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Filosofia

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vediFilosofia (disambigua).
Anticotetradramma con incisa lacivetta di Minerva, che per la sua capacità divedere nel buio è il simbolo della filosofia.[1] La scritta "ΑΘΕ" è un'abbreviazione diΑΘΗΝΑΙΩΝ, che può essere tradotta come «degli Ateniesi».

Lafilosofia (ingreco antico:φιλοσοφία?,philosophía,[2] composto di φιλεῖν (phileîn), "amare", e σοφία (sophía), "sapienza" o "saggezza", ossia "amore per la sapienza")[3] è un insieme di ragionamenti e processi logici (deduttivi oinduttivi) che cercano di spiegare la natura e la realtà nella loro veraessenza, ricercando dunque domande di fondo che possano avere una risposta[senza fonte].

Prima ancora che indagine speculativa, la filosofia fu una disciplina che assunse anche i caratteri della conduzione del "modo di vita", ad esempio nell'applicazione concreta dei principî desunti attraverso la riflessione o ilpensiero. In questa forma, essa sorse nell'antica Grecia.[4]A rendere complessa una definizione univoca della filosofia concorse il dissenso tra i filosofi sull'oggetto stesso della filosofia: alcuni orientarono l'analisi della filosofia verso l'uomo e i suoi interessi così come venne esposto nell'Eutidemo diPlatone, per cui essa consisterebbe nell'«uso del sapere a vantaggio dell'uomo».[5] Nel prosieguo della storia della filosofia altri autori che seguirono questa opinione furono per esempioCartesio,[6]Thomas Hobbes,[7] eImmanuel Kant.[8] Altri pensatori ritennero che la filosofia dovesse puntare alla conoscenza dell'essere in quanto tale, secondo un percorso che – fatte le debite differenze –, principiò daglieleati[9] per giungere fino aHusserl e aHeidegger.

Storicamente, la filosofia comprendeva tutti i campi della conoscenza e uno dei suoi praticanti era denominato «filosofo». Dai tempi del filosofo greco anticoAristotele al XIX secolo, lafilosofia naturale comprendeva l'astronomia, lamedicina e lafisica. A partire dal XIX secolo, varie aree di indagine che erano tradizionalmente parte della filosofia divennero discipline accademiche separate; in particolare lescienze sociali come lapsicologia, lasociologia, lalinguistica e l'economia.

Al principio delXXI secolo, i principali campi della filosofia accademica includono lametafisica, ossia la «filosofia prima» – come soleva definirla Aristotele[10] –, che si occupa della natura dei fondamenti dell'esistenza e della realtà; l'epistemologia, che studia la natura della conoscenza e della credenza; l'etica, che si occupa del comportamento e delle sue conseguenze; e lalogica, che studia le regole di inferenza che consentono di trarre conclusioni da premesse vere. Altri campi degni di nota includono lafilosofia della religione, lafilosofia della scienza, lafilosofia politica, l'estetica, lafilosofia del linguaggio e lafilosofia della mente.

Scuola di Atene, affresco diRaffaello Sanzio,1511.

Etimologia

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Statua diMinerva, dearomana dellasapienza, accompagnata dallacivetta, suo animale sacro.

La parola filosofia indica un nesso fondamentale fra ilsapere e l'amore, inteso non tanto nella sua forma passionale (anche se l'eros, ildesiderio, perPlatone,[11] è il movente fondamentale della ricerca filosofica), ma in un'accezione più vicina alsentimento dell'amicizia.[12]

Nella cultura greca antica, il termine filosofia oscillava tra due significati estremi: in un senso, la filosofia, spesso identificata come sinonimo disophia - termine che la distingueva dalla φρόνησις (phrònesis), la prudenza - coincideva con lasaggezza o, come anche si diceva, lapaideia (educazione, formazione culturale): ad esempioErodoto racconta diSolone come un uomo che aveva molto viaggiato per il mondo «filosofando»,[13] per desiderio di sapere. All'estremo opposto filosofia assume il significato di dottrinascientifica ben delineata, cheAristotele chiama «filosofia prima» indicante cioè, sia i principi primi, le cause prime, le strutture essenziali degliesseri, sia quel pensiero che studia il primo principio di tutto:Dio stesso. È nell'ambito di questi due significati che si sviluppano gli usi più particolari del termine filosofia. Il termine si evolverà ulteriormente: Jean-Joël Duhot, uno dei maggiori studiosi distoria della filosofia, chiarisce che «gli intellettualiellenisti sapevano chesophia indicava l'abilità, il saper fare, il conoscere operativo e che quindi ilsophos è l'uomo abile e, nello stesso tempo, il sapiente».[14]

Aristotele dedica una parte importante della suaEtica Nicomachea (libri VIII e IX) alla discussione dellaphilìa, tradotto tradizionalmente con "amicizia". Occorre tuttavia ricordare che fin daOmero tutti i termini composti con il suffissophilo indicano nella cultura greca qualcosa di più radicato nell'individuo rispetto al termine contemporaneo di 'amicizia'.Philo infatti riguarda, come evidenzia Pierre Hadot[15], chi fa coincidere il 'proprio' piacere o interesse, o la propria ragione di vita, con l'"oggetto" ricercato. Cosìphilo-posia (piacere del bere),philo-timia (propensione o ricerca a ricevere 'onori'),philo-sophia interesse, piacere, ragione di vita nel ricercare lasophia.

Per Aristotele la forma più nobile di amicizia è quella che non si basa solo sull'utile o sul dilettevole, ma sul bene. Il filosofo, sarebbe dunque l'"amico del sapere", cioè del conoscere, non per usarlo come mezzo o solo per piacere intellettuale, ma come fine a sé stesso. Come tale egli si accompagna al sapere, essendo consapevole di non poterlo possedere del tutto: così ad es. inPitagora, indicato dallatradizione come il creatore del termine "filosofo", quando avvertiva che l'uomo può solo essere amante del sapere ma mai possederlo del tutto, poiché questo appartiene interamente solo agli dei.[16]

La datazione del primo utilizzo del terminegreco anticophilosophia e dei suoi derivatiphilosophos (filosofo) ephilosophein (filosofare) è controversa. La maggioranza degli studiosi ritiene che tali termini non possano essere fatti risalire in alcun modo aipresocratici del VII e VI secolo a.C. e per alcuni di questi nemmeno aPitagora[17] o adEraclito.[18] I più antichi pensatori della storia della filosofia non ebbero consapevolezza di esserefilosofi: siaDiogene Laerzio[19] cheCicerone[20] indicanoPitagora come il primo a definirsifilosofo. In un frammento diEraclito, riferito daClemente Alessandrino,[21] compare il terminefilosofia e si dice che "è necessario che gli uomini filosofi siano indagatori di molte cose".[22]

SecondoPierre Hadot:

«In effetti tutto lascia supporre che queste parole facciano la loro comparsa solo nel V secolo: nel secolo diPericle che vede Atene brillare non solo per la supremazia politica, ma anche per lo splendore intellettuale; al tempo diSofocle, diEuripide, deisofisti, e anche al tempo in cui lo storicoErodoto, originario dell'Asia Minore, nel corso dei suoi numerosi viaggi venne a vivere nella famosa città. È forse proprio nella sua opera che si incontra per la prima volta il riferimento a una attività "filosofica".»

(Pierre Hadot.Che cos'è la filosofia antica? Torino, Einaudi, 1998, p. 18)

Il bisogno di filosofare, secondoAristotele - che segue in questo Platone -[23] nascerebbe dalla "meraviglia", ovvero dal senso di stupore e di inquietudine sperimentata dall'uomo quando, soddisfatte le immediate necessità materiali, comincia ad interrogarsi sulla suaesistenza e sul suo rapporto con ilmondo.[24] Tale 'meraviglia' però non va confusa, secondoEmanuele Severino, con lo 'stupore intellettuale'.[25] Sullo stesso senso della filosofia come tentativo di liberazione dal dolore di vivere era la concezione diSchopenhauer.[26]

Definizioni del termine filosofia

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Allegoria della filosofia come «conoscenza dellecause» (causarum cognitio), affresco diRaffaello sul soffitto dellaStanza della Segnatura aiMusei Vaticani.

Il problema della definizione

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(inglese)
«Defining philosophy is itself a philosophical problem.[27]»
(italiano)
«Definire la filosofia è di per sé un problema filosofico»

Le definizioni della filosofia mirano a determinare cosa hanno in comune tutte le forme di filosofia e come distinguere la filosofia dalle altre discipline. Sono state proposte molte definizioni diverse, ma c'è molto poco accordo su quale sia quella giusta. Vi è ampio consenso sul fatto che la filosofia sia caratterizzata da vari tratti generali: è una forma di indaginerazionale, tende ad essere sistematica e tende a riflettere criticamente sui propri metodi e presupposti. Ma gli approcci che vanno oltre tali vaghe caratterizzazioni per dare una definizione più interessante o profonda sono generalmente controversi.

Sebbene l'etimologia ci consenta di trarre indicazioni precise, la determinazione della filosofia, come concetto e come metodo, resta tuttaviaproblematica ed è, pertanto, necessario premettere che una definizione ultimativa e specifica della filosofia non può darsi; ognisistema di pensiero infatti include al suo interno una ridefinizione del concetto di filosofia.[28] La riflessione filosofica, cioè, è un contenitore che permane uguale a sé stesso nella forma, ma il cui senso complessivo muta per il contenuto sempre diverso della speculazione stessa.

Una difficoltà è dovuta al fatto che il significato del termine "filosofia" è molto cambiato nella storia: era usato in un senso molto più ampio per riferirsi a qualsiasi forma di indagine razionale prima dell'età moderna. In questo senso, includeva molte delle singole scienze e matematiche che oggi non sono viste come parte della filosofia. Ad esempio, il trattatoPhilosophiæ Naturalis Principia Mathematica diIsaac Newton che formula le leggi dellameccanica classica porta il termine "filosofia" nel titolo. Le moderne definizioni di filosofia tendono a concentrarsi su come il termine è usato oggi, cioè su un senso più ristretto.

Il problema di cosa sia la filosofia si può porre secondo due prospettive diverse:

  • a seconda che la definizione venga elaborata sul pianostorico, ovvero la filosofia consiste essenzialmente nella sua storia e nella sua tradizione come evoluzione del pensiero in rapporto ai cambiamenti socio-culturali dellesocietà umane nelle varie epoche.
  • oppure sul piano strettamentegnoseologico individuando l'oggetto della conoscenza filosofica e formalizzandone il metodo.

La prima prospettiva è stata seguita per lo più dallafilosofia continentale nel suo sviluppo successivo alla diffusione delCristianesimo, laddove si è posta la necessità di individuare, nella storia del pensiero, il dipanarsi di un filo conduttore univoco.Un recente esempio di questo modo d'intendere la filosofia può rintracciarsi nel pensiero diGilles Deleuze, che nell'opera dedicata al senso della filosofia sostiene che la domanda su cosa sia la filosofia tende a porsela l'uomo maturo - non a caso -, proprio nell'età in cui non ha più nulla da chiedere, quando è in quell'intervallo tra la vita e la morte in cui gode di libertà assoluta. La risposta a quella domanda ribadisce l'importanza della prospettiva storica nel senso che «la filosofia, è l'arte di formare, di inventare, di fabbricare concetti, ma non soltanto. È altrettanto importante definire il contesto in cui opera e gli interlocutori cui si rivolge.»[29] Lastoria della filosofia consente così di rintracciare le varie lineeevolutive delconcetto di filosofia e quindi definire secondo un criterio unitario ed organico i problemi oggetto della conoscenza filosofica; essi possono tuttavia essere studiati, oltre che dal punto di vista storico, anche singolarmente, esaminando le varie posizioni filosofiche sugli specifici argomenti.

La seconda prospettiva, invece, trova il suo antico fondamento nella indagine "scientifica" dellafilosofia greca, rinnovatasi nell'ultimo secolo con la rinascita, accompagnata da una ripresa di interesse, degli studi dilogica e con i tentativi delcircolo di Vienna, diBertrand Russell, diWittgenstein ed altri, di fondare rigorosamente la conoscenza filosofica.

La filosofia e il metodo

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Il pensatore diAuguste Rodin

Due aspetti importanti per distinguere la filosofia dalle altre discipline sono stati il suo dominio di indagine e il suo metodo. La delimitazione dei metodi e dei temi della conoscenza filosofica è forse la prima e fondamentale questione su cui la filosofia stessa si interroga; a seconda dei periodi storici e dei contesti culturali, questa domanda ha conosciuto e conosce tuttora risposte differenti.

Si è sostenuto che il metodo filosofico si concentra sulla conoscenzaa priori, cioè che la filosofia non dipende da osservazioni e sperimentazioni empiriche. Un tale approccio basa lagiustificazione filosofica principalmente sulragionamento puro, in modo simile a come la creazione di teorie matematiche si basa sudimostrazioni matematiche e in contrasto con il metodo scientifico basato suprove empiriche. Sin dai suoi inizi la filosofia sembra talora indirizzarsi verso un linguaggio di tipo matematico o logico formale; essa però non ha mai finito per esaurirsi in una mera simbolizzazione formale dei concetti, anche se Leibniz per primo poneva l'esigenza di risolvere i problemi filosofici per mezzo di un calcolo logico universale. Se oggi lafilosofia analitica deve necessariamente ricorrere alla logica matematica tuttavia essa utilizza ancora prevalentemente il linguaggio naturale.

Alcuni autori come Kant eWittgenstein, pur nella distanza storica che li separa, concordano che l'assenza di una forma di verifica empirica in filosofia è una caratteristica epistemologica essenziale di questa dottrina, la quale rifiuta ogni commistione con le scienze sperimentali pur ritenendosi legittimata ad accedere alle risultanze della scienza, per adeguarvi i propri concetti. Per esempio questo si è verificato nella corrente dello spiritualismo conBergson.La filosofia non è una scienza sperimentale anche quando essa dedica la sua attenzione all'esame dei fatti empirici, collimando così con discipline quali lasociologia, la pedagogia, la politica ecc. La filosofia in questi ambiti considera i dati empirici ma non si limita a catalogarli; piuttosto, essa studia questi dati concreti nell'ottica di una teorizzazione critica. Così per esempio Aristotele prenderà in considerazione le costituzioni delle città greche della sua epoca ma se ne servirà nella Politica per dedurne delle considerazioni teoriche di carattere universale.

La filosofia e le scienze

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Le definizioni incentrate sul dominio di indagine o sull'argomento della filosofia spesso sottolineano la sua ampia portata in contrasto con le singole scienze. Molte scienze facevano parte della filosofia prima che maturassero abbastanza per costituire scienze pienamente sviluppate. Una disciplina filosofica cessa di essere filosofia e diventa una scienza una volta che è possibile una conoscenza definita del suo argomento. Non è azzardato quindi affermare che proprio le regole del metodo delineate filosoficamente hanno poi consentito alle scienze sperimentali di poter conseguire i loro risultati.[30] Quando Socrate ad esempio affermava che bisognava liberare la mente dalle verità preconcette questo nel campo del lavoro scientifico vuol dire mettere in discussione le conoscenze acquisite per poter poi progredire nella scoperta. In questo senso, la filosofia è la levatrice delle scienze. La filosofia stessa non fa progressi perché la scienza appena creata si prende tutto il merito.

In tale prospettiva, è persino concepibile che la filosofia a un certo punto cessi di esistere una volta che tutte le sue sotto-discipline siano state trasformate in scienze. In effetti nel secondo Ottocento l'assetto dei saperi andava definendosi in modo tale da far pensare che la filosofia potesse decisamente scomparire. Nel corso del secolo alcune discipline cardine della filosofia, come lalogica e lapsicologia (intesa come studio del pensiero, o della mente), erano diventate scienze autonome. Anche l'antropologia, lasociologia, lalinguistica, lascienza politica, che una volta facevano parte del territorio della filosofia, vantavano ora lo statuto di scienze specializzate.[31] Si assiste quindi al risolversi delle antiche discipline filosofiche, nelle scienze che affrontano gli stessi problemi con risultati empiricamente verificabili.Heidegger spiega così questo esito:"Quello che è stato fin qui il ruolo della filosofia, oggi è stato assunto dalle scienze [...] la psicologia, la logica, la politologia [...] la cibernetica".[32] Negli ultimi secoli la filosofia ha comunque ripreso, progressivamente, una sua autonomia e specificità rispetto alla conoscenza scientifica anche a livello metodico.[33] Questa evoluzione storica della filosofia è evidente soprattutto a partire dal periodo successivo all'illuminismo, quando l'attenzione dei filosofi si sposta progressivamente dalle modalità della conoscenza del reale, al rapporto diretto e personale che l'individuo nella sua singolarità è in grado di instaurare con la totalità che lo trascende, intesa comeIdea,Volontà di Potenza,Dio oEssere.

Alcuni sostengono che la filosofia nel suo insieme potrebbe non superare mai il suo status di scienza immatura poiché gli esseri umani non hanno le facoltà cognitive per dare risposte basate su prove solide alle domande filosofiche che stanno prendendo in considerazione. Se questo punto di vista fosse vero, avrebbe la grave conseguenza che fare filosofia sarebbe del tutto inutile. La caratteristica impossibilità di definire i confini della filosofia, e la sua apparente inconcludenza pratica, sono state fra le ragioni fondamentali di un filone critico nei confronti dell'attività del filosofo in sé e per sé. A differenza delle critiche rivolte di volta in volta a singole teorie o opere, coloro che criticano la filosofia intendono per lo più evidenziare l'inutilità, o addirittura la nocività, di questo tipo di attività di pensiero per l'uomo.[34] Sin dall'inizio della storia della filosofia si è posto il problema della inutilità pratica della filosofia. Del resto, neppure la scienza, per altri versi, è stata meno severa con la filosofia, o almeno con quella parte del sapere filosofico che pretende di poter trarre conclusioni universali sulla realtà, senza servirsi dei dati dell'esperienza sensibile, del calcolo matematico e della verifica empirica dei suoi risultati. Negli ultimi anni, sempre più personalità legate all'ambito scientifico hanno criticato l'utilità della filosofia in generale e della filosofia della scienza in particolare, spesso definendole "morte". Fra questi,Stephen Hawking,Richard Feynman,Lawrence Krauss,Steven Weinberg,Neil deGrasse Tyson edEdoardo Boncinelli; in netto contrasto a questa opinione vi è inveceCarlo Rovelli.[35][36][37]

«È quanto mai esatto e perfettamente giusto dire che « la filosofia non serve a niente». L'errore è soltanto di credere che, con questo, ogni giudizio sulla filosofia sia concluso. Resta tuttavia da fare ancora una piccola aggiunta, sotto forma di domanda: se cioè, posto che noi non possiamo farcene nulla, non sia piuttosto la filosofia che, in ultima analisi, è in grado di fare qualcosa di noi, supposto che c'impegnamo in essa.»

(Martin Heidegger,Introduzione alla Metafisica, Mursia, Milano, 1968, pp. 22-23)

Filosofia come creazione di significato e chiarimento di concetti

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Il matematicoImre Toth, che si è dedicato a definire i rapporti tra la creazione matematica e la speculazione filosofica, in un'intervista a Ennio Galzenati[38] ha osservato come le altre scienze come lamedicina, l'astronomia non si pongano domande sulla loro specificità, ovvero sulla definizione di sé stesse, come fanno invece la filosofia e la matematica che continuano a interrogarsi sui limiti e le possibilità della propria forma di conoscenza. Altresì manca per il pensiero filosofico un criterio di verificabilitàsperimentale che possa stabilire se ciò che esso afferma sia vero o falso; la filosofia stessa, infatti, è soggetta a una continua ridefinizione del criterio di verità con cui essa legittima le proprie conclusioni. Quindi la filosofia risulterebbe, alla fine, un girare a vuoto su sé stessa e costituita da teorie che si contraddicono a vicenda; eppure di essa non si riesce a sbarazzarsene. Opponendosi alla filosofia si fa ancora filosofia. La tematica della mancata verificabilità del pensiero filosofico che giustifica se stesso può portare però ad esitiscettici, ovvero a considerazioni di tipoermeneutico, secondo le quali proprio questa "circolarità" del pensiero filosofico che ridefinisce i propri punti di partenza costituisce la specificità e la potenzialità della filosofia, differenziandola dalle altre forme di conoscenza.

Toth sostiene che, falliti gli ultimi tentativipositivistici di ridurre la filosofia a scienza, ci si è resi conto che l'oggetto della filosofia non sono gli oggetti naturali che studiano le scienze ma l'uomo stesso.[39] L'uomo che indaga l'uomo, questo è ciò che caratterizza il filosofare che ha conseguito risultati concreti nel corso della sua lunga storia rendendo coscienti alla mente dell'uomo principi e valori universali prima inespressi o semplicemente intuiti.[40]

Molte definizioni di filosofia vedono come suo compito principale la creazione di significato e comprensione o il chiarimento di concetti. In questo senso, la filosofia è spesso contrapposta alle scienze, nel senso che non si tratta tanto di come è il mondo reale, ma di come lo viviamo o di come lo pensiamo e ne parliamo. Ciò può essere espresso affermando che la filosofia è la ricerca non della conoscenza ma della comprensione. In alcuni casi, questo prende la forma di rendere esplicite varie pratiche e ipotesi che sono state implicite in precedenza, in modo simile a come una grammatica rende esplicite le regole di una lingua senza inventarle.

