| Giovan Battista Fabbri | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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| Nazionalità | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Calcio | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Ruolo | Allenatore(excentrocampista) | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Termine carriera | 1959 - giocatore 1993 - allenatore | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Giovanili | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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| Squadre di club1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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| Carriera da allenatore | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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| 1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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(Giovan Battista Fabbri, allenatore del Lanerossi Vicenza tra il1976 e il1979.[1])
Giovanni Battista Fabbri, noto anche comeGiovan Battista Fabbri,G.B. Fabbri oGibì Fabbri[2] (San Pietro in Casale,8 marzo1926 –Ferrara,2 giugno2015), è stato uncalciatore eallenatore di calcioitaliano, fra le altre, diPiacenza,Vicenza,Catanzaro,Ascoli,SPAL,Cesena eBologna.
Giovanni Battista Fabbri nasce a Poggetto, frazione del comune diSan Pietro in Casale, l'8 marzo1926.
Nel2008 ha scritto il libro autobiografico "Gibì, una vita di bel calcio" (Bacchilega editore)[3].
Muore la sera di martedì 2 giugno 2015, all'età di 89 anni.[4]
Calciatore eclettico, ha ricoperto numerosi ruoli, tra cui quelli diala emediano. Per le sue doti di corsa e resistenza era soprannominatoBrusalerba[3].
Fabbri predicava un calcio che per l'epoca (anni settanta/ottanta) era considerato in Italia avanzatissimo, una derivazione delcalcio totale olandese[5][6]: terzini a stantuffare sulle fasce, difensori e attaccanti a scambiarsi i ruoli senza troppi imbarazzi[7] e un'estrema spettacolarità di gioco che però veniva pagata con una certa fragilità difensiva[8]. Utilizzava un solo attaccante centrale, supportato dagli inserimenti delle ali sulle corsie esterne e dalle sovrapposizioni dei terzini[9], e preferibilmente senza impiegare un vero e proprio regista[6].
Ha iniziato la carriera nellaS.P. Centese inSerie C, disputando 32 partite con 14 reti tra il1945 e il1947 e conquistando la promozione inSerie B[10]. In seguito si trasferisce alModena, con cui esordisce inSerie A nella stagione1947-1948, e quindi disputa sette stagioni nelMessina (una in Serie C e sei in Serie B)[11]. Nel1955 torna per una stagione in Serie A con laSPAL, per poi concludere la carriera di calciatore conPavia (retrocesso dallaSerie B allaSerie C)[12] eVarese, dove ha assunto il doppio ruolo di allenatore-giocatore nel campionato diCampionato Interregionale 1957-1958[13].
Ha totalizzato complessivamente da calciatore 61 presenze e 8 reti inSerie A e 140 presenze e 13 reti inSerie B.
Dopo l'esordio a Varese, guida le giovanili diTorino[6], SPAL (dove siede a più riprese sulla panchina della prima squadra[13], lanciando il giovaneFabio Capello[3]) eCesena[13].

In seguito allena laSangiovannese, inSerie C[13], e prosegue sulle panchine diGiulianova, dove sfiora laSerie B chiudendo il campionato diC al 2º posto, eLivorno[13]: in Toscana non conclude la stagione, a causa di attriti con la dirigenza, che voleva imporre a Fabbri la formazione. Nel1974 siede sulla panchina delPiacenza, con cui vince il campionato diSerie C ma non riesce a ottenere la salvezza in quello cadetto, a causa di carenze di organico e un filotto di cinque sconfitte consecutive nel finale di stagione[8].
Lasciata Piacenza, viene ingaggiato dal presidente delLanerossi VicenzaGiuseppe Farina. In Veneto Fabbri ottiene il rilancio personale, potendo contare anche su un giovanePaolo Rossi nelle file della formazione berica. Proprio a Fabbri è attribuita l'intuizione di avere spostato il futuroPablito dal ruolo di ala destra a quello di centravanti a causa della contingente mancanza di un centrattacco in squadra[3][5]. Con il Lanerossi conquistò nell'arco di due anni una promozione inSerie A e quindi nel1977-1978 uno storico secondo posto nella massima serie alle spalle dellaJuventus. Al termine di quella stagione Fabbri vinse il prestigioso riconoscimento delSeminatore d'Oro come migliore allenatore italiano dell'anno[3][5].
Nellastagione successiva, complici le cessioni diRoberto Filippi eGiuseppe Lelj, il Vicenza retrocede inSerie B mostrando solo a sprazzi il gioco spettacolare esibito nelle annate precedenti. Si trasferisce quindi sulla panchina dell'Ascoli, che porta al quinto posto in campionato (poi divenuto quarto per via delloScandalo del Totonero), massimo traguardo raggiunto dal club marchigiano nella sua storia[13]. Ha inoltre allenato inSerie A anche ilCesena (dove è stato esonerato, complici cattivi risultati e l'ostilità dell'ambiente[14]) e ilCatania, con un intermezzo allaReggiana inSerie B: in tutti e tre i casi le squadre retrocedono a fine stagione[13].

Nel1984 riparte dallaSerie C1, alla guida delCatanzaro, con cui ottiene la promozione nella serie cadetta al termine della stagione1984-1985[15]. Nelle due annate successive subentra sulle panchine delFoggia (sostituendoCorrado Viciani[13]), in C1, e delBologna, inSerie B, dove è chiamato a sostituireVincenzo Guerini[16]. Con i rossoblu ottiene la salvezza, ma il suo contratto non viene rinnovato perché il Bologna aveva già messo sotto contratto il giovane allenatoreLuigi Maifredi per l'anno successivo[16].
Torna quindi per una stagione alla SPAL (subentrando aGiancarlo Cella[13]), per poi allenare ilVenezia-Mestre diMaurizio Zamparini, dove, fra mille polemiche (soprattutto del presidente Zamparini, che considerava la rosa adatta alla categoria) favorì l'esordio della cosiddetta "linea verde", lanciando diversi giovani e diventando il primo di una lunga serie di allenatori esonerati o non riconfermati dall'imprenditore friulano[17]. Nella stagione 1989-1990 abbandona il campo e diventa il direttore tecnico delCatanzaro.[18] Nel1990 torna per l'ennesima volta a Ferrara, questa volta comedirettore tecnico[19]: ottiene la doppia promozione dallaSerie C2 allaSerie B nel biennio1990-1992[5][13]. Conclude la carriera di allenatore l'anno seguente sulla panchina degli emiliani, alternandosi aRino Marchesi e Gian Cesare Discepoli[20].
Ha giocato e allenato in 48 campionati ufficiali, dal 1945 al 1993. La sua attività di allenatore è continuata fino al 1999 con il Club Italia, la squadra federale dei Campioni del Mondo del 1982, per un totale di 57 anni di attività[13].
Il14 giugno2025 il suo paese di nascita, Poggetto, gli ha dedicato un busto esposto di fronte alla Parrocchia. La scultura è opera della scultrice Laura Zizzi[21].
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