Fininvest - Finanziaria di Investimento | |
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Stato | ![]() |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 21 marzo1975 aRoma |
Fondata da | Silvio Berlusconi |
Sede principale |
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Controllate |
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Persone chiave |
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Settore | Holding |
Prodotti | |
Fatturato | 3,87 miliardi di € (gruppo) (2023) |
Utile netto |
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Dipendenti | 17.223 (2023) |
Sito web | www.fininvest.it/ |
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Finanziaria di Investimento - Fininvest S.p.A. è laholding che detiene il repartoazionario della famiglia Berlusconi, fondata nel 1975 daSilvio Berlusconi.È considerata una delle più potenti holding italiane ed europee[senza fonte], con unpatrimonio netto a bilancio di 4,69 miliardi di euro al 31 dicembre 2023.[3]
Dal 2005, è presieduta daMarina Berlusconi, figlia del fondatore. L'amministratore delegato è Danilo Pellegrino.[4]
È il maggiore azionista (con la maggioranza dei diritti di voto) diMFE - MediaforEurope (fino al 2021 Gruppo Mediaset). È il secondo azionista diBanca Mediolanum (dopo lafamiglia Doris) e possiede la maggioranza diArnoldo Mondadori Editore. È l'azionista unico diTeatro Manzoni (Milano) eAC Monza (squadra di Serie A). Fino al 2017 era parte del gruppo l'AC Milan.
Al 31 dicembre 2023 il gruppo conta 17.223 dipendenti. Il fatturatoconsolidato è di 3,87 miliardi di euro, con un utile consolidato di 200,2 milioni. Alla stessa data, l'utile netto della holding è di 133,1 milioni di euro.[3]
Il 21 marzo1975Silvio Berlusconi - presidente dellesocietà edilizie Edilnord s.a.s. (nata nel 1963) e Italcantieri s.r.l. (fondata nel 1973)[5] - costituì aRoma unasocietà a responsabilità limitata denominata "Fininvest". L'11 novembre dello stesso anno la Fininvest divenne unasocietà per azioni e aprì una sede amministrativa aMilano, assumendo il controllo delle altre società di Berlusconi.
Nello stesso periodo Berlusconi effettuò le sue prime operazioni nel comparto mediatico: rilevò nel1977 una quota della Società Europea di Edizioni, editrice del quotidiano milaneseil Giornale, diventando nel giro di due anni l'azionista di maggioranza, ed acquisì l'emittente televisiva localeTelemilano nel1978.[6]
Nel1976 la Fininvest acquisisceTelemilano, una delle primeemittenti locali in Italia, entrata in crisi per il mancato pagamento dell'affitto dei locali in cui sorgeva, di proprietà dellaEdilnord diSilvio Berlusconi che l'acquisì per una cifra simbolica oltre al condono dei debiti[7][8]. Telemilano era stata fondata nel1974 comeemittente a trasmissione via cavo, e venne ceduta alla Fininvest di Berlusconi daGiacomo Properzj ad unprezzo simbolico. Allora, era l'emittente locale esclusiva del nuovo centro residenziale diMilano 2, realizzato negli stessi anni dallo stesso Berlusconi e situato nel comune diSegrate, confinante conMilano.
Nel 1976, laCorte costituzionale decreta la libertà d'esercizio per le reti televisive locali private via etere[9], favorendo lo sviluppo delmodello televisivo commerciale. L'emittente, che intanto aveva appunto iniziato a trasmettere via etere a livello nazionale, nel 1980 assumerà il nome diCanale 5.
Nel 1982 Berlusconi fonda, insieme adEnnio Doris,Programma Italia, una rete di agenti assicurativi.[10]
Pochi anni dopo la Fininvest acquisisce altre dueemittenti televisive nazionali nate in quel periodo:Italia 1 nel1982 daRusconi eRete 4 nell'estate del1984 dallaMondadori. La costituzione e il mantenimento da parte dell'azienda di un tale assetto a tre reti, nonché la relativa diffusione analogica su scala nazionale e la quota di raccolta pubblicitaria detenuta danno luogo nel corso degli anni a una lunga serie di complesse vicende politico-giudiziarie.
Dopo aver dimostrato interesse perl'Inter, nel 1986 Fininvest compra l'AC Milan, di cui Silvio Berlusconi diventa presidente.
