
Giuseppe Capograssi (Sulmona,21 marzo1889 –Roma,23 aprile1956) è stato ungiurista efilosofoitaliano che si è occupato principalmente difilosofia del diritto. Fu membro dellaCorte costituzionale.
Giuseppe Capograssi nacque a Sulmona da un'antica famiglia nobile che vi si era trasferita da un comune dellaprovincia di Salerno nel1319, a seguito del vescovo Andrea. Nipote diNunzio Federigo Faraglia, Capograssi si laureò inGiurisprudenza a Roma nel novembre del 1911 discutendo la tesi di laurea "Lo Stato e la Storia", in cui già affiorano le problematiche connesse alle interrelazioni fra individuo, società e Stato: problematiche che impegneranno tutta la sua attività di studioso.
Dopo aver esercitato l'avvocatura, iniziò lacarriera accademica dopo aver vinto, nel 1933, il concorso alla cattedra diFilosofia del diritto e fu chiamato dall'Università degli Studi di Sassari. Dal 1935 insegnò all'Università degli Studi di Macerata,[1] dove fu nominatorettore e successivamente si trasferì nel1938 aPadova, poi nel1940 aRoma. Nel luglio del1943 prese parte ai lavori che portarono alla redazione delCodice di Camaldoli. Intanto dallaSapienza si trasferì aNapoli, all'Università degli Studi di Napoli Federico II, dove rimase per un decennio, trascorso il quale si trasferì aRoma. dove insegnòDottrina dello Stato e, dal 1951, Filosofia del diritto. Dal 1948 al 1955 fece parte delConsiglio superiore della Pubblica Istruzione.
Il 3 dicembre1955 venne nominatogiudice della Corte costituzionale dalPresidente della RepubblicaGiovanni Gronchi e giurò il 15 dicembre insieme agli altri quattordici giudici. Di fatto non partecipò ai lavori della Corte in quanto morì il giorno della seduta inaugurale (23 aprile 1956).[2]
Fu tra i fondatori dell'Ugci (Unione giuristi cattolici italiani), di cui fu anche il primo presidente.
Tra i suoi allievi più famosi vi sonoEnrico Opocher ePietro Piovani.
Sulmona gli ha intitolato una scuola, una piazza e il ponte che collega al centro storico, un busto sulla stessa piazza, la nuova biblioteca civica e il Tribunale.
La sua filosofia viene denominata "dottrina dell'esperienza giuridica" ed è rivolta alla centralizzazione della volontà del soggetto agente, che si imprime nell'azione stessa, vera fonte di espressione giuridica e di vita. Lafilosofia dovrebbe quindi occuparsi della vita e dell'azione, avendo a centro della sua speculazione la "persona".
Il suo pensiero si ricollega alpersonalismocattolico, il cui approfondimento si ebbe proprio nelNovecento, sulle orme disant'Agostino,Pascal,Rosmini, anche ad opera di pensatori francesi qualiMaritain eMounier. Perciò, l'aver posto al centro della sua indagine il problema di comprendere i rapporti essenziali che intercorrono fra il diritto, inteso come esigenza giuridica, e la vita consente alla sua filosofia del diritto di superare il campo della tecnica giuridica per pervenire ad una visione organica e totale del reale, cioè a Dio.
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