Il paese è situato prevalentemente sulla parte sinistra orografica del fiumeSerio che lo attraversa, a 675 m s.l.m. in altaVal Seriana, circa a 44 chilometri anord diBergamo, ed è composto dal capoluogo sul fondovalle, che prosegue nella parte anord lungo lastrada provinciale con lefrazioniGromo San Marino, anticamente chiamataGromo san Martino[6], con lecontrade Bondo, Pietra eGrabiasca, sulla sua parte aest con la frazione Tezzi e sulla parteovest con lalocalità Foppi.
Dal paese è possibile collegarsi ai diversi sentieri alpini, ilSentiero dell'Alto Serio passa sui due versanti della valle: laterza tappa porta da San Giovanni diGorno (punto di partenza) aGrabiasca passando per la Ripa sulla parte occidentale; laquarta tappa parte invece da Aprico (Fino del Monte) per arrivare ancora aGrabiasca, ma passando per i Tezzi Alti sulla parte orientale del paese[7].
Gandellino, baita del Flesso ("Flesc") in Val Sedornia
Lapista ciclabile attraversa tutto il territorio di Gandellino, per lunghi tratti anche nel centro abitato[8]. Sul territorio c'è un impianto sportivo comunale completo di campi di pallavolo calcetto e tennis, mentre nella frazione Gromo S. Marino si trova il campo comunale di calcio e di pallavolo.
Gandellino, "Spiaz de la Martisola" in Val Sedornia
Il mistero di un luogo, le cui tracce sono sempre di difficile interpretazione. Partendo dalla frazioneTezzi si percorre un sentiero, antico che sale una valle nel bosco, laval Sedornia, nome che è una trasformazione del nome romano "Saturnia",Saturnus quindi un elemento religioso, il dioSaturno, dio della natura, della potenza e abbondanza. Lavalle che percorre un bosco, si apre poi in pascoli, ma è stranamente deserta.
Giunti in località dettaSpias de Martisola, compare una radura con un masso a forma di parallelepipedo[9] ora completamente ricoperto di muschio, le cui incisioni e coppelle lo rendono sicuramente riconducibile all'opera dell'uomo, e di un uomopreistorico. Lungo un lato delMasso erratico son ritagliati una serie di gradini, che conducono alla sua sommità. Unmasso-altare per sacrifici, e questo secondo gli studi che sono stati fatti qui e in altre zone delle Alpi e Prealpi si ritiene che il masso altare sia stato utilizzato fra il terzo e il primo millennioprima di Cristo. Sulla superficie son ben visibili dei solchi chiamaticoppelle. mentre la faccia rivolta aNord mostra una serie di incisioni circolari, e di linee oblique, forse indicanti costellazioni.
Un masso-altare usato daidruidi[10], sacerdoti deiCelti[11] per riti sacrificali, le coppelle sembra che potessero raccogliere il sangue di vittime, animali o addirittura umane, altri parlano di riti religiosi legati all'acqua che feconda la terra, anche questa possibilità attendibile essendo presente il torrenteSedornia.
Gandellino è situato in una vallata e possiede uno stretto fondovalle.Il suo clima è continentale, con inverni freddi e moderatamente secchi ed estati relativamente calde e umide. In condizioni di cielo sereno, in inverno si ha la tipica inversione con minime tra -4 e -6; in estate invece da minime di 16-17° si può arrivare a massime intorno ai 25-26°. Spesso l'inverno dà luogo a precipitazioni nevose anche di forte intensità.
Salendo laval Sedornia, uno strano masso sembra testimoniare la presenza dell'uomo sul territorio almeno due millennia.C., in località dettaSpiaz de Martisola.
Unparallelepipedo con incisi segni circolari che si susseguono su linee parallele, e coppelle, che non sono sicuramente di origine naturale. Unmasso-altare usato per culto e sacrifici dei sacerdoti precristiani, idruidiceltici, come nelle vicinavalle Camonica.
Il primo documento che riporta il nomeOltre il dragone,riconducibile al bergamascodargùn, "torrente rovinoso", odrag, "frana", questo è infatti l'antico nome della località[12], risale al774, documento in cuiCarlo Magnore deiFranchi, dona tutta l'Altaval Seriana almonastero di San Martino di Tours inFrancia, a testimonianza di questo, Gandellino mantienesan Martino quale santo patrono.
