Gole del Tarn | |
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Stato | ![]() |
Regione | Occitania |
Dipartimento | Lozère Aveyron |
Fiume | fiume Tarn |
Cartografia | |
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Legole del Tarn (infranceseGorges du Tarn) sono uncanyon scavato dalfiume Tarn tra ilCausse Méjean ed ilCausse de Sauveterre. Si estendono daQuézac aLe Rozier lungo 53 km, per gran parte nel dipartimanto dellaLozère ed in minima parte nell'Aveyron. Il fiume, attraversando la zona delleGrands Causses, forma uno dei più grandi canyon d'Europa, e alterna zone di corso calmo a rapide talvolta tra pareti rocciose alte 500 metri. Il clima è molto meno rigido nelle gole che sugli altopiani circostanti, a causa della differenza di altitudine.
Il cosiddettopoint sublime a sud est diSaint-Georges-de-Lévéjac offre una vista panoramica sulle gole del Tarn.
L'asse principale di sviluppo della regione è il turismo secondo diverse attività come il trekking, lacanoa-kayak, laspeleologia ed altri sport naturali, oltre al turismo culturale incentrato sui villaggi tipici comeSaint-Chély-du-Tarn.
Ilfiume Tarn sgorga dalla propriasorgente sulle pendici delMonte Lozère ed appena abbandona il massiccio granitico di questa catena, entra immediatamente nell'altopiano dei grands Causses. Questa zona, prettamentecalcarea, viene così scavata dall'acqua del fiume che ha creato nel tempo un canyon particolarmente profondo (tra i 400 ed i 600 metri di dislivello per una lunghezza di circa 53 km, prevalentemente nei territori degli abitati diQuézac eLe Rozier.
Le gole sono formate da pareti calcaree formatesi nelMesozoico e che si sono cominciate a formare dalBajociano per quel che riguarda gli strati più inferiori (barredolomitiche), hanno continuato nelBatoniano inferiore in poi, caratterizzandosi per il pendio inclinato, ed infine hanno terminato la loro formazione con le grandifalesie verticali che raggiungono la sommità (dolomia batoniana e delgiurassico superiore).
Questa conformazione geologica relativamente semplice caratterizza la parte a valle delle gole (trale Vignes e Rozier), ma per quanto riguarda quella a monte, la presenza di faglie (la faglia Hauterive, incidente submeridiano di Sainte-Enimie che passa anche attraverso tutta la Causse Mejean) rende più complesso geologicamente il luogo. Sono queste faglie che sono giustamente all'origine di due insorgence molto importanti nella regione di Saint-Enimie: la sorgente del Burle e quella del Coussac, che confluiscono con delle cascate nel Tarn.[1].
Queste fonti sembrano drenare gran parte del Causse de Sauveterre mentre l'altro lato del fiume, la sorgente di Castelbouc, anch'essa molto potente, drena la maggior parte del Méjean Causse (fino alla pozza di Huren). Ci sono anche altre sorgenti lungo il percorso del Tarn, più o meno abbondanti (se ne possono contare una quarantina) tra le quali quella di San Cénaret Chely du Tarn, che ha la particolarità di alimentare un piccolo lago sotterraneo (30 metri di diametro e otto metri di profondità), situato nell'omonima grotta.
L'area delle gole del Tarn è stata influenzata anche dalvulcanismoQuaternario i cui effetti sono rintracciabili in due punti.[1] La prima testimonianza di questo vulcanismo è in alcune gole remote che si trovano sulSauveterre e portano lo stesso nome: assumono la forma di un doppio collo circondato dabasalto sul quale sorge il paese. La seconda si trova allo stesso livello della gola diEglazines e si manifesta come un'intrusione di basalto circondato da alcune laghune. Entrambe le eruzioni risalgono al quaternario antico e il secondo luogo era già formato prima che il canyon fosse completamente scavato.
Le gole del Tarn sono ben note per la loro importantefauna cavernicola. In particolare esistono nella grotta di Castelbouc due specieendemiche e rare dimollusco: laBythinella bouloti e laBythinella galerae. Non solo, ma nelle grotte dell'area sono presenti specie diChirotteri molto rare come ilvespertillo maggiore, ilrinolofo maggiore ed ilrinolofo minore.
Tra i volatili spiccano numerosi esemplari diavvoltoi: ilcapovaccaio (riapparso in maniera spontanea dopo un periodo di prolungata assenza), ilgrifone (reintrodotto dall'uomo) e l'avvoltoio monaco. Va inoltre annoverata la presenza delbiancone e dell'ortolano.
Nelle zone d'acque e nel Tarn, va infine ricorda l'importante presenza delcastoro europeo che è stato reintrodotto non molto tempo fa e che ha cominciato a reinsediarsi in maniera soddisfacente.
Da cima a valle, le gole del Tarn vantano una successione di siti naturali fuori dal comune ben noti ed apprezzati: réputation:
Le gole del Tarn sono un sito naturalistico protetto in Francia.[2]
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