Dopo l'occupazione tedesca e l'instaurazione del governo di Vichy, il generale franceseCharles de Gaulle chiamò alle armi i combattenti fedeli alla causaanti-nazista che si organizzarono sotto la sigla diFrancia Libera per combattere contro gli invasori utilizzando le proprie forze armate che portavano la denominazione diForces françaises libres, in italianoForze francesi libere.
Il movimento, organizzato dal generale de Gaulle, da alcuni militari e politici francesi decisi a rifiutare una pace separata con ilTerzo Reich e a continuare a combattere accanto alRegno Unito, si formò a Londra il 18 giugno 1940, quattro giorni prima delsecondo armistizio di Compiègne.
Nel giugno 1944 fu costituito unGoverno provvisorio, guidato da de Gaulle, che riconsegnò il potere nel gennaio 1946.
Il generaleCharles de Gaulle, nel 1940, era uno dei membri dell'alto comando dell’esercito durante labattaglia di Francia. Mentre le forze tedesche dimostravano la loro superiorità sui campi di battaglia e l'Italia dichiarava a sua volta la guerra, i governanti francesi si trovarono nelle condizioni di dover negoziare un armistizio con gli invasori.
Il generale de Gaulle, insieme ad un piccolo gruppo di politici, si oppose strenuamente alla resa alle forze tedesche: atterrato aBordeaux alle ore 21.30 del 16 giugno proveniente daLondra dove aveva avuto colloqui con i dirigenti britannici, il generale apprese delle dimissioni diPaul Reynaud e decise di ripartire subito per ilRegno Unito. Alle ore 09.20 del 17 giugno de Gaulle lasciò la Francia a bordo di un aereo britannico; secondo le parole del generale, "la partenza ebbe luogo senza romanticismi e senza difficoltà"[2].
Il 16 giugno il nuovo presidente del Consiglio francesePhilippe Pétain intavolò i primi incontri con i rappresentanti dell'Asse, per definire i dettagli della resa e l'instaurazione del nuovo governo filotedesco.
Il 18 giugno, de Gaulle parlò ai francesi tramite i microfoni dellaBBC, chiedendo ai soldati, ai marinai e agli aviatori di lasciare l'esercito ufficiale e di unirsi per combattere l'invasore nazista. Il cosiddetto "appello del 18 giugno" (appel du 18 juin) non ebbe molto ascolto, ma i seguenti discorsi di de Gaulle ebbero risonanza notevole.
Alcuni esponenti del Gabinetto britannico tentarono di fermare i proclami del Generale, ma lo stesso primo ministroWinston Churchill intervenne in sua difesa e in supporto della Francia Libera. L'appello di de Gaulle è ancora oggi uno dei più famosi e importanti discorsi della storia francese.
Il 22 giugno, Pétain, investito della carica di presidente del Consiglio dal parlamento francese liberamente eletto, firmò la resa incondizionata. De Gaulle venne processato in contumacia, e condannato a morte per tradimento, in quanto aveva dichiarato di essere l'ultimo membro del governo Reynaud in grado di esercitare il comando e di essere quindi il legittimo governatore della nazione, affermando pubblicamente l'incostituzionalità del governo Pétain.
Nell'ordine generale n. 2 del 3 luglio 1940, ilviceammiraglioÉmile Muselier, nominato solo due giorni prima capo delle forze navali della Francia Libera, istituì ufficialmente la bandiera e la coccarda con i colori della Francia e la croce.
Nonostante i ripetuti appelli, a luglio di quell'anno solo 7.000 persone si erano offerte volontarie per combattere con le forze della Francia Libera. La marina dell'organizzazione poteva contare su 50 navi e circa 3.700 uomini distaccati presso laRoyal Navy.
Ai caduti francesi è dedicato un monumento a forma di croce di Lorena sulla Lyle Hill aGreenock: tra di questi sono ricordate le vittime della esplosione dellaMaillé Brézé, oltre alle vittime delle navi francesi partite dal porto della città.
