Il termine si suppone derivi dallatino medievalegradalis o dalgreco κρατήρ (kratḗr «vaso») e designa infrancese antico una coppa o unpiatto.[2] Il termine italiano corrispondente ègradale.[3][4][5]
Da un punto di vistasimbolico, il Graal allude al possesso di unaconoscenzaesoterica oiniziatica, che da un lato viene elargita gratuitamente daDio, ma dall'altro comporta una conquista riservata a coloro in grado di accoglierne il mistero, degni dell'enorme poteremagico in essa racchiuso.[6] Come sintetizzato daÉtienne Gilson:
«La ricerca del Santo Graal è la ricerca dei segreti diDio, inconoscibili senza lagrazia.»
(Étienne Gilson,La mystique de la gràce dans la Queste del Saint Graal, in "Les Idées et les lettres", Parigi, Vrin, 1955, pag. 78)
Lo sviluppo dellaleggenda del Graal è stato tracciato in dettaglio dalla ricercastoriografica: si tratterebbe di una tradizione oralegotica, derivata forse da alcuni racconti sotto forma diromanzo tra la fine delXII secolo e l'inizio delXIII secolo. Gli antichi racconti sul Graal, dotato di poteri miracolosi come la guarigione, il ringiovanimento, l'abbondanza,[7][8] sarebbero stati imperniati sulla figura diParsifal e delre Pescatore, per poi intrecciarsi con ilciclo arturiano.[9]
Il mito del calice o piatto di Gesù Cristo affonderebbe le sue radici in epoche remote antecedenti alMedioevo,[10][11] risalendo ad antiche sagheceltiche intorno ad un eroe viaggiatore che si ritrova in un "altro mondo", su unpiano magico parallelo al nostro. In questi racconti il Graal era semplicemente un piatto o una coppa, come l'inesauribilecornucopia greco-romana, rappresentato per significare la natura spirituale dell'aldilà.[10]
Come raccontano iVangeli sinottici (Matteo 26,26-29[13];Marco 14,22-25[14];Luca 22,15-20[15]), durante l'Ultima Cena Gesù prese il pane, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: «Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi»; poi prese il calice, rese grazie, lo diede ai suoi discepoli e disse: «Bevetene tutti, perché questo è il Mio Sangue dell'alleanza versato per voi e per tutti in remissione deipeccati».[16]
Fu solo dopo che il ciclo dei romanzi del Graal si fu costituito, che la coppa venne identificata con quella dell'ultima cena di Gesù Cristo, collegando l'etimologia dei termini francesisan greal («Sacro Graal») esang real («sangue reale»).
Tra gli autori di questo collegamento vi èJacopo da Varagine, il quale nel1260 circa racconterà nellaLegenda Aurea che, durante laprima Crociata (del1099), i Genovesi trovarono il calice usato da Gesù nell'Ultima Cena.
I romanzi del Graal furono originariamente scritti infrancese e successivamente tradotti nelle altre lingue europee, senza l'aggiunta di nuovi elementi.
Il Graal appare per la prima volta sotto forma letteraria nelPerceval ou le conte du Graal diChrétien de Troyes (XII secolo). In questo racconto il Graal non viene definito "sacro" e non è ancora identificato col Calice contenente il Sangue di Cristo. Non si sa neppure di preciso che forma abbia perché Chrétien, descrivendo il banchetto nel castello delRe Pescatore, dice semplicemente che «un graal antre ses deus mains / une dameisele tenoit» («un graal tra le sue due mani / una damigella teneva») e descrive le pietre preziose incastonate nell'oggetto d'oro. Il Graal viene citato di nuovo in una delle scene finali, quella in cui uneremita rivela a Perceval che il Graal reca un'Ostia, nutrimentospirituale, per il padre delRe Pescatore.[17]
Il racconto delRe Pescatore riguarda un re zoppo la cui ferita alla gamba rende la terra sterile. L'eroe (Gawain,Percival, oGalahad) incontra il re pescatore ed è invitato ad una festa al castello. Il Graal è ancora presentato come un vassoio di abbondanza ma è anche parte di una serie direliquie religiose, tra cui unalancia che stillasangue (da alcuni interpretata come laLancia di Longino) ed unaspada spezzata. Lo scopo delle reliquie è di incitare l'eroe a porre domande circa la loro natura e quindi rompere l'incantesimo del re infermo e della terra infruttuosa, ma l'eroe invariabilmente fallisce nell'impresa.
