Ilcinema di guerra è ungenere cinematografico che tratta in vari modi il tema dellaguerra. Rientrano generalmente in questa classificazione i film che ricostruiscono battaglie navali, aeree o terrestri, campagne militari, operazioni segrete e altri soggetti correlati. Il genere può anche raccontare la guerra senza mostrare le battaglie, come nel caso degli addestramenti militari e della vita civile durante la guerra. Il racconto può essere di finzione oppure basarsi su ricostruzioni biografiche e storiche, così come mischiare entrambi gli aspetti (ad esempio narrando storie di finzione che si svolgono sullo sfondo di celebri episodi bellici). La narrazione può avere la prospettiva dei comandi militari, dei soldati, dei prigionieri di guerra, dei civili. Molti film di guerra possono inoltre includere nella trama storie d'amore, comeCasablanca.
Il film di guerra[1] è stato seguito con successo dal pubblico soprattutto nel secondo dopoguerra negli anni '40 e '50 quando la propaganda statunitense sfornava film dove si celebravano le vittoriose ed eroiche battaglie combattute dagli Usa e dai suoi Alleati in Europa contro i nazisti o contro i "musi gialli" nel Pacifico.
Dopo un intervallo in cui la produzione di film di guerra si è rarefatta, con la fine della Guerra Fredda il cinema di guerra è stato riproposto con il film di Steven SpielbergSalvate il soldato Ryan (1998), ambientato nell'anno dello sbarco in Normandia, a cui è seguito nello stesso annoLa sottile linea rossa di Terrence Malick sulla battaglia di Guadalcanal.
Quelli che si possono definire film bellici sono incentrati sulle più importanti guerre del XX secolo: le due guerre mondiali e quelle della Corea e del Vietnam. In questi film si ha spesso l'intento di descrivere gli avvenimenti storici realmente accaduti ma che non possono essere considerati propriamente storici ma piuttosto di ambientazione storica in quanto è l'elemento spettacolare che prevale.
Nell'ambito dei film bellici si possono poi distinguere quelli che esaltano con toni epici l'eroismo dei combattenti da quelli antimilitaristi. Il primo filone è caratterizzato da un forte contrasto tra chi combatte per difendere con coraggio e temerarietà valori di umanità e giustizia e il nemico, infido e crudele, che per i suoi aspetti fortemente negativi deve essere distrutto senza pietà.
All'interno di questo gruppo vanno poi distinti i film di propaganda bellica (comeBerretti Verdi diJohn Wayne), da quelli che pur esaltando i valori militari introduce nel racconto filmico spunti di riflessione che pur non mettendo in discussione la ineluttabile necessità della guerra ne mette in evidenza le conseguenze di dolore e sofferenza che coinvolgono anche i valorosi combattenti (Prima linea diRobert Aldrich,I giovani leoni diEdward Dmytryk,La grande guerra diMario Monicelli,Quell'ultimo ponte diRichard Attenborough,Il grande uno rosso diSamuel Fuller). Molto interessanti anche i film che narrano gli avvenimenti della guerra dal punto di vista dei tedeschi, comeLa battaglia dei giganti diKen Annakin,La notte dei generali diAnatole Litvak,La notte dell'aquila diJohn Sturges,La croce di ferro diSam Peckinpah,U-Boot 96 diWolfgang Petersen, ma soprattuttoStalingrad diJoseph Vilsmaier, incentrato sulla fallimentarebattaglia di Stalingrado, eLa caduta - Gli ultimi giorni di Hitler diOliver Hirschbiegel, che racconta gli ultimi giorni di vita del crudele dittatore prima di togliersi la vita il 30 aprile1945. Ma ci sono anche le commedie di guerra comeCome vinsi la guerra diBuster Keaton (guerra di secessione),Il grande dittatore diCharlie Chaplin (seconda guerra mondiale),Gianni e Pinotto reclute diArthur Lubin (seconda guerra mondiale),Vogliamo vivere! diErnst Lubitsch (seconda guerra mondiale),Stalag 17 diBilly Wilder (seconda guerra mondiale),Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba diStanley Kubrick (guerra fredda),M*A*S*H diRobert Altman (guerra di Corea),Comma 22 diMike Nichols (seconda guerra mondiale),I guerrieri diBrian G. Hutton (seconda guerra mondiale),Good Morning, Vietnam diBarry Levinson (guerra del Vietnam) eIl ministero della guerra sporca diGuy Ritchie (seconda guerra mondiale).