Nel 1987 lancia il circuitoItalia 7, con una programmazione dedicata ad un pubblico maschile, ma lo cederà qualche anno dopo quando lalegge Mammì porrà un limite al numero di televisioni per ogni proprietà.
Inoltre, il gruppo acquistò per quasi 1.000 miliardi il 70% dellaStanda nell'aprile 1988 dal gruppoMontedison.[11]
InUnione Sovietica Silvio Berlusconi stipulò un accordo per alcune trasmissioni per latelevisione di stato, nonché per la pubblicità delle aziende europee in Russia[12][13]; nel 1990 si stipulò un accordo simile con latelevisione di stato cinese.
Nel 1989 nasce in SpagnaGestevisión Telecinco, S.A., una partnership guidata da Fininvest per il debutto delle reti televisive private.
L'ascesa economica della Fininvest è anche testimoniata dalla crescita del fatturato consolidato[14]:
Nel1988 la Fininvest era il terzo gruppo italiano, dopo laFIAT e laMontedison.[15]
Nel1991, a seguito di una battaglia legale (Lodo Mondadori), la Fininvest acquistò il 53% dellaArnoldo Mondadori Editore[16].
Nel 1992 controllava 168 società, di cui 44 all'estero e l'utile netto era di circa 21 miliardi con un indebitamento creditizio superiore a 3.400 miliardi, con debiti totali ammontanti a oltre 6.000 miliardi e il patrimonio netto a 1.200 miliardi[14]. Nel1993 la Fininvest risultò essere la seconda impresa italiana perindebitamento: in base ai bilanci1992,Mediobanca calcolò che Fininvest aveva debiti per 3,4 volte il capitale[17].
Per salvare la società Berlusconi rivoluzionò il gruppo chiamando nell'ottobre 1993Franco Tatò a fare daamministratore delegato[18][19]. Fu avviato un piano di ristrutturazione che portò anche alla quotazione in borsa delle società controllate[20], cosa che in effetti avrebbe dato dei buoni frutti già nel primo anno[21].
All'inizio del 1994, presa la decisione di entrare in politica (cosiddetta "discesa in campo"), Berlusconi lascia tutte le cariche sociali che ricopriva nelle sue imprese, rimanendo proprietario[22]. La gestione è stata affidata a storici amici del Cavaliere, comeFedele Confalonieri oAdriano Galliani, e successivamente ai figliMarina ePier Silvio. La presidenza di Fininvest viene affidata adAldo Bonomo.
Nel corso del 1994 Fininvest progressivamente conferisce ogni attività di produzione e commercializzazione dei programmi cinematografici e televisivi alla societàImmobiliare Orione S.r.l. (che il 15 dicembre 1993 viene ridenominataMediaset Italia Srl), interamente partecipata. Quest'ultima, lo stesso anno, si converte in società per azioni, con il nomeMediaset S.p.A.. La società viene inizialmente aperta a soci esterni (Al Waleed,Leo Kirch,Johann Rupert), e quindi collocata in borsa (aprile1996)[23]. Fininvest rimane il socio di riferimento.
Nel 1995 Programma Italia e altre società partecipate da Fininvest edEnnio Doris si fondono per formareMediolanum S.p.A., gruppo attivo nel settore delle assicurazioni. La holding viene quotata allaBorsa di Milano. A seguito dell'IPO, Fininvest rimane secondo azionista (dietro Ennio Doris) con il 30% del capitale sociale e partecipa alpatto di controllo. Nel 1997 il gruppo entrerà nel settore bancario, con il debutto diBanca Mediolanum.[10]
Nel 1998 scorpora e vende il gruppo Standa; la parte "non alimentare" al gruppoCoin e la parte "alimentare" aGianfelice Franchini, ex proprietario dei Supermercati Brianzoli. A tal proposito Berlusconi dichiarerà in seguito di esser stato costretto a vendere la Standa successivamente alla sua entrata inpolitica, affermando che inComuni gestiti da giunte dicentro-sinistra non gli concedevano le necessarie autorizzazioni per aprire nuovi punti vendita. Secondo i critici di Berlusconi l'acquisizione e la successiva vendita della Standa sarebbe stata determinata dalla volontà di creare una liquidità per il gruppo Fininvest.