FuRobert de Boron, nel suoJoseph d'Arimathie composto tra il1170 e il1212, ad aggiungere il dettaglio, non presente neiVangeli canonici né negliapocrifi,[18] che il Graal sarebbe la coppa usata nell'Ultima Cena, la stessa nella qualeGiuseppe d'Arimatea avrebbe poi raccolto le gocce diSangue delCristo sulla croce, uscite dalla ferita infertagli dal centurione, poco prima che il suo Corpo venisse lavato e preparato per essere sepolto.
Giuseppe avrebbe quindi lasciato laPalestina per rifugiarsi nelleIsole britanniche, portando con sé il Sacro Graal,[19] raggiungendo la valle diAvalon (identificata già conGlastonbury) che sarebbe diventata la prima Chiesa Cristiana oltrela Manica.
Qui lui avrebbe affidato il Graal al proprio cognato di nome Hebron, detto anche il «Re Pescatore», il quale a sua volta l'avrebbe trasmesso ai suoi discendenti, ogununo denominato col suo stesso titolo in qualità di custode della sacra reliquia.[20]
Una successiva interpretazione del Graal è quella che si trova nelParzival diWolfram von Eschenbach (1210), secondo il quale il Graal sarebbe unapietramagica (lapis exillis) che produce ogni cosa che si possa desiderare sulla tavola in virtù della sua sola presenza.
Questa pietra sarebbe caduta dalla corona diLucifero, staccatasi precisamente nello scontro fra gliangeli del bene e delmale, cadendo sullaTerra.
Lacristianizzazione della leggenda del Graal è proseguita dallaQueste del Saint-Graal, romanzo anonimo scritto verso il1220, probabilmente da un monaco, che identifica il Graal con laGrazia divina.
Vari cavalieri intrapresero la ricerca del Graal in racconti annessi alciclo arturiano. Alcuni di questi racconti presentano cavalieri che ebbero successo, comeParsifal oGalahad; altri raccontano di cavalieri che fallirono nell'impresa per la loro impurità, comeLancillotto. Nell'opera diWolfram von Eschenbach, il Graal fu messo in salvo nel castello segreto di Munsalvaesche (mons salvationis) oMontsalvat, affidato a Titurel, il primo re del Graal. Alcuni hanno identificato il castello con ilMonastero di Montserrat inCatalogna.
Anche la storia delRe pescatore, legata al Graal daChrétien de Troyes, fu più tardi incorporata nel ciclo arturiano. In principio il racconto del re pescatore fu un episodio inserito prima dell'arrivo di Parsifal aCamelot, per poi evolvere in una esplicita ricerca del Graal da parte dei dodici cavalieri dellaTavola Rotonda.
La leggenda del Graal è riportata successivamente in racconti popolarigallesi, dei quali ilMabinogion è il più vecchio dei manoscritti sopravvissuti (XIII secolo). Esiste anche un poema ingleseSir Percyvelle delXV secolo. In seguito le leggende di re Artù e del Graal furono collegate nel XV secolo daThomas Malory nelLe Morte d'Arthur (anche chiamatoLe Morte Darthur) che diede al corpus della leggenda la sua forma classica.
SecondoRené Guénon, il Graal simboleggia l'integrità dellaTradizioneiniziatica, cioè di unasapienzaperenne, e il suo smarrimento il carattere nascosto di quest'ultima, che può essere ritrovata solo da chi ne possegga le chiavi. Egli accenna in proposito a un duplice significato:
«Il Graal rappresenta nel medesimo tempo due cose che sono strettamente solidali l'un l'altra; chi possiede integralmente la «tradizione primordiale», chi è pervenuto al grado di conoscenza effettiva essenzialmente implicito in questo possesso, è difatti, per ciò stesso, reintegrato nella pienezza dello «stato primordiale». A queste due cose, «stato primordiale» e «tradizione primordiale», si riferisce il duplice senso inerente alla stessa parola Graal, perché, con una di quelle assimilazioni verbali che hanno spesso nel simbolismo una funzione non trascurabile, e che hanno d'altronde delle ragioni assai più profonde di quanto non si immaginerebbe a prima vista, il Graal è simultaneamente un vaso (grasale) ed un libro (gradale o graduale); quest'ultimo aspetto designa manifestamente la tradizione, mentre l'altro concerne più direttamente lo stato stesso.»
Falce diLuna, usata in ambitorosacrociano come simbolo del Graal
Sempre in ambitoesoterico, il dualismo di significati del Graal è stato ricondotto tra iRosacroce anche all'iconografiamedievale della discesa delCristo-Sole nel calice dellaLuna.[22]
Rudolf Steiner, ad esempio, collega l'immagine del Graal presentato nelParsifal col mistero dell'eucaristia, sia a livellomacrocosmico chemicrocosmico.[23] Come l'eremita indicò a Parsifal la via del Graal nei giorni precedenti laPasqua, periodo in cui, ad ogniVenerdì Santo, un'ostia discende dalCielo, così l'umanità viene indirizzata al simbolo astronomico dellaLuna che si fa coppa per accogliere lo Spirito delSole. Lafalce dorata di Luna che riflette iraggi solari, infatti, sorregge sopra di sé gli influssiinvisibili del Sole penetrati attraverso la materia nella parte lunare in ombra. La luce fisica che viene respinta delinea la coppa del Graal, quella spiritualeocculta invece viene accolta nel disco oscuro a formare l'Ostia sacra.[24]
Scultura nei pressi del tempio esoterico delGoetheanum, aDornach inSvizzera, che raffigura l'iconografia della coppa lunare sormontata dal Sole
Non a caso laPasqua fu stabilita nelladomenica dopo la primaluna piena diprimavera, chedescrescendo verso la falce inizia a scomparire rivelando in maniera occulta il Cristo-Sole, entrato viceversa nella sua fase ascendente dell'anno.[25]
«A Pasqua deve cominciare a rendersi visibile quella parte oscura, vale a dire che nella falce si deve trovare parte dello Spirito solare che ha trovato la sua forza primaverile. In altre parole: a Pasqua deve apparire nel cielo l'immagine del santo Graal. Così infatti dev'essere. Chiunque può quindi contemplare a Pasqua l'immagine del santo Graal; proprio per questo è stata stabilita in quel dato modo ladata della Pasqua, secondo un'antichissima tradizione.»
(Rudolf Steiner, cit. daCristo e il Mondo spiritualeLa ricerca del Santo Graal, conferenza del 2 gennaio 1914, O.O. n. 149, Milano, Antroposofica, 1996[25])
Lacarne e ilsangue di Cristo sono per Steiner i duesacrifici con cui il suo Spirito si riversa nel Graal: ilgrano assomma in sé le forze cosmiche che sin dalle origini hanno agito sullaTerra, e la cui assunzione viene fatta in ricordo delLogos primigenio, «in memoria di Me»; ilvino rappresenta invece la «Nuova Alleanza», ilsangue accolto come un seme dalla Terra, la quale si fa essa stessavaso, destinato a contenere lo Spirito del Sole, diventando il nuovo centro del cosmo. Da questo germe nascerà l'archetipo spiritualizzato dell'essere umano, non più legato alla materialità del grano.[23]
Steiner aggiunse che allo spirito cristico del Graal si contrappone l'influsso simboleggiato nel Medioevo dalmago nero Klingsor (l'avversario delParsifal). Queste due forze avevano anche un corrispettivo geografico: la prima emanava da un picco detto «Monsalvato» suiPirenei,[26] mentre «l'ostilità al Graal era concentrata nella fortezza diIblis aKalot Enbolot», identificata col castello diCaltabellotta in Sicilia.[27]
Secondo il best sellerIl sacro Graal diMichael Baigent,Richard Leigh eHenry Lincoln, un libro del1982, l'etimologia"sang real" del termine «Graal» si riferirebbe a una discendenza di sangue di Gesù, chesposato conMaria Maddalena avrebbe avuto un figlio da lei. La tribù deiFranchi, da costei raggiunti inProvenza, non sarebbero stati altro che i discendenti della tribù ebraica diBeniamino nella diaspora, ed iMerovingi, i primi re dei Franchi, proprio a causa della loro origine da Maddalena avrebbero avuto l'appellativo dire taumaturghi, ovvero guaritori, per la loro facoltà di guarire gli infermi con il solo tocco delle mani, come il Gesù dei vangeli.[28]
Questa tesi ha dato lo spunto a moltissimi altri testi sulla "linea di sangue del Graal" (tra cui il romanzoIl codice da Vinci), ma non è suffragata da alcuna fonte storica a parte l'ovvia citazione della famosa leggenda medievale dello sbarco della Maddalena in Francia, resa popolare daJacopo da Varazze nellaLegenda Aurea.
