Il comune di Grantorto è situato nellapianura veneta nella zona delle risorgive. Posto a nord dellaprovincia di Padova, dista circa 25 km dal capoluogo, bagnato dalfiume Brenta. Facilmente raggiungibile da Padova (SP 94) e da Vicenza (SS53).
Il nome di questo paese viene registrato fin dal lontano 1200 nelle forme latinizzate diGrognotortum,Grugnotortum,Gromtortum oGruntortumed attorno al 1400 quella diGrontorto. Questi toponimi derivano tutti dalla parolacrumum ogrumumche significa "ripiano diluviale". Infatti da una rapida occhiata ad una cartina si può capire il perché di questo nome: Grantorto sorge in un lungo dosso naturale sopraelevato, circondato dalle campagne che nel tempo sono state modellate dalle molteplici alluvioni e dall'azione erosiva del fiume Brenta. A pochi chilometri dal paese troviamo la località di Grantortino (che fino alla metà del 1800 si chiamava Grantorto Vicentino, appartenendo all'epoca al territorio vicentino), che si trova nelle vicinanze di Grumolo delle Abbadesse: da qui possiamo dedurre quanta fortuna ebbe nell'alto medioevo il terminegrumumper indicare questa caratteristica orografica che contraddistingue i paesi. Condividono la stessa conformazione geografica e origine del nome alcune località tuttora esistenti del Nord Italia: Grontorto a Cremona, Gromlongo e Grugnotorto nel comune di Novara Milanese e Gromlongo, Grumalto e Gronfaleggio nel Bergamasco.[5]
Sono databili all'età Paleoveneta i resti degli edifici, delle urne cinerarie e delle monete romane che sono state rinvenute nella zona tra Piazzola, Presina, Carmignano, San Pietro in Gù e la stessa Grantorto. Di particolare interesse è il cippo gromatico trovato nei dintorni del paese che è stato datato presumibilmente tra il 49 a.C. e il primo secolo d.C. e che lascia presumere che nella zona fossero in corso dei lavori di centuriazione basati sulla via Postumia, la grande strada romana fatta costruire nel 148 a.C. da Postumio Albino.
Attorno al Mille solo Fontaniva (ricordata dal1064) e Carturo, un villaggio a qualche chilometro più a sud, si presentavano come dei nuclei demici realmente significativi, mentre tutte le altre zone del Brenta e delle risorgive presentavano sporadici insediamenti umani. Nel Medioevo, nello spazio attualmente occupato dal comune di Grantorto, esistevano due piccoli villaggi, uno dei quali ricordato fin dal1191 con il nome di Canfriolo. La zona nella quale si era stabilita questa comunità viene ancora oggi chiamata così dagli abitanti delle zone limitrofe, anche se tutt'oggi si trovano solo dei piccoli gruppi di case.[6]
Le invasioni barbariche che succedettero al crollo dell'Impero Romano portarono ad un significativo calo della popolazione delle zone della pianura e di conseguenza un progressivo abbandono della manutenzione dei boschi, dei pascoli, delle strade e delle opere di bonifica e arginatura del fiume Brenta. In quel periodo si stabilirono alcune nuove comunità straniere diLongobardi soprattutto in Val di Fara, luogo di particolare rilevanza strategica nel quale lasciarono evidente traccia del loro insediamento.[7]
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 10 febbraio 1986.[8]
«D'argento, allo scudo appuntato di rosso, ridotto in altezza, con il lembo superiore formato da due linee concave, caricato della croce d'argento, accompagnato in punta da due rami fogliati di verde, posti in decusse. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il territorio comunale fino al 1853 segnava il confine nord-occidentale della provincia di Padova con Vicenza della cuidiocesi fa tuttora parte integrante. Per rimarcare questo dualismo venne scelto il campo argento dello stemma della Città del Santo, con lo scudo rosso, crociato d'argento, simbolo della città berica.[9]
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco riccamente ornato di ricami d'argento.
Il primo impianto risale al XV secolo, durante i secoli la chiesa ha subito diversi ampliamenti. Il frontale è suddiviso in tre zone distinte da quattro lesene rastremate verso l'alto e poggia su quattro zoccoli marmorei; al centro in basso si apre il portale barocco e ai lati, entro due nicchie, sono presenti le due statue diSanta Maria Maddalena e diSan Girolamo della scuola del Marinali (XVII secolo).
Oratorio di San Carlo Canfriolo
In località Canfriolo, arrivando da via Dante Alighieri, sul margine destro della strada troviamo un capitello dedicato asan Carlo Borromeo: è ciò che rimane del seicentesco oratorio fatto erigere dalla Giovanni Malfatti nel1635 per volere della sua famiglia e degli abitanti del posto.[10]
Chiesa di Sant'Antonio
La piccola chiesa dedicata asant'Antonio venne edificata alla fine dell'Ottocento per volere degli abitanti della zona dopo una "dispendiosissima lite" territoriale con iContarini e venne benedetta de Licentia Episcopi nel1886 da don Gennaro Gennari. L'oratorio di Sant'Antonio è formato da un vano chiuso ad oriente da un'abside che si trova vicino alla sacrestia. Ha due porte, una che guarda alla strada e una a mezzogiorno ed è illuminato da due finestre. Sopra l'unico altare si trova la statua in legno diSant'Antonio di Padova, salvata il secolo scorso da una delle tante piene del fiume Brenta. La Pro Loco di Grantorto organizza ogni anno la sagra in onore del Santo che viene festeggiato il 13 giugno.[11]
Mulino
Edificio già presente a Grantorto nel1456 come risulta da alcune documentazioni dell'epoca.
Appartiene alla classe dei mulini di tipo romano, cioè l'ingranaggio è capace di moltiplicare per quattro, sei o otto volte il numero dei giri compiuti dalla ruota. Le documentazioni dei secoli precedenti riportano sempre il numero di tre ruote, collegate ad altrettantipalmenti (coppie di macine). Le parti in ferro delle ruote hanno un diametro di cinque metri e risalgono agli inizi delNovecento, la parte in legno è stata recentemente restaurata. Oggigiorno si possono vedere ancora due delle tre ruote in movimento.
Oratorio della Madonna delle Grazie
La storia dell'oratorio che viene ancora chiamato"el capiteo dea Madona dee Grassie" nasce nella primavera del1901, quando a causa della forte grandine vennero completamente distrutte le messi e i vigneti. Così, come richiesta di protezione, venne iniziata la costruzione dell'oratorio. Nel1910 e dopo la fine della prima guerra mondiale vennero eseguiti degli ampliamenti e nel1920 venne dedicato alla Madonna della Grazia Divina.[12]
È un comune in forte espansione urbanistica con la presenza di importanti industrie tessili, del riciclo dei rifiuti e della lavorazione della plastica.