Spesso annoverato tra i migliori portieri di sempre,[2][3][4][5] tra i primi al mondo nel corso degli anni '90,[3][6][7][8] ha trascorso le annate più brillanti della propria carriera con le maglie diSampdoria eInter: con il club genovese ha conquistato treCoppe Italia (1987-1988, 1988-1989 e 1993-1994), unaCoppa delle Coppe UEFA (1989-1990), unoscudetto (1990-1991) e unaSupercoppa italiana (1991), mentre coi milanesi ha vinto unaCoppa UEFA (1997-1998). Successivamente è tornato nella natia Bologna, trascorrendovi sei stagioni inSerie A e una inB, per poi concludere l'attività agonistica nel 2007, dopo una stagione nell'Ascoli, all'età di 40 anni.
Tra il 1989 e il 1998 ha fatto parte della nazionale italiana, con cui ha totalizzato 39 presenze, disputando due campionati del mondo da titolare (Stati Uniti 1994 eFrancia 1998) e uno da terzo portiere (Italia 1990); con l'Italia olimpica ha partecipato a due edizioni deiGiochi (riserva aSeul 1988, titolare adAtlanta 1996), scendendo in campo in tre occasioni. Conta una presenza anche nell'Italia under 21.
A livello individuale si è aggiudicato le edizioni 1996-1997[9] e 2004-2005[10] delGuerin d'oro, in qualità di giocatore con la media voto più alta della Serie A nelle pagelle dellastampa specializzata.[11] Nel 1991 è giunto 21º nella corsa alPallone d'oro, premio al quale è stato candidato anche nel 1997 e nel 1998;[12] l'IFFHS lo ha inoltre classificato tra i più forti portieri europei del XX secolo e tra i migliori a livello mondiale del periodo 1987-2011, collocandolo rispettivamente in 34ª[13] e 16ª[14] posizione. Nell'edizione 2021 è entrato a far parte dellaHall of Fame dell'Inter.[15]
Pagliuca acquisì la fama dipara-rigori nella prima metà degli anni 1990, in virtù dei molteplici tiri dal dischetto neutralizzati in quel periodo.[26][27][28] Favorito dall'esplosività negli arti inferiori e dal baricentro basso nonostante i 190 cm di statura,[29] per fronteggiare i rigoristi avversari non si avvaleva di una tecnica specifica,[30] affidandosi più all'istinto che allo studio delle loro abitudini di tiro.[31] Il più celebre dei 24penalty parati in Serie A è quello respinto aLothar Matthäus durante l'incontroInter-Sampdoria (0-2) del 5 maggio 1991, con un intervento annoverato tra i momenticlou della stagione delloscudetto blucerchiato e ricordato dal portiere come «la parata più decisiva della mia carriera».[32] Tra gli altri rigoristiipnotizzati spiccano «Baggio,Del Piero,Di Canio,Inzaghi [...] eTotti».[33]
Oltre ai rigori intercettati a partita in corso, numerosi furono quelli parati nelle sfide aeliminazione diretta decise aitiri di rigore. In tal senso, la carriera di Pagliuca è divisa in due diverse fasi: tra il 1991 e il 1993 la sua squadra uscì sempre vincitrice dagli undici metri,[34] mentre negli anni successivi ebbe spesso la peggio. In forza alla Sampdoria, Pagliuca registrò il primo successo ai quarti di finale dellaCoppa Italia 1990-1991, quando negò il gol a tre rigoristi delTorino.[26] Il 16 giugno 1991 debuttò innazionale contro l'Unione Sovietica, nella finale delTorneo Scania 100, vinta dall'Italia grazie anche alla sua parata sul tiro diVasilij Kul'kov.[35] Due anni dopo, fu ancora determinante in Coppa Italia: nell'edizione1993-1994, la Sampdoria eliminò ilPisa nel secondo turno preliminare[36] e laRoma agli ottavi di finale,[37] con Pagliuca che negò la rete a cinque avversari.
Da lì in poi, i tiri di rigore gli saranno quasi sempre avversi. La prima sconfitta risale alcampionato del mondo 1994, perso in finale contro ilBrasile: all'Italia non bastò la sua parata sul tentativo diMárcio Santos.[32] Trasferitosi all'Inter subito dopo il Mondiale, fu eliminato ai trentaduesimi diCoppa UEFA dall'Aston Villa, nonostante avesse parato ilpenalty diGuy Whittingham.[38] Sempre in Coppa UEFA, nell'edizione1996-1997, vinse ai sedicesimi di finale contro ilGrazer AK respingendo il tiro diErwin Dampfhofer,[39] ma perse la finale contro loSchalke 04, non riuscendo stavolta a opporsi ai rigoristi avversari;[40] frattanto, nella semifinale dellaCoppa Italia 1996-1997, l'Inter era stata eliminata dalNapoli con le stesse modalità.[41] Infine, ai quarti di finale delcampionato del mondo 1998, bloccò il rigore diBixente Lizarazu, ma l'Italia fu ugualmente battuta dallaFrancia.[32]
Portiere esplosivo ed atletico,[42][43][44] robusto[45] e tecnicamente completo,[3][42][46] Pagliuca spiccava per l'abilità tra i pali,[42] dove offriva il meglio di sé in virtù di doti acrobatiche,[27][47] riflessi[44][45] e senso della posizione[27][48]. Tra i più abili al mondo della sua epoca nel parare i rigori.
