuni a gran parte della fascia costiera dellaMaremma grossetana elaziale[15]. Secondo recenti studi condotti da LaMMA CRES, parte dell'area su cui si estende il territorio comunale risulta a rischiodesertificazione[16]. A livellofitoclimatico, l'intero territorio comunale di Grosseto è includibile nella sottozona calda delLauretum del 2º tipo, che interessa analogamente l'intero tratto costiero e l'entroterra pianeggiante e di bassa collina di tutta la provincia. Le temperature medie annue si attestano attorno ai 15 °C nelle aree pianeggianti, con valori medi attorno agli 8 °C in gennaio e prossimi ai 24 °C in luglio[17].
Le precipitazioni, piuttosto contenute e concentrate soprattutto nel periodo autunnale, sono generalmente di breve durata, talvolta a carattere temporalesco. Mediamente, oscillano attorno ai600 mm annui (valori minori lungo la fascia costiera, maggiori nell'entroterra continentale e collinare), distribuite tra i 60 e i 70 giorni[17]. Seppur l'area risulti relativamente poco piovosa, la città subì gravi danni durante l'alluvione di Grosseto del 4 novembre 1966, mentre è rimasta ai margini rispetto alle aree maggiormente colpite dall'alluvione della Maremma grossetana del novembre 2012, quando si sono verificati allagamenti nelle frazioni orientali e meridionali, con isolamento delle frazioni diRispescia e diAlberese per due giorni. In base ai dati estrapolati dalle rilevazioni dell'eliofania in Italia, tra tutti i capoluoghi di provincia, Grosseto è una delle città che conta mediamente il maggior numero di giornate con cielo sereno nell'arco dell'anno. Risultano essere frequenti, specialmente durante la stagione primaverile ed estiva, ma talvolta anche in inverno, prolungati periodi di giornate soleggiate, soprattutto nell'area del territorio comunale che si affaccia sulla costa[18][19].
Lenevicate, eventi molto rari, si verificano in pianura solo in caso di un intenso e persistente raffreddamento al suolo, seguito da rapidissime discese di aria umida artica verso ilMar Tirreno, con conseguente innesco di venti insolitamente gelidi che concorrono a mantenere condizioni termometriche ideali per determinare precipitazioni nevose anche al livello del mare nell'area grossetana (storici eventi accaduti nel febbraio 1956, nel gennaio 1985 e il 29 dicembre 1996). Tra il 2001 e il 2012, in base ai rilevamenti nivometrici effettuati presso la stazione meteorologica dell'Aeronautica Militare, gli accumuli nevosi medi annui si attestano a0,83 cm; l'evento con accumulo più rilevante del nuovo millennio risulta quello con5 cm di accumulo nelle prime ore del 16 gennaio 2002 (altre nevicate con accumulo si sono verificate il 26 febbraio 2001 e il 10 febbraio 2012 con2 cm in entrambe le occasioni e il 2 febbraio 2010 con1 cm di accumulo nelle prime ore della giornata). Lanebbia risulta un fenomeno rarissimo e di breve durata, mediamente si verifica 3-4 volte all'anno e soltanto nelle prime ore del mattino. La scarsità di tale fenomeno favorisce l'elevata eliofania.
Nella tabella sottostante sono riportati i valori climatologici medi relativi al trentennio di riferimento climatico 1961-1990[20][21][22][23][24], oltre ai valori estremi mensili ditemperatura registrati dal 1951 in poi[25][26] presso lastazione meteorologica di Grosseto Aeroporto delServizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare. Non è da escludersi, vista la non facile reperibilità dei dati antecedenti al 1950, che si siano verificate precedentemente temperature massime più elevate o minime più basse dei valori assoluti annuali e mensili ivi riportati.
Nel corso dei secoli, il capoluogo maremmano ha avuto diverse denominazioni, la più ricorrente delle quali eraGrossetum; in altre circostanze la città viene menzionata anche coi nomiCrassetum eRosetum.Una recente ipotesi indicaGrosseto come un fitotoponimo che allude ad un'area ricca divegetazione palustre, in modo simile ad altri toponimi della Maremma comeGrasceta eGrascetone.[27]
In ogni caso, la città è sempre menzionata col nomeGrossetum nelle bolle pontificie diPapa Innocenzo II del 1138, diCelestino II del 1143 e diClemente III del 1188; questa risulta essere, pertanto, la denominazione ufficiale originaria di Grosseto.[28]
«Città forte. Non grande, ben murata e difesa da sei bastioni e da una rocca, con due sole porte, una che guarda la terraferma, l'altra, dalla quale si esce verso il mare»
Sicuramente la città di Grosseto, nel luogo in cui la conosciamo oggi, non esisteva nel periodoetrusco, quando invece l'intera area faceva parte della città diRoselle, importante centro abitato a pochi chilometri a nord dell'attuale città. Nel VI secolo a.C., periodo di maggiore splendore di Roselle, sono documentati rapporti commerciali con altre città etrusche di rilievo, qualiVetulonia,Populonia eVulci, in quanto membro delladodecapoli etrusca[29]. Fiorente città che governava un vasto territorio che andava dal mare alMonte Amiata, combatté nella guerra controTarquinio Prisco insieme agli altri popoli latini, finendo poi conquistata dai romani nel 294 a.C. e diventandomunicipio romano. Nel 205 a.C. contribuì alla fornitura di grano e legna per la flotta diScipione l'Africano durante laseconda guerra punica. Sotto l'impero divennecolonia e conobbe un periodo di grande splendore con la costruzione del foro, della basilica, anfiteatro e terme. Nel V secolo fu eretta asede vescovile (prima attestazione nel 499).
La decadenza diRusellae iniziò nel VI secolo, parallelamente alleinvasioni barbariche e all'impaludamento dellago Prile.[30][31] Con la fine del VI secolo Roselle era uno dei residui capisaldi bizantini dellaTuscia, laconquista longobarda risale infatti ai primi anni del VII secolo. È in questo periodo che probabilmente si è venuto a formare il primo nucleo del villaggio di Grosseto, che alcuni studi vogliono identificare nell'area oggi compresa trapiazza della Palma epiazza dei Martiri d'Istia. Pur continuando ad essere sede vescovile, Roselle subiva un costante decremento demografico a favore di Grosseto, comunità che a valle, lungo il fiumeOmbrone, andava sempre più ingrandendosi.
La prima menzione del toponimo di Grosseto risale ad un documento dell'anno 803 in cui ilvescovo di Lucca Iacopo cede a Ildebrando Aldobrandeschi lachiesa di San Giorgio situata in «loco Grossito», mentre nel 973 è attestata nuovamente come «curtis cum castrum».[32]
Nel 1137 si verificò l'assedio portato alla città dalle truppe tedesche del ducaArrigo di Baviera,[32] intervenute per contrastare il forte dissidio portato avanti dai cittadini grossetani verso l'imperatore dell'epoca, culminato anche con mancato pagamento di tasse. Infine,papa Innocenzo II, che aveva trascorso del tempo inMaremma tra il 1133 e il 1137, decise di trasferire a Grosseto la sede vescovile,[32] trasferendo il titolo dicivitas alla nuova comunità. Il 9 aprile 1138, con la bollaSacrosancta Romana Ecclesia, papa Innocenzo II decretò la nascita delladiocesi di Grosseto.
Grosseto ormai città a tutti gli effetti, acquisì una nuova fisionomia caratterizzata da costruzioni di pietra e laterizio che soppiantarono con la fine del XII secolo l'edilizia povera di origine altomedievale e fu ben presto una delle roccaforti principali della potente famiglia degliAldobrandeschi[33]: la sua posizione centrale nella piana che diradava sul mar Tirreno e la vicinanza alle principalisaline della regione la rendevano particolarmente adatta al commercio.[32] Dopo un primo giuramento unilaterale di fedeltà aSiena, sebbene non sia possibile escludere a priori impegni corrispettivi da parte di quest'ultima di cui si sia persa memoria[34], per il controllo della dogana del sale, fatto dal popolo grossetano nel 1151,[32] gli Aldobrandeschi furono costretti a studiare un piano che garantisse loro la permanenza al potere e, al tempo stesso, il riconoscimento di una larga autonomia alla città.
Dopo alcuni decenni di stallo, si giunse al riconoscimento formale del comune proprio agli inizi del XIII secolo e, nel 1204, venne approvato il primo statuto, la cosiddettaCarta delle Libertà, dove erano stabilite le relazioni di tipo socioeconomico e giurisdizionale tra i conti e i cittadini di Grosseto e in particolare la facoltà, per questi ultimi, di eleggere dei consolisicuti antiquitus consuevit, istituzionalizzando, quindi, quello che era da tempo uno stato di fatto esistente fin dagli ultimi decenni del 1100[34]. Nel 1222 venne confermata la possibilità ai cittadini di nominare i consoli, un podestà e i consiglieri; tale provvedimento portò i Grossetani a ripudiare l'atto di giuramento fatto a Siena il secolo precedente. Dopo un tentativo dei Senesi di ristabilire l'ordine, con l'assedio del 1224 (con il concorso degliAldobrandeschi che si obbligarono a rimanere nel loro palazzo munito di torre e a combattere contro i cittadini grossetani[34]), il libero comune di Grosseto assumeva nel corso del tempo sempre più autonomia, grazie anche alla progressiva diminuzione delle prerogative degliAldobrandeschi a cui faceva da contraltare l'ingombrante presenza di Siena, in un sistema di alleanza senese-grossetana (1251, 1262, 1277) con quest'ultima in posizione predominante[34]. Fu in questi anni, tra il 1243 e il 1246, che l'imperatoreFederico II di Svevia raggiungeva Grosseto per trascorrervi l'intera stagione invernale, grazie al clima mite e ad estese aree umide attorno alla città, dove poteva praticare la caccia e lafalconeria: nel marzo del 1246 Federico II abbandonò precipitosamente la città dopo essere stato informato dellacongiura di Capaccio, evento ricordato anche da un'iscrizione sulla facciata diPalazzo Aldobrandeschi.
Gli Aldobrandeschi cercarono di riconquistare i domini perduti provocando come reazione, nel febbraio del 1260, l'assedio della città da parte delle truppe di Re Manfredi (guidate da Giordano D'Agliano) e di Siena, al fine di pacificare l'area. Ottenuto il controllo del centro urbano, Re Manfredi gli concesse un ampio privilegio e prese sotto la sua protezione la città e i suoi abitanti, confermando loro anche la possibilità di eleggere un podestà come da consuetudine e mettendola al riparo dalle mire senesi di acquisirne il controllo[34]. Grosseto si schierò a fianco di Siena nellabattaglia di Montaperti[35] e due suoi ambasciatori presenziarono alle trattative di pace tra Senesi e Fiorentini, a Castelfiorentino nel novembre 1260[34]. Nel 1266 gli Aldobrandeschi si impadronirono della città grazie all'aiuto dell'esercito di Orvieto, di alcuni fuoriusciti senesi, dei conti Pannocchieschi e con il probabile contributo di molti cittadini grossetani nel tentativo di sottrarla all'orbita politica senese ma i Senesi sei giorni dopo presero il controllo della città scacciando gli Orvietani[34]. L'anno successivo il papaClemente IV scomunicò la città, insieme a Siena, Pisa e San Miniato.
Bino degli Abati del Malia, visconte diBatignano, feudatario degli Aldobrandeschi, approfittò di una crisi interna che Siena stava vivendo nel 1310 per guidare una rivolta e cacciare i Senesi da Grosseto.[32] Nel 1312, iniziò il lungo dominio degli Abati del Malia sulla città maremmana, che fu riconosciuto pure da Siena con una trattativa di pace tra laRepubblica e iconti di Santa Fiora il 17 aprile 1317.
Il comune di Grosseto quindi mantenne la sua autonomia e laiurisdictio sul proprio ampio distretto ancora fino all'inizio del quarto decennio del Trecento. Nel 1324 il giuristaCino da Pistoia prese in esame lo status giuridico delle relazioni tra le due città ed escluse l'inserimento perpetuo della città di Grosseto nella giurisdizione senese[34]. Nei trattati di pace negoziati tra Pisa e le città guelfe di Toscana, Grosseto è compresa tra queste ultime come città alleata di Siena[36]. In questo periodo (antecente alla grande peste del 1348) la popolazione della città è stimabile tra 7000 e 8 000 abitanti.[37]
Dopo aver recuperato temporaneamente la libertà, la città di Grossetosi trovò assediata nel settembre 1328 dalle truppe diLudovico il Bavaro e dell'antipapa Niccolò V, di ritorno da Roma, che chiedevano viveri, doni e fedeltà e obbedienza all'imperatore. Al rifiuto e alla difesa dei grossetani, l'imperatore, non riuscendo a espugnare la città, dovette ritirarsi dopo quattro giorni di assedio.[32]
Nel corso del XIV secolo la città subì una o due disastrose alluvioni (1308 e 1333) che allontanarono dalla città il corso dell'Ombrone, privandola del suo porto fluviale. Negli stessi anni, fra il 1334 e il 1336, scacciati gli Abati del Malia, lo Stato di Siena conquistò definitivamente Grosseto, inserendola nel suo stato comecittà capitolata, ed estese il suo dominio su tutta la Toscana meridionale.[32] La serie negativa di eventi non si era però esaurita: la micidiale epidemia dipeste nera che devastò l'Europa fra il 1347 e il 1350 raggiunse nel 1348 la Toscana: è stato calcolato che i morti furono fra il 30% e il 50% della popolazione delle zone colpite. La Maremma, caratterizzata in tutti i tempi da una densità demografica tendenzialmente bassa, subì un vero tracollo demografico da cui non sarebbe riuscita a riprendersi fino al XX secolo.
Negli anni 1355 e 1356 si ebbero gli ultimi, effimeri, tentativi di ribellione al dominio senese che Siena stroncò in breve tempo, costringendo i Grossetani a rinunciare a tutti i privilegi che si competevano al comune di Grosseto in virtù di qualsivoglia concessione e sui quali fondavano le loro aspirazioni di indipendenza[36].
La fortezza medicea che ingloba il preesistente cassero medievaleLa provincia di Grosseto
Quando a metà XVI secolo iMedici sottomisero Siena, anche Grosseto ne seguì la sorte.[32] La città, vicina al mare e ai confini del Granducato, aveva per i Medici una grande importanza strategica mentre il territorio circostante poteva diventare la principale fonte di approvvigionamento di grano per Firenze. Dopo vari assedi iniziati nel 1554, Grosseto venne conquistata dai Medici nel luglio 1557, quando le truppe diCosimo I entrarono in città; lapace di Cateau-Cambrésis del 1559 sanciva ufficialmente il definitivo passaggio nelGranducato di Toscana.[32]Nel 1574Francesco I commissionò i lavori per la costruzione di una nuova e più ampia cinta muraria, ancor più fortificata di quella preesistente, che rendesse inespugnabile il centro cittadino. Lemura di Grosseto furono progettate daBaldassarre Lanci e i lavori di costruzione furono da lui personalmente diretti: alla sua morte, fu sostituito dal figlio Marino, e successivamente dall'ingegnereSimone Genga. La nuova cinta muraria fu completata nel 1593.[32] Tuttavia, ormai Grosseto era stata trasformata in un fortino, sede di guarnigioni militari, e la popolazione stabile calava sempre di più. Terra in larga parte palustre e poco urbanizzata, nel 1745 contava una popolazione di appena 648 abitanti.[38]
Fu soltanto a partire dal XVIII secolo, con iLorena, che la città iniziò nuovamente a riprendersi lentamente. Il 18 marzo 1766Pietro Leopoldo divise il territorio delloStato Nuovo di Siena in due province e fu istituita laProvincia senese inferiore, con capoluogo Grosseto. Grazie alle riforme leopoldine, la città andò incontro ad una decisa rinascita economica e culturale.[32] Ciò nonostante, si rese necessaria l'approvazione del "Regolamento per l'estatatura" (1780), a causa della persistenza del rischiomalaria, facendo sì che nella stagione estiva tutti gli uffici istituzionali fossero trasferiti nella vicinaScansano.[32]
Le riforme dei Lorena vennero interrotte con l'occupazione delle truppe francesi (1796) che si protrasse a più riprese fino al 1808, anno dell'annessione allaFrancia napoleonica, con l'accorpamento degliarrondissement di Grosseto, Montepulciano e Siena nelDipartimento dell'Ombrone. IlCongresso di Vienna del 1815 sancì il ritorno del Granducato di Toscana nelle mani diFerdinando III di Toscana, al quale succedette il figlioLeopoldo II a partire dal 1824. Il 1º novembre 1825 fu così istituito ilCompartimento di Grosseto, che sopravvisse fino all'Unità d'Italia: il suo territorio fu suddiviso nei distretti del capoluogo, diArcidosso e diOrbetello.
Il granduca Leopoldo II governò fino al 1859, impegnandosi costantemente e in prima persona al completamento delle opere di bonifica, affidando gli incarichi ad importanti personalità come gli ingegneriVittorio Fossombroni eAlessandro Manetti, e mettendo le basi per un ammodernamento e un sensibile miglioramento delle condizioni socio-economiche di Grosseto e del suo territorio. Il granduca è stato sicuramente l'uomo politico più apprezzato e amato dalla popolazione nella millenaria storia della città, tanto da essere affettuosamente soprannominato "Canapone", per il colore dei capelli e della barba, e onorato con unmonumento scultoreo a lui dedicato, collocato inpiazza Dante nel 1846. Nel marzo 1860 il plebiscito che si svolse nel Granducato di Toscana sancì l'annessione allo Stato sabaudo, entrando così a far parte delRegno d'Italia.