Sotto il controllo dei tedeschi e degli italiani la flotta francese rappresentava un grande pericolo per le operazioni britanniche. Per neutralizzarne la minacciaWinston Churchill ordinò la resa delle rimanenti navi francesi agliAlleati, o essere messe alla fonda in un porto amico o altrimenti sarebbero state distrutte.
Con l'operazione Catapult la marina inglese attaccò i porti diMers-el-Kébir eDakar, il 3 luglio 1940, colpendo gravemente le navi della flotta francese ivi ormeggiate. Questo attacco causò molto scalpore in Francia e gettò una cattiva luce sul movimento di de Gaulle, spingendo molti soldati e marinai a non rispondere all'appello del Generale.
Operazioni sotto copertura per convincere le forze dell'Africa Francese a unirsi al movimento indipendentista fallirono ripetutamente, finché nell'autunno 1940 le colonie francesi inCamerun e inAfrica Equatoriale si misero a disposizione di de Gaulle. In seguito si unirono anche le colonie dellaNuova Caledonia,Polinesia Francese, Saint-Pierre e Miquelon e leNuove Ebridi.
Nel settembre 1941, de Gaulle creò ilComité national français (CNF,Comitato nazionale francese), il governo della Francia Libera in esilio. Il 24 novembre gliStati Uniti garantirono il supporto economico all'iniziativa.
I soldati del movimento parteciparono con gli Alleati alle campagne in nord Africa, inLibia e inEgitto. Il generaleMarie Pierre Koenig e la sua unità, la Prima Brigata Francia Libera, combatterono contro l'Afrika Korps nellabattaglia di Bir Hakeim nel giugno 1942, ma furono costretti a ritirarsi.
NelCiad intanto il colonnelloPhilippe Leclerc attaccò le forze italiane al comando di un battaglione di 16.500 uomini delle truppe coloniali.
Durante l'operazione Torch, l'invasione alleata delle colonie nordafricane del governo di Vichy nel novembre 1942, numerose unità si arresero senza combattere e si unirono alla Francia libera. Le difese costiere di Vichy furono catturate da movimenti dellaresistenza francese; il generaleHenri Giraud abbandonò il governo ufficiale per unirsi agli Alleati, ma non era una figura sufficientemente autoritaria per imporsi al comando del movimento Francia Libera, nonostante fosse supportato dagli statunitensi: de Gaulle rimase al comando.
In seguito all'operazione Torch i nazisti misero in dubbio la fedeltà del governo di Vichy e occuparono la Francia nel novembre 1942. Questo atto risultò offensivo per le forze di Vichy distaccate in Africa: l'armata d'Africa, 60.000 uomini, si unì agli alleati diventando il diciannovesimo corpo francese, e combattendo inTunisia al fianco della I Armata inglese e del 7º Corpo statunitense fino all'aprile 1943.
Principalmente per colpa dell'equipaggiamento antiquato, l'armata francese lasciò sul campo moltissime vittime, oltre 16.000 uomini, in una strenua lotta contro le forze tedesche ormai alla disperazione.
Le forze della Francia Libera intervennero contro gli italiani inEtiopia edEritrea, e combatterono contro i connazionali lealisti inSiria e inLibano.
Nel novembre 1943 le forze francesi ricevettero numerose consegne di equipaggiamento da parte degli americani come aiuti per ilpatto Lend-Lease, e furono in grado di rimettere in campo 8 divisioni e di restituire l'equipaggiamento obsoleto ottenuto in prestito dai britannici; le forze della Francia Libera e gli ex-regolari di Vichy vennero ufficialmente uniti.
I primi reparti delleForces françaises libres a costituirsi, in Inghilterra, furono leForces aériennes françaises libres. Presto si formò una marina, leForces navales françaises libres e si costituirono le prime unità dell'esercito: il Corps expéditionnaire français libre, che poi divenne la1re brigede française libre, costituita con reparti dellaLegione straniera e truppe indigene, che nell'ottobre 1942 combatté contro ladivisione Folgore a El Alamein e infine trasformata nella1re division française libre, con truppe di stanza nelle colonie. Fu quindi costituita nel 1943 una seconda divisione, la2e division blindée.