Tra gli altri suoi pregi si ricordano il buon controllo di palla, che gli permetteva di rischiare ildribbling in caso di necessità,[49][50] e il rinvio forte e preciso col piede sinistro[43][44][51] – «da portiere sudamericano»[52] –, che compensava qualche carenza nell'uso del destro.[53] Tatticamente, nellaSampdoria diVujadin Boškov fece parte di una retroguardia imperniata sulla classica marcatura a uomo,[54] per poi agire da «libero aggiunto» nelladifesa a zona diSven-Göran Eriksson,[55] con licenza di avventurarsi fuoriarea per anticipare l'attaccante avversario o per calciare lepunizioni fischiate nella propria trequarti:[56] tale moderna interpretazione del ruolo, frutto di una certa vocazione offensiva già mostrata in precedenza,[27][57] gli consentì di non patire le innovazioni tattiche e regolamentari dei primi anni 1990,[55] agevolando peraltro la sua ascesa anumero uno dellanazionale diArrigo Sacchi.[56][58] Ricoprì un ruolo simile anche nell'Inter, durante la gestione diRoy Hodgson, tornando a svolgere compiti più tradizionali sotto la guida tecnica diLuigi Simoni.[59]
Elegante negli interventi,[60][61] ebbe come punto di riferimentoDino Zoff,[42] ma le sue movenze furono accostate a quelle del più spettacolareEnrico Albertosi:[62][63] in giovane età tendeva infatti a concedersi «qualche stravaganza» in campo,[26] sconfinando talvolta nella platealità;[64] negli anni successivi mitigò tale propensione, mostrandosi più essenziale e sicuro.[64] Per buona parte della carriera fu supportato da una notevole tenuta fisica,[64][65][66] che gli permise di restare in campo fino a quarant'anni e di disputare interi campionati senza saltare nessun incontro:[67][68][69] degna di nota è la striscia di 247 partite consecutive giocate dal 2000 al 2007 traSerie A eB.[70] Era inoltre abile nell'opporsi aicalci di rigore:[27][71][72] prima di essere superato daSamir Handanovič nel 2020,[16] è stato ilrecordman della Serie A perpenalty neutralizzati (24 su 91).[73]
Dotato di forte personalità,[47][74] aveva un rendimento costante e quasi sempre adeguato all'importanza della posta in palio[29][75] – Boškov lo considerava «una sicurezza, decisivo nelle partite cruciali»[76] –, al netto di occasionali periodi di flessione.[77][78][79] Il tecnicoMircea Lucescu, che lo allenò per alcuni mesi all'Inter, lo definì «il migliore al mondo» nell'uno contro uno con la punta avversaria:[80] Pagliuca, al contrario, riteneva di non brillare in tale circostanza, respingendo invece le critiche in merito a una sua presunta reticenza alleuscite alte,[81] nelle quali si faceva generalmente apprezzare,[44][82][83] pur senza eccellere.[3][27][47]
Durante la sua esperienza da allenatore di squadre giovanili si è detto attento alla serenità dei propri calciatori, chiamati a giocare con impegno ma senza «l'assillo del risultato».[84] Come preparatore di giovani portieri considera prioritaria la bravura tra i pali, ritenendo utile ma non fondamentale l'abilità col pallone tra i piedi.[85]
Mosse i primi passi da giocatore nella Polisportiva Ceretolese,[86] giocando comecentrocampista,attaccante e, occasionalmente, come portiere;[30] intorno ai 13 anni iniziò a giocare stabilmente in porta, e dopo un anno nel Casteldebole proseguì la propria carriera giovanile nelBologna, dove approdò nel 1982 su segnalazione diPietro Battara.[30]
«Pagliuca? Lo abbiamo comprato gratis dal cielo.[12]»
(Paolo Mantovani, presidente della Sampdoria dal 1979 al 1993)
Pagliuca in uscita orizzontale per la Sampdoria nel campionato 1987-1988
Nel 1986 passò in prestito allaSampdoria, con la quale fu finalista delTorneo di Viareggio:[87] le qualità messe in mostra durante la competizione convinsero il presidentePaolo Mantovani ad acquistarlo a titolo definitivo per circa 300 milioni dilire.[88] Inizialmente destinato a un prestito inSerie C per la stagione1987-1988, entrò invece in prima squadra su indicazione di Battara[89] – divenuto nel frattempopreparatore dei portieri della Sampdoria –, facendo da riserva aGuido Bistazzoni.[81] Dopo aver debuttato, il 6 settembre 1987, nel girone eliminatorio diCoppa Italia contro ilTorino,[90] esordì inSerie A l'8 maggio 1988, nella partita Sampdoria-Pisa conclusasi 0-0.[91] Fu poi preferito a Bistazzoni nella doppia finale di Coppa Italia contro il Torino,[92] segnalandosi per un'ottima prova nella gara di ritorno che vide la Sampdoria prevalere aisupplementari.[93] A fine stagione fu convocato come terzo portiere per iGiochi olimpici diSeul 1988.[94]
Pagliuca in blucerchiato nel 1989