La tesi nasce tra il 1969 e il 1970. Lincoln, un attore e documentarista inglese, entrò in contatto con il trio de Chérisey -Plantard - de Sède (che avevano dato origine al controversoPriorato di Sion) e decise di riscrivere la storia de L'Or de Rennes in una forma più adatta al pubblico di lingua inglese, presentandola prima in tre documentari trasmessi dallaBBC tra il 1972 e il 1979 e poi in un libro pubblicato nel 1982 con l'aiuto di Michael Baigent e Richard Leigh.
Lincoln si rese conto che a chi spettasse il titolo di pretendente altrono di Francia era di scarso interesse per il pubblico inglese. Nello stesso tempo era stato introdotto da Plantard nel piccolo mondo delle organizzazioni esoteriche francesi dove aveva conosciutoRobert Ambelain (1907-1997), figura notissima di questo ambiente e autore di libri su astrologia,divinazione, profezie, tradizioni iniziatiche. Nel 1970 Ambelain aveva pubblicatoJésus ou Le mortel secret des templiers (edito da Robert Laffont a Parigi), in cui sosteneva che Gesù Cristo aveva una compagna, pur non essendo legalmente sposato, e identificava questa «concubina» in Salomè, una discepola citata nelvangelo di Tommaso, uno deivangeli gnostici ritrovati aNag Hammadi. Lincoln fuse la narrazione del matrimonio di Gesù ricavata da Ambelain con quella dei Merovingi di Plantard e «rivelò» che i Merovingi protetti dal Priorato di Sion sono importanti, ben al di là della rivendicazione del trono di Francia, perché discendono da Gesù Cristo e dalla Maddalena.[29] Anche l'appellativo di "re taumaturghi" risulta assai dubbio: in realtà iMerovingi vennero chiamati"re fannulloni", mentre il primo accenno storico di re taumaturgo è riferito aEnrico I di Francia, terzo re dellaterza dinastia di re francesi, iCapetingi, che si racconta guarisse lascrofola con l'imposizione delle mani.[30]
Recentemente lo storico Daniel Scavone ha avanzato l'ipotesi che il Graal fosse in realtà laSindone[31].
Egli ipotizza che la leggenda del Graal sia stata ispirata dalle frammentarie notizie giunte in Occidente di un oggetto legato alla sepoltura di Gesù e che ne "conteneva" il sangue; queste notizie vennero poi forse fuse con le leggende preesistenti che parlavano di una coppa o un piatto.
A supporto di questa teoria Scavone nota che, secondo alcune fonti, il Graal offriva una particolare "visione" di Cristo nella quale egli appariva prima come bambino, poi via via più grande, infine adulto: egli ipotizza che queste fonti riportassero, in modo impreciso, un rituale nel quale la Sindone veniva dispiegata gradualmente e la sua immagine era resa visibile, man mano che il rito procedeva, in misura sempre maggiore, fino ad essere mostrata nella sua interezza.
Inoltre, secondo le sue ricerche, la notizia secondo la qualeGiuseppe d'Arimatea avrebbe raggiunto laGran Bretagna deriverebbe da un'errata lettura della parolaBritio, nome del palazzo reale diEdessa (dove, secondo molti storici, la Sindone si trovava tra ilVI e ilX secolo), che sarebbe stata fraintesa perBritannia.