Dopo la liberazione della Francia, le forze militari si ampliarono velocemente fino a raggiungere nel maggio 1945, 1.250.000 uomini, incluse 7 divisioni di fanteria e 3 divisioni corazzate in territorio tedesco.
Laresistenza francese crebbe in forza e in numero. Charles de Gaulle dall'estero coordinò un piano per raccogliere sotto il suo controllo diversi gruppi delle resistenza interna e cambiò il nome del movimento daFrancia Libera aForces françaises combattantes (Forze francesi combattenti); mandòJean Moulin in Francia per riunire gli otto principali movimenti partigiani in un unico gruppo: Moulin li convinse a formare unConsiglio nazionale della resistenza. Durante la missione, Moulin fu catturato dai tedeschi e torturato a morte.
Per paura che i tedeschi distruggessero Parigi in caso di un attacco frontale, il generaleDwight Eisenhower ordinò alle sue forze di fermarsi: i parigini si scatenarono in una rivolta e de Gaulle, furioso, chiese insistentemente a Eisenhower di poter intervenire.Sotto la minaccia di portare avanti un attacco non autorizzato, de Gaulle riuscì a strappare al generale statunitense il permesso di intervenire in supporto dei ribelli per evitare che questi fossero massacrati come avvenuto aVarsavia[senza fonte]. Vari reparti della2ª Divisione corazzata nell'agosto 1944 avanzarono in modo autonomo verso la cintura parigina, ed alcuni elementi avanzati raggiunsero la periferia di Parigi scontrandosi con una debole resistenza da parte tedesca e si congiunsero con i resistenti. De Gaulle e le forze della Francia Libera penetrarono nella città eliberarono la capitale. Il generaleVon Choltitz, comandante militare della città, firmò la resa nelle stanze dell'Hotel Meurice.
Nel settembre 1944 le forze francesi libere ammontavano a 560.000 uomini. Pochi mesi dopo, alla fine dell'anno, erano forti di un milione di combattenti ed erano impegnati in combattimento inAlsazia, sulleAlpi e inBretagna.
Terminata la seconda guerra mondiale, il Governo provvisorio, guidato dal generale De Gaulle, riconsegnò il potere nel gennaio 1946 al capo provvisorio del governoFélix Gouin e furono convocate le elezioni per l'Assemblea nazionale.
Cronologia dei territori amministrati dalla Francia Libera
Insediamenti Francesi in India (Chandernagor,Pondichéry,Karikal,Mahé,Yanaon). Malgrado in un primo momento avesse riconosciuto l'armistizio e il governo Pétain, il governatoreLouis Bonvin (sotto pressione e minaccia britannica[3]) cambiò presto idea e il 27 giugno dichiarò che avrebbe continuato la lotta contro l'Asse a fianco degli alleati inglesi[4]; il 12 luglio assicurò a de Gaulle la sua cooperazione e il 9 settembre aderì formalmente alla France Libre.
Condominio delle Nuove Ebridi. Il Commissario ResidenteHenri Sautot si schierò per la France Libre il 20 luglio, rendendo il Condominio il primo territorio a farlo[5]; nel settembre fu nominato da de Gaulle governatore della Nuova Caledonia.
Nuova Caledonia. Dopo che il Consiglio generale dell'isola si fu espresso a favore della continuazione della guerra, il governatore pro-Vichy Pelicier fu costretto a fuggire in Indocina (4 settembre)[6]. Il governo passò poco dopo a Sautot (19 settembre).[7]
Polinesia Francese. Nel giugno 1940 il governatoreFrédéric Chastenet de Géry aveva riconosciuto il governo di Vichy; nelle isole aveva tuttavia cominciato a formarsi un gruppo clandestino affiliato alla France Libre, dichiarato in agosto illegale e sovversivo dal governatore. Il 1 settembre il Comitato condusse un referendum illegale sulle isole di Tahiti e Moorea, da cui risultò che la maggioranza dei votanti era favorevole alla France Libre. Il giorno seguente il Comitato costrinse de Géry a dare le dimissioni e formò un "Consiglio Provvisorio d'Oceania", presto riconosciuto da de Gaulle. Il 12 settembre fu installato come governatore per conto della France LibreEdmond Mansard.