Se noi oggi consideriamo chiaro ad esempio quello che diciamo quando parliamo dilibertà dimentichiamo che questo concetto appare per la prima volta nelle "Etiche" di Aristotele. Nella "Grande Etica", e nell'"Etica Eudemia" Aristotele parla però non di libertà, come noi oggi la intendiamo, ma dieleutheros,eleutheria che in greco antico connotava soltanto la condizione sociale dell'uomo libero in rapporto a uno schiavo. Aristotele non disponeva ancora di un termine equivalente al concetto che noi oggi abbiamo di libertà. Ed è proprio da Aristotele che è cominciata la lunga storia che ha portato alla coscienza riflessa del significato di quel termine, ora diventato per noi banalmente chiaro e che la filosofia continuerà ad arricchire di significati nel futuro.

Come affermaRemo Bodei: «la filosofia ha avuto il merito di essere, e di continuare a essere, unlaboratorio in cui concetti e valori vengono collaudati, vengono sperimentati e se ne osserva la tenuta rispetto alla discussione che si svolge nell'intera società. Quindi la filosofia ha il senso di creare in un mondo che cambia continuamente, in generazioni che si susseguono, in mentalità che si incontrano, questo spirito che è quello della ricerca critica, della vigilanza e persino deldubbio».[41]

Opinione condivisa dal filosofo statunitenseRichard Rorty che dichiarò in un'intervista sul destino della filosofia: «La filosofia non potrà finire finché non finiranno i mutamenti sociali e culturali: tali mutamenti, infatti, contribuiscono a rendere obsolete le concezioni generali che abbiamo di noi stessi e del contesto in cui viviamo, determinando la necessità di un nuovo linguaggio mediante cui esprimere nuove concezioni.»[42]

Come notaPaul Ricœur, nel realizzare questo suo compito la filosofia esprime un valore unificante nell'assicurare, nella diversità dei linguaggi, la loro connessione reciproca. Dobbiamo al pensiero filosofico se la cultura europea occidentale non si sia frantumata e parcellizzata, perdendo il senso della sua unità, di fronte alla specializzazione dispersiva dei vari saperitecnologici. Mentre infatti la filosofia si sviluppa unitariamente cercando di risolvere le domande di un'epoca, ma tenendosi collegata a quelle passate, nella storia delle scienze ci sono rotture, discontinuità, denominatefrattureepistemologiche che fanno del percorso della scienza un cammino continuamente interrotto.

Filosofia come stile di vita

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Jean-Léon Gérôme,Diogene nella botte, 1860. Ritratto romantico che rappresenta anche il cane (in greco “κύων”) che ha dato il nome alcinismo.

Alcune definizioni della filosofia si concentrano sul suo ruolo nell'aiutare il praticante a condurre una vita buona: la filosofia è vista, secondo queste definizioni, come la pratica spirituale di sviluppare la propria capacità di ragionamento attraverso la quale deve essere realizzato qualche ideale di salute. Tale visione della filosofia era già esplicitamente articolata nellostoicismo ed è stata adottata anche da alcuni filosofi contemporanei. Una concezione strettamente correlata vede la filosofia come uno stile di vita. Questo si basa su una concezione di cosa significhi condurre una vita buona che è centrata sull'aumento della propria saggezza attraverso vari tipi di esercizi spirituali o sullo sviluppo e l'uso della ragione.

Il saggio nel senso greco del termine non è l'uomo perso nelle sue riflessioni teoriche. Egli, pur detenendo un sapere consideratoastratto, possiede invece l'abilità di farne un uso concreto, pratico: filosofia come “stile di vita”, saggezza intesa come “saper vivere”, in un'unità di teoria e prassi tipica dell'epoca nella quale appunto nasce.Il tema è trattato approfonditamente daPierre Hadot in una delle sue opere principali, “Che cos'è la filosofia antica?”, nella quale illustra quanto lontano fosse il pensiero greco dalla costruzione di sistemi ideali astratti ed avulsi dalla realtà.

La filosofia greca è permeata, fra l'altro, dal problemapolitico. SecondoJean-Pierre Vernant "...è sul piano politico, di fatto, che in Grecia la Ragione si è in primo luogo espressa, costituita, formata",[43] ovvero dal rapporto fra la sapienza e la capacità di governare il comportamento dell'uomo sia come singolo che come facente parte della comunità dellapolis stessa.

Storia della filosofia occidentale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Storia della filosofia occidentale.

Filosofia antica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia antica.

I presocratici

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Lo stesso argomento in dettaglio:Presocratici, Scuola di Mileto, Scuola pitagorica, Scuola di Elea, Pluralisti § Il pluralismo antico, Atomismo e Sofistica.
Asia minore e Mesopotamia nell'antichità.Mileto è nel quadratinoB d

La filosofia emerse nell'antica Grecia nelVI secolo a.C.. L'era presocratica durò circa due secoli, durante i quali l'espansione dell'impero persiano si estendeva a ovest, mentre i greci avanzavano nelle rotte commerciali e marittime, raggiungendoCipro e laSiria.

Pur accettando che la filosofia greca abbia ricevuto apporti tematici provenienti dalle culture orientali,[44] l'approccio razionale e analitico era scarsamente utilizzato in Oriente, mentre sarà alla base di quello greco, e la maggior parte degli storici della filosofia oggi afferma l'autonomia e l'originalità della filosofia greca[45] nata aMileto,colonia greca dell'Asia minore, nel VI secolo a.C. sostenendo:

  • che anche gli autori della filosofia classica più vicini per tematiche al pensiero orientale (Platone, Aristotele, ecc.), pur riconoscendo l'importanza della cultura orientale, ne sottolineano il carattere pratico e non fanno alcuna menzione di una derivazione orientale della filosofia;
  • che non abbiamo conferma di nessuna traduzione di testi orientali da parte di filosofi greci poiché evidentemente esistevano delle difficoltàlinguistiche alla conoscenza delle culture orientali;
  • che la sapienza orientale si basava su conoscenze poste come veritàteologiche indiscutibili, conosciute solo da un gruppo ristretto di persone, i cosiddetti "sacerdoti": verità che non miravano allo sviluppo della razionalità, ma erano orientateideologicamente verso il raggiungimento di una vita ultraterrena o praticate per l'accrescimento di facoltà spirituali connesse alla sacralità, per cui il problema centrale che gli orientali si ponevano era quello della salvezza dell'anima dopo la morte, mentre il tema fondamentale nella speculazione dei primi filosofi greci (presocratici o presofisti) riguardava la natura e il cosmo;
  • che infine esistevano fattori sociali e culturali che, come l'espansione coloniale greca, costituirono un ambiente caratterizzato dalla libertà politica e di pensiero favorevole allo sviluppo del pensiero filosofico;
  • che la tesi orientalista è nata solamente dopo lo spostamento del baricentro culturale della Grecia verso Est, con la conquista di Alessandro Magno e la successiva diffusione dell'Ellenismo.

Con la scuola milesia diTalete,Anassimandro eAnassimene, il pensiero per la prima volta inizia ad emanciparsi dalla commistione con ilmito e le tradizioni culturali poetiche per ricercare spiegazioni razionali ai fenomeni naturali e alle questionicosmologiche abbandonando lacosmogonia; può nascere così un pensiero filosoficolaico, volto ad approfondire razionalmente le esperienze della conoscenza sensibile e a sostituire all'interpretazionemitica dei fenomeni naturali un'analisi attenta ai dati dell'esperienza. La filosofia greca nasce quindi con interessi "scientifici" soprattutto per le necessità connesse alla navigazione e al commercio. Mileto infatti, sorta sulle coste della odierna Turchia, era il naturale punto d'incontro di frequenti scambi commerciali con la Grecia, l'Impero persiano e l'Egitto.[46] L'interpretazione mitica dei fenomeni naturali non soddisfa più e non serve: si cerca una causa che renda più comprensibile la natura. Questa interpretazione "scientifica" della natura, che dà un nuovo senso ai raccontimitologici, non viene ostacolata dal credo religioso, poiché lareligione greca eranaturalistica, legata all'immanenza e ll'antropomorfizzazione del divino.

A proposito dei rapporti tra la filosofia e il mito si possono sinteticamente indicare tre tesi sostenute dagli storici della filosofia:

  1. La filosofia con la scuola di Mileto segna una rottura con ilmito. Illogos si emancipa dalpensiero mitico con l'affermazione dei primordi di un pensiero razionale e scientifico. Si è parlato di una "scoperta dello spirito" che ha fatto nascere come "un miracolo greco" la filosofia.
  2. Al contrario si sostiene che sia azzardato riconoscere nella filosofia ionica la nascita di una scienza priva, com'è quella antica, dellaverifica sperimentale. La filosofia è ancora profondamente legata al mito: essa non fa altro che sottoporre allacritica razionale, alla discussione dellogos, quanto sostiene la visione mitica che è ancora sentita come vera. Le cosmologie dei filosofi ionici riprendono e cercano di rispondere alla stessa domanda dellecosmogonie: «Come si è originato l'universo ordinato, ilcosmo, dalcaos?» Al mondo ordinato dei filosofi naturalisti basato sull'azione di forze contrapposte che si scindono dall'unità originaria, in continua lotta tra loro secondo un corso ciclico, corrisponde l'universo diOmero edEsiodo dove l'ordine è mantenuto dalle forze contrapposte dei diversi dei del mito che con l'avvento della filosofia hanno perso il loro aspetto personalizzato, ma che sono ancora visti dal filosofo come potenze reali che intervengono nella vita degli uomini. Una teoria vicina a questa concezione è nell'opera più conosciuta del filosofo franceseJean-Pierre Vernant:Les Origines de la pensée grecque (Le origini del pensiero greco) pubblicata nel1962 dove viene presentata una nuova interpretazione della storia greca avvalendosi degli studi antropologici diGeorges Dumézil,Claude Lévi-Strauss e Ignace Meyerson. L'autore cerca di trovare le cause del passaggio dal pensieromitologico greco a quello razionale filosofico. Secondo Vernant il motivo di questo cambiamento va ricercato nel mito stesso oltreché nella stessa storia sociale, giuridica, politica ed economica dei greci. Il cammino verso la ragione, sostiene Vernant, porterà nello stesso tempo alla nascita dellademocrazia greca.[47]
  3. Questa è la tesi oggi maggiormente condivisa secondo la quale è errato sostenere che i filosofi di Mileto ripetano con parole diverse ciò che già sosteneva il mito. Nei filosofi presocratici vi sono certamente, rispetto alla concezione mitica, degli elementi originali e nuovi che vanno identificati.[48]

La facilità e la frequenza dei viaggi intra-greci contribuirono alla fusione e al confronto delle idee. Durante il VI secolo a.C., vari filosofi e altri pensatori si spostarono facilmente in giro per la Grecia, in particolare in occasione deigiochi panellenici. Sebbene la comunicazione a lunga distanza fosse difficile durante i tempi antichi, persone, filosofi e libri si spostavano attraverso altre parti dellapenisola greca, leisole dell'Egeo e laMagna Grecia, una zona costiera dell'Italia meridionale. Anche il sistema politicodemocratico dellepoleis indipendenti ha contribuito all'ascesa della filosofia. La maggior parte delle città greche non era governata da autocrati o sacerdoti, consentendo ai cittadini di mettere in discussione liberamente una vasta gamma di questioni.

I primi filosofi, purnaturalisti, non per questo si possono definire comematerialisti: essi conservano uno spirito religioso che non contrasta con la religione greca che, del resto, priva com'era dell'autorità di testi sacri e didogmi, permetteva una certa libertà di pensiero.[49] Si impone quindi il problema dell'identificazione dell'archè, l'elemento costitutivo e animatore della realtà. Essi pensarono che, pur essendo apparentemente diversi, i fenomeni naturali avessero un fondamento comune. Si trova nelle loro teorie la ricerca di una costante che metta ordine nella molteplicità caotica dei fenomeni. Se quindi, si riuscirà a identificare lacausa prima di tutti questi fenomeni si otterrà una chiave universale per spiegare la formazione e il divenire di tutto ilcosmo. Perciò i primi filosofipresocratici ricercheranno quest'elemento primordiale da cui tutto si è generato e a cui tutto ritorna: l'archè, ciò che successivamente verrà definitosostanza, termine che racchiuderà una pluralità di significati, ovvero ciò che:

  • permane nei mutamenti
  • rende unitaria la molteplicità
  • rende possibile l'esistenza della cosa[50]

Interessante notare come dalla iniziale speculazione sulla natura, ancora legata ad elementi fisici con Talete, il discorso filosofico si faccia più astratto già con Anassimandro, capace di concepire come principio ciò che non è materiale, l'indefinito, l'apeiron. Dopo Talete e Anassimandro,Anassimene di Mileto affermò che l'archè dovesse essere identificato con l'aria.

SecondoEraclito compito del filosofo è quello di fare molte esperienze e da queste arrivare al principio primo unitario, che Eraclito chiamaLogos (ragione, discorso). Inizia quindi a delinearsi con Eraclito il significato di filosofia come conoscenza dei principi primi: scienza universale che tratta l'essere in generale e che quindi è alla base e fondamento di tutte le forme di conoscenza che si occupano del particolare.

Busto di Pitagora

Pitagora (nato intorno al 570 a.C.), originario dell'isola diSamo al largo della costa della Ionia, visse in seguito aCrotone nell'Italia meridionale (Magna Grecia). I pitagorici sostengono che "tutto è numero", fornendo resoconti formali in contrasto con il materiale precedente degli Ioni. La scoperta degli intervalli consonantici nella musica da parte del gruppo permise di affermare in filosofia il concetto di armonia, che suggeriva che gli opposti potessero insieme dare origine a cose nuove. I pitagorici credevano anche nellametempsicosi, nella trasmigrazione delle anime o nella reincarnazione.

Parmenide

Un altro percorso invece condurrà la filosofia, conParmenide e lascuola eleatica, alle prime speculazioniontologiche; l'ontologiamonistica, che nasce conSenofane di Colofone, trova infatti adElea, nell'ambito dellaMagna Grecia occidentale, i suoi principali sviluppi; in questi pensatori è prevalente la percezione di un conflitto irriducibile tra lalogica che governa la dimensione intellettuale e il contraddittorio divenire dei fenomeni testimoniato dai sensi.Parmenide sosteneva che, a differenza degli altri filosofi che credevano che l'archè si fosse trasformata in molteplici cose, il mondo doveva essere immutabile ed eterno, mentre qualsiasi cosa suggerisse il contrario era un'illusione.Zenone di Elea formulò i suoi famosiparadossi per supportare le opinioni di Parmenide sull'illusione della pluralità e del cambiamento (in termini di movimento), dimostrandoli impossibili.

Anassagora

In opposizione al monismo eleatico,Anassagora (diClazomene) eLeucippo (diMileto) sostituivano la teoria parmenidea di un Essere unico e immutabile con una concezionepluralistica dellaphysis. Questa tesi si originò in ambitoionico e fu sviluppata da Anassagora e Leucippo in due modi differenti: il primo indicava come principi fondamentali isemi (che Aristotele ribattezzeràomeomerìe), il secondo era invece assertore di una teoriaatomistica.Empedocle sosteneva che l'archè consistesse in realtà in più fonti, dando origine al modello deiquattro elementi. Questi a loro volta sono soggetti alle forze dell'Amore e del Conflitto, creando le miscele di elementi che formano il mondo. L'espressione di tale pluralismo che risulterà più ricca di sviluppi sarà l'atomismo leucippeo, che troverà inDemocrito un valido continuatore.

Accanto a questo primo iniziale configurarsi della filosofia come conoscenza universale compare nella storia della filosofia un'applicazione più pragmatica del filosofare: è quella deisofisti che non tramandano definizioni della filosofia, ma chiamano filosofia una particolare forma dieducazione, dietro compenso, per i giovani che vogliano intraprendere una carriera politica.[51] I sofisti compaiono nel periodo compreso fra il culmine della civiltà ateniese e i primi sintomi della decadenza dovuta a tensioni individualistiche ed egoistiche già evidenti nell'età diPericle. Allo scoppio dellaguerra del Peloponneso e alla morte di Pericle, entrano in crisi il senso di supremazia culturale ed economica a cui si sostituisce la percezione della precarietà dell'esistenza, cui i sofisti rispondono esibendo le capacitàretoriche dell'individuo, educato con una nuovatechnè (tecnica)oratoria. Essi insegnano in particolare l'"arte della parola", un'educazione retorica e letteraria che riporta la filosofia al suo primo significato dipaideia ma con diversi contenuti rispetto a quella antica, basata sullapoesia e sulmito, attraverso i quali si realizzava l'aristocratico ideale dellakalokagathia ossia l'unione delbello e del buono. I sofisti non mettono in dubbio l'autorità delloStato ma evidenziano attraverso un'analisi storica, l'origine umana delleleggi che lo regolano e il ruolo determinante di chi è capace di influenzarne la formazione attraverso l'abilità nell'usare il linguaggio, non tanto per persuadere, quanto per far prevalere sull'interlocutore il proprio punto di vista con il suo eloquio.[52]

Filosofia greca classica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Socrate, Platone e Aristotele.
Socrate

Il periodo classico dell'antica filosofia greca è incentrato suSocrate e sulle due generazioni di studenti che seguirono.

Socrate visse un evento che gli cambiò la vita quando il suo amicoCherefonte visitò l'Oracolo di Delfi dove laPizia gli disse chenessuno ad Atene era più saggio di Socrate. Venuto a conoscenza di ciò, Socrate trascorse successivamente gran parte della sua vita interrogando chiunque ad Atene per indagare sull'affermazione della Pizia. Il senso della sua filosofia è quello di essere essenzialmentericerca che caratterizza quelladotta ignoranza che permette di sviluppare lo spirito critico nei confronti di coloro che presumono di sapere in modo definitivo e invece non sanno rendere conto di quello che dicono.[53] La peculiarità di Socrate consiste infatti nel metodo di indagine filosofica basato sullamaieutica, ovvero sulla capacità, attraverso undialogo serrato fra il filosofo e coloro che lo ascoltano, di discernere la conoscenza vera dalla mera opinione soggettiva.[54]

Le domande di Socrate gli procurarono nemici che alla fine lo accusarono di empietà e di corruzione dei giovani. La democrazia ateniese lo processò, fu giudicato colpevole e condannato a morte. Sebbene i suoi amici si offrissero di aiutarlo a fuggire dalla prigione, Socrate scelse di rimanere ad Atene e di attenersi ai suoi principi. La sua esecuzione consistette nel bere lacicuta avvelenata. Morì nel 399 a.C.

Busto di Platone nel Museo Pio-Clementino

SebbeneSocrate non abbia scritto nulla, due dei suoi discepoli,Platone eSenofonte, scrissero di alcune delle sue conversazioni, sebbene Platone usasse Socrate anche come personaggio di fantasia in alcuni dei suoi dialoghi. Questi dialoghi socratici mostrano ilmetodo socratico applicato per esaminare problemi filosofici. Socrate fu accusato di empietà e di corruzione dei giovani. Lademocrazia ateniese lo processò e lo riconobbe colpevole, condannandolo a morte. Sebbene i suoi amici si offrissero di aiutarlo a fuggire dalla prigione, Socrate scelse di rimanere ad Atene e di attenersi ai suoi principi. Morì nel 399 a.C.

Dopo la morte di Socrate, Platone fondò l'Accademia platonica e lafilosofia platonica. Secondo quanto scriveAlexandre Koyré:

«Tutta la vita filosofica diPlatone è stata determinata da un avvenimento eminentemente politico, la condanna a morte diSocrate

Come egli scrisse, in tarda età, nellaLettera VII proprio la rinuncia alla politica attiva segna la scelta per la filosofia, intesa però come impegno "civile". Tuttavia i filosofi che vorrebbero dedicarsi allameditazione[55] devono invece essere costretti all'arte del governo,[56] in quanto, proprio perché disinteressati, essi sono i più affidabili come politici.[57]

La dottrina politica attribuita a Platone deriva dallaRepubblica, dalleLeggi e dalPolitico. Il primo di questi contiene il suggerimento che non ci sarà giustizia nelle città a meno che non siano governate da re filosofi; i responsabili dell'applicazione delle leggi sono obbligati a tenere incomune le loro donne, i loro figli e le loro proprietà.

I dialoghi di Platone hanno anche temimetafisici, il più famoso dei quali è la sua "teoria delle idee". Sostiene che le idee astratte (masostanziali) non materiali, e non il mondo materiale del cambiamento a noi noto attraverso i nostri sensi fisici, possiedano il tipo più alto e fondamentale di realtà.

Platone usa spesso lungheanalogie (di solitoallegorie) per spiegare le sue idee; la più famosa è forse il "mito della caverna" nel settimo libro dellaRepubblica, dove delinea una formazione culturale che porti alla visione del mondo intelligibile,[58] appresa la quale spetterà ai filosofi la funzione politica, ma non in quanto addestrati all'uso della parola, bensì perché essi sono depositari di quella luce della verità a cui sono giunti liberandosi dalle catene dell'ignoranza. La loro formazione culturale quindi sopravanza quella dei non filosofi, in quanto essi saranno educati non solo nellaginnastica, nellamusica e nelle arti[57] ma anche nelle scienze esatte come lamatematica[59] e lageometria, che permettano loro di arrivare alla concezioneintellettuale delleidee perfette ed immutabili.[60] Tramite ladialettica, l'ascesa dalle forme sensibili all'intelligibile, "si tratta di ribaltare un'anima da un giorno che è come una notte, a un vero giorno, il che corrisponde all'ascesa all'essere; in una parola, all'autentica filosofia."[61]

Con Platone il termine filosofia ha raggiunto una tale vastità di significati che, secondo una celebre massima, in seguito la storia del pensiero non avrebbe fatto altro che svilupparne gli esiti.[62] Essa assume cioè il senso di sapere universale, teoria e pratica politica, prevalenza dell'intelletto sulla conoscenza sensibile, scienza dei principi primi e spirito critico applicato alle scienze particolari. I vari significati della filosofia sopra indicati appaiono e scompaiono in relazione alle fasi successive del suo pensiero.

