Brassens nacque aSète (all'epoca nota con la grafiaCette), neldipartimento diHérault (nell'Occitania francese), il 22 ottobre del 1921, figlio di Jean-Louis Brassens, un muratorefrancese,ateo edanti-clericale, e di Elvira Dagrosa, una casalingaitaliana originaria diMarsico Nuovo[4] (inprovincia di Potenza), emigrata con la famiglia inFrancia quand'era ancora bambina,cattolica praticante, vedova di guerra e già madre di una bambina, Simone Comte (nota poi, in età adulta, come Simone Cazzani, dal cognome del marito Yves Cazzani). Il giovane Georges crebbe in un ambiente familiare umile ma sereno. Seguendo l'ideale paterno, anche Brassens si dichiarerànon-credente, precisamenteagnostico[5].
Brassens respirò musica sin dall'infanzia: la madre amava in ugual modo lamusica lirica e lacanzone popolare, soprattutto le melodie accompagnate con ilmandolino. Fu proprio su questo strumento che il piccolo Georges apprese le basi che gli permisero, in seguito, l'apprendimento dellachitarra; possedeva un buon orecchio musicale e si dimostrò sempre più interessato alla musica che alla scuola e agli studi; a quattordici anni cominciò a scrivere le sue prime canzoni[6].
Al liceo fece un incontro che si rivelò determinante per il suo avvenire: il suo professore di lettere, Alphonse Bonnafé, una personalità fortemente anticonformista, riuscì a catturare il suo interesse e, grazie a lui, il giovane Brassens conobbe lapoesia francese; cominciò ad impegnarsi seriamente nella scrittura di poesie e testi di canzoni. In terza liceo, disgraziatamente, venne sospeso dalla scuola: in seguito ad alcuni piccoli furti compiuti dagli alunni della scuola nelle case degli allievi più benestanti, un compagno fece il suo nome (la canzoneLes quatre bacheliers allude appunto a questo episodio); il padre lo prese allora a lavorare con sé, nell'impresa edile di famiglia. La passione per la musica, però, non si interruppe, al contrario; Georges si appassionò particolarmente ad un grande interprete del momento,Charles Trenet, del quale cercava di imitare lo stile[6].
Brassens nel 1964Targa sulla casa dell'Impasse Florimont dove Brassens abitò dal 1944 al 1966, ospite dei coniugi Planche
Nel 1940, a diciott'anni, Brassens decise di stabilirsi aParigi, presso una zia; nella capitale, oltre a lavorare come operaio allaRenault, cominciò a frequentare le biblioteche e a studiare i testi fondamentali della poesia francese, daVillon aHugo, daApollinaire aVerlaine. Con lo scoppio della guerra, la fabbrica di automobili presso cui Brassens lavorava venne bombardata, e i tedeschi entrarono a Parigi; fu allora costretto a rientrare a Sète, dalla sua famiglia[6].
Soltanto in seguito all'Armistizio, Brassens poté far ritorno a Parigi; questa volta, non provò nemmeno a cercare un lavoro: aveva deciso di consacrarsi interamente alla musica e alla poesia[6].Fu così che, nel 1942, pubblicò a proprie spese le sue prime raccolte poeticheÀ la venvole eDe coups d'épée dans l'eau, che rivelavano già la sua vena satirica e anticonformista. Nel 1943, in seguito ad un decreto di lavoro obbligatorio (STO) imposto dai tedeschi al governo francese, Brassens si trovò costretto a lavorare presso laBMW, nel campo di lavoro diBasdorf, vicino aBerlino; fu qui che conobbe Pierre Onteniente (soprannominato da BrassensGibraltar), prigioniero come lui, il quale diverrà uno dei suoi migliori amici e il suo uomo di fiducia[6].
In questo periodo, Brassens fu costretto ad interrompere i suoi studi, ma non smise di scrivere canzoni; a questo periodo risale, per esempio, il testo diPauvre Martin. Nel 1944, approfittando di una licenza di quindici giorni, fece ritorno a Parigi, dove si nascose presso i coniugi Jeanne e Marcel Planche, figure fondamentali per la vita e l'opera del cantautore; fu a loro, la sua nuova famiglia, che Brassens dedicò canzoni qualiJeanne,La cane de Jeanne eChanson pour l'Auvergnat[6].
