Illessico dell'omofobia è l'insieme di epiteti utilizzati per indicare in modi denigratori e offensivi le personeomosessuali.
I termini più comunemente usati nellalingua italiana per indicare il maschioomosessuale spesso con accezione dispregiativa sonofrocio, ricchione, buco efinocchio[1]. Tali termini trovano corrispondenza negli inglesifaggot efag[2], nello spagnolomaricón, nel francesepédé e nel russo пидор (pidor).
Nelloslang LGBT viene invece in diverse occasioni usato in maniera molto più benevola e amichevole al femminile o comevezzeggiativo, diventando quindi anchefrocia, ofrocetto/a,frocellino/a ofrocio/a perso/a.
L'uso libero e disinvolto di tali parole è da considerare nonpoliticamente corretto. Nonostante ciò, neiGay Pride svoltisi inItalia è stato comune per molti anni far sfilare un cartello con l'immagine dellaGioconda diLeonardo da Vinci e scriverci sotto la didascalia: "Questa l'ha fatta un frocio!". La parolaomosessuale è l'unica (prima digay), fra tutte quelle indicanti le persone attratte dalle persone dello stesso sesso, a non essere nata con intenti offensivi o denigratori.
Altri sinonimi[3] dei succitatifròcio (di origine romana) efinòcchio[4] (di origine toscana: lo usa, ad esempio, ancheGiuseppe Prezzolini ai primi del Novecento; ma non mancano adattamenti locali comefenocio nel Basso Veneto efnòč nel Modenese e nel Parmense), usati nel linguaggio comune e tutti anch'essi di segno peggiorativo, ma aventi perlopiù diffusione regionale o comunque subnazionale, sono, da Nord a Sud:
Originariamente parola gergale proveniente daldialetto romanesco poi passata all'italiano, "frocio" o "froscio" (usato anche nei romanziRagazzi di vita (1955) eUna vita violenta (1959) diPier Paolo Pasolini, così come daAlberto Moravia e nelcinema neorealista)[10]; ma è presente anche in vari altri autori contemporanei, daAldo Busi adAldo Nove aNiccolò Ammaniti: mentre al femminile (frocia) viene utilizzato, tra gli altri, daPier Vittorio Tondelli inPao Pao. Una “frociata" è un atto o comportamento da froci[11].
Le ipotesi riguardanti l'origine etimologica sono le seguenti:[12]
(Dino Campana "Versi sparsi" inCanti Orfici e altri scritti Firenze 1952, p. 197)
Sull'etimologia di finocchio esiste invece la suggestiva ipotesi suggerente il fatto che possa derivare dall'epoca in cui operava laSanta Inquisizione nelloStato Pontificio, quando i semi difinocchio sarebbero stati gettati sugli omosessuali che stavano bruciando dopo esser stati condannati alla pena dimorte sul rogo, al fine di mitigare l’odore di carne bruciata. Non vi è però alcuna prova oggettivamente documentata che questo sia effettivamente il significato autentico.
Invece pare trattarsi di questo: ilfinocchio selvatico veniva usato come ripiego per aromatizzare i cibi quando non si avevano i soldi per comprare le pregiate e costosespezie provenienti dall'Oriente (ancor oggi inToscana col finocchio si dà l'aroma alsalame, dando vita così alla famosafinocchiona). Ecco, quindi, che "finocchio", se riferito a una persona, è qualcuno che vale davvero ben poco, un uomo che non è uomo[13].
Un'altra possibile spiegazione sarebbe un'allusione metaforica alla forma arrotondata del bulbo ("grùmolo") edule del finocchio, che ricorda vagamente quella delle natiche umane. Peraltro, proprio il finocchio dal grumolo tondeggiante, più saporito e quindi più pregiato, è curiosamente detto "finocchio maschio".[senza fonte]
Altri invece ipotizzano che la voce non vada direttamente connessa al vegetale, bensì all'omonima maschera popolare dellacommedia dell'arte che incarnava il servo sciocco e al contempo astuto, dai modi vagamente effeminati; i pareri rimangono in ogni caso discordanti. Vi è anche l'ipotesi che riconduce l'uso equivoco al modo di dire popolare "Metter il finocchio tra le mele", il metter insieme due cose le quali pur differenti vengono perfettamente ad accordarsi[14].