Promosso titolare daVujadin Boškov, suo estimatore,[95] nel biennio successivo Pagliuca vinse un'altra Coppa Italia (1988-1989) e raggiunse per due volte di seguito la finale diCoppa delle Coppe UEFA: sconfitta per 2-0 dalBarcellona nell'edizione1988-1989, l'anno successivo la Sampdoria conquistò il trofeo per l'unica volta nella sua storia, battendo l'Anderlecht con lo stesso risultato. Grazie a questo successo i blucerchiati presero parte allaSupercoppa Europea, perdendola nella doppia sfida contro i campioni d'Europa delMilan. La Sampdoria disputò inoltre, in virtù delle due vittorie in Coppa Italia, due finali diSupercoppa italiana (1988 e1989), perse rispettivamente controMilan eInter. Affermatosi come uno dei più promettenti portieri italiani,[96][97] Pagliuca entrò nel giro dellanazionale maggiore, con la quale partecipò da riserva alcampionato del mondo 1990.[98]
Nella stagione1990-1991 la Sampdoria conquistò da «outsider» uno storicoscudetto,[30] epilogo di un'annata che vide Pagliuca protagonista di numerosi interventi decisivi: su tutti, spicca ilrigore parato aLothar Matthäus nella vittoriosa trasferta contro l'Inter,[99] in cui l'estremo difensore dei genovesi salvò a più riprese il risultato.[100] La respinta sulpenalty di Matthäus consolidò la fama dipara-rigori che Pagliuca aveva iniziato a costruirsi nei mesi precedenti, quando inCoppa Italia ne aveva parato uno allaCremonese a partita in corso e tre al Torino dopo i tempi supplementari;[26] il trofeo sarà poi vinto dallaRoma, che negherà ildouble alla Sampdoria sconfiggendola in finale. Tra gli altri episodi degni di nota, si ricorda il concitato finale della gara di andata contro il Torino in campionato, persa per 2-1: spintosi in avanti alla ricerca del pari, Pagliuca centrò il palo con un colpo di testa, azione comunque viziata da un presuntofuorigioco che esacerbò gli animi; al termine della partita, una veemente polemica del portiere nei confronti dell'arbitro fu punita con due giornate di squalifica.[29] Il rendimento profuso nel corso della stagione valse a Pagliuca la 6ª posizione nella classificaIFFHS deimigliori portieri del 1991,[101] la candidatura alPallone d'oro (21º posto)[12] e l'esordio in nazionale.[35]
Nella stagione1991-1992, iniziata con la conquista della primaSupercoppa italiana della sua storia, la Sampdoria partecipò, sempre per la prima volta, allaCoppa dei Campioni, giunta alla sua ultima edizione prima della rinomina inUEFA Champions League: il debutto di Pagliuca e del club nella massima competizione europea avvenne il 18 settembre 1991 in occasione del 5-0 inflitto alRosenborg. Le successive vittorie nelle gare di ritorno contro i belgi dell'Anderlecht e laStella Rossa garantirono comunque alla Sampdoria il primo posto che le valse la finale diWembley contro ilBarcellona, persa per 1-0. L'incontro, a lungo in equilibrio grazie anche alle prodezze di un Pagliuca stavolta in grande spolvero, fu deciso ai supplementari da uncalcio di punizione diRonald Koeman:[102] il gol sollevò qualche interrogativo sulle effettive responsabilità dei giocatori in barriera e del portiere, trafitto sul proprio palo ma in parte discolpato dalla notevole potenza del tiro, che impresse al pallone una velocità di circa 112km/h.[52]
Pagliuca fu dunque chiamato, nella stagione1992-1993, a misurarsi con il nuovo regolamento in cui venne introdotto il divieto per i portieri di raccogliere il pallone con le mani in caso di retropassaggio volontario di un compagno:[57] un cambiamento, questo, che metterà in difficoltà gli estremi difensori meno avvezzi al gioco coi piedi.[55] Pagliuca, che in estate si era detto pronto ad adeguarsi sia alle innovazioni regolamentari sia alladifesa a zona del nuovo allenatoreSven-Göran Eriksson,[57] tornò a offrire alti livelli di rendimento, grazie anche a un'interpretazione più moderna e spregiudicata del proprio ruolo,[55][56] riaffermandosi tra i migliorinumeri uno dellaSerie A[55] e battendo la concorrenza diLuca Marchegiani per il posto da titolare in nazionale;[56] tuttavia, la sua stagione terminò anzitempo a causa di un serio incidente stradale occorsogli nel maggio 1993, che gli provocò la frattura di unaclavicola e unopneumotorace.[103]
Rientrato in tempo per l'inizio dell'annata1993-1994, chiuse il ciclo in maglia blucerchiata dopo aver contribuito in modo determinante alla vittoria di una terzaCoppa Italia: decisivo ai tiri di rigore controPisa[36] eRoma,[37] con cinquepenalty respinti in totale, fu tra i migliori in campo nella semifinale contro ilParma[104] e nella finale d'andata contro l'Ancona.[105] La sua ultima stagione nella Sampdoria, cui fece seguito ilcampionato del mondo 1994 disputato da titolare con l'Italia,[106] gli varrà un altro 6º posto nella classifica dei migliori portieri dell'anno stilata dall'IFFHS.[107]
Nelle file del club genovese conta 198 presenze in campionato – che lo rendono il portiere doriano con più apparizioni in Serie A[108] – e 286 complessive.
