Gian Carlo Riccardi nasce il 21 ottobre1933, è il primo di cinque figli diArmando Riccardi[2], avvocato e sindaco diFrosinone e di Rosa Amati, pianista. Dopo aver manifestato già dall'infanzia predisposizione per l'arte ed aver conseguito la maturità classica, nel1961 Gian Carlo Riccardi si diploma con lode inscenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Roma[3] di via Ripetta[4]. Riccardi, inoltre, durante il periodo accademico è allievo diToti Scialoja e Mario Rivosecchi. Dopo qualche anno, consegue il diploma in Regia Teatrale e Cinematografica presso il Centro Sperimentale diRoma[5].
L'artista Gian Carlo Riccardi (a sinistra) e il critico d'arteEnrico Crispolti (al centro). Spettacolo teatrale "Perché Lorca" 1977, Teatro Spazio Uno, Roma.
Nel1962 sposa Regina Balducci dalla quale ha tre figli: Lucilla, Francesco e Simone.
È tra i promotori di festival e rassegne culturali nel centro storico diFrosinone comeI percorsi della memoria (1984)[29][30] e ha preso parte a rassegne comeElektronpoiesis (1986)[31][32]. Prende parte, inoltre, ad eventi quali: ilTeatro da Voi 1977 presso il teatro Spazio Uno diRoma, laSettimana di Teatro Nuovo (1978) e agliIncontri 1984[33] presso il Centro Associazione StampaGrattacielo diMilano[34]. In occasione del centenario dalla morte dello scrittoreJames Joyce, Riccardi il 16 giugno del 1982 ha partecipato aFrosinone alla prima celebrazione italiana delBloomsday. Alla giornata joyciana, a cura diRaffaele Manica e Franco Silvestro[35], patrocinata dall’ambasciata d’Irlanda, presero parte lo scrittoreEnzo Siciliano nelle vesti diJames Joyce, la spogliarellista Dodò D'Amburgo[36] nel ruolo diMolly Bloom[37] e il registaPippo Di Marca[38].
Gli spettacoli e le performance del regista sono imperniati sulla gestualità e sulla necessità di esprimere la condizione dell'uomo contemporaneo, imprigionato nellaroutine quotidiana e nelle contraddizioni della vita[39]. Gli eventi teatrali si rivolgono verso un recupero dello spazio pubblico, quale luogo di dialogo attivo con lo spettatore che collabora attivamente alla costruzione della messa in scena[40].
Gian Carlo Riccardi e gli attori del Teatro Laboratorio Arti Visive, 1974.
La produzione pittorica di Riccardi affronta varie tematiche come il grottesco, il doppio, l'ironia, ma anche il mondo dell'infanzia[43], tramite il disegno, la caricatura[44] e la pittura astratta[45]. Quest'ultima viene realizzata attraverso l'uso delcollage e delready-made[46][13]. Le sue opere sono state esposte presso personali e collettive in Italia e all’estero[47] come ilPalazzo delle Esposizioni diRoma (1968)[48], la RassegnaArtExpo diGinevra (1984)[49], la British Art Fair in the City diLondra (1985), il Centre International D’art Contemporain diParigi (1988)[50], la Kodama Gallery diOsaka (1993)[51], la Rassegna internazionale di arti visive diCracovia (1995) e la Fundació Antoni Tàpies diBarcellona (1999)[52].
Nelle sculture Riccardi utilizza materiali poveri comeplexiglas, carta, legno e ferro[53].
LeStanze[54][55], realizzate daglianni '80[56], sono installazioni eseguite sempre con elementi semplici e di recupero (prevalentemente legno e ferro)[57]. Queste sono esempi di operesite specific[40][58] capaci di costruire un dialogo con lo spazio circostante e con l'osservatore[59][60]. Questi dispositivi sono realizzati mediante pareti colorate secondo motivi astratti, frammenti di legno e oggetti di uso comune[61].
Scrive copioni teatrali, testi in prosa e poetici[66][67]. In questi ultimi emergono varie tematiche (affrontate già in ambito pittorico, teatrale e scultoreo) riguardanti il surreale, l'inverosimile, la memoria[30], l'infanzia ed in particolare la "nonnitudine", ovvero la fase dell'essere nonno[68]. L'artista figura, inoltre, su numerose riviste di arte e cultura quali Arte Incontro, Le Arti,La Fiera Letteraria,Flash Art su enciclopedie e nei cataloghi Bolaffi[69].
È l'ideatore della maschera carnevalesca ciociara delBravante[70][71].
Scompare il 7 febbraio2015 nella sua città natale[72].
Nel2015 l'amministrazione comunale diFrosinone intitola all'artista una sala all'interno della Villa Comunale della città[73][74].
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