Inizialmente, avrebbe dovuto restare a casa Planche finché la guerra non fosse finita e lui non fosse stato libero; in realtà, vi restò più di vent'anni, fino al 1966, conducendo un'esistenza serena, malgrado le ristrettezze. Fu proprio nella casa al numero 9 dell'Impasse Florimont (nelXIVarrondissement), tra gatti e animali di ogni specie, che Brassens compose la maggior parte delle sue canzoni. Componeva cominciando dalla scrittura dei testi (al contrario della maggioranza dei cantautori), adattando poi la melodia al pianoforte, senza avere nessuna conoscenza in materia di solfeggio e di armonia[6].
A partire dal 1946 cominciò la sua collaborazione alLibertaire, rivistaanarchica; simpatizzante di questi ideali, per tutta la vita Brassens esprimerà, con l'irriverenza delle sue canzoni, la sua volontà di lottare contro l'ipocrisia della società e le convenzioni sociali; nei suoi testi, prende posizione in favore degli emarginati, degli ultimi e contro ogni tipo d'autorità costituita[6]. In particolare, lungo tutta la sua opera, ritroviamo una viva opposizione contro le figure delgiudice e delpoliziotto, coerentemente con le sue idee politiche: nel celebre branoHécatombe, Brassens si immagina a tifare dalla sua finestra per le "massaie gendarmicide", che si stanno battendo al mercato contro degliagenti venuti a sedare una rissa[7]:
(francese) «Ces furies, à peine si j'ose / Le dire, tellement c'est bas, Leur auraient même coupé les choses: / Par bonheur ils n'en avaient pas!»
(italiano) «Quelle furie, e ho appena il coraggio / di dirlo, talmente è volgare , gli avrebbero anche tagliato i coglioni, / menomale che non ce li avevano!»
(Hécatombe)
Nel 1947 pubblicò il suo primo romanzo,La lune écoute aux portes; nello stesso anno, scrisse alcune tra le sue più grandi canzoni, comeBrave Margot,La mauvaise réputation eLe gorille; quest'ultimo brano, nel quale Brassens si oppone con forza allapena di morte, sbeffeggiando pesantemente unmagistrato che diviene vittima delgorilla "vendicatore" (il quale, volendo accoppiarsi con una femmina della sua specie, invece scambia il giudice per unascimmia e si accoppia con la forza con lui), fu boicottato dalla radio di Stato per molti anni[6].
(francese) «Car le juge, au moment suprême, / Criait : "Maman !", pleurait beaucoup, Comme l'homme auquel, le jour même, / Il avait fait trancher le cou. / Gare au gorille!»
(italiano) «Poiché il giudice al momento supremo, / urlava: "Mamma!", piangendo a dirotto come l'uomo a cui lo stesso giorno, / aveva fatto tagliare il collo. / Attenti al gorilla!»
In questo periodo, Brassens conobbe Joha Heiman (che lui chiamavaPüpchen, in tedesco "bambola"[9]), la donna d'origineestone che sarebbe diventata la compagna di una vita; i due non vissero mai assieme e non ebbero figli, ciononostante restarono uniti fino all'ultimo giorno di vita del cantautore. Fu a lei che dedicòLa non-demande en mariage ("La non domanda di matrimonio")[6].
Gli anni Cinquanta videro Brassens impegnato in una lunga ed ostinata gavetta nei cabaret parigini;Jacques Grello, un celebre chansonnier, lo sentì cantare ed, entusiasta, lo invitò ad esibirsi nel suo cabaret, ilCaveau de la République, e in altri locali in voga, come ilLapin agile aMontmartre e laVilla d'Este; il pubblico, però, non condivideva il giudizio di Grello, e i primi concerti furono dei veri e propri fiaschi[6].
Brassens con uno dei suoi cani
All'inizio del 1952, alcuni amici lo convinsero a partecipare ad un provino nel celeberrimo cabaret diMontmartre,Chez Patachou; la proprietaria, la stessaPatachou, rimase estasiata e volle cantare i suoi brani nel proprio locale, facendolo così conoscere al grande pubblico; fu sempre lei a convincere Brassens, che si vedeva soltanto nei panni del compositore, ad interpretare lui stesso le sue canzoni. Fu l'inizio del successo[6].