Si deve inoltre tenere presente che il senso della filosofia e quello dei suoi oggetti deve, per Platone, essere inseribile in un quadrocosmologico generale perfetto ed armonico, su base matematico-geometrica. Uno dei più importanti dialoghi della maturità, ilTimeo, è molto significativo a questo proposito e, non a caso, è stato il testo base per tutta la cosmologia mistica medioevale. È un inno alla perfezione "geometrica" di un cosmo che non è solo ideale ma del tutto reale. L'ontologia platonica riguarda quindi unEssere generale (governato dall'anima del mondo), che ha il suo fondamento nell'elemento etico (il bene), in quello estetico (la bellezza) e in quello gnoseologico (la verità). Sono infatti essi che si coniugano come fondanti, lo qualificano e lo definiscono. La "materia" (la fisicità) è quindi elemento del tutto irrilevante per Platone, in quanto, non possedendo "verità" non può essere posto come oggetto della vera filosofia.

Aristotele ritratto nellaScuola di Atene diRaffaello.

L'ultima scuola di filosofia ad essere istituita durante il periodo classico fu lascuola peripatetica, fondata daAristotele, allievo di Platone. Aristotele scrisse ampiamente su argomenti di interesse filosofico, tra cui fisica, biologia, zoologia, metafisica, estetica, poesia, teatro, musica, retorica, politica e logica. Lalogica aristotelica fu il primo tipo dilogica a tentare di classificare ognisillogismo valido.

Per Aristotele, la filosofia è il più grande dei beni, dal momento che ha per scopo se stessa, mentre le altre scienze hanno per fine qualcosa di diverso da sé. Aristotele introduce una nuova concezione del sapere rispetto a quella della tradizione, che collegava la sapienza all'agire e al produrre. Dedicarsi al sapere richiede lascholè, un tempo assolutamente libero da ogni cura e preoccupazione per le necessità materiali dell'esistenza.[63] Per Aristotele fare filosofia è l'inclinazione della natura razionale di tutti gli uomini e che solo i filosofi realizzano a pieno, mettendo in atto un sapere che non serve a nulla ma che, proprio per questo, non dovrà piegarsi a nessuna servitù: un sapere assolutamente libero. La filosofia, quindi presuppone la libertà da ogni bisogno materiale, è essa stessa libera perché persegue il sapere per il sapere e rende liberi dall'ignoranza.

Mentre in un primo tempo Aristotele pensa che l'oggetto della filosofia debba essere il divino e che quindi essa sia la scienza più alta, nella maturità, con le mutate condizioni culturali e politiche, egli guarda il mondo secondo un'ottica orizzontale per cui tutte le scienze hanno pari dignità. In questo modo Aristotele constata e giustifica la situazione culturale delIV secolo a.C., dove le scienze si rendono autonome dalla filosofia e si specializzano nel loro specifico settore della realtà. Quindi, secondo Aristotele, la filosofia si differenzia dagli altri saperi perché, invece di considerare la varie facce della realtà o dell'essere, studia l'essere e la realtà in generale. Quindi, tutte le scienze che studiano una parte del reale dovranno ora presupporre la filosofia, che studia il reale in quanto tale.[64] La filosofia diventa la scienza prima, l'anima unificatrice ed organizzatrice delle scienze particolari. La filosofia, come un'enciclopedia del sapere, non può essere altro che scienza o sapere globale.

Aristotele non enuncia direttamente il significato del termine, ma "sapere" per lui vuol dire "conoscenza dei principi primi e dellecause".[65] Quanto più una cosa, infatti, è realizzata nella sua natura, tanto più essa è causa dell'essere delle cose che di tale natura partecipano. Ad esempio, il fuoco non può essere che la causa del calore delle cose calde, in quanto esso realizza al massimo la sua natura calda. Aristotele, cioè, stabilisce una connessione logica e reale tra verità, causalità e essere.

La matematica sarà dunque la scienza che studia gli enti nellospazio, mentre quella che studia gli enti che divengono è lafisica (che comprende tutte le scienze naturali); quella che, infine, studia l'ente in quanto ente sarà la "filosofia prima", la quale, quando si dedica allo studio dell'ente supremo, si definisce cometeologia. La filosofia prima, che la tradizione filosofica chiameràmetafisica, costituirà, come teoria generale della realtà, il nucleo centrale, almeno fino a John Locke, della filosofia. Il termine "metafisica" deriva dalla catalogazione dei libri di Aristotele, nell'edizione diAndronico da Rodi (I secolo a.C.), nella quale la trattazione dell'essenza della realtà fu collocata dopo (in grecometa-) quella della natura (che è la fisica). Il prefissometa- assunse poi il significato di "al di là, sopra, oltre".

Aristotele definirà "filosofie teoretiche" la matematica, la fisica e la "filosofia prima", distinguendole in tal modo dalle "filosofie pratiche" (etica,politica) e da quelle poietiche (dapoieo, "produco"), che riguardano la poetica e le discipline tecniche.[66] Nelle dottrine pratiche e poietiche rientra quella caratterizzazione della filosofia come saggezza che la "filosofia prima" come scienza escludeva dal suo ambito. Anzi, a differenza di Platone, Aristotele attribuisce dignità filosofica anche alle filosofie pratiche e poietiche, non potendo sempre avere il sapere i caratteri precisi e definitivi, ad esempio, della matematica.[67] Le sue opinioni etiche identificavano l'eudaimonia come il bene ultimo, poiché era buono in sé. Pensava che l'eudaimonia potesse essere raggiunta vivendo secondo la natura umana, che è vivere con ragione e virtù, definendo la ""virtù"" come ilgiusto mezzo tra gli estremi. Aristotele fece da tutore adAlessandro Magno, che conquistò gran parte dell'antico mondo occidentale. L'ellenizzazione e l'aristotelismo hanno esercitato una notevole influenza su quasi tutti i successivi filosofi occidentali e mediorientali.

Filosofia ellenistica e latina

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Lo stesso argomento in dettaglio:Ellenismo, Epicureismo, Stoicismo, Pirronismo, Scetticismo filosofico, Scuola peripatetica, Platonismo, Filosofia latina e Neopitagorismo.
Mappa dell'impero diAlessandro Magno e del percorso che lui ePirrone intrapresero per l'India

Nell'età ellenistica le città-stato greche perdono, dopo la conquista macedone, la loro libertà ed assieme il loro primato politico, economico e culturale che passa a nuove grandi città comeAlessandria d'Egitto,Antiochia ePergamo che diventano a loro volta centri di sviluppo e diffusione dellaciviltà greca nelle vaste terre conquistate e portate alla grecità daAlessandro Magno. L'ellenismo poi «con i suoi vasti ideali e aspirazioni di universalità, aprì la via alle grandi affermazioni unitarie dell'Impero romano e del cristianesimo.»[68] Il tratto caratterizzante dell'ellenismo è appunto la diffusione della civiltà greca nelmondo mediterraneo,eurasiatico e orientale, e la sua fusione con le culture dell'Asia Minore, dell'Asia Centrale, dellaSiria e dellaFenicia, dell'Africa del Nord, dellaMesopotamia, dell'Iran e dell'India, e la conseguente nascita di una civiltà, detta appunto «ellenistica», che fu modello per altre culture relativamente alla filosofia,economia,religione,scienza earte. Il periodo iniziò con la morte di Alessandro nel323 a.C. (poi quella di Aristotele nel322 a.C.), e fu seguito dal predominio dellafilosofia dell'antica Roma durante ilperiodo imperiale romano.Il periodo ellenistico vide la continuazione dell'aristotelismo e delcinismo e l'emergere di nuove filosofie, tra cui ilpirronismo, l'epicureismo, lostoicismo e ilneopitagorismo. Anche ilplatonismo continuò, ma trovò nuove interpretazioni, come loscetticismo accademico.

La caratteristica fondamentale nelle filosofie ellenistiche è la tendenza a costituire dottrine fortemente strutturate caratterizzate da un interesse primario per l'etica. Nel clima di generale insicurezza e di una "fuga nel privato" che caratterizza questa età di sconvolgimenti politici, sociali e culturali, alla filosofia si chiedono sostanzialmente due cose: da un lato una visione unitaria e complessiva del mondo, dall'altro lato una specie di "supplemento d'animo", ossia una parola di saggezza e di serenità capace di guidare la vita quotidiana degli individui. Infatti conseguenza del ripiegamento verso l'intimità privata fu l'attenzione rivolta dagli intellettuali all'etica ed all'analisi interiore piuttosto che a un'indagine filosofica astratta.[69] Le varie scuole di filosofia hanno proposto vari metodi per raggiungere l'eudaimonia. Per alcune scuole era attraverso mezzi interni, come la calma, l'atarassia (ἀταραξία) o l'indifferenza, l'apatia (ἀπάθεια), il che era forse causato dalla maggiore insicurezza dell'epoca.Epicuro ritiene che la filosofia debba diventare lo strumento, il mezzo, teorico e pratico, per raggiungere lafelicità liberandosi da ogni irrequieta passione.[70]

Un altro filone di pensiero importante nel pensiero occidentale post-classico era la questione dello scetticismo.Pirrone, un filosofo democriteo, si recò in India con l'esercito di Alessandro Magno, dove Pirrone fu influenzato dagli insegnamentibuddisti, in particolare daitre segni dell'esistenza. Dopo essere tornato in Grecia, Pirrone iniziò una nuova scuola di filosofia, ilPirronismo, che insegnava che sono le opinioni su questioni non evidenti che impediscono di raggiungere l'atarassia. Per portare la mente all'atarassia, il pirronismo usa l'epoché (sospensione del giudizio) riguardo a tutte le proposizioni non evidenti. Dopo cheArcesilao divenne capo dell'Accademia, adottò lo scetticismo come principio centrale del platonismo, rendendo il platonismo quasi corrispondente pirronismo. Dopo Arcesilao, lo scetticismo accademico si discostò dal pirronismo.

Epicuro.

Le nuove filosofie si presentano come sistemi che riprendono la suddivisione della filosofia in etica, politica edialettica introdotta nelIV secolo a.C. daSenocrate, secondo successore di Platone, che abbandona l'aspetto metafisico della dialettica platonica, intesa come ascensione al mondo intelligibile, e la riduce essenzialmente allalogica.[71] La sua tripartizione è quella in vigore anche presso le correnti di pensiero degli epicurei, degli stoici e degliscettici. Altrettanto avviene nel Liceo dopo la morte diTeofrasto: lafilosofia prima, da studio metafisico dell'atto puro, viene ora spostata sulla fisica nei suoi aspetti scientifici. Epicuro sostituisce alla dialettica lacanonica, una dottrina che fornisce i canoni, i criteri fondamentali per arrivare, tramite i sensi, alla verità, poiché l'ascesa all'intelligibile, sostiene Epicuro, sarebbe una via che va all'infinito.[72] La filosofia stoica è focalizzata su problematiche di ordine etico: la filosofia è come un frutteto, il cui muro di cinta è la logica, gli alberi sono la fisica e i frutti, gli oggetti più importanti, l'etica.[73]

Dal diretto contatto con il mondo greco, dopo la conquista romana del Mediterraneo, la filosofia latina, caratterizzata sin dalle origini dalla diffidenza per la speculazione pura, dalla predilezione per la vita pratica e dall'eclettismo e che trovava inCicerone il suo rappresentante più significativo, mira ad una compenetrazione delpensiero greco con la cultura romana, diviene "arte di vita",[74] che viene sempre più intesa, come già diceva Platone, come "esercizio di morte",[75] cioè metodo di preparazione all'abbandono del mondo terreno per l'ascesa a quello intelligibile. La cultura ellenistica che si inserisce nell'ultimo periodo delpaganesimo s'innesta in un fenomeno di natura religiosa complesso di cui fa parte anche ilcristianesimo: tramontati i valori tradizionali del mondo greco legati allapolis, con l'espandersi dell'impero romano, si sviluppa, sia nella classe colta che nella gente comune, l'interesse per la religione.[76] Una delle peculiarità dellareligione dei romani è che essa è inscindibilmente legata alla sfera civile, familiare e sociopolitica. Il culto verso gli dei era un dovere morale e civico ad un tempo, in quanto solamente lapietas, vale a dire il rispetto per il sacro e l'adempimento dei riti, poteva assicurare lapax deorum per il bene della città, della famiglia e dell'individuo. Altre due caratteristiche salienti della religione romana possono essere individuate nelpoliteismo e nella relativa tolleranza verso altre realtà religiose. La ricchezza del pantheon romano è dovuta non solo al grande numero di divinità, siano esse antropomorfe o concetti astratti, ma anche al fatto che alcune figure divine fossero moltiplicate in relazione alle funzioni loro attribuite.[77]

Dopo la fine del periodo scettico dell'Accademia conAntioco di Ascalona, il pensiero platonico entrò nel periodo delmedioplatonismo, che assorbì idee dalle scuole peripatetiche e stoiche. Un sincretismo più estremo fu fatto daNumenio di Apamea, che lo combinò con ilneopitagorismo. Il neopitagorismo era sbarcato a Roma nelI secolo d.C. ed ebbe come cultoriPublio Nigidio Figulo, il poetaVirgilio,Nicomaco di Gerasa (prima metà delII secolo) eModerato di Cadice. DalII secolo d.C. incomincia la diffusione delle opereermetiche. Con "ermetismo" si intende generalmente un complesso di dottrine mistico-religiose nel quale confluirono durante l'ellenismo teorieastrologiche di originesemita, elementi della filosofia di ispirazioneplatonica epitagorica, credenzegnostiche e proceduremagicheegizie.

L'espressione più alta di questo nuovo sentire filosofico religioso è però ilneoplatonismo che viene fatto iniziare conPlotino diLicopoli, che visse nella prima metà delIII secolo e studiò adAlessandria d'Egitto, dove fu allievo diAmmonio Sacca. Qui assimilò i fermenti culturali sia dellafilosofia greca che dellamistica orientale,egiziana easiatica.[78] Per Plotino la parte migliore, "la parte eccellente" del pensiero platonico[79] è quella dialettica platonica a cui ora si riduce l'intera filosofia, poiché la dialettica investe di sé, riprendendo la tripartizione di Senocrate, anche l'etica e la fisica.[80]

Filosofia medievale e rinascimentale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia medievale.
Agostino d'Ippona.

Lafilosofia medievale si estende grosso modo dalla cristianizzazione dell'Impero Romano fino alRinascimento. È definita in parte dalla riscoperta e dall'ulteriore sviluppo della filosofia greca ed ellenistica classica, e in parte dalla necessità di affrontare problemi teologici e di integrare le dottrine sacre allora diffuse dallereligioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo eislam) con il sapere laico. Alcuni problemi discussi durante questo periodo sono il rapporto della fede con la ragione, l'esistenza e l'unità di Dio, i problemi della conoscenza e degli universali. Facendo proprie lecategorie filosofiche degli antichi greci, ilCristianesimo ha elaborato una concezione della filosofia che non pretendesse di sostituirsi arbitrariamente alla verità, ma che piuttosto fungesse da avvio nei suoi confronti e la difendesse dai tentativi di negarla da parte delloscetticismo e delrelativismo: da qui l'espressione di filosofia comeancilla fidei, cioè servitrice nei confronti di quellafede che per un cristiano è la manifestazione più immediata della verità.[81] La filosofia al servizio, ancella, dellafede è la concezione che troviamo sin dall'inizio dei rapporti tra filosofia e religione in Clemente Alessandrino[82], e nella cultura medioevale a cominciare daAlberto Magnoad theologiam omnes aliae scientiae ancillantur»).[83] Questa concezione della filosofia convive nel Cristianesimo con la convinzione che l'uomo è essenzialmente libero di fronte alla verità, cioè ha la possibilità di accoglierla o rigettarla.[84] Il problema della relazione fra fede, dottrina religiosa e pensiero torna d'attualità con l'avvento del Cristianesimo; in una prima fase sulla scorta della predicazione diPaolo di Tarso[85] si ritiene che i primi fedeli debbano salvaguardare la propria devozione, dall'incontro con la filosofiapagana ma nello stesso tempo invita i cristiani a dare fondamento razionale alla loro fede.[86] Successivamente, laPatristica assume due indirizzi prevalenti, quellooccidentale, rappresentato daIreneo eTertulliano, che esalta il carattere volontaristico e non razionale della fede, e quelloorientale, rappresentato ad es. daClemente Alessandrino o daOrigene, i quali invece ritengono la filosofia una degna ancella della fede, nell'ottica di una razionalizzazione del pensiero cristiano.[87]

Una figura di spicco di questo periodo fuAgostino d'Ippona, uno deiPadri della Chiesa più importanti della cristianità occidentale. Agostino adottò il pensiero di Platone e lo cristianizzò. La sua influenza dominò la filosofia medievale forse fino alla fine dell'era e alla riscoperta dei testi di Aristotele. L'agostinismo è stato il punto di partenza preferito per la maggior parte dei filosofi fino al XIII secolo. Tra le questioni toccate dalla sua filosofia c'erano ilproblema del male, la teoria dellaguerra giusta e deltempo. Sul problema del male, ha sostenuto che il male era un prodotto necessario dellibero arbitrio umano. Quando questo ha sollevato la questione dell'incompatibilità del libero arbitrio e dellaprescienza divina, sia lui siaBoezio hanno risolto il problema sostenendo che Dio non vedeva il futuro, ma piuttosto si trovava completamente al di fuori del tempo.

Scolastica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Scolastica (filosofia).

Una scuola di pensiero influente era quella dellaScolastica, che pone una forte enfasi sul ragionamentodialettico per estendere la conoscenza perinferenza e per risolvere lecontraddizioni. Il pensiero scolastico è noto anche per la rigorosa analisi concettuale. Un argomento tratto dalla tradizione viene affrontato sotto forma di domanda, si danno risposte di opposizione, si sostiene una controproposta e si confutano gli argomenti di opposizione.

Anselmo di Canterbury (chiamato il 'padre della scolastica') sosteneva che l'esistenza di Dio potesse essere provata inconfutabilmente con la conclusione logica che emerge dall'argomento ontologico, secondo il quale Dio è per definizione la cosa più grande concepibile, e poiché una cosa esistente è più grande di un non esistente, deve essere che Dio esiste o non è la cosa più grande concepibile (quest'ultima è per definizione impossibile).

Boezio ragionò sul problema degliuniversali, sostenendo che non esistevano in maniera indipendente come affermato da Platone, ma credeva ancora, in linea con Aristotele, che esistessero nella sostanza delle cose particolari. Un'altra figura importante per la scolastica,Pietro Abelardo, sosteneva ilnominalismo, il quale afferma (in totale opposizione a Platone) che gli universali erano in realtà solo nomi dati a caratteristiche condivise dai particolari.

Tommaso d'Aquino ritratto daCarlo Crivelli, 1476

Solo conTommaso d'Aquino[88] si giungerà a una più piena conciliazione fra fede e ragione, nell'ottica però di una filosofia concepita comepraeambulum fidei, cioè avvio introduttivo alla fede, non nel senso che la filosofia possa servire a rafforzare o a dedurre razionalmente le verità della dottrina cristiana, quanto semmai a difenderle dalle critiche nei suoi confronti, daeresie e nemici, obiettivo primario degli scolastici. La filosofia, intesa dallaScolastica comeancilla theologiae[89] è quindi una via indiretta, da utilizzare ad esempio per svelare ilprofetico contenuto cristiano delle antiche filosofie greche (come Platone che diviene profeta dell'avvento del Cristianesimo) o va adoperata per introdurre, con gli strumenti filosofici dei grandi pensatori del passato, alla dottrina cristiana. Ad esempio uno dei più famosi scolastici dell'età medievale «Ugo di San Vittore nelDidascalicon riconduce gerarchicamente le scienze profane alla filosofia e considera la filosofia propedeutica allo studio delle Sacre Scritture.»[90] L'esercizio della ragione che si ha con la filosofia è quello tipico dellateologia negativa, che consente di arrivare a conoscere il "quia est" di Dio («il fatto che Egli è») ma non il "quid est" («che cosa è»), per apprendere il quale è necessaria la fede: «di Dio noi non possiamo sapere che cosa è, ma piuttosto che cosa non è»[91]. La filosofia pertanto non è un sapere fine a sé stesso, ma tanto più ha valore quanto più rimanda all'altro da sé, negandosi e superandosi come coscienza critica di una verità che latrascende. Allegoria della ragione è ad esempioVirgilio nellaDivina Commedia, che accompagna il pellegrino per buona parte del percorso, ma è consapevole di essere una guida incompleta, che deve cedere il passo alla fede (Beatrice) nel tratto conclusivo che conduce a Dio.[92]

Guglielmo di Ockham

Pur essendo prevalsa, per un lungo periodo del Medioevo, la concezione che vede la filosofia come sostegno e supporto razionale delle credenze religiose, conGuglielmo di Ockham nella tarda Scolastica, iniziò ad affermarsi una visione del pensiero come attività del tutto autonoma; egli sostenne infatti che «gli articoli di fede appaiono falsi ai sapienti, cioè a quelli che si affidano alla ragione naturale»,[93] contestando ilfideismo acritico che si era avuto a partire da Tertulliano. Con Ockham viene in evidenza un problema già sollevato daAverroè,[94] che assegnava alla filosofia il riflettere e lo speculare e alla religione l'amore per Dio e l'agire di conseguenza. La duplicità nasceva dal fatto, noto da tempo, che i frutti del ragionamento spesso non coincidono con quelli della credenza. Questa posizione di Averroè veniva battezzata dagli Scolastici "doppia verità" e tale espressione si affermerà per indicare ogni discrasia emergente tra fede e ragione. Va ricordato che già prima di Ockham ciò veniva ribadito in ambito cristiano daDuns Scoto (1265-1308), che inOpus Oxoniense[95] aveva riproposto in termini positivi la posizione del musulmano Averroè.

