| Gil Scott-Heron | |
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| Nazionalità | |
| Genere | Soul Jazz-funk Proto-rap Folk |
| Periodo di attività musicale | 1969 – 2011 |
| Strumento | voce,piano elettrico,chitarra |
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Gil Scott-Heron (Chicago,1º aprile1949 –New York,27 maggio2011) è stato unpoeta,musicista eattivistastatunitense, conosciuto principalmente per i suoi lavori della fine deglianni sessanta e inizi deglianni settanta come autore dispoken word, cioè di poesia recitata su basi musicali, insieme al suo attivismo militanteafroamericano.[1] Heron è famoso in particolare per la sua poesia/canzone "The Revolution Will Not Be Televised"[2].
È considerato da molti uno dei padri (tanto musicali quanto "spirituali") dell'hip hop.[3][4]
Scott-Heron nacque aChicago, nell'Illinois, passò la sua prima infanzia nelTennessee, quindi si trasferì aNew York e crebbe nelBronx durante gli anni della scuola superiore. Dopo un anno di frequenza all'università allaLincoln University inPennsylvania, pubblicò il suo primo romanzo,The Vulture (L'avvoltoio), che fu ben accolto.
Iniziò a incidere musica nel1970 con l'album dal vivoSmall Talk at 125th & Lenox con la collaborazione diBob Thiele, del coautoreBrian Jackson,Hubert Laws,Bernard Purdie,Charlie Saunders,Eddie Knowles,Ron Carter eBert Jones, tutti musicistijazz[5]. L'album includeva l'aggressiva diatriba contro i grandi mezzi di comunicazione posseduti dai bianchi e l'ignoranza della classe media d'America sui problemi delle città in canzoni comeWhitey on the Moon.
Pieces of a Man del1971 aveva canzoni dalla struttura più convenzionale rispetto al discorso libero e sciolto del primo album[5], anche se le classifiche furono raggiunte solo nel1975 con "Johannesburg". Il suo più grande successo fu nel1973, "The Bottle", prodotto insieme al suo collaboratore di lunga dataBrian Jackson, che toccò il picco al numero 15 delle classifiche R&B.
Nel settembre 1979 partecipò a New York al grande concerto antinucleare "No Nukes", insieme aBruce Springsteen,Jackson Browne,James Taylor,Crosby, Stills & Nash e tanti altri. La sua "We almost lost Detroit" compare sia nell'album No Nukes che nell'omonimo film che documentarono l'evento. Durante glianni ottanta, Scott-Heron continuò a pubblicare canzoni, attaccando di frequente l'allora presidenteRonald Reagan e la sua politica conservatrice:

Scott-Heron fu lasciato senza contratto dall'Arista nel1985 e smise di incidere musica, anche se continuò a fare tour. Nel1993 firmò con laTVT Records e pubblicò l'albumSpirits che conteneva il memorabile pezzoMessage To The Messengers. La prima traccia dell'album era una poesia che prendeva posizione nei confronti degli artisti rap di quei giorni e includeva commenti come:
La poesia era un riconoscimento del ruolo di Scott-Heron come fondatore delrap e un appello ai nuovi rapper di chiedere cambiamenti invece di perpetuare la situazione sociale del momento, di essere più elaborati e artistici:
Nel2001 Gil Scott-Heron fu arrestato per reati di droga e per violenza privata. Apparentemente, la morte della madre, le spese per il funerale e la cocaina lo portarono in una spirale negativa. Uscito di prigione nel2002, Gil Scott-Heron lavorò con iBlackalicious e apparve nel loro albumBlazing Arrow. Negli ultimi anni passò altri problemi giudiziari legati alla droga.
Suo padre,Gil Heron, giamaicano, era un calciatore professionista, e fu il primo giocatore di colore a militare nella squadrascozzese delCeltic durante glianni cinquanta.[6] A quel tempo i Celtic erano la squadra degli immigrati cattolici in Scozia.
Mark T. Watson, uno studioso dell'opera di Gil, ha recentemente dedicato a Gil la sua raccolta di poesie intitolataUn tipo ordinario, che ha tra l'altro una prefazione diJalal Nuriddin deiLast Poets. Il libro fu pubblicato nelRegno Unito nel2004.
È morto il 27 maggio 2011, all'età di 62 anni, a New York.
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