Brassens cominciò ad esibirsi in numerosi locali parigini e a raccogliere un certo successo presso il pubblico e i critici, malgrado alcuni suoi testi suscitassero scalpore e scandalo. La consacrazione arrivò quando Patachou lo presentò aJacques Canetti, direttore artistico della casa discograficaPolydor e proprietario del cabaretLes Trois Baudets; grazie all'impegno di Canetti, Brassens poté, dopo una tournée estiva, registrare il suo primo album,La mauvaise réputation, che ottenne un grande successo[6].
Nel 1953, il 16 ottobre Brassens debuttò al prestigioso music-hall parigino dell'Olympia; proponeva, oltre ai suoi testi, brani ripresi da poeti celebri comeFrançois Villon (Ballade des dames du temps jadis),Victor Hugo (Gastibelza),Paul Fort (Le petit cheval); il 1953 fu anche l'anno di pubblicazione del romanzoLa tour des miracles. Nel 1954, oltre a ricevere ilGran Premio del Disco dell'Accademia Charles Cros, pubblicò il suo secondo album,Les amoureux des bancs publics, a cui fece seguito, l'anno seguente,Chanson pour l'Auvergnat[6].
Negli anni successivi, spinto da Jacques Canetti, fu più volte in tournée in Europa e in Africa del Nord; si dedicò a recital e, anche se per una volta soltanto, al cinema: nel 1956, interpretò un ruolo quasi autobiografico nel filmQuartiere dei Lillà di René Clair. Con i primi guadagni ottenuti, Brassens comprò la casa dell'Impasse Florimont, dove viveva con Jeanne e Marcel. Nel 1957, assieme a Pierre Onteniente, creò leEditions Musicales 57 e pubblicòJe me suis fait tout petit, mentre continuava a dividersi tra l'Olympia, l'Alhambra eBobino[6].
Sin dalla fine della guerra Brassens aveva sofferto dicoliche nefritiche e dicalcoli renali che gli impedirono, talvolta, di portare a termine i suoi spettacoli; pur rallentato dalle sue condizioni di salute, non mancò mai all'appuntamento e continuò a pubblicare dischi a cadenza regolare: del 1958 èLe Pornographe, mentreLe Mécréant eLes trompettes de la renommée uscirono rispettivamente nel 1960 e nel 1961. Nel 1964, Brassens fece nuovamente capolino al cinema: la sua canzoneLes copains d'abord (pubblicata lo stesso anno nell'album omonimo) rientrò nella colonna sonora del filmLes Copains diYves Robert[6].
Nel 1966, oltre a lasciare definitivamente l'abitazione condivisa con Jeanne e Marcel per stabilirsi poco lontano, nel XVarrondissement, Brassens pubblicò l'albumSupplique pour être enterré à la plage de Sète; la canzone che dà il titolo al disco diverrà il suo testamento messo in musica. Nel 1967 ricevette ilPremio di poesia dell'Académie française. Ormai famoso e senza problemi economici, dichiarò: «Ora ho sei case, due macchine, quattro letti, cinque gabinetti [...] e un culo soltanto»[2].
(francese) «C'était l'oncle Martin, c'était l'oncle Gaston / L'un aimait les Tommies, l'autre aimait les Teutons Chacun, pour ses amis, tous les deux ils sont morts / Moi, qui n'aimais personne, eh bien! je vis encor.»
(italiano) «C'era lo zio Martino e c'era lo zio Gastone / a uno piacevano i Tommies, all'altro piacevano i Crucchi Sono morti entrambi, ognuno per [causa de]i suoi amici. / Io, invece, che non prediligevo nessuno, sono ancora vivo.»
