Centro residenziale, industriale e agricolo, Gassino Torinese è situato all'incrocio della stataleTorino-Casale Monferrato con la via di attraversamento della collina versoCinzano eAsti. Il comune si distende in forma allungata da sud a nord ed è ubicato sulla riva destra delPo, il cui corso bagna il lato nord delborgo. Sul territorio gassinese si aprono tre valli, che nel vessillo comunale sono rappresentate da trezappe d'argento. Le valli nello specifico sono:la Valle diBardassano, attraversata dalrio Castiglione, che sfiorata la localitàLa Rezza, sfocia nel Po, la Valle diBussolino, bagnata dal rio San Filippo orio di Valle Maggiore, ed infine la Val Baudana, anch'essa come le altre due, attraversata da un rio, che prende il nome dirio Valle, che prima di sfociare nel fiumePo, si unisce al rio San Filippo.
Ilsuolo, di origine marina, abbonda difossili diconchiglie di forme diverse e soprattutto dicrinoidi, animali marini a forma digiglio, scoperti nell'Ottocento dalpaleontologoConte di Rovasenda. I terreni di Gassino Torinese sono principalmente composti dacalcari,marne esabbie; famosa è la formazione geologica conosciuta con il nome di Calcàre di Gassino, utilizzata anticamente come pietra da taglio e da calce, che si estende da destra a sinistra della valle del rio Maggiore, da un lato nella valle diBardassano e dall'altro nel territorio diBussolino.
La zona pianeggiante del territorio, di originealluvionale e formata da strati diargilla eghiaia, produceva un'ottima argilla di colore rosso scuro, utilizzata per vasellame elaterizi. Già dalRinascimento erano attive diversefornaci che fabbricavano, oltre ai mattoni, anche ornamenti e decorazioni per finestre e portali. Quando il ducaEmanuele Filiberto di Savoia diede inizio alla costruzione dellaCittadella di Torino, a partire dall'anno1564 requisì per un anno tutta la produzione di mattoni fabbricata a Gassino e dintorni. Attualmente nella zona delle fornaci sorgono dei complessi residenziali.
La prima menzione del comune di Gassino, esattamenteoppidum Gassingum, è del967, nelleCronache del Monferrato delBenvenuto Sangiorgio, ma la più antica citazione del luogo si può trovare in un anticodiploma del reArduino d'Ivrea del1004. Nel1191 il toponimo è citato comeGaxen, assumendo in seguito diverse forme:Gassingum,Gazingum,Gaxanum,Gaxenum; nei libri contabili della costruzione delCastello di Torino è riportato il nomeGaxinus. Solo verso la fine del Cinquecento si trova il nome Gassino, che in seguito ad undecreto ministeriale del 25 febbraio1952 divenne Gassino Torinese.
Il ritrovamento di un'iscrizioneromana dellaGensPollia nel cortile di un palazzo di corso Italia e le vie ortogonali dell'antica città fanno supporre un'origine romana del luogo, ma per gli storici non sono informazioni sufficienti per dimostrarlo.
Anche l'affermazione che Gassino sia stata durante l'Alto Medioevo, al tempo delle invasionilongobarde,ostrogote efranche, un centro di difesa che andò acquistando sempre maggior importanza, è ipotetica, anche se attendibile. Nell'archivio arcivescovile diTorino è presente un documento che dimostra cheLandolfo,vescovo di Torino tra il1010 ed il1031, riunì nellaPieve di San Pietro in Gassino le cappelle di San Salvatore, Sant'Eufemia, San Michele, affidandole ad un unicorettore, il prete Lissono.
Il documento fa menzione di una serie di località dalle quali Gassino riscuoteva ledecime; il borgo non poteva quindi essere sorto verso l'anno1000, ma doveva già esistere da tempo, come dimostrano le quattro cappelle che difficilmente potevano essere edificate lontane da un complessofortificato. Inoltre descrive anche l'influenza religiosa e politica del vescovo Landolfo sulla zona, in contrasto con i diritti vantati daArduino d'Ivrea,re d'Italia, che nel1004, per ostacolare il potere della Chiesa, confermava adAlberico i beni posseduti dallo stesso Arduino sul luogo.