Gandellino, Cappella di San Carlo in val Sedornia
Nel1267 ottiene l'autonomia dalvicariato diBergamo, che nel 1026 era subentrato al monastero di San Martino di Tours, partecipando conGromo eValgoglio all'espugnazione del paese diCovo con mezzi propri, sia economici che di uomini in qualità di soldati e di forza lavoro.[13] Il castello di Covo occupato daBuoso da Dovara amico dei Pallavicini, fu posto sotto assedio il 4 giugno 1266 daiTorriani, i gandellinesi con gli altri guastatori riuscirono a distruggere un'ala del castello permettendo ai soldati di entrare a liberarlo[14]. Il documento, detto "Instrumento del privilegio", è ora conservato e consultabile presso ilmuseo sito nelpalazzo Milesi di Gromo. Con l'autonomia i ricavati dell'estrazione e lavorazione di minerali, diventano l'economia del paese. Risale al1396[15] invece il documento, un atto notarile di vendita, dove compare, per la prima volta, il nome di Gandellino, anche questo con ogni probabilità dalla voce bergamascagand, che significa "frana".
NelXV secolo risulta che vi fosse una fucina per l'estrazione del vetriolo di proprietà della famigliaDella Torre che aveva un negozio dispisier (farmacista) inPiazza Vecchia diBergamo[16], risulta presente sul territorio la localitàfucina, quella detta dellaTor e lasorgente dell'acqua del vetriol.
Nel1428, passando sotto ildominio veneto, il mercato e il lavoro delle armi, subiscono un notevole incrementato, come per tutti i paesi della valle, ma una terribile frana nelXV secolo, distrugge le fucine che erano presenti lungo il torrenteSedornia per la lavorazione dei metalli, e la successiva frana del1834 ne cancella ogni traccia, rimangono consultabili solo gli atti notarili a testimonianza storica[17].
L'economia contadina, molto povera, data la posizione montana porta nei primi del '900 a una migrazione corposa, inFrancia e inSvizzera.Nel1968 cedette la frazioneRipa e la localitàBettuno al comune diGromo[18].
Sul territorio si sono susseguite frane anche nel 2000[19] che richiedono da anni interventi di prevenzione con canali di scolo acque e muri di contenimento[20][21] con lavori che hanno richiesto studi approfonditi del territorio.[22]
Tezzi Alti Gandellino
Le sempre difficili situazioni economiche porteranno a una unione amministrativa di Gandellino con i paesi confinanti e il 17 luglio 2014, con seduta straordinaria ilconsiglio comunale approva loStatuto Costitutivo dell'Unione di Comuni[23] dell'Alto Serio conGromo,Valgoglio eValbondione.
Lo stemma di Gandellino è stato approvato con delibera del Consiglio comunale il 16 aprile 1983 e concesso con decreto del presidente della Repubblica del 2 marzo 1984.[24]
«D'azzurro ai cinqueabeti d'argento, terrazzati di verde, e accompagnati in capo da due picconi d'oro, manicati d'argento, decussati, e in punta dall'incudine attraversante, sostenente ilmaglio posto in fascia, entrambi di nero. Ornamenti esteriori da Comune.[25]»
Gli abeti rappresentano i boschi che occupano la maggior parte del territorio comunale. I picconi e il maglio che batte sull'incudine ricordano la presenza delle miniere, la storica attività estrattiva e la lavorazione dei metalli.
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di azzurro.
Gandellino, Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Nascente di Gromo San MarinoPietro Bussolo (?) Cristo Risorto Legno dipinto e dorato 1510 circa Chiesa di Santa Maria Nascente, Gromo San Marino
Lachiesa, dedicata allaNatività di Maria,è risalente al1350, situata sopra un dosso, è ben visibile dalla valle. Anticamente era annessa ad unconvento di monache ora soppresso. Un porticato sui lati nord e ovest la contorna. Sul lato verso valle, presenta sette aperture ad arco a tutto sesto in pietra arenaria, complete di colonne in stile toscano che poggiano su di un alto parapetto in muratura coperto da piana in pietra come basamento. L'interno è caratterizzato da una pianta a tre navate, di cui quella centrale più alta rispetto alle due laterali. Le volte di sostegno poggiano su grosse colonne di pietra diverse tra loro per dimensione, ciò rende le arcate a loro volta diverse, creando un'asimmetria architettonica nella chiesa. Tra le opere artistiche degne di nota vi sono da citare antichi affreschi, molto probabilmente riconducibili proprio alla chiesa primitiva poi ampliata, presumibile opera diGiacomo Borlone de Buschis detto il Borlone, che già aveva lavorato nella valle affrescando laDanza Macabra[26], mentre altri di epoca quattrocentesca rappresentanoIl credo degli apostoli. Sia la navata centrale che il presbiterio sono decorati con medaglie e cornici in stucco di epoca barocca che raffigurano scene della vita diMaria mentre l'ancona lignea posta dietro l'altare è caratterizzata dalla scultura delCristo Risorto, opera d'ambito diPietro Bussolo del 1515 circa, forse eseguito dal suo allievo più attivoDonato Prestinari.
