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Gea

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vediGea (disambigua).
Gea
Gaea, dipinto diAnselm Feuerbach (1875)
Nome orig.Γῆ
Caratteristiche immaginarie
Speciedivinità
Sessofemmina

Gea oGeo oGe (ingreco antico:Γῆ?,Ghḕ), oppureGaia (in greco ionico e quindi nel greco omericoΓαῖαGàia), è, nellareligione e nellamitologia greca, ladea primordiale, quindi la potenza divina, dellaTerra.

Dea primigenia dall'inesauribile forza creatrice è considerata nella religione greca l'origine stessa della vita. Fu madre di molti figli, tra cuiUrano (il cielo),Ponto (il mare), e i dodiciTitani, a loro volta progenitori deglidèi Olimpici. Corrisponde alla romanaTellus.

Gaia (Gea) nellaTeogonia di Esiodo

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Atena riceve il piccoloErittonio dalle mani della madre Gaia. Dettaglio di unostamnos instile attico afigure rosse, 470-460 a.C.,Monaco,Staatliche Antikensammlungen.

LaTeogonia diEsiodo[1] racconta come, dopoCaos (Χάος), sorse l'immortale Gaia (Γαῖα), progenitrice deiTitani e deglidèi dell’Olimpo.

Da sola e senza congiungersi con nessuno, Gaia generaUrano (Οὐρανός, Cielo stellante) pari alla Terra[2], generò quindi, sempre per partenogenesi, i monti, leninfe (Νύμφηnýmphē) dei monti[3] ePonto (Πόντος, il Mare)[4].

Unendosi a Urano, Gaia genera i Titani (Τιτῆνες):Oceano (Ὠκεανός)[5],Ceo (Κοῖος),Crio (Κριός),Iperione (Ύπέριον),Giapeto (Ἰαπετός),Teia (Θεία)[6],Rea (Ῥέᾱ oppureῬεία),Temi (Θέμις),Mnemosine (Μνημοσύνη),Febe (Φοίβη),Teti (Τηθύς) eCrono (Κρόνος).

Dopo i Titani, l'unione tra Gaia e Urano genera i treCiclopi (Κύκλωπες:Bronte,Sterope eArge[7])[8]; e gliEcatonchiri (Ἑκατόγχειρες):Cotto,Briareo eGige dalle cento mani e dalla forza terribile[9].

Urano, tuttavia, impedisce che i figli da lui generati con Gaia, i dodici Titani, i tre Ciclopi e i tre Centimani, vengano alla luce. La ragione di questo rifiuto risiederebbe, per Cassanmagnago[10], nella loro "mostruosità". Ecco che la madre di costoro, Gaia, costruisce dapprima unafalce e poi invita i figli a disfarsi del padre che li costringe nel suo ventre. Solo l'ultimo deiTitani,Crono, risponde all'appello della madre e appena Urano si stende nuovamente su Gaia, Kronos, nascosto[11] lo evira. Il sangue versato dal membro evirato di Urano gocciola su Gaia producendo altre divinità: leErinni (Ἐρινύες:Aletto,Tesifone eMegera[12]), le dee della vendetta[13], i terribiliGiganti (Γίγαντες)[14] e leNinfe Melie (Μελίαι)[15][16].

Ponto (Πόντος, il Mare) genera[17]Nereo (Νηρεύς) detto il "vecchio", divinità marina sincera ed equilibrata; poi, sempre Ponto ma unitosi a Gaia, generaTaumante (Θαῦμᾱς)[18], quindiForco (Φόρκυς)[19],Ceto (Κητώ)[20] dalle belle guance, edEuribia (Εὐρύβια)[21].

Gaia eTartaro[22] generanoTifone (Τυφῶν) "grazie all'aureaAfrodite"[23]. Questo essere gigantesco, mostruoso, terribile e potente viene sconfitto dal re degli dèi (Zeus) e relegato nel Tartaro insieme ai Titani e da dove spira i venti dannosi per gli uomini. Infine Gaia unendosi aTartaro generòPallante (Παλλάς) un gigante che tentò di violentareAtena durante laGigantomachia nella quale perse la vita.

