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Gallieno

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Disambiguazione – Se stai cercando ilnome proprio di persona maschile, vediGalliano (nome).
Gallieno
Imperatore romano
Busto di Gallieno,Museo Nazionale Romano
Nome originalePublius Licinius Egnatius Gallienus
Regno253-
260(conValeriano)
260-
268 (da solo)
Tribunicia potestas15 anni: dal253 e rinnovata annualmente al 10 dicembre di ogni anno (pari a sedici volte[1])
Cognomina ex virtuteDacicus Maximus (256/257)[2]
Germanicus Maximus V (254,255,257 e258)[3][4]
Parthicus maximus (260-263?)[4][5]
Persicus maximus[6]
TitoliPater Patriae (255 ?)[7]
Salutatio imperatoria12 volte: la prima quando fu fattoAugusto dal padre nel253, l'ultima sembra nel264/265.[8]
Nascita218[9]
Mortesettembre268
Milano
PredecessoreValeriano
SuccessoreClaudio il Gotico
ConsorteCornelia Salonina[10]
FigliCornelio Valeriano[11]
Cornelio Salonino[12]
Egnazio Mariniano
GensLicinia
DinastiaValeriana
PadreValeriano
MadreEgnazia Mariniana
Consolato7 volte:254 (I),255 (II),257 (III),261 (IV),262 (V),264 (VI)[8] e266 (VII)

Publio Licinio Egnazio Gallieno (in latinoPublius Licinius Egnatius Gallienus;Etruria,218Milano,settembre268) è stato unimperatoreromano, dal253 al268, famoso per la sua riforma dell'esercito, nonché valente condottiero.

Salì al potere insieme al padreValeriano nel 253 e quando questi fu catturato daiSasanidi (nel260, dopo sette anni di regno[9]) rimase l'unico imperatore per altri otto anni[9], fino alla morte quando era cinquantenne.[9] Durante il suo regno ci furono due secessioni di territori dell'impero (l'Impero delle Gallie a occidente e ilRegno di Palmira a oriente) e molti aspiranti imperatori.

Gallieno fu un imperatore colto e sotto il suo regno le arti e la cultura vissero un breve periodo di fioritura. A Gallieno si devono due provvedimenti che modificarono l'organizzazione dell'esercito e che contribuirono a superare la crisi militare. Tolse il comando delle legioni aisenatori e l'affidò a generali diestrazione equestre. Organizzò un tipo didifesa più flessibile "in profondità": anziché distribuire le truppe su tutto il confine, le concentrò nelle retrovie, nei punti strategicamente più importanti e costituì reparti mobili basati sull'uso prevalente dellacavalleria.

Rappresentò il punto di svolta neltragico periodo di crisi che colpì l'Impero romano, dopo la fine delladinastia dei Severi. Non è un caso che proprio Gallieno sia stato il primo a regnare per quindici anni (sette con il padre e otto da solo), cosa assai rara se si considera il primo periodo dell'anarchia militare (dal235 al253). Era, infatti, dai tempi diSettimio Severo (193-211) che un Imperatore non regnava tanto a lungo. Pose, inoltre, le basi per un periodo di ripresa e riconquista, come quello degliImperatori illirici (268-285), oltre che di restaurazione, comequello tetrarchico diDiocleziano (284-305).

Biografia

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Lo stesso argomento in dettaglio:Dinastia valeriana.

Origini familiari

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Gallieno nacque intorno all'anno218[9] daValeriano, un membro dellaclasse senatoria dellagens Licinia, edEgnazia Mariniana (possibile figlia diEgnazio Vittore Mariniano), ed ebbe un fratello,Publio Licinio Valeriano. Prima del242 sposòCornelia Salonina,[10] da cui ebbe almeno tre figli (Cornelio Valeriano,[11] morto nel258;Cornelio Salonino[12] che morì nel260 dopo essere divenutocesare; eEgnazio Mariniano, ucciso invece dopo la morte di Gallieno stesso nel 268[13]). La monetazione del periodo lo mette in relazione aFalerii inEtruria, che potrebbe essere stato quindi il suo luogo di nascita o della famiglia materna, lagens Egnatia.[14]. Sono state trovate a Falerii novi alcune lastre di marmo riutilizzate in un edificio termale, che rivestivano in origine la base di una coppia di statue perdute di Gallieno e della moglie Salonina. Gallieno vi è esaltato come governatore del mondo e signore delle terre, invitto Augusto, pontefice massimo, trionfatore sui Germani e Parti, padre della patria, proconsole, “rifondatore della colonia dei Falisci” (redintegrator coloniae Faliscorum). È probabile che Gallieno stesso o la madre Egnatia Mariniana siano nati a Falerii. Le lastre sono attualmente conservate nei Musei Vaticani.

Ascesa al trono (253)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Anarchia militare.

Tra le fonti della vita di Gallieno, una delle più importanti è l'Historia Augusta, la quale descrive le gesta di Gallieno dal punto di vista delSenato romano, e quindi mostrando ostilità verso questo imperatore. Nel corso del253 una nuova ondata diGoti,Borani,Carpi edEruli portò distruzione fino aPessinunte edEfeso via mare, e poi via terra fino ai territori dellaCappadocia.[15][16] E mentreEmiliano, allora governatore dellaMesia inferiore, era costretto a ripulire i territori romani a sud del Danubio dalle orde deibarbari, scontrandosi vittoriosamente ancora una volta con il capo dei Goti,Cniva, (primavera del 253) e ottenendo grazie a questi successi il titolo di imperatore, ne approfittarono le armate deiSasanidi diSapore I, che provocarono un contemporaneosfondamento del fronte orientale, penetrando inMesopotamia eSiria fino ad occupare la stessaAntiochia.[17][18]

È in queste circostanze che fu elevato alla porpora Valeriano (22 ottobre del253). IlSenato romano ratificò la nomina ad Imperatore delle truppe diRezia, elevando contestualmente il figlio Gallieno al ruolo diCesare.[19] Quando in seguito Valeriano giunse aRoma, decise di innalzare il figlio al rango di co-augusto, mentre il nipote Cornelio Valeriano[20][21] o l'altro suo figlio,Valeriano il giovane,[22] a quello diCesare. Nell'Impero romano all'epoca dellacrisi del III secolo, la pratica di associare un figlio al trono era abituale, come nel caso diMassimino Trace eMassimo,[23]Filippo l'Arabo eSevero Filippo,[24]Decio edErennio Etrusco,[25]Treboniano Gallo eVolusiano (tutti figli però troppo giovani per essere elevati al rango di augusti).[26] Nel caso di Valeriano e Gallieno, oltre a vantaggi dinastici, l'associazione del figlio adulto al trono del padre,[20] permise di avere due imperatori perfettamente capaci di governare, dando così all'agire imperiale doppio vigore. Si trattava di qualcosa di più simile a quanto era accaduto alla metà delII secolo, quando, mortoAntonino Pio,Marco Aurelio associò al trono il fratello adottivoLucio Vero.[27] E così padre e figlio si spartirono l'amministrazione dell'Impero e partirono appena possibile per le rispettive destinazioni, Gallieno, dopo essere stato nominatoconsole ordinario per il254, in Occidente lungo illimes renano,[28] Valeriano in Oriente.[29]

Regno (253-268)

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Augusto in Occidente (253-260)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Dinastia valeriana.
Busto in marmo raffigurante un giovane Gallieno.