L'edificio è stato restaurato tre volte: la prima nel1877 e in seguito nel1936 e infine nel1987[27]. Nel cimitero accanto è stato tumulato il missionarioAlessandro Dordi, proclamato beato il 3 febbraio 2015 dapapa Francesco.
Chiesa vecchia-Domenico Carpinoni raffigurante i santi Rocco e Sebastiano
Lachiesa, delXX secolo, fu iniziata nel1920 e terminata con la costruzione dellatorre campanaria nel1984, si presenta all'esterno completamente rivestita inporfido quarzifero, con ai lati dueambulacri aperti verso l'esterno conarchi a tutto sesto, a cui si accede per mezzo di due scalinate. L'architettura dell'edificio da la sensazione di trovarsi davanti a un edificio a trenavate. L'interno è a pianta rettangolare a unica navata ripartita in sei campate uguali. Le pareti laterali sono interessate da un'alta zoccolatura in pietra, mentre la parte superiore s'imposta un matroneo con sei ordini ditrifore per lato. Sopra, oltre il cornicione, si aprono dodici finestre circolari, due per campata, una per lato, che illuminano naturalmente l'interno della chiesa. Oltre la sesta campata inizia ilpresbiterio, una larga scalinata di sei gradini, nel cui mezzo spicca dominante il tiburio dell'altare centrale conciborio proveniente dalla cappella dell'exseminario diClusone. La facciata opposta, sopra la porta d'ingresso, è interessata da unacantoria in muratura sorretta da quattro colonne con base e capitello. Alla base della torre campanaria posta nella parte occidentale della chiesa, vi è l'ingresso che porta all'interno della cripta. La cripta, usata per le funzioni nelle stagioni invernali, è a pianta rettangolare con un'unica navata e con copertura a volta a botte ed ha dimensione analoga alla chiesa soprastante. Ha un deambulatorio absidale e altare con colonne ed arcate in marmo rosso. Sulla parete rivolta a nord colpiscono gli intensi colori nella rappresentazione, di autore anonimo, raffigurante l'inferno, il purgatorio e il paradiso. Nella cripta è conservata la statua dellaMadonna del Carmine opera diGiovanni Giuseppe Piccini.
Chiesa superiore di San Martino in Gandellino
Nella chiesa sono conservate opere diDomenico Carpinoni raffigurantiSan Cristoforo, san Sebastiano e san Rocco unSan Carlo e san Filippo Neri e unaMadonna con il Rosario con i santi Domenico e Caterina[28].
Altre chiese da visitare sono quelle di San Giorgio a Bondo, dedicata allaNostra Signora di Lourdes, di San Giovanni Battista in località Tezzi e di Santa Lucia in contrada Foppi. L'abitato di Tezzi offre anche alcuni esempi di architettura tipica della montagna bergamasca: un tempo contrada popolosa, ancora percorsa da viottoli e angusti acciottolati, ha ben conservato le case rurali con finestrelle e inferriate, ballatoi in legno e tetti con tipiche lastre di ardesia.
Pregevole esempio di archeologia industriale è invece la centrale idroelettrica Enel, risalente al1920, di aspetto neogotico.
Malgrado il paese abbia come santo patronosan Martino, è la festa dellaMadonna del Carmelo che cade il 16 luglio, quella maggiormente solennizzata. I numerosi emigranti, che dai primi delNovecento si sono allontanati dal paese alla ricerca di lavoro tornando solo durante le vacanze estive, hanno portato a posticipare i festeggiamenti al 15 agosto, giorno dellaAssunta.
Le vie e gli angoli del paese, che diventano il percorso dellaprecessione, vengono addobbati di fiori e di simboli mariani, ma l'attrazione della festa è l'incanto'del "port" de la Madona.
Pochi minuti prima della processione, infatti, sulsagrato dellachiesa, si radunano i paesani e seguono l'incanto all'asta per ilporto della statua durante la processione.
Dopo il susseguirsi di suggestivi lanci e rilanci di offerte, ilbanditore proclama chi si è aggiudicato ilporto della statua lungo le vie del paese, tra imaridàcc e i zùegn, tra gli sposati e i giovani. Lo scoppio dibotti segna l'inizio della processione.