Umanesimo rinascimentale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia rinascimentale e Umanesimo.

IlRinascimento fu un periodo di transizione tra il Medioevo e ilpensiero moderno, in cui il recupero dei testi filosofici della Grecia antica contribuì a spostare gli interessi filosofici dagli studi tecnici di logica, metafisica e teologia verso indagini eclettiche su moralità, filologia e misticismo. Lo studio dei classici e delle arti umane in generale, come la storia e la letteratura, godeva di un interesse accademico fino a quel momento sconosciuto nella cristianità, una tendenza chiamataumanesimo. Sostituendo l'interesse medievale per la metafisica e la logica, gli umanisti seguironoPetrarca nel fare dell'umanità e delle sue virtù il fulcro della filosofia. Si sovrappone quindi sia alla filosofia tardomedievale, che nelXIV eXV secolo fu influenzata da figure di spicco comeAlberto Magno, Tommaso d'Aquino, Guglielmo d'Ockham eMarsilio da Padova, sia alla filosofia della prima età moderna, che convenzionalmente inizia conCartesio e la sua pubblicazione delDiscorso sul metodo nel1637. La linea di demarcazione tra ciò che è classificato come filosofia rinascimentale e moderna è controversa.

La statua di bronzo diGiordano Bruno, realizzata daEttore Ferrari, presente aCampo de' Fiori

Il parallelismo medievale di ragione e fede diviene nuovamente problematico con l'emergere della scienza moderna nel Rinascimento; la ricerca filosofica infatti dimostra sempre maggiori difficoltà a conciliarsi con le restrizioni della dottrina religiosa, man mano che i risultati dell'indagine razionale contrastano con i dogmi e le verità dellaRivelazione mettendo in crisi ilPrincipio di autorità con cui venivano risolti questi contrasti. Alcuni dei grandi protagonisti di quest'epoca si scontrano con la Chiesa Cattolica:Bernardino Telesio,Tommaso Campanella perseguitato dall'Inquisizione,Giordano Bruno condannato al rogo, eGalileo Galilei, che pur animato da una sua sincera fede religiosa, è costretto ad abiurare le sue scoperte e quanto aveva dedotto da esse. Al punto di passaggio dal Rinascimento alla filosofia moderna, il dialogo è stato utilizzato come stile di scrittura primario dai filosofi del Rinascimento, come nel caso di Giordano Bruno.

Nella cultura umanistico-rinascimentale salta il quadro di riferimento religioso, la cornice che tiene assieme il mosaico del sapere.[96] Si smarrisce il senso della stabilità culturale e politica. Le scienze diventano autonome e specialistiche, si perfezionano ma non comunicano più tra loro, secondo quella chePanofsky ha definito "decompartimentazione" del sapere. Tutto si risolve nel singolo, nell'individualità delPrincipe che tende a fare della propria esistenza un'opera unica e irripetibile.[97]

Questo nuovo interesse per le attività umane portò allo sviluppo dellascienza politica conIl Principe diNiccolò Machiavelli. Ilpensiero rinascimentale estende il concetto di naturalità, così come era accaduto con i sofisti, non solo alla considerazione della scienza naturale, ma anche a quell'ambiente naturale in cui vive l'uomo: lo Stato, e la scienza naturale che studia lo Stato è laPolitica. Vera scienza naturale perché determinata da principi naturalistici e autonoma da tutte le altre scienze. Ilpensiero politico di Machiavelli ora considererà suo oggetto di studio l'essere, le cose come stanno effettivamente e non più il dover essere, le cose come dovrebbero essere o come si vorrebbe che fossero.[98]Una concezione storica e naturalistica assieme della vita dell'uomo simile a quella delle vicende della natura: come in questa nulla cambia così avviene, nonostante le apparenti trasformazioni, anche per la storia dell'uomo.

La stessa definizione dell'ambito della filosofia, la sua autonomia, sarà da specificare nell'età moderna nei confronti della scienza sperimentale e matematica della natura. Cambia nell'umanesimo la visione dell'uomo non più legato alla divinità: l'uomo viene considerato nel suo aspetto concreto e nel suo legame con la natura, che lo porta a sperimentare e conoscere con i sensi prima e piuttosto che attraverso le astrazioni della logica, con lo scopo di volgere la natura stessa ai propri fini.[99]

Tommaso Campanella

Il naturalismo torna prepotentemente nell'età rinascimentale, «l'uomo apparve come il centro focale della natura, come un essere intermedio capace di forgiarsi secondo il suo volere, e di plasmare così la propria vita e lo stesso mondo circostante a propria immagine.»[100] Si riprende in un certo modo l'antica visionepanteisticovitalistica omaterialistica-meccanicistica degli antichi. Alla prima concezione della natura appartengonoTelesio,Bruno eCampanella con la loro visione di un Dio che s'identifica nella natura stessa, che vive nella stessa perfezione dei fenomeni naturali, mentre la interpretazione materialistica la si ritrova in tutte quelle filosofie rinascimentali caratterizzate da una ripresa dellostoicismo. La dottrina di Giordano Bruno è la sintesi, intrisa di magia, di queste due tendenze: egli concepirà lanatura naturans e quindi Dio comemens insita omnibus che come ilpneuma degli stoici dà vita a tutto l'infinito universo. Ora la natura dove l'uomo agisce non è più corrotta dal peccato e quindi l'uomo può ben operare nel mondo e può trasformarlo con la sua volontà. Questi uomini nuovi non sonoatei ma hanno una nuova religiosità. Nasce l'esigenza di una nuova religiosità che metta in contatto diretto, senza nessuna mediazione, l'uomo con Dio. L'uomo solo, individuo, in rapporto a Dio, sarà questo il fulcro dellaRiforma.

La filosofia rinascimentale è forse meglio spiegata da due proposizioni fatte daLeonardo da Vinci nei suoi taccuini:

  • Tutta la nostra conoscenza ha le sue origini nelle nostre percezioni.
  • Non c'è certezza dove non si possa né applicare nessuna delle scienze matematiche né nessuna di quelle che si basano sulle scienze matematiche.

Filosofia moderna

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia moderna.

Il termine "filosofia moderna" ha molteplici usi. Ad esempio,Cartesio è spesso considerato il primo filosofo moderno perché ha fondato la sua filosofia su problemi di conoscenza, piuttosto che su problemi di metafisica.La filosofia moderna, e in particolare la filosofiailluminista, si distingue per la sua crescente indipendenza dalle autorità tradizionali come la Chiesa, il mondo accademico e l'aristotelismo; un nuovo focus sui fondamenti della conoscenza e della costruzione di sistemi metafisici; e l'emergere della fisica moderna dalla filosofia naturale.

Filosofia del Seicento

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Lo stesso argomento in dettaglio:Rivoluzione scientifica, Razionalismo, Empirismo e Stato di natura.

Alcuni argomenti centrali della filosofia occidentale nella sua prima età moderna includono la natura della mente e la sua relazione con il corpo, le implicazioni delle nuove scienze naturali per argomenti teologici tradizionali come il libero arbitrio e Dio e l'emergere di una base secolare per la morale e la filosofia politica. Queste tendenze si uniscono per la prima volta in modo distintivo nella richiesta diFrancesco Bacone di un nuovo programma empirico per espandere la conoscenza, e presto hanno trovato una forma enormemente influente nella fisica meccanica e nella metafisica razionalista di Cartesio.

Galileo Galilei

Filosofi scienziati come Bacone eNewton o filosofi matematici comeCartesio eLeibniz sentirono l'esigenza di un metodo certo, che fondasse in modo indubitabile la loro conoscenza.[101] I primi hanno proposto metodi basati sul metodo empirico, mentre i secondi hanno proposto metodi logici con forti valenze metafisiche. SiaBacone, per viaempirica, cheCartesio, attraverso la puraragione sostengono l'adozione di un metodo le cui regole, se osservate, potevano portare a conoscenze assolute, a verità indiscutibili in ogni campo del sapere. Essi si rifacevano alla conoscenza verificata dalle conferme dell'esperienza ma poi consideravano fuori da questa la struttura razionale matematico-quantitativa della realtà, attribuendole un valore assoluto di verità.

Secondo alcuni interpreti la filosofia della natura rinascimentale intrisa dimagia o che riprendeva la ricerca dellasostanza dell'antica filosofia greca[102] sembrava non potesse reggere dinanzi al nuovo sapere scientifico; secondo altri, invece, fu proprio il rinnovato interesse per lamagia, rimasto alquanto sopito durante il Medioevo, a causare lo sviluppo del sapere scientifico.[103] Va quindi in crisi non solo l'antica fisica aristotelica ma la stessa metafisica che già nel Medioevo serviva essenzialmente come strumento già pronto per sostenere la conversione alla fede.

Cartesio

Gli uomini di cultura laica dell'età moderna rifiutano il linguaggio della metafisica medievale che a loro appariva farraginoso, astratto e formale.Cartesio infatti ora assegnerà alla filosofia un nuovo scopo, occorrerà egli dice che: «un uomo dabbene, che non ha l'obbligo di aver letto tutti i libri né di aver imparato con cura tutto ciò che s'insegna nelle scuole» possa avere un sapere che gli consenta di affrontare e risolvere i problemi quotidiani dell'esistenza.[104] In questo nuovo significato del filosofarerisolutivo, che dà soluzioni, Cartesio riprende il suo ambito tradizionale per il quale la filosofia è come un «albero le cui radici sono la metafisica, il tronco la fisica, e i rami che se ne dipartono tutte le altre scienze».[105] Ritorna qui l'impostazione aristotelica della filosofia come scienza prima nel cui ambito acquistano senso e significato tutte le altre scienze particolari. La vera novità di Cartesio nell'uso del filosofare sarà il metodo applicato secondo un'impostazione geometrica e algebrica alla scomposizione e composizione dei problemi filosofici.[106] Cartesio sosteneva l'origine della verità daldubbio, ma questa, per Cartesio, rimane sempre di carattere metafisico più che scientifico. Dal dubbio fonte di verità non rimaneva fuori neppure l'esistenza di Dio che però, una volta dimostrata l'infallibilità del metodo, era semplice, seguendo le sue regole, dimostrarne l'esistenza riprendendo magari l'argomento ontologico rivalutato alla luce delcogito ergo sum. Ma non è fuori luogo anche ricordare che per Cartesio di tutto si poteva dubitare, ma non del divino nell'anima, qualeres cogitans calata dall'alto nella materialeres extensa.

Tuttavia, il rapporto tra mente e corpo nel pensiero di Cartesio rimase una questione irrisolta. Una soluzione al problema fu presentata daBaruch Spinoza, il quale ha affermato che la mente e il corpo sonouna sola sostanza. Ciò si basava sulla sua visione che Dio e l'universo sono la stessa cosa, che comprende la totalità dell'esistenza. Essendoci solo un'unica Sostanza increata,eterna,unica,infinita, e quindi ancheindivisibile, lares cogitans e lares extensa non erano più, nella concezione spinoziana, sostanze, ma due degli infiniti attributi (proprietà fondamentali) dell'unica Sostanza oDeus sive Natura. All'altro estremoGottfried Wilhelm Leibniz sosteneva invece che il mondo fosse composto da numerose singole sostanze, dettemonadi. Insieme, Cartesio, Spinoza e Leibniz sono considerati influenti primirazionalisti.

John Locke

La corrente dell'empirismo sosterrà che il confronto della filosofia con la scienza non dev'essere condotto sul piano del metodo, ma verificando che ogni forma di conoscenza possa sostenere ilcimento dell'esperienzasensibile. Questo dev'essere il banco di prova delle verità filosofiche e quindi il nuovo significato della filosofia che conLocke si assumerà il compito di critica del sapere definendo: «l'origine, la certezza e l'estensione della conoscenza umana».[107]Locke è convinto che l'insolubilità di alcuni problemi filosofici dipenda dalla mancata analisi preventiva della questione da risolvere: se questa, cioè rientri o meno nell'ambito della ragione.[108]Da questa critica propedeutica ne deriva che non esiste principio, nella morale come nella scienza, che possa ritenersi assolutamente valido tale da sfuggire ad ogni controllo successivo dell'esperienza. Quindi noi dobbiamo, per non girare a vuoto su argomenti inaccessibili alla ragione, prima ancora di stabilire le regole di un metodo conoscitivo, cercare di capire quali siano i limiti del nostro conoscere.

In termini di filosofia politica, le discussioni spesso partivano dalla discussione sui primi principi della natura umana attraverso l'esperimento mentale di come sarebbe il mondo senza la società, uno scenario definitostato di natura.Thomas Hobbes credeva che questo sarebbe stato violento e anarchico. Per evitare ciò, credeva che il sovrano dello stato dovesse avere un potere essenzialmente illimitato. Al contrario, Locke credeva che lo stato di natura fosse quello in cui gli individui godevano della libertà, ma che parte di quella libertà (escluse quelle coperte da diritti naturali) doveva essere rinunciata quando si formava una società, ma non al grado di dominio assoluto. Locke ha sostenuto la libertà di un popolo di sostituire un governo che non ha difeso i diritti intrinseci alla vita, alla libertà e alla proprietà all'indomani dell'instabilità politica dell'Inghilterra. La gente iniziò a diffidare della possibilità di un Dio capace di autorizzare un sovrano dispotico a governare. Questi ideali avrebbero cambiato in modo permanente l'Europa.

Filosofia illuminista

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Lo stesso argomento in dettaglio:Illuminismo.

L'Illuminismo è stato un movimento filosofico che ha dominato il regno delle idee nell'Europa delXVIII secolo. Si fondava sul principio che laragione è la fonte fondamentale del potere e della legittimità e promuoveva principi come la libertà, il progresso, la tolleranza, la fraternità, il governo costituzionale e la separazione Chiesa-Stato. Gli ideali dell'Illuminismo sfidarono la monarchia e la chiesa, gettando le basi per gli sconvolgimenti politici del XVIII e XIX secolo. È Kant che definirà chiaramente cosa deve intendersi per filosofia nel secolo dell'Illuminismo: filosofia quindi come liberazione dalla superstizione e dall'ignoranza diffuse dalla Chiesa cattolica e dalla tirannia dei regimi assoluti.[109]

Jean Baptiste Le Rond d'Alembert

NelDiscorso preliminare dell'Enciclopedia diJean d'Alembert si mette in rilievo come l'Illuminismo erediti in un certo senso la concezione dell'empirismo inglese della filosofia come sapere risultato dell'attività della ragione per il bene dellasocietà. D'Alembert poi è convinto che debba rientrare nella filosofia anche lo studio dellalogica e dellinguaggio poiché la filosofia non ha solo il compito di elaborare idee ma anche quello di comunicarle. Ilphilosophe illuminista, inteso come sinonimo diintellettuale, ha infatti il dovere di usare il sapere, la filosofia, ai fini della sua comunicazione sociale e della sua efficacia sociale. Il significato della filosofia è quello di "addolcire i costumi e istruire i governanti".[110]

La stessa visione della filosofia come educazione sociale si ritrova nell'Illuminismo tedesco:Christian Wolff definisce la filosofia come "la scienza del possibile in quanto possibile",[111] evidenziando fin dal titolo della sua opera il fine educativo e politico.

Il pensiero diDiderot, per certi aspetti, è quello che meglio sintetizza l'indirizzo filosofico e scientifico in contrasto a quello metafisico e il suoInterpretazione della natura è uno dei testi chiave del pensiero illuministico legato alla scienza.

Voltaire eJean-Jacques Rousseau guidarono il movimento filosofico illuminista, sostenendo una società fondata sulla ragione piuttosto che sulla religione e sullateologia cattolica, per un nuovo ordine civico basato suldiritto naturale e per la scienza fondata sulla sperimentazione e l'osservazione.Montesquieu, un filosofo politico, propose la nozione didivisione dei poteri di un governo, che fu accettata con entusiasmo dagli artefici dellaCostituzione degli Stati Uniti.

Ritratto diDavid Hume.

Il percorso che segueDavid Hume e in generale l'Illuminismo inglese è quindi quello dell'empirismo lockeano; tale percorso tuttavia lo conduce a conclusioniscettiche, data l'inevitabile contingenza delle esperienze sensibili fondamenta di ogni pensiero. Hume però ritiene anche, nei suoi scritti dove si occupa di etica, religione e politica, che la validità della filosofia non debba restringersi a verificarne il rigore e la precisione identificandola con la scienza, ma debba estendersi anche ad una nuova concezione della filosofia come sapere tendente al conseguimento delbene individuale e sociale.

Ritratto diImmanuel Kant.

Il tentativo degli illuministi di una sistemazione razionale del sapere scientifico per migliorare le condizioni di vita e arrivare ad un'organizzazione politica più razionale e giusta si basava però su un rapporto non ancora sufficientemente chiarito tra filosofia e scienza.[112] Questo il compito che si assumeKant. Matematica e filosofia sono per Kant "arti razionali"[113] ma la filosofia si differenzia dalla matematica che procede per "costruzione" di concetti a priori, attraverso le intuizioni pure di spazio e tempo, concetti assolutamente certi perché indipendenti dall'esperienza ma che sono anche procacciatori di nuova conoscenza. Per questo che i giudizi che costituiscono la matematica sono "sintetici a priori". Quando ad esempio formulo l'espressione 7+5=12 non è vero che analizzo i concetti di 7 e di 5 e ne estraggo il 12 come relazione tra idee; al contrario, 7+5 è un materiale di lavoro base di una nuova conoscenza. La filosofia, più che un'estensione delle conoscenze, deve proporsi di analizzare le condizioni che rendono possibile la formazione di un sapere, magari non più esteso ma più solidamente fondato come pretendeva di possedere la metafisica.[114]Nelcriticismotrascendentale kantiano rientra quindi ancora la metafisica che ha perso però ogni pretesa di conoscenza assoluta riguardante la libertà, l'immortalità, l'esistenza di Dio ma che ha acquistato comepostulato della morale il suo reale valore di principio direttivo certo dell'azione morale.[115].

Filosofia dell'Ottocento

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia del XIX secolo, Idealismo, Positivismo, Utilitarismo e Marxismo.
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, incisione su acciaio, dopo il 1828

Si ritiene che lafilosofia tardomoderna inizi intorno all 1781, quando morìGotthold Ephraim Lessing e fu pubblicata laCritica della ragion pura di Immanuel Kant. Il XIX secolo vide l'inizio di quello che sarebbe poi divenuto il divario tra le tradizioni filosofichecontinentali eanalitiche, con la prima più interessata ai quadri generali della metafisica (più comune nel mondo di lingua tedesca) e la seconda incentrata su questioni di epistemologia, etica, diritto e politica (più comuni nel mondo anglofono).

La filosofiatedesca ha esercitato un'ampia influenza in questo secolo, in parte a causa del predominio del sistema universitario tedesco. Gliidealisti tedeschi, comeJohann Gottlieb Fichte,Friedrich Wilhelm Joseph Schelling,Georg Wilhelm Friedrich Hegel e i membri delRomanticismo dellascuola di Jena (Friedrich Hölderlin,Novalis eFriedrich Schlegel), trasformarono l'opera di Kant sostenendo che il mondo è costituito da un processo razionale e come tale è del tutto conoscibile. L'ereditàromantica dell'aspirazione all'infinito si ritrova nella filosofiaidealistica di Fichte, Schelling ed Hegel con una nuova visione della realtà che dafattuale divieneattuale. La filosofia, per Fichte, ci fa comprendere come la realtà fattuale non si esaurisca dogmaticamente in sé stessa, ma piuttosto «rimanda all'atto che lo pone». Questo atto originario, oIo puro, in quanto è appuntoattività, non può essere mai oggettivato, cioè ridotto a semplice oggetto di conoscenza filosofica: esso si esperisce progressivamente nella pratica, al di là della teoria. La filosofia è quindi semmai il suo limite negativo: «il vivere è non-filosofare; e il filosofare è non-vivere».[116]

L'uso della scienza come razionalizzazione della società umana per l'idealismo tedesco si attua con Hegel che concepisce tutto ilcorso della storia culminante nella filosofia. La filosofia, diceHegel, è la «considerazione pensante degli oggetti»[117] che invece di esaminare isolatamente gli oggetti della conoscenza con gli strumenti analitici dell'intelletto, come fanno le scienze naturali, li studia come momenti dialettici della realtà totale. Laverità è nell'intero, nella totalità e la filosofia come sapere di questa totalità è la meta finale delloSpirito[118] che tramite essa diviene cosciente della sua identità con il tutto.[119] Per Hegel, che rovesciò la prospettiva criticista, la filosofia esaurisce in sé tutta la realtà, diventando fine a sé stessa. Essa non rimanda più a qualcos'altro, non apre al mondo o all'esperienza, ma la chiude. «Lanottola di Minerva si alza in volo sul far della sera»,[120] dice Hegel, nel senso che la filosofia, simboleggiata dalla civetta, consiste nel riflettere su quel che è già avvenuto, quando il soggetto sarà confermato nella sua realtà dall'oggetto e questo esisterà come tale perché c'è un soggetto che lo considera e lo interpreta. Ogni filosofiaa priori che voglia anticipare la realtà o fungerle da avvio è perciò da lui giudicata astratta e irrazionale, perché non giustificata, e avrebbe valore soltanto nell'ottica della storia della filosofia come un momento di autoriflessione delloSpirito. L'eredità di Hegel si divise tra ladestra hegeliana conservatrice e lasinistra hegeliana radicale; quest'ultima includevaDavid Strauss eLudwig Feuerbach. Feuerbach ha sostenuto una concezione materialista del pensiero di Hegel, ispirandoKarl Marx.