Il palazzo delle PostePanorama di Grosseto nel 1935
Grosseto, ormai capoluogo della vastaProvincia di Grosseto, a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo iniziò un'espansione senza pari nella sua storia, con la costruzione di nuovi sobborghi al di fuori della cinta muraria. Nel 1897, grazie all'interessamento del politicoEttore Socci, venne abolita l'estatatura ed iniziò un florido periodo per l'architettura grossetana, con la realizzazione di numerosi edifici nell'ottica dell'eclettismo dei revivalneoclassici,neorinascimentale eneogotici, con una fiorente stagioneliberty nei primi anni del XX secolo.[32]
Tra i principali eventi del nuovo secolo, si ricorda soprattutto il tragicobombardamento del 26 aprile 1943, unlunedì dell'Angelo, che nelle ore centrali della giornata causò numerose vittime innocenti, tra i quali anche bambini e ragazzi che si trovavano per le vie del centro o nei parchi cittadini per trascorrere la giornata di festa. Un altro triste episodio si verificò quasi un anno dopo nelle campagne poco fuoriIstia d'Ombrone. Nella zona avevano trovato rifugio numerosi renitenti alla leva, pacifisti che non avevano risposto alla chiamata alle armi dellaRepubblica Sociale Italiana. All'alba del 22 marzo 1944 fu catturato il gruppo di undici persone, tutti giovani, che furono tutti quanti fucilati al termine di un processo sommario tenutosi all'interno della scuola di Maiano Lavacchio che precedentemente era stata appositamente sgomberata: il triste avvenimento è passato alla storia come l'eccidio di Maiano Lavacchio.[39]
Nel dopoguerra continuò la crescita esponenziale della città, con la costruzione di moderni quartieri e lo sviluppo urbanistico delle frazioni balneari. Tra gli avvenimenti significativi, si segnala la disastrosaalluvione del 4 novembre 1966 che devastò la città. Grosseto nel ventunesimo secolo è una città con più di 80 000 abitanti, la cui crescita non pare arrestarsi; risulta essere un importante polo agricolo, nonché centro di vari servizi e una località balneare di rilevanza internazionale.
Inizialmente, lostemma della città di Grosseto era costituito unicamente dalgrifone, mitico animale alato che rievoca la cultura e le origini dei cittadini grossetani, riconducibili al popolo etrusco che, fin dal VII secolo a.C., si era insediato ed aveva abitato l'anticaRoselle, città che ha costituito le vestigia del capoluogo maremmano.
In epoca medievale il grifone fu collocato sopra uno scudo rosso che rappresentava la vicinanza alpartito ghibellino. Non è conosciuta la data dell'aggiunta dellostocco, anche se la tradizione popolare fa risalire questo fatto al 1328, anno in cui i grossetani resistettero all'assedio diLudovico il Bavaro.[28]
«Alla Città di Grosseto» — Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio, 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 27 maggio 1911, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 30 giugno 1911
Duomo di San LorenzoChiesa dei Bigi, sede del Polo Culturale "Le Clarisse"Convento di San Francesco, esterno
Tra i più noti edifici religiosi della città si ricordano:
Cattedrale di San Lorenzo, o semplicemente duomo di Grosseto, è situata nella principale piazza della città ed è stata edificata tra il 1294 e il 1302 su progetto dell'architetto Sozzo di Rustichino, nel luogo dove precedentemente sorgeva l'alto-medievalepieve di Santa Maria. Lavori di completamento furono poi effettuati tra il 1330 e il 1340, ed infine la struttura fu rifatta nel XVI secolo ad opera di Anton Maria Lari. Ulteriori ristrutturazioni tra il 1840 e il 1865 hanno successivamente modificato l'aspetto rinascimentale dell'edificio, nel tentativo di riportarlo alle primitive forme medievali. Nel 2013 viene realizzata sul fianco destro della chiesa una pedana in marmo per l'accesso ai disabili. La facciata si presenta sulla scorta del gusto di matrice romanica per la bicromia bianco-rossa (marmo rosso di Caldana) e per le forme goticheggianti; su di essa sono poste le statue deiquattro evangelisti, risalenti al XIV secolo, un belrosone centrale con la raffigurazione delRedentore, due chioschetti cinquecenteschi laterali, un ballatoio con colonnine originarie, un timpano con immagini religiose (1897) dell'artista Leopoldo Maccari. All'interno sono conservate alcune opere, tra cui: un'acquasantiera del 1506; unfonte battesimale di Antonio Ghini; le due vetrate realizzate su disegno diBenvenuto di Giovanni raffiguranti la primaIsaia e Michea, l'Annunciazione, i santi Pietro apostolo e Gerolamo, le sante Caterina d'Alessandria e Maria Maddalena, la secondala Fede e la Speranza, i santi Michele arcangelo, Giovanni Battista, Bartolomeo apostolo, Ludovico, Lorenzo e Sebastiano; unCrocifisso ligneo policromo della seconda metà del XV secolo; due angeli reggi-candelabro di Domenico Arrighetti; infine, la venerataMadonna delle Grazie, nella cappella sinistra del transetto, parte centrale di una tavola diMatteo di Giovanni, databile al 1470. Molte delle opere d'arte originariamente situate nel duomo sono conservate nelmuseo d'arte sacra della diocesi di Grosseto.[40][41][42][43]
Chiesa di San Pietro, situata lungoCorso Carducci, è la più antica chiesa di Grosseto. Originariamente posizionata lungo il tragitto dell'anticavia Aurelia – che attraversava proprio il centro cittadino – è ricordata nella bolla di Clemente III del 1188. Di semplici e spoglie linee architettoniche, pare risalire originariamente all'VIII secolo, anche se ha subito sostanziosi ampliamenti tra il IX e il XII secolo e l'aspetto nel ventunesimo secolo è dovuto in parte ad alcuni restauri seicenteschi e settecenteschi, mentre il campanile è stato innalzato nel 1625. Sulla facciata, di fianco alle lesene che delimitano il portale, sono presenti quattro bassorilievi (due per ogni lato), databili tra il periodo bizantino e l'epoca alto-medievale: un bassorilievo raffigura elementi vegetali, su un altro è scolpita una figura umana, mentre gli altri due si caratterizzano per una serie di animali.[44][45]
Chiesa di San Francesco, situata nell'omonima piazza del centro storico, è stata consacrata nel 1289 quando ne presero possesso i francescani, a seguito della riedificazione dell'edificio sul luogo di una più antica chiesa dedicata a san Fortunato e appartenente ai benedettini, i quali l'abbandonarono nel 1230. Lavori di ristrutturazioni successive hanno in parte modificato l'aspetto originario e agli inizi del XX secolo fu ricostruito il campanile, rialzato di un piano, danneggiato da un fulmine nel 1917. Sulla facciata è posto un piccolo rosone e sopra al portale una lunetta con l'affresco di Giuseppe Casucci raffigurante isanti Francesco d'Assisi e Lorenzo. All'interno, tra le varie opere, spicca soprattutto ilCrocifisso ligneo duecentesco con dubbia attribuzione, oscillante traDuccio di Buoninsegna, il Maestro di Badia ad Isola eGuido di Graziano.[46] Addossato al lato sinistro della chiesa si trova il convento con il chiostro, caratterizzato dalla presenza del cinquecentescopozzo della Bufala.[47][48]
Chiesa dei Santi Gherardo e Ludovico, detta dei Bigi, situata inpiazza Baccarini a poca distanza dalle chiese di San Pietro e di San Francesco, è stata costruita nel 1585 insieme all'annesso convento delle clarisse. Sconsacrato agli inizi del XX secolo, è stato restaurato nel 2005 ed ha ospitato ilmuseolab della città di Grosseto e la sede del corso di archeologia del Polo Universitario Grossetano. Conserva la decorazione in stucco degli altari barocchi opera del luganese Domenico Notari.[49]
Chiesa di San Giuseppe, chiesa parrocchiale dell'omonima zona del quartiere diBarbanella, è stata costruita dal 1935 al 1940, su progetto diErnesto Ganelli. La consacrazione ufficiale fu tenuta il 14 aprile 1940. Si presenta in un monumentale stile neoromanico.[51]
Chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, chiesa parrocchiale dei quartieri ad est del centro storico, è stata costruita tra il 1946 e il 1951 in stile neoromanico. La consacrazione ufficiale fu tenuta il 29 aprile 1951.[52]
Basilica del Sacro Cuore di Gesù, imponente chiesa situata lungo viale della Pace, fu fortemente voluta dal vescovoPaolo Galeazzi a ricordo delle vittime delbombardamento di Grosseto del 26 aprile 1943. Eretta in parrocchia il 2 febbraio 1949, iniziò la sua attività già dal 2 ottobre dello stesso anno nei locali della casa canonica prima e dell'asilo infantile poi. Il 12 giugno 1954 iniziarono i lavori della chiesa, su progetto di Ernesto Ganelli. La consacrazione fu effettuata il 26 aprile 1958. La facciata è preceduta da una gradinata ed è interamente rivestita in travertino: su di essa sono poste le quattro statue in bronzo degli evangelisti realizzate daTolomeo Faccendi. Sul fianco destro si eleva il campanile di 75 metri a forma ottagonale, mentre l'intero edificio è sovrastato dalla cupola poligonale di 55 metri, rivestita in rame, con una lanterna sovrastata da una statua dorata di Gesù a braccia aperte che simboleggia ilSacro Cuore. L'interno si caratterizza per le opere in bronzo dello scultore Faccendi e per la cripta in ricordo delle vittime del bombardamento con la tomba in marmo del vescovo Galeazzi.[53]
Abbazia di San Rabano, situata nelParco naturale della Maremma ad una altezza di circa 320 metri sul livello del mare, in una sella tra poggio Uccellina (347 m) e poggio Lecci (417 m), è citata per la prima volta in un documento del 1101 comeSanta Maria Alborensis. Monastero benedettino, fu ceduto all'ordine deicavalieri di Gerusalemme nel 1307, per poi venire definitivamente abbandonato nel XVI secolo in seguito alla costruzione dellachiesa di Sant'Antonio Abate adAlberese. Si presenta sotto forma di imponenti ruderi, che conservano ancora la monumentale torre campanaria.[54]
Abbazia di San Pancrazio al Fango, situata al limite est del territorio comunale, al confine con quello diCastiglione della Pescaia, poco distante daiPonti di Badia, su di un'altura nota come Isola Clodia. In epoca romana qui sorgeva una villa, citata anche daCicerone nelPro Milone, mentre l'edificazione della chiesa è da far risalire al periodo alto-medievale, come possedimento dell'abbazia di Sant'Antimo, che poi lo cedette all'abbazia di Sestinga nella seconda metà del XII secolo; nel ventunesimo secolo si presenta sotto forma di ruderi.
