IlRecreativo de Granada fu fondato il 6 aprile del 1931 da Julio López Fernández, che assunse la carica di presidente. La prima divisa scelta dal club fu interamente di colore bianco[2]. La prima partita fu disputata contro il Deportivo Jaén, che fu sconfitto per 2-1. Il primo goal dell'incontro, e della storia del club andaluso, fu segnato da Antonio Bombillar.
Iniziata la propria attività nelle serie regionali andaluse, nella stagione1932-33 il club vinse il campionato diTercera Regional per laRegión Sur, venendo per la prima volta promosso inTercera División e, già l'anno successivo, accedendo alla serie cadetta del calcio spagnolo.
Dopo la lunga parentesi dellaGuerra Civile, che vide tre anni di interruzione delle competizioni calcistiche, il Recreativo fu inserito inSegunda División e, dopo due stagioni, raggiunse la massima categoria del calcio spagnolo grazie a un'impressionante risalita dalle serie inferiori, che portò il club dallaTercera Regional allaPrimera División nell'arco di soli sette campionati.
Il Granada - che assunse in questo periodo la denominazione odierna e, dal 1939, i colori sociali attuali - confermò il proprio periodo positivo nella stagione1940-41, culminata con la prima storica promozione inPrimera: il campionato era formato da due gironi e le prime due classificate avrebbero disputato un piccolo campionato con partita di andata e di ritorno. Il Granada giunse secondo nel suo gruppo e incontrò ilDeportivo La Coruña, ilCastellón e laReal Sociedad, che dopo il conflitto bellico si chiamava Donostia. Con due vittorie ottenute fuori casa contro la Real (con gol granadino del basco Cholín) e il Castellón il Granada vinse il campionato con una giornata d'anticipo: l'incontro finale vide la vittoria del Deportivo, ma ciò non arrestò i festeggiamenti che animarono per una settimana la città[3][4].
Il Granada raggiunse così la massima serie: era una squadra giovane, piena di qualità, con elementi che entreranno nella storia del club: Floro, Millán, González, Maside, Bonet, Sosa, Guijarro, Trompi, Cholin, Bachiller e Liz.Il presidente Ricardo Martín Campos visse momenti felici, ma l'allenatore Victoriano Santos abbandonò a sorpresa la compagine andalusa un mese prima di terminare la stagione, per morire poco tempo dopo vittima di tubercolosi.
Dopo quattro stagioni disputate inPrimera, con il raggiungimento dell'ottavo posto in classifica nel1943-44, la stagione1944-45 vide retrocedere il Granada. Il club dovette attendere dodici anni, con la stagione1956-57, per rientrare nel giro delle grandi: all'epoca il presidente era Pepe Bailón[4].La battaglia per la promozione fu coronata dal successo, ma il presidente e il segretario Bueso furono sanzionati per aver tentato di corrompere il club avversario.
La squadra vinse laSegunda División, gli allenatori furono Álvaro Pérez a cui subentrò Pasarín, e questa la formazione base: Candi, Vicente, Suárez, Pérez Andreu, Galvis, Baena, Guerrero Vida, Igoa, Rius y Navarro.Il Granada rimase nella massima serie quattro stagioni, per poi retrocedere in seconda divisione, che disputò per cinque anni consecutivi.
Nel 1959 il club raggiunge il suo massimo risultato, piazzandosi al secondo posto nellaCopa del Generalísimo (l'attualeCoppa del Re). Disputò la finale della competizione nelloStadio Santiago Bernabéu contro ilBarcellona FC, e fu sconfitto dai catalani per 4-1[5].Il percorso per la finale non fu agevole e il Granada, allenato da Jenő Kálmár, affrontò l'Elche nei sedicesimi, ilCadice negli ottavi e il Plus Ultra - oggiReal Madrid Castilla - nei quarti.La semifinale fu giocata contro ilValencia che aveva eliminato l'Atlético de Madrid. I due incontri furono molto combattuti: il primo vide la vittoria del Valencia alMestalla per 1 a 0, nel secondo prevalse la compagine granadina per 3 a 1 (gol de Arsenio, Carranza e Vázquez per gli andalusi, e di Ricardo per i valenziani): fu quindi necessario l'incontro di spareggio al Bernabéu. Inoltre, con 31 gol all'attivo, fu la squadra più prolifica di quell'edizione della coppa.
Nel1965-66 la compagine ottenne la sua terza promozione nella massima serie, di nuovo con Pepe Bailón alla presidenza, e l'immarcescibile Jenő Kálmár in panchina. Per ottenerla fu necessario uno scontro fratricida contro il CD Málaga, visto che i granadini erano arrivati al secondo posto: ci fu una vittoria a Los Cármenes e un pareggio allaRosaleda con rete decisiva del granadino Eloy Matute[4]. La formazione base era: Otero, Barrenechea, González, Tosco, Sande, Lorenzo, Santos, Rafa Almagro, Ureña, Gerardo y Vicente; sei titolari provenivano dallacantera, cinque di questi erano nati a Granada (González, Almagro, Eloy, Ureña y Gerardo).
Dopo solo una stagione nella massima serie il Granada viene tuttavia di nuovo retrocesso dopo gli spareggi contro ilBetis di Siviglia: la sconfitta a Los Cármenes nell'incontro di andata provocò l'allontanamento dell'allenatore Ignacio Eizaguirre, sostituito da Manolo Ibáñez: questi non riuscì comunque a rovesciare le sorti, venendo sconfitto anche nella gara di ritorno. La retrocessione comportò le dimissioni di Bailón e l'accesso alla presidenza di Cándido Gómez.
Per la stagione1967-68Candi mantenne quasi lo stesso organico effettuando solo sei acquisti, assunse come allenatoreJoseíto e, con lozamorano ex madridista in panchina, il Granada disputò una stagione eccezionale che la vide raggiungere il primo posto della Segunda[4].
La stagione1968-69 vide l'inizio della fase migliore della storia del Granada inPrimera División. Negli otto campionati infatti seguenti la compagine andalusa riuscì a mantenersi stabilmente nella massima serie, e per due volte (1972 e1974) si classificò al sesto posto, al momento il miglior piazzamento della storia del club. È in questo periodo che il Granada viene soprannominato "ammazzagiganti", grazie alle vittorie conseguite, tra gli altri, contro il Real Madrid, il Barcellona e l'Atletico di Bilbao[2].
Nel 1975-76Miguel Muñoz venne assunto come allenatore dopo aver allenato il Real Madrid per 15 anni e la nazionale spagnola per altri cinque, ma la sua permanenza fu breve: il Granada fu infatti subito retrocesso[3].
Dopo questa stagione la compagine andalusa entrò in una fase di relativa decadenza, e per 35 anni non riuscì a risalire nella massima serie, finendo addirittura inSegunda B, allora il terzo livello della piramide calcistica spagnola, nel1981. Per tutti glianni '80 la squadra ha avuto solamente alcune brevi presenze nellaSegunda División, ma per la maggior parte ha frequentato laSegunda División B, fino alla stagione2001-02 quando è retrocessa addirittura nellaTercera División, la quarta serie iberica[6].
Nell'estate del 2009 la famigliaPozzo, già proprietaria di maggioranza dell'Udinese, entra a far parte della società andalusa come massimo azionista,[7]; intervenuto col socio Quique Pina (rimasto presidente del club fino al 2016) per salvare la società sull'orlo del fallimento, il nuovo proprietario ha subito contribuito al rilancio della squadra che ha centrato la promozione inSegunda División vincendo il campionato diSegunda División B nel 2010. Dodici mesi più tardi riesce nell'impresa del doppio salto consecutivo di categoria. Il 18 giugno 2011, avendo la meglio nella finalissima dei play-off sull'Elche (0-0 in casa e 1-1 adAlicante), la formazione granadina si assicura la promozione inPrimera a trentacinque anni di distanza dall'ultima apparizione[8].
Per tutta la gestione della famiglia Pozzo il Granada è sempre riuscito a non retrocedere inSegunda División, raggiungendo come massimo piazzamento in classifica il 15º posto nel2012-13 e2014.
Il 23 maggio 2016 la famiglia Pozzo, dopo sei anni trascorsi alla presidenza del club, decide di vendere la società ad un gruppocinese, il colosso del marketing sportivoDesports[9].