Le continue scorrerie da parte dei barbari nei vent'anni successivi alla fine delladinastia dei Severi avevano messo in ginocchio l'economia ed il commercio dell'Impero romano. Numerose fattorie e raccolti erano stati distrutti, se non dai barbari, da bande di briganti e dalle armate romane alla ricerca di sostentamento, durante le campagne militari combattute sia contro i nemici esterni, sia contro quelli interni (usurpatori alla porpora imperiale). La scarsità di cibo generava, inoltre, una domanda superiore all'offerta di derrate alimentari, con evidenti conseguenzeinflazionistiche sui beni di prima necessità. A tutto ciò si aggiungeva un costante reclutamento forzato di militari, a danno della manovalanza impiegata nelle campagne agricole, con conseguente abbandono di numerose fattorie e vaste aree di campi da coltivare. Questa impellente richiesta di soldati, a sua volta, aveva generato un'implicita corsa al rialzo del prezzo per ottenere la porpora imperiale. Ogni nuovo imperatore o usurpatore era costretto, pertanto, ad offrire al proprioesercito crescenti donativi e paghe sempre più remunerative, con grave danno per l'erario imperiale, spesso costretto a coprire queste spese straordinarie con la confisca di enormi patrimoni di cittadini privati, vittime in questi anni diproscrizioni "di parte" oppure con una massicciasvalutazione monetaria e con conseguente riduzione della quantità di metallo prezioso intrinseco.[30] Queste difficoltà costrinsero il nuovo imperatore,Valeriano, a spartire con il figlio Gallieno l'amministrazione dello Stato romano, affidando a quest'ultimo la parte occidentale e riservando per sé quella orientale, come in passato era già avvenuto conMarco Aurelio eLucio Vero (161-169).[31][32]

Ricoprì la carica di console ancora nel255 e257, visitandoRoma in queste circostanze formali, sebbene non vi siano indicazioni reali in tal senso.[33] Egli infatti trascorse la maggior parte del suo tempo a difendere i confini imperiali dallecontinue e devastanti invasioni del periodo. Fu forse in questo periodo che proclamòCesare il figlio Cornelio Valeriano, lasciandolo a guardia dellimes danubiano[34] (256 circa[35]) mentre si recava in Occidente a difendere iconfini renani.[36]

Politica estera: difesa dei confini occidentali
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Lo stesso argomento in dettaglio:Invasioni barbariche del III secolo.
Valeriano:Antoniniano[37]
IMPP LIC VALERIANOAVG, testa concorona radiata, indossa corazza;VICTORIAGERMANICA, laVittoria in piedi verso sinistra, con uno scudo e una palma.
21 mm, 3.90 g, coniato nel253

Al principio del254, o sul finire delprecedente, una nuova incursione diGoti devastò la regione diTessalonica: iGermani non riuscirono ad espugnare la città, che però, solo a stento e con molta fatica, fu liberata dalle armate romane del nuovo imperatore Valeriano. Il panico fu così grande che gli abitanti dell'Acaia decisero di ricostruire le antiche mura diAtene e di molte altre città delPeloponneso.[18][38] ContemporaneamenteFranchi eAlemanni furono fermati nel corso di un loro tentativo di sfondamento dellimes romano dal giovane cesare Gallieno, il quale si meritò per questi successi l'appellativo di "Restitutor Galliarum" e di "Germanicus maximus".[3] Il suo merito fu l'aver contenuto almeno in parte i pericoli, grazie a un accordo con uno dei capi dei Germani, che si impegnò ad impedire agli altri barbari di attraversare ilReno e ad opporsi così a nuovi invasori.[39]

L'anno successivo i Goti ripresero gli attacchi, questa volta via mare, lungo le coste dell'Asia Minore, dopo aver requisito numerose imbarcazioni alBosforo Cimmerio,alleato di Roma.[40] Partiti con le loro navi dallapenisola di Crimea, raggiunsero la foce del fiumeFasi[41] ed avanzarono versoPityus, che riuscirono ad occupare, anche perché Successiano, promossoprefetto del Pretorio, aveva seguito l'imperatore Valeriano adAntiochia.[42] La grande flotta proseguì quindi fino aTrapezunte, riuscendo ad occupare anche questa importante città.[43]

Invasioni barbariche diGoti,Borani,Carpi, contemporanee aquelle dei Sasanidi diSapore I, degli anni252-256, durante il regno diValeriano e Gallieno.

La situazione era così grave da costringere Gallieno ad accorrere lungo i confini danubiani per riorganizzare le forze dopo questa devastante invasione, come testimonierebbe un'iscrizione proveniente dalla fortezza legionaria diViminacium.[44] Non passò molto tempo che una nuova invasione di Goti percorse ilMar Nero (nel256), ancora via mare ma questa volta verso la costa occidentale, avanzando fino al lago diFileatina (l'attualeDerkos) ad occidente diBisanzio.[45] Assaltarono quindiCalcedonia,[15][46] e molte altre importanti città dellaBitinia, comePrusa,Apamea eCio, mentreNicomedia eNicea furono date alle fiamme.[47] Contemporaneamente buona parte dei territori del Nord della provincia delleTre Dacie (vale a dire tutta laDacia Porolissensis e parte dellaDacia Superiore) andarono perduti a seguito a una nuova invasione di Goti eCarpi, con la sola eccezione delle zone più meridionali e prossime alDanubio (ovvero le attuali regioni dell'Oltenia e dellaTransilvania).[48][49][50] Tuttavia la resistenza romana alle invasioni di Goti e Carpi nel sud della provincia fu celebrata l'anno successivo, quando a Gallieno fu attribuito l'appellativo di "Dacicus maximus".[2][32]

Nel257 Valeriano, preoccupato per l'invasione dei Goti dell'anno precedente, inviò un esercito di soccorso, comandato daLucio Mummio Felice Corneliano ed alle cui dipendenze sembra ci fosse il futuro imperatoreAureliano[51], per meglio difendere l'importante roccaforte diBisanzio; l'imperatore, a sua volta, si diresse inCappadocia e in Bitinia per portar soccorso alle popolazioni di questa provincia,[52] a causa dell'avanzata persiana degli anni precedenti che aveva gettato l'oriente romano nel più grande sconforto.[53] È anche probabile che i vari assalti condotti con successo da parte dei barbari abbiano generato inSapore I la consapevolezza che un attacco ben programmato e contemporaneo da parte del re deiSasanidi avrebbe permesso alle sue armate di dilagare nelle province orientali romane, con il proposito di congiungersi ai Goti stessi provenienti dalle coste del Mar Nero.[54]

Invasioni in Occidente diFranchi,Alamanni,Marcomanni,Quadi,Iazigi eRoxolani degli anni258-260.[55]

Frattanto il fronte renano dellaGermania inferiore fu sconvolto da nuovi attacchi dei Franchi, i quali riuscirono a spingersi fino aMogontiacum, dove furono fermati dall'accorrentelegio VI Gallicana, di cui eratribuno militare il futuro imperatore Aureliano.[56] Lo stesso Gallieno, lasciato l'Illirico a marce forzate, accorse in Occidente, riuscendo a battere le orde franche probabilmente nei pressi diColonia e comunque dopo aver ripulito l'intera sponda sinistra del Reno dalle armate dei barbari.[44][57] Nel258, ancora i Franchi,[58] compirono una nuova incursione, incuneandosi nei territori imperiali di fronte a Colonia per poi spingersi fino allaSpagna, dove saccheggiaronoTarragona,[49]), fino aGibilterra[59] e alle coste dellaMauretania romana.[12][60]

E sempre in questi anni (tra il258 ed il260)Quadi,Marcomanni,Iazigi eRoxolani furono responsabili della grande catastrofe che colpì illimes pannonicus (la stessaAquincum ed l'importante forte diIntercisa furono saccheggiati[61]), con lo spopolamento delle campagne dell'intera provincia.[49][62][63] Nello stesso periodo, Eutropio racconta di una nuova incursione germanica (forse di Marcomanni) che raggiunseRavenna prima di essere fermata, mentre l'imperatore Valeriano era ancora impegnato sulfronte orientale contro i Sasanidi di Sapore I.[64]

Sempre in questo periodo, Gallieno concesse ad alcune tribù di Marcomanni di insediarsi nella Pannonia romana a sud delDanubio, probabilmente per ripopolare le campagne devastate dalle invasioni dei decenni precedenti, e contrasse un matrimonio secondario con la figlia di un loro principe.[65][66]

«[Gallieno] ebbe come concubina una ragazza di nome Pipa, che ricevette quando una parte della provincia di Pannonia superiore fu concessa in base ad un trattato a suo padre, re dei Marcomanni, donatagli come regalo di nozze.[28]»

(Sesto Aurelio Vittore,De vita et moribus imperatorum romanorum, 33.6.)

La fine del padre, Valeriano
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Lo stesso argomento in dettaglio:Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I e Battaglia di Edessa.