(Les deux oncles)
L'anno seguente, all'epoca degli avvenimenti politico-sociali del'68, Brassens venne colpito da nuovi problemi renali: si trovava in un letto d'ospedale, dopo un'operazione di asportazione di calcoli,ma, ciononostante, appoggiò, anche se non direttamente, la causa dei rivoluzionari[senza fonte, anzi pare in contrasto conLe temps ne fait rien à l'affaire]. Poco prima della sua morte, qualcuno gli chiese che cosa facesse durante le giornate delmaggio '68, perché non si fosse schierato pubblicamente; la sua risposta ("Soffrivo di coliche nefritiche") venne interpretata come un'irriverenza tra le tante, ma rispecchiava la realtà; Brassens, senza che nessuno lo sapesse, affrontava la sua malattia in silenzio[6][10]
Ritratto di Brassens scolpito su una targa commemorativa, nei pressi della casa dell'Impasse FlorimondBrassens nel 1966
Accusato diqualunquismo, disimpegno e addirittura "revisionismo storico" (già era stato nel mirino per il pezzoLa tondue[11], in cui Brassens prende le difese di una ragazza rasata a zero daipartigiani poiché accusata dicollaborazionismo per aver avuto una relazione sentimentale con unsoldato tedesco coetaneo), per la sua canzoneantimilitarista e dal tonoanarco-individualistaLes deux oncles - che parla di due immaginari zii del narratore, uno simpatizzante deibritannici, l'altro deitedeschi, ed entrambi morti nellaseconda guerra mondiale, mentre il protagonista invece non si schiera e sopravvive (ma nella canzone ci sono anche critiche e sarcasmi contro ilmilitarismo delfilo-nazistaPhilippe Pétain) - risponde con l'ironicaMourir por des ideés ("Morire per delle idee")[12], in cui conferma uno scomodoanarchismo "duro e puro", che non intende schierarsi a priori con una parte politica militante, né aderire a concetti astratti ("moriamo per delle idee, va bene, ma di morte lenta", intendendo "di vecchiaia" o dopo "parecchi anni", perché le idee presto diventano "fuori moda", è la conclusione emblematica del ritornello); il cantautore fu tacciato quindi di voler equiparare storicamente i cittadini francesi antinazisti e i collaborazionisti, dichiarandosi implicitamente neutrale rispetto alle idee dei due zii protagonisti.[2].
Nello stesso anno, il 24 ottobre, l'amica Jeanne morì, all'età di settantasette anni. Nel gennaio del 1969, su iniziativa della rivistaRock et Folk e della radioRTL, Brassens partecipò ad un'intervista che divenne un evento storico, in compagnia diLéo Ferré eJacques Brel, altri due pilastri della canzone d'autore francese; nello stesso anno, oltre a continuare le esibizioni a Bobino, pubblicòLa Religieuse, il suo decimo disco. Negli ultimi anni, i problemi di salute l'avevano fatto invecchiare prematuramente: dopo aver acquistato una casa aLézardrieux, inBretagna (regione che amava al punto da studiare lalingua bretone), nel 1973 disse addio alle scene, con un'ultima tournée in Francia e in Belgio e pubblicando il suo penultimo disco,Fernande[6].
Due anni dopo, nel 1975, Brassens ricevette ilGran premio della città di Parigi; nel 1977, in seguito all'uscita del suo ultimo lavoro,Don Juan, salì un'ultima volta sul palco di Bobino; fu il suo ultimo concerto. Nel 1979 accettò la proposta del musicistaMoustache, suo vecchio amico, di partecipare alla registrazione di un album in cui i suoi titoli più celebri venivano ripresi in versione jazz. Alla fine dell'anno ricevette ilGran Premio del disco dalle mani del sindaco di Parigi,Jacques Chirac[6].
(francese) «Déférence gardée envers Paul Valéry, / Moi, l'humble troubadour, sur lui je renchéris, Le bon maître me le pardonne, / Et qu'au moins, si ses vers valent mieux que les miens, Mon cimetière soit plus marin que le sien, / Et n'en déplaise aux autochtones.»
(italiano) «Resi i dovuti onori aPaul Valéry, / io, umile trovatore, rincaro la dose, il buon maestro me lo perdoni. / Ma almeno, se i suoi versi valgono più dei miei, che il mio cimitero sia più marino del suo, / e non me ne vogliano gli autoctoni.»
(Supplique pour être enterré à la plage de Sète/Supplica per essere sepolto nella spiaggia di Sète)
Affetto da uncancro intestinale, nel novembre del 1980, Brassens si sottopose all'ennesima operazione[6].Dopo aver passato l'estate del 1981 nella sua casa in Bretagna, progettando di ritornare a esibirsi al Bobino alla fine dell'anno, trovò ricovero presso il suo amico e medico Maurice Bousquet, aSaint-Gély-du-Fesc, vicino aMontpellier. È lì che, alle 23.15 del 29 ottobre 1981, Georges Brassens morì all'età di sessant'anni.
Tomba della famiglia Brassens-Dagrosa, cimitero du Py a Sète: vi sono sepolti Georges Brassens, la compagna Joha Heiman, la sorella e il cognato del cantante.
