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Giovanni Goria

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Giovanni Goria
Giovanni Goria nel 1987

Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Durata mandato29 luglio 1987 –
13 aprile 1988
Capo di StatoFrancesco Cossiga
Vice presidenteGiuliano Amato
PredecessoreAmintore Fanfani
SuccessoreCiriaco De Mita

Ministro delle finanze
Durata mandato28 giugno 1992 –
21 febbraio 1993
Capo del governoGiuliano Amato
PredecessoreRino Formica
SuccessoreVincenzo Visco

Ministro dell'agricoltura e delle foreste
Durata mandato13 aprile 1991 –
28 giugno 1992
Capo del governoGiulio Andreotti
PredecessoreVito Saccomandi
SuccessoreGiovanni Fontana

Ministro del bilancio e della programmazione economica
Durata mandato18 aprile 1987 –
29 luglio 1987
Capo del governoAmintore Fanfani
PredecessorePier Luigi Romita
SuccessoreEmilio Colombo

Ministro del tesoro
Durata mandato1º dicembre 1982 –
29 luglio 1987
Capo del governoAmintore Fanfani
Bettino Craxi
PredecessoreBeniamino Andreatta
SuccessoreGiuliano Amato

Sottosegretario di Stato alMinistero del bilancio e della programmazione economica
Durata mandato28 giugno 1981 –
3 giugno 1982
Capo del governoGiovanni Spadolini
PredecessoreLucio Gustavo Abis
SuccessoreEmilio Rubbi

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato5 luglio 1976 –
29 luglio 1992
LegislaturaVII, VIII, IX, X, XI
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneCircoscrizione II
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato25 luglio 1989 –
13 aprile 1991
LegislaturaIII
Gruppo
parlamentare
Partito Popolare Europeo
CircoscrizioneItalia nord-occidentale
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studioLaurea in economia e commercio
UniversitàUniversità degli Studi di Torino
ProfessioneFunzionario pubblico

Giovanni Goria (Asti,30 luglio1943Asti,21 maggio1994) è stato unpoliticoitaliano, esponente dellaDemocrazia Cristiana. FuPresidente del Consiglio dei Ministri dal 1987 al 1988 e più volte ministro della Repubblica.

Biografia

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Giovinezza ed esordi

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Giovanni Goria nacque adAsti il 30 luglio 1943 da Luigi Goria,geometra comunale, e Pierina Ferrero, impiegata nel commercio.Conseguì il diploma di ragioniere nel 1962 presso l'istituto Giobert di Asti e nel 1967 si laureò ineconomia e commercio all'Università degli Studi di Torino, con una tesi dal titoloOrganismi e istituti operanti nel quadro della programmazione regionale in Italia.

Negli anni sessanta si iscrisse allaDemocrazia Cristiana. In quegli anni era responsabile dell'ufficio studi e programmazione dell'amministrazione provinciale di Asti e, in seguito, entrò a far parte dell'ufficio studi dellaCamera di commercio di Asti. Nel 1969 si sposò con Eugenia Obermitto. Dal matrimonio nacquero Marco Goria nel 1971 e Paola Goria nel 1976. Daglianni settanta, Goria militò nella corrente della "Sinistra di Base" e divenne uno dei più stretti collaboratori diCiriaco De Mita, pur mantenendo una posizione indipendente all'interno della sinistra democristiana.Dal 1974 al 1976 ricoprì la carica di membro del collegio sindacale dellaCassa di Risparmio di Asti. Nel 1975, dopo essere stato a capo delmovimento giovanile della DC, divenne segretario provinciale del partito. 

L'ascesa in politica

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La svolta nella carriera politica di Goria avvenne nel 1976, con la candidatura alleelezioni politiche del 20 giugno. Venne eletto allaCamera dei deputati nellacircoscrizione Cuneo-Alessandria-Asti. Durante la sua prima legislatura fece parte dellaCommissione Finanze e Tesoro della Camera e divenne membro dell'ufficio economico della DC, nonché Consigliere economico del Presidente del Consiglio dei ministri,Giulio Andreotti.Nel 1979 venne rieletto Deputato, e da giugno 1981 assunse la carica diSottosegretario albilancio e alla programmazione economica, durante ilprimo governo Spadolini (1981-1982), incarico dal quale si dimise nel giugno 1982 per assumere quello di responsabile del Dipartimento Economico della Democrazia Cristiana.

