Ilpadre Émile Bernanos era un tappezziere-decoratore originario dellaLorena e di originispagnole; lamadre, Hermance Moreau, proveniva daPellevoisin, nellaregione del Berry, ed era cresciuta in una famiglia d'origine contadina. Bernanos ricevette un’educazione profondamente cattolica e legata alle convinzioni monarchiche. Trascorse le vacanze aFressin, nell'Artois, regione del nord dellaFrancia, che lo segnò profondamente nel corso di tutta l'infanzia e l'adolescenza, tanto che farà da sfondo alla maggior parte dei suoi romanzi. Sconvolto dalle successive arrendevolezze di Francia eRegno Unito nei confronti dellaGermania di Hitler, culminanti nell'accordo di Monaco (1938), si autoesiliò inBrasile, luogo in cui fu uno dei primi ispiratori dellaResistenza in Francia. Prima di morire scrisseLa Francia contro la civiltà degli automi, pubblicato nel 1947.
Ferventecattolico e nazionalista convinto, militò sin da giovanissimo nell'Action française e durante gli anni dei suoi studi in lettere partecipò alle attività dei "Camelots du roi", movimento di giovani monarchici. Negli anni precedenti l'inizio dellaGrande Guerra fu direttore del settimanaleL'Avant-Garde de Normandie. Allo scoppio della guerra, nonostante fosse già stato riformato per varie ragioni di salute, si arruolò volontario nel 6º Reggimento Dragoni (cavalleria).
Nel 1917 sposò Jehanne Talbert d'Arc, lontana discendente di un fratello diGiovanna d'Arco, con cui ebbe sei figli. Indebolita dai parti, la moglie fu di salute cagionevole, cosa che unita alla numerosa prole rese la situazione economica difficile. Alla fine della guerra, Bernanos si allontanò dall'attività militante nell'Action française.
Neglianni venti lavorò presso una compagnia di assicurazione, ma il successo del suo primo romanzoSotto il sole di Satana (Sous le soleil de Satan) (1926) lo spinse a intraprendere la carriera letteraria. Nel 1926, in seguito alla condanna del movimento da parte dipapa Pio XI nel 1926, si riavvicinò all'Action française, partecipando ad alcune delle sue attività culturali.
La sua produzione letteraria si concentra nell'arco di dieci anni, in cui Bernanos dà voce alle sue tematiche preferite: i peccati dell'umanità, la potenza del male e l'aiuto della Grazia divina. Nel 1932 la sua collaborazione con il giornale del profumiere François CotyLe Figaro generò una violenta polemica con l'Action française, che culminò nella rottura definitiva conCharles Maurras, fondatore del movimento.
Nel 1936 viene pubblicatoDiario di un curato di campagna (Journal d'un curé de campagne): insignito del Grand prix dell'Académie Française, da esso è stato tratto ilfilm omonimo diRobert Bresson (1950) conClaude Laydu al suo debutto. Nel libro convergono due diverse sensibilità spirituali: quella delcurato d'Ars e quella diSanta Teresa del Bambin Gesù, entrambi santificati dapapa Pio XI nel 1925. Similmente a Giovanni Maria Vianney, il giovane prete protagonista del romanzo è divorato da un forte zelo apostolico, totalmente dedito alla santificazione del gregge a lui affidato. Di Teresa invece segue lavia dell'infanzia spirituale. Anche ilTutto è grazia, con cui il romanzo si chiude, non è una frase di Bernanos, bensì della famosa santa. Per gran parte delle riflessioni che arricchiscono il romanzo, Bernanos attinge al romanzo di Ernest Hello,L'uomo (L'Homme).
DalleBaleari Bernanos assiste allo scoppio della guerra civile in Spagna. In un primo momento appoggia il franchismo poi, rivedendo la sua posizione, pubblicaI grandi cimiteri sotto la luna,pamphlet in cui prende pubblicamente e definitivamente le distanze dai suoi vecchi amici dell'Action française (la rottura con Maurras, avvenuta già nel 1927, era rimasta segreta fino a quel momento). In quest'opera Bernanos condanna da un lato i massacri e le atrocità commesse dalla Falange prendendo a pretesto il nome del Cristo, dall'altro l'appoggio da parte di Maurras e dell'Action française di cui godevano i nazionalisti spagnoli. Le parole di Eugenio Pacelli, futuropapa Pio XII, in risposta ai cardinali vicini al fascismo che chiedevano di mettere al bando ilpamphlet, mettono in evidenza la scomodità e al tempo stesso il carattere di irrinunciabile denuncia di quest'opera di Bernanos: "Brucia ma illumina".
