Lagrafiosi dell'olmo è unamalattia provocata da unfungoascomicete che colpisce talealbero.
L'agente causale è il fungoOphiostoma ulmi, la cui diffusione è facilitata da uncoleottero delgenereScolytus o del generePteleobius che compie parte del propriociclo vitale nellacorteccia degli olmi, oltre che da anastomosi radicale di piante vicine[1]. Il fungo blocca i vasi che conducono lalinfa allefoglie, inibendo il trasporto dell'acqua e provocando l'ingiallimento dellefoglie con successiva morte di parti di rami, branche o dell'intera pianta.
La malattia, che può avere decorso cronico o acuto, è originaria dell'Asia e colpisce tutte le specie di olmi, ma non tutte con la stessa gravità. Le specie asiatiche di olmi, convivendo da sempre con questa malattia, hanno sviluppato un certo grado di resistenza.
Intorno al1920, il fungo raggiunse l'Europa e fu descritto per la prima volta neiPaesi Bassi, ragion per cui la malattia fu detta ancheDutch elm disease (malattia olandese dell'olmo). Dall'Europa, la grafiosi raggiunse la costa atlantica delNordamerica, espandendosi verso ovest piuttosto lentamente (nel1960 giunse aChicago).
InItalia il primo caso di grafiosi dell'olmo risale al1930.
Intorno al1967, l'Europa fu raggiunta da un ceppo molto più virulento della stessa malattia, il cui agente casuale è il fungoOphiostoma novo-ulmi, ed in una ventina d'anni morirono milioni di olmi - in particolare moltissimi tra gli esemplari di grande mole. In Italia l'area interessata comprende tutta la Penisola e le isole con perdite vicine al 100% degli olmi adulti.Tuttavia le specie di olmo in natura non sono minacciate di estinzione poiché le piantine fino a 2–3 m di altezza sono indenni dalla malattia.[senza fonte] La grafiosi ha condannato l'olmo a passare da grandealbero a piccoloarbusto.
Laricerca scientifica ha permesso di selezionare una nuova varietà delgenere che — grazie anche allaclonazione —[2] mostra una spiccata resistenza all'agentemicotico.[3]
Tra i segnali di grafiosi dell'olmo rientrano:
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