I Ministeri e la politica economica

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Nel dicembre 1982 divenne per la prima voltaMinistro del Tesoro, nelV governo Fanfani. «La sua nomina è una delle più rilevanti novità di quel governo: egli è infatti il più giovane a ricoprire tale incarico nell'Italia repubblicana. La sua età e la sua immagine di persona più vicina alla gente e al comune buon senso, rispetto alla tradizionale figura del politico italiano, contribuiscono ad accrescerne la popolarità, facendone il prototipo di "uomo nuovo" per la DC».[1]Al Ministero del Tesoro Goria si circondò di giovani collaboratori, tra cui gli economistiMario Sarcinelli come direttore generale eBruno Tabacci alla segreteria tecnica.

Chiamò ancheMario Monti alla Commissione per il controllo della spesa pubblica, e come primi consiglieri economici designòInnocenzo Cipolletta eMario Draghi, il quale era al suo primo incarico istituzionale, e successivamente venne designato Vicepresidente alla Banca Mondiale.

Con il rinnovamento della dirigenza emerse una nuova linea del rigore e del risanamento con la forte collaborazione con laBanca d'Italia delgovernatoreCarlo Azeglio Ciampi, pur nella confermata "separazione" nell'emissione deititoli e gestione deldebito pubblico.

Goria mantenne ininterrottamente l'incarico di Ministro del tesoro anche durante i due governiCraxi (1983-1986, 1986-1987) e ilsesto governo Fanfani (1987) durante cui detenne, ad interim, l'incarico diMinistro del bilancio e della programmazione economica. Goria resse le sorti deltesoro in un periodo molto travagliato per l'economia dello Stato. Il principale ostacolo al risanamento dell'economia e al superamento della grave crisi produttiva che minava la credibilità internazionale era l'inflazione, che per tutto il decennio precedente si mantenne a due cifre, toccando il 18% con pesanti conseguenze sui tassi di interesse, sia pubblici che privati.

Attraverso misure dipolitica monetaria, volte a dare stabilità allalira rispetto alle ipotesi di continuesvalutazioni competitive, di bilancio, orientate a frenare l'andamento tendenziale dellaspesa pubblica con nuove regole e parametri in rapporto alla crescita delPIL, e una politica dei redditi finalizzata a frenare automatismi e indicizzazione nelle dinamichesalariali (lascala mobile), l'inflazione venne riportata nella media europea alla fine degli anni '80. Lavittoria referendaria sulDecreto di San Valentino[2] che limitava la scala mobile. Tale politica permise l'allungamento delle scadenze sul debito pubblico (che continuò tuttavia nel complesso a salire), nuove tipologie di titoli, e la riduzione degli oneri del debito, e portò al superamento dellastagflazione e a una nuova crescita significativa del PIL dopo la recessione dei primi anni ’80.

Sul fronte bancario Goria nominò, tramite il Comitato per il Credito e il Risparmio, oltre cento nuovi presidenti dellebanche e delleCasse di Risparmio, ancora pubbliche. Inoltre propose iniziative legislative per la concessione dimutui a tassi agevolati per le giovani coppie. Insieme a Draghi, infine, avanzò iniziative sul salario di ingresso per ladisoccupazione giovanile, proposte per sostenere l'imprenditoria giovanile e la cooperazione industriale, rinnovando laLegge Marcora.

La Presidenza al Consiglio dei Ministri

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Dopo le elezioni politiche anticipate del 1987, indette a seguito della caduta delGoverno Craxi II a causa della rottura dell'accordo traBettino Craxi eCiriaco De Mita, detto il "patto della staffetta", venne nominato Presidente del ConsiglioAmintore Fanfani, ma il suogoverno durò solo dall'aprile al luglio del 1987.

Si ricorse dunque a un governo di transizione e Giovanni Goria ricevette, dalPresidente della RepubblicaFrancesco Cossiga, l'incarico di formare il governo, su indicazione del segretario del suo partito, Ciriaco De Mita.

Giovanni Goria divenne cosìPresidente del Consiglio dei ministri, il 29 luglio 1987.

IlGoverno Goria fu il primo governo delladecima legislatura e il politico astigiano assunse ad interim anche ilMinistero per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno. Fino alla nomina diMatteo Renzi nel 2014, Goria fu – a 44 anni – il più giovane Presidente del Consiglio italiano in epoca repubblicana[3] (il più giovane in assoluto nella storia dello stato italiano fuBenito Mussolini, capo del governo a 39 anni).

