
Gino Palumbo, all'anagrafeLuigi Palumbo (Cava de' Tirreni,10 gennaio1921 –Milano,29 settembre1987), è stato ungiornalistaitaliano.
Nacque aCava de' Tirreni (SA) da Amedeo e Rosalia Bellet. Iniziò la carriera di cronista sportivo nell'immediato dopoguerra allaVoce, poi nel 1949 passò alMattino. Nel 1953 fondòSport Sud, ma non abbandonò ilMattino, dove continuò a lavorare come capo dei servizi sportivi[1].
A causa di unarticolo di fondo apparso sul giornale concorrenteRoma, e in seguito a una lunga polemica a distanza, fu sfidato aduello dal conte Antonio Scotti di Uccio, capo della redazione sportiva delRoma. La mattina del giorno prescelto i due si presentarono (il luogo scelto eraQuarto Flegreo), ma i padrini interruppero quasi subito la sfida. È ricordato come l'ultimo duello della storia del giornalismo italiano.
Nel 1962 Palumbo lasciò Napoli per Milano: venne assunto dalCorriere della Sera, chiamato daAlfio Russo a dirigere la redazione sportiva. Nominato vicedirettore daPiero Ottone[2], diresse ilCorriere d'Informazione (edizione pomeridiana delCorriere della Sera) dal dicembre 1972 fino al gennaio 1975. Un titolo non felice sparato a tutta pagina gli causò il licenziamento. Dopo l'estromissione fu per qualche tempo direttore editoriale dellaRusconi Editore, fino a quando ricevette la chiamata dellaGazzetta.[3]. Successivamente fu chiamato a dirigere il maggiore quotidiano sportivo italiano,La Gazzetta dello Sport, che guidò dal novembre 1976 fino al 1983, rivoluzionando laprima pagina e il modo stesso di raccontare lo sport sulla carta stampata. Sua l'idea di dare maggiore forza ed enfasi ai titoli, arricchiti con lunghi ed esplicativi sommari. Creò uno stile che fu imitato dagli altri quotidiani sportivi italiani. Al momento di lasciare la direzione, indicò all'editore il nome diCandido Cannavò come suo successore. Fu nominato direttore editoriale. Venne designato alla direzione delCorriere della Sera, ma dovette rinunciare per motivi di salute[1].
Di lui si ricorda la polemica che lo contrappose aGianni Brera, da cui lo divideva una diversa concezione del gioco del calcio: mentre per Brera era importante la solidità della difesa, Palumbo prediligeva il gioco d'attacco e aveva il suo campione inGianni Rivera, di cui ammirava le spettacolari intuizioni. Fu proprio Palumbo a sollevare la polemica che investì la nazionale italiana nel 1970, allorché Gianni Rivera fu lasciato in panchina fino all'84º minuto della finale delCampionato del mondo[4].
Gino Palumbo riposa alcimitero monumentale di Milano[5]. La tribuna stampa dellostadio Diego Armando Maradona diNapoli è intitolata a lui.[6]
Altri progetti
| Predecessore | Direttore delCorriere d'Informazione | Successore |
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| Antonio Alberti | 5 dicembre1972 - 30 gennaio1975 | Cesare Lanza |
| Predecessore | Direttore dellaGazzetta dello Sport | Successore |
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| Remo Grigliè | 6 novembre1976 - 10 marzo1983 | Candido Cannavò |
| Controllo di autorità | VIAF(EN) 27871665 ·SBNIEIV024108 ·GND(DE) 118990020 |
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