Il 4 settembre 2005, a seguito della scomparsa di Aldo Bonomo, Marina Berlusconi, già vicepresidente, viene nominata presidente di Fininvest.[24]
Il 10 ottobre 2014 laBanca d'Italia, in seguito alla condanna penale di Silvio Berlusconi (socio controllante di Fininvest) per evasione fiscale, dispone l'obbligo per Fininvest di cedere la sua quota eccedente il 9,9% di Mediolanum entro 30 mesi, sospendendo immediatamente i diritti di voto sulla stessa[25]. Il 3 marzo 2016, ilConsiglio di Stato annulla il provvedimento di Bankitalia, conseguentemente Fininvest rientra in possesso del 30% diBanca Mediolanum (nuova denominazione di Mediolanum)[26]. Il 26 ottobre 2016, laBanca Centrale Europea annuncia un ricorso al provvedimento del Consiglio di Stato. Fininvest, dal canto suo, presenta un'istanza presso laCorte di Giustizia Europea[27]. Il 12 aprile 2017 Bankitalia ordina nuovamente a Fininvest di ridurre la sua partecipazione, sospendendo i diritti di voto delle azioni eccedenti.[28]
Dal 27 giugno 2016, Danilo Pellegrino assume la carica di amministratore delegato.[29]
A dicembre del 2016, a seguito di mosse ostili da parte diVivendi, Fininvest (precedentemente scesa fino al 34,5%) acquista nuove azioni Mediaset sul mercato, salendo al 38,3%.[30] A seguito di ulteriori acquisti nel 2017 e il riacquisto di azioni da parte della società, a giugno 2021 Fininvest raggiunge il 44,2% di Mediaset.[31][32]
Il 13 aprile 2017 cede l'AC Milan ad una cordata di investitori cinesi, per circa 600 milioni di euro.[33]
Il 28 settembre 2018 Fininvest compra l'AC Monza, nominandoAdriano Galliani amministratore delegato.[34]
Dopo aver acquisitoTelemilanocavo e averla trasformata inTelemilano 58, questa, l'11 novembre1980, diventò emittente capofila del network nazionale privatoCanale 5[35]. Alla fine del1981 il gruppo aveva una decina di emittenti e altrettante affiliate. Nel1982 la Fininvest controllava almeno una trentina di emittenti su tutto il territorio nazionale e alla fine dello stesso anno rilevòItalia 1 daEdilio Rusconi. Nell'estate del1984 la Fininvest acquisì il 50% degli impianti diRete 4 (all'epoca valutati 30 miliardi di lire) e il magazzino programmi (per 105 miliardi di lire in quattro anni senza interessi)[36]. Con le sue tre reti nazionali la Fininvest cominciò a competere alla pari con la Rai nel mercato pubblicitario: già nel1983 le entrate pubblicitarie del gruppo (1.500 miliardi) superarono quelle della Rai (1.365). Sempre nel 1983 la Fininvest acquisì il settimanaleTV Sorrisi e Canzoni, uno dei maggiori periodici italiani di spettacolo e televisione dell'epoca con una tiratura, spinta dalla televisione, che passò da 640.000 a 2.200.000 copie[14].
Nel1985 la Fininvest ottenne dal governo francese l'autorizzazione a trasmettere via etere e nacque la società «France Cinq» (40% Fininvest, 60% a una cordata di media francesi); l'anno seguente cominciò a trasmettereLa Cinq, prima emittente televisiva privata gratuita inFrancia. Ma il nuovo governo di centrodestra presieduto daJacques Chirac, di orientamento neogollista e liberale, limitò gli spazi di libertà nella programmazione delpalinsesto, mettendo subito in difficoltà la rete: la Fininvest scese al 25% della società; La Cinq chiuse nel1992 in modo controverso. Nel 1988 nacqueTele 5 inGermania, chiusa anch'essa nel 1992, e nel1990Telecinco inSpagna, ancora attiva e tra le maggiori reti televisive del Paese.
