Nato in una famiglia protestante linguadociana, era figlio del vignaiolo Pierre Doumerguee di Françoise Pattus. Era il prozio della drammaturgaColette Audry. Fu membro dellaMassoneria[1][2][3].
Di professione avvocato, Doumergue esercitò la magistratura inIndocina eAlgeria, allora colonie francesi; nel1893 venne eletto deputato tra le file delPartito Repubblicano, Radicale e Radical-Socialista, mentre nel1910 divenne senatore. Da allora esercitò vari incarichi ministeriali: dal1902 al1905 fu ministro delle Colonie, il 14 marzo1906 ebbe il dicastero del Lavoro, che tenne fino al 27 ottobre, per poi ottenere quello dell'Industria e del Commercio, che resse fino al1908, quando divenne per un biennio (1908 -1910) ministro dell'Istruzione. Inoltre, Doumergue fu elettoPresidente del Consiglio il 9 dicembre1913, tenendo anche il dicastero degli Esteri e formando un governo di "intesa repubblicana"; dimessosi il 9 giugno1914, allo scoppio dellaprima guerra mondiale Doumergue divenne nuovamente per breve tempo (3 agosto - 26 agosto1914) ministro degli Esteri, per poi assumere il portafoglio delle Colonie, che mantenne fino al1917.
Nel 1920 succedette aÉmile Combes come presidente del gruppo parlamentare dellaSinistra Democratica, mantenendo tale ruolo fino al 1924.
Eletto poi Presidente del Senato nel1923, il parlamentare francese fu scelto, il 13 giugno1924 come Presidente della Repubblica. Durante il suo mandato si accentuarono le tensioni con laGermania a causa dell'occupazione della Ruhr in merito alle riparazioni che il Paese doveva allaFrancia, che a stento furono placate con la stesura delPatto di Locarno del dicembre1925, che ammetteva laRepubblica di Weimar nellaSocietà delle Nazioni, avviando così un breve ma intenso periodo di distensione fra i due Paesi. Sul fronte interno, la presidenza di Doumergue vide la costituzione del governo di unità nazionale diRaymond Poincaré tra tutti i partiti non di sinistra, che riuscì a superare la crisi finanziaria ed economica e continuò la politica di distensione con la Germania con il ministro degli EsteriAristide Briand.
Una volta scaduto il suo settennato, il 13 giugno1931, si ritirò a vita privata, ma venne richiamato il 9 febbraio1934 a presiedere il Consiglio dei ministri dopo lesanguinose sommosse popolari diParigi tra polizia e manifestanti che protestavano per lo "scandalo Stavisky", un caso di corruzione che aveva intaccato i membri del precedente governo. Ottenuti dalParlamento i pieni poteri, Doumergue varò un governo "di tregua, pacificazione e giustizia", con il quale tentò di raddrizzare la situazione economica e di riformare laCostituzione per rafforzare i poteri dell'esecutivo. Tuttavia, l'assassinio del ministroLouis Barthou, coinvolto nell'attentato che uccise il reAlessandro I di Jugoslavia il 9 ottobre1934, durante una visita aMarsiglia, le dimissioni del guardasigilliChéron il 14 ottobre successivo e l'opposizione netta dei radicali, lo costrinsero a rassegnare le dimissioni l'8 novembre1934.
Ritiratosi definitivamente a vita privata, Doumergue si spense nel suo paese natale, il 18 giugno1937, a 73 anni.