In ambito letterario il termine viene usato, oltre che da Pasolini, Tondelli e Busi, anche daVasco Pratolini,Giorgio Bassani inGli occhiali d'oro,Fruttero & Lucentini inLa donna della domenica; infine l'uso equivoco dell'accezione potrebbe risalire permetonimia da una scherzosa reinterpretazione intesa come "occhio fino", cioè "occhio più piccolo" nel senso diano[15].
Per quanto riguarda checca,ipocoristico familiare del nomeFrancesca (o "chicca", al maschile "checco")[18] viene a indicare essenzialmente un uomo molto effeminato; è questo il termine che più sta, nel gergo gay, alla base di espressioni composte (tra le più note: checca fatua, fracica, isterica, manifesta, marcia, onnivora, pazza, persa, sfatta o sfranta, storica, velata). Una curiosità: esiste anche la pasta alla checca, una ricetta romana di pasta al dente condita con sugo[19].
Dal termine vezzeggiativo del nome Francesca il termine avrebbe assunto senso equivoco probabilmente in conseguenza dell'abitudine di alcuni omosessuali di farsi chiamare con nomi femminili; in letteratura, tra i contemporanei è usato da Pasolini, Arbasino, Tondelli e Busi. Nomi alternativi sono il diminutivo "checchina" o l'accrescitivo "checcona", mentre la checcaggine è il modo di fare caratteristico della checca; la checcata è invece un'effusione di carattere omosessuale, il "checchismo" sarebbe l'ideologia delle checche[20].
Un romanzo diWilliam Burroughs, nell'originaleQueer, è stato pubblicato in italiano con il titolo "Checca"[21]
(Luigi MalerbaIl Pataffio[22])
Voce di area meridionale, anche questa di etimo controverso. Su "recchione" (oricchione) vi è la teoria che vuole il toccarsi il lobo dell'orecchio tirandolo verso il basso (facendolo diventare quindi un o-recchione) come un segno di riconoscimento della persona omosessuale quando voleva far sapere d'esser disposto a un incontro sessuale.
Un'altra ipotesi considera la voce come forma aferetica diorecchione, che avrebbe assunto il valore figurativo di persona dalla scarsa virilità; con allusione allaparotite epidemica, unamalattia infettiva dell'infanzia comunemente nota proprio come "orecchioni": se contratta in età adulta può aver la complicazione dell'infiammazione testicolare che può talvolta produrre la sterilità[23]. Nella narrativa contemporanea viene usato da Arbasino,Sebastiano Vassalli inAlcova,Giuseppe Ferrandino inPericle, Ammaniti edEnrico Brizzi.
(Piero ChiaraIlSatyricon nella versione di Piero Chiara[24])
Derivante dalla parolaculo, questasineddoche è in uso quasi esclusivamente a settentrione[25].L'uso delpadano culattone è stato spesso e volentieri utilizzato da vari esponenti di punta (a cominciare daUmberto Bossi[26]), sia in passato sia in tempi recenti, dellaLega Nord per irridere e insultare i gay[27][28], per negare poi in alcuni casi d'aver avuto intenzioni offensive[29].
Termine oramai desueto, dopo esser stato ampiamente familiare e comune fino al XIX secolo, quando definiva normalmente l'omosessuale passivo o il prostituto. Deriva dall'arabobardag, "schiavo giovinetto", che a sua volta proviene dal persianohardah, "schiavo" appunto. Il corrispondente francese cinquecentescobardaches passa presto a indicare queglisciamani appartenenti alle tribù deinativi americani che praticavano iltravestitismo, le persone cioè possedute daidue spiriti.
Nel 1603 la parola è iscritta anche negli atti del procedimento penale per diffamazione controMichelangelo Merisi da Caravaggio eOnorio Longhi:Et che lui l'haveva havuto da una bardassa di essi Honorio et Micalangiolo chiamato Giovanni Battista (insinuando pertanto che Caravaggio avesse inclinazioni omoerotiche nei confronti "delle bardasse")[30].