Palazzo AldobrandeschiIl cassero del salePalazzo Tognetti
Tra i principali palazzi della città si ricordano:
Palazzo Aldobrandeschi, noto anche come Palazzo della Provincia, si trova in piazza Dante ed è stato costruito a partire dal 5 aprile 1900, dopo la demolizione del precedente Palazzo Pretorio, avvenuta nell'autunno dell'anno precedente. Il progetto è stato realizzato dall'architettoLorenzo Porciatti, con alcune modifiche effettuate a lavori in corso daGuglielmo Calderini. L'edificio, in stileneogotico che richiama gli elementi stilistici del medioevo senese, è stato inaugurato il 31 maggio 1903 e da allora ospita la sede dellaProvincia di Grosseto.
Palazzo Comunale, situato in piazza Duomo, ospita la giunta, il consiglio e gli uffici amministrativi del Comune di Grosseto. L'edificio è stato realizzato a partire dal 1867 su progetto di Giovanni Clive, in uno stile eclettico prevalentemente neo-rinascimentale. Precedentemente la sede del Comune era ospitata presso il Palazzo Pretorio – poi trasformato nell'attuale Palazzo della Provincia – e qui sorgeva invece l'anticachiesa di San Giovanni decollato, già sconsacrata ed adibita a magazzino prima della sua demolizione.
Cassero del Sale, situato inpiazza del Sale nei pressi diPorta Vecchia, è stato costruito nel XIII secolo come punto di raccolta e di distribuzione del sale che veniva estratto lungo la costa. La grande quantità di sale immagazzinata a Grosseto era famosa tanto che venne citata dal poetaCecco Angiolieri in una delle sue rime.[55] L'aspetto attuale è dovuto a numerosi interventi iniziati nel XVI secolo quando vi furono addossate le mura medicee e continuati in età moderna con l'aggiunta di una scala esterna di accesso al primo piano. Nella piazza sono visibili i resti del "nuovo cassero del sale" realizzato dai senesi nel XIV secolo per affiancare quello più antico. Durante il dominio mediceo l'edificio fu distrutto, ma una delle quattro pareti fu però risparmiata per essere inglobata nella nuova cortina muraria.
Teatro degli Industri, situato lungovia Mazzini, è lo storico teatro di Grosseto. Risalente al 1819, è stato completamente ricostruito fra il 1888 e il 1892 su progetto dell'architetto Augusto Corbi e sotto la direzione dell'ingegnere Ferdinando Ponticelli. Ulteriori restauri furono effettuati nel 1967, dopo l'alluvione, ad opera dell'architetto Giuliano Bernardini, e fra il 1989 e il 1990, nell'ambito del progetto integrato Regione Toscana-FIO per il restauro dei teatri, sotto la direzione dell'ingegnere Giancarlo Fedeli.[56]
Palazzo del Genio Civile, situato lungo Corso Carducci, ospita gli uffici del genio civile, ed è stato inaugurato nel gennaio del 1911. Nel 1929 viene realizzato un primo ampliamento, su progetto dell'ingegner Corrado Costa, che comporta la realizzazione del fronte posteriore, differenziato stilisticamente rispetto alla facciata. L'edificio si presenta decorato in stile liberty.
Palazzo Tognetti, situato lungo Corso Carducci, all'angolo con via Cairoli, è stato realizzato per conto dei fratelli Tognetti, proprietari di un'agenzia giornalistica, su progetto dell'ingegnere Giuseppe Luciani nel 1910. Si tratta di uno dei massimi esempi diliberty a Grosseto.
Centro Allevamento Quadrupedi, situato pochi chilometri a ovest della città lungo la strada perCastiglione della Pescaia, era originariamente una tenuta di caccia granducale, passata all'Esercito Italiano dopo l'Unità d'Italia. Oltre all'allevamento dei cavalli, vi è il Centro Militare Veterinario. Il complesso include numerose architetture prevalentemente in stile neomedievale, oltre alla cappella gentilizia.
Fattoria di Barbanella, nota come Villa Ricasoli, situata in via Giacosa, è un'architettura di origine tardo-cinquecentesca, proprietà dei fratelli Antonio e Ubaldo Andreini nel XVIII secolo e in seguito proprietà del baroneBettino Ricasoli a partire dal 1855, che gli conferì l'aspetto che porta ancora nel ventunesimo secolo. Primo edificio del quartiereBarbanella, sviluppatosi intorno ad esso solo a partire dagli anni venti del XX secolo, è suddiviso in più unità abitative.
Fattoria di Gorarella, nota come Fattoria Ricasoli, si trova oltre il ponte delle Quattro Strade e costituisce il primo edificio del moderno quartiere diGorarella, nato solamente dopo il disegno urbanistico diLuigi Piccinato del 1966. Fu proprietà diVincenzo Ricasoli a partire dal 1854. Dopo anni di abbandono e degrado, la fattoria fu recuperata da una serie di interventi effettuati tra il 1999 e il 2007, con la costruzione, nell'area intorno all'edificio, di una decina di villette mono o bifamiliari; nel ventunesimo secolo la fattoria è suddivisa in più unità abitative.
Fattoria di San Giovanni, situata in via Orbetello, nell'omonima località ai margini del quartiere di Gorarella, nacque come chiesa nel XII secolo appartenente all'ordine dei gerosolimitani e passò tra la fine del XIII e i primi del XIV secolo ai guglielmiti che vi annetterono un ospedale. Importante chiesa periferica della Grosseto medievale, cadde in declino nel corso dei secoli per l'aumentare del rischio malaria, data la posizione troppo vicina alle paludi costiere. Nel corso delle bonifiche settecentesche, il complesso fu trasformato in fattoria ed è divenuto di proprietà privata; nel ventunesimo secolo si presenta come una villa immersa nel verde, intorno alla quale è stato realizzato un comprensorio di villette noto comunemente con il nome di Oliveto.
Fattoria di Grancia, situata nell'omonima località oltre il fiumeOmbrone a sud-est del capoluogo, sorse in epoca medievale come monastero benedettino dedicato a Santa Maria de' Monti, alle dipendenze della non lontanaabbazia di San Rabano. Tra il XIV e il XV secolo iniziò la trasformazione dell'originario complesso monastico in fattoria fortificata ("grangia") che, in epoca rinascimentale, passò alle dipendenze dellospedale di Santa Maria della Scala di Siena. Nel tardo Cinquecento i Medici cedettero il complesso allospedale della Misericordia di Grosseto, mentre la gestione fu affidata ai francescani. Dopo l'abbandono nella metà del XVIII secolo, nel corso del secolo successivo i baroni Ricasoli di Firenze acquistarono la struttura e la trasformarono nell'attuale fattoria.
Fattoria di Principina, situata nelle campagne a sud-ovest della città presso la frazione diPrincipina Terra, ebbe il periodo di massimo splendore tra la fine del XVIII e i primi del XIX secolo, quando era proprietà della famiglia Ponticelli.
Fattoria Acquisti, situata all'estremità settentrionale del comune di Grosseto, si trova pochi chilometri a ovest del moderno abitato diBraccagni. La tenuta è così denominata perché molti dei suoi terreni divennero coltivabili a seguito delle grandi opere di bonifica idraulica iniziate nel XVIII secolo.
Villa granducale di Alberese, situata su un'altura che domina il borgo diAlberese, nel Parco naturale della Maremma, è stata edificata nel corso del XV secolo come sede dell'Ordine dei cavalieri di Malta. Divenuta successivamente dimora granducale, subì sostanziali lavori di ristrutturazione nel corso del XVIII secolo, che trasformarono l'antico edificio in villa-fattoria, ad opera deiLorena; è sede dell'azienda agricola di Alberese, centro di rappresentanza della Regione Toscana, istituita nel 1999.
Villino Panichi, situato su piazza della Vasca, è stato costruito su progetto dell'architettoLorenzo Porciatti nel 1900. Si presenta come un villino in stile liberty.
Villino Pastorelli, situato in via IV Novembre, è stato costruito tra il 1908 e il 1913 su progetto di Lorenzo Porciatti per l'agricoltore e proprietario terriero Giuseppe Millanta. Successivamente passò di proprietà all'avvocato Pastorelli, che qui aprì il suo studio legale, il quale conferì all'edificio la denominazione che porta ancora nel ventunesimo secolo. Tra il 1942 e il 1943 fu poi proprietà della famiglia Marangoni che lo adattò ad albergo-ristorante. Nel secondo dopoguerra fu acquistato dalla Banca Nazionale dell'Agricoltura e successivamente dal Monte dei Paschi di Siena. Si presenta in uno stileneogotico con torri merlate medievaleggianti.
Il Pozzo della Bufala, nel chiostro del Convento di San Francesco
Pozzo dello Spedale, realizzato poco dopo la metà del Quattrocento, si trova inPiazza San Francesco di fronte alla parte posteriore del fianco laterale destro dellaChiesa di San Francesco. Riforniva le abitazioni della parte settentrionale del centro storico.