Pagliuca presidia l'area di rigore dell'Inter nella stagione 1994-1995
Voluto daOttavio Bianchi edErnesto Pellegrini,[109] Pagliuca passò all'Inter per la stagione1994-1995, inizialmente a malincuore[30][110] e dopo una lunga trattativa:[111] alla Sampdoria andarono 8 miliardi dilire più i cartellini diWalter Zenga eRiccardo Ferri,[112] per un totale di circa 12 miliardi.[113] Esordì in maglia nerazzurra il 22 agosto 1994, nel 3-0 esterno sullaLodigiani valido per i turni eliminatori diCoppa Italia.[114] Chiamato a non far rimpiangere Zenga, il portiere si dimostrò all'altezza del compito, offrendo ottime prestazioni,[83][115][116] ma lastagione della squadra si rivelò scialba:[117] l'Inter fu eliminata dallaCoppa UEFA già a settembre, battuta dall'Aston Villa ai rigori nonostante la parata di Pagliuca sul tiro diGuy Whittingham;[118] complici i risultati deludenti, il presidente Pellegrini passò il testimone aMassimo Moratti.[117] Il sesto posto in Serie A, conquistato all'ultima giornata, valse comunque la qualificazione alla successivaCoppa UEFA.[115]
Pagliuca in maglia nerazzurra nel campionato 1995-1996
Nella stagione1996-1997 i risultati furono più brillanti: rafforzata nel reparto offensivo dagli arrivi diYouri Djorkaeff eIván Zamorano, in Serie A l'Inter battagliò con ilParma per il secondo posto alle spalle della Juventus – un piazzamento che avrebbe garantito l'accesso allaChampions League 1997-1998 –, dovendosi infine accontentare della terza piazza.[120] Nuovamente semifinalista diCoppa Italia, l'Inter raggiunse inoltre lafinale diCoppa UEFA, venendo sconfitta in entrambi i casi ai tiri di rigore, rispettivamente daNapoli eSchalke 04: in tali occasioni, tutti i rigoristi avversari riuscirono con freddezza a battere Pagliuca,[40][41] che ai sedicesimi di Coppa UEFA era stato invece decisivo nellalotteria dal dischetto contro ilGrazer AK, in cui aveva parato il tiro diErwin Dampfhofer.[39] Chiamato ad agire dasweeper-keeper alle spalle delladifesa a zona di Hodgson,[59] l'estremo difensore dell'Inter ebbe un rendimento molto elevato[121][122][123] sia in Europa, dove fu il trascinatore della squadra insieme all'attaccanteMaurizio Ganz,[124][125] sia in Serie A, dove ebbe la più alta media voto del campionato nelle pagelle dellastampa specializzata – a pari merito conAngelo Peruzzi eLilian Thuram –, venendo quindi premiato colGuerin d'oro;[9] l'ottimo stato di forma gli valse inoltre il ritorno in nazionale[126] nonché lenomination per il titolo diMigliore portiere AIC e per ilPallone d'oro.[12]
Agli ordini del nuovo tecnicoLuigi Simoni, l'Inter si presentò ai nastri di partenza dell'annata1997-1998 forti dell'acquisto diRonaldo e di una rosa rinnovata in tutti i reparti.[127] All'infuori di un'eclatante eliminazione inCoppa Italia per mano delMilan,[128] l'Inter disputò la sua migliore stagione degli anni 1990, ingaggiando un lungo duello con laJuventus per la vittoria delloscudetto, culminato nella partita di ritorno tra i due club:[127] il 26 aprile 1998, nonostante un rigore parato da Pagliuca adAlessandro Del Piero, l'Inter fu sconfitta per 1-0 in una gara caratterizzata dal celebre contrasto nell'area juventina traMark Iuliano e Ronaldo, giudicato regolare dall'arbitroPiero Ceccarini e fonte di accese polemiche.[129] La sconfitta segnò di fatto la fine delle ambizioni di vittoria dell'Inter, il cui secondo posto in classifica valse comunque l'accesso alla successiva edizione dellaChampions League.[127] Membro della difesa meno battuta della Serie A,[130] secondo le pagelle deLa Gazzetta dello Sport Pagliuca fu il miglior portiere del campionato.[131] Frattanto, con il proprionumero uno ancora sugli scudi,[132] l'Inter raggiunse per il secondo anno consecutivo lafinale diCoppa UEFA – eliminando tra le altre squadre loSchalke 04 campione in carica[127] – e il 6 maggio vinse la competizione, battendo laLazio per 3-0 alParco dei Principi: nell'occasione, Pagliuca sollevò dacapitano l'unico trofeo conquistato nella sua esperienza milanese.[133] A suggello di prestazioni eccellenti,[127][132][134] e dopo aver nel frattempo disputato un ottimocampionato del mondo 1998 con la nazionale,[135] Pagliuca sarà candidato per la seconda volta di fila al premio di Migliore portiere AIC[136] e alPallone d'oro,[12] ottenendo inoltre il 5º posto nella classificaIFFHS deimigliori portieri dell'anno.[137]
