PerGrande Interregno si intende, nella storiografia delSacro Romano Impero, il periodo che va dalla deposizione diFederico II da parte dipapa Innocenzo IV nel1245 all'elezione diRodolfo I nell’ottobre1273. Durante questo periodo vennero elettiRe dei RomaniEnrico Raspe,Guglielmo II d'Olanda,Alfonso X di Castiglia eRiccardo di Cornovaglia. Nessuno di loro però riuscì ad esercitare concretamente il potere.
Il concetto di "interregno", che nel poemaIl conte d'Asburgo diFriedrich Schiller descrive «i tempi senza imperatore, gli orribili tempi»[1], nasce da una visione storiografica tedesca delXIX secolo che esaltava l'epoca degliHohenstaufen e vedeva il periodo successivo dellastoria della Germania come un periodo di guerre e disordini. La visione storiografica moderna tende piuttosto a considerare questo periodo in maniera molto sfaccettata, tenendo conto del contesto e delle opzioni delle parti in causa, e respinge le immagini stereotipate di un periodo caotico e senza legge e dei "principi egoisti", del tutto indifferenti al bene comune.
L'inizio dell'interregno è datato alla deposizione di Federico II da parte di papa Innocenzo IV, il 17 luglio1245, o, in alternativa, alla morte di Federico II, il 13 dicembre1250. A prescindere da quale data si scelga, per la situazione politica nell'Impero durante l'interregno era di grande importanza valutare se la deposizione di Federico II da parte del Papa fosse legittima. E a questo riguardo non vi era unanimità già tra i contemporanei.
La lotta tra Federico II e Innocenzo IV verteva, ideologicamente, sul problema di chi fosse a capo della cristianità, ma era provocata da concreti motivi di politica di potenza: Federico II era imperatore e re di Sicilia e rivendicava il suo diritto a voler estendere concretamente il proprio dominio a tutta l'Italia. Le tensioni causate da questa situazione culminarono in una doppia scomunica dell'Imperatore da parte delpapa Gregorio IX (1239). Gregorio IX progettava per il1240 unsinodo aRoma, il cui svolgimento venne impedito da Federico II, che assediò Roma e assalì le navi che trasportavano i partecipanti al sinodo, imprigionando centinaia di prelati. Gregorio morì poco dopo, il 21 agosto1241.
Il 10 settembre dello stesso anno i due prelati più importanti di lingua tedesca, l'arcivescovo di MagonzaSigfrido III di Eppstein e quello di Colonia, si allearono contro l'imperatore, iniziando in questo modo la lotta contro il potere degli Hohenstaufen anche in Germania. Il trattato stipulato tra i due arcivescovi mostra molto bene con quale lentezza circolassero le notizie a quell'epoca: infatti il trattato conteneva la posizione dei due arcivescovi riguardo al conflitto che "presentemente" opponeva Federico a papa Gregorio. Ma alla data del trattato papa Gregorio era già morto da tre settimane.
Fu solo il 25 giugno1243 che SinibaldoFieschi, giurista ecclesiastico di nobile famiglia genovese, fu eletto Papa; volle chiamarsi Innocenzo IV. Un anno dopo la sua elezione riuscì a fuggire da Roma, che Federico continuava a tener assediata, per raggiungereGenova e poiLione. In precedenza aveva tentato, senza successo, di giungere ad un accordo con Federico. Il 3 gennaio1245 Innocenzo convocò un nuovoconcilio a Lione, che ebbe inizio il 28 giugno 1245, con circa 150 partecipanti. Tra loro, nessuno dei principali nemici di Federico nell'Impero. Si suppone che questi fossero al corrente dei piani di deposizione, ma che preferissero rimanere lontani dal concilio, forse per scrupolo, forse temendo le conseguenze di un fallimento.
Nella riunione conclusiva del sinodo Innocenzo proclamò la deposizione di Federico, sulla base di quattro gravi imputazioni: ripetuto spergiuro, rottura della pace tra Chiesa e Impero, arresto di prelati sulla via del concilio, e comprovataeresia. Il Papa proibì a tutti i sudditi di considerarlo Re e Imperatore, invitando i principi a eleggere un nuovo re. Innocenzo trasse la legittimazione a questo atto dal fatto di essere rappresentante diCristo in terra.