Genealogia (Esiodo)

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Discendenti di Gaia (Terra) e Urano (Cielo)[24]
Gea
Urano
Oceano
Crio
Giapeto
Rea
Mnemosine
Teti
Ceo
Iperione
Teia
Temi
Febe
Crono
ITitani
Bronte
Sterope
Arge
ICiclopi
Cotto
Briareo
Gige
Gli Ecatonchiri
Discendenti di Gaia e del sangue di Urano (sinistra) e dei genitali di Urano (destra)[25]
Gea
Sangue di Urano
Genitali di Urano
LeErinni
IGiganti
LeMeliadi
Afrodite


Non mostrati vi sono i figli di Gea ePonto, ovveroNereo,Taumante,Forco,Ceto eEuribia, eTifone, avuto daTartaro.

Altre versioni

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SecondoIgino, Gea non era una divinità primigenia, ma nacque invece dall'unione traEtere eEmera, a loro volta figli di Caos eCaligine[26].

Tra i figli di Gea, oltre a quelli citati nellaTeogonia, altre fonti riportanoErittonio (nato dal seme diEfesto caduto sulla terra),Anteo eCariddi (daPoseidone),Trittolemo (daOceano),Bisalte (daElio),Ofiotauro,Pitone, iGigeni, iCureti, e altri ancora[27].

Altri miti riguardanti Gea

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  • Apollodoro (Biblioteca I,1) sostiene che Gea abbia dapprima partorito i Centimani (Ecatonchiri) e poi i Ciclopi. Urano, il loro padre, gettò questi ultimi nel Tartaro; allora Gea gli partorì i sei Titani (Oceano, Ceo, Iperione, Crio, Giapeto e, per ultimo, Crono) e le sette Titanidi (Teti,Rea,Temi,Mnemosine,Febe,Dione eTia).

Irata con Urano che aveva gettato nel Tartaro i precedenti figli, Gea incita i Titani a sopraffare il padre: tutti accolgono l'invito di Gea tranne Oceano. Aggredito il padre, Crono lo evira.

  • Apollodoro (Biblioteca I,6), ci dice che Gea partorì i Giganti, in quanto adirata per la sorte subita dai Titani e sapendo che nessuno degli dèi dell'Olimpo poteva ucciderli ma solo un mortale andò alla ricerca di una pianta magica che impedisse loro di morire anche per mano degli uomini. Saputo ciò, Zeus colse per primo la pianta.
  • Eratostene (Catasterismi XIII), ci dice che Museo raccontò che Gea nascose in un antro la spaventosa capra, figlia del dioElio, affidandola poi alla ninfaAmaltea (Ἀμάλθεια)[28] la quale con il suo latte nutrì Zeus infante.
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Zeus celòElara, una delle sue amanti, dalla vista diHera nascondendola sotto terra. Talvolta viene quindi riportato che il giganteTizio, il figlio che Zeus ebbe da Elara, sia stato in realtà figlio di Elara e di Gea.

Gea concesse l'immortalità adAristeo.

Alcuni studiosi credono che Gea fosse la divinità che originariamente parlava per bocca dell'Oracolo di Delfi. Ella passò i suoi poteri, a seconda delle versioni, aPoseidone,Apollo o Temi. Apollo è il dio a cui più di ogni altro è collegato l'Oracolo di Delfi, esistente da lungo tempo già all'epoca diOmero, perché in quel luogo aveva ucciso il figlio di GeaPitone, impossessandosi dei suoi poterictonii. Hera punì Apollo per questo gesto costringendolo a servire per nove anni comepastore presso il reAdmeto.

Nell'antica Grecia i giuramenti fatti in nome di Gea erano considerati quelli maggiormente vincolanti, assieme a quelli in nome di Ade e del fiumeinfernaleStige.

Gea nell'arte

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Nell'arte classica Gea poteva essere rappresentata in due modi diversi:

  • Nelle decorazioni vasaliateniesi veniva ritratta come una donna dall'aspetto matronale che emergeva dalla terra soltanto per metà, spesso mentre porgeva adAtena il piccoloErittonio (futuro re di Atene) perché lo allevasse.
  • Neimosaici di epoca successiva appare come una donna che si sta stendendo a terra, circondata da un gruppo diCarpi, divinità infantili che simboleggiano i frutti della terra.