Nel marzo del 1937 lascia laSpagna per tornare in Francia, dove rimarrà per breve tempo poiché già l'anno successivo, il 20 luglio 1938, partirà per l'America Latina. Inizialmente programma di andare inParaguay, ma poi nell'agosto 1938 fa scalo aRio de Janeiro, inBrasile. Qui rimarrà in esilio dal 1938 al 1945. Nell'agosto del 1940 si trasferisce aBarbacena, in una piccola casa ai piedi di una collina chiamata Cruz das almas, cioè "Croce delle anime".
In questo periodo Bernanos mette da parte la produzione romanzesca per dedicarsi completamente a scritti di carattere fortemente politico, pubblicando diversi saggi sulla situazione europea e collaborando sia con i giornali di Rio de Janeiro che con i bollettini dellaFrance libre. In questi suoiEssais et écrits de combat Bernanos risente certamente dell'influenza diCharles Péguy. Durante laseconda guerra mondiale partecipa attivamente all'attività di Resistenza e dellaFrance libre, scrivendo numerosi articoli nei quali dà pieno sfogo alla sua vena polemica e pamphlettista.
Nel 1941 il figlio Yves si unisce al movimento dellaFrance libre aLondra e Michel, il figlio minore considerato troppo giovane dal Comitato dellaFrance libre di Rio, partirà l'anno successivo. Al momento del suo ritorno in Francia si rivolge al popolo brasiliano con queste parole:
«Per quanto mi riguarda, il mio cuore ha un unico, grande, profondo desiderio, che è anche il più doloroso: desidero rivedervi tutti, rivedere il vostro paese. Desidero trovare riposo in quella terra in cui ho tanto sofferto e sperato per la Francia; là desidero attendere la resurrezione, così come ho atteso la vittoria.»
Dopo la Liberazione continua a condurre una vita errante. Nel 1945, su sollecitazione diCharles de Gaulle che gli propone un posto in parlamento o all'Académie française, rientra in Francia lasciando per sempre il Brasile, paese che ha profondamente amato, arrivando a considerarlo sua seconda patria.
Decide poi di trasferirsi inTunisia, dove passerà gli ultimi anni della sua vita per poi ritornare, gravemente malato, a Parigi e morire aNeuilly-sur-Seine. Scriverà l'adattamento teatrale del racconto della scrittrice tedescaGertrud von Le Fort intitolatoL'ultima al patibolo, la cui vicenda si rifà alla storia vera delle sediciCarmelitane diCompiègne, beatificate poi daPapa Pio X nel 1906,ghigliottinate sulla piazza del Trono-Rovesciato (attualmentePlace de la Nation) durante laRivoluzione francese.
Quest'opera, intitolataDialoghi delle Carmelitane in cui Bernanos mantiene il personaggio fittizio di Blanche de la Force (traslitterazione di "von le Fort"), farà poi da libretto all'opera omonima del compositoreFrancis Poulenc, composta nel 1956. PadreRaymond Leopold Bruckberger, conPhilippe Agostini, ne ha condotto inoltre larealizzazione cinematografica. Tra gli altri, fondamentali sono in quest'ultima opera i temi della Grazia, della paura e del martirio, sempre cari a Bernanos.
Morì aNeuilly-sur-Seine nel 1948 ed è sepolto nel cimitero di famiglia diPellevoisin, nella regione dell'Indre. Padre dello scrittoreMichel Bernanos, si deve al figlio minore, Jean-Loup Bernanos, morto nel 2003, la biografia e l'iconografia di riferimento riguardo a Georges Bernanos.
Bernanos ambienta spesso i propri romanzi nei villaggi della sua regione natale, l'Artois, portandone alla luce gli aspetti più nascosti e più oscuri. La figura delprete, attorno alla quale gravitano notabili del luogo (nobili castellani e borghesi), piccoli commercianti e contadini, è molto presente nell'opera di Bernanos, anche come personaggio principale (è il caso diDiario di un curato di campagna). Il divino e il soprannaturale sono chiamati più volte in causa nei suoi romanzi, così come troviamo una profonda caratterizzazione psicologica dei personaggi, impegnati in una perenne lotta interiore tra il Bene e il Male. Tale lotta descritta da Bernanos non si trasforma però in una "demonizzazione" dei personaggi ma piuttosto esprime, come inMauriac, l'ansia di capire fino in fondo e al di là di ogni apparenza esteriore le profondità dell'animo umano.