In Italia, nel1987, anno in cui cominciarono le rilevazioni dell'Auditel,Publitalia '80 controllava il 62% della pubblicità televisiva nazionale e gestiva anche la raccolta di un'emittente straniera,TV Koper-Capodistria, che trasmette dal territoriosloveno[37]. Entro la fine dello stesso anno la Fininvest stipulò degli accordi con l'emittente per poter trasmettere gli eventi sportivi in diretta sul territorio italiano. Nel corso degli anni ottanta raggiunse una posizione di assoluta preminenza nel settore dell'emittenza privata, controllando non solo i tre maggiori network, ma ancheItalia 7 e TV Koper-Capodistria, alle quali forniva programmi e pubblicità, eJunior TV,Rete A eTivuitalia solo per la distribuzione pubblicitaria, per un totale dell'80% dell'ascolto televisivo nel settore[14].
Nel1990, con la nuova regolamentazione del settore televisivo (legge Mammì), fu di fatto legalizzato lo stato di spartizione dell'etere tra Rai e Fininvest. Successivamente la societàTelepiù, di cui la Fininvest era azionista, ottenne tre concessioni televisive per una piattaforma televisiva a pagamento,TELE+, ma poco dopo cedette le quote di partecipazione a causa della nuova legge che consentiva allo stesso soggetto di possedere fino ad un massimo del 25% delle emittenti sul mercato. La Fininvest, che aveva già tre reti su dodici, cedette la sua quota in Telepiù. Nel 1991 la holding finì sotto inchiesta per degli accertamenti che dovevano stabilire il suo definitivo abbandono da ogni partecipazione in Telepiù.
Nell'aprile1996 la Fininvest scorporò le attività televisive nella societàMediaset, dove confluirono le tre reti Canale 5, Italia 1 e Rete 4. Sette anni dopo ancheTelecinco diventòde facto parte integrante del gruppo. Il 27 novembre1997 nacqueMediavideo, ilteletext unificato delle tre reti Fininvest (dal 15 marzo 1993 fino al 27 novembre 1997 i tre teletext Fininvest erano proseguiti in fase sperimentale). Nel2005 diversificò il proprio business tornando nel mercato dellapay TV conMediaset Premium attraverso ildigitale terrestre.
Le perdite del 2016 nel bilancio definitivo di Mediaset ammontavano a 116,6 milioni di euro, il secondo risultato più negativo della storia dopo la perdita di 235,4 milioni nel 2012. Una causa non secondaria era il passivo di Mediaset Premium. Le perdite nel 2015 invece si erano fermate a 36,1 milioni di euro[38].
A seguito del risanamento finanziario del gruppo, e dopo un'accesa battaglia legale conVivendi, nel 2021 nasceMFE - MediaForEurope, holding europea nel settore dei media[39]. A seguito di una serie di operazioni, quest'ultima controlla siaMediaset (attiva in Italia) cheMediaset España.
Ilgruppo Mediolanum nacque nel1982 quandoEnnio Doris e la Fininvest fondaronoProgramma Italia, una rete di agenti assicurativi.Nel 1984 vennero acquisite le compagnie assicurative Mediolanum Vita e Mediolanum Assicurazione. L'anno successivo venne creata Gestione Fondi Fininvest, la quale amministra fondi comuni d'investimento.
Nel 1995, tutte queste società vennero incorporate nella neonataMediolanum, holding che viene collocata in Borsa nel 1996.[10]
Nel giugno del1997, il gruppo entrò nel settore bancario trasformando Programma Italia inBanca Mediolanum, puntando sulla gestione telematica dei conti correnti. Nel 2015 la holding Mediolanum si fonde per incorporazione con la controllata Banca Mediolanum, che diventa la nuova capogruppo.[10]
Banca d'Italia, d'intesa con l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, con provvedimento del 7 ottobre 2014 pervenuto in data 9 ottobre 2014 al gruppo, dispose la dismissione della partecipazione di Fininvest in Mediolanum S.p.A., intimando una diminuzione nell'azionariato dall'attuale 30,00% al 9,9% del capitale. Fininvest ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Nel frattempo, i diritti di voto sulla quota eccedente il 9,9% sono stati congelati. Nel 2023, a seguito del decesso di Silvio Berlusconi, Fininvest ha fatto domanda di rientro in possesso dei diritti di voto.[40]
Nel campo editoriale diventa il principale editore italiano nel settore libri e periodici; nel gennaio 1990 acquisisce la maggioranza azionaria diMondadori (in cui è confluita negli anni novanta laSilvio Berlusconi Editore, fondata dal magnate milanese neglianni ottanta e attiva nella stampa periodica, e che compròTV Sorrisi e Canzoni) con una manovra che causerà un contenzioso (vediLodo Mondadori)[41] e laGiulio Einaudi Editore (comprata dalla prima), e di alcune rilevanti case minori (Elemond,Sperling & Kupfer,Grijalbo,Le Monnier,Pianeta scuola,Frassinelli,Electa Napoli,Riccardo Ricciardi editore,Editrice Poseidona).