Il termine si usa anche neL'Alcibiade fanciullo a scola diAntonio Rocco ove si precisa cheil bardassa vuol propriamente dir putto mercenario, e venale, che solo per simplice mercede, quasi un tanto per misura, vende se stesso: né altro attende, che il guadagno servile.
Sino ad arrivare alvate degli italiani, il poeta-soldatoGabriele D'Annunzio; egli difatti nelleLaudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi declama:
Nellalingua inglese "faggot", spesso abbreviato in "fag", è il termine usato soprattutto inNord America per riferirsi in forma offensiva a un uomo gay[37][38][39], ma può essere utilizzato anche come un termine dispregiativo in generale per indicare un maschio repellente; recentemente si usa anche per additare lelesbiche e le personetransgender[39][40][41].
Il termineslangfaggot viene registrato per la prima volta negliStati Uniti d'America nel 1914, nella la sua forma abbreviata Fag pochi anni dopo nel 1921[42]; la sua origine immediata non è chiara, ma si basa sullafascina o fascio di bastoni, un derivato sia dallalingua francese antica[13] sia dallalingua italiana e dallatino volgare a loro volta provenienti dalla parola indicante dellefascine[42][43]. Usata in inglese dalla fine delXVI secolo come termine offensivo per le donne, in particolare quelle vecchie e brutte[42][44], e il riferimento all'omosessuale come "donna finta" può forse derivare da questo. L'applicazione del termine potrebbe essere un accorciamento di "faggot-gatherer" applicato per tutto ilXIX secolo in special modo alle vedove anziane le quali conducevano una vita miserabile tramite la raccolta e vendita di legna da ardere[44]
Una possibilità alternativa è che la parola possa essere collegata alla pratica delfagging nellescuole private dell'impero britannico, in cui lematricole e i ragazzi più giovani svolgevano il ruolo di servitori (e di potenziali oggetti sessuali) verso quelli più grandi[42].
Inlingua yiddish, quella parlata dagli ebrei dell'Europa orientale, la parolafaygele, (lett. "uccellino") sarebbe, secondo alcuni, collegata all'uso americano difag[42][44].
Vi è anche unaleggenda metropolitana portata alla luce dallo storico Douglas Harper[45] secondo cui il significato moderno gergale di "frocio" provenga dal fascio di bastoni per bruciare, riferito alrogo; ma ciò risulta esser del tutto infondato, in quanto l'emergere del termine al principio delXX secolo rimane estraneo alle condanne a morte medioevali europee per omosessualità[42].
Nel 1914, come detto, appare stampata in un vocabolario di slang criminale scritto da Jackson e Hellyer, con alcuni esempi di uso comune e associata a "drag" (da cuidrag queen) nel senso di femminuccia-senza palle[46]; nel 1928 appare in un romanzo dello scrittoreafroamericanoClaude McKay intitolato "Home to Harlem", il che indicherebbe che era utilizzato durante ilrinascimento di Harlem.
Originariamente confinate agli Stati Uniti[42],fag efaggot come epiteti per additare gli uomini gay è diffuso in altre parti del mondo di lingua inglese, come termini peggiorativi ma sia inGran Bretagna sia in altri paesi delCommonwealth in particolare, faggot è ancora usato per riferirsi a una polpetta, mentre fag è una comune parola slang per sigaretta. L'uso difag efaggot per indicare l'uomoeffeminato è inteso come appartenente all'inglese americano e il suo esser stato importato nelRegno Unito è dovuto principalmente agli sketch comici di film e serie televisive provenienti da oltreoceano. Quando nel 2005 il deputato laburista Bob Marshall-Andrews è stato sorpreso utilizzare la parola in uno scambio informale con un collega allacamera dei comuni mentre si trovava in uno stato di pessimo umore, gli è stata contestata una presunta omofobia[47][48].
Durante la sua ricerca etnografica nel contesto delle scuole superiori, la sociologaCheri Jo "CJ" Pascoe esamina anche come gli adolescenti statunitensi utilizzino il termine fag, e suggerendo che l'epiteto venga usato per affermare la propriamascolinità; quando un ragazzo è meno "macho" di loro questo diviene immediatamente ai loro occhi un frocio-fag: il giudizio è quindi suiruoli di genere, mentre l'uso per indicare una vera e propria discriminazione basata sull'orientamento sessuale è meno frequente.