Pozzo della Fortezza, situato nellaPiazza d'Armi all'interno delBastione Fortezza che delimita il complesso fortificato dellaCittadella, fu costruito in epoca cinquecentesca per l'approvvigionamento idrico delle sentinelle che vi stazionavano.
Scorcio delle Mura MediceeLa Porta Grossetana, nella vicina frazione d'Istia d'Ombrone
Mura di Grosseto: il perimetro murario della città di Grosseto è uno dei rari esempi in Italia di cinte murarie pervenute pressoché integre fino ai giorni nostri. La primitiva cinta a difesa della città fu realizzata nel XII secolo, ma furono demolite ben presto dai senesi quando presero possesso della città nel XIV secolo. Le mura senesi comprendevano quattro porte lungo il perimetro:Porta di San Michele,Porta di Santa Lucia, Porta di San Pietro e Porta Cittadina. Della cinta medievale sopravvivono solamente laPorta Vecchia e ilcassero, con la porta di Santa Lucia in seguito inglobata all'interno della Fortezza. A partire dalla metà del XVI secolo, iMedici commissionarono aBaldassarre Lanci la progettazione delle nuove mura, con la caratteristica forma esagonale che presentano ancora nel ventunesimo secolo. Con l'avvento deiLorena, nel XIX secolo fu decisa la trasformazione della cinta muraria in passeggiata e i camminamenti furono mutati in parco alberato. I sei bastioni delle mura sono, in senso orario partendo da nord: ilbastione Rimembranza (già baluardo di San Francesco); ilbastione Fortezza (comprendente ibaluardi di Santa Lucia edella Vittoria); ilbastione Maiano (già baluardo delle Palle); ilbastione Cavallerizza (già baluardo dell'Oriolo); ilbastione Molino a Vento (già baluardo di San Michele); ilbastione Garibaldi (già baluardo delle Monache). A nord si aprivaPorta Nuova, demolita nel XIX secolo e sostituita da una cancellata in ferro, la cosiddetta "Barriera", poi smantellata negli anni venti del XX secolo e consiste nell'unico tratto delle mura non più presente; ad est si apriva la porta di Santa Lucia, scomparsa, mentre sono presenti due accessi, l'arco del Vallo degli Arcieri e il ponte Amiata, viadotto sospeso di recente realizzazione; a sud si apre la Porta Vecchia, già Porta Reale; ad ovest si aprono laPorta Corsica, realizzata negli anni trenta del XX secolo in sostituzione della scomparsa porta di San Michele, ed il piccolo arco del passo Jago Fuligni.
Mura di Batignano: durante il XII secolo fu realizzata una prima fortificazione per difendere l'area signorile situata nella parte sommitale dell'abitato. A testimonianza di questo primitivo nucleo castrense rimane il cosiddetto cassero. Tra il XIII e il XIV secolo furono costruite le nuove mura che delimitarono un'area più ampia dopo lo sviluppo del borgo nel corso degli anni. Lungo il perimetro si aprono laPorta Grossetana, verso ovest, e laPorta Senese, rivolta a est.
Mura di Montepescali: la prima fortificazione del borgo fu costruita tra il X e l'XI secolo, per poi essere ampliata nei secoli successivi a partire dal XIII secolo. I documenti testimoniano la sua esistenza a partire dal 1147. Sono riconoscibili le due porte di accesso (Porta Vecchia e Porta Nuova), due torrioni denominatitorre del Belvedere etorre del Guascone, e il caratteristicobaluardo a tre punte, parzialmente modificato nei primi del XX secolo per permettere l'allargamento della sede stradale.
Mura di Istia d'Ombrone: una prima fortificazione fu costruita tra il IX e il X secolo a protezione del borgo, dove sorgeva l'area signorile che comprendeva anche una residenza dei vescovi di Roselle. Successivamente altre ristrutturazioni si verificarono tra il XII e il XV secolo. Lungo le mura si aprono due porte: laPorta Grossetana, in posizione sud-occidentale, e la cosiddettaPortaccia, rivolta verso nord-est.
Cassero Senese, chiamato comunemente Fortezza, risale al XIV secolo e si tratta dell'unico elemento architettonico – assieme a Porta Vecchia – della cinta muraria di epoca medievale che è stato risparmiato durante i lavori di ricostruzione delle mura avvenuti a partire dalla seconda metà del XVI secolo. L'edificio, che svetta sulbastione Fortezza sul quale è situato, è stato adibito a sede del distretto militare tra il XIX e il XX secolo, per poi finire abbandonato e rimanere per anni in stato di degrado. A partire dal 1978 sono iniziati una serie di recuperi dell'intera area muraria che hanno riportato il cassero all'antico aspetto; è utilizzato principalmente per l'esposizione di mostre di carattere artistico e fotografico.
Forte di San Rocco, situato nella frazione diMarina di Grosseto, si tratta di un complesso fortificato realizzato nel 1793 dal granduca Ferdinando III con funzioni di avvistamento; è adibito ad uso residenziale.[60]
Forte delle Marze, situato nel tratto costiero che da Marina di Grosseto arriva aCastiglione della Pescaia, si tratta di una struttura fortificata realizzata nel XVIII secolo sul luogo di una precedente torre di avvistamento, e svolse funzioni di avvistamento, difesa e raccolta del sale. Trasformato successivamente in villa, è di proprietà privata.
Tino di Moscona, situato sulPoggio di Moscona, altura che si eleva a nord-est della città di fronte all'area archeologica di Roselle, è una struttura muraria circolare inserita a un'estremità di una cinta muraria più estesa costruita con pietre a secco, risalente al periodo medievale. L'area risulta abitata nelperiodo villanoviano, poi fu sede di un centro fortificato di età ellenistica per essere rioccupato nel XII-XIII secolo per breve periodo come sede del castello di Montecurliano.
Torre della Trappola, costruita in epoca medievale a sud diPrincipina a Mare presso l'argine destro dell'Ombrone, era parte integrante di un complesso dove vi erano anche le saline ed una chiesa. Svolgeva funzioni di difesa, offesa e di guardia, potendo comunicare sia a nord che a sud con le altre strutture del sistema difensivo costiero.
Torre di Castel Marino, costruita nel corso del XIII secolo su un poggio nel cuore del Parco naturale della Maremma presso Marina di Alberese, svolgeva funzioni di difesa e di avvistamento; con la costruzione della vicina torre di Collelungo, fu gradualmente dismessa.
Torre di Collelungo, situata su un modesto promontorio del Parco naturale della Maremma proprio dinanzi all'omonima spiaggia, è una delle torri meglio conservate del litorale grossetano. Fu costruita nel XVI secolo nel luogo dove probabilmente vi era una preesistente fortificazione.
Torre dell'Uccellina, edificata durante il XIV secolo lungo il crinale deimonti dell'Uccellina, con funzioni di avvistamento e di difesa della vicina abbazia di San Rabano, del cui complesso è parte integrante.
Monumento a Canapone, complesso scultoreo posto al centro della piazza principale di Grosseto, è stato realizzato nel 1846 dall'artistaLuigi Magi. La scultura rappresenta il granduca in atto di sorreggere con la mano sinistra una donna che stringe tra le braccia un bambino morente (allegoria della Maremma colpita dalla malaria), e con la destra un bambino vivace e sorridente (la speranza del futuro), mentre con il piede schiaccia la testa di un serpente (la malaria), che è divorato da un grifone (la città di Grosseto) posto alle sue spalle.
Monumento aGiuseppe Garibaldi, situato sul bastione che porta il suo nome, è stato realizzato dallo scultoreTito Sarrocchi ed inaugurato il 2 giugno 1884. Originariamente collocato sul bastione Rimembranza, è stato trasferito nell'attuale sede nel 1923.
Monumento ad Ettore Socci, eretto il 24 novembre 1907 con intervento finanziario (200 lire) dello stesso comune di Grosseto, fu realizzato dallo scultoreEmilio Gallori in onore aEttore Socci, repubblicano, cittadino onorario e deputato del Collegio di Grosseto.
Monumento ai caduti per la patria, situato sulbastione Rimembranza, consiste nella modificazione del monumento ai caduti delle battaglie risorgimentali inizialmente posto in piazza della Vasca e realizzato nel 1896 su progetto di Ippolito e Giuseppe Luciani. La modifica è stata effettuata nel 1921 per onorare anche i caduti della prima guerra mondiale ed è stato posto nella sua attuale sede nel 1929, con l'inaugurazione del Parco della Rimembranza.
Cippo idraulico di via Ximenes, situato nel parco Pollini di via Ximenes, nei pressi diPorta Corsica, si presenta a tre lati, e su ogni lato si trovano, oltre i volti dei personaggi illustri della bonifica realizzati da Tito Sarrocchi, le piccole vasche sormontate da uno stemma del grifone dove si trovavano i rubinetti da cui usciva l'acqua. Orientato verso ovest vi si trova il volto scolpito diLeonardo Ximenes, verso nord il volto scolpito dell'abatePio Fantoni, verso sud il volto scolpito diSallustio Bandini.
Colonna dei bandi, collocata all'angolo tra la facciata principale e il fianco laterale destro della cattedrale, risale alII secolo d.C. ed è stata rinvenuta nel 1863 presso casa Passerini (Roselle); la colonna ne sostituisce una precedente la cui presenza nella piazza è documentata sin dal XVII secolo.