Nel 1977 entrò nella società del quotidianoil Giornale con una quota del 12% e nel 1979 aumentò la sua quota al 37,5%, diventando azionista di riferimento. A causa dei limiti nel possesso dei media imposti dallaLegge Mammì, nel 1990 cede la propria quota di controllo al fratelloPaolo Berlusconi, rimanendo azionista di minoranza fino al 2023.[42]
Nel campo della distribuzione audiovisiva, Berlusconi è stato socio dal 1994 al 2002, attraverso Fininvest, diBlockbuster Italia. Controlla inoltre il gruppoMedusa Film, attraverso Mediaset.
Nel2015 il Gruppo Mondadori acquista per 127,5 milioni di euro la RCS Libri spa.
Dal 1979 è azionista unico delTeatro Manzoni, storico teatro e cinema di Milano.
Dal1986 al2017 Fininvest ha detenuto il controllo delMilan, una delle maggiori società calcistiche in ambito italiano e internazionale. L'impegno della holding nel settore calcistico è ripreso nel2018 con l'acquisizione dell'intero pacchetto azionario delMonza.
Dal1988 al1999 la Fininvest è stata presente nel settore dellagrande distribuzione organizzata italiana, avendo il controllo del gruppoStanda (rilevato dallaMontedison e poi scorporato undici anni dopo).
Neglianni novanta, attraverso la controllataPublitalia '80, la Fininvest è stata attiva anche settore deiparchi di divertimento, partecipando alla costruzione diMirabilandia, che aprì nel1992. L'impresa tuttavia non si rivelò sufficientemente redditizia: nel1997 il parco passò infatti a una cordata italo-tedesca (costituita dal gruppo Löffelhardt - proprietario diPhantasialand - e da Giancarlo Casoli) che riuscì poi a tramutare il parco romagnolo in un successo internazionale.
Nel1994 Fininvest esordì nel settore della produzione e distribuzione cinematografica con la societàMedusa Film, che poi confluisce nelGruppo Mediaset (a sua volta controllato da Fininvest) nel2007. In precedenza era già presente nel settore con la societàSilvio Berlusconi Communications.
La Fininvest aveva infine una piccola partecipazione azionaria inMediobanca, di cui possiede l'1% dal2007, salito al 2% nel2008.[43] La partecipazione è stata ceduta in borsa nel corso del 2021, per un controvalore di 174 milioni di euro.[44]
Detiene partecipazioni nei settori televisivo (Mediaset), editoriale (Arnoldo Mondadori Editore), assicurativo/bancario (Gruppo Mediolanum), teatrale (Teatro Manzoni) e sportivo (Associazione Calcio Monza). Fino al1995 era presente anche nei settori immobiliare e della grande distribuzione, poi abbandonati.Mediaset,Arnoldo Mondadori Editore,Mediolanum sono quotate aPiazza Affari.
Il gruppo è inoltre proprietario della società di trasporto aereo privato Alba Servizi Aerotrasporti, con sede nell'aeroporto milanese diLinate.
Nel portafoglio della Isim figurano (oltre a piccole quote nelle spac Icf, Gabelli e Guala Closures) l’1,5% di «21 Centrale Partners», emanazione della società guidata daAlessandro Benetton, e l’1,7% e all’1,4% dei fondi «21 Investimenti II e III». Compaiono poi il 10% di Ape, l’1,2% di Avm Private Equity, lo 0,99% di Equinox, il 10,5% di Perennius Global Value e il 6,6% di Perennius Asia Pacific. Questi ultimi due sono fondi emanazione della Praesidium Sgr guidata da Alessandro Poli (figlio diRoberto), fra l'altro consigliere di Fininvest e Mondadori.