Dire a qualcuno frocio è un modo, all'interno del contesto giovanile, come modo per mettere in ridicolo chi non è forte, coraggioso e virile come gli altri; non è poi un'identità statica che rimane attaccata al ragazzo che riceve l'insulto, è piuttosto un'identità fluida che tutti cercano di evitare, spesso indicando loro per primi qualcun altro come frocio. Lo studio rivela inoltre che ciò è molto più comune tra gli adolescenti di etnia bianca, mentre per i ragazzi afroamericani la preoccupazione più grande rimane quella di agire nel modo più appropriato e consono ai neri; conoscono pertanto molto poco la discriminazione o l'insulto riferito al ruolo di genere o alla sessualità in generale[49].
Nel 1973 unmusical delteatro di Broadway intitolatoThe Faggot, è stato elogiato dalla critica ma condannato dai sostenitori delmovimento di liberazione omosessuale[50].
Nel 1978 il romanzoFaggots, diLarry Kramer, fa discutere lacomunità gay, compreso l'uso della parola frocio per indicare dall'interno il mondo omosessuale[51].
In un documentario del 1995 diRobert Epstein eJeffrey Friedman intitolatoLo schermo velato, basato sul libro omonimo scritto daVito Russo, si racconta anche l'uso di fag/faggot in tutta lastoria del cinema diHollywood[52].
Nella canzone del 2001American Triangle, presente nell'albumSongs from the West Coast,Elton John usa la fraseDio odia i froci: il brano parla diMatthew Shepard, un ragazzo assassinato nelWyoming per il solo fatto di essere stato un "frocio"[53].
Nel 2002 una rivista cattolica, laNew Oxford Review, ha attirato su di sé una notevole polemica per la difesa della parola faggot nei suoi editoriali; durante la corrispondenza intercorsa con un lettore gay è stato chiarito che il termine veniva usato solo per indicare gli "omosessuali praticanti", difendendone quindi l'uso affermando che era importante per preservare lo stigma sociale contro i peccatori[54].
Nel 2006 l'esponente conservatrice e opinionistaAnn Coulter mentre veniva intervistata dall'emittente televisivaMSNBC ha dichiarato senza mezzi termini che l'ex vice presidente statunitenseAl Gore era un "total fag", un frocio totale, e che lo stessoBill Clinton non era in definitiva altro che un omosessuale latente[55].
Sempre in quell'anno, durante un litigio avvenuto sul set diGrey's anatomy,Isaiah Washington insulta ripetutamenteT. R. Knight chiamandolo frocio: ciò ha portato al licenziamento del primo e alcoming out del secondo[56] (l'anno seguente Isaiah ha rivolto pubbliche scuse all'ex-collega esprimendo rammarico per quanto accaduto)[57].
Nel 2007 il proprietario di unaVolkswagen New Beetle (BUG), dopo essersi visto l'automobile riempita di scritte con la vernice spray che lo accusavano d'esser un frocio, ha pensato bene di trasformare la vettura in FagBug e partire per un road trip lungo le strade d'America, questo per aumentare la consapevolezza generale nei riguardi dell'omofobia e deidiritti LGBT: il viaggio è poi stato documentato in un omonimo film[58][59].
Nel 2008 una campagna radiotelevisiva intitolata "The Think Before You Speak" (pensare prima di parlare) ha cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica americana sull'utilizzo ancora molto presente di "fag", ma anche di "gay", come insulti generici[60].
Nel 2009 il 12º episodio della 13ª stagione diSouth Park intitolato The F Word scatena polemiche per l'eccessivo uso della parola frocio, ma anche di gay, in termini insultanti[61][62][63][64].
Anchequeer (lett. "bizzarro, eccentrico, strano") è nato come termine dispregiativo, per poi evolvere ed esser assunto a pieno titolo come parola d'auto-identificazione, entrando a far parte della terminologia LGBT fino al punto da creare unaTeoria queer: vedi anche il romanzoChecca (Queer) diWilliam Seward Burroughs del 1985 e la serie televisiva ingleseQueer as Folk e l'omonimo remake statunitense.