Il primo signore feudale del sito, Alberico, fu il capostipite dal quale vennero fatti discendere i feudatari che diedero il nome ai castelli, ormai scomparsi, che circondavano il borgo: Ostero sul Poggio di San Grato, La Motta, detto anche Polosenda, in regione Rocco-Aprile; Polmoncello, sul poggio della frazione Trinità, dove sono ancora presenti dei ruderi dell'omonimacappella da dove, probabilmente, si dipartiva una galleria sotterranea che conduceva alla fortezza di Gassino.
Nell'anno1164, all'epoca delle lotte traimpero e comuni,Federico Barbarossa diede il comune in feudo al marcheseGuglielmo di Monferrato, che, per assicurarsi l'appoggio di Gassino quale baluardo difensivo controChieri, fu costretto a riconoscere agli abitanti una serie di autonomie che con il tempo si erano attribuiti nella gestione dellares publica. La comunità seppe sfruttare abilmente la sua posizione di terra di confine per ottenere sempre maggiori libertà. Nel1299 ottenne daGiovanni di Monferrato l'autorizzazione a completare la muraglia di fortificazione che circondava il borgo; nel1305, apertasi la crisi per la successione di Giovanni, ultimo degliAleramici, Gassino non si oppose alla conquista diManfredo IV, marchese di Saluzzo, che rivendicava l'eredità come rappresentante di un discendente collaterale degli Aleramici.
La conquista non fu priva di conseguenze, perchéFilippo d'Acaia cinse Gassino d'assedio. La resistenza durò pochi giorni; poi, ottenute da Filippo nuove garanzie di ulteriori privilegi, il 14 maggio1306 si stipularono i Patti di Dedizione, poi confermati il 25 ottobre1307. Filippo d'Acaia nominò un castellano come reggente del borgo, confermò statuti e autonomie pregresse e si impegnò a difendere Gassino, concedendo agli abitanti di non dover combattere per un anno contro il nuovoMarchese del Monferrato.
Ma il desiderio dei marchesi monferrini di riconquistare il borgo non venne mai meno. Ad un primo assedio nel1337, ne seguì un successivo nel1397, durante un ennesimo conflitto tra Monferrato ed Acaia, ad opera del MarcheseTeodoro II. Le truppe del Monferrato devastarono e distrussero il porto sul Po, ma si illusero di poter facilmente fiaccare la resistenza dei gassinesi che resistettero abilmente agli assalti, anche grazie all'utilizzo di nuove macchine da guerra da essi costruite[4]. La guerra terminò nel1400, quando i contendenti stabilirono una tregua di tre anni, riconfermata nel1409 e resa definitiva nel1413, quando la situazione politica era ormai mutata dopo la morte di Amedeo con la successione del fratello Ludovico che, anche lui deceduto nel1418 senza eredi, approvò la riunione del principato degli Acaia al ducato dei Savoia: il 19 settembre1418 la comunità di Gassino prestò fedeltà adAmedeo VIII, duca di Savoia. Da quel momento in poi la storia del comune seguì le vicende della dinastia sabauda.
Con l'inizio del Novecento Gassino vide un costante incremento della popolazione, la costruzione, nel1880, dellatranvia per Torino (prolungata nel1883 aChivasso eBrusasco) e l'installazione del calzaturificio Sobrero, che diede lavoro a centinaia di operai e operaie di Gassino e dei paesi del circondario per oltre cinquant'anni. Attorno agli anni cinquanta, in seguito ad un poderoso flusso migratorio da diverse regioni d'Italia in conseguenza dello sviluppo industriale post bellico, il borgo gassinese fu oggetto di un sostanziale ampliamento urbano. Nel1928 vennero annessi al comune di Gassino quelli diBussolino e diBardassano. Nel1957, invece, il comune perse lafrazione diMezzi Po.