Nell'annata1998-1999, Pagliuca esordì inChampions League, scendendo in campo nel 4-0 contro loSkonto del 12 agosto 1998, partita valida per il secondo turno preliminare. Nonostante il prestigioso acquisto diRoberto Baggio,[138] la stagione dell'Inter non fu però all'altezza delle aspettative: un avvio incerto incampionato e un gioco ritenuto poco convincente causarono l'esonero di Simoni dopo 11 giornate, sebbene l'Inter avesse ipotecato, pochi giorni prima, la qualificazione ai quarti di finale di Champions League con un'importante vittoria sulReal Madrid; guidata, in successione, da altri tre allenatori (Lucescu,Castellini e Hodgson), la squadra piombò in una lunga crisi che si ripercosse sulla serenità del gruppo,[139] finendo per condizionare anche il rendimento di Pagliuca, meno brillante rispetto alle stagioni precedenti.[68][80] Il deludente ottavo posto in Serie A fu in parte compensato dal raggiungimento della semifinale diCoppa Italia, che permise all'Inter di restare in corsa per l'Europa,[140] ma lo spareggio contro ilBologna valido per l'approdo inCoppa UEFA vide gli emiliani imporsi con un doppio 2-1: sulla sconfitta nerazzurra pesò l'errore di Pagliuca in occasione del gol diKennet Andersson nella gara di andata.[141]
Nonostante le sue prestazioni fossero state comunque tra le migliori della squadra[80] – «Per come hanno reso, credo che l'Europa la meritino in tre: Pagliuca,Cauet eSimeone», scrisseGianni Mura sula Repubblica sul finire del campionato[142] –, l'ipotesi di una mancata riconferma del portiere, ventilata da mesi,[68][80] fu confermata a fine stagione: nell'ottica di un profondo rinnovamento della rosa, affidata aMarcello Lippi, Pagliuca lasciò malvolentieri[110] il club dopo aver totalizzato 165 presenze in campionato (di cui 162 consecutive)[69] e 234 fra tutte le competizioni, sostituito daAngelo Peruzzi tra i pali nerazzurri.[141][143] In vista del suo congedo, fu definito daLa Gazzetta dello Sport «il miglior giocatore dell'Inter delle ultime cinque stagioni».[141] Di grande spessore furono le sue prestazioni neiderby di Milano: con lui in porta, l'Inter non perse nessuna delle 10 sfide di campionato disputate contro il Milan dal 1994 al 1999;[132] la sua parata su un tiro ravvicinato diOliver Bierhoff, nella stracittadina dell'8 novembre 1998, è annoverata fra le più belle nella storia del calcio italiano.[144]
Per la stagione1999-2000 Pagliuca fece ritorno nella propria città, trasferendosi a titolo gratuito alBologna,[88] con cui esordì il 28 agosto 1999 nello 0-0 casalingo contro ilTorino. Al suo primo anno sotto ledue torri disputò laCoppa UEFA, cui il Bologna si era qualificato battendo l'Inter nel succitato spareggio del maggio 1999: in Europa i felsinei raggiunsero i sedicesimi di finale superando loZenit San Pietroburgo e l'Anderlecht, grazie anche a un'ottima prova di Pagliuca nella gara di ritorno contro i belgi,[145] per poi essere eliminati dalGalatasaray, futuro vincitore del trofeo.[146] Ilcampionato, dopo un inizio negativo che comportò l'avvicendamento in panchina traSergio Buso eFrancesco Guidolin, fu concluso in 11ª posizione,[146] con Pagliuca che rimase imbattuto per 559 minuti consecutivi[147] e mantenne la porta inviolata, insieme al suo vicePaolo Orlandoni, in 15 partite su 34.[148] Il piazzamento finale fu lievemente migliorato nell'annata successiva, chiusa al 10º posto.[149]
Nel primo biennio in maglia rossoblù, a suo giudizio, Pagliuca fu piuttosto costante nella stagione d'esordio, commettendo qualche errore in più nella seconda, a fronte però di un maggior numero di interventi decisivi.[150] In quest'arco di tempo fu vittima di due spiacevoli episodi: il primo avvenne durante la partita diCoppa Italia del 12 ottobre 1999 disputata aMarassi contro laSampdoria, sua ex squadra, quando un gruppo di tifosi avversari tirò dei rubinetti in prossimità della sua porta,[146] costringendo gli arbitriRosetti ePaparesta a sospendere l'incontro;[151] il secondo risale alla partita del 1º aprile 2001 contro ilParma alTardini,[70] quando alcuni sostenitori della squadra di casa bersagliarono il portiere di vermi.[152]