E mentre Gallieno difendeva i confini occidentali imperiali, il padreValeriano provava a difendere quelli orientali daiSasanidi. Sappiamo infatti che già verso la fine del252 o agli inizi del253,Sapore I riprese una violenta offensiva contro le province orientali dell'impero romano. Le truppe persiane occuparono numerose città dellaprovincia diMesopotamia[49] (compresa la stessaNisibis[67][68][69]), poi si spinsero inCappadocia,[68]Licaonia[68] eSiria, dove batterono l'esercito romano accorrente aBarbalissos e si impossessarono della stessaAntiochia[70][71], deportando gran parte della sua popolazione (253).[72][73]

Rilievo sasanide aNaqsh-e Rustam raffiguranteSapore I che tiene prigioniero Valeriano e riceve l'omaggio di Filippo l'Arabo, inginocchiato davanti al sovrano sasanide.

E così l'imperatore Valeriano fu costretto ad intervenire, riuscendo a riconquistare la capitale della Siria, Antiochia, quello stesso anno (253) o l'anno successivo (254), facendone poi il suo "quartier generale" per la ricostruzione dell'interofronte orientale. Ancora nel256[54]. gli eserciti di Sapore I sottraevano importanti roccaforti al dominio romano in Siria,[49] tra cuiDura Europos che questa volta, dopo una strenua resistenza, fudefinitivamente distrutta insieme all'intera guarnigione romana.[74] I pochi sopravvissuti furono condotti aCtesifonte e venduti come schiavi. La città fu saccheggiata al punto che non fu mai ricostruita. Ancora una volta Valeriano fu costretto a reagire, riuscendo a recuperare inizialmente parte dei territori perduti, fino a tutto il259. Sembra infatti che già nella primavera del257 i Romani ebbero la meglio sui Persiani pressoCircesium[75]

Una nuova invasione compiuta da Sapore I ai danni dell'Impero romano, costrinse per la terza volta Valeriano ad intervenire (nel260). Il padre di Gallieno, infatti, informato della nuova invasione in Oriente, si recò in tutta fretta ad Antiochia, dove una volta riorganizzato l'esercito marciò fino in Cappadocia, dove però incontrò lapeste che decimò il suo esercito, permettendo a Sapore I di continuare a saccheggiare altri territori romani.[52][76]

«Valeriano per debolezza di vita, non riuscì a mettere rimedio a una situazione divenuta ormai grave, e volendo porre fine alla guerra con donazioni di denaro,[76] inviò a Sapore un'ambasceria, che fu rimandata indietro senza aver risolto nulla. Il Re dei re chiedeva di incontrarsi invece con l'Imperatore romano.»

(Zosimo,Storia nuova, I, 36.2.)

Il racconto della fine di Valeriano, giunto a difendere Edessa dall'assedio persiano,[77] dove i Romani avevano avuto notevoli perdite anche a causa di una pestilenza dilagante, varia molto nelle versioni romane.[78] SecondoZosimo, Valeriano, recatosi ad un incontro con il re persiano, fu fatto prigioniero a tradimento nell'aprile-maggio del260:

«[...] Sapore I chiese di incontrarsi con l'imperatore romano, per discutere ciò che fosse necessario. Valeriano, una volta accettata le risposta senza neppure riflettere, mentre si recava da Sapore in modo incauto insieme a pochi soldati, fu catturato in modo inaspettato dal nemico. Fatto prigioniero, morì tra i Persiani, causando grande disonore al nome romano presso i suoi successori.»

(Zosimo,Storia nuova, I, 36.2.)

La cattura di Valeriano da parte dei Persiani lasciò l'Oriente romano alla mercé diSapore I, il quale condusse una nuova offensiva dal suo "quartier generale" diNisibis,[79] riuscendo ad occupare i territori romani fino aTarso (inCilicia),Antiochia (inSiria) eCesarea (inCappadocia),[77][80][81] compresa l'interaprovincia romana di Mesopotamia.[82][83] Tanto che leRes gestae divi Saporis raccontano che molte migliaia di prigionieri romani furono condotte all'interno dell'Impero sasanide e collocate inPersia,Partia,Susiana ed inAsorestan.[84] Valeriano trascorse così i suoi ultimi giorni di vita in prigionia,[85] sebbene molte furono le richieste da parte di re "clienti" vicini a Sapore I, affinché liberassero l'imperatore, temendo una vendetta romana.[86] Ed un'altra fonte persiana racconta che molti dei regni, prima "clienti" dei Romani, furono ora costretti a sottomettersi al "Re dei Re" persiano, come quello d'Armenia, d'Albania e d'Iberia nelCaucaso fino alle"porte degli Alani".[87] Questa era la situazione in Oriente che Gallieno dovette affrontare alla scomparsa del padre.

«[Gallieno] non appena apprese della cattura del padre Valeriano, si racconta che ripeté la frase pronunciata da un grandissimo filosofo in occasione della perdita del figlio: "Sapevo che mi aveva generato un uomo mortale".»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 17.1.)

Dopo la morte di Valeriano (260-267)

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Il figlio Gallieno, trovandosi in quello stesso periodo a dover combattere lungo ilfronte del basso Danubio contro i Goti e contemporaneamente a reprimere alcune usurpazioni, non poté intervenire militarmente per liberare il padre. Non prese neppure in considerazione l'ipotesi di un riscatto perché il re persiano avrebbe probabilmente chiesto una cifra esorbitante o la cessione di province nevralgiche per l'impero[88] Egli tentò comunque di arginare l'offensiva persiana designandoSettimio Odenato, principe diPalmira e cliente di Roma, con il titolo diimperator,dux e dal265corrector totius Orientis eAugustus[89] (una forma amministrativa da porre guida e difesa dei confini orientali, come lo era stato in passato conMarco Vipsanio Agrippa perAugusto dal19 al14 a.C., o conGaio Avidio Cassio perMarco Aurelio negli anni170-175), con l'obiettivo di allontanare sia la minaccia sasanide sia quella dei Goti, che infestavano le coste dell'Asia Minore.[90]

L'Oriente romano e il regno di Palmira
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Lo stesso argomento in dettaglio:Campagne sasanidi di Odenato e Regno di Palmira.

La controffensiva romana portò in OrienteMacriano (procurator arcae et praepositus annonae in expeditione Persica) a radunare aSamosata quello che rimaneva dell'esercito romano in Oriente, mentre ilprefetto del pretorio,Ballista, riuscì a sorprendere i Persiani pressoPompeiopolis, catturando l'harem e molte ricchezze di Sapore I.[77] FrattantoOdenato, che aveva cercato di ingraziarsi in un primo momento le amicizie del sovrano persiano Sapore I, una volta che i suoi doni furono sdegnosamente rifiutati da quest'ultimo, decise di abbracciare la causa di Roma contro i Persiani.[77][91]

Contemporaneamente l'esercito orientale elesse imperatoriMacriano Maggiore e i suoi due figli,Macriano Minore eQuieto.[55][92] Col supporto delprefetto del pretorio di Valeriano,Ballista, i Macriani tentarono di sconfiggere Gallieno[92] muovendo alla volta dell'Illirico[93] con un esercito di 30 000 armati,[94] ma padre e figlio primogenito vennero sconfitti e uccisi da un generale diAureolo,[55][95] mentre Quieto fu deposto daOdenato.[96][97]

«Una volta venuto a sapere, che Macriano e i suoi figli erano stati uccisi, Gallieno, quasi avesse avuto in mano con tranquillità la situazione, e la stessa liberazione del padre [Valeriano], si abbandonò a piaceri e divertimenti. Diede giochi circensi, spettacoli teatrali, ginnici, di caccia e gladiatorii, chiamando il popolo a festeggiarlo ed applaudirlo, quasi si trattasse di una vittoria.»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 3.6-7.)

Gallieno:antoniniano[98]
GALLIENVSAVG, testa di Gallieno concorona radiata verso destra, il busto con drappeggio e corazza;PAX FVNDATA, un trofeo di armi con due prigionieri sasanidi ai suoi piedi; una palma inesergo.
3.51 gr; coniato nel264/265 presso lazecca di Antiochia, dopo che le armate romano-palmirene di Odenato erano riuscite a raggiungere la capitale dei Sasanidi,Ctesifonte.