Monumento al badilante, scultura in bronzo dell'artista Antonio Lazari, è dedicato al ricordo della figura del badilante delle bonifiche agrarie, ed è situato nei pressi del Ponte Massa nel punto dove scorreva il canale diversivo dell'Ombrone.
Scorcio di Piazza DanteScorcio di Piazza della Palma
Piazza Dante, principale piazza cittadina, nota anche come Piazza delle Catene, è stata realizzata in forma trapezoidale tra il XIII e il XIV secolo. Da sempre il cuore della vita civile e religiosa della città, al centro vi è collocato ilmonumento a Canapone; vi si affacciano ilduomo, ilPalazzo Comunale,Palazzo Aldobrandeschi (sede dellaprovincia). Il lato meridionale e quello occidentale sono caratterizzati da una serie di edifici che si articolano sopra un comuneloggiato-porticato, che si sviluppa ad L senza soluzioni di continuità. All'angolo destro della facciata del duomo spicca la presenza dellacolonna dei bandi.
Piazza della Palma, di forma rettangolare e così denominata per la presenza di unapalma secolare, si estende in direzione nord-sud. Nella parte nord-occidentale della piazza, si affacciano l'area absidale e il campanile dellachiesa della Misericordia.
Piazza del Sale, antica piazza del mercato cittadino prima del suo spostamento fuori delle mura, nota infatti anche come Piazza del Mercato, si estende a forma poligonale tra il tratto sud-occidentale delle mura, Porta Vecchia e il cassero del sale, edificio medievale che le conferisce la denominazione.
Piazza del Popolo, situata all'estremità settentrionale del centro storico, fu realizzata negli anni 1920 in prossimità diPorta Nuova e della cortina muraria che fu parzialmente "tagliata" per avere a disposizione una superficie più ampia. Sul lato meridionale si affaccia l'excasa del fascio.
Piazza della Vasca, dedicata aifratelli Rosselli, viene così denominata per la presenza, al centro, della fontana a forma circolare. Situata fuori delle mura poco oltre Porta Nuova, vi si affacciano alcune delle più imponenti e discusse architetture contemporanee che caratterizzano la città.
Piazza Caduti di Nassirya, ampia piazza situata a est delle mura cittadine, in prossimità delCassero Senese. Inaugurata nel 2004 dal sindaco Alessandro Antichi, è caratterizzata da una pavimentazione in pietra.
Chiasso delle Monache, suggestivo vicolo a doppioarco, che collega strada Vinzaglio alla parte sud-occidentale di piazza San Francesco, attraversando sul piano stradale il Convento delle Clarisse.
Strada Vinzaglio, caratteristica via cittadina che ha inizio dal lato meridionale di piazza Baccarini. Vi si affacciano il convento delle Clarisse, attiguo alla Chiesa dei Bigi, parte del palazzo dell'ex tribunale ed i villini Magrassi e Brogi.
Strada Ginori, caratteristica via del centro storico, che si snoda ad andamento semicircolare, parallelamente al lato nord-orientale dellemura di Grosseto. La strada collega il lato meridionale di piazza San Francesco col lato settentrionale di piazza della Palma; vi si affacciano diversi edifici di origini medievale, tra cui il caratteristico Palazzo Stefanopoli-Porciatti.
Strada Ricasoli, breve via che collega Porta Vecchia a piazza Dante, costituiva il primissimo tratto della via Aurelia che attraversava il centro storico da sud a nord. Tra gli edifici che vi si affacciano il più interessante è sicuramentePalazzo Carmignani, che ospita la calzoleria all'imbocco di piazza del Sale: al suo interno, sono conservati gli originari arredi in stileliberty. È ipotizzabile che nei secoli scorsi fosse la via del Ghetto.[62]
Strada del Giuoco del Cacio, costituisce l'intero anello viario, così denominato fino al XIX secolo, che costeggia internamente l'intera cerchia muraria di Grosseto. Lungo la parte semicircolare occidentale, denominata nel ventunesimo secolo via Mazzini, vi si affacciano ilTeatro degli Industri, Palazzo Mensini (storica sede dellaBiblioteca Chelliana), il monumentale Cinema Marraccini e la villa Mazzoncini, mentre la parte semicircolare orientale, chiamata via Saffi, costeggia le mura tra ilbastione Rimembranza ePorta Vecchia, dove è situato, tra gli altri, il caratteristico palazzo che ospita il carcere cittadino. Il gioco a cui allude il nome della strada si basa su una forma diformaggio (cacio) da far rotolare per la via senza farla cadere; questo popolare gioco è detto ancheruzzola.
Scorcio del sito archeologico etrusco-romano di Roselle
Roselle (sito archeologico): tra gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo, grazie al contributo dell'archeologo Aldo Mazzolai, la città etrusco-romana di Roselle è stata scavata e trasformata in un parco archeologico. Il sito racchiude i resti dell'antica città, dalla sua fondazione in epoca etrusca, al suo splendore di città romana, fino alla sua travagliata storia altomedievale, culminata col definitivo abbandono dell'insediamento a vantaggio della città di Grosseto, dove venne anche trasferita la sede vescovile. Si conservano buona parte delle antichemura ciclopiche di età arcaica (VI secolo a.C.); il foro romano, piazza principale della città sui si affacciano i resti della basilica, sede del tribunale e luogo di discussione di affari; l'augusteo (I secolo d.C.), edificio destinato al culto imperiale; un tempietto (I secolo d.C.); la domus dei mosaici ricca abitazione privata di cui si conservano ampi mosaici pavimentali; la basilica dei Bassi sede delle statue e dei ritratti dell'omonima famiglia romana. Alle pendici della collina nord si osservano i resti delle terme di età adrianea (II secolo d.C.) poi divenute sede della più antica cattedrale cristiana di Roselle (VI secolo d.C.). Sulla collina nord sorge la casa etrusca dell'impluvio e l'anfiteatro di forma ellittica (I secolo d.C.)
Lo Scoglietto: località situata all'interno delParco naturale della Maremma, nell'area traAlberese e lafoce dell'Ombrone, in cui sono stati rinvenuti insediamenti frequentati in un lungo periodo tra il I secolo a.C. ed il VI secolo d.C. È stata documentata sul luogo la presenza di un tempio romano dedicato aDiana Umbronensis, di cui rimangono alcune strutture murarie.
Riserva naturale Diaccia Botrona, area naturale protetta di interesse provinciale, è stata istituita nel 1991 ed è caratterizzata da un ambiente tipico palustre. L'area umida costituisce l'ultimo esempio rimasto dell'antica palude che si è sviluppata dall'antico lago Prile, dopo le bonifiche effettuate nei primi del XX secolo.
Pineta del Tombolo, bosco dimacchia mediterranea di interesse comunitario che si estende lungo il litorale grossetano a nord della foce del fiumeOmbrone, caratterizzato dalla presenza di diverse migliaia di esemplari dipino marittimo e dipino domestico, che si estendono per circa15 km fino aCastiglione della Pescaia, interessando le frazioni comunali costiere diPrincipina a Mare eMarina di Grosseto. Nell'estate del 2012, tra il 18 e il 19 agosto, un incendio doloso ha distrutto una vasta area nei pressi di Marina ed è in atto un progetto di rimboschimento. Stesso evento si è ripetuto nell'estate 2017.
La storica instabilità demografica di Grosseto è dovuta a numerosi fattori storici e sociali, tra cui l'estatatura, che ha comportato per secoli il trasferimento dell'amministrazione in centri abitati posti in una posizione più elevata, in particolareScansano, a causa dellamalaria, ampiamente diffusa nelle aree paludose della Piana Grossetana. Prima della grandepeste del 1348 resiedeva in città una popolazione stimabile tra 7 000 e 8 000 persone. Il minimo storico di 600 unità è stato raggiunto durante la dominazionemedicea, in seguito alla fortificazione della città. L'attuale sviluppo demografico di Grosseto ha inizio solamente nelXIX secolo, in seguito agli intensi lavori di bonifica iniziati daiLorena e conclusi durante ilgoverno fascista.[64][65][66][67]
Dopo essere stata per anni il capoluogo di provincia meno antropizzato dellaRegione, si rilieva daldopoguerra un'espansionedemografica costante, senza cioè conoscere pause o arretramenti. Analizzando il grafico sulla crescita della popolazione nel corso degli anni, appare evidente che Grosseto, al momento dell'Unità d'Italia, con i circa 4 700 abitanti risentiva ancora dell'effetto negativo causato dalla presenza dellamalaria. All'inizio del Novecento, la popolazione era già raddoppiata, superando le 9 600 unità. Da allora, la crescita è proseguita in modo esponenziale fino al 1981, grazie all'arrivo di numerosi immigrati, prima dall'Italia nord-orientale grazie allariforma agraria e nei decenni successivi anche da altre regioni, soprattutto dell'Italia meridionale. Dal 1981 in poi la crescita demografica è proseguita, seppure in modo meno netto rispetto agli anni precedenti.[68]
Nell'agglomerato urbano della città di Grosseto (composto dai limitrofi comuni diScansano,Roccastrada eCampagnatico), secondo i calcoli effettuati applicando il criterio internazionale dell'Area urbana funzionale dall'OECD presso le città italiane con un numero di abitanti maggiore a 50,000, il numero dei residenti è superiore ai 96,000. Secondo i precedenti calcoli, nel 2022, l'83% della popolazione dell'agglomerato urbano era residente in città.[69]
Nel 1923, dopo il decreto di esproprio delprefetto di Grosseto, latenuta granducale di Alberese (6500 ettari) fu assegnata all’Opera Nazionale Combattenti (ONC). Nel 1928 iniziarono i lavori di bonifica, in quanto l'area meridionale del comune era ancora soggetta allamalaria e nel 1930 furono costruiti i poderi da assegnare alle famiglie provenienti dalVeneto, che hanno contribuito significativamente allo sviluppo della località. Nel 1930 arrivarono le prime famiglie e il processo di colonizzazione diAlberese continuò anche negli anni successivi: in tutto arrivarono oltre cento nuclei familiari.[70][71][72][73][74]
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano 7 584, ovvero il 9,31% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:[76]
Come nel resto d'Italia, a Grosseto la religione maggioritaria è ilCristianesimo cattolico. Secondo le statistiche, al 2023 risultava battezzata il 97,7% della popolazione.