La stagione2001-2002 rappresentò per il club un deciso miglioramento in termini di prestazioni e di classifica. Il 7º posto incampionato fu il miglior risultato ottenuto nell'era Gazzoni, nonostante un epilogo molto amaro, in cui il Bologna vide sfumarein extremis sia la qualificazione inChampions League sia quella inCoppa UEFA:[153] la sconfitta per 3-0 patita contro ilBrescia all'ultima giornata relegò infatti gli emiliani inCoppa Intertoto; ininfluente fu, nell'occasione, la parata di Pagliuca – autore di un buon campionato[154] – su un rigore diRoberto Baggio, il quale riuscì a ribattere in rete siglando il secondo gol dell'incontro.[155]
In Intertoto, i rossoblù furono sconfitti in finale dalFulham, perdendo 3-1 in trasferta dopo aver pareggiato 2-2 in casa; tramontata quindi la possibilità di partecipare alla Coppa UEFA, il Bologna chiuse all'11º posto un'anonima stagione2002-2003,[153] e un Guidolin giunto alla fine del proprio ciclo fu sostituito in panchina daCarlo Mazzone appena prima dell'inizio del campionato successivo.[156]
La prima stagione agli ordini del nuovo allenatore, la2003-2004, fu piuttosto scialba per la squadra,[153] 12ª classificata,[149] ma ottima per il portiere: reduce da un campionato non esaltante, con l'arrivo di Mazzone Pagliuca apparve infatti rigenerato, grazie anche a un cambio di preparazione fisica che, a dispetto dei 37 anni di età, lo rese atleticamente più brillante.[76][91] Inoltre, il 21 settembre 2003, Pagliuca disputò contro l'Udinese la sua 500ª presenze in Serie A, diventando il decimo calciatore (terzo tra i portieri dopoEnrico Albertosi eDino Zoff) a raggiungere tale traguardo.[3]
Con l'obiettivo di migliorare i risultati ottenuti l'anno passato,[156] il Bologna disputò una stagione2004-2005 per lunghi tratti positiva, piazzandosi a ridosso della zona-UEFA a circa due mesi dal termine del torneo.[21] Contestualmente, Pagliuca si confermò in grande spolvero[48][66] e disputò uno dei suoi migliori campionati, tanto da spingere Mazzone a elogiarne pubblicamente le prestazioni – «Penso cheBuffon eDida non si offenderanno se dico che in questo momento Pagliuca è il miglior portiere di Serie A»[65] –; tuttavia, un improvviso calo manifestatosi nel finale di stagione rese sempre più deficitaria la classifica dei felsinei, che finirono invischiati nella lotta per non retrocedere.[157] Il terzultimo posto finale costrinse il Bologna allo spareggio contro ilParma: nonostante la vittoria per 1-0 nella gara d'andata, in cui Pagliuca salvò più volte il risultato, gli emiliani furono sconfitti 2-0 nella partita di ritorno alDall'Ara, retrocedendo inSerie B.[158] Malgrado l'inatteso epilogo – «[...] avevamo chiuso la stagione con la quarta miglior difesa della Serie A. Pazzesco»[21] –, Pagliuca risultò il giocatore con la media più alta del campionato nelle pagelle della stampa sportiva, venendo premiato con ilGuerin d'oro come avvenuto 8 anni prima.[10]
Pagliuca lasciò il Bologna al termine dell'annata2005-2006, dopo aver preso parte al suo unico torneo diSerie B, mancando all'ultima giornata l'accesso aiplay-off.[156] Con il club felsineo, di cui fucapitano nelle ultime due stagioni,[21][159] arrivò a disputare 226 partite di campionato consecutive (228 contando anche il suddetto spareggio contro il Parma), stabilendo un nuovo record per un giocatore rossoblù: il precedente primato apparteneva a un altro estremo difensore,Mario Gianni, che si fermò a quota 172.[70] In totale disputò 270 incontri, di cui 206 in Serie A.[160]
Conclusa l'esperienza al Bologna, Pagliuca firmò per l'Ascoli, ritrovando la massima serie alle soglie dei 40 anni.[159] Debuttò il 19 agosto 2006 nel 6-0 esterno sulCervia, valido per il primo turno preliminare diCoppa Italia. Il 17 settembre, alla seconda giornata dicampionato, toccò quota 571 presenze in Serie A scendendo in campo contro ilMessina: in tal modo superòDino Zoff e divenne il portiere con piùapparizioni nel massimo campionato italiano.[18] In seguito allungò fino a 247 incontri la sua striscia di partite disputate consecutivamente,[70] prima di essere bloccato da problemi alla schiena; fu poi colpito da un virus influenzale prima della sfida contro ilLivorno, valida per la 24ª giornata, e una volta ristabilitosi non ritrovò posto in squadra, poiché di lì in avanti l'allenatoreNedo Sonetti, che nel frattempo aveva rilevatoAttilio Tesser, gli preferìDīmītrios Eleutheropoulos, portiere di riserva fino a quel momento.[161] A fine campionato l'Ascoli si classificò 19º, retrocedendo in Serie B.