Alla prima stagione senza la proprietà italiana, il Granada retrocede in Segunda División con tre giornate d'anticipo, dopo la sconfitta del 29 aprile 2017 in casa dellaReal Sociedad (2-1)[10].
Dopo il decimo posto in seconda divisione del2017-2018, il secondo posto dell'annata seguente garantisce al club la risalita in massima serie[11]. La stagione2019-2020 viene conclusa al settimo posto in campionato, con conseguente qualificazione all'Europa League, ottenuta all'ultima giornata[12], e con il raggiungimento delle semifinali diCoppa del Re[13]. Nell'annata 2020-2021 la squadra giunge ai quarti di finale diEuropa League e si piazza nona in campionato, mentre nell'annata seguente chiude al diciottesimo e terzultimo posto, retrocedendo in seconda serie per un solo punto di margine[14]. Lastagione 2022-2023 è un successo per la squadra andalusa, che trionfa raggiungendo la prima posizione e conquistando nuovamente laPrimera Division, dopo un solo anno,[15] ma la retrocessione avviene già l'anno dopo.
Quando è stato fondato, la divisa principale del Granada C.F. era una maglia con le bande verticali azzurre e bianche ed i pantaloncini neri[16].
A partire dal 1939 è stata adottata l'attuale combinazione bianco-rossa, ispirata a quella dell'Atlético Madrid[17]. A partire dal 1973, il club ha tuttavia cambiato le bande verticali per le bande orizzontali, motivando la decisione con una migliore riconoscibilità televisiva, ai tempi delle trasmissioni in bianco e nero[18]. Da allora la divisa è stata modificata diverse altre volte, alternando l'uso delle bande orizzontali e delle bande verticali, seguendo l'opinione del presidente del momento, fino alla stagione2004-05 quando l'assemblea societaria ha deciso di adottare definitivamente le bande orizzontali[17].
Il simbolo della società è costituito da uno scudo allungato bianco-rosso, diviso diagonalmente da destra a sinistra, contenente le lettere maiuscole GCF, rappresentanti il nome ufficiale della squadra[19]. È sormontato da un pallone da calcio, e riporta inoltre sulla punta inferiore, un frutto dimelograno stilizzato; il simbolo è da sempre distintivo della città di Granada, e come tale riportato sullo stemma cittadino e suquello della monarchia spagnola, presente sullabandiera nazionale[20].
Dopo la sua fondazione la squadra giocava le sue partite casalinghe alCampo de Las Tablas, inaugurato il 20 dicembre1931. Il campo però verrà usato solo fino al 23 dicembre1934 quando venne inaugurato il nuovo stadio: l'Estadio Los Cármenes. Il club giocò le partite locali in questo stadio fino al1995 quando fu inaugurato lo stadioNuevo Los Cármenes[21].
Dalla stagione1995-96 il Granada C.F. gioca i suoi incontri locali nell'Estadio Nuevo Los Cármenes, inaugurato il 16 maggio1995, con una capacità di 22.524 posti.
Dal 1947, il Granada possiede una sua sezione giovanile, ilClub Recreativo Granada (fino al 2018 noto comeGranada B[22]), attualmente militante inSegunda División B, il terzo livello calcistico nazionale.
La rivalità tradizionalmente più sentita fra la tifoseriarojiblanca è quella nei confronti delMalaga, denominato "Derby dell'Andalusia orientale"[23] fin daglianni '30[24]. Più recente è l'inimicizia sorta nei confronti dell'Elche, originata da contrasti di natura sportiva nel corso delle ultime stagioni[25] e dallo spareggio-promozione vinto dai bianco-rossi nel 2011.
^abcdefgCampionato diviso in gironi: le squadre meglio posizionate concludono con un girone di play-off. La vincitrice di questo è campione dellaSegunda División.
^Dal 1951 al 1968 i vincitori dei propri gironi vengono considerati campioni di categoria e non partecipano ai playoff con le altre squadre di Segunda División. Il primo nominato è il vincitore del girone A, il secondo del girone B.
^Non ottiene la promozione in quanto squadra B delReal Madrid.
^Vincitori dei gironi delle qualificate alla fase valida per la promozione.