Il governo da lui presieduto, composto dalla maggioranza delPentapartito (il quale governò l'Italia per tutti glianni 1980 ed i primi1990) ebbe natura breve in quanto l'obiettivo prefissato era quello di presentare una legge di bilancio per il1988. Mentre era alla Presidenza del Consiglio, Goria inviò laMarina Militare nelGolfo Persico per difendere le navi mercantili dallapirateria. Goria fu costretto a rassegnare le dimissioni a febbraio 1988 in seguito alle difficoltà nell'approvazione dellalegge finanziaria, maCossiga gli conferì di nuovo l'incarico; nel marzo 1988 il Governo dovette dimettersi per le tensioni interne concernenti ilreferendum sull'energia nucleare. Il 13 aprile 1988 si insediò ilGoverno De Mita, sempre costituito dalla maggioranza delPentapartito.

L'esperienza da europarlamentare

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Subito dopo la fine dell'incarico da Presidente del Consiglio, Goria diede vita all'iniziativa del "Progetto Europa '92", finalizzato a richiamare, con convegni, studi e dibattiti, l'attenzione sulle modernizzazioni occorrenti per entrare a pieno titolo nell'Europa unita. Negli stessi anni, all'interno della DC venne sostanzialmente emarginato durante il congresso nazionale del 1989.A giugno dello stesso anno partecipò alleelezioni europee, risultando il più votato dellacircoscrizione nord-ovest con 640 403 preferenze. AlParlamento europeo Goria ricoprì la carica di Presidente della Commissione politica, dal 1989 al 1991.

Il ritorno in Italia

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Nell'aprile 1991 si dimise da europarlamentare per assumere l'incarico diMinistro dell'agricoltura e delle foreste nel nuovoGoverno Andreotti, formato dalla maggioranza delQuadripartito, senza ilPartito Repubblicano Italiano diGiorgio La Malfa. In questa veste, Goria decise il commissariamento dellaFederconsorzi, che portò alla liquidazione dell'ente, indebitato per 4000 miliardi e presiedette all’ultima fase di realizzazione della Legge n.164 del 10/02/1992, volta a normare le Denominazioni di Origine dei vini, le Indicazioni Geografiche Tipiche e l’utilizzo delle stesse.

Rieletto per la quinta volta alleelezioni politiche del 1992, entrò a far parte delgoverno presieduto dalsocialistaGiuliano Amato comeMinistro delle finanze, in una compagine governativa che dovette affrontare la difficile situazione economica. Nel 1992, Goria, da Ministro delle finanze, intervenne varando una manovra correttiva da 93mila miliardi di lire, in prevalenza sul fronte delle entrate, contasse eimposte, necessaria al fine di tenere l'Italia all'interno dei parametri diMaastricht.

Il 19 febbraio 1993 Giovanni Goria si dimise in seguito al suo coinvolgimento come imputato in una vicenda giudiziaria legata alla Cassa di Risparmio di Asti, cui si aggiunse un'altra inchiesta riguardante delle presunte tangenti per l'ospedale diAsti.[4] Entrambe le vicende si conclusero negli anni successivi con il suoproscioglimento e la pienaassoluzione.[5][6][7] In quei mesi Goria si ammalò e morì ad Asti, il 21 maggio 1994.I funerali furono celebrati nellaCattedrale di Asti da monsignorUgo Poletti, alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Il feretro fu tumulato nella tomba di famiglia del cimitero comunale di Asti.[8]

A un decennio dalla scomparsa di Goria è nata la Fondazione Giovanni Goria,[9] con sede ad Asti, di cui il figlio Marco è presidente. La Fondazione s'impegna a promuovere e realizzare progetti culturali di valorizzazione del territorio, di sviluppo locale e di cittadinanza attiva.