Nel comune di Grosseto si trovaNomadelfia[77], comunità cattolica fondata dadon Zeno Saltini nel 1948, composta da circa 300 persone.
Ha sede il centro nazionale dellaChiesa Apostolica, nonché la sua prima comunità in Italia, fondata nel 1927.[78][79][80]
A Grosseto è parlata una variante deidialetti toscani, comunemente definitamaremmano e diffusa in buona parte della provincia, escludendo alcuneisole linguistiche.[81]
La città è inserita all'interno di un contesto linguistico complesso; la difficoltà nel reperire informazioni specifiche sul dialetto cittadino è dovuta al recente e rapido incremento demografico, dovuto a diversiflussi migratori provenienti non solo dall'entroterra, ma anche da altre province dellaToscana e da varieregioni italiane, cosa che ha favorito un climamulticulturale in termini dilinguistica: questa condizione non rende possibile l'esistenza di uno specificovernacolo urbano grossetano che si differenzi spiccatamente dal resto dei dialetti toscani, tutto ciò aggravato dal recente processo di koineizzazione.[82]
Nella frazione diAlberese, si parla un vernacolo con alcune inflessioni derivanti dallalingua veneta, trasmessa dai coloni arrivati nella località all'inizio delXX secolo.[71][73][74]
Palazzo Mensini, dove ha sede la Biblioteca comunale Chelliana
A Grosseto è presente laBiblioteca comunale Chelliana, la principale biblioteca della provincia con un patrimonio librario di oltre 140 000 volumi, tra cui trentaquattro incunaboli e duecentocinquanta manoscritti. La biblioteca è stata fondata nel 1860 dal canonicoGiovanni Chelli, ed è ospitata all'interno di palazzo Mensini.[89]
Le altre principali biblioteche pubbliche della città sono:
Biblioteca del polo liceale grossetano: situata in piazza Etrusco Benci, alla Cittadella dello Studente, è la biblioteca a servizio del liceo classico Carducci-Ricasoli e del liceo scientifico Guglielmo Marconi. È dotata di un patrimonio librario di circa 22 600 volumi.[90]
Biblioteca diocesanaPrimo Gasbarri: fondata nel 1935 all'interno del seminario vescovile di via Ferrucci, dispone di un patrimonio librario di circa 18 200 volumi.[91]
Biblioteca dei padri Gesuiti: situata aGorarella in via papa Giovanni XXIII, ha un patrimonio librario di circa 6 000 volumi.[93]
Biblioteca dell'Istituto tecnico commercialeVittorio Fossombroni: si trova presso la struttura scolastica di via Sicilia e possiede un patrimonio di circa 6 000 volumi.[94]
Biblioteca della Camera di commercio: situata in via Cairoli, dispone di circa 3 000 volumi.[96]
Biblioteca dell'Associazione degli industriali della Provincia di Grosseto: fondata nel 1944, è situata in viale Monterosa e dispone di un patrimonio librario di circa 2 000 volumi.[97]
Biblioteca del Museo di storia naturale della Maremma: fondata nel 1965, conta circa 2 500 volumi.[98]
In città si trovano anche la biblioteca della Fondazione Luciano Bianciardi (via De Pretis)[99], la biblioteca del centro di documentazione pedagogica (via Saffi)[100], la biblioteca del CEDAV – Centro di documentazione arti visive (via Mazzini)[94], la biblioteca del centro di documentazione per l'educazione alla salute ASL9 (via Don Minzoni)[101], la biblioteca delmuseo archeologico e d'arte della Maremma (piazza Baccarini)[102] e un cospicuo numero di biblioteche nei vari istituti comprensivi primari e secondari di primo grado[103].
In località Casette di Mota è situato l'Osservatorio Astronomico di Roselle. Lastruttura, finanziata dal Comune di Grosseto e inaugurata il 13 settembre 1986, è stata affidata all'Associazione Maremmana Studi Astronomici (AMSA), in concomitanza del XX congresso dell'Unione Astrofili Italiani (UAI), della quale AMSA è la delegazione più antica. Dal 10 aprile 2022 è divenuto ancheosservatorio meteorologico. L'osservatorio partecipa a progetti internazionali diricerca scientifica, organizzati dall'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dall'Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG) delConsiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).[104]
A Grosseto ha anche sede il LaMMA CRES, il Centro di Ricerche sull'Erosione del Suolo delConsorzio LaMMA inaugurato il 16 maggio 2003, che si occupa di studi sullerisorse idriche, sull'erosione del suolo e sullo sviluppo sostenibile a misura di territorio.[105]
Una delle strutture del liceo "A. Rosmini", nei pressi del centro storico
Lescuole primarie esecondarie di primo grado sono raggruppate in sette istituti comprensivi.[106][107] La città è inoltre sede di un vario numero discuole secondarie di secondo grado di diversa tipologia, siapubbliche cheparitarie, frequentate anche da studenti pendolari provenienti da un esteso bacino che interessa in minor parte anche province confinanti. Parte degli istituti ha sede presso la "Cittadella dello Studente", modernocampus situato nella periferia sud della città.[108][109][110]
Presso il modernoospedale Misericordia, nel quartiereSugherella, ha sede la Scuola Internazionale diChirurgia Robotica (iningleseInternational Robotic School of Grosseto), fondata nel 2004 e gestita dall'Asl Toscana Sud-Est.[112] Primo centro didattico inItalia e uno dei più importanti a livello internazionale, è stato il primo inEuropa a mandare in onda interventi interamente registrati in3D. Sede della Scuola speciale di Robotica dell'Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (ACOI), collabora con centri universitari internazionali tra cui l'Università dell'Illinois di Chicago.[113][114]
Museolab Città di Grosseto, situato al secondo piano dell’exConvento delle Clarisse; costituisce con il Museo Collezione Gianfranco Luzzetti ilPolo culturale Le Clarisse[116]
A Grosseto hanno sede le redazioni locali dei due maggiori quotidiani regionali:Il Tirreno (via Oberdan) eLa Nazione (via Rattazzi). Sono inoltre attive le redazioni territoriali di diversi giornali adiffusione elettronica.
Sempre in città ha inoltre sede lacasa editrice Innocenti Editore, fondata nel settembre del 1997 da Mario e Stefano Innocenti.
A Grosseto ha sede la RBC Radio Barbanella City, fondata nel 1978; la sua area di copertura si estende all'intera provincia grossetana e alle zone adiacenti, compresa l'Isola d'Elba.
A Grosseto ha sede la rete televisivaTV9 Telemaremma, erede della storica emittente Telemaremma, multiplex regionale (UHF 48).
L'emittente maremmanaTeletirreno, nata nel 2000, è invece stata chiusa nel 2011 poco prima del bando per le assegnazioni delle frequenze digitali delle televisioni analogiche.
Decorazioni sulla facciata dello storico Teatro degli IndustriAnfiteatro romano di Roselle
Teatro degli Industri, antica istituzione teatrale della città e dell'intera provincia, ospita eventi musicali e numerosi spettacoli di prosa. Viene sfruttato eccezionalmente comeauditorium per ospitare conferenze tenute da relatori di grande prestigio culturale
Teatro Moderno, maggiore teatro della città, è stato inaugurato nel 1966 e ospita la stagione teatrale comunale, eventi e concerti
Cava Festival, evento musicale al Parco di Pietra diRoselle[122]
Festambiente, manifestazione nazionale nata nel 1989 e ospitata nel mese di agosto presso il centro nazionale per lo sviluppo sostenibile diLegambiente "Il Girasole", nella frazione diRispescia: durante la manifestazione vengono proposti incontri, dibattiti, concerti e spettacoli volti alla sensibilizzazione del pubblico su temi come la sana alimentazione, la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale italiani e la tutela delle tradizioni e culture locali[123]
Margini Fest, festival musicale ispirato aMargini, film ambientato nelle periferie della città. La prima edizione si è svolta in occasione dell'uscita del film nelle sale, l'8 settembre 2022 presso il parco Schuster diRoma, a cui hanno preso parte i Pegs, insieme aiKlaxon, Gli Ultimi, No More Lies e Iena. Altri Margini Fest si sono poi tenuti aMilano eGenova, con i Pegs affiancati da vari gruppi musicali della scena hardcore italiana. A Grosseto l'evento si svolge presso il Vallo degli Arceri, sotto lemura medicee[130][131]
Premio internazionale pianistico Scriabin, evento musicale intitolato al celebrepianistarussoAlexander Scriabin, che dal 1999 si svolge annualmente alTeatro degli Industri, al quale partecipano pianisti provenienti da oltre 29 paesi diversi[132].
