| Giovanni Host-Venturi | |
|---|---|
| Ministro delle Comunicazioni del Regno d'Italia | |
| Durata mandato | 31 ottobre1939 – 6 febbraio1943 |
| Predecessore | Antonio Stefano Benni |
| Successore | Vittorio Cini |
| Sottosegretario di Stato al Ministero delle Comunicazioni | |
| Durata mandato | 24 gennaio1935 – 31 ottobre1939 |
| Deputato del Regno d'Italia | |
| Legislatura | XXIX |
| Sito istituzionale | |
| Consigliere nazionale del Regno d'Italia | |
| Legislatura | XXX |
| Gruppo parlamentare | Membri del Governo nazionale |
| Incarichi parlamentari | |
| Sottosegretario di Stato alla Marina mercantile Ministro delle Comunicazioni. | |
| Dati generali | |
| Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
| Giovanni Host-Venturi | |
|---|---|
| Nascita | Fiume, 24 giugno 1892 |
| Morte | Buenos Aires, 29 aprile 1980 |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | Regio Esercito Forze armate fiumane |
| Arma | Fanteria |
| Corpo | 1ª Legione fiumana |
| Specialità | Alpini Arditi |
| Unità | 7⁰ Reggimento alpini |
| Grado | Generale |
| Comandanti | Gabriele D'Annunzio |
| Guerre | Prima guerra mondiale Impresa di Fiume |
| Comandante di | 1ª Legione fiumana |
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| Manuale | |
Giovanni Host-Venturi, noto anche comeNino Host-Venturi (Fiume,24 giugno1892 –Buenos Aires,29 aprile1980), è stato unpolitico,storico egeneraleitaliano.Protagonista dell'impresa di Fiume, concepita daGabriele D'Annunzio, fuMinistro delle Comunicazioni.
Irredentista, il cognome originale eraHost-Ivessich, tuttavia durante laprima guerra mondiale i cittadini dell'Impero austro-ungarico che combattevano per ilRegno d'Italia, se catturati venivano immediatamente fucilati come traditori e disertori, e le famiglie venivano duramente punite. Per questo Host-Venturi decise di utilizzare il cognome della famiglia Venturi che lo adottò in Italia per permettergli di combattere a fianco dell'Italia.[1] Per tutta la sua vita non divise mai più il cognome, che rimase dal 1915 in poi Host-Venturi.[2] Nel 1913 aBrescia fondò un battaglione di studenti volontariSursum corda.[3][4] Allo scoppio della prima guerra mondiale, il 18 marzo1915 insieme a Icilio Baccich eEnrico Burich scriverà un appello a Vittorio Emanuele III per rivendicare l'italianità dell'Istria e di Fiume.[5]
Col nome di battagliaGiovanni Venturi, fu volontario durante la prima guerra mondiale, prima nel7º Reggimento alpini e poi negliArditi del XIII Reparto d'Assalto, raggiungendo il grado diCapitano.[3] Durante il conflitto guadagnò treMedaglie d'argento al Valor Militare.[3]
A Fiume, nell'aprile 1919, Giovanni Host-Venturi creò la Legione fiumana, costituita da un nucleo di volontari per difendere la città dal contingente francese ritenuto filo-iugoslavo,[3][6] inviando un messaggio aGabriele D'Annunzio, invitandolo ad assumere il patronato della causa di Fiume italiana[3] e pochi mesi dopo, quando i negoziati si interruppero bruscamente, il 12 settembre una forza di nazionalisti ed ex-combattenti italiani, composta da circa 2500 legionari agli ordini di D'Annunzio, partiti daRonchi di Monfalcone, in seguito ribattezzataRonchi dei Legionari, si unirono alla Legione fiumana di Host Venturi occupando Fiume, chiedendo l'annessione all'Italia. Ai costanti rifiuti del governo italiano D'Annunzio, Host Venturi e migliaia di volontari accorsi nella città "liberata" proclamarono laReggenza del Carnaro. Giovanni Host-Venturi,Armando Odenigo eCorrado Zoli animati da spirito anti-slavo immaginavano di dare inizio a una grande rivoluzione in Iugoslavia con i secessionisti macedoni, albanesi, montenegrini e croati.[7]

Dopo la caduta della Reggenza del Carnaro, finita con forza dalgoverno di Giolitti con ilNatale di sangue del1920, Host-Venturi continuò la sua attività politica irredentista avvicinandosi sempre di più alfascismo. Dopo l'annessione al Regno d'Italia con ilTrattato di Roma del 27 gennaio 1924, Fiume divenne capoluogo diprovincia e Host-Venturi proseguì la sua attività politica ricoprendo la carica di segretario provinciale della federazione fascista di Fiume dal 15 novembre 1925 al 24 maggio 1928 e di commissario straordinario di Pola dal 1º aprile al 24 maggio1926 e fu fra i fautori di un'assimilazione forzosa delle popolazioni allogene presenti in Venezia Giulia. Celebre fu un suo discorso anticlericale tenuto il 23 maggio1925 al Congresso dei fascisti istriani[8], in cui denunciava l'uso delle lingue slave da parte dei religiosi sloveni e croati, nell'officiare la messa e nelle predicazioni. Nel1927, in un convegno che ebbe luogo aTrieste, Host-Venturi, conBruno Coceani,Giuseppe Cobolli ed altri gerarchi giuliani e friulani, tracciò le linee direttive per una completa italianizzazione delle minoranze alloglotte presenti inFriuli,Venezia Giulia eZara[9].
Passato nelle file deifascisti intransigenti, Host-Venturi, al pari diMario Carli, venne talvolta considerato un "fascista di sinistra".
Proseguì poi la sua carriera politica a Roma e divenne deputato alla Camera nel1934 e Consigliere nazionale dellaCamera dei Fasci e delle Corporazioni nel1939. Nel1935 fu prima Sottosegretario di Stato alla Marina mercantile, contribuendo al consolidamento della Finmare poi, fra il1939 e il febbraio1943, Ministro delle Comunicazioni. Cinque mesi prima della caduta del fascismo, per ragioni che non ci sono note, fu estromesso dal governo dallo stesso Mussolini in seguito a un profondorimpasto della compagine governativa operato dal Duce. Dopo l'8 settembre aderì allaRepubblica Sociale Italiana ma non occupò posizioni di rilievo. Nel1948 si trasferì inArgentina[10] con la famiglia continuando in qualche modo a interessarsi di politica, incontrandosi più volte con ilpresidentePerón, suggerendogli di creare delle zone franche industriali aBahía Blanca eRosario per favorire lo sviluppo economico del Paese. Il progetto incontrò un certo gradimento nel governo peronista, ma non venne mai concretamente realizzato.[2]
Suo figlio Franco, nato a Roma nel 1937, ma emigrato con il padre in Argentina con la famiglia, e divenuto un noto pittore e vignettista, fin da ragazzo aveva militato nella Juventud Peronista e successivamente era confluito nelle FAP (Fuerzas Armadas Peronistas), una frazione guerrigliera attiva nei primianni settanta aBuenos Aires e nelle principali città argentine. Venne sequestrato aMar del Plata il 24 febbraio1976 da paramilitari[11] e di lui non si seppe più nulla: in un primo tempo si pensò che fosse stato portato in un centro di detenzione in Patagonia, ma tutti gli sforzi dei familiari per rintracciarlo si rivelarono vani e venne ufficialmente consideratodesaparecido neglianni ottanta. Il padre Giovanni morì suicida aBuenos Aires nel1980.
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