Scaduto il contratto con l'Ascoli, con cui disputò 23 incontri di campionato, Pagliuca concluse la propria carriera dopo aver totalizzato 592 presenze in Serie A, che al momento del suo ritiro lo ponevano al secondo posto della relativaclassifica, dietro aPaolo Maldini;[20] rimarrà primo tra i portieri fino al 2016, quando verrà superato daGianluigi Buffon.[17] Avendo giocato l'ultima partita il 18 febbraio 2007, Pagliuca rientra inoltre nella cerchia dei calciatori capaci di scendere in campo in Serie Aa 40 anni compiuti.[162]
Sul finire del 1987, in concomitanza con la sua prima stagione in Serie A, fu convocato nell'Under-21 diCesare Maldini per due gare di qualificazione alcampionato d'Europa 1988 (Svizzera-Italia del 16 ottobre e Italia-Svezia del 12 novembre), senza scendere in campo.[163] Il 14 novembre 1989 disputò, dafuoriquota, la sua unica partita con gliazzurrini, un'amichevole contro l'Inghilterra B conclusasi 1-1.[164]
Con l'Italia olimpica prese parte a due edizioni deiGiochi: nel1988 fu convocato daFrancesco Rocca come rincalzo diStefano Tacconi eGiuliano Giuliani,[94] chiudendo il torneo al quarto posto; nel1996, fuoriquota, fu convocato come titolare da Maldini, con il compito di favorire la crescita del suo giovane viceGianluigi Buffon.[119] Nonostante l'ottimo rendimento del portiere, tra i migliori elementi della spedizione azzurra, l'Italia non andò oltre la fase a gironi, classificandosi ultima con due sconfitte e una vittoria.[165]
Pagliuca (in piedi, terzo da destra) in nazionale nel 1991
Sul finire dello stesso anno, le gerarchie dei portieri furono scosse dalla mancata qualificazione alcampionato d'Europa 1992 e dalla conseguente sostituzione di Vicini conArrigo Sacchi: la prima uscita dell'Italia con Sacchi in panchina (13 novembre 1991, ininfluente 1-1 contro laNorvegia), vide Pagliuca – all'esordio da titolare – tra i pali,[167] ma Zenga riuscì comunque a mantenere il posto fino all'anno successivo, quando fu congedato e sostituito dall'emergenteLuca Marchegiani;[168] una prestazione mediocre di quest'ultimo contro laSvizzera, durante le qualificazioni alcampionato del mondo 1994, determinò infine la promozione di Pagliuca, che dal 18 novembre 1992 (Scozia-Italia 0-0) divenne il nuovonumero uno azzurro.[43] Nel successivo impegno controMalta parò un rigore aKristian Laferla, contribuendo a una sofferta vittoria per 2-1.[169]
Dopo aver concorso alla qualificazione dell'Italia con una serie di prove convincenti,[170][171] nel corso del Mondiale Pagliuca offrì inizialmente prestazioni inferiori alle attese,[106] oltre a essere coinvolto in diversi episodi sfortunati:[172][173] colto fuori posizione da un tiro diRay Houghton nel match inaugurale perso contro l'Irlanda (1-0),[174] nel successivo impegno con la Norvegia fu espulso per aver toccato il pallone con una mano fuori dall'area di rigore, divenendo così il primo portiere a ricevere un cartellino rosso durante la fase finale di un Mondiale.[175] Nell'occasione, passò alla storia la polemica diRoberto Baggio nei confronti di Sacchi, che richiamò in panchina il numero 10 azzurro per far posto al portiere di riserva Marchegiani.[175] Squalificato per due turni, Pagliuca fu sostituito dallo stesso Marchegiani nell'ultimo incontro del girone contro ilMessico e nell'ottavo di finale contro laNigeria.[45]
L'ottimo rendimento offerto dal suo vice mise in discussione il rientro di Pagliuca al termine della squalifica:[45] tuttavia, dopo qualche tentennamento, Sacchi optò per il reintegro del bolognese, che risultò determinante nel 2-1 sullaSpagna ai quarti di finale, impedendo con un salvataggio di piede straordinario (per tempismo e senso della posizione) cheJulio Salinas portasse in vantaggio laRoja a pochi minuti dalla fine.[176][177] Quasi inoperoso nella semifinale vinta 2-1 contro laBulgaria, incappò tuttavia in un altro episodio sfavorevole, provocando incolpevolmente il rigore con cui gli avversari accorciarono le distanze.[173] L'altalena di emozioni e di rendimento ebbe il culmine nellafinale contro ilBrasile: poco dopo aver sventato un'occasione da gol con una pronta uscita suRomário, Pagliuca commise un eclatante errore alla mezz'ora della ripresa, quando un tiro dalla lunga distanza diMauro Silva gli sfuggì di mano e si infranse sul palo,[178] al quale il portiere azzurro mandò un iconico bacio per aver impedito che il pallone finisse in rete.[179] Dopo 120 minuti senza gol, l'Italia si arrese ai rigori: Pagliuca rimediò all'errore diFranco Baresi respingendo il tiro diMárcio Santos (dimostrando ancora una volta la sua fama di "para-rigori") ma i successivi sbagli diDaniele Massaro e Roberto Baggio determinarono la sconfitta degliazzurri (2-3).[180]. Complessivamente il Mondiale Usa '94 fu positivo per Pagliuca che nelle ultime 3 partite dimostrò senza dubbio di essere uno dei portieri migliori al mondo.