Con l'approvazione di Gallieno,[77] nel264[99] Odenato,raccolto un ingente esercito, passò l'Eufrate e, dopo aspri combattimenti, occupòNisibi, tutta laMesopotamia romana, recuperando gran parte dell'oriente (compresa probabilmente la stessa Armenia)[83] e costringendo Sapore I alla fuga dopo averlo battuto in battaglia.[100] È forse l'anno successivo che riuscì a battere nuovamente Sapore I nei pressi della capitale dei Persiani,Ctesifonte,[101][102] riuscendo ad impadronirsi delle concubine del re e di un grande bottino di guerra.[103][104] Sappiamo che nel265[89] quando Gallieno venne a sapere che

«Odenato aveva sconfitto pesantemente i Persiani, che aveva sottomesso al dominio romano Nisibi e Carre, che tutta laMesopotamia era in nostro potere e alla fine si era giunti fino a Ctesifonte ed il reShapur I era fuggito, i satrapi catturati, un gran numero di nemici uccisi, associò lo stesso Odenato all'Impero, conferendogli il titolo diAugusto, facendo poi coniare una moneta che lo raffigurava mentre trascinava dei prigionieri persiani. Tale provvedimento fu accolto con favore dal Senato, dalla città [di Roma] e dalla gente di ogni età.»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 12.1.)

LaHistoria Augusta racconta che quando Odenato morì (nel267), vittima di una congiura del cugino,[105] fu la moglieZenobia a succedergli,[106] tanto che Gallieno meditò di muovere guerra contro i Persiani, inviandovi il generaleAurelio Eracliano, il quale, però, sembra fu sconfitto dalle forzepalmireni della nuova regina.[107]

L'Occidente romano, l'impero delle Gallie e le rivolte illiriche
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Lo stesso argomento in dettaglio:Impero delle Gallie.
Moneta diPostumo, a capo dell'Impero delle Gallie.

In Occidente Gallieno dovette confrontarsi con la rivolta diPostumo[55][108] (nel260), generale a cui Gallieno aveva affidato il comando delle truppe renane (comelegatus Augusti pro praetore dellaGermania superiore edinferiore),[109] mentre era impegnato a sedare le rivoltepannonico-mesiche diIngenuo[55] (sconfitto pressoMursa oSirmio[55]) eRegaliano;[108][110] il comando civile era stato invece affidato al figlio di Gallieno, il cesareCornelio Salonino,[12][111] anche se il potere effettivo, data la minore età del ragazzo, era nelle mani delprefetto del pretorioSilvano. Dopo aver sconfitto gliAlemanni penetrati nel territorio imperiale, Postumo fu proclamato imperatore dalle truppe dopo uno scontro con Silvano: l'usurpatore fece uccidere Silvano e Salonino, ma non tentò mai di espandersi oltre i confini dell'"Impero delle Gallie", e Gallieno non riuscì a recuperare i territori perduti.

Sempre questo stesso anno, i territori che formavano una rientranza tra Reno e Danubio, a sud del cosiddettolimes germanico-retico (gliAgri decumates) furono abbandonati a vantaggio delle popolazionisveve degli Alemanni. A questo anno sembrano infatti attribuibili i numerosi segni di distruzione lungo questo tratto dilimes.[112] Non a caso l'iscrizione rinvenuta sull'altare di Augusta ricorda una vittoria contro le genti germaniche diSemnoni eIutungi, nell'anno in cui Postumo era già divenuto augusto e console insieme ad un certoOnoraziano.[113] Non sappiamo, pertanto, se fu Gallieno o Postumo, a decidere il definitivo abbandono di tutti i territori ad est del Reno e a nord del Danubio, a causa delle continue invasioni delle tribù germaniche degli Alemanni, o forse anche alla contemporanea secessione della parte occidentale dell'impero di Postumo.[65][114][115] Gli Alemanni, che avevano sfondato illimes retico e attraversato ilPasso del Brennero (in numero di 300 000 secondoGiovanni Zonara[55]), si erano spinti in Italia, dove furono intercettati e battuti dalle armate di Gallieno nei pressi diMilano.[49][55][116]

Postumo e i successivi usurpatori, non solo formarono un proprio Senato presso il loro maggiore centro diAugusta Treverorum e attribuirono i classici titoli diconsole,Pontefice massimo otribuno della plebe ai loro magistrati nel nome diRoma aeterna,[117] ma assunsero anche la normale titolatura imperiale, coniando monete presso la zecca diLugdunum, aspirando all'unità conRoma e, cosa ben più importante, non pensando mai di marciare contro gli imperatori cosiddetti "legittimi" (come Gallieno,Claudio il Gotico,Quintillo oAureliano), che regnavano su Roma (vale a dire coloro che governavano l'Italia, le province africane occidentali fino allaTripolitania, le province danubiane e dell'areabalcaniche). Essi, al contrario, sentivano di dover difendere iconfini renani ed il litorale gallico dagli attacchi delle popolazioni germaniche di Franchi, Sassoni ed Alemanni. L'Imperium Galliarum risultò, pertanto, una delle tre aree territoriali che permise di conservare a Roma la sua parte occidentale.[118]

Tra Oriente ed Occidente
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Lo stesso argomento in dettaglio:Impero delle Gallie, Regno di Palmira e Usurpatori al tempo di Gallieno.

La morte di Valeriano ebbe pertanto come effetto principale quello di far sì che i nemici di Gallieno ne approfittassero, sia per minacciare iconfini imperiali e le sue province (non potendo Gallieno, da solo, difendere tutti i territori romani), sia sostenendonumerose usurpazioni locali che garantissero la presenza imperialein loco (come ad esempioPisone,[119]Valente,[120][121] oMussio Emiliano,[120][122] oltre ai più famosiIngenuo,[110]Regaliano[110] edAureolo[120][123]). E così a partire dal260 (fino al274 circa), l'Impero romano subì la secessione di due vaste aree territoriali, che però ne permisero anche la sua sopravvivenza:[124]

Mappa dell'Impero romano nel 270, con l'Impero delle Gallie a Occidente e ilRegno di Palmira a Oriente.

Ed oltre alle secessioni qui sopra evidenziate, Gallieno dovette far fronte a una serie continua di usurpazioni, per lo più tra i comandanti delle provincie militari danubiane (periodo denominato dei "trenta tiranni"[128]). Egli, costretto a combattere su più fronti contemporaneamente per difendere la legittimità del suo trono, impiegò buona parte delle armate preposte a difesa dei confini imperiali per contrastare molti di questi generali che si erano proclamati imperatori. Il risultato fu di lasciar sguarniti ampi settori strategici dellimes, provocando così negli anni261 e262 una nuova invasione da parte deiSarmati inPannonia. E fu solo in seguito ad un intervento dello stesso Gallieno, che gli invasori furono respinti.[65]

«A queste cose negative si era inoltre aggiunto che gliSciti [intesi comeGoti, ndr] avevano invaso laBitinia e avevano distrutto alcune città. Alla fine incendiarono e devastarono gravemente la città di Asta, oggi chiamataNicomedia

(Historia Augusta,Gallieni duo, 4.7-8.)

Ancora negli anni262-264, i Goti compirono nuove incursioni via mare lungo le coste del Mar Nero, riuscendo a saccheggiareBisanzio, l'anticaIlio edEfeso.[129]

«Poiché gli Sciti [ovvero i Goti, ndr] avevano portato grande distruzione all'Ellade [nel 262] ed assediata la stessaAtene, Gallieno cercò di combattere contro di loro, che ormai avevano occupato laTracia

(Zosimo,Storia nuova, I, 39.1.)

«[I Goti] invasero [nel 264] laCappadocia . Qui occupate alcune città, dopo una guerra condotta con esito incerto, si diressero verso la Bitinia.»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 11.1.)

Gallieno, che passò il resto della sua vita, nel cercare di tenere assieme la"parte centrale" dell'intero sistema strategico imperiale romano dalle continueinvasioni del periodo, fu aspramente criticato, forse non del tutto a ragione:

«Avendo così Gallieno abbandonato lo Stato, l'Impero romano fu salvato in Occidente da Postumo ed in Oriente daOdenato

(Eutropio,Breviarium ab urbe condita, 9.11.)

Oggi la critica moderna sembra rivalutarne il suo operato per essere riuscito a preservare ciò che, a quel tempo, era possibile "salvare" territorialmente, creando poi le basi per una riunificazione, avvenuta, poco dopo, sotto gliimperatori illirici (268-282).

Gallieno e il Cristianesimo
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Eusebio di Cesarea loda Gallieno per i suoi editti di libertà religiosa. A differenza del padre, che aveva perseguitato i cristiani,[77] una volta diventato l'unico imperatore (260), Gallieno promulgò degli editti in cui concedeva la libertà di culto, arrivando a restituire alcune proprietà confiscate ai cristiani.