Note

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  1. ^Esiodo,Teogonia 116 e sgg.
  2. ^Si riferisce all'estensione, il Cielo stellante, semisferico, finisce là dove finisce Gaia, la linea di orizzonte indica sia la fine del Cielo stellante che della Terra (Arrighetti, p. 326; Cassanmagnago p. 929).
  3. ^quindi leOreadi (Ὀρεάδες).
  4. ^distinto quindi da Oceano (Ὠκεανός).
  5. ^InIliade, XIV 201, Oceano è detto «padre degli dèi».Aristotele, inMetafisica I (A) 3,983 intende questo, «Oceano e Teti genitori del divenire», come anticipazione delle teorie di Talete.
  6. ^PindaroIstmica V la canta; da intendere come divinità della luce (cfr. Colonna p. 83).
  7. ^Dèi con un "occhio solo", i loro nomi richiamano rispettivamente il "Tonante", il "Fulminante" e lo "Splendente".
  8. ^Da notare la differenza con l'Odissea, IX 187, dove i Ciclopi risultano dei giganteschi e selvaggi pastori e in cui, uno di questi, Polifemo,è figlio di Posidone. Qui, nellaTeogonia esiodea, sono invece tre, dèì figli di Urano e Gaia, costruttori di fulmini che poi consegneranno a Zeus; in Callimaco,Inno ad Artemide, sono gli aiutanti di Efesto, costruttori delle fortificazioni delle città dell'Argolide, ma lo scoliaste (EsiodoTheog., 139) indica questi ultimi come una "terza" categoria di Ciclopi: «perché di Ciclopi ci sono tre stirpi: i Ciclopi che costruirono le mura di Micene, quelli attorno a Polifemo e gli dèi stessi.».
  9. ^Così lo scoliaste (148): «Costoro sono detti venti che prorompono dalle nubi e sono di sicuro devastatori. Per questo miticamente sono provvisti anche di cento braccia perché hanno pulsionalità guerresche. Cotto, Briareo e Gige sono i tre momenti (dell'anno): Cotto è la canicola, cioè il momento dell'estate, Briareo è la primavera in rapporto con il fiorire ('bryein') e crescere le piante; Gige è il tempo invernale.» (Trad. Cassanmagnago, p. 503).
  10. ^Cassanmagnago,op. cit., p. 929.
  11. ^Nella vagina della madre,locheòs (così leggeShawn O'Bryhim,Hesiod and the Cretan Cave in "Rheinisches Museum fuer Philologie" 140: 95-96, 1997).
  12. ^Questi nomi sono tuttavia di origine ellenistica, mentre la loro presenza è ternaria a partire da Euripide; nell'Iliade il nome è plurale (ad es. XIX, 418) che singolare (ad es. XIX, 87).
  13. ^Queste dee rappresentano lo spirito della vendetta nei confronti di chi colpisce i parenti o i membri del proprio clan. Sono anche le divinità che sorvegliano il rispetto degli impegni presi sotto giuramento e che impongono il rispetto del corso "naturale" degli eventi (in quest'ultima accezione cfr.Iliade XIX, 418 ed Eraclito fr. 94 Diels-Kranz).
  14. ^Nell'Odissea (VII, 59) sono una tribù selvaggia che perisce insieme al loro capo Eurimedonte.
  15. ^Le Ninfe dell'albero di frassino. Anche queste divinità sono strettamente connesse con la guerra essendo il frassino l'albero con cui si costruivano le lance.
  16. ^Lo scoliaste (187) sostiene che da queste Ninfe viene la prima generazione degli uomini.
  17. ^Non è chiaro se per partenogenesi, o come gli altri successivi a lui, per mezzo dell'unione con Gaia, cf. Arrighetti p. 294, Cassanmagnago p. 931 (46).
  18. ^L'aspetto meraviglioso del mare, cfr. Arrighetti p. 294.
  19. ^L'aspetto mostruoso del mare, cfr. Arrighetti p. 294.
  20. ^Anch'esso aspetto mostruoso del mare, cfr. Arrighetti p. 294.
  21. ^L'aspetto violento del mare, cfr. Arrighetti p. 294.
  22. ^Cfr. vv. 820-885.
  23. ^Esiodo,Teogonia, 822
  24. ^Esiodo,Teogonia132–153(EN) ; Caldwell, p. 5, tavola 3.
  25. ^Esiodo,Teogonia183–200(EN) ; Caldwell, p. 6 tavola 4.
  26. ^Igino,Fabulae, Prefazione
  27. ^Gaia, sutheoi.com.URL consultato il 26 dicembre 2021.
  28. ^Amaltea è invece il nome stesso della capra in Apollodoro I, 1, 6-7; CallimacoInno a Zeus 46-9; Diodoro Siculo V, 70,3.

Bibliografia

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