Arthur Schopenhauer

Arthur Schopenhauer, rifiutando Hegel e anche il materialismo, propose un ritorno altrascendentalismo kantiano, adottando allo stesso tempo ilnon-teismo e unvolontarismo cieco e determinista. Egli conserva la definizione di filosofia comeespressione concettuale dell'esperienza[121] ma allo Spirito hegeliano, che in quanto pensieroautocosciente e razionale informa di sé tutta la totalità dell'Ente, egli sostituisce lavolontà di vivere, una sorta di istintoirrazionale che affligge l'uomo e ne causa i patimenti, fino a che egli non riesca, attraverso l'arte, l'etica e l'ascesi, a liberarsene. Accettando la divisione del mondo di Kant in realtànoumenale (il reale) efenomenica (l'apparente), Schopenhauer non era comunque d'accordo sull'inaccessibilità della prima, sostenendo che vi si potesse effettivamente accedere. L'esperienza dellavolontà dimostra come questa realtà fosse accessibile alla ragione, rivelandola come fondamento dell'intera natura mentre tutto il resto è apparenza.

Lo sviluppo della varie scienze nelXIX secolo nei più svariati settori faceva nascere l'esigenza, già presente nell'idealismo, di una concezione unificante, di unsapere del sapere che è appunto il compito che ilpositivismo, caratterizzato dalla fiducia nel progresso scientifico e dal tentativo di applicare ilmetodo scientifico a tutte le sfere della conoscenza e della vita umana, assegna alla filosofia. PerAuguste Comte la filosofia è «lo studio delle generalità scientifiche che deve definire esattamente lo spirito di ciascuna scienza, scoprire le relazioni e le concatenazioni fra le scienze, riassumere possibilmente tutti i loro principi propri nel minor numero di principi comuni».[122] Così anche perSpencer la filosofia è «conoscenza completamente unificata».[123]

Nell'ambito del positivismo vale citare la nascita in Inghilterra dell'utilitarismo che ebbe ampia diffusione perché pretendeva di semplificare le modalità di valutazione delle azioni: infatti, nei primi utilitaristi comeJeremy Bentham (1749-1832) eJohn Stuart Mill (1806-1873), la valutazione morale di un atto veniva ricondotta alla sua capacità di produrre felicità o piacere, senza alcun riferimento a leggi divine o a presupposti metafisici cui esso avrebbe dovuto conformarsi. Infatti, entrambi gli autori, seppure in modi diversi, sostengono che la ricerca dell'azione più utile può essere oggetto di un vero e proprio calcolo matematico, poiché l'utilità è una grandezza oggettiva e misurabile. Per di più, in questi autori l'utilitarismo, proprio per la sua agevole applicazione, diventava un principio guida della condotta anche per l'economia, il diritto e la politica.[124]

Sviluppato daKarl Marx eFriedrich Engels tra la metà e la fine delXIX secolo, ilmarxismo è una teoria sociopolitica ed economica. Marx basa il suo discorso politico sulla dialettica hegeliana ma prevede una fine della filosofia in una futura societàcomunista dove avverrà l'attuazione dello spirito assoluto hegeliano nella concreta e reale liberazione dell'uomo dall'oppressione delsistema capitalista.[125] La filosofia in questo senso appare essere un gradino di un percorso di liberazione che vede in ogni caso primeggiare il soggetto pratico dell'azione sul "filosofo" come intellettuale puro, troppo portato a perdersi nell'astrattezza delle sue riflessioni e a farsi condizionare dal potere. Marx argomenta che la storia di tutta la società finora esistente è la storia dellelotte di classe. Il marxismo ha avuto una profonda influenza sulla storia delXX secolo.

Friedrich Nietzsche.

Søren Kierkegaard eFriedrich Nietzsche sono considerati anticipatori dell'esistenzialismo di XX secolo. Per Kierkegaard la filosofia hegeliana è la filosofia del vuoto, del vacuo e dell'astratto, basata su definizioni dell'essere che non servono a risolvere la problematicità dell'esistere, che è evidenziata particolarmente dal rapporto, conciliabile, ma non certo, fra ragione e fede. Kierkegaard ha cercato di reintrodurre alla filosofia, nello spirito diSocrate, la soggettività, l'impegno, la fede e la passione, che fanno tutti parte della condizione umana. Come Kierkegaard, Nietzsche vide i valori morali dell'Europa del XIX secolo disintegrarsi nelnichilismo. Nietzsche ha tentato di minare i valori morali tradizionali esponendone le basi. A tal fine, ha distinto tra lamorale del padrone e quella del servo e ha affermato che l'uomo deve allontanarsi dalla mansuetudine e dall'umiltà della morale dello servo.

Filosofia contemporanea (XX e XXI secolo)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia contemporanea.

La filosofia contemporanea trova la sua delimitazione iniziale, secondo la comune storiografia filosofica, nel periodo in cui i grandi ideali e sistemi di pensieroottocenteschi declinano di fronte alle tragedie e alle disillusioni tipiche delNovecento.

Martin Heidegger

Figure seminali includonoBertrand Russell,Ludwig Wittgenstein,Edmund Husserl,Martin Heidegger eJean-Paul Sartre. La pubblicazione delleRicerche logiche (1901-1) di Husserl e deI principi della matematica (1903) di Russell segnano l'inizio della filosofia del XX secolo, che ha visto anche la crescente professionalizzazione della disciplina e l'inizio dell'era attuale (contemporanea) della filosofia.

NelXX secolo l'unico senso tradizionale della filosofia sembra essere rimasto quello della sua funzione critica. Persa ogni possibilità di unificare i saperi particolari, ormai troppo diversi e complessi, la filosofia non si definisce più per un metodo proprio d'indagine o per uno specifico campo di applicazione ma conserva in un certo modo la sua funzione universale riservandosi il compito di critica dei vari saperi, delle loro differenze e delle loro possibilità.[126] Questa funzione critica della filosofia si sviluppa in modi diversi a seconda che si veda in essa prevalentemente

NelXX secolo, in ambito filosofico, è emerso il confronto-conflitto tra la tradizioneanalitica e la tradizione dettacontinentale.[131][132] La prima è caratteristica del mondo anglofono e la seconda del continente europeo. Il conflitto percepito tra le due scuole di filosofia rimane prominente, nonostante il crescente scetticismo sull'utilità della distinzione.

Per un verso, la speculazione filosofica facente capo alla prima, che generalmente difende un tipo di lavoro filosofico molto attento alla logica e all'argomentazione, rispettoso della scienza, preferenzialmente estraneo alla vita pubblica e aimedia, sembra oggi svilupparsi quasi esclusivamente nell'ambiente accademico come disciplina che procede parallelamente alle altre scienze.[133] La ricerca infatti, in passato sviluppata in ambito privato indipendente dai grandi pensatori delXVII secolo (Cartesio, Spinoza) o delXIX secolo (Marx, Nietzsche, ecc.), o del XX comeBenedetto Croce eSartre, ora è stata sostituita dalle figure istituzionali dei filosofi-professori, situazione questa di cui è possibile trovare forse un lontano esempio nei tempi dellafilosofia medievale.[134]

Per un altro verso, in accordo con la filosofia continentale, che generalmente non cura molto l'argomentazione, non ha simpatia per la logica ed è molto interessata all'uso pubblico della filosofia, si assiste a un rinnovato interesse per la ricerca filosofica, di cui si occupano anche quotidiani, siti specializzati sulweb, da parte di un pubblico di non specialisti che affollano dibattiti pubblici su temi come labioetica o l'etica ambientale.[135]

Filosofia analitica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia analitica, Logica § Logica_contemporanea e Filosofia della scienza § Novecento.
Bertrand Russell

Con l'espressionefilosofia analitica ci si riferisce ad una corrente di pensiero sviluppatasi a partire dagli inizi delXX secolo, per effetto soprattutto del lavoro diBertrand Russell,George Edward Moore, dei vari esponenti delCircolo di Vienna e diLudwig Wittgenstein. Per estensione, ci si riferisce a tutta la successiva tradizione filosofica influenzata da questi autori, oggi prevalente in tutto il mondo anglofono (Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Australia), ma attiva anche in molti altri paesi, fra cui l'Italia. Il termine "filosofia analitica" designa grosso modo un gruppo di metodi filosofici che sottolineano l'argomentazione dettagliata, l'attenzione alla semantica, l'uso della logica classica e della logica non classica e la chiarezza del significato al di sopra di tutti gli altri criteri. Sebbene il movimento si sia ampliato, nella prima metà del secolo era una scuola coesa. I filosofi analitici sono stati fortemente modellati dal positivismo logico, uniti dall'idea che i problemi filosofici potrebbero e dovrebbero essere risolti dall'attenzione alla logica e al linguaggio.

Russell e Moore credevano che la filosofia dovesse basarsi sull'analisi delle proposizioni. Nel suoTractatus Logico-Philosophicus, Wittgenstein sostenne che i problemi della filosofia erano semplicemente prodotti del linguaggio che in realtà erano privi di significato. Wittgenstein in seguito ha cambiato la sua concezione di come funziona il linguaggio, sostenendo invece che ha molti usi diversi, che ha definitogiochi linguistici.

Ipositivisti logici delCircolo di Vienna sostenevano che gli argomenti della metafisica, dell'etica e della teologia erano privi di significato, in quanto non verificabili logicamente o empiricamente. Ciò si basava sulla loro divisione delle affermazioni significative in analitiche (affermazioni logiche e matematiche) e sintetiche (affermazioni scientifiche).Moritz Schlick eRudolf Carnap hanno sostenuto che la scienza si basava alle sue radici sull'osservazione diretta, maOtto Neurath ha notato che l'osservazione richiede già la teoria per avere un significato. Secondo i positivisti logici, la filosofia doveva aspirare al rigoremetodologico proprio della scienza. Centrale in questo senso è il tema delverificazionismo e del suoprincipio di verificazione come soluzione epistemologica alproblema della demarcazione tra scienza,pseudoscienze e metafisica.

Con l'espressionerazionalismo criticoKarl Popper, riprendendo il pensiero diDavid Hume e nell'ambito delle dottrine elaborate dal Circolo di Vienna, critica la pretesa di verità definitiva delle proposizioni scientifiche. Rifiutando la validità dell'empirismo logico, dell'induttivismo e del verificazionismo, Popper afferma che leteorie scientifiche sonoproposizioni universali, espresse indicativamente per orientarsi provvisoriamente nella realtà. La verosimiglianza delle asserzioni scientifiche può essere controllata solo indirettamente a partire dalle loro conseguenze. Il valore della scienza è quindi più di carattere pratico che conoscitivo e trae origine dall'attitudine dell'uomo a risolvere i problemi in cui si imbatte, intendendo per problema la comparsa di una contraddizione tra quanto previsto da una teoria e i fatti osservati. Popper pone al centro dell'epistemologia la fondamentale asimmetria tra verificazione efalsificazione di una teoria scientifica: infatti, per quanto numerose possano essere, leosservazioni sperimentali a favore di una teoria non possono mai provarla definitivamente e basta anche una sola smentita sperimentale per confutarla. La falsificabilità diviene quindi il criterio di demarcazione tra scienza e non scienza: una teoria è scientifica se e solo se essa è falsificabile[136]. Ciò conduce Popper ad attaccare le pretese di scientificità della psicoanalisi e delmaterialismo dialettico del marxismo, dal momento che queste teorie non possono essere sottoposte al criterio della falsificabilità.

Un ulteriore progresso nella filosofia della scienza è stato fatto daImre Lakatos, il quale ha affermato che i risultati negativi nei singoli test non falsificano singole teorie, ma la conseguenza è, piuttosto, che interi programmi di ricerca alla fine non sarebbero più riusciti a spiegare i fenomeni.Thomas Kuhn ha affermato che la scienza era composta daparadigmi, che alla fine sarebbero cambiati quando si sarebbero accumulate prove contro di loro. Basandosi sull'idea che paradigmi diversi avessero significati espressivi diversi,Paul Feyerabend è andato oltre sostenendo il relativismo nella scienza

Filosofia continentale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia continentale.
Alcuni importanti filosofi della zona europea secondo il loro luogo di nascita

Con l'espressionefilosofia continentale ci si riferisce generalmente ad una moltitudine di correnti filosofiche del XX secolo, quali lafenomenologia, l'esistenzialismo (in particolareMartin Heidegger), ilpost-strutturalismo epost-modernismo, ildecostruzionismo, lateoria critica come quella dellaScuola di Francoforte, lapsicoanalisi (in particolareSigmund Freud), ilmarxismo e lafilosofia marxista. Le correnti continentali sono così chiamate perché si sono sviluppate soprattutto nel continente europeo, specialmente in Germania e Francia.[137]

Il fondatore della fenomenologia,Edmund Husserl, ha cercato di studiare la coscienza nel modo in cui è vissuta da una prospettiva in prima persona, mentre Martin Heidegger ha attinto alle idee di Kierkegaard, Nietzsche e Husserl per proporre un approccio esistenziale non convenzionale all'ontologia.

La metafisica orientata alla fenomenologia ha sostenuto l'esistenzialismo - Martin Heidegger,Jean-Paul Sartre,Maurice Merleau-Ponty,Albert Camus - e infine il post-strutturalismo -Gilles Deleuze,Jean-François Lyotard (meglio noto per la sua articolazione delpostmodernismo),Michel Foucault,Jacques Derrida (meglio noto per lo sviluppo di una forma di analisisemiotica nota comedecostruzionismo). Anche il lavoropsicoanalitico diSigmund Freud,Carl Jung,Jacques Lacan,Julia Kristeva e altri è stato influente nel pensiero continentale contemporaneo. Al contrario, alcuni filosofi hanno tentato di definire e riabilitare antiche tradizioni filosofiche. In particolare,Hans-Georg Gadamer eAlasdair MacIntyre hanno entrambi, anche se in modi diversi, fatto rivivere la tradizione dell'aristotelismo.

Esistenzialismo
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Lo stesso argomento in dettaglio:Esistenzialismo.
Søren Kierkegaard.

L'Esistenzialismo insiste sul valore specifico dell'individuo e sul suo carattere precario e finito, sull'insensatezza, l'assurdo, il vuoto che caratterizzano la condizione dell'uomo moderno, oltre che sulla «solitudine di fronte allamorte» in un mondo che è diventato completamente estraneo oppure ostile. A seconda della definizione data al "movimento", un filosofo o un indirizzo filosofico può essere o meno considerato come espressione dell'esistenzialismo. Questo spiega perché alcuni dei filosofi che sono considerati tra i rappresentanti maggiori dell'esistenzialismo (comeHeidegger eJaspers) ne abbiano rifiutato la qualifica, assunta invece come bandiera da altri, comeJean-Paul Sartre eSimone de Beauvoir. In particolare è Sartre a rendere celebre il termine nel lessico filosofico e nell'accezione popolare, con la sua conferenzaL'esistenzialismo è un umanismo.[138][139]

Sebbene non usassero il termine, i filosofi del XIX secoloSøren Kierkegaard eFriedrich Nietzsche sono ampiamente considerati i padri dell'esistenzialismo. La loro influenza, tuttavia, si è estesa oltre il pensiero esistenzialista.

Marxismo e teoria critica
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Lo stesso argomento in dettaglio:Marxismo, Filosofia marxista e Teoria critica.

La nuova funzione critica della filosofia, erede del criticismo di Locke e soprattutto di Kant, prevale nel pensiero delXX secolo ad eccezione di alcune correnti marxiste come inGyörgy Lukács,Ernst Bloch,Theodor W. Adorno,Herbert Marcuse per i quali la funzione critica della filosofia non deve rimanere un'astratta descrizione dei saperi e delle loro condizioni di possibilità ma deve portare dialetticamente ad unarivoluzionaria, concreta e reale trasformazione della cultura e delle varie forme del sapere fondate su concrete forze storiche.[140] Ilmarxismo del XX secolo analizza le relazioni tra leclassi sociali e il conflitto sociale utilizzando un'interpretazione materialistica dello sviluppo storico e una visione dialettica della trasformazione sociale. Le analisi e le metodologie marxiste hanno influenzato ideologie politiche e movimenti sociali. Le interpretazioni marxiste della storia e della società sono state adottate dagli accademici in archeologia, antropologia, studi sui media, scienze politiche, teatro, storia, sociologia, storia e teoria dell'arte, studi culturali, educazione, economia, geografia, critica letteraria, estetica, psicologia critica e filosofia.

Nella filosofia contemporanea, il termine "teoria critica" descrive la filosofia marxista occidentale dellaScuola di Francoforte, sviluppata in Germania negli anni '30. La teoria critica sostiene che l'ideologia è il principale ostacolo all'emancipazione umana.

Fenomenologia ed ermeneutica
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Lo stesso argomento in dettaglio:Fenomenologia ed Ermeneutica.
Edmund Husserl.

Il terminefenomenologia designa lo studio deifenomeni in ambito filosofico per come questi si manifestano, nella loroapparenza, alla coscienzaintenzionale del soggetto, indipendentemente dalla realtà fisica esterna, il cui valore diesistenza viene messo per così dire «tra parentesi».[141] La fenomenologia è stata fondata daEdmund Husserl, membro dellaScuola di Brentano. Husserl pubblicò solo poche opere nella sua vita, che trattano la fenomenologia principalmente in termini metodologici astratti, ma lasciò un'enorme quantità di analisi concrete inedite. Il lavoro di Husserl ebbe subito un'influenza in Germania, con la fondazione di scuole fenomenologiche a Monaco (fenomenologia di Monaco) e Gottinga (fenomenologia di Gottinga). La fenomenologia raggiunse in seguito fama internazionale grazie al lavoro di filosofi comeMartin Heidegger (ex assistente di ricerca di Husserl e sostenitore della fenomenologia ermeneutica, una sintesi teorica dell'ermeneutica e della fenomenologia moderne),Maurice Merleau-Ponty eJean-Paul Sartre. Attraverso il lavoro di Heidegger e Sartre, l'attenzione di Husserl sull'esperienza soggettiva ha influenzato alcuni aspetti dell'esistenzialismo.

Strutturalismo e post-strutturalismo
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Lo stesso argomento in dettaglio:Strutturalismo (filosofia) e Post-strutturalismo.
Ferdinand de Saussure

Le origini dellostrutturalismo si fanno risalire al lavoro diFerdinand de Saussure inlinguistica. Lo strutturalismo arrivò a dominare la filosofia continentale negli anni '60 e all'inizio degli anni '70, abbracciando pensatori diversi comeClaude Lévi-Strauss,Roland Barthes eJacques Lacan. Ilpost-strutturalismo è venuto a predominare dagli anni '70 in poi, includendo pensatori comeMichel Foucault,Jacques Derrida,Gilles Deleuze e lo stesso Roland Barthes.

Autori come Foucault, ad es., indagano la storia seguendo un metodo genealogico, nel tentativo di delineare il percorso evolutivo dell'uomo e della società contemporanea; altri, come Deleuze, adoperano i risultati di ricercheantropologiche e psicologiche, per fondare nuovi concetti filosofici, come ildesiderio. Il problema filosofico fondamentale torna ad essere, innanzitutto, il problema stesso del fondamento, ovvero la necessità di giustificare una forma di conoscenza, quale quella filosofica, attraverso un riferimento esterno ad essa, che le fornisca quella legittimazione e quella stabilità metodica, che essa non sembra in grado di darsi da sola, e alla quale tuttavia non può rinunciare.[142]

Con la scoperta della finitezza del soggetto, dei suoi condizionamenti storici, emotivi, economici, sociali ecc., una parte della filosofia di fine secolo rifiuta la definizione della filosofia come critica della ragione e ripropone, fuori dagli schemi della metafisica tradizionale, una filosofia come ricerca del senso dell'essere, inteso come ciò che precede e determina tutto ciò che è,[143] ricerca che avvicina la filosofia alla letteratura e alla poesia, per certi versi, come accade anche in alcuni pensatori francesi quali ad es. il de-costruzionistaJacques Derrida. Sempre nell'ottica di una filosofia concepita come attività di pensiero del tutto libera e creativa, ma pur sempre rigorosa nell'applicazione del suo metodo, si può considerare come profondamente innovativa la riflessione diGilles Deleuze, secondo il quale l'attività del filosofo consiste in null'altro che creareconcetti.[144]

Neoidealismo italiano
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Lo stesso argomento in dettaglio:Neoidealismo italiano.

L'idealismo oneoidealismo italiano, nato dall'interesse perquello tedesco e per ladottrina hegeliana in particolare, si sviluppò inItalia nei primi decenni delNovecento, preparato dallospiritualismo della tradizionerisorgimentale, e culminato nei suoi due massimi esponenti:Benedetto Croce eGiovanni Gentile. Il neoidealismo definisce il filosofare come «autoconoscenza dello spirito umano»[145] con un apparente rifarsi all'eredità hegeliana che, in effetti, come anche in Benedetto Croce, si riduce a una concezione della filosofia come «metodologia dellastoriografia»[146] dove la metafisica hegeliana è ormai completamente dissolta.

Neokantismo
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Lo stesso argomento in dettaglio:Neokantismo.

La visione della filosofia come funzione critica è evidente nelle nuove filosofie come ilneokantismo, con l'obiettivo di recuperare, dall'insegnamento kantiano, l'idea che la filosofia debba essere innanzitutto riflessione critica sulle condizioni che rendono valida l'attività conoscitiva dell'uomo. Se come attività conoscitiva si intende in particolare lascienza, il discorso neocriticista guardò anche ad altri campi di attività, dallamorale all'estetica. In linea con i principi delcriticismo i neokantiani rifiutano ogni tipo dimetafisica, e se questo li contrappone polemicamente alle contemporanee correnti neoidealiste e spiritualiste, li allontana allo stesso tempo dalloscientismo delPositivismo che tende ad una visione assoluta e misticheggiante della scienza.[147] Le due massime espressioni del neocriticismo tedesco furono incarnate dalla Scuola di Baden e dalla Scuola diMarburgo, che influenzarono buona parte della filosofia tedesca successiva (storicismo,fenomenologia); nonostante questa corrente filosofica si sia diffusa in tutti i paesi europei, altre manifestazioni degne di nota si ebbero solo inFrancia (Charles Renouvier). Una particolare corrente del neokantismo riprende iltrascendentale kantiano adottandolo per una filosofia della cultura. InErnst Cassirer prende il nome diFilosofia delle forme simboliche come recita il titolo della sua opera maggiore.