Solitario e isolato nella sua denuncia, quantomeno in Francia, Bernanos si era scagliato contro i tradimenti tanto dello Stato francese che di quei cattolici e di quel clero che avevano appoggiato il franchismo con complicità criminale (I grandi cimiteri sotto la luna).
Nei saggi di Bernanos la parolaimbéciles (imbecilli, al plurale) è usata molto di frequente: con quella che lui chiamava "offesa fraterna" manifestava la sua "pietà" per i "cancri della nuova generazione realista" (i neo-sostenitori di Maurras negli anni trenta) e, più tardi, per i "detestabili e pedanti borghesi di sinistra" (i comunisti e i democratici cristiani) ma anche per tutti quelli che avevano sostituito alla forza dell'esperienza umana diretta e concreta la propaganda dei media e la poca capacità di coraggio personale.Sul piano formale il suo stile non può dirsi "parlato", nonostante egli si rivolga spesso ad un lettore immaginario: la lettura della sua opera, sicuramente ricca e appassionante – e ciò che scrive sul Brasile o su Hitler non può lasciare indifferenti – necessita però di una buona conoscenza della storia di Francia.
Per quanto riguarda l'atteggiamento di Bernanos nei confronti dell'antisemitismo, è necessario non limitarsi alla lettura dei pochi scritti da lui pubblicati negli anni trenta nel libroLa grande paura dei benpensanti, ma bisogna leggere anche i testi apparsi subito prima dell'inizio della guerra o durante la guerra, in cui egli denuncia le campagne antisemite in Francia, losterminio degli ebrei, l'omicidio diGeorges Mandel ecc.: attraverso questi scritti si può capire meglio l'evoluzione di Bernanos riguardo a tale questione. È significativo ad esempio un suo articolo del maggio 1944, in cui scrive la frase seguente: "antisemitismo: considero questa parola sempre più ripugnante. Hitler l'ha disonorata per sempre". Come si può vedere, in questo testo Bernanos, diversamente dalle più svariate interpretazioni che ne sono state donate, si riferisce alla parola "antisemita" e non al fatto in sé. Sempre riguardo all'antisemitismo,Elie Wiesel, in un'intervista apparsa nel 1987 sulla rivistaNouvelles Cités, riassumeva il percorso di Bernanos, descrivendolo come colui che si era "a poco a poco avvicinato agli ebrei" e che "ha avuto il coraggio di opporsi alfascismo, di denunciare l'antisemitismo e di dire quello che ha detto e scritto sulla bellezza e sull'onore dell'essere ebrei".
In seguito poi alle accuse di antisemitismo mosse dall'editore Jean-Paul Enthoven nei confronti di Bernanos, il giornalista diLibération, Philippe Lançon, scrive un articolo intitolatoBernanos e i benpensanti, nel quale accusa quelli che, come Enthoven, lui definisce "cacciatori mondani di antisemiti".
Bernanos dà il nome Mouchette a due personaggi della sua opera romanzesca. La prima « Mouchette », che figura inSous le soleil de Satan (1926), è Germaine Malhorty, un'adolescente sedicenne, forte e orgogliosa, vittima dell'egoismo dei suoi corteggiatori, che la desiderano ma non la amano. Questa situazione la spingerà a disprezzarsi e a ribellarsi. La seconda « Mouchette », che mantiene l'appellativo, è una tredicenne, protagonista inNouvelle histoire de Mouchette (1937).
Le due Mouchette possono considerarsi simili, non tanto per la loro storia, quanto più per la stessa tragica solitudine in cui hanno vissuto: incarnano delle miserabili che subiscono l'accanimento della sorte senza riuscir mai a comprendere il malessere della loro condizione. Allo stesso tempo Mouchette con la sua unica sensibilità è l'incarnazione della verità: una verità sconvolgente che scopre i sentimenti più profondi e inesprimibili di una femminilità che inizia a svegliarsi e ad affermarsi.