La "pace" instaurata da Gallieno con i cristiani durò fino allepersecuzioni di Diocleziano nel303. Inoltre la promulgazione di editti riconobbe anche la comunità cristiana, cosa che non era mai accaduta in precedenza.

Riforma dell'esercito
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Lo stesso argomento in dettaglio:Esercito romano.
Antoniniano emesso da Gallieno per celebrare laLegio I Italica.
Antoniniano emesso da Gallieno per celebrare laLegio II Italica.
Antoniniano emesso da Gallieno per celebrare laLegio III Italica.

Resosi conto dell'impossibilità di proteggere contemporaneamente tutte le province dell'impero con una statica linea di uomini posizionati a ridosso della frontiera, Gallieno sviluppò una pratica che era iniziata verso la fine delII secolo sottoSettimio Severo (con il posizionamento di una legione, lalegio II Parthica,a pochi chilometri daRoma[130]), ovvero posizionando una riserva strategica di soldati ben addestrati pronti ad intervenire, dove serviva nel minor tempo possibile (contingenti di cavalleria aMediolanum,Sirmio,[131]Poetovio[132] eLychnidos[133]).[134] In accordo con queste considerazioni, Gallieno attorno agli anni264-268, o forse poco prima[135], costituì questa riserva strategica centrale (che sarà alla base della futura riforma dell'esercito diDiocleziano), formata prevalentemente da unità dicavalleria pesante dotate di armatura (i cosiddettipromoti, tra cui spiccavano gliequites Dalmatae, gliequites Mauri[136] et Osroeni), poiché queste percorrevano distanze maggiori in minor tempo dellafanteria legionaria oausiliaria. Ed ogni volta che i barbari sfondavano illimes romano e s'inoltravano nelle province interne, la "riserva strategica" poteva così intervenire con forza dirompente[137]. La base principale scelta da Gallieno per la nuova armata fu posta a Milano, punto strategico equidistante da Roma e dalle vicinefrontiere settentrionali dellaRezia e delNorico. Si trattava di un'iniziativa resasi necessaria anche a causa della perdita degliAgri decumates tra il Reno ed il Danubio, che aveva portato i vicini Germani a trovarsi più vicini alla penisola italica, centro del potere imperiale.[138]

La predisposizione per la cavalleria riguardava non solo le forze ausiliarie e i numeri, ma anche le legioni stesse, dove il numero di cavalieri passò da 120 a 726 per legione. Sembra infatti che Gallieno abbia aumentato il contingente di cavalleria interno allalegione stessa, dove la primacoorte era composta da 132 cavalieri, mentre le altre nove di 66 ciascuna. Questo incremento fu dovuto proprio alla necessità di avere un esercito sempre più "mobile".[139][140]

La riforma di Gallieno, inoltre, toglieva aisenatori ogni carica militare; se in passato i comandanti delle legioni (legatus legionis) provenivano dal Senato a parte quelli che comandavano le legioniegiziane, ora provenivano dallaclasse equestre (praefectus legionis).[141] Gallieno non fece altro che formalizzare una pratica che già esisteva dall'epoca diAugusto relativamente alle legioni di stanza inEgitto ed ampliata con Settimio Severo, riguardo a quelle di stanza nella nuova provincia di Mesopotamia (come laI eIIIParthica) ed in Italia presso ilcastrum suicolli Albani, a sud di Roma (Legio II Parthica).[142] Questo punto della riforma eliminò, pertanto, in modo definitivo ogni legame tra le legioni e l'Italia, poiché i nuovi comandanti, che erano spesso militari di carriera partiti dai gradi più bassi e arrivati a quelli più alti, erano interessati più al proprio tornaconto o al massimo agli interessi della provincia d'origine (in particolare aquelle Illiriche; vedi ancheImperatori illirici), ma non a Roma..[143] I generali che comandavano questa forza, quindi, avevano nelle loro mani un potere incredibile e non è un caso che futuriaugusti comeClaudio II il Gotico oAureliano ricoprissero questo incarico prima di diventare imperatori.[144]

Politica culturale, artistica del periodo
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Lo stesso argomento in dettaglio:Arte nell'età di Gallieno.
Arco di Gallieno aRoma.

Il periodo in cui Gallieno regnò da solo (260-268) fu caratterizzato anche da un rifiorire delle arti e della cultura, con la creazione di un ponte tra la cultura classica dell'epoca degli Antonini e quella post-classica dellaTetrarchia. Tale periodo vide un cambiamento nella visione dei rapporti tra uomo e divino e tra uomini, un movimento che consciamente tentò di far rinascere la cultura classica ed ellenica, come si può osservare dalla monetazione e dalla ritrattistica imperiale.

«In verità Gallieno si segnalava, non lo si può negare, nell'oratoria, nella poesia ed in tutte le arti. Suo è il celebreepitalamio che risultò il migliore tra cento poeti. [...] si racconta che abbia recitato: "Allora andate ragazzi, datevi da fare con il profondo del cuore tra voi. Non le colombe i vostri sussurri, né l'edera i vostri abbracci, né vincano le conchiglie i vostri baci".»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 11.6-8.)

Fu questo periodo che vide fiorire ilNeoplatonismo, il cui maggior rappresentante,Plotino, fu amico personale di Gallieno e Salonina. Plotino, secondo quanto riporta il suo allievoPorfirio (Vita di Plotino, XII), avrebbe richiesto a Gallieno il permesso di restaurare una città dellaCampania in rovina, cui avrebbe dato il nome diPlatonopoli, per vivervi secondo le "leggi platoniche", conducendovi, cioè, come spiegaFrancesco Adorno, una vita platonica, una vita filosofica.[145][146]

I ritratti di Gallieno si rifanno allo stile classico-ellenistico di quelli diAdriano, ma la nuova spiritualità è evidente dallo sguardo verso l'alto e dalla palese immobilità del ritratto, che danno un senso di trascendenza e immutabilità. Lo stesso imperatore rinnovò i legami con la cultura ellenica rafforzati da Adriano eMarco Aurelio,[147] recandosi in visita adAtene, diventandoarconte eponimo[148] e facendosi iniziato ai misteri diDemetra.

Tale slancio verso il trascendente e la divinità è rimarcato dalle emissioni numismatiche di Gallieno. Lì dove l'imperatore si trovava per far sentire la propria presenza in zone dell'impero minacciate, la zecca locale coniava monete in cui gli dei (tra cuiGiove in diverse incarnazioni,Marte,Giunone,Apollo,Esculapio,Salus...) venivano ritratti come protettori dell'imperatore, direttamente o tramite gli animali che li rappresentavano. Un posto particolare fu quello delSol Invictus, che venne identificato comecomes Augusti, "compagno dell'augusto": tale divinità era particolarmente venerata dai soldati, ancor di più da quelli orientali, dei quali Gallieno cercava il favore e il sostegno.

Durante il suo regno, quando non fu impegnato in campagne militari, soggiornò più frequentemente a Milano[149] che a Roma, dove tuttavia cercò di realizzare il grandioso progetto di erigere una statua colossale di se stesso in veste di Sol Invictus, mai portata a termine,[150] sulla sommità del colleEsquilino, all'interno degliHorti Liciniani, di sua proprietà,[151] che accoglievano la sua residenza extraurbana ricordata comePalatium Licinium, un complesso di strutture edilizie all'interno dei grandiosi giardini, che permettevano all'imperatore di ospitare l'intera corte e che comprendevano sale per banchetti e piscine.[151]

Gli ultimi anni (267-268)

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Sembra che nel corso del267, Gallieno, grazie all'appoggio diAureolo[152] (magister equitum[153]) ed alla perizia militare del suomagister militum,Claudio (dux totius Illyrici),[154] combatté con successo learmate galliche secessioniste diPostumo, il quale aveva preferito associare al potere un certoVittorino, richiedendo anche aiuto alle vicine tribù germaniche dei Franchi.[55][155] Quando forse la vittoria finale era vicina, tanto da ipotizzare una riunificazione dell'impero delle Gallie al potere centrale di Roma, con la fine del267-inizi del268[156] una nuova ed immensa invasione da parte dei Goti (unitamente aPeucini,Eruli e a numerosi altri popoli) prese corpo dalla foce del fiumeTyras (presso l'omonima città), dando inizio alpiù sorprendente e devastante assalto di questo terzo secolo, che sconvolse le coste e l'entroterra delle province romane diAsia Minore,Tracia eAcaia affacciate sulPonto Eusino e sulmar Egeo.[157][158][159]

«E così le diverse tribù della Scizia, come Peucini,Grutungi,Ostrogoti,Tervingi,Visigoti,Gepidi,Celti ed Eruli, attirati dalla speranza di fare bottino, giunsero sul suolo romano e qui operarono grandi devastazioni, mentreClaudio era impegnato in altre azioni [contro gli Alamanni, ndr] [...]. Furono messi in campo trecentoventimila armati dalle diverse popolazioni[160] [...] oltre a disporre di duemila navi (seimila secondo Zosimo[157]), vale a dire un numero doppio di quello utilizzato dai Greci [...] quando intrapresero la conquista delle città d'Asia [laguerra di Troia, ndr].»

