Ganimede (ingreco antico:Γανυμήδης?,Ganymḕdēs) è un personaggio dellamitologia greca. Fu un principe deiTroiani.Omero lo descrive come il più bello di tutti i mortali del suo tempo.
«La vicenda mitologica di Ganimede servì da emblema significante per la natura dell'amore tra uomini, un amore filosoficamente più elevato rispetto a quello rivolto alle donne: la vicenda dell'aquila divina si assicurò così un posto d'onore tra i riferimenti artistici al desiderioomoerotico.[1]»
In una versione del mito viene rapito daZeus in forma diaquila divina per poter servire come coppiere sull'Olimpo: la storia che lo riguarda è stata un modello per il costume sociale dellapederastia greca, visto il rapporto, di natura anche erotica, istituzionalmente accettato tra un uomo adulto e un ragazzo. La forma latina del nome era Catamitus, da cui deriva il terminecatamite,[2] indicante un ragazzo che in una relazione, o durante un semplice rapporto, assume unruolo passivo-ricettivo.
Bassorilievo di epoca romana raffigurante l'aquila, Ganimede che indossa il suoberretto frigio e una terza figura, forse il padre in lutto
Il tema mitico fondante di Ganimede è costituito dalla suabellezza, di cui si invaghirono sia il re diCretaMinosse siaTantalo edEos, come infine il re degli deiZeus, così come si racconta nelle varie versioni della stessa leggenda.
Nell'Iliade diOmero,Diomede racconta che il Signore degli dei, affascinato dalla sublime beltà rappresentata dal ragazzo, lo volle rapire nei pressi diTroia inFrigia, offrendo in cambio al padre una coppia dicavalli divini e un tralcio divite d'oro:[12] il padre si consolò pensando che suo figlio era ormai divenuto immortale e sarebbe stato d'ora in avanti il coppiere degli dei, una posizione che era considerata di gran distinzione.
Zeus per sottrarre Ganimede alla vita terrena si sarebbe camuffato da enormeaquila; sotto tale aspetto si avventò sul giovanetto mentre questi stava pascolando il suo gregge sulle pendici delmonte Ida, nelle vicinanze della città iliaca, se lo portò quindi sull'Olimpo dove ne fece il suo amato. Per questo motivo nelle opere d'arte antiche Ganimede è spesso raffigurato accanto a un'aquila, abbracciato a essa, o in volo su di essa, e, in varie opere d'arte, è quindi raffigurato con la coppa in mano.
Walter Burkert ha trovato un precedente riguardante il mito di Ganimede in un sigillo inlingua accadica raffigurante l'eroe-reEtana di Kish volare verso il cielo a cavalcioni proprio di un'aquila.[13] Da alcuni viene anche associato con la genesi della sacra bevanda inebriante dell'idromele, la cui origine tradizionale è proprio la terra diFrigia.[14]
Tutti gli dei erano riempiti di gioia nel vedere il bel giovane in mezzo a loro, con l'eccezione diEra; la consorte di Zeus considerava difatti Ganimede come un rivale più che mai pericoloso nell'affetto del marito. Il padre degli dei ha successivamente messo Ganimede nel cielo comecostellazione dell'Acquario la quale è strettamente associata con quella dell'Aquila e da cui deriva ilsegno zodiacale dell'Acquario.