La gioia (La Joie, La Revue universelle, 1928 ; Paris, Plon, 1929),Prix Femina
trad. di Bice Tibiletti, Milano, IPL
trad. Paola Messori, Milano, Mondadori
Una notte (Une nuit, Paris, A la cité des livres, 1928), trad. diAngelo Romanò, 1955 (conDialogo d'ombre)
Un delitto (Un crime, Paris, Plon, 1935), trad. diEnrico Piceni, Collana Medusa n.447, Milano, Mondadori, 1961; Collana Un libro al mese, Milano, Club degli Editori, 1961; Introduzione diValerio Volpini, Collana Oscar n.61, Mondadori, 1966-1988; Collana I Capolavori della Medusa, Mondadori, 1974; Collana Evergreen. Biblioteca per ragazzi, Milano-Novara, Mondadori-De Agostini, 1986-1989; Postfazione di Fulvio Panzeri, Milano, Guanda, 2006; Roma, Elliot, 2018. [adattato nel film TV omonimo del 1984, diretto daSalvatore Nocita ]
trad. Luigi Castiglione, con una nota diAlbert Béguin, Collezione Grandi narratori cristiani n.1, Roma, Logos, 1982.
Uno strano sogno (Un mauvais rêve, edizione postuma, Paris, Plon, 1950), trad. di Maria Vasta Dazzi, Collana La Gaja Scienza n.162, Milano, Longanesi, 1960.
Dialoghi delle Carmelitane, (Dialogues des carmélites, Paris, Seuil, 1949), trad. di Giuliano Attilio Piovano, Premessa di Albert Béguin, Brescia, Morcelliana, 1952. Adattata al cinema nelfilm omonimo, in televisione e in musica nell'opera omonima. [traduzione in lingua friulana: I dialigs des Carmelitanis, traduzion di Guan Bosniac, Clape cultural Aquilee, Gorizia 1989]
La grande paura dei benpensanti, (La Grande Peur des bien-pensants, 1931), trad. di Bruno Bonino
I grandi cimiteri sotto la luna (Les Grands cimetières sous la lune, 1938), trad. diGiacinto Spagnoletti, Biblioteca Contemporanea n.3, Milano, Mondadori, 1953; La Medusa, Mondadori, 1980; Milano, Il Saggiatore, 1965, 1996; Net, 2004-2006; Milano, SE, 2017-2021. [saggio sullaguerra civile spagnola 1936-1939]
Scandalo della verità (Scandale de la vérité, 1939), trad. Italo Di Monte
Un uomo solo, saggio tradotto da Rienzo Colla e Franco Onorati
Quasi una vita di Gesù, saggio tradotto da Marco Ballarini
Domenico l'incendiario, saggio tradotto da Luigi Castiglione
Ultimi scritti politici, saggi tradotti da Misio Tagliaferri e G. Stella
L'eretica e santa Giovanna, saggio tradotto da Gabriella Bonini
Un uomo nella Chiesa, saggi
Una visione cattolica del reale (Satana e noi), saggi
Lo spirito europeo e il mondo delle macchine, saggio tradotto da Gennaro Auletta
La mia rivolta, antologia di saggi a cura di Giovanni Barra
Verrà il vendicatore: diario 1939-1940, tradotto da Vittorio Bianchi
I predestinati, antologia di saggi a cura di Jean-Loup Bernanos, tradotta da Laura Majocchi
Le Combat pour la liberté, corrispondenza inedita: tomo 1 (1904-1934), 1971 e tomo 2 (1934-1948), 1971
Essais et écrits de combat, tomo 1, 1971
Lettres retrouvées (1904-1948), 1983
Essais et écrits de combat, tomo 2, 1995
Brésil, terre d'amitié, scelta di lettere e testi sulBrasile, scelti e presentati da Sébastien Lapaque, 2009
La révolte de l'esprit, Paris, Les Belles Lettres, 2017, 426 p. Livre rassemblant des articles de presse et radiodiffusés de Georges Bernanos.
Bernanos. Scandale de la vérité, recueil d'essais, de pamphlets, d'articles et de témoignages, préface de Romain Debluë, Paris, Robert Laffont, coll. « Bouquins », 2019, 1376 p.
Romans suivis de Dialogues des carmélites, Collezione « Bibliothèque de la Pléiade », Paris, Gallimard, 1961;Œuvres romanesques complètes, nuova ed., chronologie par Gilles Bernanos, préface par Gilles Philippe, 2 tomi, Gallimard, 2015.
Essais et écrits de combat, tomo 1, Collezione « Bibliothèque de la Pléiade », Paris, Gallimard, 1971.
Essais et écrits de combat, tomo 2, Collezione « Bibliothèque de la Pléiade », Paris, Gallimard, 1995.
Romanzi e «Dialoghi delle carmelitane», a cura di Paola Messori, cronologia di Gabriella Mezzanotte, Introduzione diCarlo Bo, CollezioneI Meridiani, Milano, Mondadori, 1998,ISBN978-88-044-3587-7.