Ilgiudaismo indica le caratteristiche distintive dell'ethnos ebraica[1][2]. Il termine deriva dallatinoIudaismus, coniato sulgreco Ἰουδαϊσμός e ad esso corrisponde inebraico יהדות,Yahadut.[3][4] Tutti questi vocaboli traggono origine dal nome ebraico di persona e di tribù יהודה,Yehudah, colui il quale rende lode aDio ossia "Giuda".
Il termine può essere utilizzato anche per indicare tutta lastoria del popolo ebraico, della sua religione e cultura, ma più spesso è associato a un aggettivo che caratterizza una particolare fase storica: es. "giudaismo rabbinico". In altre lingue la parolagiudaismo indica soprattutto la professione religiosa dei giudei e la storia della loro fede, mentre initaliano sono prevalsi per questo significato i terminiebraismo edebrei[5].
Il termine fa riferimento allatribù di Giuda, a cui appartenne la dinastia regale davidica e nel cui territorio si trovava iltempio di Gerusalemme, unico centro legittimo di culto secondo laTorah. Dato che le dieci tribù delRegno del Nord subirono un processo di mescolanza con le popolazionicananee e disincretismo con la loro religione, Giuda divenne simbolo di purezza etnico-religiosa per l'ebraismo. Dopo la dispersione delledodici tribù di Israele il resto del popolo ebraico si raccolse attorno alla tribù di Giuda, rimasta etnicamente compatta[6] e fedele alla Torah, anche perché il suo esilio era stato più breve. In questo periodo il termine "popolo di Giuda" cominciò ad essere usato per indicare tutto il popolo ebraico.
Secondo un'autorevole periodizzazione[7] la storia del giudaismo si suddivide a grandi linee in:
Anche altre periodizzazioni sono in uso.[8] Per esempio dal punto di vista culturale/religioso ha senso utilizzare come eventi epocali le costruzioni/distruzioni del Tempio di Gerusalemme. Particolarmente importante in questo quadro è ilPeriodo del Secondo Tempio (538-515 a.C.-70 d.C.), caratterizzato dalla continuità del culto nel tempio di Gerusalemme, pur nell'assenza di una dinastia davidica regnante.[9] La figura dominante diventa allora quella delsommo sacerdote, il capo ("nasi", cioè "principe") di una nuova istituzione: ilSinedrio. Simultaneamente per proseguire il culto anche in esilio o nelladiaspora e preservare l'identità ebraica nasce lasinagoga, dove scribi e dottori della legge acquistano sempre maggiore importanza.
Durante il giudaismo del secondo tempio venne completata la redazione di tutti i libri che oggi costituiscono laTanakh per gli ebrei e l'Antico Testamento per i cristiani. Il giudaismo di questo periodo rispecchia lo sviluppo religioso e culturale degli ebrei deportati a Babilonia daNabucodonosor e autorizzati a rimpatriare daCiro o da suoi successori. Ad esso si contrappone la religione e la cultura deisamaritani, i discendenti degli ebrei che non furono deportati e di popolazioni semitiche deportate in Palestina e assimilate dagli ebrei. Essi utilizzano come sacre scritture solo i cinque libri delPentateuco, con alcune varianti fra cui principalmente la sostituzione del monteGarizim almonte Sion come luogo di culto centrale e prescrittivo.
La distruzione del secondo Tempio e la scomparsa di ogni forma di stato ebraico diedero luogo algiudaismo rabbinico, cui si deve la redazione della "torah orale" (=Mishnah +Talmud). Lo studio delle Sacre scritture e il culto sinagogale diventano il centro di questo giudaismo, caratterizzato dall'assenza di ogni istituzione politica e da una religione priva del culto templare. Nel giudaismo rabbinico trova origine laCabala.
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