Già nelMedioevo esistono testimonianze relative al luogo dove sarebbe conservato il Graal. Le più importanti sono:
La fonte più antica sulla coppa dell'Ultima Cena parla di un caliceargenteo a due manici che era rinchiuso in unreliquiario di una cappella vicino aGerusalemme, tra la basilica delGolgota e il Martirio. Questo Graal appare solamente nel racconto di Arculfo, un pellegrino anglo-sassone delVII secolo, che l'avrebbe visto ed anche toccato. Questa è la sola testimonianza che il calice fosse conservato in Terra Santa.
Un'altra fonte della fine del XIII secolo parla di una copia del Graal aCostantinopoli. La testimonianza si trova nel romanzo tedesco delXIII secoloTiturel il giovane. Questo Graal sarebbe stato trafugato dalla chiesa delBoucoleon durante laquarta crociata e portato da Costantinopoli aTroyes daGarnier de Trainel, decimo vescovo di Troyes, nel1204. Viene ricordato lì ancora nel1610, ma sarebbe scomparso durante laRivoluzione francese.
Dei due calici sopravvissuti fino ad oggi e creduti essere il Graal, uno si trova aGenova, nelMuseo del tesoro della cattedrale di San Lorenzo, pressol'omonima cattedrale, riportato daGuglielmo Embriaco al ritorno dallaPrima crociata.[32] La coppa esagonale genovese è conosciuta come ilSacro Catino. Il calice è divetro egiziano verde e la tradizione vuole che sia stato intagliato in unosmeraldo; tuttavia fu portato aParigi dopo la conquista napoleonica dell'Italia e tornò rotto, rivelando in effetti la struttura in vetro verde. La sua origine è incerta; secondoGuglielmo di Tiro, che scrive verso il1170, fu trovato nellamoschea aCesarea nel1101. Secondo un'altra versione di una cronaca spagnola, fu trovato quandoAlfonso VII di Castiglia preseAlmería ai Mori nel1147 con l'aiuto genovese; questi in cambio avrebbero voluto solo questo oggetto dal saccheggio di Almeria. L'identificazione delsacro catino con il Graal non è comunque tarda, dato che si trova nella cronaca di Genova scritta daJacopo da Varagine, alla fine del XIII secolo.
L'altro calice identificato con il Graal è ilsanto cáliz, una coppa diagata conservata nella cattedrale diValencia.[33] Essa è posta su un supporto medievale e la base è formata da una coppa rovesciata dicalcedonio. Sopra vi è incisa un'iscrizionearaba. Il primo riferimento certo al calice spagnolo è del1399, quando fu dato dalmonastero di San Juan de la Peña al reMartino I di Aragona in cambio di una coppa d'oro. Secondo la leggenda, il calice di Valencia sarebbe stato portato a Roma daSan Pietro.
Ilsanto cáliz della Cattedrale di Valencia
In tempi moderni vi è stata una fiorente speculazione sul luogo dove potrebbe essere custodito il Graal e sono state fatte varie ipotesi:
Meseta di Somuncurá, nel desertoPatagonico, inArgentina. Secondo la fondazione Delphos, i templari arrivarono in Patagonia grazie a delle mappe create secoli prima dai fenici. Partirono da La Rochelle per arrivare in Patagonia e fondarono città che poi le leggende indigene chiamarono "città dei Cesari". Oltre alle leggende indigene, furono trovati reperti archeologici, tra i quali una pietra con scolpita una croce templare.[34]
Il codice da Vinci (The Da Vinci Code), romanzo diDan Brown,2003, che sostiene l'ipotesi di Baigent, Leigh e Lincoln. Dal romanzo fu tratto l'omonimo film.
Dall'ottobre del 2005 all'aprile del 2006 il canale satellitare MarcoPolo (piattaforma Sky) ha curato un programma di approfondimento sulla storia del Sacro Graal titolato "La Regola" supervisionato dal noto storicoFranco Cardini.
Nel telefilmStargate SG-1 il Sacro Graal è un'arma costruita da Merlino per annientare gliOri, razza che professa una religione fondamentalista e si contrappone agliAntichi.
