Publio Flavio Vegezio Renato (in latinoPublius Flavius Vegetius Renatus;fl.V secolo) è stato unfunzionario escrittoreromano.
Appartenente al ceto più alto dell'aristocraziatardoromana (detenne il rango divir illustris), fu ricco possidente[1] e, contro quello che si potrebbe pensare in quanto autore dell’Epitoma rei militaris, non fu unsoldato di professione, anzi dovette essere certamente estraneo alla vita militare, anche perché nel suo trattato militare si astiene da riferimenti pratici alla vita del campo. Il nomeRenatus e il fatto che riporti la formula delsacramentum militare (ovvero del giuramento suDio,Gesù e loSpirito) nell’Epitoma (II, 5), fanno pensare che sia statocristiano.
Si sa pochissimo sul suo conto: in alcuni manoscritti gli sono attribuiti i titoli divir illustris e dicomes e probabilmente faceva quindi parte dell'aristocraziasenatoria della corte imperiale. Da allusioni presenti nei suoi scritti sembrerebbe sia statocristiano.
È noto per il trattatoEpitoma rei militaris (conosciuto anche comeDe re militari), che tratta in quattro libri dell'arte della guerra e fu scritto, come egli stesso riporta, su richiesta dello stesso imperatore. L'identificazione dell'imperatore a cui si riferisce è incerta: si è pensato in particolare aTeodosio I, aValentiniano II,Valentiniano III o, e questa sembra essere l'identificazione più verosimile, aTeodosio II.[2]
Suoi sono pure iDigesta artis mulomedicinalis (oMulomedicina), un trattato in tre libri diveterinaria tratto da scritti precedenti: la cosiddettaMulomedicina Chironis e l'Ars veterinaria diPelagonio, del principio delIV secolo. Vegezio scrisse anche unaDe curis boum epitoma (in un unico libro, a torto considerato dai più come il quarto libro dellaMulomedicina) desunta quasi interamente dal VI libro delDe re rustica diColumella.
Il suo nome originario fu probabilmente Publio Vegezio Renato, a cui si aggiunse il nome imperiale di Flavio, come titolo onorifico. Quasi tutti i manoscritti dell'Epitoma rei militaris riportano il nome dell'autore sotto la forma "Flavio Vegezio Renato"; quelli dellaMulomedicina hanno invece "Publio Vegezio Renato", forse in quanto si trattava di un'opera estranea alle sue funzioni ufficiali, o forse perché redatta prima di ottenere l'attribuzione onorifica del nome imperiale.
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