Il personalismo cristiano

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Lo stesso argomento in dettaglio:Personalismo.

In Francia, i filosofiEmmanuel Mounier (1905-1950) eJacques Maritain (1882-1973) furono i principali fautori del personalismo, posizione intellettuale che sottolinea l'importanza dellapersona, attorno al quale ha fondato la rivistaEsprit, che esiste ancora oggi. Il personalismo era visto come un'alternativa sia al liberalismo che al marxismo, rispettando i diritti umani e la personalità umana senza indulgere a un eccessivo collettivismo.

Seguendo gli scritti diDorothy Day, nel XX secolo si sviluppò un personalismo tipicamente cristiano. Il suo principale teorico fu il filosofo polaccoKarol Wojtyła (poi Papa Giovanni Paolo II). Questo tipo di personalismo è diventato noto come "tomista" a causa dei suoi sforzi per far quadrare le nozioni moderne riguardanti la persona con gli insegnamenti di Tommaso d'Aquino. Wojtyła è stato influenzato dal personalismo etico del fenomenologo tedescoMax Scheler.

Un primo principio del personalismo cristiano è che le persone non vanno usate, ma rispettate e amate. NellaGaudium et spes, ilConcilio Vaticano II ha formulato quella che è stata considerata l'espressione chiave di questo personalismo: "l'uomo, il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé".[148]

Questa formula di autorealizzazione offre una chiave per superare la dicotomia spesso avvertita tra la "realizzazione" personale e i bisogni o le esigenze della vita sociale. Il personalismo implica anche l'interpersonalismo, come sottolineaBenedetto XVI nellaCaritas in veritate.[149]

La divulgazione filosofica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Comunicazione filosofica.

È possibile intravedere nell'odierno processo di divulgazione al pubblico della filosofia un tentativo di risolvere una delle più antiche accuse che la filosofia condivide con la scienza, la matematica e la teologia, quella cioè di incomprensibilità del linguaggio adottato. Certo è inevitabile l'uso di un linguaggio specialistico, ma da alcuni vi si è voluta vedere la volontà di utilizzare a bella posta un linguaggio castale, riservato agli addetti ai lavori.

Oggi il problema di comunicazione del sapere comporta finalmente la consapevolezza che bisogna «... partire non dallo scienziato o dal filosofo o comunque dall'intellettuale aggiornato, ma proprio dal tipo di domande che vengono dal pubblico, che vengono dalla gente, dall'uomo della strada. Questo dovrebbe essere almeno il nostro orizzonte, l'orizzonte di chi fa divulgazione.»

Su questa linea alcune moderne esperienze filosofiche promuovono un uso divulgativo e dialettico del pensiero, offrendo anche forme nuove di fruizione della filosofia, come negliStati Uniti con le esperienze ormai affermate dellaPhilosophy for Children, la filosofia per bambini, o come nellaconsulenza filosofica per il benessere della persona nella sua vita privata o nel lavoroaziendale.

Caratteristica di questo nuovo modello di filosofia è che esso non viene fornito solo da professionisti della filosofia ma spesso anche da esperti di altri settori scientifici. Così oggi ingegneriinformatici, biologi, fisici ritengono utile alla loro ricerca l'approfondimento filosofico.[150][151]

Filosofia islamica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia islamica.
Un ritratto iraniano diAvicenna su un vaso d'argento. Fu uno dei filosofi più influenti dell'epoca d'oro islamica.

Lafilosofia islamica (in araboالفلسفة الإسلامية?,al-falsafa al-islāmiyya) interessa l'insieme delle questioni filosofiche sollevate dai pensatorimusulmani. Malgrado i filosofi musulmani fossero sempre guardati con sospetto dallacomunitàislamica e spesso anche perseguitati, essi furono credenti come tutti gli altri nel mondo musulmano, solo che nella ricerca della verità si avvalsero degli strumenti loro forniti dallafilosofia greca, che cercarono di mettere in sintonia con la propriareligione. L'evoluzione della filosofia islamica fu sostenuta da un ricco movimento di traduzione dalgreco e dalpersiano all'arabo avvenuta in epocaabbaside.

Tra l'VIII e il XVI secolo d.C., durante la cosiddettaEpoca d'oro islamica, un fiorente periodo di progresso che nel tempo ha influenzato le varie scienze moderne, il filosofo araboal-Kindi diede inizio a ciò che oggi chiamiamoFilosofia islamica classica. All'interno della filosofia islamica bisogna sottolineare due concetti:

  • Kalam: filosofia che si occupa a comprendere e a spiegare con la ragione i dogmi religiosi.
  • Falsafah: significa scienza ragionata intesa come logica, matematica e fisica che segue le dottrineplatoniche oaristoteliche.

Tra le figure più importanti in ambito islamico, che cercarono di conciliare l'adesione alCorano con le esigenze dellaragione, vi furonoal-Kindi,al-Farabi,Ibn Bajja,Avicenna (o Ibn-Sina) eAverroè (o Ibn-Rushd).[152] Altri comeAl-Ghazali erano molto critici nei confronti dei metodi degli aristotelici islamici e consideravano eretiche le loro ideemetafisiche. Pensatori islamici comeIbn al-Haytham eAl-Biruni svilupparono unmetodo scientifico, una medicina sperimentale, una teoria dell'ottica e una filosofia giuridica.Ibn Khaldun è stato un influente pensatore infilosofia della storia.

Il pensiero islamico influenzò profondamente anche gli sviluppi intellettuali europei, soprattutto attraverso i commenti di Averroè ad Aristotele. Leinvasioni mongole e lapresa di Baghdad nel 1258 sono spesso viste come la fine dell'età dell'oro. Tuttavia, diverse scuole di filosofia islamica hanno continuato a fiorire dopo l'epoca dell'oro e includono correnti come la filosofia illuminazionista, la filosofia sufi e la teosofia trascendente.

Ilmondo arabo del XIX e XX secolo vide il movimentoNahda (inaraborinascimento,rinascita,risveglio), che ebbe una notevole influenza sulla filosofia islamica contemporanea.

Filosofie orientali

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofie orientali.

Lefilosofie orientali comprendono le varie filosofie che hanno avuto origine nell'Asia orientale emeridionale, tra cui lafilosofia cinese, lafilosofia giapponese, la filosofia coreana e la filosofia vietnamita (tutte dominanti nell'Asia orientale e in Vietnam) e lafilosofia indiana (tra cui lafilosofia indù, lafilosofia giainista,filosofia buddista), che sono dominanti in Asia meridionale,Sud-est asiatico,Tibet eMongolia.

Gli orientalisti affermano che la filosofia abbia avuto origini in Oriente circa nel 1300 a.C. e che la stessa filosofia greca derivi dall'antico pensiero sviluppatosi inAsia.[153] A supporto di questa tesi si porta la prova degli intensi rapporticommerciali tra i greci e le popolazioni orientali. Poiché lamatematica nelle sue prime acquisizioni è nata inIndia, si descrive come verosimile l'ispirazione orientale della dottrina pitagorica, mentre sembra meno probabile un contatto con l'Oriente dellascuola di Mileto.Talete, in particolare, avrebbe tratto piuttosto dalla culturaegizia nozioni di tipocosmologico. L'Egitto, infatti, all'epoca esprimeva un contesto assai più progredito della Grecia sul pianotecnologico, con importanti acquisizioni nel campo dellageometria e dell'astronomia, ma non solo; basti pensare che nelXII secolo a.C. gliegizi distinguevano già lamedicina dallamagia usando il metododiagnostico. Gli egizi, come anche ibabilonesi, facevano progressi in campomatematico mentre iCaldei già nel2000 a.C., erano in possesso di documenti di studio suicorpi celesti. Ma le motivazioni degli orientalisti vanno oltre le prove sui contatti commerciali dell'Oriente con i greci e sui progressi culturali e scientifici orientali, poiché essi sostengono che la riflessione speculativa, e quindi la filosofia, era già presente inIndia nella religionebrahmanica e poi nelbuddhismo, nelconfucianesimo e neltaoismo. Pur riconoscendo l'influenza delle culture orientali su quella greca, la maggior parte degli studiosi sostiene la tesi dell'autonomia e dell'originalità della filosofia greca.

Secondo il filosofoKarl Jaspers gli uomini ancora oggi sono debitori di ciò che avvenne nelperiodo assiale compreso tra l'800 a.C. e il 200 a.C. in cui l'intera umanità, in India,Cina,Palestina, Iran e Grecia, avvia una rottura epocale in cui si dissolvono le civiltà precedenti frutto di uno sviluppo storicomonofiletico a favore di uno sviluppo policentrico caratterizzato da cerchie culturali separate.[154]

Filosofia indiana

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia indiana.
Adi Shankara è uno dei filosofi indiani più studiati.

Lafilosofia indiana (sanscrito:darśana, lett. 'punto di vista', 'prospettiva') consiste nel complesso di diverse tradizioni filosofiche emerse fin dai tempi antichi nel subcontinente indiano. Le tradizioni filosofiche indiane condividono vari concetti e idee chiave, che sono definiti in modi diversi e accettati o rifiutati dalle diverse tradizioni. Questi includono concetti comedhárma,karma,pramāṇa,duḥkha,saṃsāra emokṣa.

Appare piuttosto probabile che all'ambito indiano (prima del 1100 a.C.) vadano riconosciuti i prodromi di ciò che sarà la speculazione filosofica, per quanto posti in una veste più specificamente religiosa. Alcuni dei primi testi filosofici indiani sopravvissuti sono leUpanishad deltardo periodo vedico (1000–500 a.C.), che si ritiene preservino le idee delbramanesimo. Le tradizioni filosofiche indiane sono comunemente raggruppate in base alla loro relazione con i Veda e le idee in essi contenute. Ilgiainismo e ilbuddismo hanno avuto origine alla fine delperiodo vedico, mentre le varie tradizioni raggruppate sotto l'induismo sono emerse principalmente dopo il periodo vedico come tradizioni indipendenti. Gli indù generalmente classificano le tradizioni filosofiche indiane come ortodosse (āstika) o eterodosse (nāstika) a seconda che accettino l'autorità dei Veda e le teorie delbrahman eātman ivi contenute.

Le scuole che si allineano al pensiero delle Upanishad, le cosiddette tradizioni "ortodosse" o "indù", sono spesso classificate in seidarśana o filosofie:Sankhya,Yoga,Nyāya,Vaisheshika,Mīmāṃsā eVedānta. Le dottrine dei Veda e delle Upanishad sono state interpretate in modo diverso da queste sei scuole di filosofia indù, con vari gradi di sovrapposizione.

Ci sono anche altre scuole di pensiero che sono spesso viste come "indù", sebbene non necessariamente ortodosse (poiché possono accettare scritture diverse come normative, come iTantra), che includono diverse scuole discivaismo comePāśupata,Śaivasiddhānta escivaismo kashmiro (cioèTrika,Kaula, ecc.).

Le tradizioni "indù" e "ortodosse" sono spesso in contrasto con le tradizioni "non ortodosse" (nāstika, letteralmente "coloro che rifiutano"), sebbene questa sia un'etichetta che non sia utilizzata dalle stesse scuole "non ortodosse". Queste tradizioni rifiutano i Veda come autorevoli e spesso rifiutano concetti e idee importanti che sono ampiamente accettati dalle scuole ortodosse (comeĀtman,Brahman eĪśvara). Queste scuole non ortodosse includono ilgiainismo (accettaātman ma rifiutaĪśvara,Veda eBrahman), il buddismo (rifiuta tutti i concetti ortodossi tranne rinascita ekarma),Cārvāka (materialisti che rifiutano anche la rinascita e il karma) eĀjīvika (noto per la loro dottrina del destino).

Lafilosofia giainista è una delle uniche due tradizioni "non ortodosse" sopravvissute (insieme al buddismo). Accetta generalmente il concetto di un'anima permanente (jiva) come una delle cinque astikaya (categorie eterne, infinite che costituiscono la sostanza dell'esistenza). Le altre quattro sonodhárma,adharma,ākāśa ("spazio") epudgala ("materia"). Il pensiero giainista sostiene che tutta l'esistenza è ciclica, eterna e non creata. Alcuni degli elementi più importanti della filosofia giainista sono la teoria giainista del karma, la dottrina della nonviolenza (ahiṃsā) e la teoria della "multilateralità" oAnēkāntavāda. IlTattvārthasūtra è la prima raccolta conosciuta, più completa e autorevole della filosofia giainista.

Filosofia cinese

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia cinese.
Statua dello studioso neoconfucianoZhu Xi sulMonte Lu.

Lafilosofia cinese iniziò durante ladinastia Zhou occidentale e nei periodi successivi alla sua caduta, quando fiorirono le "Cento scuole di pensiero" (dal VI secolo al 221 a.C.). Questo periodo è stato caratterizzato da significativi sviluppi intellettuali e culturali e ha visto l'ascesa delle principali scuole filosofiche della Cina come ilconfucianesimo, illegismo e iltaoismo. Queste tradizioni filosofiche hanno sviluppato teorie metafisiche, politiche ed etiche come ilTao e loYin e yang.

Queste scuole di pensiero si svilupparono ulteriormente durante le ereHan (206 a.C. – 220 d.C.) eTang (618–907 d.C.), formando nuovi movimenti filosofici come loXuanxue (chiamato ancheNeo-taoismo) e ilNeoconfucianesimo. Il neoconfucianesimo era una filosofia sincretica, che incorporava le idee di diverse tradizioni filosofiche cinesi, inclusi buddismo e taoismo. Il neoconfucianesimo arrivò a dominare il sistema educativo durante ladinastia Song (960–1297), e le sue idee servirono come base filosofica degliesami imperiali per laclasse ufficiale degli studiosi. Alcuni dei più importanti pensatori neoconfuciani sono gli studiosi TangHan Yu eLi Ao così come il pensatore SongZhu Xi (1130–1200). Zhu Xi ha compilato il canone confuciano, che consiste neiQuattro libri (Il grande studio,Il giusto mezzo, iDialoghi di Confucio, e ilMencio). Lo studioso MingWang Yangming (1472–1529) è anche un filosofo successivo ma importante di questa tradizione.

IlBuddismo iniziò ad arrivare in Cina durante la dinastia Han, attraverso una trasmissione graduale attraverso laVia della Seta, e attraverso influenze autoctone sviluppò forme cinesi distinte (come Chan/Zen) che si diffusero in tutta la sfera culturale dell'Asia orientale.

Nell'era moderna, i pensatori cinesi hanno incorporato idee dalla filosofia occidentale. La filosofiamarxista cinese si sviluppò sotto l'influenza diMao Zedong, mentre un pragmatismo cinese si sviluppò sottoHu Shih. Anche le antiche filosofie tradizionali hanno cominciato a riaffermarsi nel XX secolo. Ad esempio, ilNuovo Confucianesimo è diventato piuttosto influente.

Donne in filosofia

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Lo stesso argomento in dettaglio:Donne in filosofia.
Simone de Beauvoir (1908-1986) è stata una scrittrice, intellettuale,esistenzialista filosofa, attivista politica,femminista e teorica sociale.

Le donne in filosofia sono sempre state presenti nel corso della storia ma poche sono state riconosciute come filosofe e pochissime sono menzionate come autrici di opere filosofiche nelcanone Occidentale[155][156].

Nellafilosofia antica in Occidente, mentre la filosofia accademica era un dominio tipicamente maschile (su tuttiPlatone eAristotele), sono state attive durante questo periodo pensatricidonne qualiIpparchia (attiva circa nel 325 a.C.),Arete di Cirene (V-IV secolo a.C.) eAspasia di Mileto (470-400 a.C.). Una donna notevole della filosofia tardo-antica è stataIpazia, vissuta nel V secolo. Donne influenti dellafilosofia contemporanea comprendonoHannah Arendt (1906-75),Simone de Beauvoir (1908-86),Simone Weil (1909-1943).

Nei primi anni del XIX secolo alcunicollege ed università delRegno Unito e degliStati Uniti d'America hanno incominciato ad ammettere anche le donne, dando così vita a nuove generazioni di studiosi di sesso femminile. Tuttavia il rapporto delDipartimento dell'Istruzione degli Stati Uniti d'America indica che a partire dal 1990 in poi proprio la filosofia è uno dei campi dellescienze umane meno proporzionato in relazione algenere[157]. Le donne vengono a costituire meno del 17% degli iscritti alle facoltà di filosofia secondo alcuni studi[158].

Principali discipline filosofiche

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Sempre rinnovata, oggi la filosofia si è specializzata in numerose discipline, che si occupano di determinati settori della riflessione filosofica, in alcuni casi confinanti con altre scienze umane.

Queste domande di carattereuniversale, definibili come il problema del rapporto tra l'individuo e il mondo, tra ilsoggetto e l'oggetto, vengono trattate dalla filosofia secondo due aspetti: il primo è quello dellafilosofia teoretica, che studia l'ambito dellaconoscenza, il secondo è quello dellafilosofia pratica omorale oetica, che si occupa del comportamento della persona nei confronti degli oggetti e, in particolare, di quegli oggetti che sono gli altri uomini, che egli presume sianoindividui come lui, perché appaiono a lui simili, pur non potendoli veramente conoscere al di là delle apparenze esteriori. Individuo o persona etimologicamente rivela il carattere problematico della conoscenza reale delprossimo al di là da come si manifesti.[159]

«È giusto anche chiamare la filosofia (philosophian) scienza della verità, poiché di quella teoretica è fine la verità, mentre di quella pratica è fine l'opera (ergon); se anche infatti i (filosofi) pratici indagano come stanno le cose, essi non considerano la causa per sé, ma in relazione a qualcosa ed ora.[160]»

Filosofia teoretica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia teoretica.
L'inizio dellaMetafisica di Aristotele in un incunambulo decorato con miniature

Oggetto della filosofia teoretica è la conoscenza nel senso più astratto e generale; la possibilità e il fondamento del conoscere umano, e i suoi oggetti più universali e astratti, quali l'essere, il mondo, ecc.

  • Logica: la logica, originariamente, costituisce lo studio delle corrette modalità di funzionamento ed espressione della ragione umana (logos). Essa ha poi assunto il carattere particolare di disciplina che si occupa del corretto argomentare, da un punto di vista meramente formale e simbolico; in questo senso è una disciplina affine allamatematica.
  • Metafisica: la filosofia teoretica ha assunto per un lungo periodo storico il carattere di filosofia prima ovvero metafisica. Essa, letteralmente, è la conoscenza che si rivolge a quegli enti generalissimi che stanno "al di là" degli enti sensibili.
  • Ontologia: l'ontologia si occupa dello studio dell'essere in quanto essere, della sua differenza con l'ente (differenza ontologica), del suo rapporto col nulla, ovvero ciò che non è essere.
  • Epistemologia egnoseologia: con differenti sfumature, entrambe si occupano dell'analisi dei limiti e delle modalità della conoscenza umana. Soprattutto nella filosofia contemporanea, il concetto di epistemologia riguarda più specificamente la conoscenza scientifica: in questo senso l'epistemologia ha ampie sovrapposizioni con lafilosofia della scienza.
  • Filosofia della scienza: specificamente è la riflessione interna alla scienza sul metodo e sulla conoscenza scientifica.
  • Filosofia del linguaggio: è quell'aspetto della filosofia che si occupa di studiare il linguaggio nella sua relazione con la realtà. Correlandosi strettamente allalinguistica e allalogica, essa si occupa della genesi del linguaggio, del rapporto fra senso e significato e della modalità attraverso cui, in generale, il pensiero si esprime.
  • Teologia: è quella specifica disciplina che indaga sull'esistenza di entità superiori (Dio), cercando di stabilire il rapporto di conoscenza che si può avere tra l'ente supremo e l'essere umano.
  • Fisica: diversa dalla fisica scientifica, dalla quale è stata ormai soppiantata da almeno quattro secoli, in antichità studiava i fenomeni naturali senza servirsi delmetodo scientifico.

Filosofia pratica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filosofia pratica.
Thomas Hobbes, noto per la sua operaLeviatano, che espose un'influente formulazione della teoria delcontratto sociale.
  • Etica omorale: è il campo d'applicazione pratico della filosofia per eccellenza. Il suo oggetto è l'uomo in quanto essere sociale: essa in particolare si occupa di determinare ciò che è giusto o sbagliato, distinguendo il bene dal male in base a una determinatateoria dei valori oassiologia. L'etica è intesa anche come la ricerca di uno o più criteri che consentano all'individuo di gestire adeguatamente la proprialibertà e di determinarne i limiti opportuni.
  • Estetica: è un settore della filosofia che si occupa della conoscenza del bello naturale o di quello artistico, ovvero del giudizio di gusto. In origine, tuttavia, il termine estetica indicava l'analisi dei contenuti e delle modalità della conoscenza sensibile.
  • Filosofia del diritto: si tratta di una disciplina intermedia fra filosofia e diritto, che si occupa di definire i criteri attraverso cui si forma il sistema delle norme che regolano la convivenza umana, e i principi in base ai quali un sistema giuridico può essere riconosciuto come valido e vigente.
  • Filosofia della politica: oggetto di questa disciplina sono le istituzioni nella loro formazione, soprattutto per ciò che riguarda i fattori che regolano l'instaurazione e il mantenimento del potere nei confronti di coloro che vi sono sottoposti.
  • Filosofia della religione: è la disciplina che si occupa di studiare le caratteristiche delle principali religioni da un punto di vista filosofico, individuandone le caratteristiche costanti e universali e studiando il rapporto dell'uomo con la religione come formazione culturale e storica.
  • Filosofia della storia: la filosofia della storia si occupa della problematica classica del significato della storia e di un suo possibile fine teleologico. Essa si chiede se esista un disegno, uno scopo, un obiettivo o un principio guida nel processo della storia umana. Altre questioni su cui si interroga questa disciplina sono se l'oggetto della storia è la verità o il dover essere, se la storia è ciclica o lineare, o se esiste in essa il concetto di progresso.