Tra gli attivi anche il 3,6% del fondo Tlcom Capital e il 2,5% del Jerusalem Venture Partners IV. Isim detiene poi, considerando i piani distock option, il 5,1% della società ditecnofinanza Soldo (fondatore Carlo Gualandri) che avrebbe un valore di circa 11,65 milioni a fronte di un prezzo di carico di 3,9 milioni. La relazione sulla gestione sottolinea inoltre che a fine 2019 il valore complessivo del portafoglio titoli era di circa 6 milioni, a fronte di unnet asset value complessivo di 13,4 milioni.
Le Holding Italiana I, II, III e VIII erano di Silvio Berlusconi fino al2023.[45] Marina Berlusconi possiede la Holding Italiana IV. Pier Silvio Berlusconi possiede la Holding Italiana V. Barbara Berlusconi, Eleonora Berlusconi e Luigi Berlusconi posseggono insieme la Holding Italiana XIV.
Ilbiscione, simbolo del gruppo ripreso dall'araldica, nello specifico dallo stemma deiVisconti diMilano della cui origine non vi sono ancora dati certi, viene spesso accostato alla figura mitologica delbasilisco.[46]
Il biscione visconteo è ritratto nell'atto di mangiare un moro mentre quello del gruppo Fininvest, allo stato attuale molto stilizzato, in cui si riconosce appena la testa, ha invece un fiore in bocca. Anche nei vecchi loghi diTelemilano 58 eCanale 5, canali televisivi allora di proprietà diSilvio Berlusconi, era presente una forma più riconoscibile del biscione.
Il carattere usato della scritta "Fininvest" (così come in altre aziende controllate come Mediaset) è ilGill Sans Italic.
Alle società che fanno capo alla holding sono collegati moltiprocedimenti giudiziari a carico di Silvio Berlusconi, in ragione del suo iniziale ruolo di presidente della società e poi di azionista di maggioranza; tra queste alcune accuse difalso in bilancio - da cui è stato assolto nel 2008 per la recente depenalizzazione del reato - e corruzione in atti giudiziari nellavicenda SME.Altri procedimenti giudiziari sono stati avviati a carico diFedele Confalonieri eGianni Letta, dirigenti con un ruolo importante nella storia del gruppo.
Nel 1991 gli eredi Formenton cedono a Fininvest il 25,7% della finanziaria Amef, co-controllante dellaMondadori e Silvio Berlusconi diviene presidente della casa editrice. L'altra co-controllante, laCIR - Compagnie Industriali Riunite diCarlo De Benedetti, ha però rastrellato il 79% delleazioni privilegiate Mondadori e detiene la maggioranza nell'assemblea straordinaria. La casa editrice è paralizzata da una doppia maggioranza che porta a una battaglia legale che arriva a sentenza il 14 gennaio1991 quando laCorte d'appello di Roma, giudice relatoreVittorio Metta, dà ragione alla Fininvest. Tale sentenza, come verrà definitivamente stabilito dalla Magistratura[47], è però frutto della corruzione da parte diCesare Previti, allora avvocato della Fininvest, nei confronti dello stesso Metta. De Benedetti deve venire a patti con Berlusconi e, dopo un negoziato tra le parti, la Fininvest mantiene la Mondadori, dal canto suo De Benedetti conserva la proprietà dei suoi giornali comela Repubblica eL'Espresso.
Il giudizio definitivo che accerta la corruzione del giudice Metta e lo condanna insieme con Previti e altri consente a De Benedetti di intentare causa per danni alla Fininvest. Il Tribunale Civile di Milano gli dà ragione e, con la sentenza 3 ottobre 2009, stabilisce che la Fininvest deve corrispondere alla CIR la somma complessiva di poco meno di 750 milioni di euro per il risarcimento del danno conseguente alla "perdita di opportunità" connesso al giudizio legato al cosiddetto «Lodo Mondadori». La Corte d'Appello di Milano conferma in secondo grado (8 luglio 2011) la precedente sentenza e impone alla Fininvest di risarcire la CIR di 560 milioni di euro. Marina Berlusconi dichiara di voler ricorrere in Cassazione. Alla fine dell'anno finanziario 2010, la Fininvest non ha previsto accantonamenti, ma ha anche negato la distribuzione di dividendi ai soci (nel 2009 per un valore di 200 milioni di euro) in vista di questa sentenza. Quindi, anche appoggiandosi alle entrate della quotazione in Borsa di Mediaset, la liquidità garantisce la possibilità finanziaria del pagamento del maxi risarcimento (a oggi garantito a CIR con una fidejussione di 806 milioni di euro).[16]
Lavicenda legata alla acquisizione della Mondadori è stata chiusa il 13 luglio2007 dallaCorte di cassazione che ha stabilito in via definitiva che la sentenza della Corte d'Appello che chiuse la vicenda Mondadori fu frutto dellacorruzione stabilendo che l'acquisizione della Mondadori da parte della Fininvest avvenne grazie alla corruzione del giudice Vittorio Metta dellaCorte d'appello di Roma da parte dell'allora avvocato della Fininvest Cesare Previti, condannato per questo in via definitiva a un anno e sei mesi di reclusione; i reati a carico degli alti dirigenti Fininvest, fra cui lo stesso Berlusconi, sono invece caduti in prescrizione.