Il papa aveva cercato di arrogarsi il diritto di deporre l'imperatore con ogni tipo di raffinatezze giuridiche ed ecclesiastiche, ma il suo gesto ebbe nell'Impero reazioni piuttosto contenute. Gli altri sovrani europei non interruppero le loro relazioni con l'Imperatore, ma nemmeno reagirono agli appelli alla solidarietà da parte di Federico.
La situazione era molto complicata anche perché, nel 1237, durante unadieta tenutasi aVienna, Federico II aveva fatto eleggereRe dei Romani suo figlio,Corrado - il quale però non venne mai formalmente incoronato - e che per questo si fregiava del titolo di "in romanorum regem electus". Il papa, peraltro, non aveva mai riconosciuto questa elezione.
Furono gli ecclesiastici nemici di Federico in Germania a muovere i primi passi: il 22 maggio1246 gli arcivescovi di Colonia e Magonza, assieme ad altri vescovi, conti e signori, elesseroEnrico RaspeRe dei Romani.
Il regno di Enrico Raspe non fu mai solido. Da un lato il grandissimo debito politico verso la chiesa lo rese ben presto noto come "Pfaffenkönig" o "rex clericorum", evidente ironia sul suo titolo ufficiale diRex romanorum. Inoltre Corrado si rifiutò di rinunciare al proprio titolo. Raspe, anche in considerazione della crescente opposizione che incontrava in Germania, si vide costretto a muovere guerra all'Hohenstaufen. Nell'inverno del1247 assediòUlma eReutlingen. Ferito nei pressi di Reutlingen, abbandonò all'improvviso i suoi piani bellici, ritirandosi nel suo castello inTuringia, nei pressi diEisenach, dove morì il 16 febbraio1247.
Alla morte diEnrico Raspe il partito filo-papale elesseRe dei RomaniGuglielmo II d'Olanda, perché nessun altro principe dell'Impero era disposto a proseguire la lotta alla casa degliHohenstaufen (Svevi). Venne incoronato dall'arcivescovo diColonia adAquisgrana, il 1º novembre1248. La sua incoronazione non sortì però grandi effetti, perché la maggior parte dei principi si pronunciò a favore di Federico II, mentre gli altri erano disposti a riconoscerlo solo in cambio di lauti compensi. Fece così ritorno in Olanda. Fu solamente nel 1250, alla morte di Federico II e con suo figlioCorrado IV costretto ad affrettarsi in Italia, che Guglielmo cominciò ad avere un seguito in Germania, grazie a dimostrazioni di benevolenza e a cessione di feudi. Solamente alla morte di Corrado IV nel1254 la corona di Guglielmo venne riconosciuta senza opposizioni significative.
Subito dopo condusse una campagna vittoriosa controMargherita II delle Fiandre, e nel1256 si apprestò a sottomettere iFrisoni che si erano ribellati. Durante la campagna, nei pressi diHoogwoud, nei Paesi Bassi, attraversando uno specchio d'acqua ghiacciato, il suo cavallo spezzò la crosta di ghiaccio ed egli cadde nell'acqua gelata. Fu così catturato dai Frisoni, che lo uccisero.
Alla morte di Guglielmo i principi non riuscirono a trovare un accordo sul nome del nuovoRe dei Romani. Alcuni di loro (Treviri,Sassonia eBrandeburgo) indicaronoAlfonso X di Castiglia, nipote diFilippo di Svevia, mentre altri (Colonia,Magonza ePalatinato) scelseroRiccardo di Cornovaglia, cognato diFederico II, nonché fratello di Enrico III d'Inghilterra. Rilevante è il caso diOttocaro II che, facendosi prima pagare da entrambi, diede il proprio voto a entrambi.
Nessuno dei due riuscì a trasformare la propria elezione in un potere concreto, per quanto Riccardo fosse stato incoronato Re dei Romani (17 maggio1257) e si fosse recato di quando in quando in Germania per far valere il proprio titolo (l'ultima volta nel 1269). Alfonso invece non dimostrò mai grande interesse alla corona imperiale, se non per quanto concerneva i suoi interessi in Italia, e non mise mai piede in Germania. Riccardo morì nel 1272, e, qualche mese più tardi, Alfonso rinunciò a qualsiasi pretesa sul trono dell'Impero.
