Franz nacque dal pittoreWilhelm Marc e da sua moglie Sophie Maurice, dalla quale ricevette una severa formazione calvinista insieme a suo fratello Paul. Per breve tempo coltivò l'idea di diventare pastore. Nel1899 iniziò gli studi alla facoltà di filosofia all'Università Ludwig Maximilian di Monaco, ma nel1900 decise di iscriversi all'Accademia delle belle arti di Monaco e di darsi alla pittura e allo sport.
Fece diversi viaggi; i più importanti per lui furono i due soggiorni aParigi del1903 e del1907. Tornato dalla prima visita, Marc lasciò l'accademia. La seconda esperienza lasciò tracce ancora più evidenti con lo studio dell'opera diVan Gogh. Nel corso di questi anni dipinse prevalentemente paesaggi e ritratti, lavorando traMonaco,Indersdorf eKochel; si dedicò anche all'illustrazione di libri e diede lezioni private per sostentarsi.
Questa esperienza durò solamente un anno, perché quando alla terza mostra del gruppo la giuria rifiutò l'opera astratta di KandinskijKomposition V, Marc e Kandinskij abbandonarono la NKM, fondando alla fine del1911Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro), gruppo artistico che si proponeva di pubblicare annualmente l'omonimo almanacco. Uscì un solo numero nel1912, alla cui redazione presero parte anche Macke ePaul Klee. Marc prese parte alla mostra del gruppo che si tenne a Monaco il 18 dicembre 1911. Nello stesso anno sposò aLondra la pittriceMaria Franck. Partecipò in seguito a tutte le mostre del gruppo e nel 1913 anche a quella diBerlino nella galleria “Der Sturm” nell'ambito del “Primo salone autunnale tedesco”, dove espose importanti quadri dell'ultima produzione che ottennero grande successo.
Nel 1912 venne invitato a far parte del comitato organizzativo del "Sonderbund", aColonia. Qui ebbe anche occasione di visitare una mostra dedicata al futurismo. Per qualche tempo soggiornò inTirolo, prima di stabilirsi a Ried nel 1914, nei pressi diBenediktbeuern (Baviera).
Nel 1914, allo scoppio dellaprima guerra mondiale, Marc si arruolò come volontario. Al fronte realizzò schizzi e aforismi, raccolti nei volumiBriefe aus dem Felde eAufzeichnungen und Aphorismen. Nel 1916 fu esentato dal servizio militare per meriti artistici, ma proprio nell'ultimo giorno di servizio, il 4 marzo, mentre stava compiendo una ricognizione a cavallo, cadde colpito da due schegge di granata nei pressi diVerdun. Fu sepolto aGussainville fino al 1917, quando la moglie Maria ne trasferì le spoglie aKochel am See.
Marc cerca di entrare in sintonia con le scosse panteistiche e gli avvallamenti di sangue nella natura, negli alberi, negli animali, nell'aria.Egli vede nell'animale una metafora di purezza e innocenza; usa isolare la creatura in un contesto rurale. Il suo obiettivo è l'"animalizzazione dell'arte". Di conseguenza, esamina in dettaglio i "meccanismi interni" degli animali: questo ha portato a riflettere su come un cavallo, un'aquila, un capriolo o un cane vedono il mondo e al tentativo di proporre l'immagine del paesaggio così come visto dall'animale invece che come lo vediamo noi con i nostri occhi.D'altra parte, i suoi obiettivi non sono la ricerca della linea di un dipinto animale specifico. Egli cerca uno stile buono, puro e chiaro in cui almeno una parte di ciò che ha da dire possa emergere completamente.Marc dà grande importanza al colore: a questo proposito afferma che quasi tutti i tedeschi commettono l'errore di riprodurre il colore che un oggetto prende esposto alla luce, mentre il colore è qualcosa di diverso che con la luce, intesa come illuminazione, non ha niente a che fare.Blu è il principio maschile e spirituale. Giallo è il principio femminile, gentile, allegro e sensuale. Il rosso, brutale e pesante, deve essere combattuto e superato dagli altri due.
Marc dipingeva animali che avevano per lui valore simbolico, espressione divina come il colore. All'inizio influenzato da van Gogh, in seguito dall'orfismo parigino.
Franz Marc -Else Lasker-Schüler,Lettere al cavaliere azzurro, traduzione diGiuliano Baioni e Paolo Scibelli, A cura e con la Prefazione di Peter-Klaus Schuster, CollanaSaggi n.754, Torino, Einaudi, 1991.