IGiochi della VII Olimpiade (inolandese:Spelen van de VIIe Olympiade, infrancese:Jeux de la VIIe olympiade), noti anche comeAnversa 1920, si svolsero adAnversa, inBelgio, dal 14 agosto al 12 settembre1920. In precedenza, dal 23 al 30 aprile, si erano svolti, sempre ad Anversa, i tornei olimpici dihockey epattinaggio su ghiaccio.
Nel1919, dopo la cancellazione deiGiochi olimpici che avrebbero dovuto svolgersi aBerlino tre anni prima, si scelse di affidare a una delle nazioni più colpite dalla Grande Guerra, ilBelgio, l'organizzazione dei Giochi del1920, ambiti anche da città comeRoma,Budapest,Amsterdam eLione: la scelta ricadde invece suAnversa.
Anche se non mancarono i problemi economici e di infrastrutture di un Belgio sulla via della ricostruzione, questa edizione dei Giochi riscosse un discreto successo, non tanto tra il pubblico quanto tra la critica, anche perché mai come prima diventarono portatori di valori positivi: fu ad Anversa che per la prima volta venne recitato ilGiuramento olimpico, scritto dallo stesso Pierre de Coubertin e pronunciato dallo schermidore belga, già pallanuotista,Victor Boin.[1] Sempre ad Anversa fece il suo debutto labandiera olimpica e la tradizione che vede liberare delle colombe bianche durante la cerimonia d'apertura, a simboleggiare la pace.
Così come già avvenuto ai Giochi di Londra nel 1908, anche ad Anversa venne organizzata una settimana dedicata aglisport invernali: si tenne così il secondo torneo olimpico dipattinaggio di figura e il primo per l'hockey su ghiaccio, valido anche come primo campionato del mondo. Aumentarono inoltre le gare dinuoto e, soprattutto, ditiro (ventuno prove), al punto che qualcuno commentò: «Ad Anversa si è sparato più che aVerdun»;[1] vennero invece depennati i salti da fermo. Per la prima volta gli atletiitaliani si presentarono alla manifestazione in tenuta azzurra.
Non mancarono gli episodi curiosi. La squadra di pallanuoto italiana, all'esordio, rinunciò a terminare la partita poiché la temperatura dell'acqua della piscina era troppo fredda. Inoltre, durante un'interminabile gara di tennis (14-12, 6-8, 5-7, 6-4, 6-4; la regola deltie-break non era stata ancora concepita) tra lo statunitenseLowe e il grecoZerlentis si assistette all'ammutinamento dei raccattapalle, troppo affamati per continuare.
Durante la premiazione del marciatore milaneseUgo Frigerio, alla presenza di re Alberto del Belgio, la banda che doveva eseguire l'inno italiano pare avesse perso lo spartito dellaMarcia Reale. Per cavarsi d'impaccio, il direttore passò voce ai bandisti di suonare'O Sole mio, da tutti conosciuta a memoria, e immediatamente l'esecuzione venne seguita a gran voce dagli spettatori dello stadio.
Da segnalare il fatto che una gara di vela fu effettuata in acque olandesi, perché considerate di una qualità superiore. Questo fatto insolito di Giochi olimpici svolti in due Stati diversi si ripeterà in maniera più accentuata anche aiGiochi di Melbourne 1956.
Sotto la bandiera delDominion di Terranova tra gli iscritti figura anche il maratonetaEric Robertson, ma in assenza di un comitato olimpico ufficiale, la sua nazionalità non venne confermata e gareggiò per il Regno Unito.
Paavo Nurmi (Finlandia,atletica leggera): finnico, vincitore dei10000 m piani, e dei10000 m di corsa campestre singola e a squadre diviene uno dei più grandi fondisti di sempre. Le sue vittorie sono ancora più spettacolari e, per quel tempo, innovative, perché egli è il primo a percorrere l'intera distanza con un ritmo costante, che segue una tabella di marcia realizzata dopo tanto duro allenamento.
Duke Kahanamoku (Stati Uniti,nuoto): il nuotatore di origini hawaiane, otto anni dopo Stoccolma, rivince i 100 metri stile libero, e riesce anche a migliorare di tre secondi il suo record.
Ugo Frigerio (Italia,atletica leggera): diciottenne diMilano si iscrive all'ultimo momento alla gara dei10 km di marcia per fare pratica e vince a sorpresa la medaglia d'oro. Egli ripete poi il successo nei3 km.
Nedo Nadi (Italia,scherma): lo schermidore conquista 5 medaglie d'oro e viene portato in trionfo dagli stessi avversari.