Nuove discipline

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  • Bioetica: incrociando conoscenze filosofiche con analisi di tipo scientifico, antropologico e medico, si occupa in particolare degli aspetti etici connessi alla vita, umana e non. Problematiche bioetiche essenziali concernono dunque la riproduzione, la nascita, la morte, l'identità genetica, l'ingegneria genetica ecc.
  • Filosofia della mente: sulla scorta delle moderne scoperte scientifiche riguardanti il funzionamento del sistema nervoso umano, si è sviluppata questa disciplina filosofica, che si occupa di indagare il rapporto fra la mente, come forma organizzativa della coscienza, e il cervello come struttura meramente fisica; nonché il rapporto della mente con il corpo e con il mondo.
  • Consulenza filosofica: nasce in Germania, con il nome diPhilosophische Praxis, ad opera diGerd B. Achenbach eBergisch Gladbach nel maggio del1981[161] diventando oggetto anche di polemiche da parte sia del mondo della filosofia accademica sia da quello delle pratichepsicoterapeutiche. I sostenitori della consulenza filosofica dichiarano che essa costituisce una peculiare applicazione della filosofia, assimilabile ma non coincidente, con le terapie psicologiche.[162][163]. Michael Zdrenka già nel1998[164] censiva circa 130 praticanti di questa disciplina, ma da allora il loro numero è probabilmente cresciuto, per lo sviluppo di tale attività in alcuni paesi. Gerd B. Achenbach, intervistato al riguardo, afferma di conoscerne parecchi soprattutto nei Paesi Bassi, Israele e Stati Uniti[165]
  • Neurofilosofia: una disciplina che tenta di stabilire un rapporto tra leneuroscienze e la filosofia al duplice scopo di render più chiare le risposte alle domande fondamentali della speculazione filosofica avvalendosi delle scoperte neuroscientifiche e nello stesso tempo fornire alle indagini scientifiche sulla mente strumenti speculativi più precisi che evitino confusionilinguistiche oconcettuali.[166][167]
  • Metafilosofia: esplora gli obiettivi, i confini e i metodi della filosofia. Così, mentre la filosofia tipicamente indaga la natura dell'essere, la realtà degli oggetti, la possibilità della conoscenza, la natura della verità e così via, la metafilosofia è l'indagine autoriflessa sulla natura, gli scopi e i metodi dell'attività che fa questo tipo di domande, chiedendo che cos'è la filosofia stessa, che tipo di domande dovrebbe porre, come potrebbe porre e rispondere e cosa può ottenere così facendo. Il problema fondamentale che il Novecento filosofico si trova a dover fronteggiare è infatti in quale misura la riflessione filosofica, con le sue caratteristiche pretese di generalità e fondamentalità, abbia ancora un senso e un ruolo all'interno del sistema delle scienze specializzate.[168]

Insegnamento della filosofia

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Lo stesso argomento in dettaglio:Insegnamento della filosofia nella scuola.
Austria

In Austria, dopo venti anni di sperimentazione, nell'anno scolastico 2021-2022 sono stati attivati i primi corsi di etica e relativi corsi di formazione universitari per il personale docente. Lo Stato prevede l'erogazione di due ore settimanali opzionali e alternative all'ora tradizionale di religione. Principalmente, l'etica attiene alla filosofia e, in secondo piano, alle seguenti discipline: psicologia, sociologia, studi religiosi, storia, diritto, biologia, economia, scienze politiche.[169]

Italia

In Italia l'insegnamento della filosofia è riservato ai soli licei. Fin dal tempo dellaRiforma Gentile, esso si articola in tre ore settimanali nell'ultimo triennio di studi. Nel corso degli anni, da ultimo nel 2021 ad opera del ministroPatrizio Bianchi, sono state avanzate varie proposte per la sua estensione agli istituti tecnici e professionali. Nel 2014, laSocietà Filosofica Italiana ha rilanciato la lettera aperta diGiovanni Reale,Roberto Esposito eAdriano Fabris in difesa dell'insegnamento della filosofia nelle scuole superiori e nelle università italiane, in particolare in merito alla eliminazione delle docenze della fondamentalefilosofia teoretica da queste ultime.[170]

Francia

In Francia l'insegnamento della filosofia avviene nei licei ed è separato da quello della storia, materia che è unita alla geografia in un'unica cattedra. L'insegnamento non segue un criterio cronologico, bensì è proposto secondo macro aree tematiche (la verità, l’arte, la coscienza, la morale, eccetera) unitamente alla lettura e al commento critico di testi filosofici.[171] A partire dal settembre 2021, la filosofia viene insegnata nell'ultimo anno di tutti gli istituti superiori che aderiscono al progetto, inclusi quelli professionali.[172] Nel 2018 è stata eliminata l'obbligatorietà dell'insegnamento nei licei.[173]

Germania

In Germania lo studio universitario consiste nella lettura e nel commento critico dei testi filosofici. Il docente modera la discussione che si basa sulle domande e la partecipazione attiva degli studenti. Il focus è sull'attualizzazione dei testi.L'esame è scritto e prevede un saggio critico tematico di lunghezza compresa tra le 15 e le 35 pagine.[174] La riforma scolastica diAlexander von Humboldt del 1806 eliminò lo studio della filosofia dalle scuole superiori. In accordo conHegel, fino alla riforma del 1972, essa rimase nel ginnasio come studio transdisciplinare e come Propedeutica filosofica, obbligatoria ed autonoma, basata su Logica, Studio dell'antichità e Religione (non Intesa quindi comestoria della filosofia). Dopo il 1972 lo studio dell'etica fu introdotto per gli studenti da 12 a 16 anni come materia sostitutiva della religione, nei soli casi in cui quest'ultimo insegnamento era erogato.[175]

Spagna

Il 29 marzo 2022 il governo spagnolo ha approvato la riforma dell'istruzione secondaria obbligatoria (dai 12 ai 16 anni) che prevede l'eliminazione della filosofia e del criterio cronologico nell'insegnamento della storia.[176]

Svizzera

In Svizzera l'insegnamento della filosofia prevede un curricolo da 3 a 5 ore settimanali. L'insegnamento è opzionale e tratta la materia non come una scienza autonoma, ma complementare alla pedagogia o allo studio della religione. I docenti adottano il metodo zetetico, ma anche quello storico integrato con la lettura di testi. L'insegnamento ha l'obiettivo di rendere gli studenti capaci di ragionare autonomamente e criticamente, ma anche di far conoscere loro le risposte date dai filosofi ai problemi più importanti, fornendo il contesto culturale dei principali autori e delle principali correnti filosofiche.[177] Il corso di laurea in filosofia ha durata quadriennale ed è integrato da 4 semestri di tirocinio obbligatorio nelle scuole secondarie superiori. Agli anni 2000, un quinto dei laureati in filosofia trova occupazione nei licei, mentre un terzo nelle università.[178]

Belgio

Secondo il quotidianoLe Soir, nel novembre 2021, dopo due anni di trattative, la maggior parte delle forze politiche delle regioni francofone (Bruxelles eVallonia) ha raggiunto un'intesa che prevede la trasformazione dell'ora di religione, in precedenza obbligatoria, in un insegnamento extracurriculare facoltativo. A partire dal 2024 essa sarà sostituita nella scuola dell'obbligo da due ore settimanali obbligatorie di filosofia ed educazione civica.[179]

India

In India l'insegnamento della filosofia come materia facoltativa nelle scuole secondarie superiori è stato eliminato nel 2017/2018. Nelle prime due decadi degli anni 2000 sono stati istituite 20 università centrali pubbliche e 400 università private. Nessuna dell 'università statali fornisce corsi di filosofia, mentre di quelle private solamente due o tre prevedono l'insegnamento di questa materia. I dipartimenti di filosofia stanno gradualmente scomparendo dalle università pubbliche, unitamente a quelli umanistici e delle scienze sociali.[180]

Note

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  1. ^«Gli occhi e il becco seguono la linea della lettera φ (fi) simbolo alfabetico greco della filosofia e in seguito dellasezione aurea. Lettera che accomuna quindi, armonia, bellezza e amore per laconoscenza e per la ricerca in senso lato» (in Nicola Ubaldo,Antologia di filosofia. Atlante illustrato del pensiero, Firenze,Giunti Editore, 2020, p. 354; si confronti ancheMario Livio,La sezione aurea, Milano,Rizzoli, 2003; Rocco Panzarino,Dio, sezione aurea, bellezza, Collana di Filosofia Sapientia 10, Fasano,Schena editore, 2005. Sul valore simbolico della "φ",cfr. ancheJacques Lacan,Scritti, volume secondo, Milano,Fabbri Editori, 2007, p. 679).
  2. ^Sull'origine e la diffusione del termine, si veda: Anne-Marie Malingrey, « Philosophia. » Étude d'un groupe de mots dans la littérature grecque, des présocratiques au IVe siècleaprès J.-C., Parigi, Klincksieck, 1961.
  3. ^«Attività spirituale consistente, secondo il significato letterale della parola, nell'esercizio dell'amore per la sapienza», inVittorio Mathieu,Filosofia, inEnciclopedia filosofica, volume 5, Milano,Bompiani, 2006, p. 4125.
  4. ^Giovanni Reale eDario Antiseri,Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi, Brescia,Editrice La Scuola, 1990, volume 1, p. 3,ISBN 88-350-7271-9.
  5. ^Nicola Abbagnano,Dizionario di filosofia, Torino,UTET, 1992, p. 391,ISBN 88-02-01494-9.
  6. ^«Tutta la filosofia è come un albero, di cui le radici sono lametafisica, il tronco è lafisica, e i rami che sorgono da questo tronco sono le altrescienze, che si riducono a tre principali: lamedicina, lameccanica e lamorale, intendo la più alta e la più perfetta morale, che presupponendo una conoscenza completa delle altre scienze, è l'ultimo grado dellasaggezza» nellaPrefazione aiPrincipia philosophiae (1644).
  7. ^NelDe corpore (1655); I, 2, 6.
  8. ^NellaCritica della Ragion Pura Kant definisce la filosofia come «scienza della relazione di ogni conoscenza al fine essenziale dellaragione umana» (Dottrina trascendentale del metodo, capitolo III).
  9. ^Virginia Guazzoni-Foà,Attualità dell'ontologia eleatica, Torino,Società Editrice Internazionale, 1961.
  10. ^Aristotele,Metafisica,E 1,1026 a 24.
  11. ^Platone nelSimposio lo descrive, per bocca diDiotima, come undèmone sempre inquieto e scontento, e lo identifica con la filosofia intesa letteralmente come "amore del sapere". (Eros «Vive tra la sapienza e l'ignoranza, ed ecco come avviene: nessun dio si occupa di filosofia e nessuno tra di loro ambisce a diventare sapiente perché tutti lo sono già. Chiunque possegga veramente il sapere, infatti, non fa filosofia; ma anche chi è completamente ignorante non si occupa di filosofia, e non desidera affatto la sapienza. Proprio questo è sconveniente nell'essere ignoranti: [...] non si desidera qualcosa se non si avverte la sua mancanza» -Simposio, XXIII).
  12. ^«Per gli autori la Grecia classica ha superato la figura del Saggio per confrontarsi con quella dell'Amico: cioè qualcuno che non possiede il vero, ma lo ricerca pur essendo convinto della sua irraggiungibilità. Se il saggio venuto dall'Oriente pensa per figure, L'Amico del sapere pensa per concetti, promuove la formazione di una società di eguali, senza rinunciare all'essenziale gioco dialettico della discussione e della diversità, che può giungere alla rivalità, alla sfida, alla competizione.» in Gilles Deleuze - Félix Guattari,Che cos'è la filosofia?, Ed. Einaudi, 2002, p. 13.
  13. ^Erodoto,Storie, I, 30.
  14. ^Jean-Joël Duhot,Epictète et la sagesse stoïcienne, Bayard éditions (1996).
  15. ^Pierre Hadot,Che cos'è la filosofia antica? Torino, Einaudi, 1998, p. 19.
  16. ^Riguardo alla prima definizione di filosofo ad opera di Pitagora - come è stato riferito inCicerone,Tusculanae Disputationes, 5.3.8-9 =Eraclide Pontico fr. 88 Wehrli =Diogene Laerzio 1.12, 8.8, =GiamblicoVP 58. - la tesi è sostenuta da C. J. De Vogel (inPythagoras and Early Pythagoreanism (1966), pp. 97-102) e daChristoph Riedweg (inPitagora. Vita, dottrina e influenza, Editore: Vita e Pensiero 2007) che ritengono veritiera la tradizione. Mentre W. Burkert.Op.cit. e P. HadotOp.cit ritengono che l'aneddoto raccontato daEraclide Pontico (Cicerone,Tusculanae Disputationes, 5.3.8-9 =Eraclide Pontico fr. 88 Wehrli =Diogene Laerzio 1.12, 8.8, =GiamblicoVP 58) sia "una proiezione su Pitagora della nozione platonica diphilosophia". In particolare Christoph Riedweg ha messo in dubbio questa tradizione antica rilevando come intendere modestamente il filosofo come colui che ama la sapienza ma non la possiede, come pretendeva ilsophos, il sapiente, perché questa appartiene solo agli dei, come, cioè, «un'umile definizione della filosofia di raggiungere qualcosa di irraggiungibile», non corrisponda al senso delle dottrine dei presocratici dove l'interesse fondamentale era la considerazione della natura, ma come piuttosto sembri una definizione più adeguata alla dottrina platonica (Paolo Impara,I presocratici. Lettura e interpretazione dei frammenti e delle testimonianze, Armando Editore, 1997 p. 209). In un frammento che si fa risalire ad Eraclito, poi, sarebbe già indicato il termine "filosofia" che si ritrova anche in Erodoto, che però per l'uso normale che ne fa nelle sueStorie rende difficile pensare che questa parola sia nata negli anni venti del V secolo, quando probabilmente fu pubblicata la sua opera. Questa attribuzione di modestia del resto non si confaceva al carattere di Pitagora, che orgogliosamente si poneva come un capo religioso dalla personalità carismatica. (Christoph Riedweg,Pitagora: vita, dottrina e influenza, Vita e Pensiero, 2007 p. 25).
  17. ^Per la controversia su questo autore Cfr. al riguardo: R. Joly.Le théme philosophique des genres de vie dans l'Antiquité classique. Bruxelles 1956; W. Burkert.Platon oder Pythagoras? Zum Urspung des Wortes "Philosophie" in "Hermes", LXXXVIII, 1960, pp. 159-77; C. J. De Vogel,Pythagoras and Early Pythagoreanism. Assen 1966, pp. 15, 96, 102.
  18. ^In riferimento al frammento B35, cfr. anche J.P. Dumont (éd.),Les présocratiques Parigi, Gallimard, 1988, p. 1236.
  19. ^Diogene Laerzio, inVite dei filosofi, Libro Primo, Proemio 12.
  20. ^Cicerone,Tuscolanae disputationes, V, 3, 9.
  21. ^Passo la cui autenticità è messa però in dubbio da alcuni studiosi come M. Marcovich nella sua edizione deiFrammenti (Firenze, 1978).
  22. ^Diels-Kranz,I frammenti dei Presocratici, fr. B 35.
  23. ^«È proprio del filosofo questo che tu provi, di esser pieno di meraviglia; né altro cominciamento ha il filosofare che questo» (Platone,Teeteto 150 d).
  24. ^«Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell'intero universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia [thaumazon] riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall'ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica.» Aristotele,Metafisica, I, 2, 982b, trad.Giovanni Reale.
  25. ^«Che la "meraviglia", da cui - secondo il testo aristotelico - nasce la filosofia, non debba essere intesa, come di solito accade, come un semplice stupore intellettuale che passerebbe dai "problemi" (ápora) "più facili" (prócheira) a quelli "più difficili" - cioè che il timbro del passo aristotelico sia "tragico" - riceve luce dalla circostanza che anche perEschilo l'epistéme ("conoscenza") libera da una angoscia che sebbene sia da lui considerata "tre volte antica", è tuttaviala più recente, perché non è quella primitiva, e più debole, dovuta all'incapacità di vivere, dalla quale libera latéchne ("tecnica", "arte"), ma è l'angoscia estrema, il culmine al quale essa perviene quando il mortale si trova di fronte althaûma ("meraviglia", "sgomento") del divenire del Tutto - al terrore provocato dall'evento annientante che esce dal niente. In questo senso anche per Eschilo l'epistéme non mira ad alcun vantaggio tecnico (982b21), è "libera" (982b27) e ha come fine soltanto sé stessa (982b27), cioè la liberazione vera dal terrore.» inEmanuele Severino.Il giogo. Milano, Adelphi, 1989, p. 352).
  26. ^«Ad eccezione dell'uomo, nessun essere si meraviglia della propria esistenza… La meraviglia filosofica … è viceversa condizionata da un più elevato sviluppo dell'intelligenza individuale: tale condizione però non è certamente l'unica, ma è invece la cognizione della morte, insieme con la vista del dolore e della miseria della vita, che ha senza dubbio dato l'impulso più forte alla riflessione filosofica e alle spiegazioni metafisiche del mondo. Se la nostra vita fosse senza fine e senza dolore, a nessuno forse verrebbe in mente di domandarsi perché il mondo esista e perché sia fatto proprio così, ma tutto ciò sarebbe ovvio.» in A. Schopenhauer,Il mondo come volontà e rappresentazione, I §1, trad. it. Milano, Mondadori, 1992.
  27. ^«Defining philosophy is itself a philosophical problem. Perhaps a great many philosophers would agree that whatever else philosophy is, it is the critical, normally systematic study of an unlimited range of ideas and issues. But this characterization says nothing about what sorts of ideas or issues are important in philosophy or about its distinctive methods of studying them. Doing this will require some account of the special fields of the subject, its methods, its connections with other disciplines, its place in the academy, and its role in human culture. The task is large. Philosophy pursues questions in every dimension of human life, and its techniques apply to problems in any field of study or endeavor. It may be described in many ways. It is a reasoned pursuit of fundamental truths, a quest for understanding, a study of principles of conduct. It seeks to establish standards of evidence, to provide rational methods of resolving conflicts, and to create techniques for evaluating ideas and arguments. Philosophy may examine concepts and views drawn from science, art, religion, politics, or any other realm. The best way to clarify these broad characterizations of philosophy is to describe its principal subfields (all of which are addressed in more detail in entries in this Encyclopedia devoted to them alone). It is appropriate to start with what might be called traditional subfields of philosophy, most commonly taken to be epistemology, ethics, logic, metaphysics, and the history of philosophy. These remain central in philosophical research; and although they are by no means its exclusive focus, they are intimately connected with virtually every other field of philosophical research and are widely treated as core areas in the teaching of the subject.» in Robert Audi. "Philosophy" inEncyclopedia of Philosophy vol. 7, p. 325, NY Macmillan, 2005
  28. ^Robert Audi, "Philosophy" inEncyclopedia of Philosophy, vol. 7, p. 325, NY Macmillan, 2005
  29. ^Gilles Deleuze - Félix Guattari,Che cos'è la filosofia?, Ed. Einaudi, 2002, p. 13
  30. ^K. R. Popper,Logica della scoperta scientifica, Einaudi, Torino 1970
  31. ^«Se la filosofia fosse qualcosa di cui si potesse fare a meno» ha scrittoOrtega y Gasset, «non v'è dubbio che in quell'epoca [alla fine dell'Ottocento] sarebbe decisamente morta»¿Qué es filosofía?, (1929) Lezione I, p. 10.
  32. ^in "Risposta. A colloquio con Martin Heidegger", ed. Guida, p. 126
  33. ^Fabio di Clemente,Fra filosofia e scienza..., inInoltre, Editoriale Jaca Book, 2008, p. 66
  34. ^Sante Bagnoli,Le scienze dell'uomo sono sempre più indocili inInoltre, Editoriale Jaca Book, 2008, p. 59
  35. ^Cosa resta alla filosofia della scienza? Breve storia di un fraintendimento, suMicroMega(archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2019).
  36. ^Anche i fisici sono filosofi: il ruolo della filosofia nella fisica moderna, suLe Scienze.
  37. ^La filosofia è morta?, suil Tascabile.
  38. ^Intervista di Ennio Galzenati a Imre Toth
  39. ^Imre Toth, "La filosofia e il suo luogo nello spazio della spiritualità occidentale", Torino, Bollati Boringhieri, 2007.
  40. ^Imre Toth,Op. cit.
  41. ^Celebrazione della Giornata Mondiale della Filosofia UNESCO "Philosophy for the Futures"
  42. ^Tratto dall'intervista "La filosofia e l'immagine del futuro" - Mosca, Accademia Russa di Amministrazione, lunedì 23 agosto 1993
  43. ^J. P. Vernant,Le origini del pensiero greco, ed. Riuniti, p. 117.
  44. ^Aristotele stesso aveva notato come ci fossero analogie della filosofia con le culture non solo degli egiziani ma anche deicaldei e degliebrei e, persino, dei magi iranici (Zoroastro)
  45. ^F. Cioffi ed altri,I filosofi e le idee,ibidem
  46. ^Rai educational.it
  47. ^
    «La nascita della filosofia appare dunque solidale di due grandi trasformazioni mentali: di un pensiero positivo, che esclude ogni forma di soprannaturale e rifiuta l'assimilazione implicita, stabilita dal mito, fra fenomeni fisici ed agenti divini; e di un pensiero astratto, che spoglia la realtà di quella potenza di cambiamento che le attribuiva il mito e rifiuta l'antica immagine dell'unione degli opposti a vantaggio d'una categorica formulazione del principio d'identità.»