(Historia Augusta,Divus Claudius, 6.2-8.1.)

L'invasione deiGoti del267-270 durante i regni di Gallieno eClaudio il Gotico. In colore verde ilregno di Palmira della reginaZenobia eVaballato.

Sembra che l'enorme armata si divise in almeno tre colonne:[161]

  1. La prima si diresse verso ovest, assediando senza successo prima Cizico, poi saccheggiando le isole diImbro eLemno,[162] occupando la futura città diCrisopoli (di fronte a Bisanzio), proseguendo fin sotto le mura diCassandreia e poi diTessalonica,[163] e portando devastazione anche nell'entroterra dellaprovincia di Macedonia.[164].
  2. la seconda colonna, giunta in prossimità della foce del fiumeNestus o Nessos, tentò di risalirlo verso nord, ma fu intercettata dalle armate romane e subì una cocente sconfitta ad opera dello stesso Gallieno, accorso per l'occasione. Si racconta, infatti, che Gallieno riuscì a battere le orde dei barbari, tra cui certamente i Goti, uccidendone un gran numero (primavera del 268). In seguito a questi eventi offrì al capo degli Eruli,Naulobato, gli "ornamenta consularia", dopo che il suo popolo (identificabile con gli "Sciti" dellaHistoria Augusta), formato un convoglio di carri, aveva tentato di fuggire attraverso il monte Gessace (gli attualiMonti Rodopi)[162][165] Non poté però completare l'opera perché nel frattempo il suo generale Aureolo, che comandava una fondamentale unità di cavalleria a Milano, si era ribellato.[166] E così Gallieno fu costretto a tornare in Italia per battere, prima Aureolo pressoPontirolo sull'Adda (pons Aureoli),[167] poi assediarlo aMediolanum (Milano).[123][153][168][169]
  3. La terza si diresse verso sud lungo le coste dell'Asia Minore, dellaTessaglia e dell'Acaia, dove i barbari riuscirono a saccheggiareSparta,Argo,Corinto eTebe. Lo storicoDessippo racconta, nella suaCronaca, di essere riuscito egli stesso nell'impresa di respingere un primo attacco alle mura della città di Atene.[158][170]
«Si combatté in Acaia, sotto il comando di Marciano, contro i Goti, che sconfitti dagli Achei, si ritirarono da lì. Mentre gli Sciti, che fanno sempre parte dei Goti, devastavano l'Asia [si tratta delle invasioni iniziate nel 267/268 e terminate nel 269/70, ndr], dove fu incendiato il tempio diEfeso

(Historia Augusta,Gallieni duo, 6.1-2.)

E mentre i Goti impegnavano lo stesso imperatore Gallieno in Tracia ed Illirico, una nuova orda di Alemanni riusciva a penetrare nell'Italia settentrionale attraverso il passo del Brennero (nel268),[171] approfittando dell'assenza dell'esercito imperiale, impegnato a fronteggiare sia la devastante invasione dei Goti in Mesia, Acaia, Macedonia,Ponto edAsia, sia l'usurpatore Aureolo, che si era fortificato a Milano.[172]

Tornato a Milano, dopo aver affidato il comando della guerra contro i Goti a Marciano,[166] si apprestò adassediare Aureolo che qui si era richiuso,[123] con la speranza di ricevere aiuto da parte di Postumo. Ma Aureolo, che aveva ormai perduto ogni speranza, fece spargere voci nel campo dell'imperatore, che inneggiavano contro Gallieno. Alcuni comandanti, stanchi dell'imperatore, ordirono una congiura[173] e dissero al principe che Aureolo aveva tentato una sortita facendolo uscire dalla sua tenda.[174][175] Gallieno fu ucciso a tradimento dal comandante della cavalleria dalmata[176]Ceronio oCecropio, in un agguato, insieme al fratelloPublio Licinio Valeriano.[177] Alla congiura pare non fosse estraneo il suo successoreClaudio II il Gotico (Marco Aurelio Claudio), anche se alcuni storici (anche coevi) affermarono che Gallieno morì in conseguenza di una brutta ferita riportata durante lo svolgersi dell'assedio.[178] Tra gli organizzatori c'era il suoprefetto del pretorioAurelio Eracliano.[153][176][179]

«[Cecropio] avvicinatosi a Gallieno mentre stava pranzando, disse che uno degli esploratori aveva appena annunciato l'arrivo di Aureolo con tutte le sue forze. A queste parole, l'imperatore sgomento, chiese le armi e saltò sul cavallo, dando ordine ai soldati di seguirlo, e senza neppure attendere la sua guardia del corpo, si lanciò. Il comandante della cavalleria dalmata, appena lo vide senza armatura, lo uccise.»

(Zosimo, I.40.3.)

Aurelio Vittore sostiene che Gallieno sul letto di morte designò, quale suo successore, Claudio.[180] Alla notizia della sua morte, i suoi familiari furono assassinati. Morì così a cinquanta anni, dopo quindici di regno e fu divinizzato dal Senato per volere del suo successoreClaudio II.[178] Fu sepolto presso il suomausoleo al IX miglio dellavia Appia, dove una quarantina di anni dopo sarà sepolto ancheFlavio Severo.[181]

Titolatura imperiale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Monetazione di Valeriano e Gallieno.

Nonostante l'esiguità della sua carriera politica prima dell'ascesa al trono, Gallieno assunse la titolatura imperiale una volta associato dal padreValeriano:

Titolatura imperialeNumero di volteDatazione evento
Tribunicia potestas15 anni:dal253 e rinnovata annualmente al 10 dicembre di ogni anno (pari a sedici volte[1]).
Consolato7 volte:254 (I),255 (II),257 (III),261 (IV),262 (V),264 (VI)[8] e266 (VII).
Titoli vittoriosiGermanicus eRestitutorGalliarum, nel254;[3]Dacicus maximus, fine256-inizi257;[2]Germanicus maximus, nel255,[182] due volte nel257 e nel258[183] (laV volta[184]);Parthicus maximus,262/263 (?);[4]Persicus maximus, nel264-265 (?).[6]
Salutatio imperatoria12 volte:la prima quando fu fattoAugusto dal padre nel253, l'ultima sembra nel264/265.[8]
Altri titoliPater Patriae nel255 (?)[7] ePontifex Maximus nel211.

Gallieno nella storiografia

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Cronologia della vita di Gallieno
253Gallieno diventaAugusto per volontà del padreValeriano, mentre il fratelloValeriano il giovane,Cesare.[185]
256Gallieno nominaCesare suo figlioCornelio Valeriano.[20][21]
257-258Invasioni diFranchi eAlamanni inGallia,Hispania eItalia
258Gallieno nomina Cesare suo figlioCornelio Salonino, dopo la morte dell'altro figlio Cornelio Valeriano.
260MuoreValeriano inOriente,catturato dai Sasanidi di Sapore I.[186] Scoppia la rivolta inPannonia diIngenuo[55] e successivamente diRegaliano.[110] InOriente rivolta deiMacriani.[55][92] Gallieno ferma gliAlemanni aMilano.[12] Scoppia una terribile pestilenza, nata in Oriente.[187]
261Numerose furono leusurpazioni locali come ad esempio di un certoPisone[119] o di un certoValente,[121] a cui si aggiunse quella diMussio Emiliano inEgitto.[122] AncheMacriano Maggiore ed ilfiglio omonimo furono sconfitti da un generale di Gallieno,Aureolo, nell'Illirico.[55][95] Poco dopo anche l'altro figlio,Quieto, fu ucciso daOdenato,[96] rimasto fedele a Gallieno.
262Il generaleAurelio Teodoto riconquista l'Egitto e cattura Emiliano.[122] Lapestilenza si propaga a Roma e all'Acaia.[188]
262/265Campagne vittoriose contro i Sasanidi, per le qualiOdenato,principe di Palmira, fu nominato da Gallieno "corrector totius Orientis" eAugusto (nel265[89]),[104] con giurisdizione su buona parte delleprovince romane orientali.[127]
267Immensa invasione diGoti nell'Illirico.
settembre268Gallieno, mentre assediaAureolo aMilano, viene ucciso da una congiura di palazzo.[123][173]

Gli storici di parte senatoria, storicamente avversi alla figura dell'imperatore, hanno ritratto Gallieno come una figura apparentemente controversa. LaHistoria Augusta, pur evidenziandone i pregi, riporta alcuni presunti episodi:

Ritratto di Gallieno,Museo delle Terme, Roma
«[...] mentre lo stato era in grave crisi, eOdenato era ormai padrone inOriente e Gallieno era felice per la prigionia del padre, gli eserciti vagavano senza meta [...]»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 1.1.)