Altre controversie esistono sull'origine dei capitali che permisero alla Fininvest di nascere alla fine degli anni settanta. Il capitale della società è custodito in un certo numero di holding denominate "Holding Italiane" nelle quali vennero depositati fino al 1983 centinaia di miliardi di lire, una grossa parte dei quali in contanti. Le operazioni finanziarie di queste aziende sono state investigate dalla guardia di finanza e dalla DIA di Palermo nell'ambito delle inchieste antimafia collegate allebombe del 1992-1993.
Nel novembre 2009 Marina Berlusconi ha affermato che la proprietà della Fininvest è sempre stata in mano a Silvio Berlusconi e alla sua famiglia[48].
Nel2010 l'ex presidente diPublitalia '80 nonché AD di FininvestMarcello Dell'Utri, dopo l'inizio delle indagini a suo carico nel1996 e dopo la condanna in primo grado, venne condannato in appello a 7 anni di reclusione con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa: nelle motivazioni della sentenza si legge non soltanto che Berlusconi ha pagato aCosa nostra «ingenti somme di denaro in cambio della protezione alla sua persona e ai familiari», ma anche che tali pagamenti sono intrecciati con altri versamenti per la «messa a posto» della Fininvest che all'inizio degli anni '80 aveva cominciato a gestire alcune emittenti televisive in Sicilia[49].
Nel2012, la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della difesa avverso alla condanna a sette anni, annullò con rinvio la sentenza d'appello: nelle motivazioni della sentenza si legge che è "probatoriamente dimostrato" che Marcello Dell'Utri "ha tenuto un comportamento di rafforzamento dell'associazione mafiosa fino a una certa data, favorendo i pagamenti a Cosa nostra di somme non dovute da parte di Fininvest" in un periodo compreso tra il 1982 e il 1992[50].
Nel 1999 Rete 4 perse la gara d'appalto per le frequenze nazionali di trasmissione, vinte daEuropa 7 la quale, pur avendo vinto la concessione per le frequenze nazionali dallo stato italiano, non le ha mai potute utilizzare per la mancata assegnazione delle stesse e, dopo un contenzioso durato dieci anni, nel 2012 l'Italia è stata condannata a pagare 10 milioni di euro di risarcimento alla società.[51] Mediaset non ha mai liberato le frequenze illecitamente occupate da Rete 4 nonostante l'esito avverso delle numerose sentenze, italiane ed europee, che imponevano di trasferire Rete 4 sul satellite al fine di consentire a Europa 7 di trasmettere via etere. La legge di riordino del sistema radiotelevisivo varata dalsecondo governo Berlusconi,legge Gasparri, fissò per il 21 dicembre 2006 la data definitiva di passaggio della trasmissione con segnale analogico alla trasmissione con tecnica digitale e, così facendo, la normativa ebbe l'effetto di bloccare la riassegnazione delle frequenze delle concessioni analogiche in attesa del passaggio completo aldigitale terrestre con una diversa assegnazione delle frequenze. Durante l'iter di approvazione della legge, ilgoverno Berlusconi II intervenne con undecreto-legge (decreto-legge n. 352/2003, divenuto giornalisticamente noto come "decreto salvareti")[52][53], convertito in legge nel febbraio 2004[54], con cui venne anticipata la parte della legge Gasparri concernente il digitale terrestre indicando una moratoria di quattro mesi. In virtù di questi provvedimenti, il segnale di Rete 4 non fu spento, l'emittente non fu trasferita su satellite e continuò a trasmettere via etere fino al termine indicato dalla legge.
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