Sempre in lingua inglese,poofter, spesso abbreviato inpoof è il termine usato soprattutto nel Regno Unito per riferirsi in forma offensiva a un uomo gay[65].
Nellalingua francese è il termine denigratorio per eccellenza per indicare l'omosessuale; se e quando viene utilizzato con intento violentementeomofobo è punibile davanti alla legge francese e sanzionato con una multa e una condanna fino a sei mesi di reclusione[66]. Può essere utilizzato nei confronti di uomini considerati troppo effeminati o non conformi alle norme della mascolinità[67] con l'intento di sminuirli[68];sale pédé (sporco frocio) è un insulto tra i più diffusi per riferirsi a chi pratica lasodomia[69].
Etimologicamente la parola è un'apocope dipederasta, colui che tenta sempre e comunque di adescare i ragazzini: originariamente utilizzato per descrivere il rapporto speciale sussistente tra un uomo maturo e un ragazzo nell'antica Grecia; questo non solo in campo sessuale, ma anche educativo. Apparso in francese durante ilXVI secolo nel senso di amore per i ragazzi, prende il significato generale (ed erroneo) di omosessuale a partire dalla metà dell'800[70]: apparso come diminutivo per la prima volta nel 1836[70], ne viene creata la versione al femminile (pédale) il secolo seguente[71] che equivale adyke; oggi, però, "pédale" è usato con riferimento a persona di sesso maschile[72].
La parola viene usata anche nell'espressionecasser du pédé (rompere/spaccare il frocio) per riferirsi alla violenza omofobica solitamente eseguita in gruppo: questa frase è stata ad esempio usata nel caso dell'aggressione mortale compiuta contro François Chenu compiuta da treskinheads nel 2002[73].
Ripreso a volte come termine di auto-designazione, senza quindi alcuna connotazione insultante o presenza di ostilità[74].
Di fronte a un tale assalto verbale, molti omosessuali hanno cominciato a usare il termine originariamente insultante come modo di auto-designazione affermativa[75]; viene a volte usato all'interno della stessa comunità gay per descrivere sé stessi e così disinnescarne la valenza omofobica, mostrando in tal maniera che il pregiudizio non influenza le persone interessate[76].
Alcuni esempi di riappropriazione del termine pédé si trovano in:
Fif ofifì è un sostitutivo gergale pereffeminato che è stato usato tra gli altri anche dallo scrittoreGuy de Maupassant nel suo racconto intitolatoLa signorina Fifì.
Altre parole gergali in uso sonofolle,lope,lopette,tante,tantouze,tata,tafiole,tarlouze e tapette.
Maricón (pluralemaricones) originariamente è un accrescitivo del nomeMarica, a sua volta variante del nomeMaria; usato inlingua spagnola come aggettivo e sostantivo di carattere negativo[79][80] con i significati di maschio omosessuale e uomoeffeminato, ma anche indicante una persona stupida in generale[81].
Spesso usato come rimprovero nei confronti dell'uomo che si dimostra carente di qualità eminentemente maschili, antitesi quindi di macho ed equivalente all'italianofemminuccia[82].Vari autori, comeLuciano Bianciardi inLa vita agra oGeorge Orwell inHomage to Catalonia riportano l'insulto "Fascistas maricones!", indirizzato aifranchisti dai combattenti delFronte Popolare.
In certi settori della comunità gay spagnola, la parola viene usata tra gli stessi omosessuali senza alcuna connotazione peggiorativa, così com'è stato fatto con l'anglofonoqueer: numerosi esempi di questo uso si ritrovano nel film del 2004Cachorro.
Parola scurrile dellalingua tedesca per lo più informale usata per indicare un uomo o ragazzogay o una donna che si comporta in modo molto mascolino; a differenza del termineschwul, questo termine è usato molto meno frequentemente come ironica auto-designazione di valore neutro interna alla comunitàLGBT[83]. Non esiste una sua controparte al femminile[84].