Tutta la Francia (compreso il presidenteMitterrand), a dispetto dei funerali modesti e della sua riservatezza, gli rese pubblici omaggi, dichiarandolo "poeta" e accostandolo alla corrente letteraria dell'esistenzialismo[13], anche se lui preferiva essere chiamato semplicemente "cantautore" o "artigiano di canzoni"[6][14]:
«La poesia e la canzone sono la stessa cosa, ma non si può cantare carmi troppo alati; la canzone è per tutti: una poesia alla portata di tutte le borse.»
Fu inumato a Sète, nelcimitero Le Py, soprannominato ilcimitero dei poveri, per distinguerlo dalcimitero marino della cittadina, in cui giace il poetaPaul Valéry, e che sovrasta il paese[6].
«Qui giace una foglia morta / Qui finisce il Testamento / È scritto sopra la mia porta / Chiuso per sepoltura / Abbandono la vita senza rancore / Non avrò più il mal di denti / Eccomi nella fossa comune / La fossa comune del tempo.»
(Il Testamento)
In questo modo, la sua volontà, espressa nella canzone-testamentoSupplique pour être enterré à la plage de Sète, di essere sepolto nellaspiaggia del suo villaggio natale fu quasi rispettata, in quanto il cimitero basso è ancora più vicino al mare di quello denominato "marino".[6] Nel 1984, venne dedicato all'artista il nome di unasteroide.
Nel comune di nascita della madre,Marsico Nuovo, c'è una piazza a lui intitolata
Georges Moustaki compose in onore suo e della sua cerchia di amici la canzoneLes amis de Georges
Jean Ferrat compone una canzone in suo onore:À Brassens (1964)
Il giovaneFabrizio De André rimase colpito dai dischi di Brassens che il padre Giuseppe gli portò dalla Francia, al punto da cambiare drasticamente il suo stile e da tradurre in seguito vari brani in italiano di colui che poi chiamerà "il mio Maestro"
Il cantante e scrittoreNanni Svampa tradusse in dialetto milanese alcune canzoni di Brassens
Il parco costruito nella città diParigi, ubicato nei pressi del vecchio mattatoio, è stato battezzatoParc Georges Brassens. Il cantante visse buona parte della sua vita parigina a qualche centinaio di metri da lì, in unarrondissement lontano da quelli centrali, ancora denso di un'umanità reale
6587 Brassens è unasteroide scoperto nel 1984, così chiamato in onore del poeta e cantautore francese
1953 - Georges Brassens nº. 1 [Le Parapluie/Il N'y A Pas D'amour Heureux/J'Ai Rendez-Vous Avec Vous/La Chasse Aux Papillons] (Polydor 576.004)
1953 - Georges Brassens nº. 2 [La Marine/Corne D'Auroch/Pauvre Martin (1ère Prise)/Le Vent/Hécatombe] (Polydor 576.012)
1954 - Georges Brassens nº. 3 [Chanson Pour L'Auvergnat/La Prière/Une Jolie Fleur/La Mauvaise Réputation] (Philips 432.067 NE)
1956 - Georges Brassens nº. 4 [Les Sabots D'Hélène/Bancs Publics/La Première Fille... Qu'on A Pris Dans Ses Bras/Brave Margot] (Philips 432.068 NE)
1957 - Georges Brassens nº. 5 [Le Gorille/Le Fossoyeur/Je Suis Un Voyou/Le Petit Cheval] (Philips 432.147 NE)
1957 - Georges Brassens nº. 6 [Le Mauvais Sujet Repenti/Il Suffit De Passer Le Pont/La Mauvaise Herbe/Gastibelza "L'Homme À La Carabine"] (Philips 432.205 BE)
1958 - Georges Brassens nº. 7 [La Légende De La Nonne/Philistins/Colombine/Ballade Des Dames Du Temps Jadis] (Philips 432.288 BE)
1958 - Georges Brassens nº. 8 [Au Bois De Mon Cœur/Comme Hier/L'Amandier/Le vin] (Philips 432.289 BE)
1959 - Georges Brassens nº. 9 [Le Pornographe/La Ronde Des Jurons/Le Vieux Léon/À L'Ombre Du Cœur De Ma Mie] (Philips 432.343 BE)