Nellavisual novel, manga e animeFate/Stay Night l'intera storia ruota attorno al mitico Graal che può realizzare qualunque desiderio che sarà espresso dal vincitore della Guerra.
Mystère, canzone della cantautrice franceseNolwenn Leroy, ispirato al Graal e pubblicata nel suo album del 2005Histoires Naturelles ("Mais comment ai-je pu trouver normal / Que le Graal ne soit que de métal ?").
^ Marie-Madeleine Davy,Cap. III, inIl simbolismo medievale, traduzione di Barbara Pavarotti, Roma, Mediterranee, 1988, pp. 259 e segg..
^Nel sud-ovest della Francia si usava il terminegardale, nella Svizzera romanciagral; nelcatalano anticogradal-greala e nelcastigliano anticogrial. La varianteprovenzale-occitanica ègrazal ograsal che s'incontra dalla metà del XII secolo e sopravvive nei dialetti neolatini come neldialetto savoiardogrolla (Franco Cardini,Massimo Introvigne,Marina Montesano,Il Santo Graal, Giunti editore, 2006, pag. 26).
^Gradale, inTreccani.it –Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.URL consultato l'8 gennaio 2018.
^Lo scrittore Orazio Antoniazzi scrive: "Diversi studiosi sono concordi nell'ipotizzare che le origini dei racconti del Graal debbano collocarsi in ambiente persiano, nel linguaggio letterario delle fiabe orientali, e nel contesto religioso delmazdeismo. Effettivamente i riferimenti a termini e costumi orientali sono spesso evidenti, soprattutto per quanto riguarda nomi di luoghi e descrizioni e collocazioni geografiche". VediIl Santo Graal, la verità sulla tradizione del calice di Cristo, Società Europea di Edizioni Spa - Il Giornale, 2020, pag. 14).
^Secondo alcuni questa scena potrebbe essere un'aggiunta spuria. Cfr. J. Vendryes,Il Graal nel ciclo bretone, inNelli, p. 73.
^Jessie Weston afferma che la storia dell'origine cristiana del Graal «non regge di fronte al fatto sconcertante che non c'è nessuna leggenda cristiana riguardo a Giuseppe d'Arimatea ed il Graal. Non vi è nessuna traccia della storia né nel mito né nell'arte; essa non esiste al di fuori della letteratura del Graal, è una invenzione romanzesca senza una autentica tradizione» (Weston, p. 24).
^Freculfo di Lisieux nel suoChronicon racconta che Giuseppe d'Arimatea, nel 63 d.C., si recò da San Filippo in Gallia e da qui, si spostò in Inghilterra. (FreculfusChronicorum libri duo a cura di E. Grunauer con il titolo diDe fontibus historiae Freculfi, Winterthur, 1864)
^Questa ipotesi, descritta in molte pagine web come leggenda antica, ma senza alcuna citazione di fonti, è in realtà contenuta in un romanzo recente:L'Isola diGiovanni Galli. In questo romanzo si racconta che il Graal sarebbe rimasto per cinque secoli nella chiesa di Aquae Sulis in Britannia, ma nelVI secolo a causa dell'avanzata di eserciti pagani si volle portarlo in un luogo più sicuro. Quindi un sacerdote si incaricò di portarlo aRoma dalPapa. Ma quando arrivò all'Isola Comacina, a causa dell'invasione deiLongobardi fu costretto a fermarsi. Al Sacro Graal venne dato il merito della resistenza riuscita contro i Longobardi, e venne costruita una chiesa (sull'isola) in suo onore. Con la vittoria dei Longobardi si cercò quindi di portare in salvo il Sacro Graal, nascondendolo in un posto sperduto in Val Codera, da dove si sono perse le sue tracce.
Graziella Agrati e Maria Letizia Magini (a cura di),La leggenda del Sacro Graal, Mondadori, Cofanetto in due volumi che contiene i romanzi del ciclo del Graal, escluso ilParzival di von Eschenbach, 1995.
(FR) Walter e Poirion (a cura di),Le livre du Graal. Tome I, Joseph d'Arimathie – Merlin – Les Premiers Faits du roi Arthur, Parigi, 2001,ISBN 2-07-011342-6.