Ilfossato, inarchitettura, fa parte dei dispositivi difensivi deicastelli e delle antichecittàfortificate.Materialmente consta di unoscavo, che può averedimensioni variabili, giacente sulperimetro esterno delle opere difensive in questione. Il suo scopo era impedire, o almeno rendere difficoltoso, l'accesso dei nemici alla località presidiata. Più spesso si scavava fino a raggiungere (in pianura) lafalda acquifera o (in terreni accidentati) la roccia vergine, per impedire o rendere assai difficile lo scavo di unamina.
Si trova tra il muro discarpa e quello dicontroscarpa. A seconda del terreno poteva essere permanentemente pieno d'acqua, munito di una piccola roggia che bloccata in tempo diassedio poteva allagarlo completamente, o semplicemente asciutto. Nei fossati più antichi si tratta di un unico invaso, senza opere difensive al suo interno, ma col progredire dellafortificazione alla moderna si trasformò, assumendo tracciati assai complessi, occupati da numerose opere esterne come mezzelune, controguardie, rivellini, caponiere e altre. Inoltre, mentre nelle fortificazioni antecedenti l'introduzione delleartiglierie il fossato era spesso tralasciato per difficoltà di scavo o motivi economici, nella fortificazione alla moderna divenne parte integrante e irrinunciabile del sistema difensivo.
Pertanto, illemma sottende un'immagine di assiduità, di complessità nell'azione di scavo, che davvero ben si attaglia a descrivere il fossato quale opera anti-ossidionale.
L'evoluzione del manufatto affonda le proprie radici negli albori dellastoria umana. Basterebbe pensare almito diRomolo e Remo per avere una pallida idea della sua antichità.
Ricostruzione grafica delle fortificazioni di Cesare ad Alesia (52 a.C.).
Il terminefossa appare con la prima descrizione fatta daPolibio[2] dell'accampamento militare romano (castrum). Quest'ultimo era circondato da un fossato che normalmente aveva forma aV e dimensioni di:
un metro circa di profondità per una pari larghezza di un metro, nel caso di campo provvisorio da marcia;
che poteva raggiungere i tre metri di profondità per quattro di larghezza, sempre nel caso di un campo provvisorio da marcia, ma in prossimità di un esercito nemico;[3]
nel caso di un lungoassedio, come ad es. nellabattaglia di Alesia,Gaio Giulio Cesare ordinò la costruzione di due fosse larghe quattro metri e mezzo e profonde circa uno e mezzo lungo il lato interno, dove la fossa più vicina alla fortificazione fu riempita con l'acqua dei fiumi circostanti.
Il periodo di maggior uso dei fossati fu probabilmente ilMedioevo, quando la loro presenza rispondeva soprattutto all'esigenza di impedire l'accosto ditorri d'assedio o di altre macchine ossidionali allastruttura difensiva.
Com'è intuitivo, l'avvento dellapolvere da sparo, innovò profondamente la natura e l'utilità delle tradizionali roccaforti, dando vita a quella che si chiamafortificazione alla moderna. Difatti, laddove in origine prevaleva la funzione impeditiva dell'alto e robustovallum, l'impiego dell'artiglieria (in senso moderno, ossia con propulsione del proietto mediantepolvere pirica) determinò viepiù l'esigenza di profilare le fortificazioni in modo tale da scongiurare l'eventualità che ilproiettile (primitivamente nonesplosivo) attingesse le opere difensive con un'incidenza prossima all'angolo retto. Esempi moderni di una talestrategia difensiva sono facilmente riscontrabili nelle linee assunte datorrette ecorazze neicarri armati di ultimagenerazione (parimenti, nell'intento di far "scivolare" lagranatacontrocarro o il proiettile di qualunque sorta, al fine di minimizzarne l'efficacia). Va da sé che il nuovo scenario sminuiva grandemente l'importanza del fossato (l'aggressione alla cinta non presupponeva più un contatto immediato tra le schiere opposte, ma al contrario si manifestava a una distanza direttamenteproporzionale ai progressibalistici in termini digittata e diprecisione ditiro).
Algiorno d'oggi, il fossato è obsoleto come difesa anti-uomo, ma presenta ancora qualche efficacia come ostacolo contro i veicoli. È stato spesso utilizzato nella costruzione di linee difensive durante laprima eseconda guerra mondiale, come ad esempio in Italia, nei principali sbarramenti delVallo Alpino, per contrastare l'avanzata dicarri armati nemici.
Un fossato di tipo "diamante" è un particolare tipologia di fossato solitamente posto davanti alle aperture per le postazioni delle armi e per gli ingressi nelle casematte e bunker. Questi hanno la funzione di contenere le macerie che potevano crearsi da un bombardamento, che in caso di sua mancanza, andrebbero a coprire il campo da vista delle feritoie, rendendole quindi inservibili o ostruendo l'accesso o l'uscita dalle opere.
Questa tipologia di fossato serve anche per evitare che un avversario possa avvicinarsi all'opera con troppa facilità. Inoltre può riparare le postazioni da lanci di bombe a mano, le cui schegge non dovrebbero più colpire la feritoia. Nelle opere di montagna questi fossati permettono in condizioni di fresco innevamento, di evitare di spalare la neve davanti alla feritoia.
Il suo utilizzo è stato molto comune nella costruzione delle opere dellalinea Maginot, ma non altrettanto in Italia.