1959 - Georges Brassens nº. 10 [Le Cocu/Comme Une Sœur/La Femme D'Hector/Bonhomme] (Philips 432.359 BE)
1960 - Georges Brassens nº. 11 [Les Funérailles D'antan/Le Verger Du Roi Louis/L'orage/Embrasse-les Tous] (Philips 432.513 BE)
1960 - Georges Brassens nº. 12 [Le Mécréant/Le Bistrot/Pénélope/Le Père Noël Et La Petite Fille] (Philips 432.514 BE)
1961 - Georges Brassens Hommage À Paul Fort [Si Le Bon Dieu L'avait Voulu/L'enterrement De Verlaine/Le Petit Cheval/Germaine Tourangelle/La Marine/À Mireille Dite "Petit Verglas"/Comme Hier] (Philips 432.556 BE)
1962 - Georges Brassens nº. 14 [La Marche Nuptiale/Les Lilas/Oncle Archibald/Celui Qui A Mal Tourné] (Philips 432.747 BE)
1962 - Georges Brassens nº. 15 [Le Temps Ne Fait Rien À L'affaire/Dans L'eau De La Claire Fontaine/La Traîtresse/La Ballade Des Cimetières] (Philips 432.783 BE)
1962 - Allons Chez Georges Brassens [Marinette "J'avais L'air D'un C..."/Je Me Suis Fait Tout Petit/Aupres De Mon Arbre/La Cane De Jeanne] (Philips 432.802 BE)
1962 - Georges Brassens nº. 16 [La Complainte Des Filles De Joie/La Fille À Cent Sous/Tonton Nestor "La Noce De Jeannette"/Le Temps Passé] (Philips 432.815 BE)
1963 - Georges Brassens nº. 17 [Les Trompettes De La Renommée/Jeanne/L'assassinat] (Philips 432.902 BE)
1963 - Georges Brassens nº. 18 [Les Amours D'Antan/La Guerre De 14-18/La Marguerite/Marquise] (Philips 432.902 BE)
1964 - Bande Originale Du Film D'Yves Robert "Les Copains" [Les Copains D'Abord/La Balade À Vélo/Le Réveil D'Ambert/Les Copains D'Abord] (Philips 437.004 BE) [Brassens canta solo il primo brano]
1965 - Georges Brassens nº. 19 [Les Copains D'abord/La Route Aux 4 Chansons/Le 22 Septembre/Le Mouton De Panurge] (Philips 437.042 BE)
1965 - Georges Brassens nº. 20 [Les Deux Oncles/Saturne/Venus Callipyge/Le Petit Joueur De Fluteau] (Philips 437.067 BE)
1965 - Georges Brassens nº. 21 [Les 4 Z'Arts/La Tondue/Le Grand Pan] (Philips 437.132 BE)
1967 - Le Grand Chêne/Le Fantôme/L'Épave (Philips 437.367 BE)
1968 - La Non-Demande En Mariage/La Fessée/Les Quatre Bacheliers (Philips 437.368 BE)
1972 - Georges Brassens Chante Pour Les Enfants [Le Petit Cheval/Je Rejoindrai Ma Belle/Les Sabots D'Hélène/La Cane De Jeanne] (Philips 6274 027)
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Le canzoni di Brassens sono state interpretate da numerosi cantanti francesi e, nonostante la difficoltà di rendere la lingua utilizzata da Brassens, sono state tradotte in varie lingue. InItalia,Nanni Svampa ha tradotto molte canzoni di Brassens sia indialetto milanese sia initaliano. AncheGipo Farassino ne reinterpretò alcune in piemontese. Ha dedicato quattro album interamente a Brassens: "Nanni Svampa canta Brassens" (1964, 1971), "Cantabrassens" in Cabaret italiano (1977), "W Brassens" (1999), "Donne, gorilla, fantasmi e lillà - Omaggio italiano a George Brassens" (2004).
Moltissimicantautori si sono ispirati a Brassens: in Italia,Fabrizio De André lo considerava un maestro, tanto che alcune delle sue più famose canzoni (Il gorilla,Morire per delle idee,Le passanti,Delitto di paese,Marcia nuziale,Nell'acqua della chiara fontana, La morte) non sono altro che delle traduzioni e degli adattamenti delle canzoni di Brassens; lo stesso cantautore francese, che conosceva un po' di italiano grazie anche alle origini materne, ebbe occasione di vedere le traduzioni delle sue canzoni e le giudicò eccellenti, assieme a quelle diNanni Svampa, che però a quel tempo traduceva i suoi testi prevalentemente in dialetto milanese.
