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Il terminefobia (dalgreco φόβος,phóbos, "panico, paura") indica un'irrazionale e persistentepaura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività, animali opersone, che può, nei casi più gravi limitare l'autonomia del soggetto come nel caso dell'evitamento, ma che non rappresenta un reale pericolo per la persona.[1]
La fobia è una manifestazionepsicopatologica riguardante stati dell'Io non pienamente inserito con l'ambiente che lo circonda: pur essendo spesso legata, apparentemente, a un oggetto o una situazione concreta, il contenutopsicologico che è alla base della fobia non coincide con quell'oggetto, che svolge semplicemente il ruolo di motivazione occasionale della crisi fobica.
Ilsintomo principale di questo disturbo è l'irrefrenabile desiderio di evitare l'oggetto o il luogo che incute timore; il fobico tende a fuggire da quelle rappresentazioni che creano in lui un senso diangoscia; questo significa che sposta inconsciamente su oggetti esterni e su situazioni "fobizzate", ossia caricati simbolicamente di valenze negative, le sue preoccupanti relazioni con elementi interni che, in questo modo, vengono rifiutati[1].
L'individuo fobico non può sottrarsi volontariamente alla sua paura, sebbene il suoinsight sia sufficientemente buono da rendersi conto dell'irrazionalità e della sproporzionalità di questo vissuto, che permane per un determinato periodo di tempo e determina un disadattamento del soggetto al suo ambiente.
Il suffisso-fobia viene talvolta anche usato per definire alcune paure o avversioni generiche che rientrano piuttosto nella categoria deipregiudizi, e che non vanno confuse con le fobie clinicamente definite, come nei casi dellaxenofobia o dell'omofobia.
Le interpretazioni della fobia sono varie, a seconda delle modalità di indagine e di approccio impiegate.
Per lapsicoanalisi la fobia è imputabile alla rimozione di contenutiinconsci che manifestano il loro effetto portando l'individuo ad evitare una certa situazione. L'eventotraumatico (appartenente al periodo dell'infanzia o della vita adulta) subisce un fenomeno dispostamento su una situazione o su un oggetto specifico.
A livello di pulsioni inconsce, la fobia è causata dalla rimozione di un'idea, di un desiderio o di un impulso inaccettabile. L'interpretazione psicoanaliticafreudiana restringe il ventaglio di ipotesi, in quanto definisce lasindrome fobica come una conseguenza del mancato superamento delcomplesso di Edipo (isteria diangoscia) e dell'angoscia dicastrazione[1]. Vi è quindi una negazione del problema interno ed un trasferimento della angoscia dalla situazione psicologica interna verso il mondo esterno che viene caricato simbolicamente di valenze negative e fobiche.
Nelcomportamentismo, invece, l'origine della fobia va ricercata nell'associazione con una esperienza spiacevole precedentemente provata, rievocata dall'oggetto della fobia[1]. Anche le relazioni interpersonali del momento possono instaurare un particolare collegamento, rappresentato dalla fobia stessa, tra il malato e l'ambiente.
Attualmente, lapsicoterapiacognitivo-comportamentale sostiene che il disturbo derivi da un cattivo apprendimento che può avvenire per condizionamento classico (Preparedness Theory di Seligman) o per apprendimento sociale (Bandura). Il disturbo si viene poi a mantenere per condizionamento operante tramite l'evitamento, dove il rinforzo negativo è rappresentato dalla sensazione di diminuzione dell'ansia per effetto dell'allontanamento dalla situazione fobica.