Ilregime fascista in Italia aveva ben compreso l'importanza del cinema per la formazione dell'opinione pubblica e nel 1923 creòL'Unione Cinematografica Educativa (Istituto LUCE) per la produzione didocumentari e, soprattutto, dicinegiornali a contenuto bellico ai quali affiancò la produzione di film di "propaganda politica" destinati a mostrare l'efficienza della macchina da guerra italiana comeIl cammino degli eroi diCorrado D'Errico,Sentinelle di bronzo diRomolo Marcellini,Sotto la croce del sud diGuido Brignone,Lo squadrone bianco oL'assedio dell'Alcazar, entrambi diAugusto Genina,L'uomo della croce diRoberto Rossellini.
Durante la seconda guerra mondiale, sul modello deicombat film americani, l'Istituto LUCE manda i propri operatori sugli scenari di battaglia per la produzione difilm di propaganda comeUomini sul fondo,Alfa Tau! eGiarabub.
Negli anni '50 il cinema bellico italiano è prodotto con regolarità ad opera di registi comeFrancesco De Robertis eDuilio Coletti, prendendo spunto dagli episodi più memorabili dei nostri soldati e marinai nell'ultima guerra. Alcuni esempi:I sette dell'Orsa maggiore,Siluri umani,Carica eroica,Divisione Folgore, ecc.
In tempi più recenti (1990) viene realizzato il filmMediterraneo diGabriele Salvatores, al di fuori di tutti gli schemi dei film di guerra: è la storia di un gruppo di militari italiani che, sbarcati nel 1941 in un'isolagreca e rimasti isolati per tre anni, lontani da battaglie e morti, trascorrono una specie di felice vacanza dagli orrori della guerra.
Così anche nella pellicolaEl Alamein - La linea del fuoco (2002) diEnzo Monteleone, dove, ormai dimenticati gli atti eroici dei film precedenti, vengono descritte le reali condizioni delle truppe italiane inAfrica, prive di mezzi di sussistenza e in attesa di rinforzi che non arriveranno mai.
Il war movie americano è un «super-genere» cinematografico, un'etichetta convenzionale che consente alla memoria cinefila di attraversare laprima e laseconda guerra mondiale, proseguendo per l'intervento inCorea e inVietnam: al suo interno vengono sviluppati tematiche, stili e periodi assai diversi da una pellicola all'altra.
La prima Guerra Mondiale è lo scenario diHearts of the World (Cuori del mondo,1918,David Wark Griffith): melodrammatico e propagandistico, è un film il cui impianto stilistico influenzaI quattro cavalieri dell'Apocalisse (The Four Horsemen of the Apocalypse,1921), diretto daRex Ingram.All'ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front,1930) diretto daLewis Milestone racconta una guerra anti-epica e brutale: classico del cinema pacifista, introduce maggiore libertà espressiva nei film di guerra.
La seconda Guerra Mondiale muta la prospettiva bellica hollywoodiana:Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) istituisce l'OWI (Office of War Information), per vigilare le produzioni cinematografiche. Viene realizzata una serie di documentari «militanti» -Why We Fight (Perché combattiamo,1942-1945) diFrank Capra - che promuove uno spirito interventista e nazionalistico e si avvale dell'ausilio di eminenti registi qualiJohn Ford eJohn Huston.Quella sporca dozzina (The Dirty Dozen,1967), diRobert Aldrich ePatton, generale d'acciaio (Patton,1970) diFranklin J. Schaffner sono idealmente legati ad altriwar film di recente uscita -La sottile linea rossa (The Thin Red Line,1998) diTerrence Malick eSalvate il soldato Ryan (Saving Private Ryan, 1998) diSteven Spielberg - che evidenziano la durevole vitalità del genere bellico. Un altro notevolefilm di guerra sulla seconda guerra mondiale èLettere da Iwo Jima diClint Eastwood, che narra di quella battaglia dal punto di vista giapponese. Sullo stesso tema, ma dal punto di vista americano, Eastwood aveva precedentemente giratoFlags of Our Fathers.
Da non dimenticare il durevole successo del filone cinematografico deiViet-movies, che conta film del calibro deIl cacciatore (The Deer Hunter,1978,Michael Cimino),Apocalypse Now (1979,Francis Ford Coppola),Full Metal Jacket (1987,Stanley Kubrick) ePlatoon (1986,Oliver Stone).
Il war-movie viene ripreso per la prima volta nel genere supereroistico daJames Gunn per il suo filmThe Suicide Squad - Missione suicida.