La rinuncia al titolo imperiale da parte di Alfonso X spinse ilpapa Gregorio X a prendere l'iniziativa per por fine al vuoto di potere creatosi nell'impero. Il papa richiese un'elezione in tempi brevi e affidò la scelta ai principi. Il re di Boemia, Ottocaro, rientrava nella rosa dei candidati ed era necessario per la valida elezione del re, ma venne escluso dal processo elettivo in parte per suoi errori diplomatici, in parte per le manovre degli altri principi. Gli altri principi giunsero ad un accordo sulla data dell'elezione, che avrebbe dovuto tenersi il 29 settembre 1273, e restrinsero i candidati a due:Rodolfo d'Asburgo eSigfrido di Anhalt. Nel frattempo, oltre a Ottocaro di Boemia, ancheFilippo III di Francia e illangravio di TuringiaAlberto manifestavano l'ambizione ad essere eletti Re dei Romani.
Più si avvicinava il giorno dell'elezione, più il consenso si cristallizzava attorno al nome di Rodolfo. I motivi erano molteplici: da un lato Rodolfo era uno dei principi più ricchi e rispettati della Germania meridionale, dall'altro i principi erano interessati a un candidato attivo e abile in guerra, ma non esageratamente potente. E così il 1º ottobre 1273 nella città diFrancoforte Rodolfo venne eletto Re dei Romani. Lungo la strada perAquisgrana ricevette le insegne imperiali e il 24 ottobre venne incoronato.
Rodolfo d'Asburgo dovette impegnarsi davanti ai principi a restituire i beni imperiali alienati durante il periodo degliStaufer e a por fine alle numerosefaide in corso.
Eletto Re dei Romani, Rodolfo non si limitò a rinnovare il "Reichslandfrieden" del1235 (ispirandosi all'esempio degli Hohenstaufen), ma contrattò dei "Landfrieden" locali con i singoli grandi feudatari nell'ovest e nel sud della Germania, come fece per esempio con il Landfrieden austriaco del 1276 e con quello bavarese, renano e franco del 1281. Cercò di affermare l'ordine anche in regioni più periferiche dell'impero: nel 1289/90, inTuringia, fece abbattere 66 castelli che ospitavano cavalieri che si erano dati albrigantaggio. Nel marzo 1287 Rodolfo ritenne i tempi maturi per proclamare un Landfrieden generale.
Il 9 agosto1281 decretò che tutte le donazioni o cessioni di beni e diritti imperiali avvenute dopo la fine del regno di Federico II dovevano essere considerate nulle, a meno che non venissero ratificate dalla maggioranza dei principi. Nominò quindi appositi funzionari incaricati di individuare i beni imperiali passati in possesso a qualcun altro e ad agire in veste di rappresentanti del sovrano. Rodolfo riorganizzò inoltre in maniera radicale l'intera amministrazione del patrimonio imperiale, rendendola finalmente efficiente, una misura che le altre monarchie europee (come Francia e Inghilterra) avevano preso da molto tempo.
Questa politica ebbe successo soprattutto nei territori vicini alla base del potere di Rodolfo, ovvero nella Germania Sud-occidentale, mentre nelle zone più distanti, come il settentrione, sebbene cercasse, con l'aiuto di alleati, di recuperare i beni imperiali e a garantire i diritti dellecittà, non ottenne risultati di rilievo.
Per trent'anni il Sacro Romano Impero era rimasto privo di un forte potere centrale. Questo non fece che accentuare le spinte centrifughe già presenti nell'Impero. In questi anni vennero poste le premesse del processo che sarebbe stato poi ratificato nel 1356 con laBolla d'oro, ovvero il progressivo rafforzamento del ruolo di quelli che saranno riconosciuti comeprincipi elettori. I principi territoriali consolidarono la loro sovranità e anche le città rafforzarono la loro indipendenza rispetto al potere feudale ed imperiale. All'indomani dell'interregno i sovrani furono costretti, per assicurarsi libertà d'azione rispetto alle molteplici istanze e poteri presenti in Germania e in tutto l'Impero, a contare in misura sempre maggiore sui propri territori dinastici. Di conseguenza divenne sempre più difficile che l'imperatore medesimo fosse consideratosuper partes e sintesi politica dell'Impero nel suo complesso.
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