Simbolo tradizionale del Comune su un muro della Scuola Elementare
Lo stemma storico del comune di Gassino Torinese[5] è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 12 marzo 1933.[6]
«D'azzurro, a trezappe d'argento, poste 2, 1. Ornamenti esteriori da Comune.»
Secondo un'antica tradizione, le tre valli sono raffigurate nellostemma dalle trezappeargentee in campo azzurro che rappresentano anche i tre feudi di Polosenda, Polmoncello e Ostero in cui anticamente era divisa la zona.
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di azzurro.
Il nucleo originale di Gassino Torinese è costituito da una struttura adanello, delineato da unfossato, che indica la prevalente funzione difensiva del luogo. L'impianto è semplice, posto su due assiortogonali facilmente riconoscibili ed all'interno sono concentrati i monumenti più importanti della città: la chiesa della Confraternita dello Spirito Santo, una casa del XIV secolo e il pregevole palazzetto del municipio che, ancora oggi, conserva nei suoi archivi antichi statuti duecenteschi. L'asse principale dell'impianto urbanistico corrisponde alle attuali viaTubino, piazza A. Chiesa, via Dovis, con pregevoliportici asesto acuto.
La cupola della Chiesa della Confraternita dello Spirito Santo
La chiesa della Confraternita dello Spirito Santo, dalla curiosa e altissimacupola, domina il punto più alto dell'abitato e caratterizza il paesaggio del territorio circostante. Secondo una tradizione locale, la costruzione fu opera degli stessi architetti che eressero labasilica di Superga. I lavori di costruzione terminarono nel 1738. La facciata in mattoni rustici ècurvilinea,concava ai lati, convessa al centro. Gli architetti e i costruttori vollero guadagnare in altezza ciò che non poterono ottenere in pianta a causa dello scarso spazio a disposizione. Ne risultò un edificio originale con la facciata esterna addossata altamburo dell'altissima cupola. La chiesa è a piantaottagonale e sulle pareti spiccano otto finestroniovali concappellibarocchi. La strana cupola, chiamata a Gassinocucurin, è formata da otto spicchi, situati a 33 metri di altezza dalla base; dall'anello terminale della cupola si diparte il cupolino o lanterna, dalle quattro finestrelle sagomate ad arco, che si innalza a 40 metri dal suolo. Al centro dell'abside, una tela risalente al Seicento rappresenta laDiscesa dello Spirito Santo nel Cenacolo.
L'interno è decorato con elegantistucchi,lesene ecapitelli settecenteschi; nei quattropeducci triangolari della cupola gliaffreschi diFrancesco Gonin rappresentano gli Evangelisti e i loro simboli. Nelcartiglio dell'affresco rappresentanteSan Luca è presente la firma dell'autore e la data di realizzazione del dipinto,1829. La torre campanaria adiacente fu progettata e costruita a cura della comunità nel1684.Una piccola curiosità sulla torre campanaria è la sua altezza.Questa non supera l'altezza della cupola, cosa particolarmente rara, in quanto solitamente le torri campanarie svettano ben oltre le cupole, sia per la miglior visibilità e per un maggior raggio acustico del suono delle campane.
Verso nord, nella parte più bassa del paese, sorge la parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, che ha origine dalla antichissima plebania, antico nome con il quale si definiva la parrocchiale, istituita dalvescovo Landolfo nel1016. Ricostruita all'inizio del Seicento, fu ristrutturata una prima volta nel1724 e successivamente nel1761. La chiesa è a trenavate e nellacappella della navata sinistra si trova una tela raffigurante laVisitazione, attribuita alMoncalvo mentre presso l'altare maggiore spicca una tela delBeaumont rappresentante laMadonna con il Bambino e i santi Pietro e Paolo.