Busto di Ganimede, opera romana d'epoca imperiale (sec. II d.C.) (Parigi,Museo del Louvre)
La coppia Zeus-Ganimede costituisce il modello mitico del rapportoomoerotico tra maschio adulto e giovinetto, relazione colorantesi spesso di un significato iniziatico (vedi lapederastia cretese) in quanto finalizzata - anche attraverso il legame sessuale - all'inserimento del giovane nella comunità dei maschi adulti. Questi amori "paidici" di un adulto amante-erastès che rapiva simbolicamente un giovinetto passivo-eromenos potevano venir praticati attraverso schemi rituali imitanti i veri e propri rapporti matrimoniali e dove, in un luogo appartato, avveniva la sua iniziazione sessuale.[15]
Zeus e Ganimede, rappresentando la perfetta coppia di amanti maschili, sono stati come tali cantati dai poeti. Il cosiddetto "tema di Ganimede" era adottato durante ilsimposio a modello dell'amore efebico: se anche il Signore degli dei fu incapace di resistere alle grazie di un fanciullo, come avrebbe potuto farlo un mortale e poter rimanerne immune? Certamente nella mitologia greca si riscontra la grande voglia di Zeus nel sedurre le Dee, ninfe, ecc.; per questo a volte si considera il padre degli dei strettamente d'accordo all'eterosessualità.[16]
Platone rappresenta l'aspettopederastico del mito attribuendo la sua origine aCreta e ponendo, quindi, il rapimento sull'omonimo monte Ida dell'isola: la sua è una critica dell'usanza dellapederastia cretese che aveva oramai perduto quasi completamente la sua funzione originaria, accusando quindi i Cretesi di essersi inventati il mito di Zeus e Ganimede per giustificare i loro comportamenti[17].
Nel dialogo platonico poiSocrate nega che il bel giovane possa mai esser stato l'amante carnale del padre degli dei, proponendone, invece, un'interpretazione del tutto spirituale: Zeus avrebbe amato l'anima e la mente opsiche del ragazzo, non certo il suo corpo[18][19].
Virgilio ritrae conpathos la scena del rapimento: il ragazzo che lo accompagna tenta invano di trattenerlo con i piedi sulla terra, mentre i suoi cani abbaiano inutilmente contro il cielo[22]. I cani fedeli che continuano a chiamarlo con latrati disperati anche dopo che il loro padrone è sparito nell'alto dei cieli è un motivo frequente nelle rappresentazioni visive e vi fa riferimento ancheStazio[23].
Ma egli non è sempre raffigurato come acquiescente: neLe Argonautiche diApollonio Rodio ad esempio Ganimede risulta essere furibondo controEros per averlo truffato nelgioco d'azzardo con gliastragali,Afrodite si trova così costretta a rimproverare il figlio di barare come un principiante.
Nell'operaCome vi pare diWilliam Shakespeare il personaggio di Rosalind si traveste da uomo quando deve andare nella foresta di Arden, scegliendo il nome di Ganimede: ciò ha portato ad approfondire lo studio del rapporto che si era creato tra Rosalind e sua cugina Celia, il quale andava ben oltre la semplice amicizia, avendo dei tratti molto simili all'amore, in questo caso omosessuale.
Statuina di Zeus-Aquila e Ganimede di epoca paleocristiana
Nellascultura una delle immagini più famose di Ganimede è il gruppo scultoreo diLeocare del IV secolo a.C. (lo stesso a cui viene attribuito anche l'Apollo del Belvedere) e tanto ammirato daPlinio il Vecchio: «Leocare [ha realizzato] un'aquila che trattiene con forza Ganimede; innalza il fanciullo piantandogli gli artigli nella sua veste.» Questo particolare del rapimento tramite l'aquila è stato spesso elogiato anche in seguito.Stratone di Sardi lo evoca in uno dei suoiepigrammi, così come fa ancheMarco Valerio Marziale.
La leggenda di Ganimede ha ispirato anche un gruppo interracotta, probabilmente originario diCorinto e oggi conservato nelMuseo Archeologico di Olimpia: questo è uno dei pochi esempi di grande scultura in terracotta, e una rappresentazione scultorea molto rara della coppia in cui Zeus si mantiene in forma umana.
Nellaceramica il tema di Ganimede si ripete spesso, di solito raffigurato neicrateri, quei particolari grandi vasi entro cui venivano mescolati acqua e vino durante i banchetti (osimposi) che si svolgevano solo tra uomini, in cui gli ospiti gareggiavano in immaginazione poetica e filosofica per celebrare i meriti dei loro rispettivieromenos. Tra i più famosi è incluso ilcratere a figure rosse che ritrae da un lato Zeus in pieno esercizio, dall'altro Ganimede mentre sta giocando con un grande cerchio, il simbolo della sua giovinezza: il ragazzo è completamente nudo, così come vuole la tradizione antica sportiva di origine in parte pederastica (vedinudità atletica).