Africa Equatoriale Francese eMandato del Camerun. Il 26 agosto 1940 il governatore del CiadFélix Éboué dichiarò la propria adesione alla France Libre[8]; il giorno seguente il generale gollistaPhilippe Leclerc giunse a Douala, assumendo il controllo del Camerun a danno del governatore pro-VichyRichard Brunot[9]; il 28 agosto in Congo un ufficiale gollista riuscì ad assumere il controllo della colonia e il 29 anche il governatore dell'Ubangi-Sciari si dichiarò per la France Libre. La situazione apparve invece molto più complicata nel Gabon: qui il governatoreGeorges Masson aveva in un primo momento deciso di seguire l'esempio dei suoi colleghi nelle altre colonie equatoriali ma, di fronte all'ostilità dei francesi residenti nella colonia e del vescovo di Libreville, aveva in seguito rinunciato, arrestando i sovversivi presenti sul territorio[10]. Per avere anche quel territorio fu perciò necessario condurre una breve campagna militare (Campagna del Gabon, 12 ottobre-12 novembre 1940), guidata da Leclerc eKoenig col sostegno britannico[11].
1941
Mandato di Siria e Libano. Dopo la conclusione dellacampagna d'Iraq Churchill decise di invadere la Siria francese per evitare che questa potesse cadere in mano degli italo-tedeschi, con potenziali gravi conseguenze sull'andamento delle operazioni in Nordafrica. Lacampagna militare si svolse tra l'8 giugno e il 14 luglio 1941 e si concluse con la resa delle forze di Vichy guidate dal generaleHenri-Fernand Dentz[12]. Il governo della Siria passò alla Francia Libera, nella persona del generaleGeorges Catroux il quale, il 26 novembre 1941, riconobbe l'indipendenza dei due territori[12] (anche se di fatto i francesi vi rimasero fino al 1946).
Saint Pierre e Miquelon. Malgrado la contrarietà degli Stati Uniti (che, a differenza del Regno Unito, riconoscevano il governo di Vichy) ma col segreto sostegno di Churchill[13], il 23 dicembre 1941 de Gaulle ordinò all'ammiraglioÉmile Muselier di sbarcare nell'arcipelago nordamericano. L'operazione si risolse senza sparare un colpo ed una successiva consultazione referendaria tra gli isolani diede una schiacciante vittoria alla causa gollista[14].Alain Savary, che aveva partecipato all'operazione, fu nominato governatore.
1942
Wallis e Futuna. L'unico possedimento francese nel Pacifico rimasto fedele al governo di Vichy fu occupato il 27 maggio 1942 da un piccolo contingente della France Libre; il governatore Vrignaud si arrese senza opporre resistenza. L'operazione sarebbe dovuta partire il giorno seguente, ma per iniziativa di de Gaulle le truppe francesi sbarcarono prima di quelle americane e a loro insaputa, per evitare qualsiasi possibile discussione sull'amministrazione dell'arcipelago.[15]
Madagascar e territori dipendenti. La fulminea espansione giapponese tra il dicembre del 1941 e l'estate del 1942 provocò in Churchill il timore di un'offensiva nipponica nell'Oceano Indiano, che avrebbe messo gravemente a rischio i collegamenti navali tra la Gran Bretagna e l'India. Fu così che decise di dare seguito alla proposta fattagli da de Gaulle, di occupare il Madagascar[16]. Dopo lo sbarco il 5 maggio e la presa di Diego Suarez, i britannici riuscirono a prendere il controllo dell'intera isola in sei mesi, debolmente contrastati dai francesi. Il 6 novembre il governatoreArmand Léon Annet firmò l'armistizio; il controllo dell'isola e delle sue dipendenze (tra cuiMayotte e leComore, occupate il 2 luglio e il 25 settembre) andò alla France Libre, nella persona del generalePaul Legentilhomme (14 dicembre).[17]
La Riunione. Il 28 novembre 1942 una piccola forza di 60 uomini della France Libre sbarcò sull'isola, prendendone il controllo in due giorni grazie anche al sostegno comunista.[18]