Seppur reduce da un Mondiale «non esaltante»,[83][115] Pagliuca continuò a essere la prima scelta di Sacchi per tutto il 1994, indossando anche la fascia dacapitano in un'amichevole di fine anno con laTurchia;[181] tuttavia, alcune insicurezze mostrate nelle prime gare di qualificazione alcampionato d'Europa 1996 misero in discussione la sua titolarità,[182][183] tanto che lastampa specializzata ipotizzò la promozione diSebastiano Rossi, convocato due volte come riserva, a nuovonumero uno azzurro.[184][185] L'ascesa di Rossi fu però frenata dalla prepotente affermazione diAngelo Peruzzi, che nei mesi seguenti divenne il principale candidato alla successione di Pagliuca:[186] agevolato dall'appartenenza al reparto difensivo dellaJuventus, tatticamente più affine all'idea di calcio di Sacchi rispetto a quello dell'Inter,[121] nel marzo 1995 Peruzzi approfittò di un infortunio occorso al bolognese per sostituirlo nei due impegni conEstonia eUcraina,[186] e il «gran rientro» di Pagliuca contro laLituania,[187] con Peruzzi a sua volta infortunato, non impedì al contendente di scavalcarlo definitivamente a partire dal match di settembre con laSlovenia.[188] Non ritenendo opportuno che l'ex titolare facesse da secondo al più giovane collega[181] – «Pagliuca è una prima scelta, non posso chiamarlo a far panchina»[189] –, Sacchi lo estromise dalle successive convocazioni, pur senza escludere un suo eventuale ritorno e smentendo seccamente le voci secondo cui la sua bocciatura fosse dovuta a un'intervista «a luci rosse» pubblicata sul settimanaleEpoca;[190] ciò nonostante, l'ultima apparizione di Pagliuca agli ordini del CT romagnolo rimarrà l'amichevole contro laGermania del 21 giugno 1995, dopo la quale il portiere resterà lontano dal giro azzurro per due anni.[126]
Nonostante l'esclusione dalla selezione azzurra, molti anni dopo il tecnico di Fusignano inserì Pagliuca nella sua top 11, ritenendolo il miglior portiere da lui allenato.[191]
Reduce da un deludentecampionato d'Europa 1996, in cui le riserve di Peruzzi furonoFrancesco Toldo eLuca Bucci, nel dicembre dello stesso anno Sacchi fu sostituito sulla panchina azzurra dall'ex CT dell'Under-21 e dell'Italia olimpicaCesare Maldini,[126] il quale nel frattempo aveva convocato Pagliuca come fuoriquota per iGiochi diAtlanta.[119] Sebbene nei primi mesi della sua gestione Maldini avesse confermato Peruzzi come titolare e Toldo comedodicesimo, nel giugno 1997 decise di reintegrare Pagliuca in occasione delTorneo di Francia:[126] il portiere, reduce da una stagione molto brillante, risultò tra i migliori in campo nel 3-3 contro ilBrasile,[192][193] gara annoverata fra le più belle amichevoli mai disputate dalla nazionale italiana.[192][194] Da quel momento, a discapito di Toldo, Pagliuca divenne la prima riserva di Peruzzi,[195] sostituendolo per infortunio nell'andata del decisivo spareggio con laRussia, valido per le qualificazioni alcampionato del mondo 1998: dovette però abbandonare il campo dopo 32' a causa di uno scontro di gioco conAndrej Kančel'skis, lasciando spazio all'esordienteGianluigi Buffon.[196] Ottenuto ilpass per il Mondiale, Pagliuca fu confermato come secondo portiere battendo la concorrenza di Buffon,[197] e poi promosso titolare a causa dellostiramento occorso a Peruzzi pochi giorni prima dell'inizio della competizione.[198]
A differenza del Mondiale precedente, dove aveva avuto un rendimento altalenante, in Francia Pagliuca fu uno dei migliori elementi della spedizione azzurra e si distinse per ottimi interventi, in particolar modo nell'ottavo di finale contro laNorvegia, vinto per 1-0: nei minuti finali dell'incontro fermò sulla linea di porta un colpo di testa da distanza ravvicinata diTore André Flo, con una parata che richiamò alla memoria quella compiuta daDino Zoff contro il Brasile durante ilcampionato del mondo 1982.[199][200][201] Il cammino dell'Italia si interruppe nel successivo quarto di finale contro i padroni di casa dellaFrancia: sul finire deitempi supplementari Pagliuca mantenne lo 0-0 con una provvidenziale uscita suYouri Djorkaeff, mentre aitiri di rigore parò ilpenalty diBixente Lizarazu; tuttavia, i successivi errori diDemetrio Albertini eLuigi Di Biagio comportarono per gliazzurri la terza eliminazione consecutiva dal dischetto.[202] Pochi giorni prima della finale, laFIFA rese noto l'elenco dei 38 migliori giocatori del torneo, nel quale il bolognese risultò uno dei quattro portieri inclusi, nonché l'unico italiano insieme aChristian Vieri.[135]
Non confermato dal nuovo commissario tecnico Zoff – un'esclusione mal digerita da Pagliuca, che non si aspettava un congedo repentino[203] –, il portiere concluse la propria carriera in nazionale con 39 presenze (2 delle quali dacapitano)[204] e 27 reti subite. Singolare sarà la sua presenza nella formazioneFIFA World Stars in un'amichevole disputata contro l'Italia nel dicembre 1998, per celebrare il centenario dellaFIGC.[205]
Ritiratosi, ha intrapreso una carriera da opinionista per le emittentiSky eMediaset Premium,[84] e nel 2009 ha conseguito il patentino di allenatore.[206] In seguito ha coordinato la preparazione dei portieri delle giovanili del Bologna, per poi allenare, nella stagione 2014-2015, iGiovanissimi Nazionali della compagine felsinea.[84] Dal 2016 al 2020 è stato il preparatore dei portieri dellaPrimavera rossoblù.[207]
^abIl record precedente spettava al suo preparatorePietro Battara, che disputò 190 partite, cfr. Lorenzo Mangini,Un cinghialone per El Chiquito, inla Repubblica, 26 luglio 2012, p. 18, sez. Genova.
^Il diritto di disputare la successiva edizione della Coppa UEFA, di norma concesso alla vincitrice della Coppa Italia, fu conteso fra le semifinaliste del torneo, Inter e Bologna, in quanto le finalisteParma eFiorentina si erano già qualificate per il turno preliminare di Champions League in base alla posizione ottenuta in Serie A, cfr.Lega, oggi sorteggio per spareggio Uefa fra Bologna e Inter, inLa Stampa, 18 maggio 1999, p. 35.