Gino Rocca (Mantova,22 febbraio1891 –Milano,13 febbraio1941) è stato unoscrittore,drammaturgo,giornalista ecritico teatraleitaliano.
Autore di oltre novantacommedie, in parte inlingua veneta, portate ateatro da numerosecompagnie e rappresentate fino ai giorni nostri. Tra gli ultimi allestimenti, quello del 1983 conTonino Micheluzzi eMario Valdemarin che hanno portato in scena i treatti uniciL'imbriago de sesto,La scorzeta de limon,L'amigo american con la regia diToni Andreetta[1]
Nacque a Mantova da padretorinese e madrefeltrina, trascorse i primi anni della sua gioventù tra ilPiemonte ed ilVeneto e frequentò per qualche anno lafacoltà diGiurisprudenza all'Università degli Studi di Padova e diTorino.
Nel1913, abbandonati gli studi, si trasferì a Milano dove, conosciutoBenito Mussolini, divenne e rimase per oltre vent'annicritico teatrale sul quotidianoIl Popolo d'Italia.
L'avvento dellaprima guerra mondiale ebbe notevole influenza sul giovane scrittore come dimostrò nel romanzoUragano del1919, nel dramma del1920 in tre attiLe Liane eLa farsa dei nevrastenici. Partecipò alla Grande Guerra come Ufficiale dei Granatieri di Sardegna, meritando diverse Medaglie al Valor Militare. Scrisse: " Granatieri non si nasce, purtroppo, ma se Granatieri lo si diventa, lo si rimane per tutta la vita ed anche oltre la vita". Nel1919 fu tra i fondatori della rivista letterariaNovella.
Nel1931 ricevette ilPremio Bagutta per il romanzoGli ultimi furono i primi.
Nel1934 venne nominatodirettore del primoFestival Teatrale della Biennale di Venezia e per la prima ed unica volta allestì unaregia teatrale per la commedia diGoldoniLa bottega del caffè. Era anche la prima volta che un'opera goldoniana veniva rappresentata all'aperto[2]: «Che amore di campiello la corte del Teatro di San Luca!»[3].
Si trasferì aVenezia dove tra il1937 ed il1938 diresseIl Gazzettino.
Tornò poi a Milano, dove sul settimanaleIl Milione, dellaMondadori[4], pubblicò quattordici atti unici ispirati a fatti di cronaca.
Continuò a collaborare con diverse riviste letterarie e teatrali fintanto che le sue condizioni fisiche si aggravarono a seguito di unaferita di guerra che gli causò l'amputazione della gamba.
Morì a Milano nel1941, ma venne sepolto aFonzaso, inprovincia di Belluno.
Suofiglio Guido, dopo una lunga attività come giornalista, seguì le sue orme in teatro, ma morì nel1961 per una grave malattia.
Tra i novanta titoli:
Tra le commedie in lingua veneta:
Altri progetti
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Giorgio Pini | 1937 -1938 | Nino Cantalamessa |
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