«E mentre molti manifestavano il loro dolore per la prigionia del padre [Valeriano], egli si mostrava lieto oltre misura, con il pretesto che si sentiva onorato che suo padre apparisse una vittima del suo stesso valore. Ma tutti sapevano che egli non aveva mai sopportato il severo controllo del padre e si era sempre augurato di non dover più sentire incombere su di lui l'autorità paterna.»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 3.8-9.)

«Mentre Gallieno continuava nella sua condotta dissipata e immorale, dandosi ad orge e gozzoviglie, amministrando laRes publica come fanno i bambini quando giocano a fare il re, i Galli, chiamarono al poterePostumo [...], con il consenso dellearmate, contro un imperatore occupato nelle sue libidini.»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 4.3.)

«[Gallieno] che, nato per la voluttà e lussuria, trascorse i suoi giorni e le sue notti nel vino e negli stupri, e permise che il mondo [romano] fosse devastato da venti tiranni, tanto che anche delle donne avrebbero governato meglio di lui.»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 16.1.)

«[Gallieno] Era di un'estrema crudeltà nei confronti dei soldati, tanto da essere capace di metterne a morte 3 000 o 4 000 in un solo giorno.»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 18.1.)

La stessaHistoria Augusta poi però si contraddice scrivendo:

«Ucciso dunque Gallieno, scoppiò una violenta rivolta dei soldati, i quali, con la speranza di far bottino e devastazioni pubbliche, sostenevano che era stato loro tolto un imperatore utile e necessario, valente e capace, tanto da generare [nei cospiratori] invidia.»

(Historia Augusta,Gallieni duo, 15.1.)

Al contrario, un'altra tradizione di scrittori greci ne ha offerto, invece, un'immagine opposta, di sovrano saggio e soldato valoroso. Quel che è certo è che Gallieno svolse energicamente il suo impegno nel corso del periodo più difficile dell'anarchia militare. Affrontò le pressioni disgreganti, esterne e interne; suggellò l'ormai inevitabile ricambio della classe dirigente tra un'aristocrazia ormai politicamente esaurita e un ceto militare e burocratico sul quale gravava tutto il governo dell'Impero; riorganizzò militarmente l'esercito[189]. Si aggiunga che con la sua morte, venne eletto il primo dei cosiddetti Imperatori illirici (per nascita), tutti esperti e validi generali che avevano servito in passato Gallieno durante il suo regno. Si trattava di Claudio II detto il Gotico (che riuscì ad arginare nel suo breve regno le incursioni gotiche), Aureliano (che riuscì a riunificare l'Impero, primariconquistando il regno di Palmira della reginaZenobia e poi l'Impero delle Gallie, governato daTetrico, guadagnandosi il titolo direstitutor orbis) e diMarco Aurelio Probo (che dal 276 al282, riuscì a sconfiggere ripetutamente i barbari del Nord). A questo periodo successe, quindi, dopo un breve regno diMarco Aurelio Caro, lariforma tetrarchica diDiocleziano del285 (anch'egli imperatoreillirico), che permise la prosecuzione dell'impero romano d'Occidente per altri due secoli e di oltre un millennio dell'impero romano d'Oriente (oImpero bizantino).

Note

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  1. ^abCILVIII, 18057.
  2. ^abcCILII, 2200;AE1993, 914;CILVIII, 1430; IRT 927;Mócsy 1974, p. 205.
  3. ^abcAE1930, 42;CILVIII, 766;CILVIII, 1018;CILVIII, 2381;CILVIII, 1430;CILII, 2200; MiliariHispanico 562.
  4. ^abcCILXI, 3089;AE1979, 218;CILX, 1278;CILX, 1279;CILX, 1280.
  5. ^CILX, 4784; IRT 956.
  6. ^abAE2006, 1762;AE1895, 17;AE1909, 68; IRT 927;CILVIII, 22765.
  7. ^abCILII, 4691 (p LXXX).
  8. ^abcdAE2006, 1762.
  9. ^abcdeAurelio Vittore,De Caesaribus, 33.3.
  10. ^abAE1917/18, 17.
  11. ^abAE1917/18, 17,AE1965, 39j,AE1978, 322.
  12. ^abcdeAurelio Vittore,De Caesaribus, 33.3.
  13. ^Bray 1997, pp. 49-51.
  14. ^Syme 1983, p. 197.
  15. ^abGiordane, XIX.
  16. ^Zosimo, I.26-28.
  17. ^Zosimo, I.27.2 e I, 28.1-2;Grant 1984, pp. 220-221.
  18. ^abMazzarino 1973, p. 526.
  19. ^Aurelio Vittore,De Caesaribus, 32.1-3.
  20. ^abcAurelio Vittore,De Caesaribus, 32.2.
  21. ^abSouthern 2001, p. 78.
  22. ^Historia Augusta,Valeriani duo, 8.1;AE2005, 1476.
  23. ^Historia Augusta,Massimini duo, 8.1.
  24. ^Aurelio Vittore,De Caesaribus, 28.3.
  25. ^Aurelio Vittore,De Caesaribus, 29.1;Epitome de Caesaribus, 29.2.
  26. ^Aurelio Vittore,De Caesaribus, 30.1.
  27. ^Aurelio Vittore,De Caesaribus, 16.5;De Caesaribus, 16.3.
  28. ^abAurelio Vittore,De Caesaribus, 33.1.
  29. ^Aurelio Vittore,De Caesaribus, 32.5.
  30. ^Watson 1999, pp. 11-13.
  31. ^Gibbon 1776-1789, pp. 113-114;Watson 1999, pp. 25 e 33;Scarre 1999, pp. 174-175.
  32. ^abGrant 1984, p. 229.
  33. ^Bray 1997, p. 56.
  34. ^CILIII, 7608.
  35. ^AE2004, 1127,CILIII, 04652,CILIII, 4646,CILIII, 4647.
  36. ^Drinkwater 1987, pp. 21-22.
  37. ^RIC,Licinius Valerianus, V, 264; MIR 36, 793d; RSC 253.
  38. ^Zosimo, I.29;Grant 1984, p. 223.
  39. ^Zosimo, I.30.2-3.
  40. ^Zosimo, I.32.1.
  41. ^Adrian Room,Placenames of the World: Origins and Meanings of the Names for 6,600 Countries, Cities, Territories, Natural Features and Historic Sites, Jefferson (N.C.), McFarland & Co., p. 361.ISBN 07-8642-248-3;Beyer 2002, pp. 327-338.
  42. ^Zosimo, I.32.2-3.
  43. ^Zosimo, I.33.
  44. ^abSouthern 2001, p. 216.
  45. ^Southern 2001, p. 223.
  46. ^Zosimo, I.34.
  47. ^Zosimo, I.35;Mazzarino 1973, pp. 526-527;Grant 1984, pp. 223-224.
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Bibliografia

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Fonti primarie
Fonti secondarie

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Collegamenti esterni

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PredecessoreImperatore romanoSuccessore
Valeriano260-268Claudio II il Gotico