    (Jean-Pierre Vernant,Mito e pensiero presso i Greci, Einaudi, 1978, p. 395)

  48. ^Fabio Cioffi,Dialogos, Vol. I, Bruno Mondadori, 1999, p. 20
  49. ^Gabriele Giannantoni,La ricerca filosofica (vol. 1), Torino, Loescher, 1996.
  50. ^Gabriele Giannantoni,I Presocratici. Testimonianza e frammenti, Laterza, Roma-Bari, 2002.
  51. ^cfr. per es. Senofonte,Memorabilia, IV, 2, 23 e Platone,Simposio I, 5
  52. ^macròs logos in lingua greca, letteralmente lungo discorso.
  53. ^Platone,Fedro, 278b.
  54. ^Si ripropone qui una delle interpretazioni della maieutica socratica. Per un discorso più approfondito si rimanda aInterpretazioni del pensiero di Socrate dove il senso della maieutica, secondo alcuni studiosi, è da rintracciare nella volontà di Socrate di convincere l'interlocutore che la sua certezza di possedere verità definitive è falsa e che ciò che si conosce va invece sempre rimesso in discussione.
  55. ^Libro VII dellaRepubblica, 519d.
  56. ^Libro VII dellaRepubblica, 520a.
  57. ^abLibro VII dellaRepubblica, 521b.
  58. ^Libro VII dellaRepubblica, 517b.
  59. ^Libro VII dellaRepubblica, 521c.
  60. ^Libro VII dellaRepubblica, 532c.
  61. ^Platone,Repubblica, VII 521C, traduzione di Giovanni Reale,Platone. Tutti gli scritti, Milano, Rusconi 1991, p. 1244.
  62. ^"Tutta la storia della filosofia occidentale non è che una serie di note a margine su Platone" ("The safest general characterization of the European philosophical tradition is that it consists of a series of footnotes to Plato".)Alfred North Whitehead inProcess and Reality, p. 39 (Free Press, 1979).
  63. ^«Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall'ignoranza, è evidente che ricercano il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica. E il modo stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando già c'era pressoché tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all'agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza. È evidente, dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa; e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa.» in Aristotele,Metafisica I,2,982b
  64. ^AristoteleMetafisica (I, 981a) eCategorie (1a25).
  65. ^Aristotele,Metafisica, I, 981b 29
  66. ^Aristotele,Topici, VI, 6, 145ª 15;Metafisica, XI, 7, 1064ª 10 sgg.
  67. ^Aristotele,Etica nicomachea I, 3, 1094b 12sgg.
  68. ^Enciclopedia Treccani alla voce corrispondente.
  69. ^AA. VV.,La società ellenistica, inStoria e civiltà dei greci, vol. 7-8, Milano 1977
  70. ^«Se non fossimo turbati dal pensiero delle cose celesti e della morte e dal non conoscere i limiti dei dolori e dei desideri, non avremmo bisogno della scienza della natura.»Epistola a Meneceo, 132.
  71. ^Diogene Laerzio,Vite, IV, 2 eSesto Empirico,Contro i matematici, VII, 16.
  72. ^Epistola ad Erodoto, 37 sgg.
  73. ^Sesto Empirico,Contro i matematici, VII, 16 sgg.
  74. ^Cicerone,De finibus, III, 2, 4.
  75. ^InFedone, 67e.
  76. ^Momigliano, A.,Saggezza straniera. L'ellenismo e le altre culture, Torino: Einaudi, 1980
  77. ^R. Bloch,La religione romana, inLe religioni del mondo classico, Laterza, Bari 1993
  78. ^Mario Piantelli,L'India e Plotino, Mursia, Milano 1990
  79. ^Enneadi, I, 3, 5.
  80. ^InEnneadi, I, 3, 6
  81. ^Giovanni Paolo II, enciclicaFides et ratio, eLibertà cristiana e liberazione, suratzinger.it(archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2007)., di Joseph Ratzinger, 1986
  82. ^Clemente Alessandrino,Stromata, I, 5
  83. ^Alberto Magno,Summa theologiae, I, VI, I, 6
  84. ^V. anche: Giovanni Chimirri,Libertà dell'ateo e libertà del cristiano, Fede & CulturaISBN 978-88-89913-55-0
  85. ^DiceSan Paolo: «Badate a non farvi ingannare con la filosofia» Paolo,Lettera ai Colossesi, 8
  86. ^«Il Cristianesimo, fin dal principio, ha compreso se stesso come la religione del logos, come la religione secondo ragione. Non ha individuato i suoi precursori in primo luogo nelle altre religioni, ma in quell'illuminismo filosofico che ha sgombrato la strada dalle tradizioni per volgersi alla ricerca della verità e verso il bene, verso l'unico Dio che sta al di sopra di tutti gli dèi.» (Joseph Ratzinger,L'Europa nella crisi delle culture, ed. Cantagalli)
  87. ^Carlo Sini, "I filosofi e le opere", ed. Principato, vol. 1, pp. 308-309, il quale descrive appunto: "una patristica occidentale, che mira prevalentemente a esaltare la fede, il carattere volontaristico, e cioè irrazionalistico(..)della predicazione cristiana, e una patristica orientale, che sottolinea maggiormente la continuità fra filosofia e Cristianesimo (...)"
  88. ^«Sebbene la verità della fede cristiana superi la capacità delia ragione,tuttJvja i principi naturali della ragione non possono essere in contrasto con codesta verità.» (San Tommaso,Summa contra gentiles, Libro I, Cap. VII, Torino, Utet, 1975, p. 72)
  89. ^Pierre Hadot,Esercizi spirituali e filosofia antica, Torino, Einaudi, 2002, p. 67
  90. ^(AA.VV.I filosofi e le idee, B. Mondadori editore, 2007 p. 585)
  91. ^Tommaso d'Aquino,Summa theologiae, I, q. 3, prologo.
  92. ^«Quanto ragion qui vede, / dir ti poss'io; da indi in là t'aspetta / pur a Beatrice, ch'è opra di fede» (Purgatorio, XVIII, 46-48).
  93. ^Ockam,Summa logicae, III, 1
  94. ^Averroè,Destructio destructionum, VI, fl.56, 79
  95. ^Duns Scoto,Prologo, 3
  96. ^«Viene meno quella compatta unità del sapere, di cui lesummae medioevali erano state l'espressione più evidente» in U. e A. Perone, G. Ferretti, C. Ciancio,Storia del pensiero filosofico, vol.II, p. 13, ed. S.E.I. 1975
  97. ^G. Saitta, "Il pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento", Vol. II, Il Rinascimento. Bologna 1950
  98. ^«Ma sendo l'intento mio scrivere cosa utile a chi la intende, mi è parso più conveniente andare dietro laverità effettuale della cosa che alla immaginazione di essa.» in N. Machiavelli,Il Principe, cap.XV
  99. ^«L'uomo sembrò meritare un'attenzione che la cultura precedente non gli aveva accordato, e soprattutto acquistò nuovo significato il suo operare nel mondo, e la sua attiva capacità di trasformarlo.» inU. e A. Perone, G. Ferretti, C. Ciancio,Storia del pensiero filosofico, vol. II, p. 11, ed. S.E.I. 1975
  100. ^U. e A. Perone, G. Ferretti, C. Ciancio,Op.cit., ibidem
  101. ^H. G. Gadamer, Cartesio. Leibniz e l'Illuminismo, suemsf.rai.it.URL consultato il 30 gennaio 2009(archiviato dall'url originale il 4 marzo 2009).
  102. ^Telesio,De rerum natura iuxta propria principia, eTommaso Campanella,Metaphysica
  103. ^«Troverete persino gente che scrive del XVI secolo come se la magia fosse una sopravvivenza medioevale, e la scienza la novità venuta a spazzarla via. Coloro che hanno studiato l'epoca sono più informati. Si praticava pochissima magia nel Medioevo: XVI e XVII secolo rappresentano l'apice della magia. La seria pratica magica e la seria pratica scientifica sono gemelle».(C.S. Lewis),L'abolizione dell'uomo, Milano Jaca Book, 1979, p. 44.
  104. ^Cartesio,La ricerca della verità, Introduzione
  105. ^Cartesio,Lettera-Prefazione, aiPrincipi della filosofia inOpere, ed. Adam-Tannery, Vol. IX-2, pp. 1-20.
  106. ^Cartesio,Discorso sul metodo, Parte II
  107. ^Locke,Saggio sull'intelletto umano, Introduzione
  108. ^«...essendosi cinque o sei amici riuniti a discutere...ben presto ci trovammo in un vicolo cieco...a me venne il sospetto...che prima di applicarci a ricerche di quel genere, fosse necessario esaminare le nostre facoltà e vedere con quali oggetti il nostro intelletto fosse atto a trattare e con quali no». in J. Locke,Epistola al lettore, Prefazione delSaggio sull'intelletto umano
  109. ^«L'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro, Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro.Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo.»Immanuel Kant daRisposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?
  110. ^Voltaire,Dizionario filosofico, voce "Philosophe", sez. IV.
  111. ^"Philosophia est scientia possibilium, quatenus esse possunt", inDiscursus praeliminaris de philosophia in genere, Frankfurt - Leipzig (1728), § 29.
  112. ^Immanuel Kant,Sogni di un visionario spiegati coi sogni della metafisica, trad. it. Venturini M., BUR Biblioteca Universale Rizzoli (collana Classici), 2001, cap.I.
  113. ^Kant,Critica della ragion pura, Dottrina del metodo, I, 1 (B 746/A 718).
  114. ^«Nella metafisica, anche a considerarla soltanto per una scienza fin qui solo tentata, ma pure indispensabile per la natura della ragione umana, debbono essere contenute conoscenze sintetiche a priori. Quindi essa non ha il compito di analizzare semplicemente concetti, che noi formiamo a priori delle cose, e con ciò dichiararli analiticamente. Bensì è che noi vogliamo ampliare la nostra conoscenza a priori, per il quale scopo ci dobbiamo servire di tali princìpi fondamentali che aggiungano oltre il concetto dato qualche cosa che in esso non era contenuto, e mediante giudizi sintetici a priori procedano pure così oltre, che la stessa esperienza non ci può seguire così lontano; per esempio, nella proposizione: il mondo deve avere un primo cominciamento, e così via. Così la metafisica consiste, almeno secondo il suo scopo, di evidenti proposizioni sintetiche a priori.» in I. Kant,Critica della ragion pura, Introduzione alla seconda edizione
  115. ^Così nelle operePrimi principi metafisici della scienza della natura del 1786 eOpus postumum e nellaMetafisica dei costumi del 1797
  116. ^Fichte,La dottrina della religione, a cura di G. Moretto, Guida, Napoli 1989, p. 192.
  117. ^Hegel,Enciclopedia par. 2
  118. ^Hegel,Fenomenologia dello spirito, Prefazione
  119. ^Hegel,Enciclopedia par. 574
  120. ^G.W.F.Hegel,Lineamenti di filosofia del diritto, Laterza, Bari, 1987, p. 17
  121. ^Schopenhauer,Mondo, vol.I, par.15
  122. ^Comte,Corso di filosofia positiva, Lezione I
  123. ^Spencer,Primi principi, par.37
  124. ^
    «La natura ha posto il genere umano sotto il dominio di due supremi padroni: il dolore e il piacere. Spetta a essi soltanto indicare quel che dovremmo fare, come anche determinare ciò che è giusto o ingiusto.»

    (J. Bentham,Introduzione ai principi della morale e della legislazione, a cura di E. Lecaldano, Torino, Utet, 1998, p. 89)

  125. ^Marx,Per la critica dell'economia politica, 3º manoscritto
  126. ^Umberto Galeazzi,La teoria critica della Scuola di Francoforte: diagnosi della società contemporanea e dialogo critico con il pensiero moderno, Edizioni scientifiche italiane, Napoli, 2000.
  127. ^Empirismo logico, suemsf.rai.it.URL consultato il 18 novembre 2011(archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
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  130. ^M. Horkheimer,La situazione della filosofia sociale, 1931
  131. ^Sull'opposizione tra filosofia analitica e continentale vedi: Giovanni Fornero Salvatore Tassinari,Le filosofie del Novecento, ed. Bruno Mondadori, 2006, p. 1392 e sgg.
  132. ^«Due diversi modi di fare filosofia: uno rigoroso e scientifico (analitici), l'altro creativo e letterario (continentali). Questo scontro ha opposto non solo due scuole filosofiche ma due culture, quella anglosassone, nella quale la riflessione "analitica" nasce e si sviluppa, e quella dell'Europa continentale dove ha origine il pensiero "continentale". Una delle date d'inizio di questa sfida è il 1958, quando nel discorso d'apertura del convegno di Cérisy-la-Salle, J. Wahl (pensatore francese famoso per alcuni studi sulla fenomenologia e l'esistenzialismo) individua nella filosofia "analitica" e in quella "continentale" le due correnti di pensiero dominanti del Novecento.» A. Donato,Lo scontro tra analitici e continentali. Incominciò nel 1958 l'ultima guerra dei filosofi, inIl Giornale di Brescia-18 maggio 2003
  133. ^«Perché in Occidente la filosofia si è strutturata come una logica che formalizza il reale, sottraendosi al mondo della vita, per rinchiudersi nelle università dove, tra iniziati si trasmette da maestro a discepolo un sapere che non ha nessun impatto sull'esistenza e sul modo di condurla?» (Umberto Galimberti,La Repubblica 12 aprile2008
  134. ^M. Pancaldi, M. Trombino, M. Villani,Philosophica, Marietti, 2007, p. 404 e sgg.
  135. ^M. Pancaldi, M. Trombino, M. Villani,Philosophica, Marietti, 2007, p. 408.
  136. ^Sul concetto di falsificabilità si veda quest'intervista allo stesso Popper, disponibile in italiano e inglese, inclusa nella serie dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche., suconoscenza.rai.it.URL consultato il 30 settembre 2011(archiviato dall'url originale il 7 settembre 2011).
  137. ^Sergio Cremaschi,Filosofia analitica e filosofia continentale, La Nuova Italia, 1999
  138. ^Nicola Abbagnano,Esistenzialismo, Enciclopedia del Novecento, Treccani.it
  139. ^Esistenzialismo, Dizionario di filosofia, Treccani.it
  140. ^G. Fornero, S. Tassinari,Op.cit. p.560-568 e sgg.
  141. ^Carlo Sini,La Fenomenologia, pag. 193, Garzanti, 1965.
  142. ^G. Fornero, S. Tassinari,Op.cit. p.1143 e sgg.
  143. ^Heidegger,Essere e tempo, parr. 1-5
  144. ^G. Fornero, S. Tassinari,Op. cit. p. 1161 e sgg.
  145. ^K. Fischer,Storia della filosofia moderna, Vol. I
  146. ^B. Croce,Logica eLa Storia
  147. ^G. Fornero, S. Tassinari,Op.cit. p.648
  148. ^VediGaudium et spes, no. 24.
  149. ^«La creatura umana, in quanto di natura spirituale, si realizza nelle relazioni interpersonali. Più le vive in modo autentico, più matura anche la propria identità personale. Non è isolandosi che l'uomo valorizza se stesso, ma ponendosi in relazione con gli altri e con Dio». inCaritas in veritate, #53
  150. ^Silvano Tagliagambe,L'epistemologia contemporanea, Editori Riuniti, 1991
  151. ^Dario Antiseri, Silvano Tagliagambe,Storia della filosofia -: Filosofi italiani contemporanei, Volume 13, Giunti 2008
  152. ^Herbert A. Davidson,Alfarabi, Avicenna, and Averroes, on Intellect: Their Cosmologies, Theories of the Active Intellect, and Theories of Human Intellect, New York, Oxford University Press, 1992ISBN 9780195074239.
  153. ^Cioffi ed altri,I filosofi e le idee, Ed. B. Mondadori, 2007 Vol. I, p. 17
  154. ^«In questo periodo si concentrano i fatti più straordinari. In Cina visseroConfucio eLǎozǐ, sorsero tutte le tendenze della filosofia cinese, meditaronoMòzǐ,Zhuāng Zǐ,Lìe Yǔkòu e innumerevoli altri. In India apparvero leUpaniṣad, visseBuddha e, come in Cina, si esplorarono tutte le possibilità filosofiche fino alloscetticismo e almaterialismo, allasofistica e alnihilismo. In IranZarathustra propagò l'eccitante visione del mondo come lotta fra bene e male. In Palestina fecero la loro apparizione i profeti, daElia aIsaia eGeremia, fino aDeutero-Isaia. La Grecia videOmero, i filosofiParmenide,Eraclito ePlatone, i poeti tragici,Tucidide eArchimede. Tutto ciò che tali nomi implicano prese forma in pochi secoli quasi contemporaneamente in Cina, in India e nell'Occidente, senza che alcuna di queste regioni sapesse delle altre. La novità di quest'epoca è che in tutti e tre i mondi l'uomo prende coscienza dell'"Essere" nella sua interezza (umgreifende: ulteriorità onnicomprensiva), di se stesso e dei suoi limiti. Viene a conoscere la terribilità del mondo e la propria impotenza. Pone domande radicali. Di fronte all'abisso anela alla liberazione e alla redenzione. Comprendendo coscientemente i suoi limiti si propone gli obiettivi più alti. Incontra l'assolutezza nella profondità dell'essere-se-stesso e nella chiarezza della trascendenza. Ciò si svolse nella riflessione. La coscienza divenne ancora una volta consapevole di se stessa, il pensiero prese il pensiero ad oggetto.» in Karl Jaspers,Origine e senso della storia (Vom Ursprung und Ziel der Geschichte, 1949), a cura di A. Guadagnin, ed. Comunità, Milano, 1965, p. 20
  155. ^Jane Duran,Eight women philosophers: theory, politics, and feminism., University of Illinois Press, 2005.
  156. ^Why I Left Academia: Philosophy’s Homogeneity Needs Rethinking
  157. ^"Salary, Promotion, and Tenure Status of Minority and Women Faculty in U.S. Colleges and Universities."National Center for Education Statistics, Statistical Analysis Report, March 2000; U.S. Department of Education, Office of Education Research and Improvement, Report # NCES 2000–173;1993 National Study of Postsecondary Faculty (NSOPF:93). See also "Characteristics and Attitudes of Instructional Faculty and Staff in the Humanities." National Center For Education Statistics, E.D. Tabs, July 1997. U.S. Department of Education, Office of Education Research and Improvement, Report # NCES 97-973;1993 National Study of Postsecondary Faculty (NSOPF-93).
  158. ^U.S. Department of Education statistics in above-cited reports seem to put the number closer to 17%, but these numbers are based on data from the mid-1990s.Margaret Urban Walker's more recent article (2005) discusses the data problem and describes more recent estimates as an "(optimistically projected) 25–30 percent."
  159. ^Persona dalgreco πρόσωπον,prósōpon cioèmaschera dell'attore, termine entrato in italiano tramite l'etruscophersu. Un'altraetimologia è da ricercare nel terminelatinopersonare, (per-sonare:parlare attraverso). Ciò spiegherebbe perché il termine persona indicasse in origine lamaschera utilizzata dagliattori teatrali, che serviva a dare all'attore le sembianze del personaggio che interpretava (Cfr. M. Pancaldi, M. Trombino, M. Villani,Philosophica, Marietti, 2007, Prefazione.)
  160. ^Aristotele,Metafisica, II, 1, 993 b 19-23
  161. ^Gerd B. Achenbach,La consulenza filosofica, Milano, Apogeo, 2004
  162. ^Peter Raabe,Teoria e pratica della consulenza filosofica, Milano, Apogeo, 2006
  163. ^In particolare sulle teorie di Michael Zdrenka vedi Shlomit C. Schuster,La pratica filosofica, Apogeo Editore, 2006. pp. 22 e sgg
  164. ^Michael Zdrenka,Konzeptionen und Probleme der Philosophischen Praxis
  165. ^Chiedilo al Filosofo. Intervista al professor Gerd B. Achenbach -la Repubblica R2 del 14 giugno 2008.
  166. ^Michele Di Francesco, Andrea Moro, Stefano Cappa,Neurofilosofia, Editore Mondadori Bruno, 2011
  167. ^Gottfried Fischer,Logik der Psychotherapie – Philosophische Grundlagen der Psychotherapiewissenschaft, Kröning 2008.
  168. ^Sull'argomento cfr. T. Williamson,The Philosophy of Philosophy, Blackwell, Oxford 2007; F. D'Agostini,Nel chiuso di una stanza con la testa in vacanza: dieci lezioni sulla filosofia contemporanea, Carocci, Roma 2005; U. Bonanate, M. Valsania,Le ragioni dei filosofi, Carocci, Roma 2003; N. Rescher,Philosophical Reasoning. A Study in the Method of Philosophising, Blackwell, Oxford 2001
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  180. ^(EN)Nei campus, una crisi di filosofia, sutelegraphindia.com, Nuova Delhi,The Telegraph, 12 marzo 2023.URL consultato il 16 marzo 2023.

Bibliografia

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Manuali scolastici

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Alcuni testi di studio

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Enciclopedie e dizionari

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Risorse Internet

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Voci correlate

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