«Il cinema antimilitarista, pur nel differenziarsi di varie posizioni ideologiche, esprime una condanna della guerra, di cui mette in evidenza l'assurdità e l'insensatezza, e della crudele mentalità militarista che esige cieca obbedienza anche di fronte agli ordini più folli. Non c'è più eroismo e desiderio di gloria, ma angoscia e paura, senso di frustrante impotenza di fronte al massacro, se non, in alcuni casi, aperta ribellione alla gerarchia.
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Un classico dei film a contenuto antimilitarista è da considerareAll'ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front) è unfilm del1930 diretto daLewis Milestone, vincitore delPremio Oscar comemiglior film emiglior regista.Un film che fu proiettato in un ambiente culturale del tutto ostile al messaggio pacifista dell'opera che veniva proclamato in un'Europa dove già si diffondevano leideologiefasciste. La sua uscita nelle sale cinematografiche tedesche suscitò infatti la sdegnosa reazione deinazisti, che cercarono di bloccarne la visione, arrivando a lanciare topi in platea durante la "prima" aBerlino.[3] Sullo stesso tema il contemporaneo film, proibito il 27 aprile1933 dalla censuranazista,Westfront 1918 diGeorg Wilhelm Pabst che narrava gli ultimi mesi di vita e di morte precedenti la fine della prima guerra mondiale di quattro fanti tedeschi sul fronte francese.
Un tema analogo, riferito allaGuerra civile americana, edulcorato e con ben altri esiti artistici, più aderenti alla cultura e alla mentalità filmicahollywoodiana era quello trattato dal film, che non suscitò polemiche,La legge del Signore con ambientazione western del1956 diretto daWilliam Wyler, vincitore dellaPalma d'oro come miglior film al10º Festival di Cannes.[4] Nel film si racconta dello scontro in una famiglia di pionieri quaccheri tra l'intransigenza nonviolenta della madre, il buon senso del padre fedele alla morale pacifista della Legge del Signore e il giovane figlio che nonostante le sue convinzioni religiose ritiene giusto combattere per la difesa della patria nordista e della sua stessa famiglia dai razziatori sudisti.
Di ben altro valore artistico e culturale la produzione nello stesso anno 1956 del filmL'arpa birmana (Biruma no tategoto) diretto daKon Ichikawa, dove si racconta di Mizushima, un soldatogiapponese che accetta la missione di far arrendere nel luglio1945, a guerra ormai terminata, un gruppo di fanatici suoi compatrioti che, rifugiatisi in una caverna, hanno deciso di continuare a combattere. Il soldato viene trattato da vigliacco e da traditore quando tenta di spiegare al comandante che, scaduto il termine imposto dagliAlleati, la caverna verrà bombardata. Allo scadere dell'ultimatum, molti muoiono sotto il fuoco dell'artiglieria. Mizushima rimane ferito, un pretebuddista lo raccoglie e cura le sue ferite dandogli una lezione di umanità. Mizushima decide allora di non ricongiungersi con i commilitoni e di diventarebonzo, per dare onorevole sepoltura ai corpi dei compatrioti morti.
Una sorte simile all'opera di Autant Lara ebbe inveceOrizzonti di gloria (Paths of Glory) film antimilitarista americano del 1957 diretto daStanley Kubrick premiato con ilNastro d'argento1959 come miglior regista straniero che soltanto nel1975 fu proiettato in Francia.
A polemiche ancora in corso fu l'uscita del filmPer il re e per la patria (King and Country) del1964 diretto daJoseph Losey, tratto dalla pièce teatraleHamp di John Wilson, presentato in concorso alla29ª Mostra del cinema di Venezia, doveTom Courtenay vinse laCoppa Volpi per la migliore interpretazione maschile. Il film è un atto d'accusa contro il militarismo rappresentato dagli alti gradi militari che sacrificano la vita di un uomo per dare un esempio alla truppa prima di un attacco.
La polemica cinematografica antimilitarista è proseguita nei seguenti anni Settanta con il film diretto daFrancesco RosiUomini contro e, in tempi più recenti, conFull Metal Jacket (1987) di Kubrick,Stalingrad (1993) del regista tedesco Joseph Vilsmaier eLa sottile linea rossa (1998), diTerrence Malick.
- A. Giaime Alonge, Roy Menarini e Massimo Moretti,Il cinema di guerra americano 1968-1999, Recco (GE), Le Mani, 1999,ISBN 88-8012-118-9.
- A. Giaime Alonge,Cinema e Guerra, Torino, UTET Libreria, 2001,ISBN 88-7750-666-0.
- Michele Tetro eStefano Di Marino,Guida al cinema bellico, Bologna, Odoya, 2017,ISBN 978-88-6288-420-4.