Il greco bizantino si iniziò a delineare ben prima della nascita diCostantinopoli, con la formazione della cosiddettaκοινή (koinè nella pronunciaantica,kinì in quellamoderna) che presentava numerose semplificazioni rispetto agli idiomi parlati nell'antica Grecia dellepoleis. La pronuncia dei bizantini corrispondeva già in larga misura a quella moderna.
La semplificazione più eclatante presente in greco bizantino è la mutazione dellapronuncia con la prevalenza assoluta del suono "i". Quest'ultimo, sin dalla tarda età ellenistica, poteva infatti essere reso daldittongo ει e dallevocali η e ι (υι, οι e υ furono /y/ fino al X secolo). Inoltre, il dittongo αι veniva letto "e".
L'umanista che raccolse la pronuncia bizantina fu iltedescoJohannes Reuchlin. I greci oggi pronunciano il greco antico esattamente come il greco moderno. La pronuncia più antica (restituta oerasmiana), riscoperta grazie agli studi dello studiosoolandeseErasmo da Rotterdam, è tuttora di gran lunga la più seguita fuori dalla Grecia. Ciononostante, le parole greche rimaste nellaliturgia cattolica (per esempio l'invocazioneKyrie eleison, Κύριε ἐλέησον) vengono pronunciate seguendo la fonetica del greco bizantino. La pronuncia erasmiana è stata tuttavia superata dalle ricerche dei linguisti a partire dal XIX secolo, che hanno descritto con maggior precisione l'evoluzione della fonologia del greco.
Anche glispiriti e i vari tipi di accento non si sentivano più nella pronuncia bizantina (da un processo iniziato nella koinè) e nel greco moderno sono stati finalmente eliminati soltanto nel 1982, con l'introduzione del sistema monotonico: nel greco moderno l'accento è solo quello acuto e si segna solo sui polisillabi, e su pochi monosillabi per distinguerli daomografi.
Maria Perlorentzou,La lingua greca dalla Κοινή al XX secolo. Dati storici ed evoluzione linguistica, Bari, ISEO Istituto di Studi dell'Europa Orientale/Università di Bari, 1999.
Maurizio De Rosa,La lingua greca. Una storia lunga quattromila anni, Atene, ETPbooks, 2019,ISBN978-6185329181.