Note

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  1. ^ Francesco Marchianò, Paolo Giaccone e prefazione di Marco Damilano,Giovanni Goria: il rigore e lo slancio di un politico innovatore, p. 163.
  2. ^Ecco cosa accadde con il decreto di San Valentino, sucollettiva.it.
  3. ^I 20 più giovani presidenti del Consiglio, suIl Post, 24 aprile 2013.
  4. ^Tangenti per la realizzazione dell'ospedale di Asti, inCorriere della Sera, 28 luglio 1993(archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2009).
  5. ^ACCUSARONO GORIA, CHIEDONO SCUSA - la Repubblica.it, suArchivio - la Repubblica.it.
  6. ^Procedimento a carico di Giovanni Goria: richiesta di archiviazione e ulteriori indagini - Patrimonio dell'Archivio storico Senato della Repubblica, supatrimonio.archivio.senato.it.
  7. ^Fondazione Giovanni Goria, Inventario 2006, p. 2 (PDF), sufondazionegoria.it.
  8. ^'Addio a quest'uomo linciato per vent'anni', suricerca.repubblica.it,La Repubblica, 24 maggio 1994.URL consultato il 30 luglio 2020.
  9. ^Fondazione Giovanni Goria, sufondazionegoria.it.URL consultato il 16 maggio 2024.

Bibliografia

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  • Tomaso Staiti,Davide e Goria. La resistibile ascesa di un impiegato di provincia, Società editrice Barbarossa, 1991
  • Giovanni Goria, Discorsi parlamentari: 1976-1992, Camera dei Deputati, 2004
  • Francesco Marchianò, Paolo Giaccone,Giovanni Goria: il rigore e lo slancio di un politico innovatore, Marsilio, 2014

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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V · D · M
Italia (bandiera)Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Alcide De Gasperi (1946-1953) ·Giuseppe Pella (1953-1954) ·Amintore Fanfani (1954) ·Mario Scelba (1954-1955) ·Antonio Segni (1955-1957) ·Adone Zoli (1957-1958) ·Amintore Fanfani (1958-1959) ·Antonio Segni (1959-1960) ·Fernando Tambroni (1960) ·Amintore Fanfani (1960-1963) ·Giovanni Leone (1963) ·Aldo Moro (1963-1968) ·Giovanni Leone (1968) ·Mariano Rumor (1968-1970) ·Emilio Colombo (1970-1972) ·Giulio Andreotti (1972-1973) ·Mariano Rumor (1973-1974) ·Aldo Moro (1974-1976) ·Giulio Andreotti (1976-1979) ·Francesco Cossiga (1979-1980) ·Arnaldo Forlani (1980-1981) ·Giovanni Spadolini (1981-1982) ·Amintore Fanfani (1982-1983) ·Bettino Craxi (1983-1987) ·Amintore Fanfani (1987) ·Giovanni Goria (1987-1988) ·Ciriaco De Mita (1988-1989) ·Giulio Andreotti (1989-1992) ·Giuliano Amato (1992-1993) ·Carlo Azeglio Ciampi (1993-1994) ·Silvio Berlusconi (1994-1995) ·Lamberto Dini (1995-1996) ·Romano Prodi (1996-1998) ·Massimo D'Alema (1998-2000) ·Giuliano Amato (2000-2001) ·Silvio Berlusconi (2001-2006) ·Romano Prodi (2006-2008) ·Silvio Berlusconi (2008-2011) ·Mario Monti (2011-2013) ·Enrico Letta (2013-2014) ·Matteo Renzi (2014-2016) ·Paolo Gentiloni (2016-2018) ·Giuseppe Conte (2018-2021) ·Mario Draghi (2021-2022) ·Giorgia Meloni (2022-in carica)Stendardo del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana

PredecessoreSottosegretario di Stato delMinistero del bilancio e della programmazione economicaSuccessore
Lucio Gustavo Abis3 giugno1982 - 23 agosto1982Emilio Rubbi

PredecessoreMinistro del tesoro della Repubblica ItalianaSuccessore
Beniamino Andreatta1º dicembre1982 - 28 luglio1987Giuliano Amato

PredecessoreMinistro del bilancio e della programmazione economica della Repubblica ItalianaSuccessore
Pier Luigi Romita17 aprile1987 - 28 luglio1987Emilio Colombo

PredecessoreMinistro senza portafoglio della Repubblica ItalianaSuccessore
ruolo condiviso28 luglio1987 - 13 aprile1988
con interim agliInterventi Straordinari nel Mezzogiorno
ruolo condiviso

PredecessoreMinistro dell'agricoltura e delle foreste della Repubblica ItalianaSuccessore
Vito Saccomandi12 aprile1991 - 28 giugno1992Giovanni Angelo Fontana

PredecessoreMinistro delle finanze della Repubblica ItalianaSuccessore
Rino Formica28 giugno1992 - 21 febbraio1993Vincenzo Visco
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