Tuttavia De André e Brassens non si conobbero mai di persona: il cantautore genovese era al corrente del difficile carattere di Brassens e temeva di andare incontro ad una delusione incontrando quello che per tanti anni era stato il suo modello assoluto. Altri cantautori italiani che hanno tradotto diverse canzoni di Georges Brassens sonoBeppe Chierici, che, come Svampa, al repertorio dello chansonnier dedicò interi album e spettacoli, eGianni Stefani, che le ha tradotte in veneto alto-vicentino.Giorgio Ferigo coi Povolar Ensemble ha realizzato un CD di canzoni di Brassens in versione friulana (lingua carnica) dal titolo Jerbata. Inoltre un cantautore spagnolo,Paco Ibáñez, tradusse in lingua castigliana molte delle sue canzoni, alcune delle quali vennero interpretate dallo stesso Brassens, come per esempio "La mala reputación". Altri brani di Brassens sono stati tradotti e cantati in italiano daPaolo Capodacqua.
Più artisti hanno rieseguito le canzoni di Brassens in un album intitolatoLes oiseaux de passage (come il titolo di una sua canzone). A quest'album hanno partecipato artisti comeBénabar,Yann Tiersen,Tarmac. Nel 2008 il gruppo rock-folk toscano "Bandabardò" pubblica all'interno dell album "Ottavio" la canzone "La mauvaise réputation".
^Presso i registri dello stato civile del comune di Marsico Nuovo, infatti, è riportato il suo atto di nascita, il 14 aprile del 1891 da Michele e Dolce Maria Augusta Dagrosa
^Jean-Claude Barreau,Tous les Dieux ne sont pas égaux, JC Lattès, 2001; capitolo ILe vécu de l'homme, «Sur le marché des religions»
Nanni Svampa,Canzoni e risate, ovvero: fare l'amore con un'ostetrica e un po come leccare un gelataio, a cura diGiuseppe Vettori, Roma,Lato side, 1979.
Cataldo Caputo,L'universalità e il carattere umanistico della poetica di Georges Brassens, Bologna, CLUEB, 1983.
Antonello Lotronto,Georges Brassens attraverso le sue canzoni, presentazione di Nanni Svampa, Salerno, Ripostes, 1985.
Nanni Svampa eMario Mascioli,Brassens. Tutte le canzoni tradotte, Padova, Muzzio, 1991.ISBN 88-7021-577-6. [con una interessante introduzione che riporta l'intervista rilasciata da Brassens al suo "fan", amico, giornalista e sacerdote cattolico André Sève]
Georges Brassens,Poesie e canzoni, con testo a fronte e una scelta di spartiti, a cura diMaurizio Cucchi, Parma, Guanda, 1994.ISBN 88-7746-749-5.
Matilde Andolfo,Georges Brassens. Tra musica e poesia.... Analisi letteraria dei testi di canzoni scelte, prefazione diAngelo Calabrese, Napoli, Edizioni 2000, 1995.
Georges Brassens. Una cattiva reputazione, a cura diGianfranco Brevetto, Roma, Aracne 2007.ISBN 978-88-548-1041-9. [una serie di contributi da parte di esperti italiani ed europei ed alcune interviste tra cui quelle aGino Paoli e Nanni Svampa]
Georges Brassens,Le strade che non portano a Roma. Riflessioni e massime d'un libertario, Roma, Coniglio, 2009.ISBN 978-88-6063-223-4.
Daniela Soave Vighesso,G. Brassens 5h 40'. Riflessioni e appunti tra un treno, un pullman e una questione di quinoa, con estratti delle Lettres à Toussenot, 25 testi inediti diSalvo Lo Galbo, Pavia, Medea, 2011.ISBN 978-88-6693-019-8.
Brassens in italiano. 110 canzoni tradotte da Giuseppe Setaro con testi francesi a fronte e accordi per chitarra, Bergamo, Sestante, 2011.ISBN 978-88-6642-042-2.
Maria Rosaria Zulì,La 'comédie humaine'. Nella rappresentazione degli Chansonniers: da Georges Brassens a Fabrizio De André, Tricase, Libellula, 2011.ISBN 978-88-96818-41-1.
Attenti al gorilla : traduzione letterale italiana dei testi delle canzoni di Georges Brassens, a cura di Nanni Svampa e Mario Mascioli, Cologno Monzese, Lampi di Stampa, 2012.ISBN 978-88-488-1301-3.
Margherita Zorzi,Georges Brassens. Il maestro irriverente, prefazione diGianni Mura, Civitella in Val di Chiana, Zona, 2012.