Ilcentro storico di Grosseto è completamente racchiuso entro una cinta muraria fortificata a forma esagonale che, a livellourbanistico, lo isola quasi completamente rispetto al resto della città, fatta eccezione per l'area diPorta Nuova dove nel corso dei secoli fu demolita la porta cittadina, riempito il terrapieno del fossato e abbattuto un piccolo tratto di cortina muraria. L'area delimitata dalle mura, avente un'estensione di 149 955 mq, è interamente pedonalizzata.[133] L'area urbana della città ha conosciuto un'espansione solamente alla fine del XIX secolo, con i primi sobborghi di Portavecchia e Portanuova, nuclei abitativi in senso centrifugo, e una prima pianificazione con il piano regolatore generale di Corrado Andreini del 1912. Nella seconda metà del Novecento, soprattutto a seguito del piano regolatore diLuigi Piccinato del 1971, si deve la conformazione urbana costituita dall'area centrale delimitata dalla ferrovia, dalcanale diversivo e dell'argine dell'Ombrone, e i tre grandi quartieri diBarbanella (nord-ovest),Gorarella (sud-ovest) eSugherella (nord-est). Nonostante l'espansione, il contesto urbano è inquadrabile all'interno di una più vasta area rurale che include le varie località e frazioni, le quali hanno mantenuto caratteri territoriali e urbanistici ben distinti tra loro e rispetto al centro cittadino.[134]
La suddivisione in terzieri è documentata almeno fino alXVIII secolo: risalgono agli anni intorno al 1590 i provvedimenti sanitari affidati dal granducaFerdinando I de' Medici al magistrato dell'Ufficio dei fiumi e fossi di Grosseto, con l'affissione all'ingresso di ogni terziere di una lastra in marmo recante i turni di pulizia delle strade.[135] Nei due secoli successivi, fino alla dissoluzione delle suddivisioni circoscrizionali, la ripartizione non era più in terzieri, ma in tre generichecontrade.[135][136] Con l'espansione della città oltre lemura, le antiche suddivisioni sono cadute in disuso e unite sotto l'unico quartiere oggi chiamatoCentro Storico.
Il comune di Grosseto è stato suddiviso dal 1976 al 2011 in otto circoscrizioni amministrative di decentramento comunale.
Circoscrizione 1 Barbanella
Circoscrizione 2 Centro
Circoscrizione 3 Gorarella
Circoscrizione 4 Pace
Circoscrizione 5 Alberese-Rispescia
Circoscrizione 6 Marina
Circoscrizione 7 Braccagni-Montepescali
Circoscrizione 8 Istia-Batignano-Roselle
La legge finanziaria 42/2010 ha disposto l'abolizione delle circoscrizioni amministrative nei comuni con un numero di residenti inferiore a 250 000.[137]
Batignano, sorto come antico castello su una collina a nord-est della città, si sviluppò in epoca medioevale, controllando lo sbocco della via verso Siena sulla piana grossetana e alcune miniere di piombo e di argento. Fu feudo degliAldobrandeschi e appartenne nel 1213 a Manto da Grosseto. Passò poi nel XIV secolo sotto il dominio di Siena, ospitando numerosi immigranti dallaCorsica. Nel 1738 fu riunito al comune di Grosseto
Braccagni, frazione popolosa posta ai pedi della collina di Montepescali, lungo laferrovia Tirrenica. Nelle vicinanze si tiene annualmente la Fiera del Madonnino, expo del comune di Grosseto
Istia d'Ombrone, sorto come insediamento fortificato sul fiumeOmbrone, fu possesso dall'862 deivescovi di Roselle, che vi ebbero diritti feudali con il titolo di conti e vi stabilirono una residenza. Passata in seguito alla famiglia Aldobrandeschi e nel corso del XIV secolo sotto il controllo dei senesi, nel secolo successivo apparteneva alla famigliaPiccolomini
Marina di Grosseto, frazione balneare della città, si è sviluppata in seguito al completamento della torre volutaFerdinando III di Toscana, avvenuto nel 1793. Nota precedentemente con il nome di San Rocco, povero villaggio di pescatori composto da capanni di falasco e baracche, si è trasformata nell'attuale località balneare dove ville, strutture turistiche e banche hanno creato una dimensione oramai urbana
Montepescali, situato sulla cima di un colle nella parte settentrionale del territorio comunale, è sorto in epoca altomedievale. Fu feudo degli Aldobrandeschi e passò quindi sotto il dominio di Siena, pur ottenendo statuto autonomo nella prima metà del XV secolo. Entrato a far parte delGranducato di Toscana, nel 1627 fu concesso in feudo ai conti d'Elci e da questi passò poi ai Tolomei, ai Guadagni ed infine ai Federighi
Principina Terra, moderno abitato sviluppatosi durante il XX secolo presso la storicafattoria di Principina, che ha conferito la denominazione anche al complesso alberghiero
Rispescia, situata a sud della città, si è sviluppata a partire dagli anni cinquanta del XX secolo comevillaggio del bracciante, per volere dell'Ente per la colonizzazione della Maremma tosco-laziale. A est della frazione si trova il centro di educazione ambientale diLegambiente che, nel mese di agosto, ospita la rassegna diFestambiente
Roselle, popolosa frazione in via di conurbazione con la città, si è sviluppata a partire dalla metà del XIX secolo alle pendici della collina dove si trovano i resti dell'antica città etrusco-romana. Nel 1824 Leopoldo II vi inaugurò leterme, per l'appunto definite leopoldine, mentre nel 1938 fu realizzata la chiesa parrocchiale e la località venne eretta a frazione
Nomadelfia, sorta nel dopoguerra tra le frazioni di Roselle e Batignano, per ospitare l'omonima comunità religiosa fondata daZeno Saltini nel 1948. L'intera frazione ospita i terreni e i fabbricati abitativi, educativi e religiosi, utilizzati dalle famiglie della comunità, che vi risiedono in pianta stabile.
NelMedioevo Grosseto ha rivestito un importante ruolo nell'estrazione e nel commercio delsale, che ha contribuito in modo significativo allo sviluppo della città.[139][140] La maggior parte del sale, estratto dasaline situate nelle immediate vicinanze della città, veniva conservato all'interno delCassero del Sale, pressoPiazza del Sale, nell'antico terziere di San Giorgio.
Ilturismo si sviluppa principalmente sulla costa, che attira turisti sia a livello nazionale che internazionale. Nel 2023 sono state registrate ben oltre un milione di presenze.[141][142] Il turismo balneare ha contribuito significativamente allo sviluppo dei centri diMarina di Grosseto ePrincipina a Mare, particolarmente vivaci durante la stagione estiva. Grosseto risulta essere il comune con il più alto numero diagriturismi in Italia, nel quale si registrano più di 239 attività, nonché l'unico in cui sono censite più di 200 strutture.[143]
Nel 2023 il comune di Grosseto si è aggiudicato il riconoscimento "European green pioneer of tourism 2024", assegnato dallaCommissione Europea per la promozione di un turismo sostenibile; si tratta della prima premiazione a livello italiano.[144]
Ilsettore primario si basa sull'agricoltura che non presenta caratteri moderni. Le colture maggiormente presenti sonocereali,girasoli,ortaggi,ulivi eviti, con la produzione di alcunivini, tra cui il celebreMorellino di Scansano. Nel 2023 laRegione Toscana ha riconosciuto il Distretto Biologico della Maremma Toscana. Il biodistretto, tra i più grandi inEuropa, è composto da sette comuni, di cui Grosseto ne rappresenta il capoluogo.[145][146][147]
Nelle estese praterie attorno alla città si alleva lavacca maremmana, bovino di razza autoctona dal quale viene prodotta l'omonima qualità di carne. I bovini sono allevati allo stato brado dalla figura storica delbuttero, tradizionale mandriano tipico dellaMaremma grossetana e delLazio.
I trasporti pubblici urbani e suburbani nel territorio comunale erano gestiti fino al 2010 dalla societàRAMA (Rete Automobilistica Maremmana Amiatina), unitasi in seguito con le ditte diSiena edArezzo inTiemme. Dal 2021 i servizi sono svolti a livello regionale daAutolinee Toscane.[160]
Ilbaseball è rappresentato da squadre come ilGrosseto Baseball, ex Bbc Grosseto (quattro volte campione d'Italia e vincitore di una Coppa dei Campioni e di una Coppa CEB, oltre a due Coppe Italia) e dal Bsc Grosseto 1952. Militano attualmente entrambe nella massima serie nazionale, laSerie A.
Anche l'ippica rivesteva una notevole importanza fino al 2018, quando chiuse l'ippodromo del Casalone, l'impianto sportivo in cui si svolgevano le varie gare di equitazione. Altri sport molto seguiti sono ilbasket, con il Grosseto Basket che milita in Serie C, laboxe, iltennis, ilcalcio a 5, con l'Atlante Grosseto che milita in Serie A2 e lapallavolo con l'Invicta Volley. Per quanto riguarda il Nuoto in Acque Libere, tale attività sportiva viene svolta, a livello amatoriale master, dalla Sportiva Nuoto Grosseto. La Sportiva Nuoto Grosseto ha conquistato 6 titoli italiani a squadre Master FIN.
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In neretto icapoluoghi di regione, in corsivo lecittà metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica lacittà metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.