Costa Francese dei Somali. In seguito alla conquista britannica del Madagascar e all'Operazione Torch, nella Somalia Francese cominciarono a farsi più frequenti le diserzioni da parte del personale militare, che si rifugiava nei vicini territori britannici. Di fronte a ciò il governatoreChristian Raimond Dupont avviò a novembre trattative con gli inglesi, permettendo il ritorno dei reparti che avevano disertato; la consegna ufficiale avvenne il 28 dicembre e il primo governatore della Francia Libera fuAndré Bayardelle.[19]
1943
All'inizio del 1943 la maggioranza dei possedimenti coloniali erano ormai controllati o dalla France Libre gollista o dal governo istituito dal generaleGiraud inAlgeria,Marocco,Togo eAfrica Occidentale Francese dopo l'Operazione Torch. L'amministrazione di Giraud (che governava con la carica di "Alto Commissario", riconosciutagli dagli Alleati) era causa di dissapori con lo schieramento gollista, in quanto, formalmente, si trattava di un'amministrazione del governo di Vichy, ma alleata degli anglo-americani. Si era creata insomma la complicata situazione in cui due schieramenti francesi si trovavano dalla parte degli Alleati, ma di cui uno non riconosceva il governo di Vichy, mentre l'altro era espressione, seppur ribelle, di quel governo; la situazione era poi ulteriormente complicata dal fatto che gli Stati Uniti riconoscevano il governo di Vichy, mentre i britannici no.
La situazione venne sbrogliata da colloqui tra de Gaulle e Giraud, che portarono all'unificazione dei due schieramenti pro-alleati nelComitato francese di Liberazione nazionale, il 3 giugno 1943.
Escludendo l'Indocina, i rimanenti possedimenti coloniali francesi ancora fedeli al governo di Vichy (Guyana eAntille) vennero in mano degli schieramenti pro-alleati tra il marzo e il luglio 1943: la Guyana il 16 marzo[20] (dopo le dimissioni del governatoreRenè Veber, il sindaco di Caienna mandò un messaggio a de Gaulle per la nomina di un nuovo governatore e, su pressione del console americano, ne inviò uno identico anche a Giraud, con il risultato che furono nominati due governatori; quello obbediente a Giraud riuscì ad arrivare per primo), le Antille il 14 luglio (aMartinica eGuadalupa giunse per conto del ComitatoHenri Oppenot ad assumere il controllo delle isole, mentre il governatore, ammiraglio Robert, già arresosi agli americani il 2 luglio, fuggiva a Porto Rico dopo le proteste anti-Vichy della popolazione avvenute nelle settimane precedenti).[21]
«Da allora e fino al 1944 diventò il simbolo dell’intera Resistenza francese: fondatore del movimento dellaFrancia libera, a capo del Comitato francese di liberazione nazionale (Algeri, 1943)»
^Former Governor Of New Caledonia Dies In Noumea Pacific Islands Monthly, April 1963, p.141.
^David Stanley (1989). South Pacific Handbook. David Stanley. p. 549.
^Jean-Marc Regnault, «La France Libre, Vichy et les Américains: Des relations difficiles dans le Pacifique en guerre. L'exemple des îles Wallis et Futuna (1940-1942) », Outre-mers, vol. 91, no 344, 2004, p. 181–200
^Winston Churchill, The Second World War, Plon, 1948-1954; rééd. La Deuxième Guerre mondiale, Le Cercle du Bibliophile, 12 vol. , 1965-1966, tome sixième, «La grande alliance – L'Amérique en Guerre, 1941–1942», chap. XV: «Washington et Ottawa», p. 303-304.
^ Yvan Combeau,La Réunion: Une Colonie Gaulliste en Reconstruction (1942–1945), inGuerres mondiales et conflits contemporains, Les territoires de l'Océan Indien dans la Deuxième Guerre mondiale, vol. 246, aprile 2012, pp. 63-78,JSTOR23324972.