La biblioteca civica di Gassino Torinese ha sede all'interno del centro cultuale "Primo Levi" dal 1986. Questi decenni di attività sempre in crescita hanno fatto sì che ad oggi il suo patrimonio librario risulti ammontare a circa 13000 volumi.[7]
Il Centro culturale Primo Levi, situato nelle immediate vicinanze del centro del paese, oltre ad ospitare la sede della Biblioteca Civica, offre uno spazio di aggregazione gestito dal comune, che mette a disposizione la struttura ad associazioni culturali, sociali, sportive e di volontariato, che su richiesta possono richiederne l'utilizzo per organizzare incontri con il pubblico.
Ciliegie efragole erano un prodotto tipico della zona; in primavera si celebrava ogni anno, fino a metà anni '60, la festa delle ciliegie. La festa patronale del paese si festeggia la domenica più vicina all'8 settembre, giorno in cui ricorre la Natività della B.V. Maria; in questa occasione si preparano ipérsi pien, o pesche ripiene, specialità locale, come igrissinirubatà e itorcet ëd Gasso. In occasione dellaPasqua, a cura deipriori della Confraternita dello Spirito Santo, si svolge per le vie del borgo la tradizionale processione del Cataletto, che rappresenta simbolicamente il trasporto di Gesù al Sepolcro.
La frazione Bardassano si trova a 452 m di altezza, su di un territorio prettamente collinare. Bardassano venne unito a Gassino Torinese nel1928, ma le sue vicende storiche sono legate aChieri. Degni di nota nella frazione sono ilcastello, la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, la villa della famiglia Viora/Ranaboldo e il Castello della famiglia Bellino.
Bussolino è situata in una ridente collina immersa nel verde ed era già meta di villeggiatura nel Settecento, come dimostrano le cosiddettevigne, come erano chiamate le residenze estive della collina.
La frazione ha fatto parte del comune diGassino fino al1957, anno in cui l'alloraPresidente della RepubblicaGiovanni Gronchi concesse aSettimo Torinese il titolo di città, assegnandole in aggiunta al suo territorio anche la frazione di Mezzi Po, dando così riscontro alla pressante richiesta dei mezzesi, che da tempo lamentavano la scomodità per la mancanza di collegamenti diretti con il comune di Gassino Torinese, perché solo di recente è stato realizzato un nuovo ponte che prende il nome di Ponte Gassino, lungo più di 1 km (1112 metri per l'esattezza), inaugurato il 20 febbraio 2010, quest'opera consente un collegamento diretto e veloce non solo tra le due frazioni, ma anche con i comuni diBrandizzo eVolpiano, con la possibilità di accedere comodamente all'Autostrada A4.
Nel comune di Gassino Torinese, oltre alle due frazioni maggiori, sono conosciute anche le località Variglia, che dista circa1,4 km dal centro, Collina Serra, a4,7 km, La Rezza di Bardassano, a4 km, Case Sparse, a1,2 km, Pedaggio, a3,5 km, Ternenga, a1,9 km, Ranch, a2 km ed infine la località Borgo Nuovo, sorta negli ultimi anni e situata a1,7 km.
Amore Giuseppe,Storia dalle origini ad oggi dei comuni di Gassino Torinese, Bardassano, Bussolino Gassinese, Castiglione Torinese, Cinzano, Rivalba, San Raffaele Cimena, Sciolze, Gassino Torinese, Giuseppe Amore, 1977.
Bosco Carlo,Anche a Gassino sventolava il Tricolore (1848-1918). Cronaca e storia in Gassino e dintorni negli anni del Risorgimento Italiano, Torino, Scaravaglio, 2012.
Nova Ecclesia Sancti Petri et Pauli (1756-1759). Un'idea per la ricostruzione della Chiesa Parrocchiale di Gassino ritrovate tra le carte dell'Archivio Storico Comunale, a cura di Carlo Bosco, Gassino Torinese, Comitato per la promozione e la divulgazione di cultura e tradizioni di Gassino e del suo territorio, (2013).
Donne e Uomini della resistenza : Libero Tubino. A.N.P.I. (2010).