PredecessoreConsole romanoSuccessore
Volusiano,
Valerio Massimo
(254)
conValeriano II
Valeriano III,
Gallieno II
I
Valeriano II
e
Gallieno I
(255)
con Valeriano III
Lucio Valerio Massimo II
e
Marco Acilio Glabrione
II
Lucio Valerio Massimo
e
Marco Acilio Glabrione
(257)
con Valeriano IV
Marco Nummio Tusco
e
Mummio Basso
III
Publio Cornelio Secolare II
e
Gaio Giunio Donato II
(261)
conLucio Petronio Tauro Volusiano
Gallieno
e
Mummio Faustiano
IV
Gallieno
e
Lucio Petronio Tauro Volusiano
(262)
con Mummio Faustiano
Marco Nummio Ceionio Albino
e
Destro
V
Marco Nummio Ceionio Albino
e
Destro
(264)
conSaturnino
Valeriano minore
e
Lucilio
VI
Valeriano minore
e
Lucilio
(266)
conSabinillo
Paterno
e
Archesilao
VII
V · D · M
Imperatori romani e relative linee di successione
Dinastia giulio-claudiaAugusto (27 a.C.-14 d.C.) ·Tiberio (14-37) ·Caligola (37-41) ·Claudio (41-54) ·Nerone (54-68)


Legenda: * associati
Anno dei quattro imperatoriGalba (68-69) ·Otone (69) ·Vitellio (69)
Dinastia flaviaVespasiano (69-79) ·Tito (79-81) ·Domiziano (81-96)
Principato adottivoNerva (96-98) ·Traiano (98-117) ·Adriano (117-138) ·Antonino Pio (138-161) ·Marco Aurelio (161-180)* ·Lucio Vero (161-169)* ·Commodo (180-192)
Guerra civile (193-197)Pertinace (192-193) ·Didio Giuliano (193) ·Pescennio Nigro (193-194) ·Clodio Albino (193-197)
Dinastia dei SeveriSettimio Severo (193-211) ·Caracalla (211-217)* ·Geta (211)* ·Macrino (217-218) ·Diadumeniano (218) ·Eliogabalo (218-222) ·Alessandro Severo (222-235)
Anarchia militareMassimino il Trace (235-238) ·Gordiano I (238)* ·Gordiano II (238)* ·Pupieno (238)* ·Balbino (238)* ·Gordiano III (238-244) ·Filippo l'Arabo (244-249) ·Decio (249-251)* ·Erennio Etrusco (251)* ·Treboniano Gallo (251-253)* ·Volusiano (251-253)* ·Ostiliano (251) ·Emiliano (253) ·Valeriano (253-260)* ·Gallieno (253-268) ·Claudio il Gotico (268-270) ·Quintillo (270) ·Aureliano (270-275) ·Tacito (275-276) ·Floriano (276) ·Probo (276-282) ·Caro (282-283) ·Carino (283-285)* ·Numeriano (283-284)
Tetrarchia edinastia costantinianaDiocleziano (284-305)* ·Massimiano (286-305)* ·Costanzo Cloro (305-306)* ·Galerio (305-311)* ·Massimino Daia (308-311)* ·Licinio (308-324)* ·Costantino I (306-337)* ·Aurelio Valerio Valente (316-317)* ·Sesto Martiniano (324)* ·Costantino II (337-340)* ·Costante I (337-350)* ·Costanzo II (337-361)* ·Giuliano (360-363)
Gioviano,dinastia valentiniana e Teodosio IGioviano (363-364) ·Valentiniano I (364-375)* ·Valente (364-378)* ·Graziano (375-383)* ·Valentiniano II (375-392)* ·Teodosio I (379-395)*
Dinastia teodosiana (Impero romano d'Occidente)Onorio (393-423)* ·Costanzo III (421)* ·Valentiniano III (425-455)
Ultimi imperatori (Impero romano d'Occidente)Petronio Massimo (455) ·Avito (455-456) ·Maggioriano (457-461) ·Libio Severo (461-465) ·Antemio (467-472) ·Anicio Olibrio (472) ·Glicerio (473-474) ·Giulio Nepote (474-475) ·Romolo Augusto (475-476)
Elenco degli imperatori romani ·Linea di successione degli imperatori romani
V · D · M
Crisi del III secolo
Crisi del III secolo
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Fonti e storiografia del periodo
Scenario geopoliticoImpero romano ·Impero partico poiImpero sasanide ·Barbari (Germani eSarmati) ·Impero delle Gallie ·Regno di Palmira
Guerre e battaglieInvasioni barbariche:Battaglia di Harzhorn (235) ·assedio di Aquileia (238) ·invasione dei Goti di Cniva (250–253) ·invasione dacica dei Carpi (250) ·battaglia di Philippopolis (250) ·battaglia di Abrittus (251) ·battaglia di Interamna Nahars (253) ·Invasione dei Goti (256) ·battaglia di Milano (260) ·battaglia delle Termopili (267) ·battaglia di Naisso ebattaglia del lago Benaco (268/269) ·battaglia di Piacenza (271) ·battaglia di Fano (271) ·battaglia di Pavia (271) ·battaglia di Immae ebattaglia di Emesa (272) ·battaglia di Lingones (298) ·battaglia di Vindonissa (298)
Guerre romano-sasanidi:Campagne mesopotamiche di Ardashir I (229-241) ·Campagna sasanide di Alessandro Severo (232) ·Campagna sasanide di Gordiano III (243-244) ·Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I (252-260) ·Campagne sasanidi di Odenato (262-265?) ·Campagne orientali di Aureliano (271-273) ·Campagna sasanide di Caro e Numeriano (283-284) ·Campagne sasanidi di Galerio (296-298)
Crisi economica e monetariaRiforma monetaria di Caracalla ·riforma monetaria di Aureliano ·riforma monetaria di Diocleziano
Crisi militareEsercito romano dai Severi a Gallieno ·riforma dioclezianea dell'esercito romano
Crisi religiosaPersecuzione dei cristiani sotto Decio ·persecuzione dei cristiani sotto Valeriano ·persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano
Imperatori romaniMassimino il Trace (235-238) ·Gordiano I (238)* ·Gordiano II (238)* ·Pupieno (238)* ·Balbino (238)* ·Gordiano III (238-244) ·Filippo l'Arabo (244-249) ·Decio (249-251)* ·Erennio Etrusco (251)* ·Treboniano Gallo (251-253)* ·Volusiano (251-253)* ·Ostiliano (251) ·Emiliano (253) ·Valeriano (253-260)* ·Gallieno (253-268) ·Claudio il Gotico (268-270) ·Quintillo (270) ·Aureliano (270-275) ·Tacito (275-276) ·Floriano (276) ·Probo (276-282) ·Caro (282-283) ·Carino (283-285) ·Numeriano (283-284) ·Diocleziano (284-305)
Usurpatori dell'impero romanoGellio Massimo (219) ·Vero (fine 219) ·Uranio (221) ·Seleuco (dopo il 221) ·Lucio Seio Sallustio (227) ·Taurino ·Magno (235) ·Quartino (235) ·Sabiniano (240) ·Iotapiano (248) ·Pacaziano (248) ·Silbannaco ·Sponsiano ·Tito Giulio Prisco (249-252) ·Giulio Valente Liciniano (250) ·Uranio Antonino (253) ·Ingenuo (260) ·Macriano Maggiore,Macriano Minore eQuieto (settembre 260 – autunno 261) ·Regaliano (260) ·Postumo (Marco Cassiano Latinio Postumo)259/260 -268 ·Ballista (261) ·Pisone (261) ·Valente Senior (261) forse da identificarsi conGiulio Valente Liciniano ·Memore (261) ·Lucio Mussio Emiliano (261 - primavera 262) ·Meonio (267) ·Celso ·Saturnino ·Trebelliano, forse da identificarsi conRegaliano ·Ulpio Cornelio Leliano (268) ·Marco Aurelio Mario (268) ·Censorino (269-270) ·Domiziano II (270-271) ·Vittorino (268-271) ·Domiziano II (271) ·Tetrico (Gaio Pio Esuvio Tetrico) (271-274) ·Tetrico iunior (273-274) ·Felicissimo (271) ·Settimio (271) ·Urbano (271) ·Zenobia ·Firmo (273) ·Faustino (273-274) ·Bonoso (280) ·Proculo (280) ·Giulio Saturnino (280) ·Giuliano (283-285) ·Carausio (286-293) ·Alletto (293-296) ·Lucio Domizio Domiziano (297)
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