Nellamatematica, e in particolare nelcalcolo infinitesimale, le scritture:[1]
individuano le cosiddetteforme indeterminate, che sono collezioni difunzioni di unavariabilereale esprimibilicomponendo (mediante una moltiplicazione, una divisione o un elevamento a potenza) due funzioni di variabile reale e aventi un determinato comportamento quando la variabile tende a un valore finito o infinito di aderenza per entrambi idomini delle funzioni.
Consideriamo in particolare la prima delle forme sopra introdotte; la funzione
relativamente al tendere della variabile ad un opportuno elemento dell'insieme dei reali esteso, si attribuisce alla forma se e tendono entrambe a quando tende a.
Può accadere che questa funzione rapporto si avvicini a un qualsiasi numero reale, a o a, oppure che non riesca a convergere ad alcun punto sullaretta reale estesa; il suo comportamento dipende dalle caratteristiche delle funzioni e in vicinanza di. Ad esempio:
mentre:
La sostituzione diretta delle funzioni anumeratore e adenominatore con i corrispondenti limiti per entrambi i precedenti rapporti, porta ad attribuire la funzione alla forma indeterminata, mentre ilimiti di entrambi i rapporti esistono effettivamente e sono uguali a e rispettivamente.
Per altri rapporti che appartengono alla stessa forma indeterminata il limite non esiste.
Osservazioni simili valgono per le altre forme indeterminate indicate in precedenza.
In molti casi, qualche semplificazione algebrica, laregola di De L'Hôpital, o altri metodi possono essere usati per semplificare l'espressione fino ad un punto nel quale si riesce a valutare il limite.
Il calcolo deilimiti notevoli può essere inoltre svolto o semplificato grazie allastima asintotica.
Si noti che per qualsiasi non nullo e (si vedaDivisione per zero) non sono forme indeterminate.
Laregola di De l'Hôpital permette di risolvere direttamente le forme indeterminate sotto forma di quoziente, ovvero e. In pratica si procede derivando il numeratore e il denominatore. Se esiste il limite di questo nuovo quoziente, allora esisterà anche il limite del quoziente originale e i due limiti sono uguali. Se invece il nuovo quoziente converge a sua volta ad una forma indeterminata, si può ripetere l'operazione calcolando la seconda derivata e così via. La non esistenza del limite del quoziente delle derivate comunque non implica la non esistenza del limite del quoziente originale.
Nel caso in cui ci si trovi davanti ad una forma indeterminata che non sia sotto forma di quoziente, è possibile applicare la regola di de l'Hôpital previa trasformazione della forma indeterminata in un quoziente.
In particolare, la tabella seguente mostra le varie trasformazioni che si applicano per risolvere forme di indeterminazione con il teorema di De l'Hôpital:
Forma | Condizione | Risultati | Trasformazione |
, | non necessaria | ||
, | non necessaria | ||
, | oppure | ||
, | |||
,[2] | |||
, | |||
, |
Consideriamo la successione:
quoziente di duepolinomi di grado e. Vogliamo studiare il caso in cui si presenta una forma indeterminata.
Raccogliendo al numeratore e al denominatore si ha:
cioè:
dove:
poiché qualunque sia non nullo si ha:
poiché vale: