| George Young | ||||||||||
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| Football americano | ||||||||||
| Ruolo | Assistente allenatore,general manager | |||||||||
| Termine carriera | 1974 - allenatore | |||||||||
| Hall of fame | Pro Football Hall of Fame (2020) | |||||||||
| Carriera | ||||||||||
| Carriera da allenatore | ||||||||||
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George Bernard Young (Baltimora,22 settembre1930 –Baltimora,9 dicembre2001) è stato unallenatore di football americano edirigente sportivostatunitense nellaNational Football League. Nel 2020 è stato inserito nellaPro Football Hall of Fame.[1][2]
Prima di unirsi aiNew York Giants, Young fu nello staff deiBaltimore Colts (1968–1974), detenendo le posizioni di osservatore, allenatore dellaoffensive line, direttore del personale dei giocatori e coordinatore offensivo e deiMiami Dolphins (1975–1978), come direttore del personale.
I Giants non raggiungevano i playoff da 15 anni quando Young fu assunto nel 1979.Wellington Mara aveva gestito la maggior parte delle operazioni della franchigia sin dal suo arrivo nel 1937, molto prima di ereditare la squadra dal padre, il fondatoreTim Mara, nel 1958. Si persuase a lasciare il controllo di alcune operazioni al direttoreAndy Robustelli nel 1974, ma aveva ancora la parola finale sulle decisioni del campo.
Dopo il fatto passato alla storia comeMiracle at the Meadowlands nel 1978, in cui una vittoria ormai certa dei Giants si tramutò in una sconfitta contro iPhiladelphia Eagles su unfumble all'ultimo secondo, alla fine Mara si decise sulla necessità di modernizzare. Chiese così al CommissionerPete Rozelle di raccomandargli un nuovo capo delle operazioni. Rozelle consigliò Young, che avrebbe accettato solo se gli fosse stato concesso il controllo totale delle operazioni riguardanti il football. Mara acconsentì.
Nel ricostruire i Giants Young pose particolare enfasi sulle scelte deldraft. Dal suo primo draft nel 1979 fino al 1995, 119 giocatori entrarono nel roster della squadra. Tra le sue migliori scelte vi furonoPhil Simms,Lawrence Taylor,Joe Morris eCarl Banks, oltre ad avere sceltoBill Parcells come capo-allenatore.
Durante la permanenza di Young, i Giants si qualificarono otto volte per i playoff, vincendo dueSuper Bowl, ilXXI e ilXXV, con un record di 155-139-2. Fu nominato dirigente dell'anno un numero record di cinque volte: nel 1984, 1986, 1990, 1993 e 1997.
Malgrado i successi di Young e del capo del personaleTom Boisture negli anni ottanta, nel decennio successivo la squadra non riuscì a ripetersi. Uno dei primi errori fu la scelta del sostituto di Parcells nel 1991. La scelta diRay Handley non ebbe successo, vincendo 14 gare in due stagioni. Young, contrario al nuovo meccanismo deifree agent, sembrò perdere il suo tocco nel 1992, faticando ad adattarsi al nuovo sistema, assieme all'introduzione delsalary cap nel 1994. Come risultato, firmò diversi giocatori super-valutandoli e perdendo il nucleo dei giocatori che avevano portato al successo il club, passati ad altre squadre.
Inoltre, la magia nel draft di Young sembrò sparire. Nel periodo 1991-1996, i Giants scelsero per sei anni consecutivi giocatori nel primo giro che diedero uno scarso contributo, anche se le scelte dei giri successivi furono talvolta azzeccate, come ildefensive tackleKeith Hamilton, ildefensive endMichael Strahan, ilcornerbackPhillippi Sparks, illinebackerJessie Armstead, il cornerbackJason Sehorn, ilfullbackCharles Way, ilwide receiverAmani Toomer e ilrunning backTiki Barber. Young si ritirò dopo la stagione 1997, cedendo il posto al suo assistenteErnie Accorsi.