L'equivalente giapponese di frocio è inveceokama (お釜? anche おかま o オカマ), il cui significato letterale sarebbe "pentola" o "contenitore"[85].
Nelmondo classico, come è noto, non si è mai avuto un concetto diorientamento sessuale oidentità di genere, pertanto non si è mai neppur creata una distinzioneeterosessuale-omosessuale atta a identificare l'oggetto del desiderio; nell'antica Grecia, ma molto più ancora nell'antica Roma, la discriminante non era tanto data dal fatto se l'attrazione erotica fosse indirizzata verso persone dello stesso sesso o di sesso opposto, ma piuttosto se quest'attrazione si realizzasse o meno in una modalità "virile" (ossia da maschio).
In tutte lepoleis greche, ma anche precedentemente aCreta durante laciviltà micenea, ove vigeva l'istituzione socio-culturale-educativa e finanche religiosa dellapederastia (dallapederastia cretese allapederastia greca e rigorosamente stabilita nel rapporto tra unerastès-uomo adulto e uneromenos-adolescente) erano punti d'onore inalterabili che: a) non vi fosse alcun atteggiamento troppo condiscendente e femmineo da parte del più giovane, b) che l'eventuale relazione anche erotica che si poteva in certo casi instaurare si tramutasse in solerte amicizia, stima e affetto, quando lo stesso giovane giungeva all'età considerata adulta (ovvero quando egli stesso poteva a sua volta diventare "amante" di uno più giovane di lui).
Lalingua greca antica ha conservato una varietà di termini che si usavano in modo dispregiativo per indicare chi trasgrediva alla summenzionata regolamentazione: damalakos, colui che "peccava" di mollezza, al cinedo, colui che muoveva-kìnein le pudenda-aidòia; fino a giungere alle definizioni più sprezzanti e ingiuriose le quali erano tutte riferite all'effeminatezza (spesso assimilata allaprostituzione maschile). Abbiamo così gynaikìzein-far la parte della donna, gynaikopatèin-patire cose da femmina, gynaikùsthai-diventare una donna, hynopokyptein-il curvarsi per esser messi sotto, kallopéuin-il farsi girare; il bàttalos era "quello che si fa montare", chamaitypos è il prostituto, gynnis è l'effeminato, katapygos-che lo prende nel didietro, kòllops-che si fa voltare. Infine gonipeteìn-il cader ginocchioni, termine che rimanda alsesso orale (pratica impura da riservarsi solo agli schiavi o alle prostitute di più infima categoria)[86].
Ma ancor più forti e coloriti erano gli epiteti utilizzati inlingua latina: termine massimo per indicare la forza e potenza virile del maschio romano era difatti ilpedicare-sodomizzare (che fossero donne, uomini, ragazzi o bambini era del tutto ininfluente); conseguentemente la "condizione" opposta era quella più indecorosa e riprovevole immaginabile. A raggiungere le vette dell'ignominia assieme al subire lapedicatio era sottostare all'irrumatio-il violentare nella bocca.
Peccare diimpudicitia poteva anche arrivare a costare, al pari di quanto accadeva all'uomo adulto greco che si prostituiva o che continuava a preferire il ruolo sessuale passivo, la perdita della cittadinanza, cioè di tutti i diritti (compresi quelli politici) che lo Stato assegnava di diritto a chi nasceva come romano libero: tra le varie denominazioni abbiamo, oltre acinaedus,catamite-ragazzino effeminato (dal nome diGanimede),pathicus,exoletus-prostituto,concubinus-il maschio che fa da moglie,spintria-marchetta (il gettone usato come moneta all'interno dellupanare),mollis-molle (in contrapposizione alla naturale aggressività maschile),tener-tenero (in opposizione alla durezza mascolina),debilis-debole (senza attributi),effeminatus-effeminato,pusio-ragazzo che fa la parte della femmina,discintus-discinto (volgare come una prostituta) emorbosus-malato.
Lasciando a parte quelle parole usate solitamente in termini più affettivi,puer-ragazzo (specialmente comepuer delicatus-ragazzino squisito) epullus-pulcino, si può concludere con l'altamente oscenoscultimidonus, che ha regalato ad altri il proprioano, ossia la parte più intima di sé stesso.
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