Quando il pittore-architettoBaldassarre Peruzzi include unpannello riguardante il rapimento di Ganimede in uno dei soffitti diVilla Farnesina aRoma (1509-1514 circa), i lunghi capelli biondi del ragazzo e l'aspettoeffeminato contribuiscono a farlo rendere identificabile a prima vista: si lascia difatti catturare verso l'alto senza opporre la minima resistenza.
NelRatto di Ganimede di Antonio Allegri dettoIl Correggio la sua figura e l'intera scena è più contestualizzata intimamente. La versione delRatto di Ganimede diPeter Paul Rubens ritrae invece un giovane uomo. Ma quandoRembrandt dipinse il suoRatto di Ganimede per un mecenate calvinista olandese nel 1635, ecco che un'aquila scura porta in alto un bambino paffuto in stileputto, che strilla e si fa la pipì addosso per lo spavento.
Gli esempi di Ganimede nel XVIII secolo in Francia sono stati studiati da Michael Preston Worley[25]. L'immagine raffigurata era invariabilmente quella di un adolescente ingenuo accompagnato da un'aquila, mentre gli aspetti più omoerotici della leggenda sono stati raramente affrontati: in realtà, la storia è stata spesso "eterosessualizzata". Inoltre, l'interpretazione delmito data dalNeoplatonismo, così comune nelRinascimento italiano, in cui l'amore per Ganimede ha rappresentato la salita alla condizione di perfezione spirituale, sembrava non essere di alcun interesse per i filosofi e i mitografi dell'Illuminismo.
La scultura che ritrae Ganimede e l'aquila diJosé Álvarez Cubero, eseguita a Parigi nel 1804, ha portato all'immediato riconoscimento dell'artista spagnolo come uno degli scultori più importanti del suo tempo[26].
L'artista daneseBertel Thorvaldsen, di gran lunga il più notevole degli scultori danesi, ha scolpito nel 1817 una scultura dedicata alla scena diGanimede e l'aquila.
Particolare di una scultura della seconda metà del II secolo d.C., da un modello tardo ellenistico a sua volta derivato dall'ambito figurativo greco del IV secolo a.C. Conservato alMuseo archeologico nazionale di Napoli.
Nel linguaggio corrente il nome di Ganimede è passato a indicare un bellimbusto, un damerino o anche un giovane amanteomosessuale.
Pittore di Berlino, Ganimede gioca con il cerchio, tenendo in mano un gallo, dono di corteggiamento di Zeus. Cratere attico a figure rosse, ca. 500-490 a.C. (Parigi, museo del Louvre).
Cherubino Alberti, copia rovesciata da originale diPolidoro da Caravaggio,Giove bacia Ganimede (sec. XVII). La borsa di denaro in mano al giovane allude alla prostituzione, in spregio al mito pagano.
Anna Maria Carassiti,Dizionario di mitologia greca e romana, Roma, Newton & Compton, 1996,ISBN88-8183-262-3.
Angela Cerinotti,Miti greci e di Roma antica, Firenze-Milano, Giunti, 2005,ISBN88-09-04194-1.
Anna Ferrari,Dizionario di mitologia, Torino, UTET, 2006,ISBN88-02-07481-X.
(EN) Eva C. Keuls,The Reign of the Phallus. Sexual Politics in Ancient Athens, Berkeley, University of California Press, 1985, pp. 285-287,ISBN0-520-07929-9.
(FR)Bernard Sergent,Homosexualité et initiation chez les peuples indo-européens, coll. « Histoire », Parigi, Payot, 1996,ISBN2-228-89052-9.
(FR) Véronique Gély (a cura di),Ganymède ou l'échanson. Rapt, ravissement et ivresse poétique, Presses Universitaires de Paris 10, 2008,ISBN2-84016-010-2.